Per la troppa superbia... (Clicca per leggere)


Tanto tempo fa in una foresta viveva uno splendido pavone dal piumaggio smeraldo e dalla coda verde-azzurrina. Si diceva che fosse il più elegante tra tutti gli animali ma anche il più superbo: amava infatti vantarsi della sua meravigliosa ruota e per questo andava in giro mostrandola a tutti, suscitando talvolta lo stupore tra gli altri animali, talvolta l’invidia.
Con il passare del tempo, però, anche coloro che un tempo lo ammiravano per la sua eleganza cominciarono a odiarlo per la sua troppa superbia.
Giunse allora la stagione della caccia e l’intera foresta fu messa in subbuglio: tutti gli animali cercavano un luogo sicuro dove ripararsi e si aiutavano gli uni gli altri quanto più potevano. Si passavano la voce riguardo quella sciagura, gli uccelli indicavano i migliori rifugi ora per gli animali più piccoli come gli scoiattoli, ora per quelli più grandi come i leoni e le pantere.
Anche al pavone giunse la notizia della caccia ma anziché mettersi in salvo come tutti gli altri decise che quella sarebbe stata l’occasione giusta per mostrare anche agli umani la sua eleganza e la sua impareggiabile bellezza. Si incamminò allora nella direzione opposta alla quale venivano la maggior parte degli animali e quando si trovò nella radura davanti ai cacciatori salì sulla roccia dove batteva maggiormente il sole e aprì la sua coda mostrando così la più elegante ruota che si fosse mai vista in tutta la foresta.
Ma non ottenne l’effetto sperato: i cacciatori ,infatti, avendolo notato, non restarono ad ammirarlo bensì caricarono il fucile, presero la mira su di lui e spararono.
Quella sera gli uomini fecero del pavone un sontuoso e ricco banchetto per loro e per la loro famiglia mentre splendide ed eleganti penne della coda dell’uccello finirono per diventare ornamento di cappelli per le donne.
Soltanto una penna, quella centrale ovvero la più lunga e splendente, riuscì a sottrarsi da quell’orribile sorte: fu ritrovata da una volpe davanti alla roccia sulla quale il pavone si era eretto per l’ultima volta, come a simboleggiare che lì un pavone, per la sua troppa superbia e la sua troppa vanità, era diventato ricca cena per i cacciatori.

SUPERBIA: quando la stima di se stessi diventa disprezzo degli altri, perciò per naturale propensione la superbia si nutre di menzogna e di violenza perché la ricerca ad ogni costo della propria superiorità costringe a svilire o a negare la positività delle doti altrui e a combatterle come se fossero pericolosi avversari con tanta più virulenza quanto più si percepisce che l’altro è effettivamente migliore di noi.

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