ATTENZIONE: informativa sui link "truffa" su facebook. (leggi tutto)


I gruppi e le pagine su Facebook hanno acquisito un vero e proprio valore commerciale che aumenta grazie alle condivisioni: perciò molte pagine diffondono immagini e post falsi per suscitare l’attenzione (e la condivisione) degli utenti.


Facebook è pieno di bufale, notizie un tempo diffuse con semplici post, ora invece con immagini da condividere. Le fotografie contengono testi che appellano alla sensibilità degli utenti, all’amore, alla solidarietà o che lanciano allarmi, richieste di aiuto, di soldi. In molti casi le foto dei bambini sono state caricate su Facebook senza permesso o consenso dei genitori.
Insomma, ogni sistema è buono per suscitare la distratta e superficiale attenzione dell’utente e chiedergli una semplice, innocua e soprattutto gratuita mossa: “condividi questo post”.

Così girano appelli con foto di bambini e neonati bisognosi di cure, di animali maltrattati, di false e improbabili truffe. Basta prestare un po’ di attenzione, però, per rendersi conto che si tratta di informazioni false.
Altre volte circolano semplici e inoffensivi inviti: “Vuoi bene a Gesù? Condividi!”, “Vuoi bene alla mamma? Condividi!”.

Esempio di post falsi:



E l’utente condivide con effetto virale: lo fa senza pensare, perché “tanto male non fa”. In verità, fa male perché vengono diffusi falsi allarmismi, vengono sviliti gli appelli reali e, soprattutto, si fa il gioco dei pubblicitari, aumentando lo spam. Infatti, se cresce la popolarità del post o della foto (attraverso il numero di condivisioni), aumenta anche quella della pagina da cui proviene il contenuto (a volte si arriva a qualche milione di “like”). Con la conseguenza che il proprietario della pagina Facebook può offrire, ad altri siti, dietro pagamento, la possibilità di inserire sulla propria pagina l’altrui pubblicità (per esempio, diffondere un articolo del proprio portale, un video, un’offerta commerciale, ecc.).

Le bufale, dunque, aumentano la notorietà di una pagina Facebook, facendone alzare il valore commerciale. In tanti non sanno, infatti, che le pagine su Facebook hanno un vero e proprio prezzo di mercato e spesso sono oggetto di trattative, di vertenze legali o di attacchi tra concorrenti.

Facebook stesso ha messo una lista dei post “fake”. Quello per esempio dei bambini di Chernobyl o quello della bimba con un emangioma sul viso, affetta da cancro ecc...INSOMMA CONTROLLATE SEMPRE BENE QUELLO CHE CONDIVIDETE .
(fonte: LA LEGGE PER TUTTI)

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