Georgia 30/09/2015: eseguita la prima esecuzione di una donna negli ultimi 70 anni..


Kelly Renee Gissendaner era stata condannata alla pena capitale per l'omicidio del marito. Inutili gli appelli, tra cui anche quello del Papa.
Non hanno avuto successo gli appelli e la mobilitazione per impedire l'esecuzione di Kelly Renee Gissendaner: la condanna a morte della donna, 47 anni, alla fine è stata eseguita nella prigione della Jackson County. Si tratta della prima esecuzione di una donna negli ultimi 70 anni in Georgia. La Gissendaner era stata condannata alla pena capitale per l'omicidio del marito nel 1997, ucciso con l'aiuto dell'amante.
L'esecuzione nel carcere della Jackson County era stata ritardata da tre appelli presentati dai legali della donna. Tutti sono stati respinti dalla Corte Suprema. Per il delitto era stato condannato all'ergastolo l'amante della Gissendaner, Gregory Owen. Quest'ultimo, che durante il processo testimoniò contro la sua donna, potrebbe però uscire nel 2022. Gli avvocati della Gissendaner avevano puntato il dito proprio contro il suo amante, accusandolo di aver avuto un ruolo ben più attivo di quello di solo complice.

L'appello del Papa - Per lei anche papa Francesco aveva lanciato un appello contro l'esecuzione. Anche i figli della donna, che intanto avevano perdonato la madre, avevano chiesto inutilmente alla corte di fermare l’esecuzione.

In Oklahoma pronto il boia - Il boia sta per colpire anche in Oklahoma. E' prevista per mercoledì la condanna a morte di Richard Glossip, nel braccio della morte per il suo ruolo nell'uccisione nel 1997 del proprietario del motel Oklahoma City. Glossip si dichiara innocente e ritiene di essere stato incastrato dal vero killer, che sta scontando l'ergastolo e che è stato il testimone chiave per l'accusa di Glossip. A meno di un intervento della Corte Suprema, a Glossip sarà somministrata l'iniezione letale. I legali di Glossip hanno chiesto una nuova udienza nella quale portare nuove prove che dimostrerebbero la sua innocenza. (Fonte: TGCOM24)

Le donne quando ci si mettono sono più brave degli uomini.. (Video)

Ecco a voi il video che sta raccogliendo milioni e milioni di visualizzazioni facendo il giro del mondo.




Un video veramente spettacolare che raccoglie le donne più brave e incredibili del mondo. Guardate cosa riescono a fare queste donne. Ci sono campionesse di surf, di calcio, di skateboard, di arti marziali, insomma decisamente meglio di molti atleti uomini. Le più incredibili ragazze del mondo le troverete tutte in questo video.

Come reagiscono i segni zodiacali quando li fai incazz**e. (Clicca per leggere)


Ecco come reagiscono i segni zodiacali quando li fai incazzare:
ARIETE: Spara cazzate.
TORO: Ti lancia le cose.
GEMELLI: Urla e si dimena.
CANCRO: Piange.
LEONE: Diventa nervoso e se la prende con tutti.
VERGINE: Scappa.
BILANCIA: Sbatte le porte.
SAGITTARIO: Ti prende per il cu*o.
SCORPIONE: Ti fa scherzi di notte.
CAPRICORNO: Ce la mette tutta per rovinarti la giornata.
ACQUARIO: Ti urla al telefono.
PESCI: Rimane a letto.
E tu se ti riconosci scrivilo nei commenti.

Un tizio si confessa.. (Barzelletta)


Un tizio va a confessarsi:

"Mi perdoni padre perche' ho peccato ..".
"Dimmi tutto figliolo, apri il tuo cuore".
"Beh, padre ... sono andato a letto con un uomo!".
"Beh.. se ti piaceva hai fatto bene!".
"Si, beh, ma sono andato anche con un travestito!".
"Beh, non hai fatto male a nessuno e se ne avevi la voglia hai fatto bene!
"Si padre va bene .. ma sono andato anche con il prete della parrocchia qui vicino!".
"Male, figliolo, hai fatto male! E' questa la tua parrocchia!!".

Incredibile: Al Caldarelli di Napoli, chirurgo opera mentre è colto da infarto..


Napoli: al Cardarelli, chirurgo opera mentre ha l’infarto.. Claudio Vitale, 59 anni, primario nel reparto di Neurochirurgia all’ospedale Cardarelli di Napoli ha portato a termine l´intervento su un ammalato di tumore al cervello nonostante un attacco cardiaco. Finito l’intervento è stato sottoposto ad “angioplastica” ed è stato ricoverato in Terapia intensiva. Ora stanno bene. Entrambi, medico e paziente
«Non potevo abbandonare in un momento delicato. E non sono un eroe, ho solo fatto il mio dovere». Si schermisce e glissa sul fatto che ci poteva rimettere la vita, il neurochirurgo che ha continuato ad operare con un infarto addosso.

Cardarelli, tarda mattina di lunedì scorso. Sul lettino del complesso di Neurochirurgia c´è un anziano paziente, affetto da “glioblastoma”. È un tumore che ha coinvolto una delicata area del cervello. Gli anestesisti gli infilano l´ago in vena, lentamente parte la soluzione che induce il sonno artificiale. Pronto, “lavato” come si dice in gergo tecnico e con la mascherina sul viso, c´è Claudio Vitale, il 59enne primario “incaricato”. Inizia l´intervento.

Tutto sembra filare liscio, ma Vitale a un certo punto accusa un dolore al petto. È molto forte. Una smorfia, il chirurgo continua. Pensa a un reumatismo, si concentra sul campo operatorio. Ma col passare dei minuti, quel pugno al centro del torace si fa sempre più stretto. Lo specialista intuisce la gravità. Può essere un attacco cardiaco. Lo dice ai collaboratori. Lo invitano a smettere, lui si rifiuta. C´è un´emorragia da dominare e Vitale acconsente solo a farsi fare un prelievo di sangue per avere conferma del sospetto. Dieci minuti e l´infermiere agita il referto: “Infarto posteriore”.

Il medico dovrebbe lasciare, ma da lui ancora un no deciso: «Prima finisco, poi mi ricovero». Sopporta il dolore e conclude l´intervento. Con successo. Nell´antisala è pronta la barella e trenta minuti dopo Vitale è sottoposto ad “angioplastica” per disostruire la coronaria. In serata è in Terapia intensiva. Ora stanno bene. Entrambi, medico e paziente.

Incredibile: un ragazzo fa un test di gravidanza per scherzo: il risultato gli salva la vita (è incredibile)


Dopo avere letto questa storia si potrà affermare che fare la pipì su uno stick sarà ugualmente stressante per i due sessi.

Il racconto di un ragazzo di New York ce lo insegna.

Tempo fa questo ragazzo, utente del social Reddit, famoso negli States, ha postato una vignetta comica sostenendo di essere “incinto”.

Aveva per scherzo utilizzato il test di gravidanza che la sua ragazza aveva lasciato in bagno e il risultato era stato positivo. Dallo scherzo ci si è ritrovati in una storia più seria quando un utente, commentando la vignetta comica che il ragazzo aveva postato, lo ha incoraggiato ad indagare e a non prendere alla leggera il risultato: se un test di gravidanza da risultato positivo con l’urina maschile potrebbe trattarsi di un tumore ai testicoli.

Il ragazzo ha così deciso di farsi visitare da un medico e infatti è uscito che realmente aveva un tumore ai testicoli. Il tumore era molto piccolo e questo bastava a non causare fastidi.

L’oncologo Mark Pomerantz dell’Istituto Dana Farber di Boston afferma: “I test di gravidanza usati dalle donne determinano i livelli di Beta Hcg (beta gonadotropina corionica umana) nelle urine. Succede che un numero di tumori testicolari producano lo stesso ormone. Pochi sono gli organi che fanno ciò, e i testicoli sono tra questi”.
(Fonte: huffingtonpost.com)

Lettera a mia mamma.. (Una figlia)


A TE, CHE SAI AFFRONTARE LA VITA CON LA FORZA CHE SPESSO MANCA A ME, A TE CHE CI SEI SEMPRE, NONOSTANTE I MIEI DIFETTI E LA MIA TESTA CHE SPESSO NON ASCOLTA, A TE.. CHE RITROVO DOPO OGNI SCONFITTA PRONTA A SORREGGERMI E A DARMI LA FORZA DI RISALIRE,  A TE.. CHE SEI IL MIO SOLE QUANDO TUTTO IL RESTO SEMBRA RABBUIARE, A TE MAMMA CHE DI QUESTA VITA HAI CONOSCIUTO LA SOFFERENZA E DELLA SOFFERENZA NE HAI SAPUTO FARE FORZA, A TE CHE SPESSO MI VEDI ALLONTANARE PERCHE’ LA VITA, QUESTA VITA A VOLTE METTE A DURA PROVA E L’UNICA SOLUZIONE PER USCIRNE A VOLTE PER ME E’ LA SOLITUDINE, A TE CHE COMUNQUE SIA SIAMO STATE SEMPRE “IO E TE”, A TE DICO GRAZIE, PER I RIMPROVERI CHE MAI HO SAPUTO ACCETTARE, PER LE LACRIME CHE MAI HAI POTUTO VERSARE, PER I SORRISI CHE IL BUIO DELL’ANIMA SPESSO SOFFOCAVA, A TE CHE ERI SOLO UNA BAMBINA E CHE PER ME SEI DOVUTA DIVENTARE DONNA TROPPO PRESTO, A TE CHE SPESSO NON HO SAPUTO CAPIRE O NON HO VOLUTO.. PERCHE’ UN FIGLIO E’ EGOISTA, PRETENDE SEMPRE TUTTO SENZA DARE, A TE CHE DA DONNA ADESSO GUARDO CON ALTRI OCCHI ED ANCHE SE SPESSO NON E’ STATO FACILE.. TI GIURO MAMMA CHE SE DOVESSI RINASCERE ALTRE MILLE VOLTE.. PER ALTRE MILLE VOLTE RISCEGLIEREI TE PER GUIDARMI IN QUESTO CAMMINO!! TI AMO, TUA FIGLIA!! (di: Serena Takdeer)

Come salvarsi da un infarto quando ci si trova da soli: IMPORTANTE..


