Guadagnare oltre 15.000 € al mese con Instagram.. (di Beppe Tardito)

"Con Instagram guadagni 15000.00 euro al mese?" certo, è possibile, ecco come: di questi tempi, la parola “influencer” viene utilizzata molto spesso, spacialmente su Instagram... (come i blogger, gli Youtuber ecc..)
Essenzialmente, l’influencer è colui che si è costruito una reputazione creando e condividendo straordinari contenuti online. Il pubblico vede gli influencer come trendsetter, modelli di stile ed esperti fidati. E rispetta le opinioni che esprimono su determinati argomenti. Volete guadagnare con Instagram? Ecco come fare: Naturalmente, le possibilità di guadagno variano in base all’unicità dei vostri contenuti, al vostro following e all’impegno dedicato. Ma ecco come fare:
1 - Condividendo post sponsorizzati, per i brand che vogliono raggiungere il vostro pubblico.
2 - Partecipando a programmi di affiliazione e ottenendo una percentuale sulle vendite dei prodotti di altre aziende.
3 - Creando e vendendo un prodotto fisico o digitale, oppure offrendo un servizio a pagamento.
4 - Vendendo le vostre foto. Potete anche utilizzare tutti e 4 i metodi insieme...Molte aziende non sono in grado di conquistare la fiducia del pubblico nello stesso modo. Preferiscono invece collaborare con gli influencer tramite post sponsorizzati, mirati a far conoscere i loro prodotti.. I guadagni possono essere da poche centinaia di euro al mese fino ad oltre decine di migliaia di euro... Comunque se accettate di sponsorizzare dei prodotti, talvolta potrà esservi difficile trovare un equilibrio tra guadagno e integrità. Però, finché avrete a disposizione anche altre forme di guadagno, (delle 4 di cui sopra) resterete liberi di essere selettivi nei confronti dei brand con cui collaborate. Naturalmente potete guadagnare già con poche migliaia di follower, logicamente più follower attivi avete, meglio è... Buon lavoro.

Auguri mamma. "Tanti anni fa ho conosciuto...


Tanti anni fa ho conosciuto una donna, non l'avevo mai vista prima di allora e nemmeno lei, ma lei già mi amava di un amore infinito, incondizionato, non importava se fossi bello o brutto, simpatico o antipatico, affabile o lunatico... amava e basta... soffriva quando io soffrivo, era felice quando io ero felice non le importava nulla di se stessa perché io venivo prima di tutto, un'unica anima in due corpi... mi ci volle qualche anno per capire chi fosse questa donna che ancora ad oggi non mi ha mai tradito e mai ha smesso di amarmi come il primo giorno che venni al mondo... auguri mamma.
Il mondo sarebbe migliore se tutti amassimo come una madre ama il proprio figlio... sinceramente.
Claudio Cassani

La pensione... (Barzelletta)

Il cervello, il cuore e il pene vogliono andare in pensione e si recano tutti e tre all'INPS. Arriva l'operatore e dice:

-Bene iniziamo dal cervello: si alzi e mi esponga le motivazioni per cui vorrebbe andare in pensione.

Il cervello si alza e risponde:

-Guardi soffro di vuoti di memoria, non mi ricordo più niente e soffro anche di labirintite.

E l'operatore dice:

-Va bene lei ha i requisiti per andare in pensione. Cuore si alzi in piedi e mi esponga le motivazioni per cui vorrebbe andare in pensione.

E il cuore, alzandosi risponde:

-Io soffro di aritmie e di tachicardia, non ce la faccio più.

E l'operatore dice:

-Anche lei ha i requisiti per ricevere la pensione. E adesso è il turno del pene: si alzi e mi esponga le sue motivazioni.

E il pene risponde:

-Mi scusi, ma secondo lei se potevo ancora alzarmi venivo qui a chiedere la pensione???

La vera storia di Santa Lucia, ecco perché non si mangiano pane e pasta...

