Pensioni: cade la maschera a Renzi: "Restituiremo solo una


Sentenza pensioni, Corte costituzionale: via libera al rimborso delle pensioni.

Ma Renzi dice no!..  Cade la maschera al premier: "Restituiremo le pensioni, ma solo una parte." terremo conto della sentenza della Consulta, ma anche del bilancio.

Restituiremo i soldi: a metà. Lo dicono e non è uno scherzo. Dopo il pasticciaccio delle pensioni censurato dalla Consulta, Renzi e i suoi ministri sembrano voler comunque tirare dritto. «Non interveniamo sulle pensioni. Il governo non metterà le mani nelle tasche degli italiani, non toglieremo niente a nessuno. Il governo Monti ha bloccato l'indicizzazione. Questo blocco è stato giudicato incostituzionale. Ormai ci troviamo a risolvere i problemi provocati da altri». Dichiarazioni rese sul buco-pensioni dal premier ai microfoni di Radio Anch’io, che ieri mattina hanno dato la stura ad un’altra serie di proteste. Mentre il presidente del consiglio dei ministri si rifugiava comunque nell’annuncite («ripenseremo il modello di organizzazione delle pensioni: lo faremo nei prossimi giorni e mesi»), si è infine smascherato da sé, affermando che il governo «restituirà una parte dei soldi». Per farlo, «dovrà agire con il limite della sentenza della Corte e il limite del bilancio». Tra i primi a replicare al premier il leader della Lega Matteo Salvini, che affida il suo commento a Facebook: «Renzi dice ”restituiremo una parte dei soldi” tolti ai pensionati. Una parte? Vergogna, la Lega farà le barricate! Restituire tutto a tutti, con lettera di scuse, e cancellare la Fornero. Siamo pronti a bloccare i lavori in Parlamento».

Ma anche dalla sua maggioranza fioccano le perplessità: con inevitabile terrore di ciò in cui potrebbero tradursi forzature del genere presso l’elettorato chiamato, a milioni, al voto entro le prossime settimane: «Ci auguriamo che, sul tema del ripristino della indicizzazione delle pensioni, prevalga nel Governo l'idea di indicare la soluzione definitiva dopo le elezioni» ha dichiarato Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera. «Questo - ha spiegato Damiano - consentirebbe di effettuare la scelta avendo perlomeno ascoltato l'opinione di merito delle Commissioni Lavoro e Bilancio di Camera e Senato, e delle organizzazioni confederali dei pensionati». E magari di evitare spallate dalle urne.

Il consiglio dei ministri, come previsto, è convocato per lunedì prossimo. Al momento l’ordine del giorno non c’è. E forse non è un caso. Nel governo, e anche nel Pd, c’è chi preferirebbe rinviare la soluzione a dopo le elezioni regionali di fine maggio. Per questo non è ancora escluso che lunedì, sul tavolo del consiglio dei ministri, arrivi un testo che parli sì di pensioni. Ma che stabilisca solo i principi generali dell’operazione, senza fissare fin da ora soglie e percentuali, senza dire esattamente quanto sarà rimborsato e a chi. Insomma un decreto ponte per un percorso a tappe. I dettagli arriverebbero dopo, il governo potrebbe fissare un periodo di tempo entro il quale completare tutte le simulazioni del caso.

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