Colpisce circa 100 mila persone l’anno. Una ogni 6 minuti. Ma per fortuna di infarto non si muore se.. "Se lo conosci lo eviti”, è il detto popolare. Che, per l’infarto, può essere tradotto in “se lo conosci, ti salvi”. Dunque, la prima strategia è il riconoscimento dei sintomi. “Si tratta di un dolore toracico che non si modifica con la posizione del corpo, spesso associato a manifestazioni neurovegetative, come forte sudorazione e agitazione”, spiega Francesco Fedele, ordinario di cardiologia all’Ospedale Umberto 1 di Roma e Presidente Fondazione Italiana Cuore e Circolazione, “e con sfumature che variano nei due sessi per un diverso modo di percepire il dolore: più senso di affanno, costrizione, palpitazioni per le donne; più pesantezza di stomaco, oppressione retro-sternale e irradiazione al braccio per gli uomini”. Non sempre, però, un dolore toracico corrisponde a un infarto. Se si modifica con il movimento può essere qualcosa di reumatico, se si associa a bruciori può essere un dolore gastrico o esofageo (e può alleviarsi con una pasticca di antiacido), se si modifica con il respiro può nascondere un’infezione del pericardio o della pleura. E difficilmente si tratta di cuore se il soggetto è molto giovane (sotto i 35 anni per le donne e i 25 per gli uomini). “Ma attenzione” avverte Fedele: “le varianti sono molte, e il condizionale sempre obbligatorio. Proprio perché sfuggente, subdolo e variabile, quello toracico è il dolore più difficile da diagnosticare. La prima cosa da fare se arriva uno dei sintomi descritti è mai indugiare, né azzardare diagnosi “fai da te” basate su quel che si è letto o sentito dire. La regola è una sola: chiamare il 118. Oppure - solo se si è vicinissimi a ospedali attrezzati di unità di terapia intensiva coronarica e accompagnati da qualcuno - mettersi in macchina e andare di corsa al Pronto Soccorso”.

In caso di allarme comportati così:
Quella contro l’infarto è una corsa contro il tempo. Al primo sintomo, occorre mettersi tranquilli in poltrona e chiamare il 118, possibilmente con una pillola di nitrato sublinguale (che non deve mai mancare a casa dei soggetti a rischio cardiopatie) o più semplicemente con un’aspirina (cardio o normale). Così come sono subdoli i sintomi, anche l’andamento del dolore può essere variabile. Dunque se si allenta momentaneamente occorre egualmente  attendere il 118.

Ambulanze attrezzate
In alcuni casi le ambulanze sono attrezzate per fare un primo elettrocardiogramma e inviarlo all’ospedale di riferimento. È così possibile fare una prima diagnosi da parte del personale di pronto soccorso, e l’eventuale dirottamento verso strutture più attrezzate, con evidente risparmio di tempo e quindi maggiore possibilità di interventi precoci.

Pippo e il maresciallo dei carabinieri.. (Barzelletta)


Pippo parla con un maresciallo dei carabinieri e gli dice:
"scommettiamo 100 euro che so scrivere senza mani?"
il maresciallo incuriosito: "e come fai?"
Pippo: "vuoi scommettere?"
maresciallo: "ok..va bene."
Pippo prende un foglio e scrive a penna "senza mani"
il maresciallo dei carabinieri rimane stupito e pensa tra se e se che è stato un cretino a cascarci..
Intanto Pippo: "scommettiamo 200 euro che scrivo davvero -senza mani-?"
il maresciallo vuole rifarsi e accetta: "va bene.."
Pippo prende il solito foglio e scrive "davvero senza mani."
il maresciallo si arrabbia perchè è stato nuovamente cretino e si è fatto prendere 300 euro.. Infine Pippo gli dice: ti do la possibilità di rifarti con gli interessi, scommettiamo 500 euro che ho 5 testicoli?
il carabiniere questa volta sicuro di vincere accetta e gli tocca i testicoli
"1........ 2......... basta SONO DUE, non ne hai di più, ho vinto io!!"
Pippo cede i soldi e il maresciallo gli chiede: "ma come mai dopo che hai vinto 300 euro me li hai tornati più altri 200??"
Pippo: "caro maresciallo è vero io ho perso 200 euro, ma..... lo vedi quel tuo collega la in fondo che adesso è tutto arrabbiato?? gli ho detto -scommettiamo 3000 euro che mi faccio toccare i cogli**i dal tuo superiore?-"

Lecco: Sindaco compra crocifissi con i propri soldi e li rimette..


al loro posto.. Tolti dalla precedente amministrazione, ripristinati dall’attuale. Nelle aule di Ballabio (Lecco) sono tornati i crocifissi. E a pagarli di tasca propria è stato il sindaco leghista Alessandra Consonni. Due anni fa, dopo i lavori di sistemazione delle scuole, l’amministrazione locale, ai tempi guidata da Luigi Pontiggia (lista civica e Pd), non aveva posto i crocifissi nelle aule scolastiche. Adesso la nuova giunta ha deciso di riportare il crocifisso nelle aule delle scuole dell’obbligo. In tutto si tratta di 7 alla materna e 12 alle elementari. Il sindaco Alessandra Consonni, eletta nel maggio scorso, ha deciso di ripristinare alcuni simboli e li ha acquistati a proprie spese. Secondo il primo cittadino, «vanno mantenuti i valori del nostro Paese».
Pochi giorni fa un precedente. Il consigliere comunale di Padova Nicola Lodi (Forza Italia) ha deciso infatti di regalare 1.500 crocifissi alle scuole e agli uffici comunali. Lodi ha commissionato, a sue spese, la realizzazione dei crocifissi per mantenere quella che era stata una delle promesse fatte dal sindaco Massimo Bitonci all’indomani del suo insediamento. «Milioni di europei, di italiani, di padovani si sono inginocchiati, abbracciati, sposati davanti a questo simbolo che ci accompagna dalla nascita alla morte, che è patrimonio dell’umanità intera, fonte di speranza, segno distintivo della nostra tradizione e fondamento del nostro futuro» ha spiegato. Immediata la reazione della sinistra, che scatena i militanti giovanili- Sulla vicenda è intervenuta infatti la Rete degli Studenti Medi, che ha parlato di «crociata ridicola fatta da chi prima rinnega la carità cristiana chiedendo di mandare via i profughi e poi pensa ai crocifissi». (Fonte: www.secoloditalia.it)

La principessa.. sul pisello. (Barzelletta)



Una principessa scappa dalla casa del cattivo che l'aveva rapita. dopo aver corso per ore, stanchissima, arriva davanti ad una casetta nel bosco. Decide di bussare e le apre un bambino. La principessa chiede:
"Caro bambino c'è la mamma?"
E lui risponde: "no! è uscita quando è entrato il papà."
"Allora c'è il papà?"
"No! Se n'è andato quando è entrata la nonna."
"Quindi adesso c'è la nonna?"
"No! È uscita quando è entrato il nonno." "Insomma.. Adesso c'è il nonno?"
"No! È uscito quando sono entrato io."
La principessa perde la pazienza e dice:"Ma allora chi cavolo ci abita qui?!"
Il bambino: "Veramente qui nessuno, la casa è laggiù dietro gli alberi.. Questo è solo il cesso."

Il diario di un cane.. (Racconto commovente)


Settimana 1:
Oggi, è una settimana che sono nato; che gioia essere arrivato in questo mondo!

Mese 01:
Mia mamma mi accudisce molto bene. E' una mamma esemplare.

Mese 02:
Oggi, sono stato separato dalla mamma. Era molto inquieta e mi ha detto addio con lo sguardo. Speriamo che la mia nuova "famiglia umana" si occupi così bene di me, come l'ha fatto lei.

Mese 04:
Sono cresciuto in fretta, tutto mi attrae e m'interessa. Ci sono parecchi bambini in casa; sono per me, dei "fratellini". Siamo dei monelli, mi tirano la coda e li mordo per giocare.

Mese 05:
Oggi, mi hanno sgridato. La mia padrona mi ha ripreso perchè ho fatto "pipi" dentro in casa, ma non mi avevano mai detto dove dovevo farla. Inoltre, dormo nella "riserva" ........e non protestavo.!

Mese 12:
Oggi ho compiuto un anno. Sono un cane quasi adulto. I miei padroni dicono che sono cresciuto più di quello che immaginavano.
Ah, come devono essere orgogliosi di me!

Mese 13:
Oggi mi sono sentito molto male. Il mio "fratellino" mi ha preso la mia palla. Io non prendo mai i suoi giocattoli. Allora, me la volevo riprendere. Ma le mie mascelle sono diventate troppo forti e l'ho ferito senza volerlo. Dopo la paura, mi hanno incatenato; non posso quasi più vedere il sole. Dicono che mi tengono d'occhio, che sono un ingrato. Non capisco niente di quello che sta succedendo.

Mese 15:
Tutto è diverso.......vivo sul balcone. Mi sento molto solo, la mia famiglia non mi ama più A volte dimenticano che ho fame e sete. Quando piove, non ho un tetto dove ripararmi.

Mese 16:
Oggi mi hanno fatto scendere dal balcone. Ero certo che la mia famiglia mi avesse perdonato; ero così contento che saltavo dalla gioia. La mia coda si muoveva in tutti i sensi. Oltretutto mi hanno portato con loro per una passeggiata. Abbiamo preso la direzione dell'autostrada e di colpo, si sono fermati. Hanno aperto la portiera dell'auto e sono sceso tutto contento, credendo che stavamo per trascorrere la giornata in campagna. Non ho capito perchè hanno richiuso la portiera e sono partiti. " Ehi, aspettate! mi state dimenticando!.........mi sono messo a correre dietro l'auto con tutte le mie forze. La mia angoscia aumentava quando mi accorgevo che stavo per svenire e.....non si fermavano: mi avevano dimenticato.

Mese 17:
Ho tentato invano di ritrovare la strada per casa "mia". Mi sento solo e mi sono perso. Sul mio cammino, trovo persone di buon cuore che mi guardano con tristezza e mi danno un pò da mangiare. Li ringrazio con lo sguardo e dal profondo del mio cuore. Mi piacerebbe che mi adottassero; sarei leale e fedele come nessuno al mondo. Ma dicono solo "povero, piccolo cagnolino", si sarà perso!!!!!!!!!

