La vera amicizia..


"Il mio amico non è tornato dal campo di battaglia, signore. Le chiedo il permesso per andare a cercarlo"

disse un soldato al suo tenente.

"Permesso negato"

replicò il tenente

"Non voglio che lei rischi la sua vita per un uomo che probabilmente è gia morto".

Il soldato senza prestare attenzione al divieto se ne andò e un'ora dopo ritornò, ferito mortalmente, trasportando il cadavere dell'amico. L'ufficiale era furioso:

"Le avevo detto che ormai era morto! Mi dica se valeva la pena andare fin laggiù per recuperare un cadavere?!".

Il soldato moribondo rispose:

"Certo signore! Quando l'ho trovato era ancora vivo e ha potuto dirmi: ero sicuro che saresti venuto!"

Un amico è colui che arriva sempre, anche quando tutti ti hanno già abbandonato! (Web)

Papa Francesco: «La Chiesa ascolti le angosce di oggi». In 80mila alla..


veglia di preghiera. Il Papa ha invitato la Chiesa ad aprirsi, a saper cogliere i cambiamenti del tempo nella riflessione pronunciata alla veglia di preghiera. «Già il convenire "in unum" attorno al Vescovo di Roma è evento di grazia, nel quale la collegialità episcopale si manifesta in un cammino di discernimento spirituale e pastorale. Per ricercare ciò che oggi il Signore chiede alla Sua Chiesa, dobbiamo prestare orecchio ai battiti di questo tempo e percepire "l'odore" degli uomini d'oggi, fino a restare impregnati delle loro gioie e speranze, delle loro tristezze e angosce: a quel punto sapremo proporre con credibilità la buona notizia sulla famiglia», ha detto il Papa.

Francesco ha fatto appello perché i padri sinodali abbiano «il dono dell'ascolto», non solo «ascolto di Dio» ma anche «ascolto del popolo», e perchè ci sia «la disponibilità a un confronto sincero, aperto e fraterno», che «ci porti a farci carico con responsabilità pastorale degli interrogativi che questo cambiamento d'epoca porta con sè».

Ecco le dieci cattive abitudini.. che fanno bene alla salute..


Se siete tra quelli che promettono continuamente di non fare gli stessi errori ma che ricadono con molta facilità in vecchie e consolidate abitudini, ecco una buona notizia: le cattive abitudini non sono così dannose come si pensa, anzi fanno bene alla salute.

Finalmente un elenco di 10 cattive abitudini tra le più comuni alle quali si può smettere di fare la guerra.

Spettegolare
Un commento sulla nuova storia d’amore di un collega o sul vestito di un’amica. La maggior parte di noi ama spettegolare e la buona notizia è che il gossip fa bene alla salute. Provare curiosità per gli altri aiuta a conoscerli meglio, in più ridere con gli amici (ma non degli amici) allevia lo stress e l'ansia rafforzando l’ottimismo e il buon umore.

Bere caffè
Bere caffè senza esagerare nelle quantità (non più di tre tazze al giorno) accelera il metabolismo, riduce il rischio di calcoli biliari e di calcoli renali. Uno studio della Harvard Medical School ha scoperto che le donne che bevono due o tre tazze di caffè al giorno hanno meno probabilità di essere depresse e di diventare diabetiche.

Essere irrequieti
A scuola è la disperazione di tutti gli insegnanti ma almeno per gli adulti l’irrequietezza non è una cosa negativa. Essere sempre in movimento aiuta a bruciare fino a 350 calorie extra al giorno, mai impigrirsi, dunque, ma al contrario fare tanto esercizio fuori programma, ad esempio alzarsi per cambiare canale invece di usare il telecomando.

Imprecare
Secondo uno studio condotto dalla University of East Anglia imprecare in ufficio aiuta i lavoratori a gestire lo stress. Nell’immediato, secondo i ricercatori della Keele University, allevia la tensione e il dolore. Naturalmente senza esagerare: imprecare tutto il giorno, purtroppo, ne riduce i benefici e può creare qualche serio problema nelle relazioni interpersonali.

Perdere la calma
Molti di noi sono stati educati a non perdere la calma in pubblico. Eppure dare sfogo alle emozioni represse riduce lo stress, uno studio svedese, infatti, ha scoperto che gli uomini che evitano il conflitto davanti alle ingiustizie subite in ufficio raddoppiano il rischio di un attacco cardiaco.

