Il sabato sera, è veramente d'obbligo passarlo fuori casa? (Leggetela)


Tante volte, nel ritrovarmi da sola durante il weekend, quando pare che tutto il mondo sia fuori a divertirsi e a vivere chissà quali straordinarie esperienze, mi sono sentita veramente fuori posto.

"Ancora una volta sono qui ad annoiarmi, e invece tutti sono fuori con i loro amici: cosa c'è che non va in me? Ci deve essere qualcosa di sbagliato, non sono come le persone normali. E poi -per carità- spero che nessuno mi chieda cos'ho fatto durante il weekend lunedì"

E' la sensazione di "dovere" avere una vita sociale. Voler passare del tempo con altre persone non perché hai voglia di vederle, ma perché senti di doverle vedere per non essere diversa/strana/fuori dai giochi.

Avevo davvero voglia di uscire con altra gente? Era irrilevante, sapevo solo che bisogna farlo, se no non si è normali. Quella volta che riuscivo ad uscire con un gruppetto di persone, tornavo a casa e più che essere contenta della bella serata, ero sollevata di poter dire: questo sabato ho fatto quello che dovevo.
Detto molto onestamente, mi sono resa conto che non volevo stabilire dei rapporti con le persone, ma sfruttarle per sentirmi a posto con la coscienza e poter dire di non essere sola.

E invece non c'è nessun obbligo. Mi rendo conto di quanta libertà ho in realtà di passare il finesettimana come meglio credo. Sono da sola, e ci sono così tante cose che posso fare, che in compagnia non potrei fare: guardarmi un film, leggere un libro, cucinare qualcosa, tirare fuori qualche vecchio ricordo, scrivere, disegnare...e ringrazio di poter essere così indipendente e così libera: non dipendo dagli altri per stare bene.

Ci sono persone che senza gli altri smettono di esistere, persone per cui l'identità solitudine=noia è un postulato, è indubitabile.
Non voglio essere così: la solitudine è preziosa, ti arricchisce dentro se vissuta con serenità.

Questa sera mi metterò a leggere Dracula, che da tempo è sul comodino e aspetta di essere cominciato, e poi magari guarderò un film. (A proposito, consigli?XD).

Siccome se vedete questa discussione di sabato sera probabilmente anche voi siete da soli (a meno che non vi stiate collegando a fobiasociale da un'affollata discoteca, ma è un'ipotesi che mi sento di scartare), mi piacerebbe che condividessimo il modo cui viviamo questi weekend solitari...

E un'altra cosa: avendo vissuto sia i finesettimana da evitante che quelli passai in discoteca/locali vari posso dire quanto idealizziamo quest'ultimo tipo di serate quando non le conosciamo.
E' tutto costruito ad arte per sembrare l'apice del divertimento, il massimo in cui si può sperare, ma c'è dietro tanta, tanta finzione.
Io mi sono divertita a ballare, è bella la sensazione di lasciare da parte l'imbarazzo e lasciarsi andare; ma ho visto tante ragazze ballare a disagio su tacchi impossibili, nella speranza di catturare qualche attenzione maschile, che poi ovviamente va rifiutata per non sembrare "facile"...tanti ragazzi passare la serata a provarci con una ragazza dopo l'altra, quasi meccanicamente (proprio tipo catena di montaggio)...
La cosa assurda è che a volte gente che hai visto passare la serata a muovere le braccia in modo perplesso, guardandosi intorno a disagio, ti viene a dire: "serata fantastica ieri!!! siamo stati a ballare fino alle 4!!", e poi ti accorgi che certe persone non mirano a divertirsi, si accontentano dell'illusione di essersi divertiti.

Io sono il tuo angelo..


