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La leggenda dei tre giorni della merla...


Vi sono due versioni della celebre leggenda sui giorni della merla che secondo tradizione, sono gli ultimi tre giorni di gennaio: 29, 30 e 31 oppure gli ultimi due giorni di gennaio e il primo di febbraio. Sempre secondo la tradizione sarebbero i tre giorni più freddi dell’anno. Ecco di seguito le due leggende (di cui la seconda pare più attendibile)

Prima versione:
Tanto, tanto tempo fa a Milano ci fu un inverno molto rigido.
La neve scendeva dal cielo e copriva tutta la città, le strade, i giardini.
Sotto la grondaia di un palazzo in Porta Nuova c’era il nido di una famigliola di merli, che a quel tempo avevano le piume bianche come la neve. C’era la mamma merla, il papà merlo e tre piccoli uccellini, nati dopo l’estate.
La famigliola soffriva il freddo e stentava a trovare qualche briciola di pane per sfamarsi, perché le poche briciole che cadevano in terra dalle tavole degli uomini venivano subito ricoperte dalla neve che scendeva dal cielo.
Dopo qualche giorno il papà merlo prese una decisione e disse alla moglie: “Qui non si trova nulla da mangiare, se continua così moriremo tutti di fame e di freddo. Ho un’idea, ti aiuterò a spostare il nido sul tetto del palazzo, a fianco a quel camino, così mentre aspettate il mio ritorno non avrete freddo. Io parto e vado a cercare il cibo dove la neve non è ancora arrivata”.
E così fu fatto: il nido fu messo vicino al camino e il papà partì. La mamma e i piccoli uccellini stavano tutto il giorno nel nido, scaldandosi tra loro e anche grazie al fumo che usciva tutto il giorno dal camino.
Dopo tre giorni il papà tornò a casa e quasi non riuscì più a riconoscere la sua famiglia! Il fumo nero che usciva dal camino aveva colorato di nero tutte le piume degli uccellini!
Per fortuna da quel giorno l’inverno divenne meno rigido e i merli riuscirono a trovare cibo sufficiente per arrivare alla primavera.
Da quel giorno però tutti i merli nascono con le piume nere e, per ricordare la famigliola di merli bianchi divenuti neri, gli ultimi tre giorni del mese di gennaio sono detti “I tre giorni della merla”.

Seconda versione:
Una merla dal bellissimo piumaggio bianco, era sempre strapazzata da gennaio, mese freddo e scuro, che non aspettava altro che lei uscisse dal nido in cerca di cibo, per scatenare freddo e gelo.
Stufa delle continue persecuzioni, un anno la merla fece provviste che bastassero per un mese intero e poi si rinchiuse nel suo nido. Rimase lì, al riparo, per tutto il mese di gennaio, che all’epoca durava ventotto giorni.
Giunti all’ultimo giorno del mese, la merla, credendo di aver ingannato il perfido gennaio, sgusciò fuori dal nido e si mise a cantare per prenderlo in giro.
Gennaio, furioso, se ne risentì e chiese tre giorni in prestito a febbraio. Avutoli in dono, scatenò bufere di neve, vento, gelo, pioggia.
La merla si nascose allora in un camino e vi restò ben nascosta aspettando che la bufera passasse.
Trascorsi i tre giorni e finita la bufera, la merla uscì dal camino, ma a causa della fuliggine, il suo bel piumaggio candido si era tutto annerito.
Così essa rimase per sempre con le piume nere e da quel giorno tutti i merli nascono di colore scuro.

Come in tutte le leggende, esiste un fondo di verità: nel calendario romano il mese di gennaio durava solo ventinove giorni.
Sempre secondo la leggenda, se i giorni della merla sono freddi, la primavera sarà mite; se invece sono caldi, la primavera arriverà in ritardo.

Sfatiamo una credenza popolare, Santa Lucia non è il giorno più corto che ci sia...