Prendere il sole
Negli ultimi anni la medicina ufficiale consiglia di proteggerci dal sole per evitare pericolose malattie, tuttavia più recentemente gli esperti hanno dichiarato che in realtà l'esposizione moderata al sole è una sana abitudine. Nel Regno Unito, dove la carenza di vitamina D è comune, molti medici consigliano di esporsi 10 minuti al giorno al sole di mezzogiorno al fine di evitare il rachitismo, la vitamina D prodotta dal sole contribuisce anche ad evitare raffreddori e influenza.

Dormire di più
Il sonno può aiutare a vivere più a lungo, aumentare la memoria e ridurre lo stress, dormire poco è causa di incidenti, aumento di peso e del rischio di malattie cardiache. Ritardare quindi l’allenamento mattutino a favore di qualche minuto in più di sonno può avere un effetto benefico per la salute: una ricerca della Brunel University ha scoperto che le sessioni di allenamento pesante la mattina presto, addirittura possono compromettere il sistema immunitario.

Cedere alle tentazioni
Cedere qualche volta al 'cibo spazzatura' non fa male, anzi! Gratifica e aiuta a mantenere il buon umore. Mangiare inoltre cose proibite contribuisce a diminuire l’appetito in generale.

Sognare ad occhi aperti
Molte persone considerano sognare ad occhi aperti come un segno di pigrizia o un sistema per fuggire la realtà. Tuttavia i ricercatori della University of British Columbia hanno scoperto che lasciare la mente libera di sognare può effettivamente contribuire a rafforzare la capacità di problem solving. Lo studio ha rilevato che, quando le menti vagano, le parti del cervello associate a risolvere i problemi diventano più attive rispetto a quando ci si focalizza sulla routine. Così, mentre sognare ad occhi aperti può aumentare il tempo necessario per completare quello che si sta facendo, allo stesso tempo aiuta inconsciamente a mettere ordine in altri importanti problemi della vita.

La Francia dice "No" alla Germania e si rifiuta di adottare nuovi tagli...


all'economia: “Niente compiti, basta austerity”...Parigi è ormai entrata in piena polemica con il regime di austerity imposto dalla Germania e da Bruxelles e mentre dalla Francia arriva un chiaro segnale di insofferenza, la Merkel risponde alimentando il focolaio: ”fate i compiti”.

È guerra aperta Parigi-Berlino. Michel Sapin, ministro delle finanze francesi, ha fatto intendere senza troppi giri di parole che il Governo francese è stufo di ricevere diktat: così come la Francia «si è assunta le proprie responsabilità» per quanto riguarda i conti pubblici, allo stesso modo l’Unione europea «deve a sua volta assumersi le sue responsabilità, in tutte le sue componenti» per far fronte ai problemi riguardanti la scarsa crescita di tutta l’eurozona e la deflazione. Inoltre, il ministro francese ha rilanciato dicendo che “Non chiederemo ulteriori sforzi ai francesi. Perché il governo adotta la serietà di bilancio per rilanciare il Paese, ma rifiuta l’austerità”, ricordando come le stime del rapporto debito pil siano superiori al 3% almeno fino al 2017.

Il tetto imposto da Bruxelles sarà così sforato per altri 3-4 anni con quote che quest’anno arrivano a toccare il 4.4%.Sarebbe come dire noi sforiamo e non seguiamo i vostri diktat e se non vi sta bene la cosa non ci riguarda, un messaggio forte e chiaro che arriva anche alla Merkel ed alla Germania, convinti di voler perseguire l’asuterity ad ogni costo.

La replica da Berlino non si è fatta attendere con le parole della Cancelliera tedesca: “Non siamo ancora al punto in cui si possa dire che la crisi è alle nostre spalle. I Paesi devono fare i loro compiti per il loro benessere” rimarcando come il patto di stabilità e crescita “si chiama così perchè non può esserci crescita sostenibile senza finanze solide”, ma dimenticando una parte molto importante. Che i compitini si chiedono di fare agli studenti, mentre chi vuol fare politica in maniera seria non può dimenticare che ha un popolo alle spalle.

BUONGIORNO MONDO. (Video)


Buonanotte.. dedicata a tutti. (video)


Oggi 4 ottobre si festeggia San Francesco d'Assisi. Egli nacque..