Vidi una ragazzina seduta tutta sola nel parco. Tutti le passavano vicino e non si fermavano per scoprire perché sembrasse così triste. Indossava un vestito rosa logoro, scalza e sporca, sedeva e guardava la gente passare.
Non provava mai a parlare. Non diceva una parola. Molti le passavano vicino, ma nessuno si fermava. Il giorno dopo decisi di tornare al parco per curiosità, per vedere se la ragazzina stava ancora lì. Sì, era lì, proprio nello stesso posto dov'era il giorno prima, e ancora con lo stesso sguardo triste negli occhi. Quel giorno ero decisa a fare qualcosa ed avvicinarmi alla ragazzina. Che, come tutti sappiamo, un parco pieno di gente strana non è il posto giusto dove dei bambini possano giocare soli. Nell'avvicinarmi notai la parte posteriore del vestito della ragazzina. Aveva una forma grottesca. M'immaginai che fosse quella la ragione per cui la gente passava e non faceva lo sforzo di parlare con lei.
Le deformità sono un colpo basso nella nostra società , e il cielo vieta di fare un passo verso di esse e assistere qualcuno che è diverso. Avvicinandomi ancora, la ragazza abbassò appena gli occhi per evitare il mio sguardo.
Da vicino potei vedere più chiaramente la forma della sua schiena. Aveva la forma orribile di una gobba esagerata.
Sorrisi per farle capire che era tutto ok; ero lì per aiutarla, per parlare.
Mi sedetti accanto a lei e esordii con un semplice "ciao".
La ragazzina sembrò colpita, e balbettò un "salve" dopo avermi a lungo fissato negli occhi. Sorrisi e anche lei sorrise timidamente. Parlammo finché venne sera, e il parco fu completamente vuoto. Chiesi alla ragazza perché fosse così triste.
Lei mi guardò e con tristezza disse "perché sono diversa". Immediatamente risposi "lo sei!"; e sorrisi.
La ragazzina sembrò ancora più triste e disse "lo so". "cara," dissi, "mi sembri un angelo, dolce ed innocente".
Mi guardò e sorrise, poi si alzò in piedi lentamente e disse "davvero?"
"sì, sei come un piccolo angelo custode mandato a prenderti cura della gente che passa". Annuì con la testa, e sorrise.
Così facendo aprì la parte posteriore del suo vestito rosa e lasciò uscire le sue ali. Poi disse "lo sono". "sono il tuo angelo custode" con un luccichio negli occhi.
Rimasi senza parole - di certo stavo avendo un'allucinazione.
Disse "per una volta hai pensato a qualcuno oltre a te stessa. Il mio lavoro qui è finito."
Mi alzai in piedi e dissi "aspetta, perché nessuno si è fermato per aiutare un angelo?"
Mi guardò, sorrise, e disse "sei l'unica che possa vedermi" e poi se ne andò.

Sapete perchè si usa la mimosa come simbolo della festa della donna? Leggete e scopritelo.


Perchè si usa la mimosa, come simbolo della festa della donna?

Ecco le due versioni storiche:

La prima più antica risale al 1908.
Siamo in America, a Chicago, ed è l'8 marzo.
Al passaggio dei funerali delle lavoratrici morte nell'incendio della fabbrica occupata per difendere i propri diritti, la folla commossa recise dagli alberi rametti di fiori gialli lanciandoli sul corteo.

La seconda invece risale al 1946.
Siamo in Italia a Roma e l'UDI (Unione Donne Italiane) doveva scegliere un simbolo floreale per festeggiare il primo 8 marzo postbellico così come il garofano rosso lo era per la festa del lavoro.
Le donne, essendo i giardini pieni di mimose e dunque facilmente reperibili in marzo… oltre ad essere durevoli e profumate… optarono per le mimose. Ma non fu una scelta semplice, bensì complessa, che a raccontarla oggi appare come una bella leggenda.
Infatti le donne preferivano l'orchidea ma Teresa Mattei, che l'anno dopo avrebbe fatto parte dell'Assemblea Costituente, per evitar la scelta di un fiore costoso come quello, s'inventò una leggenda cinese… raccontando che la mimosa per quel popolo rappresentava il calore della famiglia ed era il simbolo la gentilezza femminile.
In tal modo convinse tutte le donne e la mimosa, vinse.

La pianta, Mimosa - Acacia Dealbata:
Pianta originaria della Tasmania, fa parte del genere Acacia e della famiglia delle Leguminose, ed in particolare alla sottosspecie delle Mimosacee. E' un albero da fiori gialli e a grappolo, con un profumo dolce e fragrante che fu Introdotto in Europa nel 1800.

Usi, medicinali e profumi:
La sua corteccia è stata adoperata, nell'uso medicinale, come astringente e antidiarroica mentre i fiori nella ccreazione di profumi.
Inoltre possiede tannini ed un olio usato per l'aromaterapia e per il trattamento di alcune malattie cutanee.