Mese 18:
Qualche giorno fà, sono passato davanti a una scuola e ho visto tanti bambini e giovani come i miei "fratellini". Mi sono avvicinato e un gruppetto, ridendo, mi ha lanciato una pioggia di sassi per "vedere chi aveva la mira migliore" Una della pietre mi ha rovinato un occhio e da quel giorno non ci vedo più, da quella parte.

Mese 19:
non ci crederete, ma la gente aveva maggiore pietà per me quando ero più bello. Adesso sono molto magro, il mio aspetto è cambiato. Ho perso un occhio e la gente mi fa scappare a colpi di scopa quando provo a trovare un piccolo riparo all'ombra.

Mese 20:
Non mi muovo quasi più. Oggi, tentando di attraversare la strada dove circolano le auto, mi hanno preso sotto. Pensavo di essere al sicuro in quel luogo chiamato fosso, ma non dimenticherò mai lo sguardo soddisfatto dell'autista che si è addirittura buttato di lato per schiacciarmi. Almeno mi avesse ucciso. Ma mi ha solamente rotto l'anca. Il dolore è terribile, le mie zampe dietro non reagiscono più e mi sono issato con molta difficoltà, verso un pò d'erba ai lati della strada.

Mese 21:
Sono 10 giorni che sto sotto il sole, la pioggia, senza mangiare. Non mi posso muovere. Il dolore è insopportabile. Mi sento molto male; è un luogo umido e direi che il mio pelo sta cadendo. La gente passa, nemmeno mi vedono, altri dicono "non ti avvicinare". Sono quasi incosciente, ma una forza strana mi fa aprire gli occhi......la dolcezza della sua voce mi ha fatto reagire. Lei diceva" povero piccolo cane, in che stato ti hanno ridotto"......con lei c'era un signore con una veste bianca, mi ha toccato e ha detto "mi dispiace, cara signora, ma questo cane è incurabile, è meglio mettere fine alle sue sofferenze". La signora gentile si è messa a piangere ma ha approvato.

Non so come, ma ho mosso la coda e l'ho guardato, ringraziandolo per aiutarmi a trovare finalmente riposo. Ho sentito solo la puntura della siringa e mi sono addormentato per sempre chiedendomi perchè fossi nato se nessuno mi voleva.

Sparge le ceneri del figlio in tutto il mondo..


E questo amore sembra davvero superare la morte: c’è una madre che sta cercando in tutti i modi di accontentare il sogno di un figlio che non c’è più. Si chiamava Cj Twomey e aveva appena vent’anni quando si suicidò il 14 aprile 2010. Facile immaginare il complesso di colpa che subentra inevitabilmente in un genitore, che cerca in se stesso la causa di un gesto tanto tragico. È così che sua madre Hallie, che ne teneva le ceneri in casa, un anno fa ha deciso di tentare di realizzare il sogno di Cj: girare il mondo. Ha aperto una pagina Facebook, “Scattering Cj”, e ha fatto un appello agli internauti: spargere in giro per il mondo una piccola quantità delle ceneri del figlio. A chi accetta viene inviata una bustina e una foto del giovane. La donna chiede solo in cambio una foto all’immagine nel luogo in cui le ceneri vengono postate. Hanno risposto in tantissimi, dalla Namibia alla Cina. Bambini, coppie, anziani. C’è gente che ha portato le ceneri in cima alla montagna, chi in fondo agli abissi, chi in mongolfiera. Per sé ne ha tenute solo una minima parte, incastonate nei gioielli. Su Facebook scrive: «Spedire per posta le ceneri di tuo figlio in giro per il mondo non mi sembrerà mai una cosa giusta, perché è completamente sbagliato che se ne sia andato in quel modo. Come madre la cosa che mi fa più paura è che mio figlio sia dimenticato». Agli utenti, un’altra piccola richiesta: mentre spargono le ceneri, dire a Cj che a lei dispiace di averlo deluso.

Cellule staminali per curare la Sla: la sperimentazione è di un medico di Romano..


E' ancora troppo presto per poter parlare di una cura definitva contro la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), ma certamente si tratta di un grande passo avanti nella lotta contro questa grave malattia neurodegenerativa: sono infatti positivi i risultati dei primi 18 trapianti di cellule staminali cerebrali su malati di Sla nell'ambito della sperimentazione condotta dal professor Angelo Vescovi, 53enne originario di Romano di Lombardia.

La fase I della sperimentazione (condotta su pazienti italiani), giunta a conclusione, ha cioè dimostrato la sicurezza del trattamento. Ma non solo: è anche emerso un beneficio neurologico rispetto alla malattia in 3 pazienti. Dati preliminari che aprono la strada alla concreta speranza di poter arrivare in futuro ad una terapia risolutiva. La sperimentazione di fase I è mirata a dimostrare la sicurezza del trattamento, basato appunto sul trapianto di cellule staminali cerebrali umane prelevate da feti abortiti spontaneamente. In questo caso, non sono stati rilevati eventi avversi importanti legati al trapianto di cellule e alla metodologia chirurgica: la procedura dunque è sicura e si può andare avanti.

Si tratta di una sperimentazione all'avanguardia nell'ambito delle terapie avanzate con cellule staminali, condotta secondo la normativa internazionale vigente e in accordo con le regole EMA (European Medicine Agency), con cellule prodotte secondo lo stretto regime GMP (Good Manufacturing Practice) certificate dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). I risultati, ha commentato all'ANSA il responsabile della sperimentazione clinica Angelo Vescovi, professore di biologia cellulare all'università Bicocca di Milano e direttore scientifico dell'IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Pio, sono "eccellenti. Tuttavia è ancora presto per poter parlare di una 'cura' contro la Sla e sono necessarie ulteriori conferme".

I risultati positivi ottenuti consentono ora di passare alla fase II della sperimentazione, mirata a dimostrare l'efficacia del metodo per arrestare la malattia: partirà nel 2016, sempre in Italia, e sarà condotta su 70-80 pazienti.
Grande attesa, dunque, per la presentazione ufficiale dei risultati della prima fase del trial clinico, in programma a Roma il 29 settembre a Palazzo San Calisto. Un'attesa densa di speranze per i circa 3500 malati in Italia, mentre sono più di 1.000 le nuove diagnosi in un anno. (ANSA).

Ecco arriva l'autunno.. (Racconto di: "R. Schiavo-Campo")


C'era una volta un albero molto giovane che non sapeva che cosa fosse l'autunno. Una mattina vide una cosa molto strana: le rondini si stavano preparando a partire. Perchè se ne vanno? - chiese l'albero a uno scoiattolo.
Non sopportano il freddo - gli spiegò l'animaletto.. - Sai com'è: è in arrivo l'autunno con le piogge e il vento; poi giungerà l'inverno e ci sarà gelo dappertutto.
Ma come faremo noi che non sappiamo volare?
Oh, io me ne starò al calduccio a casa mia e tu cadrai in letargo.
Che cosa vuoI dire?
Penso che sia come dormire - rispose, lo scoiattolo e se ne andò.
«Chiederò spiegazioni a un gatto» disse tra sé l'albero. « I gatti sicuramente lo devono sapere, per- ché non fanno altro che dormire ».
Passava di lì giusto un gatto e l'albero ne approfittò subito:
Ehi, tu, quando dormi vai per caso in letargo?
E come fai?
Semplice - rispose il gatto. - Giro tre volte su me stesso, mi acciambello e chiudo gli occhi.
« Sarà » pensò l'alberello. Tentò di girarsi, di acciambellarsi e di chiudere gli occhi, ma non ci riuscì.
CI Deve esserci un altro sistema pensò. « Lo chiederò al ghiro »
Beh - gli disse il ghiro tra uno sbadiglio e l'altro -prima devi mangiare tantissimo e diventare grasso, poi ne riparleremo:
L'albero cercò di mangiare il più possibile, ma non ingrassava neppure di un etto. Svegliò ancora ilghiro per chiedergli qualche precisazione e questi gli disse:
Cerca di respirare non più di otto volte al minuto. Quando diventerai freddo, il tuo cuore dovrà battere molto lentamente...
Probabilmente questo era un ottimo sistema per il ghiro, ma il povero albero non riusciva a fare cose così difficili.
Intanto le giornate si erano fatte più fredde; la pioggia cadeva e la nebbia avvgeva i rami dell'alberello.
« Morirò dal freddo », pensò l'albero e, mentre cercava una soluzione al suo caso disperato, sentì che gli occhi si chiudevano.
Senza pensarci, chiuse istintivamente i piccoli tubi entro i quali passava il suo sangue e si addormentò.
Le foglie caddero a terra a una a una e l'albero rimase nudo.
(Racconto di R. Schiavo-Campo "Che cosè l'autunno")

Pierino e il nonno.. (Barzelletta)


Il nonno di Pierino è triste perchè alla sua età ormai non riesce più a soddisfare la moglie..
Pierino vedendo il nonno triste gli domanda:
- Nonno che cos'hai?
Il nonno:
- Ehh.. sai Pierino sono giù perchè non posso più fare certe 'cose' con la nonna.
Allora Pierino gli dice:
- Sai nonno, adesso per certe 'cose' ci sono delle pillole apposta!
- Si?..Bene Pierino! Compramene una!
Pierino la compra:
- Ecco nonno! Questa la devi prendere prima di andare a dormire.
- Quant'è?
- 20 euro.
Il nonno prende la pillola e si ritira nella sua stanza.
La mattina dopo:
- Pierino eccoti 50 euro! Te li manda la nonna!

Giovanni.. L'irriducibile ottimista. (Barzelletta)


Giovanni è da sempre un irriducibile ottimista, qualsiasi cosa accada lui esclama sempre ‘poteva andare peggio’.

Un bel giorno i suoi amici decidono di fargli uno scherzo e metterlo in condizione di non poter affermare che “poteva andare peggio”.

Quindi, quando si ritrovano riuniti al bar, uno gli dice: “Giovanni.. hai sentito di Mario?”. Lui: “No, che è successo?”. L’amico racconta che questo Mario, in tarda mattinata è tornato a casa prima del solito, ha trovato la moglie a letto con un altro, ha perso il controllo ed ha ammazzato l’amante della moglie, poi, disperato, ha ucciso anche la moglie e quindi si è impiccato al lampadario dopo aver incendiato la casa.