San Francesco d'Assisi nacque ad Assisi nel 1182 ca. e morì nel 1226. Giovanni Francesco Bernardone, figlio di un ricco mercante di stoffe, istruito in latino, in francese, e nella lingua e letteratura provenzale, condusse da giovane una vita spensierata e mondana; partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, e venne tenuto prigioniero per più di un anno, durante il quale patì per una grave malattia che lo avrebbe indotto a mutare radicalmente lo stile di vita: tornato ad Assisi nel 1205, Francesco si dedicò infatti a opere di carità tra i lebbrosi e cominciò a impegnarsi nel restauro di edifici di culto in rovina, dopo aver avuto una visione di san Damiano d'Assisi che gli ordinava di restaurare la chiesa a lui dedicata.

Il padre di Francesco, adirato per i mutamenti nella personalità del figlio e per le sue cospicue offerte, lo diseredò; Francesco si spogliò allora dei suoi ricchi abiti dinanzi al vescovo di Assisi, eletto da Francesco arbitro della loro controversia. Dedicò i tre anni seguenti alla cura dei poveri e dei lebbrosi nei boschi del monte Subasio. Nella cappella di Santa Maria degli Angeli, nel 1208, un giorno, durante la Messa, ricevette l'invito a uscire nel mondo e, secondo il testo del Vangelo di Matteo (10:5-14), a privarsi di tutto per fare del bene ovunque.

Tornato ad Assisi l'anno stesso, Francesco iniziò la sua predicazione, raggruppando intorno a sé dodici seguaci che divennero i primi confratelli del suo ordine (poi denominato primo ordine) ed elessero Francesco loro superiore, scegliendo la loro prima sede nella chiesetta della Porziuncola. Nel 1210 l'ordine venne riconosciuto da papa Innocenzo III; nel 1212 anche Chiara d'Assisi prese l'abito monastico, istituendo il secondo ordine francescano, detto delle clarisse. Intorno al 1212, dopo aver predicato in varie regioni italiane, Francesco partì per la Terra Santa, ma un naufragio lo costrinse a tornare, e altri problemi gli impedirono di diffondere la sua opera missionaria in Spagna, dove intendeva fare proseliti tra i mori.

Nel 1219 si recò in Egitto, dove predicò davanti al sultano, senza però riuscire a convertirlo, poi si recò in Terra Santa, rimanendovi fino al 1220; al suo ritorno, trovò dissenso tra i frati e si dimise dall'incarico di superiore, dedicandosi a quello che sarebbe stato il terzo ordine dei francescani, i terziari. Ritiratosi sul monte della Verna nel settembre 1224, dopo 40 giorni di digiuno e sofferenza affrontati con gioia, ricevette le stigmate, i segni della crocifissione, sul cui aspetto, tuttavia, le fonti non concordano.

Francesco venne portato ad Assisi, dove rimase per anni segnato dalla sofferenza fisica e da una cecità quasi totale, che non indebolì tuttavia quell'amore per Dio e per la creazione espresso nel Cantico di frate Sole, probabilmente composto ad Assisi nel 1225; in esso il Sole e la natura sono lodati come fratelli e sorelle, ed è contenuto l'episodio in cui il santo predica agli uccelli. Francesco, che è patrono d'Italia, venne canonizzato nel 1228 da papa Gregorio IX. Viene sovente rappresentato nell'iconografia tradizionale nell'atto di predicare agli animali o con le stigmate.

Il giusto Giudice.. Bellissima da leggere


Dopo aver vissuto una vita “decente”, il mio tempo sulla terra giunse alla fine. La prima cosa che ricordo è che stavo seduto su una sedia nella sala d’aspetto di ciò che pensai fosse un’aula di tribunale. Le porte si aprirono e mi comandarono di entrare e di prendere posto al tavolo della difesa. Mentre mi guardavo attorno, vidi l’accusatore, era un malvagio dall’aspetto angelico, il quale ringhiava mentre mi fissava. Sinceramente era la persona più malvagia che avessi mai visto. Mi sedetti e guardai alla mia sinistra, lì c’era il mio avvocato, una persona dall’aspetto gentile e amorevole, mi era molto familiare. La porta all’angolo si aprì e apparve il giudice, vestito di una tunica lunga, il quale emanava una meravigliosa presenza, mentre camminava verso il suo posto, tanto che non potevo fare a meno di guardarlo. Quindi disse: “Cominciamo”.