Lucia nasce a Siracusa alla fine del III secolo in una famiglia nobile e molto ricca. Da piccola rimane orfana di padre e con la madre sono costrette a professare di nascosto la religione cristiana per sfuggire alle persecuzioni. Ancora ragazzina, Lucia era promessa sposa a un giovane pagano ma lei non aveva alcun interesse per il matrimonio: in lei era forte l’amore per Dio. Sua mamma inizia a stare male e soffre di gravi emorragie. Lucia la convince a recarsi in pellegrinaggio a Catania presso la tomba di Sant’Agata, in occasione dell’anniversario del suo martirio per chiedere la grazia della guarigione. Dopo la messa, Lucia, mentre prega sul sepolcro, si addormenta e in sogno le appare Sant’Agata che le promette la guarigione della madre e le anticipa che diventerà santa. Subito la madre ritornò a stare bene. Supportata da questo miracolo e dalle parole della Santa, Lucia tornata a Siracusa comunica alla madre che non voleva sposarsi e che la sua intenzione era quella di aiutare i poveri della città, donando loro tutto quello che possedeva. La notizia arriva alle orecchie del pretendente di Lucia che preso dall’ira, avendo scoperto la sua fede cristiana, la denuncia all’arconte di Siracusa (Pascasio) che subito la fa arrestare. In quel tempo, infatti, erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall’Imperatore Diocleziano. Durante il processo, Pascasio cerca di convincere Lucia a rinnegare la sua fede e a compiere sacrifici in onore degli dei romani, lei però non cede. Alterato dalle sue risposte, ordina che sia portata in un “luogo infame, dove sarai costretta al disonore” (postribolo), ma quando i soldati tentano di spostarla, Lucia miracolosamente diventa irremovibile. Pascasio pensa che Lucia sia una strega per questo ordina che sia cosparsa di urina e di riprovare a muoverla usando dei buoi. Ma gli animali non riescono a spostarla. L’arconte, infuriato, ordina che venga bruciata. Cosparsa di pece e olio, il corpo di Lucia viene avvolto dalle fiamme, ma non brucia. Alla fine Lucia fu decapitata con un colpo di spada. Si narra anche che le furono strappati gli occhi, per questo lei divenne protettrice della vista, anche se non ci sono fonti ufficiali su questo gesto terribile. L’emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, è da ricollegarsi, semplicemente, con la devozione popolare che l’ha sempre invocata protettrice della vista a motivo del suo nome Lucia, da Lux, che vuol dire “luce”. Il 13 dicembre del 304, Lucia muore da martire e il suo nome e quello di Siracusa diventano famosi in tutto il mondo.


Attestato dalla testimonianza scritta di un testimone oculare: (come il miracolo della fine della carestia dell’anno 1646 di domenica 13 maggio) una colomba fu vista volteggiare dentro la Cattedrale di Palermo durante la Messa. A Palermo, in questo giorno in cui si celebra la Vergine siracusana, si ricorda un vetustu avvenimento, che la Santa implorata dai palermitani esaudì facendo arrivare nel porto un bastimento carico di grano. La popolazione tutta vide in quella nave la risposta data da Lucia alle tante preghiere che a lei erano state rivolte. Quando la colomba si posò sul soglio episcopale, una voce annunciò l’arrivo al porto di un bastimento carico di cereali.

I palermitani stretti nella morsa della fame da diversi mesi di carestia, non molirono il grano per farne farina, ma lo bollirono, per sfamarsi in minor tempo, aggiungendogli soltanto un filo d’olio, creando così la “cuccia”. Da quella volta i palermitani specialmente in ambito popolare, ogni anno per devozione ricordano solennemente l’evento, rigorosamente ricorrono   all’astensione per l’intera giornata dal consumare farinacei, sia pane che pasta, si preferisce  mangiare riso, legumi e verdure, questi ultimi due alimenti ci riferisce il Pitrè anticamente in  questo giorno erano le ragazze palermitane che per venerazione se ne cibavano e non doveva  mancare la “cuccia”, questa tradizione era dovuta alla preservazione degli occhi incantevoli.  Dopo il miracolo, i palermitani decisero di bollire il grano e di condirlo con dell’olio di oliva. Fu  così che nacque la cuccìa, il cui nome deriva da “coccio” cioè chicco
. Anche se oggi la ricetta è molto più golosa.
La festività dovrebbe avere una finalità spirituale: in ricordo del miracolo la Chiesa propone il digiuno e l’astensione dal consumare, per questa giornata, pane e pasta. Un celebre motto palermitano recita: “Santa Lucia, vulissi pani, pani unn’ aiu e accussi mi staiu”. Ma il 13 dicembre, in un tripudio di arancine, panelle, gateaux e cuccìa, si preferisce consolare lo stomaco piuttosto che l’anima.

"Le cose che ho imparato nella vita." Per quanto se ne possa dire...

Per quanto se ne possa dire... "Ho imparato che qualsiasi cosa accada, o per quanto l'oggi sembri insopportabilmente brutto, la vita va sempre avanti e... il domani sarà migliore. Ho imparato che si può capire molto di una persona dalla maniera in cui affronta queste tre cose: una giornata uggiosa, la perdita del bagaglio, l'intrico delle luci dell'albero di Natale. Ho imparato, a proposito della relazione con i propri genitori, che ci mancheranno quando saranno usciti dalla nostra vita. Ho imparato che semplicemente sopravvivere, è diverso da vivere. Ho imparato che la vita qualche volta consente una seconda chance. Ho imparato che non si può affrontare la vita con i guantoni da baseball su entrambe le mani: si ha sempre bisogno di gettare qualcosa dietro le spalle. Ho imparato che ogni volta che prendo una decisione col cuore, generalmente faccio la scelta giusta. Ho imparato che anche quando non sto bene, non devo stare da sola. Ho imparato che ogni giorno si dovrebbe uscire ed avere contatti con qualcuno. Le persone gradiscono molto un abbraccio, o anche semplicemente una pacca sulle spalle. Ho imparato che ho ancora molto da imparare. Ho imparato che le persone dimenticheranno quanto detto, quanto fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire. "