Giovanni, imperturbabile, esclama: “Beh, poteva anche andare peggio”...
MA COSA DICI?!?” gridano i suoi amici, “come poteva succedere qualcosa peggio di questa grave tragedia!!”.

Sempre composto l’ottimista dice: “Beh.. se Mario fosse rientrato a casa ieri sera, a letto con sua moglie c’ero IO!!!

Oggi ho letto una lettera scritta da un’insegnante di sostegno. Non potevo non condividerla..


“Sono una mamma e una maestra di scuola primaria quest’anno sono stata nominata sul sostegno di una bimba grave, gravissima e …bellissima. Bene: appena arrivo in classe la maestra prevalente mi avverte “Stai attenta alla madre che cercherà in tutti i modi di tirarti dentro alla sua sofferenza e poi è un po’ fissata con il fatto che la figlia può far tutto, capisce tutto ecc.” ed io …sto zitta.

Mi dice che dobbiamo andare a visitare un posto con la classe e che la mamma si è “fissata” col fatto che debba andarci anche la figlia… sto zitta ancora e intanto incrocio gli occhi della bimba che sono quelli della mia e dentro di me le parlo e le dico “stai tranquilla ti ci porto io” …lei sorride è bellissima…nessuna maestra però che ormai è con lei da tre anni mi dice quali siano le sue competenze o no, la diagnosi funzionale è troppo generica. Usciamo e inizia la visita guidata. La bimba con la sedia a rotelle cerca di spingersi avanti per guardare i quadri, le tele, i dipinti ma la maestra di classe mi dice di tirarla indietro perchè leva il posto e la visuale a chi “capisce”…
Resisto e faccio come se non avessi sentito, la porto ovunque e le parlo e le spiego… la maestra mi guarda di sbieco.
Torniamo in classe e mentre tutto il gruppo classe relaziona sull’uscita lei non ha un compito, un libro, niente… e io sono al mio primo giorno e non ho preparato niente. Poco male mi organizzo, la coinvolgo e chiedo alla sua compagna di banco, una bimba carinissima, di farci sbirciare sul libro lei ci prova ma poi dice che non ha tempo deve lavorare con gli altri.
Merenda: da sola e gli altri in gruppo. Cambio pannolino da panico: i bidelli fanno a gara per non venire, ti cambio io amore, è un’ora che sei con la cacca. Parlo con la maestra dell’anno scorso che mi scarica addosso una serie di cattiverie sulla madre sulla famiglia e sul fatto che non si può lavorare con un handicap così grave. Le chiedo se ha mai usato la CAA o la tecnologia e mi dice che loro del sostegno vengono da una laurea in scienze della formazione e che hanno sostenuto solo quattro esami troppo generici per poter sapere tutto…
RESISTO ANCORA. Intanto sono completamente innamorata della mia bimba… in lei c’ è la mia, la sofferenza della madre è la mia … Le risposte le ho da lei. Uno scricciolo accartocciato su se stesso che indica in modo corretto tutti i colori, le forme, le lettere, i numeri che risponde esattamente a tutte le mie domande con gridolini che capisco e interpreto bene.
Le ho dato mille baci e lei mi ha fatto mille carezze. Alla fine della giornata saluto e la maestra di classe mi dice “comunque sei molto portata ne avevamo bisogno”!
Mi giro e sulla porta dico “corro a casa c’è mia figlia completamente disabile che mi aspetta. GELO TOTALE.
Oggi sono arrivata con il mio Ipad e con l’aria di quella incavolata, loro, le maestre hanno cercato di recuperare ma io ho detto: “Sentite, io non sono la maestra di questa bimba, io sono una maestra di classe a supporto della classe, la bimba è di tutti, di tutta la classe quindi o si programma insieme o sono cavoli amari. Se vedeste quello che vedo io in lei, se vedeste dentro questo corpo che non risponde una bimba come le altre desiderosa di scoprire di sapere di giocare di interagire allora questa classe sarebbe migliore, voi sareste delle persone migliori e il mondo sarebbe una favola.”
La mia bimba si è divertita un mondo con le applicazioni app… tutti i bimbi erano dietro di lei a cercare di capire cosa stesse usando… ho fatto un piccolo gruppo ricreativo e fuori dal suo banco ha potuto far merenda con altri bimbi… le ho portato un libro di favole e le ho detto in un orecchio di leggerlo quando non ci sono così non si sente sola. Ha diciotto ore e quando è senza di me… è sola a guardare il nulla.
Ora sono a casa e guardo mia figlia …e spero e prego che lei possa sopravvivere alle cattiverie e all’ignoranza della gente. (Fonte: web)

Una donna un po'... Speciale. (Barzelletta)


Una donna incontra un uomo in un bar e si mettono a chiacchierare.. Notando che tra i due c'è un certo feeling l'uomo le fa delle avance, alchè la donna lo invita a cenare a casa sua. L'uomo accetta tutto contento..
Finita la cena i due ormai in sintonia finiscono a letto.

Al risveglio dopo una bellissima notte d'amore, scambi di promesse di matrimonio e di fedeltà eterna.. lui vede che sul comodino c'è la foto di un altro uomo e comincia dunque a preoccuparsi.
“E' tuo marito” chiede nervosamente.
“Ma no, sciocchino!” le risponde lei, accarezzandogli i capelli.
“Allora è il tuo fidanzato?”
“Neanche” e gli mordicchia l'orecchio.
“E' per caso tuo padre...o tuo fratello?” insiste lui con la speranza di essere rassicurato.
“No tesoro, ma lo sai che sei affascinante quando fai il geloso?!”
L'uomo inizia a spazientirsi e chiede ad alta voce: “Allora si può sapere o no chi è questo?!”
Quello sono io prima dell'operazione...

La lettera di Benedetta.. Un inno alla vita contro l'aborto. (Stupenda)


Lei e' la mia meravigliosa bambina, Maria Stella, e fra quattro giorni avrà cinque mesi.
Ho amato questa figlia dal primo istante in cui ho visto e ascoltato battere il suo cuore in quella ecografia...e' stato sconvolgente, lei era viva, era dentro di me, minuscola, quasi invisibile, ma il suo cuore batteva....e voleva me.
Avevo solo 18 anni...da due giorni..tanti progetti, sogni, allenamenti, gare, feste, scuola, divertimenti. Certo un figlio non era contemplato nel presente, neanche nel futuro, ne' semplice ne' anteriore; anzi per essere sincera non era contemplato proprio nella mia vita.
Ma è capitato, come capita a tante ragazze come me e anche più giovani di me.
Lei era già li'......ho detto si.
E queste siamo noi oggi. Mi hanno detto che ho avuto un coraggio enorme ad andare avanti da sola, un anno fa, cinque mesi fa e oggi. E' vero, c'è voluta tanta forza, ma ci vuole tanto coraggio anche ad affrontare una malattia, una perdita, un dolore, una gara, un rigore...perché non un figlio?
Chi mi conosce sa la mia storia, chi non mi conosce ha inventato le favole più fantascientifiche su di me e su di lei, e le mie povere orecchie hanno sentito di tutto.
Questa figlia e' nata da un grande amore, ma nessun amore, per quanto grande, e' sicuro.
E si resta sole, come qualunque altra donna che abbia concepito il proprio figlio in una sera in discoteca, o in un'avventura senza importanza, o con un uomo di cui non ricorda neanche il nome.
Non buttate i vostri bambini per chi non c'è più,
Non buttateli in cambio dell'amore o delle promesse di un uomo,
Non buttateli per i divertimenti, le feste, l'università, la libertà o per la prospettiva di una vita migliore,
Non buttate questo dono per il mondo, la gente, le chiacchiere, la vergogna, la paura di rovinarvi il corpo, la paura della solitudine...
Un figlio vale più di tutto questo, vale anche più di noi stessi,
E' vero all'inizio ci saranno genitori sconvolti, arrabbiati, delusi, amici che rideranno, vicini che spettegoleranno, persone che vi isoleranno come lebbrose, ma avete il vostro bambino, non siete e non sarete mai più sole e questo, credetemi, basta.
Basta una tuta vecchia con un cuore che vi scoppia di gioia nel petto mentre guardate il vostro bambino spegnere le candeline sulla sua torta anno dopo anno, piuttosto che avere venti paia di scarpe, una bella macchina e tanti vestiti, ma non riuscire a trattenere le lacrime al pensiero che il vostro bambino quelle candeline non le spegnerà mai...
...adesso avrebbe avuto un anno, adesso due....odiare per anni anche solo la vista di un pancione o di un passeggino e distruggersi pensando a come sarebbe stato, se vi avrebbe assomigliato almeno un po', come sarebbero stati i suoi occhi, i suoi capelli....e se fosse stato un maschietto o una bambina.
L'aborto non paga mai, l'aborto devasta per sempre e devasta te, non i tuoi amici, il tuo ragazzo o i tuoi genitori ....devasta te.
E' invece il miracolo e' questo, un sorriso bellissimo, due manine grassocce e un amore indescrivibile.
Ho avuto tanto affetto, tante mani tese ad aiutarmi, incoraggiarmi, darmi forza, persone impensabili che magari prima neanche mi salutavano e dopo facevano a gara per chiamarmi, accompagnarmi e offrirmi il loro aiuto.
Questo fanno i bambini, trasformano tutto ciò che è buio in una luce bellissima e diventano i figli e i nipoti di tutti .....Ahahahah professori compresi.
Restano i cuori duri, ma quelli non fanno storia.
Certo adesso nella mia borsa insieme all'iPhone e ai trucchi ci sono pannolini, biberon, salviettine e ciucci, ma siamo belle lo stesso, anzi siamo belle due volte.
Le notti sono ancora abbastanza movimentate, latte, pagine da studiare, compiti da finire, tanta stanchezza, ma anche tanti sorrisi e facce strane.
A volte lei si sveglia impaurita, allunga la sua manina a cercare i miei capelli o le mie guance e mi guarda come a dire...."Mamma dove sei ?"...e io la guardo e le dico "Amore, mamma e' qui"....lei mi sorride, chiude gli occhi ......e dorme!
Sono qui, questo e' il mio posto, accanto a te, abbracciata a te e ogni mamma sa che nessun posto al mondo e' bello come questo qui.
Madre Teresa di Calcutta diceva : "Le difficoltà della vita non si risolvono eliminando la vita, ma superando insieme tutte le difficoltà". E' vero.
Non buttate i vostri bambini".

