I vitalizi dei consiglieri regionali costano 170 milioni di euro all'anno e rischiano di mandare in bancarotta le casse delle Regioni italiane. Con buona pace delle riforme di austerity, dei sacrifici per tutti e altre amenità simili. I vitalizi sono pensioni destinate a chi è stato consigliere regionale anche solo per pochissimo tempo e pur non avendo raggiunto i requisiti anagrafici (si può richiedere anche a 50 anni) del resto dei comuni mortali, inoltre esiste la reversibilità in caso di morte. Questi privilegi sono stati decisi, in barba ai contribuenti, dagli stessi consigli regionali con la sfacciataggine tipica del ceto politico nostrano. Secondo «La Casta invisibile delle Regioni» di Pierfrancesco De Robertis, in media con una consiliatura si prendono 2.500 euro al mese, che salgono a 4.500 con due. Per i governatori si arriva a 5mila euro al mese. I soldi per la cassaintegrazione non si trovano, tantomeno prospettive per i giovani precari o disoccupati, ma per i privilegi e le laute pensioni che i politici si votano da soli si può sempre inventare qualche soluzione. D'altronde questi politici spendaccioni possono essere tollerati anche dai più rigidi sostenitori dell'austerity purchè non pestino i piedi a chi sta troppo in alto e svolgano il loro ruolo: far pagare i costi della crisi a lavoratori, famiglie e giovani, favorire l'accumulo di ricchezze da parte dei grandi imprenditori dirottando milioni di euro sulle grandi inutili opere (vogliamo parlare del grattacielo della Regione Piemonte a Torino?).
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I vitalizi dei consiglieri regionali costano 170 milioni di euro all'anno e rischiano di mandare in bancarotta le casse delle Regioni italiane. Con buona pace delle riforme di austerity, dei sacrifici per tutti e altre amenità simili. I vitalizi sono pensioni destinate a chi è stato consigliere regionale anche solo per pochissimo tempo e pur non avendo raggiunto i requisiti anagrafici (si può richiedere anche a 50 anni) del resto dei comuni mortali, inoltre esiste la reversibilità in caso di morte. Questi privilegi sono stati decisi, in barba ai contribuenti, dagli stessi consigli regionali con la sfacciataggine tipica del ceto politico nostrano. Secondo «La Casta invisibile delle Regioni» di Pierfrancesco De Robertis, in media con una consiliatura si prendono 2.500 euro al mese, che salgono a 4.500 con due. Per i governatori si arriva a 5mila euro al mese. I soldi per la cassaintegrazione non si trovano, tantomeno prospettive per i giovani precari o disoccupati, ma per i privilegi e le laute pensioni che i politici si votano da soli si può sempre inventare qualche soluzione. D'altronde questi politici spendaccioni possono essere tollerati anche dai più rigidi sostenitori dell'austerity purchè non pestino i piedi a chi sta troppo in alto e svolgano il loro ruolo: far pagare i costi della crisi a lavoratori, famiglie e giovani, favorire l'accumulo di ricchezze da parte dei grandi imprenditori dirottando milioni di euro sulle grandi inutili opere (vogliamo parlare del grattacielo della Regione Piemonte a Torino?).
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