L'accusa
L’accusatore cominciò e disse: “Il mio nome è Satana e sono qui per mostrarvi perché quest’uomo appartiene all’inferno”. Continuò mettendo in luce le bugie che dissi, le cose che rubai e quando nel passato tradii il prossimo e altre terribili perversioni, che sono state parte della mia vita e, più lui parlava più mi sentivo sprofondare giù. Ero così imbarazzato che non riuscivo a guardare nessuno, nemmeno il mio avvocato. Il diavolo parlava di peccati che avevo completamente dimenticato; ero talmente sconvolto all’udire tutte queste cose che Satana stava dicendo, ma lo ero anche perché il mio avvocato stava seduto in silenzio, senza offrire nessuna forma di difesa. Sapevo di essere colpevole di quelle cose, ma avevo fatto anche delle cose buone durante la mia vita, non avrebbero potuto esse alla fine riparare i danni che avevo causato? Satana concluse con forza dicendo: "Quest'uomo merita la morte eterna, egli è colpevole di tutto ciò che ho appena detto e nessuno può provare il contrario!". Quando fu il suo turno, il mio avvocato prima di tutto chiese se si poteva avvicinare al giudice e gli fu concesso, nonostante la forte obiezione di Satana, ma il giudice gli disse di farsi avanti. Quando si alzò e cominciò a camminare, sono stato in grado di vederlo nel suo pieno splendore e maestà.Capii perché mi sembrava così familiare. Gesù era il mio Avvocato, il mio Signore, il mio Salvatore.

La difesa
Egli si fermò davanti al giudice e dolcemente gli disse: "Ciao Padre!". Quindi si rivolse alla corte: "Satana ha detto bene dicendo che quest'uomo ha peccato, non negherò nulla di ciò che ha detto, ed è vero che la pena per il peccato è la morte e quest'uomo merita di essere punito". Gesù fece un profondo respiro e si rivolse al Padre suo con le braccia aperte dicendo: "In ogni modo sono morto sulla croce così che questa persona potesse ottenere la vita eterna e lui mi accettò come suo Salvatore, così che lui è mio!". Il mio Signore continuò dicendo: "Il suo nome è scritto nel libro della vita e nessuno può strapparmelo. Satana ancora non l'ha capito del tutto". "Quest'uomo non deve essere consegnato alla giustizia ma alla misericordia". Quindi Gesù riprese il suo posto e tranquillamente fece una pausa guardando suo Padre, poi continuò: "Non c'è altro che è necessario fare. Ho già fatto ogni cosa".

La sentenza
Il Giudice alzò le Sue potenti mani e diede la sentenza. Le seguenti parole uscirono dalle Sue labbra: "Quest'uomo è libero. La pena per lui è stata pagata in pieno, il caso è chiuso!". Mentre il mio Signore mi guidava fuori, potei sentire Satana infuriato gridare: "Non mi scoraggio, vincerò sul prossimo!". Quindi rivolgendomi a Gesù con gratitudine gli chiesi: "Hai mai perso una causa?". Cristo mi sorrise amorevolmente e mi rispose: "Tutti coloro che vengono a me e mi chiedono di rappresentarli, ricevono lo stesso verdetto: "Pagato in pieno".

La vera bellezza..


C’è una bellezza del corpo e c’è una bellezza dell’Anima. La bellezza del corpo è ordinaria e transitoria: oggi c’è, domani forse no. E la bellezza del corpo è più negli occhi di chi guarda che nell’oggetto in sè: la stessa persona può apparire bella a qualcuno e brutta a qualcun altro. Ma la bellezza dell’Anima è qualcosa d’interiore, non è negli occhi dell’osservatore, perchè non può essere vista, può solo essere sentita. Non è una bellezza che può essere distrutta, nemmeno la morte può toccarla, è eterna. (Osho)

2 ottobre festa dei nonni, un giorno per dire “grazie” a tutti i..


nonni-angeli custodi dell’infanzia.