"La finestra."


Due uomini in ospedale affrontano la malattia..

Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d’ospedale.
A uno dei due uomini era permesso mettersi seduto sul letto per un’ora ogni pomeriggio per aiutare il drenaggio dei fluidi dal suo corpo.
Il suo letto era vicino all’unica finestra della stanza.
L’altro uomo doveva restare sempre sdraiato.
Infine i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore.
Parlarono delle loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, del loro servizio militare e dei viaggi che avevano fatto.
Ogni pomeriggio l’uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori dalla finestra.
L’uomo nell’altro letto comincio’ a vivere per quelle singole ore nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose e i colori del mondo esterno.
La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto. Le anatre e i cigni giocavano nell’acqua mentre i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo. Giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c’era una bella vista della città in lontananza.

Mentre l’uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi dettagli, l’uomo dall’altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena.
In un caldo pomeriggio l’uomo della finestra descrisse una parata che stava passando. Sebbene l’altro uomo non potesse sentire la banda, poteva vederla. Con gli occhi della sua mente così come l’uomo dalla finestra gliela descriveva.

Passarono i giorni e le settimane. Un mattino l’infermiera del turno di giorno portò loro l’acqua per il bagno e trovò il corpo senza vita dell’uomo vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno. L’infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo.

Non appena gli sembrò appropriato, l’altro uomo chiese se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra. L’infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata che stesse bene, lo lasciò solo.

Lentamente, dolorosamente, l’uomo si sollevò su un gomito per vedere per la prima volta il mondo esterno. Si sforzò e si voltò lentamente per guardare fuori dalla finestra vicina al letto.

Essa si affacciava su un muro bianco.

L’uomo chiese all’infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico morto a descrivere delle così meravigliose al di fuori da quella finestra.

L’infermiera rispose che l’uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro.

Forse, voleva farle coraggio disse.

Epilogo: vi è una tremenda felicità nel rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione.

Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata. Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare.
L’oggi è un dono, è per questo motivo che si chiama presente.

L’origine di questa lettera è sconosciuta, ma porta fortuna. Non tenere questa lettera, spediscila agli amici ai quali vuoi augurare buona fortuna.

E poi Dio distribuì gli anni.. (Leggetela, è troppo divertente)


Il Primo giorno, Dio creò la Mucca e disse:
– Dovrai andare nei campi con il contadino, soffrire tutto il giorno sotto il sole, figliare in continuazione e farti spremere tutto il latte possibile. Ti concedo un’aspettativa di vita di 60 anni.

La Mucca rispose:
– Una vita così disgraziata me la vuoi far vivere per 60 anni? Guarda, 20 vanno benissimo, tieniti pure gli altri 40! – E così fu.

Il secondo giorno, Dio creò il Cane e disse:
– Dovrai sedere tutto il giorno dietro l’ingresso della casa dell’uomo, abbaiando a chiunque si avvicini. Ti assegno un’aspettativa divita di 20 anni.

Il Cane replicò:

– 20 anni a rompermi le palle e a romperle agli altri? Guarda, 10 sono più che sufficienti, tieniti pure gli altri! – E così fu.

Il terzo giorno, Dio creò la Scimmia e disse:

– Dovrai divertire la gente, fare il pagliaccio ed assumere le espressioni più idiote per farla ridere. Vivrai 20 anni.

La scimmia obiettò:

– 20 anni a fare il cretino? Mi associo al cane e te ne restituisco 10! – E così fu

Infine, Dio creò l’Uomo e disse:

– Tu non lavorerai, non farai altro che mangiare, dormire, scopare e divertirti come un matto. Ti assegno 20 anni di vita!

E l’Uomo, implorante:– Come, 20 anni?!? solo 20 anni di questo Bengodi?
Senti, ho saputo che la Mucca ti ha restituito 40 anni, il Cane 10 e la Scimmia altri 10, sommati ai miei 20 farebbero 80,
dalli tutti a me!!! – E così fu.

Ecco perché per i primi 20 anni della nostra vita non facciamo altro che mangiare, dormire, giocare, scopare, godercela e non fare nulla, per i successivi 40 lavoriamo come bestie per mantenere la famiglia, per gli ulteriori 10 facciamo i cretini per far divertire i nipotini, e gli ultimi 10 li passiamo rompendo le palle a tutti.

Tutto gira intorno ad una ruota palindromica:
A 3 anni il successo è: non pisciarsi addosso.
A 12 anni il successo è: avere tanti amici.
A 18 anni il successo è: avere la patente.
A 20 anni il successo è: avere rapporti sessuali.
A 35 anni il successo è: avere moltissimi soldi.
A 50 anni il successo è: avere moltissimi soldi.
A 60 anni il successo è: avere rapporti sessuali.
A 70 anni il successo è: avere la patente.
A 75 anni il successo è: avere tanti amici.
A 80 anni il successo è: non pisciarsi addosso!

Marito e moglie e la maschera.. (Barzelletta)


Marito e moglie sono in vacanza. Il marito dice alla moglie: "c'è una discoteca qua vicino, c'è una festa in maschera, ho comprato una maschera..ci andiamo stasera?" e la moglie stanca gli dice: "no, ho mal di testa, vacci tu". Il marito si mette la maschera che la moglie conosce e se ne va.
La moglie riposa, poi di li a poco le passa il mal di testa e decide di andare anche lei alla festa in maschera mettendosi una maschera che il marito non conosce giusto per vedere come si comporta il marito senza di lei.

Quando arriva in discoteca riconosce la maschera del marito e con disappunto nota che bacia tutte le donne in bocca.

La moglie si arrabbia va da lui e lo convince a fare l'amore, e nota con stupore che suo marito fa l'amore con lei come non l'aveva mai fatto.. Arrabbiatissima se ne ritorna poi di fretta a casa e va a letto, di li a poco rientra anche il marito ma lei fingendo di dormire non gli dice niente.. Alla mattina gli chiede: "com'è andata amore?" e lui: "bene, ma non ci sono andato in discoteca, sono andato ad un bar con alcuni amici... però il tipo a cui ho prestato la maschera mi ha detto che si è divertito!!!"

Bimbo di 4 anni.. Guardate come balla, Incredibile. (Video)




IL significato della forma dei tratti del viso secondo l’antica tradizione cinese..

Facciamo un “salto” in Cina per conoscere una tradizionale interpretazione del significato dei tratti del viso.. STRUTTURA E SIGNIFICATI
PER LA TRADIZIONE CINESE:




IL VOLTO

I cinesi usano una metafora geografica per interpretare i tratti del volto, che dividono simbolicamente in cinque montagne e in quattro fiumi.
Le montagne corrispondono ai punti cardinali,con il mento a nord,la fronte a sud,le guance a est e ovest,e il naso che naturalmente occupa il centro.
I fiumi corrispondono ai canali sensoriali:le orecchie,gli occhi,la bocca e le narici ( e così il naso riunisce entrambi i simboli).
Un viso armonioso (e non necessariamente “bello”) deve avere equilibrio tra le cinque montagne,e nei suoi fiumi deve scorrere acqua chiara e limpida.Simbolicamente significa che l'insieme della “mappa” deve riflettere serenità, tranquillità, saggezza e sensibilità, senza che un elemento prevalga sugli altri, ma compensandosi tutti a vicenda.
La lettura del volto non si riferisce ai tratti che la genesi e la natura ci hanno dato dalla nascita.
Si tratta invece di una lettura “dell'espressione”, ovvero di ciò che si è impresso sul nostro volto nel corso della vita.
Le tensioni muscolari, i tic, le smorfie ecc., ridisegnano il nostro viso corrugandolo qui e spianandolo là,dando luminosità o opacità,rafforzando o indebolendo determinate aree.
Perciò si dice che, entrati nell'età adulta, siamo noi stessi i responsabili del nostro volto..




LA FRONTE

La parte superiore del viso riflette la nostra interiorità in due modi:
– L'aspetto della pelle e la direzione delle rughe.
Una pelle liscia e tersa indica bontà,innocenza e perfino ingenuità.
Una pelle secca indica freddezza,intellettualismo e decisionalità;
una pelle troppo umida può essere indice di nervosismo e squilibrio interiore.
– La fronte è percorsa da linee e solchi,qualunque sia la nostra età.
Due o tre linee parallele indicano equilibrio e armonia, e se i solchi orizzontali sono abbondanti possono segnalare allegria e buon umore.Se le linee sono molto profonde, indicano insicurezza e mancanza di equilibrio.
Le linee verticali che in genere si collocano tra le sopracciglia, possono esprimere una personalità squilibrata, che ha sofferto eventi dolorosi senza riuscire a superarli.




GLI OCCHI

Sono stati chiamati “lo specchio dell'anima” perchè,oltre alla forma,la grandezza e il colore, riflettono in buona misura la nostra personalità (ovviamente,per chi sa leggerla).
Possiamo avere uno sguardo luminoso a qualunque età, e purtroppo ci sono bambini che hanno già uno sguardo opaco e spento.
La chiarezza e la limpidezza dello sguardo sono indici di salute fisica e mentale,di sincerità e di interesse per ciò che si circonda.
Molte malattie del corpo e della mente si riflettono negli occhi mediante vari segni:macchie,opacità,colore giallognolo,pupille velate,e così via.
Tutti questi segni corrispondono anche a sentimenti e azioni prodotte da vibrazioni negative.
La presenza di venette nel bianco dell'occhio coincide in genere con una personalità squilibrata e ambiziosa, mentre gli occhi “arrossati” , se non sono dovuti dal pianto o una situazione pratica, denotano un carattere pessimista e tormentato.




LA BOCCA E LE LABBRA

La bocca è senza dubbio il tratto più espressivo dei sentimenti e del modo di essere pratico.
Allegria,disprezzo,tristezza,dolore e dispiacere,tutte le emozioni si riflettono nell'atteggiamento delle labbra e nella forma della bocca.
L'antico teatro greco rappresentava la tragedia con una maschera dagli angoli della bocca piegati all'ingiù,e la commedia con la stessa maschera ma con gli angoli piegati all'insù.
Perché tutto ciò che abbiamo vissuto,tutto ciò che pensiamo e sentiamo,lascia un'impronta che segna in modo permanente il nostro viso.
Chi ha riso molto e si gode la vita,con un'atteggiamento aperto e allegro,esibirà un perenne sorriso,forse con piccole rughe attorno agli angoli della bocca,e la parte inferiore delle guange liscia e piena.
Al contrario una persona sofferente e amareggiata tenderà a dare alla bocca una curvatura “tragica”,con le labbra serrate e le guance incavate.
Qualunque sia la forma della bocca con cui siamo venuti al mondo,è quasi certo che le labbra delle persone sensuali e ottimiste si ingrandiscono, mentre quelle delle persone molto cerebrali e riflessive si assottigliano.



