Il mazzetto di margherite bianche. (Clicca l'immagine per leggere)
Matteo raccolse tutti i cartoni appoggiati al cassonetto della spazzatura più vicino al suo abituale riparo notturno. La temperatura si era abbassata di molti gradi negli ultimi giorni.
Il malinconico autunno stava lasciando il posto ad un inverno che appariva, in tutto e per tutto, gelido e ostile. Matteo era un clochard solo da pochi mesi. Soltanto l’anno precedente era ancora un cittadino modello.
Con un lavoro modesto ed umile come commesso di una libreria, riusciva, comunque, a vivere dignitosamente la sua esistenza. Anche se, a dire il vero, lo stipendio gli bastava giusto per pagare l’affitto del piccolo monolocale, il cibo e le spese delle bollette.
Da anni viaggiava esclusivamente sui mezzi pubblici; l’automobile era un lusso che non poteva più permettersi. Sul lavoro Matteo aveva conosciuto Giada, una ragazza di circa trent’anni, assunta come stagista. Il loro rapporto, inizialmente, era cominciato con molta formalità.
Spesso, però, durante la pausa pranzo, i due giovani si ritrovavano sulla panchina vicino al negozio. Insieme consumavano pasti frugali; un panino, un frutto, una fetta di torta al cioccolato.
Tra Matteo e Giada iniziò una tenera e delicata amicizia, fatta di timide confidenze, di gradevoli conversazioni, di condivisione di passioni comuni. Entrambi amavano passeggiare sulla riva del mare, i vecchi romanzi della letteratura classica, i cartoni animati della Walt Disney, l’amore per i fiori, in particolare per le margherite bianche.
Matteo cominciò a notare delle affinità sempre più profonde con Giada.
Piccoli particolari, magari insignificanti ma per lui di prioritaria importanza; sorridere nel vedere due anziani camminare mano nella mano, raccogliere con la punta delle dita lo zucchero caduto sul piattino del caffè, scrivere sui vetri ghiacciati della libreria pensieri e citazioni di autori famosi.
Matteo ne era sempre più certo : Giada era l’altra metà della mela…la sua anima gemella.
Anche Giada se ne accorse… Il tempo libero lo trascorrevano sempre insieme, tra una lettura di poesie di Neruda e un film animato di Pinocchio o Gli aristogatti.
Una sera Matteo prese coraggio e decise di chiedere a Giada un vero e proprio appuntamento romantico. Era arrivato il momento di dichiararsi, di confessare a quella ragazza dai capelli castani ciò che il suo cuore provava.
Si diedero appuntamento al capolinea del bus che li avrebbe condotti alla passeggiata al mare della città; un luogo che entrambi amavano sinceramente con tutto il cuore.
Giada arrivò con lieve ritardo, tutta trafelata; i capelli spettinati, le guance arrossate, la sciarpa color pesca stropicciata ed umida di sudore. Presero posto nei sedili posteriori del bus. Nessuno avrebbe disturbato il loro viaggio.
Giada appoggiò la testa sulla spalla di Matteo. Lui trattenne il respiro . Ne era certo…era lei quella giusta… quanto l’aveva aspettata. Il viaggio durò circa mezz’ora, ma loro neanche se ne accorsero. Il mondo intorno si annullò . Esistevano solo loro.
Arrivati a destinazione scesero dal bus. Le mani si cercarono e si unirono… senza preavviso…in maniera del tutto naturale. Costeggiarono la riva del mare a passi lenti , mentre le onde lambivano la spiaggia con movimento morbido e delicato.
Si sedettero su uno scoglio consumato dal vento e rimasero in silenzio per un tempo interminabile. Poi Matteo si avvicinò a Giada e le accarezzo le lunghe chiome castane. Le sue dita scorrevano tra quei fili di seta e il suo cuore cominciò a battere forte… il respiro divenire sempre più affannoso.
Fu un bacio lentissimo e dolce… intorno a loro il tramonto abbracciò il mare. Un momento indimenticabile. Tornarono a casa, mano nella mano, ridendo come due bambini vivaci e felici. Giada passò la notte in casa di Matteo . Fecero l’amore al buio, con uno spiraglio di luce che penetrava dalle persiane chiuse della finestra.
La mattina si svegliarono abbracciati. Fecero colazione a letto con the caldo , pane e marmellata di fragole, giocando tra le lenzuola consumate dalla notte di passione… poi fecero di nuovo l’amore.
Nessuno dei due si era mia sentito così vivo, così sereno, così felice. Si addormentarono ancora. Si svegliarono nuovamente intorno a mezzogiorno. Giada si infilò nel bagno, ridacchiando come una ragazzina …una doccia veloce. Quando uscì per abbracciare Matteo, profumava di mela verde e vaniglia. L’avrebbe mangiata da quanto sapeva di buono. Aveva usato il suo bagnoschiuma preferito… l’intimità per Matteo era sapere che lei aveva usato qualcosa che gli apparteneva… la condivisione delle piccole cose quotidiane …anche questo era amore.
Giada infilò la giacca color miele e disse “ Vado a comprare qualcosa nel supermercato qua sotto. Che fortuna che la domenica sia aperto. Ti preparerò un pranzetto con i fiocchi”
Baciò Matteo sulle labbra e si voltò ancora una volta… il suo sorriso illuminò il piccolo monolocale come una giornata di sole, nonostante il tempo fuori fosse nuvoloso e grigio.
Uscì veloce fuori della porta, canticchiando una canzone allegra. Matteo si accorse che aveva dimenticato la sua sciarpa di lana color pesca. Provò ad inseguirla , ma lei era già lontana.
Quella fu l’ultima volta che la vide. Giada fu investita da una moto non appena uscita dal supermercato. Morì sul colpo… ma lui tutto questo lo venne a sapere solo in seguito. Tra le mani, oltre il sacchetto della spesa, le trovarono un mazzetto di margherite bianche.
Matteo impazzì dal dolore. Quanto tempo aveva impiegato a cercare la felicità…ed ora che l’aveva finalmente trovata …gli era stata strappata via. Senza Giada nulla aveva più senso.
Matteo non si rassegnò mai alla sua perdita… Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese …abbandonò il lavoro, si allontanò da famiglia e amici.
Cominciò a bere, a dormire per strada , sulle panchine , sotto i portici del palazzi.
La vita era tornata silenziosa e triste e lei mancava sempre più… al punto da non poter più respirare, al punto da non volere più vivere.
Quella ultima sera raccolse i cartoni vicino al bidone e andò a distribuirli ai suoi compagni di strada. Poi si incamminò verso il capolinea del bus. Prese posto nel sedile posteriore.
Il viaggio lento, cupo, silenzioso… tutto era vuoto senza di lei… senza la sua Giada.
Arrivò alla spiaggia… il buio era calato da tempo e faceva freddo… molto freddo. Matteo cercò lo scoglio dove aveva baciato Giada per la prima volta. Dalla tasca del suo cappotto consumato , estrasse la bottiglia di gin e una scatola di medicine.
Cominciò a deglutire , mischiando l’alcool con le pasticche . Iniziò a sentire la stanchezza , la testa pesante ,ma era sempre meglio del vuoto…sempre meglio del dolore. La mattina arrivò limpida e leggera . Lo trovarono steso sugli scogli , il volto coperto da una sciarpa di lana color pesca e tra le mani, ormai fredde e ferme, un mazzetto di margherite bianche.
[Racconto di Gina Margiotta]
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