Il culto della vergine Lucia, uccisa nel 304 perché cristiana.

si festeggia il giorno di Santa Lucia, "il più corto che ci sia" secondo la tradizione. Ma chi era Santa Lucia, qual è la sua storia? E perché il detto vuole che quello dedicato a lei sia il giorno più corto dell'anno, quando in realtà è noto come il giorno più corto sia il 21 dicembre, giorno del solstizio d'inverno?

La storia di Santa Lucia è questa: Lucia, giovane siracusana nata pare nel 283 d.C., un giorno accompagna la madre malata a Catania per la commemorazione del martirio di Sant’Agata (secondo altre versioni, si reca da sola dalla Santa per pregare per la madre). Le due si inginocchiano sulla tomba della martire, ma a un tratto Lucia si assopisce e ha una visione di Sant'Agata, che le dice: "Lucia, sorella mia, perché chiedi a me quello che tu stessa hai ottenuto?" e le poi chiede di dedicare la sua vita a Dio, predicendole persino il martirio. Quando si sveglia, Lucia scopre che la madre è guarita. Così la ragazza torna a casa, rompe il fidanzamento con il promesso sposo e decide di dedicare la propria vita ai poveri e a Dio. Il fidanzato rifiutato però decide di vendicarsi e denunciarla come cristiana. Negli anni dell'imperatore Diocleziano le persecuzioni contro i cristiani sono ancora numerose: Lucia viene catturata e interrogata sulla sua fede, che lei non rinnega e anzi ribadisce nonostante le minacce e le torture. La fanciulla viene quindi condannata a morte: la tradizione vuole che la ragazza diventasse per miracolo così pesante che non fu possibile spostarla né con decine di uomini, né con buoi, né con la pece bollente e così le fu tagliata la gola (secondo altre versioni, venne decapitata) sul posto. E' il 13 dicembre 304. Prima di morire, riceve la Comunione e predice la caduta di Diocleziano. Non ci sono invece notizie del fatto che le siano cavati gli occhi: probabilmente è una tradizione più tarda, legata al fatto che è la protettrice della vista.

Il 13 dicembre dunque è il giorno del martirio di Santa Lucia e quello in cui la Santa è ricordata. Non è però (più) il giorno più corto dell'anno, che è invece il solstizio d'inverno, il 21 dicembre: quest'anno, il Sole resterà sopra l’orizzonte circa 3 minuti in meno rispetto al giorno prima. Da cosa deriva allora questa credenza? Semplicemente, quello di Santa Lucia è effettivamente stato il giorno più corto dell'anno, ma prima del 1582, anno in cui venne adottato il calendario gregoriano. Prima di quella data, la sfasatura fra calendario civile e calendario solare era tanto grande che il solstizio d’inverno cadeva fra il 12 e il 13 dicembre, rendendo quindi il 13 dicembre il giorno più corto dell’anno.

Nel culto popolare, alla Santa sono legati tradizioni e riti al limite del fiabesco: innanzitutto, in alcuni Paesi e anche in qualche città italiana, soprattutto del Veneto e del Trentino, è Santa Lucia, e NON Babbo Natale, a portare i doni ai bambini, che le scrivono una letterina; poi, alcune leggende vogliono che la Santa il 13 dicembre voli sui campi in segno di buon auspicio. In alcune zone del Sud Italia si allestiscono falò o accendono candele in suo onore. C'è persino un "rito propiziatorio" d'amore legato alla martire: secondo una leggenda infatti, chi si pettina con un pettine nuovo nella notte del 13 dicembre e poi lo nasconde sotto il cuscino tutta la notte, vedrà in sogno la propria anima gemella, accompagnata dalla Santa...

Oggi è la domenica delle Palme, ma sapete perchè si chiama così..


La Domenica delle Palme si festeggia una settimana prima della Pasqua e celebra l’ingresso di Cristo a Gerusalemme.

