"Vent'anni fa lavoravo come tassista per mantenermi..." (Bellissima leggetela)
Vent’anni fa, lavoravo come tassista per mantenermi. Una notte, dopo una chiamata, intorno alle 2.30 del mattino, sono arrivato davanti ad un edificio buio, tranne che per una piccolissima luce che si intravedeva in una finestra del piano terra.
In queste circostanze, molti avrebbe suonato il clacson e atteso qualche minuto, e dopo sarebbero andati via. Ma ho visto troppe persone che dipendevano dal taxi perché non avevano un mezzo proprio.
Se non vedevo un pericolo imminente, andavo a citofonare. Così sono andato a bussare alla porta. Rispose una voce fragile che sembrava una voce di anziana: “un momento!”. Poi ho sentito trascinare qualcosa per il pavimento. Dopo una lunga pausa la porta si aprì. Davanti a me si presentò una vecchietta che probabilmente aveva più o meno 80 anni. Indossava un abito molto colorato ed un grande cappello, come una donna dei film degli anni ’40. Accanto a lei aveva una piccola valigia di plastica.
L’appartamento sembrava come se non ci avesse mai vissuto nessuno. Tutti i mobili erano coperti. Non c’era nè un orologio nè un soprammobile. In un angolo c’era un quadro di cartone pieno di foto.
– “Può portare il mio bagaglio in macchina?”, mi chiese la donna.
Ho messo la valigia in macchina e successivamente sono tornato per accompagnare la donna, che mi prese sotto braccio e si incammino con me lentamente verso la macchina. Per tutto il tempo continuò a ringraziarmi con gentilezza.
– “Niente di che”, risposi io. “Cerco di trattare i miei clienti nel migliore dei modi, come vorrei fosse trattata mia madre”
– “Oh, sei un ragazzo così buono!”, disse lei.
Quando sono entrato in macchina, mi ha dato un indirizzo e mi ha chiesto:
– “Potrebbe guidare in centro per favore?”
– “Non è la via più breve” , risposi.
– “Non si preoccupi!”, disse lei. “Non ho fretta, sto andando in un centro per anziani”
La guardai attraverso lo specchietto ed i suoi occhi brillavano.
– “Non ho più nessuno della mia famiglia”, continuo l’anziana. “Il medico mi ha detto che non ho molto tempo”, in silenzio, ho cercato il tassametro e l’ho staccato.
– “Quale tragitto vuole fare?”, ho chiesto.
Per le ore successive guidai per tutta la città e lei mi mostrò l’edificio dove aveva lavorato come operatrice dell’ascensore. Guidai attraverso il quartiere dove lei e suo marito avevano vissuto subito dopo essersi sposati. Sono passato difronte ad un deposito di mobili che un tempo era una sala da balla , che frequentava quando era ragazza. Qualche volta mi chiedeva di fermarmi di fronte ad alcuni edifici e di stare li con lei a contemplarli in silenzio. Con le prime luci dell’alba mi disse:
Con le prime luci dell’alba, improvvisamente mi disse:
– “Sono stanca… Andiamo.”
Ho guidato fino all’indirizzo che mi aveva chiesto. Era un edificio basso, una piccola casetta con un vialetto che passava sotto ad un cancello. Due persone sono uscite ad accoglierci. Erano molto attenti alla donna. Ho aperto il portabagagli ed ho portato la valigia alla porta. La donna era già seduta su una sedia a rotelle.
– “Quanto ti devo?”, mi chiese uscendo il portafoglio.
– “Niente”, risposi
– “Anche tu devi mantenerti!”
– “Non preoccupatevi, ci sono altri passeggeri”, risposi io senza pensarci, mi chinai e le diedi un abbraccio fortissimo.
– “Hai dato ad una vecchia un momento di gioia. Grazie!”, disse lei sorridendomi.
Le strinsi la mano lasciandola nella luce del mattino.
Dietro di me, la porta si chiuse. Un rumore che chiudeva una vita. In quel turno non ho preso nessun altro passeggero. Ho guidato perso tra i miei pensieri e per il resto della giornata, potevo a mala pena parlare.
Che cosa sarebbe successo se quella donna avesse trovato un autista impaziente di finire il suo turno? Cosa sarebbe stato se avessi rifiutato di prendere la chiamata o suonare al citofono?
Guardando indietro penso di non aver fatto niente di più importante in tutta la mia vita. Pensiamo che la nostra vita ruoti attorno ad alcuni grandi momenti, ma spesso questi momenti ci colgono di sorpresa, avvolti in ciò che molti considerano banale.
Questa vita può non essere la festa sperata, ma siamo qui e tutti dobbiamo ballare.
Ogni mattina, quando apro gli occhi, mi ripeto: Oggi è un giorno speciale!
Ricordatevelo sempre: non si può tornare indietro.
Trattate le persone come vorresti essere trattato tu.
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