Oggi, 2 ottobre, si celebra la Festa dei nonni, ricorrenza civile introdotta in Italia con la Legge 159 del 31 luglio 2005, quale momento per celebrare l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società. Non a caso il 2 ottobre è il giorno in cui la chiesa cattolica celebra gli Angeli custodi. Una giornata, quindi, che vuol essere un’occasione d’incontro, e una possibilità in più per dire GRAZIE a chi ci ha cresciuto e dedicato il proprio tempo. Una giornata dedicata a tutti i nonni-angeli custodi dell’infanzia.

La Festività fu introdotta negli Stati Uniti nel 1978, durante la presidenza di Jimmy Carter, su proposta di Marian McQuade, casalinga del West Virginia, madre di quindici figli e nonna di quaranta nipoti. Impegnata sin dal 1956 in attività che la portarono a stretto contatto con gli anziani, la McQuade iniziò a promuovere l’iniziativa nei primi anni ’70, spinta da una sempre maggior convinzione del ruolo fondamentale svolto dalla relazione con i nonni, portatori di conoscenza ed esperienza, nell’educazione delle giovani generazioni. Negli Stati Uniti la festa nazionale dei nonni (National Grandparents Day) viene così celebrata ogni anno la prima domenica di settembre, dopo il Labor Day. Nel Regno Unito, introdotta nel 1990, dal 2008 viene celebrata la prima domenica di ottobre; in Canada, dal 1995, ogni 25 ottobre, mentre in Francia, i nonni e le nonne sono festeggiati ogni anno separatamente: la Festa della Nonna la prima domenica di marzo e quella del Nonno la prima di ottobre.

Nonni angeli custodi dunque, tanto più in tempo di crisi, quando, oltre a vegliare amorevolmente sui nipoti, contribuiscono attivamente all’intera economia famigliare. In Italia sono oltre 12 milioni i nonni over 65, circa il 20% della popolazione e contribuiscono ogni anno con circa 4 miliardi di euro dalle loro pensioni per sostenere figli e nipoti. Come sottolineato poi dal Segretario generale delle Nazioni Unite in occasione dell’International Day of Older Persons, celebrato ieri, “nei paesi sviluppati, entro il 2050 gli anziani saranno il doppio dei bambini, mentre nelle nazioni in via di sviluppo si prevede che il loro numero arriverà a raddoppiare”. Proprio per questo il tema designato per la Giornata Internazonale delle persone anziane 2014 è stato: “Non lasciare indietro nessuno: promuovere una società per tutti”. Un tema che vuol richiamando l’attenzione sui diversi modi di affrontare la questione dell’invecchiamento e la cruciale questione dell’inclusione degli anziani nella società.

Proprio per favorire l’incontro numerose sono le iniziative che si terranno oggi in tutta Italia a sostegno della relazione nonni-nipoti e dell’integrazione degli anziani all’interno delle famiglie. Una presenza quanto mai fondamentale, non solo per l’enorme bagaglio di esperienza di cui i nonni sono depositari, o il particolare legame affettivo che li lega ai nipoti, ma anche come fondamentale punto di riferimento in una società in cui la solidità famigliare risulta sempre più fragile. I nonni divengono figure quanto mai indispensabili nella vita di un bambino, nella sua crescita, educazione, formazione.

In occasione del 2 ottobre, quasi ogni città italiana organizza quindi eventi e manifestazioni mirati a valorizzare il ruolo dei nonni e per loro è stato anche istituito un premio speciale, consegnato ogni anno al nonno e alla nonna d’Italia dal presidente della Repubblica. Tra le tante iniziative, la città di Milano propone la visita-racconto della mostra che Palazzo reale dedica a Chagall: per i nonni e i loro nipotini (di età compresa tra i 6 e i 10 anni), su prenotazione, una visita speciale in cui si scoprirà il bambino Marc e il pittore che poi diventò attraverso le “parole dei nonni di Chagall”; a seguire, dalle 17.30 alle 19, presso le gallerie d’Italia di Piazza della Scala, un evento speciale tutto dedicato ai i nonni. A Udine si terrà una serata di grande spettacolo al Palamostre di piazzale Diacono, con lo spettacolo del gruppo teatrale “Buine Blave di Mortean”, l’intermezzo musicale del cantautore Dario Zampa e il gran finale con il bravissimo prestigiatore Lucien. A Roma, presso il Palalottomatica Eur, la terza edizione della festa dei nonni, istituita nel 2005 dal Parlamento per valorizzare la terza età. Festa grande, infine, anche a Palermo, nel Parco di Villa Trabia.

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