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31 ottobre news: Figlio ubriaco uccide di botte la madre e riduce in...

Figlio ubriaco uccide di botte la madre e riduce in fin di vita la zia.
Ha ucciso di botte l’anziana madre perché ubriaco e, probabilmente dopo una discussione, si è scagliato con violenza contro la donna e la zia colpendole con calci e pugni. L’orrore in una abitazione in via San Giovanni Battista a Marigliano, comune in provincia di Napoli, dove nella notte tra il 16 e il 17 ottobre scorso l’uomo, 48 anni, dopo essere rincasato ha aggredito le due donne di 76 e 67 anni che vivevano insieme.

Le due donne sono state soccorse da due ambulanze: una è stata portata all’ospedale di Nola, l’altra all’ospedale del Mare.

Entrambe erano ricoverate in prognosi riservata poi, quasi due settimane di agonia, nella mattinata del 31 ottobre la 76enne madre dell’uomo è deceduta in seguito alle gravi lesioni riportate. La sorella, trasferita anche lei all’ospedale del Mare, è sempre in prognosi riservata. L’uomo era stato arrestato per lesioni aggravate e portato in carcere nel penitenziario di Poggioreale. Adesso l’accusa nei suoi confronti si aggrava: dovrà rispondere anche di omicidio.

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Una card di 480 euro al mese contro la povertà diventa legge. Ecco i requisiti per averli...


Roma - Via libera dall’Aula del Senato al Disegno di legge delega sul contrasto alla povertà che è stato approvato con 138 Sì, 71 No, 21 astenuti. Il provvedimento che ha già incassato l’ok della Camera diventa legge e verrà così introdotto il cosiddetto reddito di inclusione per quei nuclei familiari che avranno i requisiti previsti dalla legge.

L’approvazione del ddl sulla povertà rappresenta un «passo storico» verso l’introduzione di una misura universale che tenga conto della condizione di bisosgno economico e non dell’appartenenza a singoli categorie (anziani, disoccupati, genitori soli, ecc.» Così il ministro del Lavoro Giuliano Poletti saluta l’approvazione definitiva del provvedimento che introduce il reddito da inclusione, cosiddetto REI.

Tale strumento, dice il ministro, «rappresenta il pilastro fondamentale del Piano nazionale per la lotta alla povertà e colma un vuoto annoso nel sistema italiano di protezione degli individui a basso reddito, che ci vedeva come l’unico Paese, insieme alla Grecia, privo di una misura strutturale di contrasto alla povertà. Il REI è il segno di un nuovo approccio alle politiche sociali, fondandosi sul principio dell’inclusione attiva, ovvero sul vincolo di affiancare al sussidio economico misure di accompagnamento capaci di promuovere il reinserimento nella società e nel mondo del lavoro di coloro che ne sono esclusi».

«Per quanto riguarda il reinserimento al lavoro -aggiunge Poletti- sarà naturalmente determinante il ruolo dei Centri per l’impiego che potranno contare su 600 ulteriori unità di personale che, nella prospettiva di attuazione del REI, avranno il compito, in collaborazione con i servizi sociali del territorio, di favorire il collocamento al lavoro delle persone più deboli». (Fonte: IL SECOLO XIX)

INCREDIBILE: Biella 4 marzo, ragazza sviene per strada, nella sua borsa c'era un feto.


Biella 4 marzo: ragazza sviene per strada, nella sua borsa c'era un feto.

Nascondeva nella sua borsa un corpicino senza vita, il feto che avrebbe abortito poco prima. E si è accasciata, svenuta in strada. Una giovane donna, quasi sicuramente nigeriana, è stata soccorsa oggi a Candelo, nella provincia di Biella, dove è stata trovata da un passante. Ricoverata in ospedale, non è in pericolo di vita, ma la sua vicenda rivela probabilmente un giro di sfruttamento della prostituzione nelle campagne biellesi. Candelo, nota soprattutto per il suo affascinante ricetto medievale, fa parte di un'ampia regione a nord dell'autostrada Torino-Milano dove è frequente imbattersi in prostitute lungo le strade, che si sparpagliano dalle campagne dopo essere arrivate sul pullman autostradale o in treno. E la nigeriana soccorsa avrebbe continuato a "lavorare" anche se era rimasta incinta.