Dedicato a ....ME (Bellissima da leggere)


Che credo ancora nei sogni....e li faccio ad occhi aperti.
Che ho bisogno di un abbraccio vero ma non una pacca sulla spalla.
Che davanti all'amore getto le maschere... e la logica.
Che non riesco a dire ti amo facilmente,ma se lo faccio è verità assoluta.
...A me... che detesto le persone che si piangono addosso
e patisco il compatimento.
Che odio i tradimenti ma so anche perdonare.
Che non riesco ad essere cattiva quel tanto che vorrei.
Che non mi metto sullo stesso piano di chi mi fa del male, ricercando vendette.
Che sono esigente con me stessa e mal sopporto i fallimenti.
Che sono incapace di chiedere aiuto ma solo a darlo.
A me... che sono diffidente ma capace di slanci d'affetto.
Che spesso mi sento in colpa anche per responsabilità non mie.
Che non riesco a scrollarmi di dosso certi... vissuti che andrebbero cancellati.
Che mi chiedo sempre "perchè" di certi atteggiamenti.
Che non ho paura di esternare emozioni o di rimettermi in gioco.
Che sono troppo tollerante, anche con chi non merita.
Che ho una corazza incollata alla pelle, ma vulnerabile dentro.
E a quelli come me.
Che sognano una felicità delirante.....!!!

...E dedicato... forse anche un pò a te...che hai premuto il tasto "play" del cd della vita facendomi credere che qualcosa di bello nella vita nonostante tutto può e accade ancora...!!! Cercherò di farti comprendere che dopo una battaglia persa quella più bella sarà quella che vinceremo...insieme!!!
(Rita)

Donne nella storia.. Le tappe dell'emancipazione femminile. (Leggetela)

La donna, dal medioevo fino ad ora, ha avuto una continua emancipazione e a seconda del periodo ruoli differenti ed una diversa considerazione.
Non smetteremo mai di dire che la nostra società è sempre più tinta di rosa, ma quello che abbiamo oggi e che avremo domani lo dobbiamo alle donne che ci hanno preceduto e che hanno fatto la storia d'Italia. Ecco di seguito le date che hanno segnato un importante passo delle donne verso l'eguaglianza.

1903 - Il deputato Salvatore Morelli sostiene: "la tutela lavoratrici, il diritto di voto, la parità coniugi diritti/doveri"
CIVILTA' CATTOLICA: Iddio scampi le fanciulle da quell'educazione che il deputato Morelli desidera di vedere attuata legalmente al fine di preparare numerose sorelle alla Massoneria.
1904 - Ammissione delle donne alla professione di avvocato - Sciopero Sigaraie Manifattura Tabacchi di Venezia.
1906 - Sciopero "rivoluzionario" tessili e cotoniere di Torino - Richiesta giornata lavorativa di 10 ore.
1911 - Aumento iscritte alla scuola media.
1919 - Tutti al mare con braccia e gambe scoperte; no abbronzatura.
1920 - Licenziamento da tutte le fabbriche.
1927 - Nobel a Grazia Deledda - costumi da bagno con cranio Mussolini (antesignano t-shirts)
1928 - Famiglie prolifiche esentate da tasse.
1930 - Moda: si accetta abbronzatura, leggero trucco e gonne un palmo sopra ginocchi.
1933 - Saga matrimoni: i fascisti perfetti si sposano per costruire una famiglia modello.
1937 - Pacchi-dono e sgravi fiscali a famiglie prolifiche.
Ferdinando Loffredo pubblica "La politica della famiglia" in cui la donna è considerata essere inferiore, meno intelligente dell'uomo, per niente adatta a studio o lavoro che mascolinizza, rende sterili e danneggia la stirpe.
1944-45 - Lotta partigiana.
1946 - Prima chiamata al voto.
1952 - La coppia Fausto Coppi/ Giulia Occhini è la prima sfida alla famiglia. Fascino della motorizzazione, gite e vacanze.
1955 - TV, quiz: il ministro dell'interno vieta il due pezzi.
1957 - Pio XII attacca Segni per mancata tutela moralità (Allasio/Bardot).
1958 - Legge Merlin.
1965 - Mutamento costumi: elettrodomestici, turismo massa (Franca Viola).
1968 - Contestazione: rivalutazione ruolo donna.
1971 - Minigonna, hot pant.
1974 - Divorzio - Fenomeno Brigate Rosse.
1975 - Legge aborto - Maggiore età a 18 anni.
1979 - Presidente Camera dei deputati: Nilde Jotti.
1985 - Elda Pucci sindaco a Palermo - Anna Maria Migllio questore a Terni - Ilda Boccassini procuratore a Milano - Carmelita Russo giudice a Vibo Valentia - Silvia Barecchia vice-presidente Citybank - Antonella Celletti primo pilota Alitalia …
1987 - Ilona Staller eletta in Parlamento
Anni Novanta - Donne della politica, dello spettacolo, delle professioni, dell'arte, della letteratura, della mafia.
2009 - La Regione Campania vara la legge elettorale bisex: le liste devono contenere almeno un terzo dell'altro genere e si esprimono fino a due preferenze, ove la seconda, se espressa, deve essere, pena l'annullamento, dell'altro genere.