Secondo il calendario liturgico cattolico, è infatti la domenica che segna l’inizio della Settimana Santa – gli ultimi giorni della vita di Gesù Cristo – e precede la domenica di Pasqua. È osservata dai cattolici, dagli ortodossi e dai protestanti, e cade durante la Quaresima, che termina giovedì, primo giorno del cosiddetto “Triduo Pasquale”.

Cos’è il Triduo:
Il Triduo è quel periodo che cade tra la fine della Quaresima – i 44 giorni che iniziano con il mercoledì delle ceneri – e il Tempo pasquale, ossia quel periodo che va dalla domenica di Pasqua al giorno di Pentecoste, cinquanta giorni più tardi, e celebra la discesa dello Spirito Santo e la conseguente nascita della Chiesa con la nuova legge donata da Dio.

Cosa c’entrano le palme?
La Domenica delle Palme ricorda l’ingresso a Gerusalemme di Gesù, acclamato come si faceva solo con i re però a cavalcioni di un’asina, in segno di umiltà e mitezza.. La cavalcatura dei re, solitamente guerrieri, era infatti il cavallo. – Come raccontato nel Vangelo secondo Giovanni – fu accolto da una folla festante, che lo salutò agitando rami di palma.

L’ulivo compare in molti racconti biblici:
è tra il becco della colomba che ritornò da Noè dopo il diluvio; è nell’Orto del Getsemani dove Gesù si recò a pregare la notte del suo arresto e, ramoscelli di ulivo, erano tra le mani della folla festante che osannava Gesù al momento del suo ingresso nella città di Gerusalemme, pochi giorni prima che fosse Crocefisso. Ed è per questo che durante la festa delle Palme, giorno in cui si ricorda l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, si benedicono i rami d’ulivo.

La liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo adatto al di fuori della chiesa; i fedeli si radunano e il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma, che dopo la lettura di un brano evangelico, vengono distribuiti ai fedeli, quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa.

Al termine della Messa, i fedeli portano a casa i rametti di ulivo benedetti, conservati quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. Si usa in molte regioni, che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.

La pianta dell’ulivo quindi assume un ruolo fondamentale durante il periodo Pasquale. Ed è tradizione che, il giorno di Pasqua, la tavola imbandita venga benedetta proprio con questi ramoscelli di ulivo.

Il 15 febbraio: XIV Giornata Mondiale contro il Cancro Infantile. Ogni..


Il 15 febbraio si celebra la XIV Giornata Mondiale contro il Cancro Infantile (International Childhood Cancer Day, ICCD). L’iniziativa è stata ideata da Childhood Cancer International - CCI, rete mondiale di 181 associazioni locali e nazionali, guidate da genitori, provenienti da 90 paesi e 5 continenti per aumentare la consapevolezza e l'informazione sul cancro nell'infanzia e per esprimere sostegno ai bambini e gli adolescenti colpiti da patologie così gravi e alle loro famiglie.
Quanti bambini si ammalano in Italia

Ogni anno in Italia circa 1380 bambini e 780 adolescenti si ammalano di tumore, pari a 164 casi per milione di bambini e 269 casi per milione di adolescenti. Questi tassi d’incidenza sono ancora relativamente elevati, se paragonati a quelli registrati negli Stati Uniti e nei paesi dell’Europa settentrionale (Pritchard-Jones et al., 2006; Kaatsch, 2010).
Un dato incoraggiante è che l’aumento dell’incidenza dei tumori infantili registrato in Italia fino alla seconda metà degli anni ’90 si è arrestato. Nell’ultimo decennio l’andamento dell’incidenza di tutti i tumori maligni nei bambini (età 0-14 anni) è stazionario. Negli adolescenti (età 15-19 anni), al contrario, l’incidenza di tutti i tumori maligni è aumentata in media del 2% l’anno: soprattutto nelle femmine (+2%), per lo più linfomi di Hodgkin, mentre in entrambi i sessi si registra un aumento dei tumori della tiroide (+8%) (Pession, Rondelli, 2013).
Il numero dei guariti è in continuo aumento