È stato un passante a notare la donna svenuta sul bordo della strada, sporca di sangue. I soccorritori giunti hanno subito capito che si poteva trattare delle conseguenze di un aborto e ne hanno avuto la conferma quando, cercando nella borsa della donna, hanno trovato il feto. Impossibile risalire all'identità della donna: tra gli effetti personali non è stato trovato alcun documento. È probabile che non abbia alcun permesso di soggiorno e che faccia parte delle 'lucciolè pendolari da Torino o Milano che ogni mattina raggiungono le strade dei piccoli comuni delle province di Biella, Vercelli e Novara. Le sue condizioni sono migliorate, dopo le cure alle quali è stata sottoposta nel reparto di Ginecologia dell'ospedale di Biella Ponderano, ma la donna fa capire di non parlare italiano: perciò non è stato ancora possibile ricostruire la sua vicenda. La procura di Biella ha aperto un'inchiesta. (Fonte: http://www.ilmessaggero.it/)

INCREDIBILE, Padova: Medico faceva sesso con pazienti con la scusa di...


Padova 28 febbraio: Medico faceva sesso con pazienti con la scusa di utilizzare "nuove tecniche terapeutiche".

Accade a Padova, dove un medico del reparto di Endocrinologia, di sessantaquattro anni, costringeva le pazienti a subire molestie con la scusante di stare utilizzando su di loro una nuova metodologia di cura studiata ed approvata nell'ambito universitario e medico di Milano. L'accusa che grava nei confronti di Franco Lumachi, medico e professore alla facoltà di Medicina, è quella di violenza sessuale continuata nei confronti delle proprie pazienti e secondo questa accusa sarebbe stato condannato a circa quattro anni di reclusione dalla Corte di Cassazione. Si tratta di un caso ormai "vecchio" che è stato nuovamente tirato in ballo dopo una condanna imposta dalla Corte d'Appello della città di Venezia che aveva previsto per l'uomo una reclusione superiore di appena un mese rispetto a quella accordata nell'ultimo periodo.
La denuncia di violenza arriva da una sua paziente

A far scattare le indagini sull'uomo, e le successive condanne, è stata proprio una paziente di quest'ultimo, di appena venticinque anni, che ha avuto il coraggio di confrontarsi direttamente con la direzione dell'ospedale, la quale ha fatto scattare la denuncia per il medico. La giovane ha ammesso di esser stata molestata dall'uomo che avrebbe dovuto curarla ed ha riportato le parole che il medico le ripeteva durante le sedute. Le motivazioni di quei gesti erano legate ad una nuova metodologia terapeutica approfondita all'università di Milano e che, secondo le sue "credenze" sarebbero giovate per il benessere fisico e mentale della ragazza, così come delle altre pazienti tratte in inganno. Un semplice "gioco", che avveniva all'interno di un ambiente chiuso e con le luci soffuse, che portava le pazienti ad avere orgasmi a volte multipli al solo "scopo terapeutico". Atteggiamenti che hanno destato non pochi sospetti nella venticinquenne e che hanno, fortunatamente, spinto chi di dovere ad avviare le dovute ed approfondite ricerche per riuscire a trarre il medico in questione con le mani nel sacco. L'uomo, ovviamente, subito allontanato dall'azienda, è stato ora condannato a quattro anni e due mesi di reclusione.

Esenzione Ticket Sanitario, ecco chi ne ha diritto...


Esenzione ticket sanitario. Ecco un elenco completo delle categorie di pazienti che hanno diritto a non pagare la prestazione sanitaria.

Esenzione per reddito
Oltre al fattore patologico, anche quello economico può incidere sull’esenzione dal pagamento di ticket sanitari. Possono richiedere l’esenzione:
CODICE E01 - Cittadini di età inferiore a 6 anni e superiore a 65 anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore a 36.151,98 euro;
CODICE E0 - Disoccupati e loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico; lo status di disoccupazione deve essere autocertificato annualmente dal soggetto interessato la Asl di appartenenza.
CODICE E03 - Titolari di pensioni sociali e loro familiari a carico;
CODICE E04 - Titolari di pensioni al minimo di età superiore a 60 anni e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 euro, incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 euro per ogni figlio a carico.

È il medico di famiglia o il pediatra che, disponendo del Sistema Tessera Sanitaria, può verificare al momento della
prescrizione il diritto all’esenzione. Una volta accertato, correderà la ricetta con il codice di riferimento per l’esenzione.

Esenzione per malattie croniche
Sono esenti dal pagamento del ticket coloro che siano affetti da malattie croniche o invalidanti. Affinché i cittadini sapessero quali patologie classificare in questo modo, il Ministero della Salute ha messo a disposizione online un loro elenco. Gli affetti interessati dovranno richiedere l’esenzione all’Asl di residenza, con certificato medico che “attesti la presenza di una o più malattie incluse nel DM 28 maggio 1999, n. 329 e successive modifiche".