CONSIDERAZIONE FINALE SUL SENSO DEI TRATTI DEL VISO

Anche se nei testi cinesi abbandonano le interpretazioni di ciascun tratto e di ogni area del volto, e anche se il criminologo italiano Cesare Lombroso riuscì a classificare la propenzione della delinquenza basandosi sulle misure e sulla forma del cranio, non è mia intenzione accogliere questo tipo di pregiudizi basati sulle casualità anatomiche. Voglio dire che non credo si possa giudicare una persona dalla forma delle orecchie, del naso o delle sopracciglia, nonostante i commenti popolari sul naso imporporato dei bevitori, sulla fronte stretta degli ignoranti o il mento sporgente dei volitivi. Concordo in pieno con le considerazioni finali dell'autore del testo… che comunque resta molto interessante…

Ricordatevelo quando incontrate una persona anziana (Leggetela, ne vale la pena.)


Quando un uomo anziano è morto nel reparto geriatrico di una casa di cura in un paese di campagna australiana, si credeva che nulla di valore egli avesse potuto lasciare. Più tardi, le infermiere sistemando i suoi pochi averi, trovarono questa poesia. La qualità ed il contenuto impressionarono lo staff che volle farne tante copie da distribuire agli di tutto infermieri l'ospedale. Un'infermiera di Melbourne volle che una copia della poesia comparisse nelle edizioni di Natale delle riviste di tutto il paese come unico lascito di questo vecchio per i posteri e facendo in modo che figurasse su tutte le riviste per la salute mentale. E' stata anche fatta una raccolta di immagini dedicata a questa semplice ma eloquente poesia. E così questo vecchio, che nulla pareva potesse dare al mondo, ora è l'autore di questa poesia 'anonima' che vola attraverso la rete internet.

"Cranky" uomo vecchio Cosa vedi infermiera ? ..Cosa vedete ? Che cosa stai pensando mentre mi guardi ? "Un povero vecchio"....non molto saggio.. con lo sguardo incerto ed occhi lontani.. Che schiva il cibo.. e non da risposte.. ..e che quando provi a dirgli a voce alta : .."almeno assaggia!" sembra nulla gli importi di quello che fai per lui.. Uno che perde sempre il calzino o la scarpa.. ..che ti resiste, non permettendoti di occuparti di lui.. per fargli il bagno, per alimentarlo... e la giornata diviene lunga .. Ma cosa stai pensando?.. E cosa vedi?? .. Apri gli occhi infermiera!!.. perchè tu non sembri davvero interessata a me.. Ora ti dirò chi sono.. mentre me ne sto ancora seduto qui a ricevere le tue attenzioni... lasciandomi imboccare per compiacerti. "Io sono un piccolo bambino di dieci anni con un padre ed una madre, Fratelli e sorelle che si vogliono bene .. Sono un ragazzo di sedici anni con le ali ai piedi.. che sogna presto di incontrare l'amore.. A vent'anni sono già sposo... il mio cuore batte forte.. giurando di mantener fede alle sue promesse .. A venticinque....ho già un figlio mio.. che ha bisogno di me e di un tetto sicuro, di una casa felice in cui crescere. Sono già un uomo di trent'anni e mio figlio è cresciuto velocemente, siamo molto legati uno all'altro da un sentimento che dovrebbe durare nel tempo. Ho poco più di quarant'anni, mio figlio ora è un adulto e se ne va, ma la mia donna mi sta accanto.. per consolarmi affinchè io non pianga. A poco più di cinquant'anni... i bambini mi giocano attorno alle ginocchia , Ancora una volta, abbiamo con noi dei bambini io e la mia amata.. Ma arrivano presto giorni bui.... mia moglie muore.. ..guardando al futuro rabbrividisco con terrore.. Abbiamo allevato i nostri figli e poi loro ne hanno allevati dei propri.. e così penso agli anni vissuti... all'amore che ho conosciuto. Ora sono un uomo vecchio... e la natura è crudele. Si tratta di affrontare la vecchiaia... con lo sguardo di un pazzo. Il corpo lentamente si sbriciola... grazia e vigore mi abbandonano. Ora c'è una pietra... dove una volta ospitavo un cuore. Ma all'interno di questa vecchia carcassa un giovane uomo vive ancora e così di nuovo il mio cuore martoriato si gonfia.. Mi ricordo le gioie... ricordo il dolore. Io vorrei amare, amare e vivere ancora.. ma gli anni che restano son pochissimi.. tutto è scivolato via.. veloce. E devo accettare il fatto che niente può durare.." Quindi aprite gli occhi gente.. apriteli e guardate.. .."Non un uomo vecchio".. avvicinatevi meglio e... vedrete ME!!

Ricordatevi questa poesia quando incontrate una persona anziana per evitare di metterla da parte senza guardare all'anima giovane che le sta all'interno perchè tutti noi un giorno, saremo così.. purtroppo. Posted by Beppe Tardito on 10/09/2015

Marito e moglie si scrivono.. (Barzelletta)


Alla mia carissima moglie:
durante lo scorso anno ho tentato di fare l'amore con te 365 volte.

Ci sono riuscito 36 volte, che significa una media di una volta ogni dieci giorni.
La seguente è una lista del perchè non ci sono riuscito più spesso:

- 54 volte le lenzuola erano pulite
- 17 volte era troppo tardi
- 49 volte eri troppo stanca
- 20 volte faceva troppo caldo
- 15 volte hai fatto finta di essere addormentata
- 22 volte avevi mal di testa
- 17 volte avevi paura di svegliare i bambini
- 12 volte era il periodo sbagliato del mese
- 19 volte dovevi alzarti presto
- 9 volte non eri nell'umore giusto
- 7 volte avevi preso una scottatura solare
- 6 volte stavi guardando il Costanzo Show
- 5 volte non volevi rovinare la pettinatura appena fatta
- 3 volte avevi paura che ci sentissero i vicini
- 9 volte avevi paura che ci sentisse tua madre

Delle 36 volte che sono riuscito, l'attività non è stata soddisfacente perché:

- 6 volte eri sdraiata e non hai partecipato
- 8 volte mi hai ricordato che avevo una grata in un occhio
- 4 volte mi hai detto di fare alla svelta
- 7 volte ho dovuto svegliarti per dirti che avevo finito
- 1 volta ho avuto paura di averti fatto male perché mi è parso che tu ti spostassi.

Al mio caro marito:
credo che tu sia un po' confuso. Queste sono le ragioni per le quali non hai ottenuto niente di più:

- 5 volte sei tornato a casa ubriaco e hai cercato di scoparti il gatto
- 36 volte non sei proprio tornato
- 21 volte non sei venuto
- 31 volte sei venuto troppo presto
- 19 volte ti si è ammosciato prima che tu potessi infilarlo 10 volte avevi i crampi alle dita dei piedi
- 38 volte ci hai provato troppo tardi
- 29 volte dovevi alzarti presto per andare a giocare a golf
- 2 volte eri stato coinvolto in una rissa e qualcuno ti aveva colpito nelle palle
- 6 volte sei venuto nel pigiama mentre ti leggevi un porno
- 98 volte eri troppo occupato a guardare il calcio in TV

Per le volte che ci siamo riusciti, la ragione per cui io stavo semplicemente sdraiata era che avevi mancato la mira e ti stavi scopando le lenzuola.

Non ho mai parlato di grata nell'occhio, ma ti avevo chiesto se mi preferivi girata o in ginocchio.

La volta che ti pareva che mi stessi spostando era perché avevi scoreggiato e stavo semplicemente cercando di respirare

Metastasi ai polmoni e al fegato, ecco come sono guarita...


Questa è la storia di Veronica.

Veronica due anni fa ha scoperto un tumore già esteso. E, dopo poco, recidive ad altri tre organi. Nonostante ben 11 cicli di chemio c’erano ancora 4 metastasi ai polmoni e al fegato.

"Non potevo più continuare con la chemioterapia, ero piegata dai dolori e soggetta a crisi convulsive.."

Racconta lei che ora ha 54 anni e sta bene.

L’oncologia ufficiale non ha dato alternative a Veronica, il protocollo è quello. E lei, che ha due fratelli medici, uno in Messico (ematologo) e uno in Francia (immunologo), ha scelto da sola la sua terapia salvavita, un mix di sana alimentazione e integratori. “Ma prima di ingerire qualcosa, chiedevo puntualmente il loro parere”. E l’ok è sempre arrivato.

Veronica è violinista. Non ha mai abbandonato il suo lavoro di orchestrale, neppure nei momenti peggiori. “La musica è la mia vita – dice – Ho scelto di non rinunciare ai concerti, anche quando avrei rischiato di ammalarmi stando in mezzo alla gente perchè avevo le difese immunitarie azzerate dalla chemio”.
Come sono guarita dal tumore?!?
via la farina bianca per eliminare metastasi al fegato

ha eliminato la farina bianca

“Durante la chemio ero ingrassata 15 chili. Per combattere la nausea mangiavo pasta e tanti spuntini con il pane. Ho cominciato a eliminare le farine raffinate e lo zucchero. Non solo: anche carne e latticini.

Sono sempre stata golosa, mettevo due cucchiaini di zucchero nel caffè, ne bevevo tre o quattro, quindi ho tolto gli otto cucchiai di zucchero al dì. Spesso prendevo anche una Coca cola, con la scusa della pressione bassa. Facevo colazione con la brioche. A pranzo mangiavo pasta e la sera, molte volte, una tazza di latte, sempre con brioche. E siccome consumavo poca carne, ero convinta di mangiare bene…”. (Fonte: http://blog.ilgiornale.it)

Dove o da chi ha appreso che questi sono errori alimentari?

“Soprattutto dagli studi sui cinesi di Colin Campbell (The China Study) e dai testi di David Schreiber, lo psichiatra e neuroscienziato francese vissuto 19 anni con un tumore al cervello, autore dei libri Guarire e Anticancro.