Grazie alla ricerca biologica e clinica e all’uso di protocolli cooperativi nazionali ed internazionali sempre più efficaci, la probabilità di guarigione in oncoematologia pediatrica che negli anni ’70 era inferiore al 40% supera attualmente l’80%.
Purtroppo occorre sottolineare che, mentre in alcune patologie la sopravvivenza supera il 90% dei casi, in altre i risultati sono molto inferiori: su queste occorre intensificare l'impegno e la ricerca scientifica.
Le iniziative per la Giornata Mondiale 2016

La Giornata Mondiale contro il cancro infantile è un’importante occasione per riaffermare l’impegno dei genitori italiani nella lotta contro i tumori infantili, nello sviluppo della cultura della prevenzione e della tutela dei diritti del bambino e dell’adolescente colpito da questa malattia.

Oltre al convegno, nella terza settimana di febbraio sono in programma altre iniziative sul territorio nazionale:

il 15 febbraio alle 11.00 in numerose città in Italia, si svolge un’attività simbolica grazie al coinvolgimento di ogni associazione territoriale FIAGOP: un lancio di palloncini contemporaneo per tutti, da ospedali, scuole, piazze in Italia volto a simboleggiare l’unione e il lancio della speranza verso l’alto. Tra le città coinvolte: Bari, Bellizzi (SA), Bologna, Cagliari, Catania, Cologno Monzese, Cosenza, Genova, Lecce, Meda (MB), Modena, Monza, Napoli, Palermo, Parma, Pavia, Pescara, Pisa, Rimini, Riano (RM) Rieti, Roma, S. Agata di Militello (ME), Udine, Varese, Verona.
Il 20 febbraio almeno 1.000 persone tra bambini e ragazzi malati di tumori e leucemie, accompagnati dalle loro famiglie e da volontari, saranno ricevuti in udienza da Papa Francesco.

A livello internazionale, FIAGOP aderisce alla campagna child4child, un’iniziativa promossa da CCI che invita tutti i bambini e ragazzi del mondo a unire le proprie voci a sostegno dei piccoli ammalati di cancro. Con la canzone "We are one" si vuole rendere omaggio a tutti i bambini e in particolare a quelli impegnati nella coraggiosa lotta contro il cancro.
La canzone è stata scritta da Christophe Beck, il compositore conosciuto per aver scritto Frozen, colona sonora del famosissimo film della Disney. Un super gruppo di giovanissimi cantanti la intona sul sito www.child4child.com. Tutti i bambini e ragazzi del mondo sono invitati a partecipare: sul sito possono cantare, registrare il ritornello e postarlo seguendo le facili indicazioni; il risultato finale sarà pubblicato il 15 febbraio 2016.

29 - 30 - 31 gennaio sono giorni della merla, se sono freddi la primavera sarà...


La tradizione vuole che il 29-30-31 di Gennaio, gli ultimi tre giorni di questo primo mese dell’anno, vengano ricordati come i “giorni o dì della Merla”, ad indicare uno tra i periodi più freddi dell’inverno. Ma da dove trae origine questa credenza, entrata oramai a far parte della vita di tutti noi?

Molte sono le versione che spiegano l’origine di questa leggenda, alcuni simili altre assi diverse, ma che vedono in tutte un unico protagonista: una Merla.

