A mio figlio.. (Bellissima lettera di un padre al figlio)
Caro figlio,
mi guardo attorno e penso a quando sarai grande: sai, adesso é il tuo papà ad esserlo.
Un giorno leggerai questa lettera e quando lo farai sarai nella condizione di capire quanto ho scritto, anche se la comprensione sarà solo parziale. Questo perché le cose, affinchè possano essere comprese appieno, debbono necessariamente essere vissute in prima persona ed io, proprio in prima persona, ti scrivo in qualità di genitore.
Immagino i tuoi occhi – gli stessi che ho avuto anch'io fino a non molto tempo fa – osservare il mio atteggiamento, visto probabilmente come una fonte di ostruzionismo, presentandoti una persona adulta che si rifiuta di capire chi sei veramente e quali siano le tue necessità. L'ho vissuto.
Ordunque, semmai ciò avrà d'accadere, é bene che tu sappia, attraverso queste parole, chi sono io. Perché nel nostro rapporto é capendo il mio ruolo che riuscirai a capire meglio chi realmente rappresenti tu. Siamo due persone diverse, é vero, che però hanno in comune tanti aspetti, molti più di quanti potrai trovarne in altre persone.
Tu sei il futuro, quello in cui si ripongono le speranze dei tuoi genitori e di tanta altra gente che conoscerai e con la quale dividerai parte del tuo tempo. E le tue azioni si ripercuoteranno, volente o meno, anche oltre oceano, esattamente come gli effetti di un sasso lanciato nello stagno. E avrai da perdomarmi se ti dico che quel futuro lo sto costruendo io, oggi, giorno per giorno.
Ogni persona di questo pianeta assume un ruolo che può essere più o meno determinante per la sua vita e per quella degli altri, compresa quella di chi vive alle spalle altrui. Persone che non necessariamente nascono così, ma rese tali dagli atteggiamenti di chi avrebbe dovuto fare di loro delle persone in grado di saper badare a se stesse; individui che ripongono negli altri le proprie responsabilità perché nessuno gli ha mai mostrato quali fossero e come le si debbono assumere.
Il mio ruolo nei tuoi confronti é particolarmente determinante per la tua formazione personale, quella di cui sarai ancora alla ricerca mentre sarai intento a leggere queste righe.
E' dovere mio quello di illuminarti il percorso: il tuo é quello di scegliere la strada da seguire. La mia prima responsabilità, per quanto ti concerne, é stata anzitutto quella di avere avuto il coraggio di metterti al mondo consapevole fin dal principio che, da questo mondo, avrei dovuto proteggerti. Come individuo non ho potere nei confronti della società, ma intervengo direttamente nel plasmarla attraverso gli insegnamenti e tutta quella immensa mole di informazioni che ti avrò consegnato e che continuerò a trasmetterti.
Il tempo da dedicare solo a me stesso é passato. Il mio tempo ti é appartenuto fin dalla tua nascita ed assieme a questo ti ho fatto dono del mio spazio e di tutta la mia energia. Riconosco, sebbene talvolta a malincuore, che sei mio figlio non una mia proprietà; ma mi sono occupato del tuo corpo e del tuo spirito come fossero i miei. Ed il punto di vista che non ho mai voluto abbandonare, malgrado le reazioni umane di cui sono debole in quanto padre, é sempre stato quello di incentivare la tua personalità fondamentale, adoperandomi al meglio possibile per smussarne le ottusità. Poiché apparterrai al tuo tempo e al tuo spazio che saranno i rimasugli dell'eredità che ti avremmo lasciato: frutto della nostra sapienza o del nostro arrogante egoismo.
Gli occhi di un giovane ragazzo vedono tanto, ma la sua vista si appanna man mano che scruta lontano; ed é in quei paraggi che s'aggira l'inganno. Io voglio per te ciò che non ho avuto, ma non ti permetterò mai di avere da me tutto ciò che vorrai. So per certo che le cose esistono per essere conquistate e la tua felicità, quella interiore, l'otterrai raggiungendo ciò che ti sai prefissato utilizzando le tue capacità.
Ed ecco perché ti lascio un ricordo indelebile del mio pensiero.
Quando verrà il giorno che scruterai il mio atteggiamento, vagliandone i difetti, sappi che ne troverai tanti. La domanda che ti dovrai porre, però, dovrà essere: ”Sono in grado di riuscire a fare qualcosa?”. Sarà allora che assumerai la tua coscienza di essere. Se poi sarà ancora il mio errore che starai cercando lo troverai solo qualora ti sentirai impedito, come individuo, nei confronti di qualcuno o di qualcosa.
Io sono, in tutta semplicità, il tuo più grande insegnante. Questo perché ho previsto le tue paure, evitando di inculcartele, ed ho immaginato le tue mete, mettendoti nelle condizioni di raggiungerle.
Ti ho dato la possibilità di poter scegliere e di saper distinguere e questo ti permetterà di fare le tue esperienze con un margine di errore più basso rispetto alla media, riferendomi alla media di un'educazione permissivistica, delle risposte date al posto tuo, degli stereotipi, del “Non lavorare in quel posto che ti sfruttano”, del “Lasciamogli fare quello che vuole: é solo un bambino”, che sono tutte medie della mediocrità.
Prima di avere figli avevo un punto di vista molto diverso da quello che ho adesso, questo perché avevo solo idee ma mancava la cosa fondamentale: il ruolo ed é questo che fa assumere gli atteggiamenti. Vivere la vita é un'arte. Fra tanti capolavori, qualche bozza, qualche incompiuta e qualche fiasco sono da considerarsi cose normali e proprio non saprei quanto “normale” potrei apparire agli occhi tuoi. Spero una quantità tollerabile.
Tu magari mi vedrai vecchio e con vecchie idee. Io, in verità, sono giovane e con idee giovani. Non farti ingannare dall'involucro: dentro di noi non esiste età. Applica grandezza nelle cose che farai, cura i dettagli e vivi come il professionista della tua vita. Un giorno sarai tu ad essere al posto mio. Ricorda: i genitori lasciano sempre due eredità: una genetica ed una esistenziale e la seconda viene sempre per prima. Ecco perché penso che genitori lo si é prima di partorire i figli. (Tony Carboni)
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