Terremoto centro italia: perché ancora non sono stati utilizzati i soldi degli sms solidali...


Gli sms solidali hanno raccolto finora per il terremoto in Centro Italia ben 28 milioni di euro: è una forma di aiuto che qualsiasi cittadino può fare indirizzando 2 euro per ogni messaggio ai terremotati. La polemica montata sui social e sollevata dai 5 stelle riguarda la destinazione di tale somma, su dove vanno a finire i soldi donati al 45500: pare che i 28 milioni di euro donati dagli italiani per i terremotati di Marche, Lazio e Abruzzo siano ancora fermi nel conto aperto presso la Tesoreria Centrale dello Stato. La questione è stata sollevata dal M5S, che si è fatta portavoce della forte polemica di alcuni cittadini sui social: l’accusa mossa al governo è di aver congelato i fondi per i terremotati raccolti dalla Protezione civile invece di utilizzarli subito per fronteggiare l’emergenza.
Hanno chiesto in Aula che i soldi raccolti tramite le donazioni al numero 45500 vengano messi subito a disposizione delle popolazioni colpite dai terremoti.

Ma come funziona il sistema dell’sms solidale che già abbiamo conosciuto per gli alti sisma come quello in Emilia e all’Aquila? Il sistema è semplice: basta inviare dai cellulari un messaggio vuoto al 45500 o chiamare dal telefono fisso lo stesso numero. Si donano così 2 euro. Questo in virtù dell’accordo tra operatori telefonici come per esempio Tim, Vodafone che una volta raccolti i fondi li trasferiranno gratuitamente su un conto infruttifero aperto presso la Tesoreria Centrale dello Stato in favore della Protezione Civile. Questa, a sua volta, passa tale soldi alle Regioni. La modalità è sempre la stessa e si attiva in caso di disastri naturali, come è stato il terremoto dell’Aquila del 2009, quello dell’Emilia del 2012, o nel caso dell’alluvione che colpì la Sardegna nel 2012. In questo ultimo caso fu attivato dalla Croce Rossa.

A cosa servono le somme raccolta dagli sms solidali.
Le somme servono a finanziare gli interventi di ricostruzione nei territori. Quindi è esclusa ogni utilizzazione per scopi emergenziali. Un Comitato di garanti valuterà quali sono i progetti a cui destinare il denaro, in accordo con i Comuni interessati. Un esempio: per il terremoto in Emilia vennero raccolti più di 14 milioni di euro e la regione Emilia-Romagna finanziò 32 progetti di ricostruzione di edifici religiosi e beni culturali, municipi ed edifici pubblici, strutture scolastiche e socio-assistenziali. La raccolta dei fondi con sms solidale si chiuderà a meno di proroghe il 29 gennaio. Al momento risultano raccolti circa 28 milioni di euro, ma fin quando la raccolta non è terminata non si può decidere quali progetti finanziare. Come ricorda la ministra dei Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro, prima si deve predisporre un’analisi dei danni nelle singole regioni e poi si sottopone a un comitato di garanti, che deve verificare il rispetto delle norme nell’utilizzo dei fondi. Insomma, i soldi ci sono, ma non sono disponibili.
“Una procedura incredibilmente lenta che stride rispetto all’emergenza – spiega la deputata Laura Castelli – il paradosso è che la solidarietà resta ostaggio della burocrazia”.
Il problema è che il tempo è fondamentale. Mentre aspettiamo la chiusura ufficiale, il conteggio e la presentazione dei progetti, la gente è al freddo, è in sistemazioni provvisorie e si temono nuove scosse. Il tempo scorre lento per queste persone, che intanto vedono le loro case sommerse dalla neve con il terrore che una valanga possa spazzare via tutto come ha fatto con l’Hotel Rigopiano. Questi soldi servono per ricostruire case, scuole, per salvare allevamenti . L’importante è farli arrivare presto a chi sono destinati.

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