Tutti i libri e le ricerche sull’alimentazione concordano su questi punti…

Ho quasi eliminato le proteine animali, ogni tanto il pesce azzurro o pochissima carne usata come condimento. Ho sostituito la pasta bianca con grandi piatti di riso e quinoa. Preparo il pane in casa (uso la macchina che impasta e cuoce) con farine biologiche e integrali al 100%, alterno avena, grano, segale. Vi aggiungo semi, lino, zucca o girasole”.

contro le metastasi ai polmoni il tè verde

Tè verde a colazione.

La colazione?
“Trenta minuti prima di mangiare prendo l’ascorbato di potassio, adatto a contrastare l’acidità del corpo che è il terreno fertile del cancro.

Poi inizio con una tazza di tè verde. Quindi caffè e latte vegetale (avena, farro, miglio, mandorle, riso), sul pane spalmo marmellata biologica senza zucchero o miele di agave che ha il pregio di non alzare la glicemia. Poi tanta frutta secca, noci, nocciole, anacardi.

A metà mattina bevo un litro di centrifugato (sedano, finocchio, carote, frutta, quello che ho, con aggiunta di zenzero, potente anti-infiammatorio), un giorno vi aggiungo una bustina di glutatione in polvere (catena di aminoacidi antiossidanti), un altro l’aloe o le bacche di goji”.

Il pranzo?
la curcuma per curare le metastasi
la curcuma un po’ ovunque

“Cerco di variare il più possibile i cereali, quasi mai la pasta bianca. Condisco i piatti come farei con la pastasciutta, pomodoro, verdure o erbette e spezie. Provo a inserire la curcuma dappertutto. Da messicana cucino volentieri fagioli e tortillas di mais. Tutti i giorni un’insalata di verdure crude e semi”

La cena?
“Zuppe di legumi, minestroni, passati, tortini di verdure o il latte. Ma, quest’ultimo, solo vegetale e con cereali non zuccherati industrialmente: fiocchi d’avena con un po’ di miele d’agave e cannella”.

I risultati
In questo modo le sono scomparse 4 metastasi ai polmoni e al fegato, dopo quanto tempo?
“Le metastasi sono sparite completamente dopo un anno di alimentazione sana. Ma, come dicono i medici, non si può sapere se questo è stato l’effetto ritardato della chemio o un miracolo. Colin Campbell (l’autore di The Cina Study) ha una spiegazione scientifica: per lui sono riuscita ad affamare le cellule del mio cancro e a impedirne la proliferazione”.

Ma cosa le ha detto l’oncologa, quando, dopo un anno, ha visto che ecografie e Tac non mostravano più segni del tumore?

“Prima mi ha chiesto se avessi seguito qualche cura, poi, quando le ho detto che ho stravolto il modo di mangiare e inserito un paio di integratori, mi ha guardato come avrebbe fatto con una bambina che crede alle favole”.

Però le ha detto che la favola non è vera.

“Sì. Prima ha detto che l’alimentazione non c’entra. Poi ha aggiunto che ‘nessuno ha la verità assoluta’”.

"Dipende." Come vedi, tutto dipende dalle mani in cui gli oggetti si...


Un pallone da Basket nelle mie mani vale 20 Euro.
Nelle mani di Michael Jordan vale circa 30 milioni di Euro.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Una palla da baseball nelle mie mani vale 4 Euro.
Nelle mani di Mark McGuire vale circa 17 milioni di Euro.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Una racchetta da Tennis nelle mie mani è praticamente inutile.
Nelle mani di Venus Williams, è la vittoria in un torneo.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Un bastone nelle mie mani tiene lontano un animale selvatico.
Un bastone, nelle mani di Mosè divide il Mar Rosso.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Una fionda nelle mie mani è un giocattolo per bambini.
Una fionda nelle mani di Davide è un'arma straordinaria.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Due pesci e cinque panini nelle mie mani sono una buona merenda.
Due pesci e cinque panini nelle mani di Dio sfamano le moltitudini.
Dipende dalle mani in cui si trovano.

I chiodi nelle mie mani possono produrre una cuccia per cani.
Nelle mani di Gesù Cristo producono salvezza per il mondo intero.
Dipende dalle mani in cui si trovano.

Come vedi, tutto dipende dalle mani in cui gli oggetti si trovano.
Allora, metti i tuoi ragionamenti, le tue preoccupazioni, le tue paure le tue speranze, i tuoi sogni, la tua famiglia e i tuoi rapporti con gli altri nelle mani di Dio, perché...
..dipende dalle mani in cui si trovano.

"L'angelo".. Sarà vero?!?.. Un racconto bellissimo


Ogni volta che un bambino muore, scende sulla terra un angelo del Signore, prende in braccio il bimbo morto, allarga le grandi ali bianche e vola in tutti i posti che il bambino ha amato; poi coglie una manciata di fiori, che porta a Dio, affinché essi fioriscano ancora più belli che sulla terra. Il buon Dio tiene i fiori sul suo cuore, ma a quello che ha più caro di tutti dà un bacio, e questo riceve la voce e può cantare nel coro dei beati.
Tutto questo veniva raccontato da un angelo del Signore mentre portava un bambino morto in cielo, e il bambino lo sentiva come un sogno; e volavano per la casa, nei luoghi dove il bambino aveva giocato, e poi nei deliziosi giardini pieni di fiori bellissimi.
"Quale dobbiamo prendere da piantare in cielo?" chiese l’angelo.
Nel giardino si trovava un alto roseto, ma un uomo cattivo aveva spezzato il fusto, così tutti i rami pieni di grandi gemme sbocciate a metà, si erano piegati e appassivano.
"Povera pianta", disse il bambino, "prendi quella, così potrà fiorire vicino a Dio".
E l’angelo raccolse quella pianta, e diede un bacio al bambino, così egli aprì un po’ gli occhietti. Colsero quei magnifici fiori, ma presero anche la disprezzata calendula e la selvatica viola del pensiero.
"Adesso abbiamo i fiori", disse il bambino, e l’angelo annuì, ma ancora non volarono verso Dio. Era notte e c’era silenzio; rimasero nella grande città e volarono in una delle strade più strette, dove si trovava un mucchio di paglia, cenere e spazzatura: c’era stato un trasloco, e dappertutto c’erano pezzi di piatti, schegge di gesso, cenci e roba scartata.
E l’angelo indicò, in tutta quella confusione, alcuni cocci di un vaso di fiori; lì vicino c’era una zolla che era caduta fuori dal vaso, ma che era rimasta compatta a causa delle radici di un grande fiore di campo appassito, che non valeva più nulla e per questo era stato gettato via.
"Portiamolo con noi!", disse l’angelo, "poi, mentre voliamo, ti racconto perché".
E così volarono e l’angelo raccontò:
"Laggiù, in quella strada stretta, in un seminterrato, viveva un povero ragazzo ammalato; fin da piccolo era rimasto sempre a letto, quando proprio si sentiva bene poteva camminare per la stanza con le stampelle, ma non poteva fare altro. In certi giorni d’estate i raggi del sole arrivavano per un mezz’ora nella stanzetta del seminterrato, allora il ragazzino si metteva seduto a sentire il caldo sole su di lui e guardava il sangue rosso che scorreva nella sue dita sottili che teneva davanti al viso. In quei giorni si poteva dire: ‘Oggi il piccolo è uscito!’.
Il ragazzo conosceva il verde primaverile del bosco solo perché il figlio del vicino gli portava il primo ramo di faggio con le foglie, e lui se lo alzava sul capo e sognava di trovarsi sotto i raggi del sole che splendeva e gli uccelli che cantavano. Un giorno di primavera il figlio del vicino gli portò anche dei fiori di campo, e tra questi ce n’era per caso uno ancora con le radici: perciò fu piantato in un vaso e messo sulla finestra vicino al letto.
Il fiore, piantato da una mano amorevole, crebbe, mise nuovi germogli e ogni anno fiori. Questo divenne il paradiso meraviglioso del ragazzo, il suo piccolo tesoro sulla terra. Lo bagnava e lo curava e si preoccupava che ricevesse anche l’ultimo raggio di sole che penetrava dalla bassa finestrella; e il fiore cresceva anche nella fantasia del ragazzo perché fioriva per lui, per lui emanava il suo profumo e gli rallegrava la vita. E quando il Signore chiamò il ragazzo, egli si volse, morendo verso quel fiore.
Da un anno ormai è presso Dio, e per un anno intero il fiore è rimasto abbandonato sulla finestra ed è appassito. Per questo è stato gettato tra la spazzatura durante il trasloco. E proprio quel fiore, quel povero fiore appassito noi l’abbiamo messo nel nostro mazzo, perché quel fiore ha portato più gioia che non il più bel fiore del giardino reale".
"Ma come mai sai tutte queste cose?" domandò il bambino che l’angelo portava in cielo.
"Le so perché io stesso ero quel povero ragazzo malato che camminava con le stampelle!" spiegò l’angelo. "E conosco bene il mio fiore!".
Il bambino spalancò gli occhi e guardò il viso bello e felice dell’angelo; in quel momento giunsero in cielo, dove c’era gioia e beatitudine. Dio strinse al cuore il bambino morto e subito gli spuntarono le ali, come all’altro angelo, e insieme volarono via, tenendosi per mano.
Poi Dio strinse al cuore il mazzetto di fiori e baciò quel povero fiore di campo appassito, che subito ebbe voce e cantò con tutti gli angeli che volavano intorno a Dio: alcuni vicinissimi, altri in grandi cerchi intorno a Lui, e altri ancora molto più lontani, nell’infinito, ma tutti ugualmente felici. E tutti cantavano, piccoli e grandi, anche il bambino buono e benedetto, e quel povero fiore di campo che era appassito ed era stato gettato nella via stretta e buia, tra la spazzatura di un trasloco. (Hans Christian Andersen)

Gli sposi in paradiso.. (Barzelletta)


Il signor Alberto muore e sale in Paradiso. Pochi mesi dopo muore quella che era stata sua moglie, Carmela, e anche lei va in Paradiso. Appena arrivata si mette a cercare ovunque il suo Alberto: "Amoreee, amoreee?! Dove seiiii?" ma Alberto si nasconde sempre, fino a quando Carmela lo trova. "Amore! Eccoti finalmente, ti ho cercato tanto sai?! Dove eri finito?"
"Senti Carmela, lasciami stare, il prete era stato chiaro, aveva detto - finché morte non vi separi -"

Ecco i 18 tipi di utenti che puoi trovare su facebook... (Da leggere)


Facebook viene utilizzato in mille maniere: comunicare, condividere pensieri, foto e notizie; fare gruppo, promuovere attività, lanciare eventi, ingannare il tempo in ufficio; raccogliere consensi, alimentare passioni e amicizie, fare proselitismo. Chi vi è iscritto, però, sa bene che la maggior parte degli utenti lo usa per due motivi principali:

1 - farsi i fatti degli altri;

2 - soddisfare l’amor proprio ricevendo un feedback qualsiasi, un commento o un “mi piace” (e, a volte, questo meccanismo può creare anche una certa dipendenza).