La prima nasce in tempi assai lontani, quando Gennaio non aveva ancora 31 giorni ma solo 28. Si narra che Gennaio fosse particolarmente scherzoso e un po’ invidioso, in particolar modo con una Merla, molto ammirata per il suo grande becco giallo e per le penne bianchissime.
Per questo Gennaio si divertiva a tormentarla; ogni volta infatti che ella usciva in cerca di cibo egli scatenava bufera di neve e vento. Stufa di tutto questo un giorno la Merla andò da Gennaio e gli chiese:” Amico mio potresti durare un po’ di meno?”. Ma Gennaio, orgoglioso come era rispose: “ E no, carissima proprio non posso. Il calendario è quello che è, e a me sono toccati 28 giorni.”
A questa risposta la Merla decise di farsi furba e l’anno seguente fece una bella scorta di cibo che infilò nel suo nido così che rimase per tutti i 28 giorni al riparo senza bisogno di uscire. Trascorsi i 28 giorni, la Merla uscì e cominciò a prendere in giro Gennaio: “Eh caro mio, quest’anno sono stata proprio bene, sempre al calduccio, e tu non hai potuto farmi congelare il becco nemmeno un giorno.” Detto ciò Gennaio se la prese così tanto che andò dal fratello Febbraio, che vantava ben 31 giorni, e gli chiese in prestito 3 giorni.
Il fratello dubbioso domando: “ Cosa vuoi farne? “ e Gennaio rispose: “Ho da vendicarmi di una Merla impertinente. Stai a vedere”.
E così Gennaio tornò sulla terra e scatenò una tremenda bufera di neve che durò per tutti i 3 giorni. La povera Merla, che era andata in giro a far provviste, per il forte vento non riuscì nemmeno a tornare al suo nido. Trovato il comignolo di un camino, vi si rifugiò in cerca di un po’ di tepore. Trascorsi quei freddissimi 3 giorni uscì dal comignolo sana e salva ma le sue candide penne erano diventate tutte nere a causa del fumo e della fuliggine. Da allora Gennaio ha sempre 31 giorni e i merli hanno sempre le piume nere.

La seconda versione, ambientata nel capoluogo lombardo, ha come protagonisti un merlo, una merla e i loro tre figlioletti. Erano venuti in città sul finire dell'estate e avevano sistemato il loro rifugio su un alto albero nel cortile di un palazzo situato in Porta Nuova e poi per l'inverno sotto una gronda, al riparo dalla neve che in quell'anno era particolarmente abbondante. Il gelo rendeva difficile trovare le provvigioni così che il merlo volava da mattina a sera in cerca di cibo, che tuttavia scarseggiava sempre di più. Un giorno il merlo decise di volare ai confini di quella nevicata, per trovare un rifugio più mite per la sua famiglia. Intanto continuava a nevicare. La merla, per proteggere i figlioletti intirizziti dal freddo, spostò il nido su un tetto vicino, dove fumava un comignolo da cui proveniva un po’ di tepore. La tormenta tenne così lontano il merlo da casa per ben tre giorni (appunto gli ultimi tre di Gennaio). Quando tornò indietro, quasi non riconosceva più la consorte e i figlioletti erano diventati tutti neri per il fumo che emanava il camino. Nel primo dì di febbraio comparve finalmente un pallido sole e uscirono tutti dal nido invernale; anche il capofamiglia si era scurito a contatto con la fuliggine. Da allora i merli nacquero tutti neri; i merli bianchi diventarono un'eccezione di favola.

Si dice anche che se i giorni della merla sono davvero freddi la primavera sarà splendente ed arriverà puntuale, al contrario, se i giorni della merla sono caldi ci sarà una primavera che si farà attendere.
fateci caso, spesso la cosa si verifica davvero.

Pesce d’aprile: gli scherzi che hanno fatto la storia..


Il primo aprile è la giornata del pesce d’aprile. Le teorie sulla sua origine sono diverse, ma risalgono tutte a più di duemila anni fa e le più accreditate fanno coincidere la festività con il capodanno, che prima dell’adozione del calendario gregoriano, nel 1582, veniva celebrato dal 25 marzo al 1 aprile. C’è anche chi pensa che possa essere legata alla data della morte di Gesù, che avvenne il 1 aprile del 33 (secondo il calendario Gregoriano ndr). I non credenti avrebbero quindi adottato questa data per prendere in giro i cristiani, teoria che spiegherebbe anche il “pesce”, simbolo dei primi seguaci di Cristo. Ma qual è stato il primo pesce d’aprile della storia?

