Il cuore di una mamma..


Quel paio di vecchi jeans, i miei preferiti, non mi entreranno mai più. Alla fine ho accettato questa immutabile verità. Dopo aver messo alla luce e tirato su due bambini il mio corpo ha subito una metamorfosi. Forse ho riacquistato il mio peso pre-natale ma si sono verificati lievi spostamenti e leggere espansioni durante quella che è la mia versione personale della deriva dei continenti. Quando ero adolescente non capivo la differenza tra le taglie per giovani e quelle per signore, i vestiti per signora mi sembravano soltanto vecchi. Adesso mi è chiaro che i vitini di vespa e i sederini rotondi sono soltanto illusioni passeggere di gioventù. Ma va bene così perchè anche se i jeans non si abbottonano più, la vita che ho acquistato in cambio mi va meglio di quanto mi fossero mai andati quei jeans.
Per me questo è il periodo della vita in cui si va a piedi scalzi e si indossano calzoncini e magliette. Sono passata così facilmente al ruolo di giovane madre e tra quelli che mi sono trovata a svolgere è senza dubbio il ruolo in cui mi trovo meglio. Non ci sono cuciture che lasciano il segno, nè chiusure lampo che saltano.
C'è solo la senzazione di essere uscita dal camerino di prova con qualcosa addosso con cui finalmente mi sento bene.
Amo sentire il dolce peso di questo bambino sul fianco, la soffice testolina che si incastra alla perfezione sotto il mio mento, le manine allargate sulle mie braccia che sembrano piccole stelle marine rosate. Amo il modo in cui mia figlia di otto anni cammina al nostro fianco mentre attraversiamo il parcheggio del supermercato. Nelle belle giornate di primavera il vento leggero le fa svolazzare i capelli e ridiamo insieme quando il sole fa storcere il naso e strizzare gli occhi al piccolino. Le mie braccia sono sempre tese per toccare i miei bambini, come farebbe una sarta con due teli di seta preziosa mentre pensa cosa potrebbe venirne fuori ma esitante al tempo stesso per paura di alterarli, di perdere quella completezza, quell'integrità che sento sotto le mie mani.
Quelle rare mattine in cui mi sveglio per prima, vado in camera loro e li guardo mentre dormono con quei visini paffutti e rosei. Poi si muovono e si stiracchiano mentre si svegliano, e allargano le braccia subito pronti per un abbraccio.
Allora li prendo tutti e due tra le braccia affondando il viso contro di loro e respirando a fondo il loro profumo. Sono caldi e morbidi come asciugamani di spugna appena usciti dall'asciugabiancheria.
Certe volte seguo il suono delle voci da ragazzina che vengono dalla camera di mia figlia dove lei e le sue amiche, immerse fino al ginocchio nello chiffon comprato al mercatino, giocano ad inventarsi dei vestiti da sera misurandosi addosso la vita. Completamente assorte da quel gioco, si lisciano e si mettono in posa davanti allo specchio, si addobbano con collane di plastica e aggiustano le coroncine fatte di cartone e lustrini. Guardo quelle ragazzine con i loro capelli lucidi e sottili che nessun elastico o fermaglio riesce a domare. Sono costantemente impegnate a sistemare le ciocche ribelli dietro le orecchie e in quel gesto da adulte intravedo le donne che diventeranno.
So che troppo presto queste nuvole di organza e pizzo verranno riposte per sempre nelle loro scatole malridotte che sono state all'occorrenza forzieri del tesoro e troni per le principesse.
Diventeranno gli abiti smessi dell'infanzia di mia figlia che torneranno da me. Ma per adesso ogni sera i miei bambini stanno accoccolati sul divano vicino a me. Spesso si addormentano in quel modo e sento le loro gambette flosce e morbide abbandonate contro di me, come le pieghe di una vecchia e comoda vestaglia.
Per adesso ci stiamo addosso e ci adorniamo a vicenda e loro sono contenti di essere circondati dal mio abbraccio. So che arriveranno i tempi in cui quel contatto ci sembrerà scomodo e irritante come se avessimo addosso maglioni di lana ruvidi e ispidi e tacchi a spillo di dieci centimetri. Allora dovremo cercare insieme un nuovo look, tirando e schiacciando, cercando di mantenere intatta la stoffa sottostante.
Arrivati a quel punto avremo già tessuto un arazzo ricco ed elaborato che avrà un suo disegno tutto speciale, che avrà i suoi piccoli strappi, qualche filo tirato e un po' di lacrime.
Ma non dimenticherò questo momento fatto di testoline assonnate appoggiate alla mia spalla, di pigiami a tutina e di vestiti madre-figlia, di piccole manine paffute chiuse a pugno dentro le mie.
Questo momento mi sta bene e ho intenzione di portarlo il più a lungo possibile. (Caroline Castle Hicks)

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