Pur essendo un fattore socioeconomico, la povertà è una condizione concreta e, di fatto, può accorciare...


La povertà accorcia la vita, proprio come il fumo e la sedentarietà.

Chi ha una situazione complicata dal punto di vista economico, secondo uno studio, potrebbe vivere circa due anni in meno rispetto a chi conduce una vita agiata.

Pur essendo un fattore socioeconomico, la povertà è una condizione concreta e, di fatto, può accorciare la vita delle persone, e non solo nei paesi sottosviluppati. La privazione quotidiana incide sulla nostra salute proprio come il fumo, l’alcol e l’assenza di sport. A ipotizzarlo è uno studio condotto dai ricercatori di un progetto chiamato Lifepath, finanziato dalla Commissione Europa e dedicato all’individuazione di fattori biologici alla base di alcune differenze sociali.

LO STUDIO
Gli esperti hanno preso in analisi i dati di 1,7 milioni di persone provenienti da sette paesi considerati ricchi: Francia, Gran Bretagna, Svizzera, Italia, Australia, Stati Uniti e Portogallo. I soggetti sono stati seguiti per circa tredici anni e i ricercatori hanno confrontato le condizioni socioeconomiche con le aspettative di vita. È stato il primo studio a eseguire un approfondimento di questo tipo.

QUASI COME IL FUMO E LA SEDENTARIETÀ
Secondo i risultati, pubblicati su The Lancet, l’aspettativa di vita delle persone che durante i 13 anni dello studio hanno vissuto in scarse condizioni socioeconomiche si è abbassata di 1,5 anni per le donne e 2,6 per gli uomini. La media generale della popolazione complessiva è quindi di 2,1 anni che la povertà ruba ai soggetti con un’età compresa tra i 40 e gli 85 anni. Si tratta di numeri inferiori ma comunque simili a quelli del diabete (3,9 anni in meno), del fumo (4,8 anni) e della sedentarietà (2,4 anni).

LA VIA D'USCITA
Per la scienza non è una novità che esiste una correlazione tra un basso livello socioeconomico e un aumento di mortalità. Tuttavia non è una condizione da cui non si possa uscire. “Queste circostanze possono essere modificate con interventi politici e sociali mirati”, ha spiegato Silvia Stringhini, coordinatrice dello studio e ricercatrice presso l’University Hospital di Losanna, “per questo dovrebbero essere incluse fra i fattori di rischio su cui si concentrano le strategie globali di salute pubblica”. Grazie a questi risultati sono state gettate le basi per comprendere in che modo e a che livello una scarsa condizione socioeconomica può compromettere la salute. Sarà questo il passo successivo del tema di ricerca. (Fonte: QUOTIDIANO.NET)

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