IL PRIMO PESCE D’APRILE - Lo scherzo più antico di cui si ha notizia fatto in Italia è quello del maestro Buoncompagno da Firenze. Sul finire del XIII secolo Buoncompagno promise ai suoi concittadini che il 1 aprile avrebbe volato sulla città, con una macchina di sua invenzione. Il popolo, incuriosito dall’annuncio si recò in massa nel luogo e nell’ora stabilita dal burlone trovandolo effettivamente con un paio di enormi ali sulla schiena. “Sfortunatamente” un fastidioso vento contrario impedì la performance del maestro, ma diede vita al primo pesce d’aprile della penisola.

GATTI AL BANDO - Sempre a Firenze, nel 1967, un volantino dell’Urfa, l’ufficio recupero felini abbandonati, annunciava la messa al bando dei gatti. I felini da compagnia avrebbero dovuto abbandonare immediatamente la città. Qualcuno purtroppo ci credette e gettò gli animali nell’Arno.

LA BBC - La BBC è il canale televisivo che più di tutti si è cimentato negli scherzi del 1 aprile. Nel 2008 la rete pubblica inglese lanciò un servizio in cui veniva annunciata la scoperta di una nuova razza di pinguini volanti, a presentare il documentario c’era un membro del gruppo comico Monty Python. Ma già nel 1957 lo stesso canale fece un reportage sulla raccolta degli spaghetti che in Svizzera crescevano sugli alberi. Alcuni spettatori telefonarono per l’acquisto. Nel 1965 una nuova tecnologia consentiva la trasmissione di odori tramite onde dell’aria. Anche in questo caso diversi spettatori contattarono l’emittente per partecipare ai test.

NONCICLOPEDIA - La nota parodia di Wikipedia non poteva esimersi dal dire la sua. Nel 2007 finse che il sito fosse stato chiuso dalla Polizia Postale e due anni dopo rese la sua pagina identica a quella dell’enciclopedia originale, creando non poca confusione tra gli uteneti.

GOOGLE - Anche Google non perde occasione per una burla ai suoi utenti. Nel 2010 il sito più visitato del mondo lanciò una versione di Google Maps in cui le indicazioni stradali venivano fornite utilizzando un linguaggio slang e colloquiale. Tre anni dopo l’azienda presentò Google Nose, un sistema che permetteva di sentire gli odori in qualsiasi parte del mondo, annusando il display del proprio dispositivo. Non furono in pochi a cascarci, nemmeno quando il sito di Mountain View mise online le mappe del tesoro con le indicazioni per raggiungere l’oro dei pirati.

IL PONTE - «Rubato lo storico ponte di ferro che collega Marconi all’Ostiense». A denunciare il furto del famoso ponte romano fu Augusto Santori, consigliere dell’XI Municipio. La falsa notizia fece il giro del web con questo comunicato “ufficiale”: «Nella notte il Ponte di Ferro, lo storico ponte di archeologia industriale che collega Marconi ad Ostiense, a pochi passi dal Gazometro – annuncia in un comunicato il consigliere della Destra -, è stato smontato e il ferro di cui era costituito asportato. Si tratta di uno dei furti più incredibili che ha caratterizzato la nostra città in questi ultimi anni, un’operazione da far invidia anche a Lupin»

LA METROPOLITANA - Nel 2014 il Daily Mail pubblicò la notizia di una metropolitana in grado di scalare i grattacieli. Era chiaramente una bufala ma, vista l’efficienza dei trasporti inglesi, anche in questo caso i creduloni furono più di quanto si pensasse.

Il significato "Mercoledì delle ceneri"... Inizio della Quaresima.


