11 Aprile - Savona - Umiliazioni, schiaffi, calci e pugni. Violenze fisiche e psicologiche reiterate nel tempo, praticate con continuità su pazienti neuropsichiatrici. Uno di loro è stato anche costretto a spogliarsi e a picchiarne un altro. Dodici operatori socio sanitari avevano trasformato un padiglione del «Centro Vada Sabatia» in un girone infernale e loro, che dovevano essere “gli angeli custodi” di persone deboli, si erano trasformati in demoni.
Nove sono gli operatori della casa di cura finiti in carcere, tre ai domiciliari. Altri quattro sono stati indagati. Non sono finiti nei guai i responsabili della struttura socio sanitaria, gestito da cinque anni dalla Segesta di Milano. Erano 50 giorni che la Guardia di finanza indagava sui maltrattamenti. Tutto era partito dalla segnalazione di un familiare di uno dei ricoverati arrivata al 117 che sosteneva che il parente non voleva più restare nella struttura perché chi lo accudiva lo picchiava. «Non fatemi stare con lui, quello mi massacra di botte», aveva detto ai familiari.
La Regione Liguria, a seguito dell’inchiesta, ha deciso di sospendere la pratica per il rinnovo dell’accreditamento. «La cosa accaduta è gravissima», dicono gli assessori regionali alla Sanità e al Welfare Claudio Montaldo e Lorena Rambaudi.
Il sindaco di Vado Attilio Caviglia ha definito la vicenda «agghiacciante». «Abbiamo in quella struttura una quarantina di vadesi, per alcuni integriamo anche la retta, ma non avevamo mai sentito voci sui maltrattamenti». La direttrice di Segesta, Maria Rosa Siffredi, si dice «attonita e sconcertata, anche perché abbiamo sempre garantito formazione continua al personale». (Fonte: IL SECOLO XIX)
meglio morire che finire così.
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