La questione femminile nasce con la Rivoluzione Francese,quando le richieste delle donne per
l'uguaglianza con gli uomini furono bocciate;infatti i principi di libertà e uguaglianza sanciti
per il cittadino erano una prerogativa squisitamente maschile. I movimenti femministi cominciarono
a diffondersi nell'Ottocento nei principali paesi europei e negli Stati Uniti quando le donne borghesi
si unirono a quelle della classe operaia rivendicando la loro emancipazione, la parità di salario e un
minore sfruttamento sul lavoro. L'obiettivo primario delle femministe era però quello di ottenere il
diritto al voto; diritto che è stato concesso dopo varie e dure lotte,rese ancora più difficili dalla
opposizione dei movimenti e partiti socialisti secondo i quali le rivendicazioni femminili,rispetto
a quelle della classe operaia,erano di secondaria importanza.
Negli anni '50,finiti ormai gli orrori della guerra,attorno alla donna si costruì un'atmosfera da
favola americana; la donna cambiò visibilmente anche nei costumi:la moda del tempo vedeva
questi angeli dello "spremilimoni"(simbolo dell'irruzione degli elettrodomestici nelle cucine
italiane) in abiti dalla vita stretta e dalla gonna a ruota,abiti femminili senza alcun dubbio,ma per
niente sexy. Le donne si accorsero presto però che la cucina in cui erano state relegate stava
trasformandosi in una stretta prigione.

L'emancipazione quindi non era stata sufficiente: i diritti conquistati con fatica o
concessi dall'uomo non hanno liberato le donne né le hanno affrancate dai ruoli tradizionalmente loro attribuiti.E' da questa constatazione che riparte il movimento femminista negli anni Sessanta. L'obiettivo da perseguire non è più l'emancipazione,ma il sovvertimento delle regole dettate da una società patriarcale fondata sul dominio di un sesso sull'altro.In questo periodo hanno luogo numerose manifestazioni-…qualcuno potrebbe ricordare i clamorosi gesti che i media esaltarono come sintomi di rinnovato disordine: nel 1968 donne americane inscenarono la "sepoltura della femminilità tradizionale" con una fiaccolata al cimitero nazionale di Arlington, dove incoronarono una pecora MISS AMERICA!

Sappiamo che l'uguaglianza tra uomo e donna è un fattore necessario che però non si può ancora definire una realtà; anche se la collettività femminile è diventata protagonista, non gode ancora di sufficiente riconoscimento.

Carosello: Totò calzolaio...Un mito. (Video )

Carosello: Totò cassiere. (Ve lo ricordate?)

Il sole e la montagna.. (Un racconto molto bello da leggere))

Raggiunse il sole un giorno la montagna, le chiese dove andasse e lei rispose "resto qui e ci sto da sempre". Il sole allora rise e si sedette in cima dove il ghiaccio lo toccava. "Ascolta" disse lui "se ti sciogli e ti do noia, mi tolgo subito e torno su nel cielo". La montagna gradiva quel calore tanto lontano, un tempo tanto sperato "no resta qui, vicino alla mia vetta, se non vuoi però puoi pure andare, io sto bene con te, son sempre sola". Si misero in silenzio ad ascoltare il canto degli uccelli, il vento e il mare.
Così quel giorno, il sole e la montagna si strinsero la mano e un bacio sciolse il ghiaccio e nacque così un fiume. Nulla poteva dividere i destini, tanto lontani ma ormai cosi vicini. Disse allora il sole: "amore, io devo andare, ma non ti preoccupare viene la luna, ti sarà amica. Poi tornerò io e saremo di nuovo nell'amore". La montagna sorrise e sospirando rispose: "ti aspetterò con gioia, inneverò le cime, così che quando tornerai potrai di nuovo sciogliermi nel fiume, sei mio ormai, nulla mi serve, vorrei soltanto un bacio al giorno e te". Così si salutarono. La sera arrivò la luna, pallida e malinconica, divennero amiche e si raccontarono la vita. Poi di nuovo, prima che arrivasse, la montagna da lontano lo vide e si innevò. L'accolse come fanno le regine, si inchinò, attese il baciamano del suo re. Divenne giorno, un nuovo giorno nell'amore.
(Roberto Ceccacci)

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