Oggi, per la Chiesa Universale, inizia la Quaresima, un periodo di quaranta giorni (quadragesima) dedicato alla preparazione della Pasqua. Nel IV secolo, la Chiesa cominciò a dare rilievo a un tempo di penitenza e di rinnovamento interiore, con la pratica del digiuno e dell'astinenza, atteggiamenti penitenti per raggiungere la purificazione del cuore. Un momento unico, in cui Gesù passa accanto a ciascuno di noi e attende il rinnovamento profondo.

La Quaresima comincia il Mercoledì delle Ceneri e finisce proprio prima della celebrazione della Messa in “Coena Domini” del Giovedì Santo. Si tratta di giorni di privazione e, in ricordo della morte di Gesù sulla Santa Croce, il cristiano è invitato a seguire l’astinenza dalle carni di venerdì, affinché percorra questo cammino lasciandosi penetrare e trasformare, ed anche perché egli torni ad amare come Gesù ama.
Il Mercoledì delle Ceneri è, quindi, l'inizio della Quaresima, un giorno di penitenza, nel quale i cristiani manifestano il desiderio di conversione a Dio. L'imposizione delle ceneri è un invito ad avvicinarsi maggiormente al mistero pasquale di Gesù, nella sua Morte e Resurrezione. L'origine del Mercoledì delle Ceneri ha una prassi antica e nacque per la celebrazione dell’inizio del cammino pubblico penitenziale di quei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del Giovedì Santo.

Nel X secolo tale prassi divenne obbligatoria per tutta la comunità cristiana.
La benedizione e l’imposizione delle ceneri ha luogo durante la Messa, dopo l'omelia. Le ceneri si ottengono dai rami di ulivo benedetti la Domenica della Passione del Signore dell'anno precedente, secondo una consuetudine del XII secolo. La formula di benedizione riguarda la condizione di peccato in cui è l’uomo. Simboleggia il suo stato debole e caduco, il suo camminare verso la morte; e richiama la Resurrezione, perché l'uomo è destinato a partecipare al trionfo di Cristo.

La teologia biblica rivela un duplice significato dell'uso delle ceneri.
1 - Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell'uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere..."

2 - Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore.

La semplice ma coinvolgente liturgia del mercoledì delle ceneri conserva questo duplice significato che è esplicitato nelle formule di imposizione: "Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai."

2 febbraio: La candelora..


Il 2 Febbraio si celebra per i Cristiani la Candelora, ovvero la festa che celebra il ricordo della presentazione di Gesù al Tempio, quaranta giorni dopo la nascita. Viene così definita perchè in questa data si benedicono le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempo di Gerusalemme, regola prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi.

La festa è anche detta della Purificazione di Maria, perché, secondo l'usanza ebraica, una donna era considerata impura del sangue mestruale per un periodo di 40 giorni dopo il parto di un maschio e doveva andare al Tempio per purificarsi.

Nella ruota dell’anno, la Candelora è una sorta di porta tra l’inverno, oramai verso il declino e l’imminente primavera, almeno nell’Italia centro/settentrionale.

Tutti abbiamo sentito almeno una volta il detto: per la Candelora, se nevica o se plora, dell’inverno siamo fora, ma se c’è sole o solicello siamo solo a mezzo inverno oppure in una delle sue varianti: per la Candelora dell'inverno siamo fora, ma se piove o tira vento nell'inverno siamo dentro.

Il 3 febbraio, la festa di san Biagio con la tradizionale benedizione della gola, la cui formula, pronunciata dal sacerdote in italiano è: "Per intercessione di San Biagio, Vescovo e Martire, Dio ti liberi dal mal di gola e da ogni altro male. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen" Questa benedizione viene impartita usando due candele benedette (secondo il costume di alcuni luoghi) nel giorno precedente, cioè per la festa della Candelora. (Posted by Beppe Tardito on 02/02/2015)


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