La sofferenza non insegna e... (Di Teresa Buonpane)

Il vero dramma è che ci siamo completamente dimenticati di chi siamo..non c'è scuola, tutto è inganno e state attenti la sofferenza non insegna e spesso rende aspri e duri i cuori. Diffidate di tutto e fate ciò che vi rende felici, qualsiasi cosa sia, e ricordate nessun volto potrà mai assomigliare a quello dell'anima. (Teresa Buonpane)

Due carabinieri.... (barzelletta)


Due carabinieri:
- ciao
- ciao, sei venuto in bici stamattina?
- si
- l’hai comprata?
- no, se tu sapessi come l’ho avuta... stavo passeggiando in campagna quando mi si è avvicinata una donna in bicicletta; abbiamo cominciato a chiacchierare del più e del meno poi improvvisamente lei si è diretta verso un pagliaio che stava lì vicino e buttando a terra la bici si è tolta le mutande e mi ha detto: “prendi quello che vuoi”
- tu cos’hai fatto?
- mi sono preso la bicicletta;
- giusto! - dice l’altro carabiniere - cosa te ne facevi delle mutande?

Bisognerebbe essere più coerenti, guardarsi allo...


Bisognerebbe essere più coerenti, guardarsi allo specchio di tanto in tanto senza dover sempre additare gli altri quando sbagliano o fanno qualcosa che a noi da fastidio. Anche noi a volte abbiamo le nostre responsabilità e ci comportiamo male, ma chissà perché il più delle volte non ce ne rendiamo conto e critichiamo sempre il comportamento altrui. (Beppe Tardito)

La bionda e il volo per Montreal.

Durante un volo per Montreal, pochi minuti dopo il decollo, una bionda seduta nella classe economica si alza e si dirige verso la prima classe e vi prende posto.
L' agente di bordo la vede fare e decide di chiedergli di vedere il suo biglietto.
Quindi spiega alla bionda che ha pagato per un posto in classe economica e che non può sedersi in prima classe, che deve tornare in classe economica.
La bionda gli risponde:
" sono bionda, sono bella, vado a Montreal e resto seduta qui! "
L' agente di bordo va nella cabina di pilotaggio e spiega al pilota e al co-pilota che c'è una bionda seduta nella prima classe che ha pagato per la classe economica e che rifiuta di tornare nella classe economica
Il co-pilota va a vedere la bionda e cerca di spiegargli che dato che ha pagato solo per un biglietto in classe economica deve tornare in classe economica
La bionda gli risponde:
" sono bionda, sono bella, vado a Montreal e resto seduta qui! "
Il co-pilota dice al pilota che devono contattare la polizia per fermare la bionda durante l'atterraggio, perché si rifiuta di tornare in classe economica.
Il pilota chiede al co-pilota: " hai detto che è bionda? Risolvo io il problema, perche' sono sposato con una bionda e parlo il linguaggio delle bionde. "
Il pilota si rivolge alla bionda e gli parla all'orecchio.
La bionda gli dice:
" Oh, mi dispiace!" e lei si alza e torna al suo posto in classe economica.
L' agente di bordo e il co-pilota sono sorpresi e chiedono al pilota che cosa le ha detto per accettare di tornare in classe economica senza fare confusione.
" gli ho detto:
" la prima classe non va a Montreal."

Ho imparato che la vita qualche volta...


Per quanto se ne possa dire... "Ho imparato che qualsiasi cosa accada, o per quanto l'oggi sembri insopportabilmente brutto, la vita va sempre avanti e... il domani sarà migliore. Ho imparato che si può capire molto di una persona dalla maniera in cui affronta queste tre cose: una giornata uggiosa, la perdita del bagaglio, l'intrico delle luci dell'albero di Natale. Ho imparato, a proposito della relazione con i propri genitori, che ci mancheranno quando saranno usciti dalla nostra vita. Ho imparato che semplicemente sopravvivere, è diverso da vivere. Ho imparato che la vita qualche volta consente una seconda chance. Ho imparato che non si può affrontare la vita con i guantoni da baseball su entrambe le mani: si ha sempre bisogno di gettare qualcosa dietro le spalle. Ho imparato che ogni volta che prendo una decisione col cuore, generalmente faccio la scelta giusta. Ho imparato che anche quando non sto bene, non devo stare da sola. Ho imparato che ogni giorno si dovrebbe uscire ed avere contatti con qualcuno. Le persone gradiscono molto un abbraccio, o anche semplicemente una pacca sulle spalle. Ho imparato che ho ancora molto da imparare. Ho imparato che le persone dimenticheranno quanto detto, quanto fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire. " (Maya Angelou)

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