Inevitabile, quindi, che su Facebook emerga almeno in parte la personalità di ciascuno di noi o, per lo meno, l’immagine che vogliamo costruirci addosso. Saltano così fuori i "tipi" più disparati: l’elenco che segue è ovviamente incompleto, e non necessariamente un tipo esclude l’altro; anzi, molto spesso in uno stesso utente convivono due o più profili. Chi scrive, ad esempio, si riconosce in molti di questi modelli.

1. IL LAMENTOSO - quando apri Facebook il lunedì mattina trovi quasi sempre una sua frase in cima alla timeline. Incurante del fatto che, secondo le ultime statistiche, è più che probabile che 1/3 dei suoi amici sia disoccupato, si lamenta di dover lavorare.
Il lunedì si lamenta perché è lunedì, il martedì e il mercoledì si lamenta perché è solo martedì e mercoledì, da giovedì può iniziare il conto alla rovescia per l’imminente weekend che ha termine tra esultanze e scene di giubilo soltanto il venerdì nel tardo pomeriggio. Il sabato solitamente non si connette, ma riappare puntuale la domenica sera quando si lamenta perché il weekend è volato via troppo presto e il giorno dopo, guarda un po’, è di nuovo lunedì.

2. L'ESIBIZIONISTA - Ci sono esemplari di entrambi i sessi, ma trova le sue espressioni migliori nell’utente di sesso femminile. È la prima a saltare all’occhio quando ti connetti. D’altronde, come non notare le sue provocanti foto in lingerie che campeggiano sulla tua bacheca? Sguardo ammiccante e capelli al vento, a cavallo di un’Harley, o accovacciata sul cofano di una fuoriserie, colleziona “mi piace” e complimenti scontati (oltre che di dubbio gusto).

3. IL MANIACO SESSUALE - Se ne hai qualcuno, forse non lo sai. Io ne ho uno tra i miei contatti, ma l’ho scovato per puro caso.
Di solito agisce nell’ombra e gli audaci link che condivide sulle natiche di Belen, il davanzale della Clerici e l’ultima fatica di Sara Tommasi sono solo specchietti per le allodole e quasi mai prova di colpevolezza. Soltanto l’esibizionista di cui sopra, e di cui è naturale controparte, può aiutarti a smascherarlo: il maniaco l’ha vista mezza svestita tra i tuoi amici e l’ha contattata per proporle un rapporto sessuale. E lei si è vendicata svergognandolo sulla sua bacheca.

4. LA FEMMINISTA FERITA - Nell’eterna lotta tra uomo e donna, quest’ultima ha sempre bisogno di difendersi dal maschio cattivone. Afflitta da storie amorose finite male di cui, guarda caso, è sempre vittima, comunica solo attraverso aforismi.
Le sue frasi non hanno mai come obiettivo il soggetto singolo, quanto piuttosto il genere maschile nella sua universalità.

5. LA ROMANTICA ILLUSA - Condivide esclusivamente fotografie di baci e corpi intrecciati, la cui didascalia sembra copiata pari pari dai bigliettini dei Baci Perugina.
Per lei l’amore è un apostrofo rosa tra le parole Fabio e Volo.

6. L’ANIMALISTA CONVINTO - L'animalista convinto: pubblica foto di cani abbandonati in autostrada o ridotti in brandelli, condivide notizie di torture su animali, invita a prendere parte a blitz per la liberazione delle cavie. Spesso è anche vegetariano e te lo ricorda di continuo, tentando, senza successo, di farti sentire in colpa per la fiorentina che hai ingurgitato con sommo piacere la sera prima.

7. IL TENERO GATTOFILO - È la versione annacquata dell’animalista di cui sopra. È forse l’amico visibilmente più riconoscibile perché infesta la tua homepage di animaletti di ogni tipo, ma soprattutto di gattini. Arrampicati, dormienti, in volo, seduti, accoccolati, questi cari amici felini vengono condivisi in ogni loro tenero atteggiamento. Ma i link peggiori sono le vignette in cui i gatti vengono antropomorfizzati: un fumetto ti informa dei loro pensieri, delle loro massime e delle lezioni di vita che hanno da darti.

8. IL GIUSTIZIALISTA - Condivide quasi sempre notizie di cronaca nera (omicidi, suicidi e violenze di ogni tipo) al solo scopo di insultarne il protagonista e invocarne la pena di morte o, nei più brutali casi di stupro, la castrazione. Vorrebbe reincarnarsi in Marco Travaglio.

9. IL GRILLINO - È una categoria di amici in forte ascesa negli ultimi anni. La Rete per lui è un campo di battaglia. Si nutre di populismo e demagogia, pubblica continui insulti alla casta, vuole convincerti dell'inesistenza dell'Aids o informarti sul fenomeno delle scie chimiche, diffonde i prezzi del menù della mensa di Montecitorio, o la foto di D’Alema in barca. Ma si ha quasi sempre l’impressione che, se fosse al posto dei politici che tanto depreca, si comporterebbe esattamente come loro.

10. L’OPINIONISTA - Condivide soltanto articoli scientifici o giornalistici (per lo più economici), snocciola cifre e si interessa di Pil e di finanza. Non ama perdere tempo in futili discussioni, prende il social network molto seriamente per informarsi, scambiare opinioni e imparare sempre qualcosa di nuovo.
Se non ami leggere giornali e siti d’informazione, abbi cura di averne almeno uno fra gli amici. Grazie a lui sarai sempre aggiornato e, se è uno serio, ti può dire se e quando finirà davvero la crisi.

11. IL GRAMELLINISTA - Incline all'utilizzo sfrenato di citazioni di Cavour e di Platone grazie alle quali può atteggiarsi a filosofo nazional-popolare, sprona continuamente gli amici a guardare il mondo con gli occhi ingenui di un bambino. Cerchiobottista di professione, crede nell'amore, nei piccoli gesti e nella bellezza. Tutte cose che, a suo dire, salveranno il mondo. E ci faranno uscire dalla crisi.

12. IL KOMPAGNO (o presunto tale) - Scrive e commenta come uno della vecchia guardia, ti lascia intendere di avere un tatuaggio del Che sull’avambraccio e di tenere sul comodino Il Capitale di Marx e il Libretto rosso di Mao. Ti invia continui inviti a conferenze e manifestazioni sindacali, condivide notizie di operai penalizzati dal sistema capitalista, dice di essere intransigente e di lottare a spada tratta contro il padrone. A un certo punto, però, tutto va in fumo perché scopri che ha la tessera del PD.

13. IL TIFOSO - quasi sempre tifa per una squadra a strisce, si collega solo per esultare dell’ennesimo latrocinio della propria squadra del cuore o per lamentarsi di un eventuale arbitraggio che, una volta tanto, è stato imparziale. Spesso inneggia a un presunto campione che per lui è anche modello di vita, salvo poi scaricarlo alla prima occasione. Non di rado sbeffeggia i tifosi delle altre squadre perché non vincono nulla. Ma attenzione, si atteggia a ultrà soltanto quando la sua squadra del cuore è in lotta per lo scudetto. Statene certi: quando non vince, non si connette neanche.

14. LA FOODBLOGGER - Ti connetti al mattino e la prima immagine è quella di una sobria parmigiana, di una leggera peperonata o di dietetiche uova ripiene. In tarda mattinata la maledici perché comincia a farti venire fame, anche se mancano ancora un paio d'ore all'ora di pranzo. Nel primo pomeriggio ti becchi il resoconto del suo pranzo e rischi di rimettere il tuo.
In serata, se va a cena al ristorante, ti rende partecipe della sua esperienza fotografando ogni singola portata. Ti chiedi sempre quanti pasti contempli la sua giornata.

15. IL TROLL – Quello che usa Facebook solo per sollazzarsi cercando lo scontro con gli altri utenti. Se una cosa è condivisa da molti lui va contro aspramente e se una cosa è osteggiata dal popolo del social lui ne tesse le lodi. E più critiche riceve, più si carica e la difende, spesso e volentieri va in giro a commentare con frasi volgari e insulti gratuiti tanto nel suo profilo non troverete una sua foto in quanto probabilmente il suo account è falso.

16. IL BLASFEMO - È il classico amico che non te le manda a dire. Ce l’ha col mondo intero, o, a volte, solo con i suoi amici di Facebook. Spesso li insulta gratuitamente, molto più spesso una bella bestemmia gli regala qualche attimo di sollievo.
Sempre sboccato e spesso ironico, ha Padre Pio e il Papa tra i suoi bersagli preferiti, ma non disdegna santi e madonne dai nomi più improbabili che evoca per riderne di gusto con gli altri suoi compari.

17. IL POTENZIALE ALCOLISTA - Di solito la domenica, nel tardo pomeriggio, si vanta di essersi appena svegliato, dopo essere tornato a casa sui gomiti alle otto del mattino.
Racconta continuamente di bere alcool a più non posso, condivide motti di spirito e aforismi sulle gioie del bere, ha solo foto che lo ritraggono con in mano cocktails e superalcolici perché crede che bere faccia davvero figo.
Questo genere d’amico, come il lamentoso di cui sopra, vede il weekend come la panacea di tutti i mali.

18. L’INDIFFERENTE (o presunto tale) - Passa parecchio tempo su facebook, ma non commenta mai. È quello che pur aprendo questo link e leggendolo da cima a fondo non mi darà la soddisfazione di scrivere qualcosa o di cliccare sul mi piace. (Giuseppe Sciara)

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