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Attenzione ad acquistare maschere di carnevale "made in china" potrebbero essere tossiche.. (Clicca immagine per Leggere)
Oltre due milioni di abiti, maschere e giochi, non conformi agli standard di sicurezza, stoccati in quattro depositi di via dell'Omo, nella periferia orientale della capitale.
È la scoperta fatta dai finanzieri del Comando provinciale di Roma impegnati nell'operazione «Carnevale sicuro»: l'analisi gascromatografica condotta su alcuni campioni dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale ha evidenziato la presenza, nelle maschere, di quantità elevate di «Cicloesanone», composto infiammabile e nocivo per inalazione, oltre che irritante per le mucose, le vie respiratorie superiori, gli occhi e la pelle.
Quattro gli imprenditori cinesi denunciati. Dall'inizio dell'anno le Fiamme gialle capitoline hanno già sequestrato complessivamente, in 150 interventi, oltre 3 milioni di articoli, contraffatti o pericolosi, e denunciato 66 persone. I falsi «made in China» coprono tutte le stagioni, dagli occhiali da sole e dagli orologi da spiaggia fino alle luminarie natalizie passando per gli articoli di cancelleria alla ripresa dell'anno scolastico: stavolta l'obiettivo era quello di invadere il Carnevale romano, offrendo prodotti a basso costo alle tante famiglie che, in tempi di crisi, cercano di far divertire i figli facendo quadrare i conti.
Alcuni dei prodotti sequestrati erano privi del marchio «CE», altri presentavano la grafica «CE» difforme da quella prescritta dalla normativa comunitaria, in modo da ingannare il consumatore finale sul possesso dei requisiti prescritti in tema di sicurezza. «Per l'ennesima volta - sottolineano gli investigatori - la domanda è se valga davvero la pena di barattare salute per un risparmio di alcuni euro e, per l'ennesima volta, la risposta è contenuta nelle poche, scarse, chiare righe degli esami di laboratorio».
Nelle stesse ore, in un altro capannone, stavolta a Fiano Romano, sono state scoperte e sequestrate 45mila calzature con i loghi contraffatti «Hogan», «Nike» ed «Adidas», tutte di ottima fattura, esteticamente identiche agli originali. Una volta immesse sul mercato, avrebbe fruttato all'organizzazione oltre un milione di euro. L'operazione è iniziata sull'autostrada Milano-Roma, dove le Fiamme gialle del Gruppo di Fiumicino hanno intercettato un autoarticolato con targa bulgara e un'auto di «staffetta», in viaggio verso sud. I mezzi - seguiti a debita distanza - dopo essere usciti dal casello di Fiano hanno raggiunto un immenso capannone industriale dove alcuni gregari dell'organizzazione hanno immediatamente iniziato lo scarico dei colli.
Entrati in azione, i militari hanno scoperto che, sia nel tir sia nel deposito, erano stipate in perfetto ordine scarpe «taroccate» con i marchi delle più note griffe, in grado di ingannare anche l'occhio più esperto. Dai primi accertamenti è emerso che la partita, spedita dal sud-est Asiatico, aveva raggiunto la capitale passando da Sofia: dopo essere stata consegnata ad un magrebino trapiantato da anni in Italia ed esperto del settore, sarebbe stata distribuita, in poche ore, alla fitta rete di ambulanti, per lo più senegalesi, per essere smerciata sul mercato romano. Sia il nordafricano destinatario della merce sia l'italiano proprietario del capannone sono stati denunciati a piede libero per i reati di importazione e deposito di merce contraffatta e ricettazione.