Esenzione per malattie rare
Chi è affetto da "patologie gravi, invalidanti e spesso prive di terapie specifiche che presentano una bassa prevalenza, inferiore al limite stabilito a livello europeo di 5 casi su 10.000 abitanti” ha diritto all’esenzione. all’esenzione del ticket sanitario". Il beneficio si estende anche ai casi di "indagini volte all'accertamento delle malattie rare ed alle indagini genetiche sui familiari dell'assistito eventualmente necessarie per la diagnosi di malattia rara di origine genetica". Anche in questo caso è un Regolamento a specificare le 284 malattie e 47 gruppi di malattie rare in questione.

Esenzione per Invalidità
Gli invalidi sono esenti dal pagamento per alcune o tutte le prestazioni specialistiche, dietro verifica dello stato e grado dell’invalidità da parte della Commissione medica della Asl di residenza.

Esenzione per diagnosi tumori precoci
È garantita l’esecuzione gratuita degli accertamenti per la diagnosi precoce di alcune tipologie di tumori dal Servizio sanitario nazionale, oltre alle prestazioni gratuite nell’ambito delle campagne di screening. Sono escluse dal ticket le seguenti prestazioni:
"mammografia, ogni due anni, a favore delle donne in età compresa tra 45 e 69 anni; qualora l’esame mammografico lo richieda sono eseguite gratuitamente anche le prestazioni di secondo livello;
esame citologico cervico-vaginale (PAP Test), ogni tre anni, a favore delle donne in età compresa tra 25 e 65 anni; - colonscopia, ogni cinque anni, a favore della popolazione di età superiore a 45 anni".


Esenzione per gravidanza
Anche per le donne incinta è possibile usufruire di esenzioni per tutelare la salute propria e del nascituro, attraverso visite specialistiche e diagnostiche, incluse anche quelle ginecologiche di controllo. L’elenco delle prestazioni gratuite è inserito nel DM del 10 settembre 1998.

Esenzione per TEST HIV
Tutti possono, a fini preventivi, effettuare nelle strutture sanitarie pubbliche il test HIV, "in grado di identificare la presenza di anticorpi specifici che l’organismo produce nel caso in cui entra in contatto con questo virus". Oltre ad essere gratuito, il test è anche anonimo. (Fonte: http://www.diritto.it/)

Sparisce Libretto di Circolazione e Certificato di Proprietà: ecco cosa cambia...


Sono solo 39 euro di risparmio, ma molto più alto è il valore simbolico di una semplificazione attesa da anni.

Nella riforma della Pubblica Amministrazione che verrà approvato nei prossimi giorni dovrebbe infatti essere inserita anche l’integrazione delle competenze del Pubblico Registro Automobilistico (PRA) e della Motorizzazione, con il risultato che il libretto di circolazione e il certificato di proprietà dell’auto verranno sostituiti da un documento unico.

Per i cittadini si tratterà di un risparmio di 39 euro per ogni pratica di immatricolazione o passaggio di proprietà, per le quali si pagheranno 61 euro contro i 100 attuali.

L’Italia si avvicinerà così agli altri Paesi europei, dove la circolazione è consentita con un solo documento a bordo, ma non ci sarà la fusione tra il Pra gestito dall’Aci e la Motorizzazione

Pensioni, cosa cambia: ecco le ultime notizie ad oggi 20 febbraio 2017


Le novità su Tito Boeri, che ha parlato di sistema previdenziale, baby pensioni e disoccupazione giovanile.

Le news sulle Pensioni aggiornate ad oggi, domenica 20 febbraio, hanno per protagonista Tito Boeri. Il presidente dell'Inps, intervenuto al Future Forum di Udine attraverso un videomessaggio, è tornato a rassicurare i cittadini sulla sostenibilità dell'attuale sistema pensionistico italiano, dopo l'allarme lanciato nei giorni scorsi sui conti in rosso dell'Inps. L'economista italiano già in precedenza aveva precisato che le pensioni sono garantite dallo Stato, ieri ha rimarcato il concetto, spaziando anche su altri argomenti, quali le baby pensioni e l'occupazione giovanile.

La pesante eredità delle baby pensioni.
Durante il videomessaggio registrato per il Future Forum di Udine, Tito Boeri ha elogiato il sistema previdenziale italiano, tornando a ripetere che altri Paesi vorrebbero copiarlo, a testimonianza della "bontà" del sistema. Così facendo, il presidente dell'Inps ha ulteriormente allontanato le polemiche scoppiate negli ultimi giorni, quando diversi media hanno associato ai conti in rosso dell'Istituto previdenziale un possibile rischio per le pensioni. Ci si è poi soffermati su uno dei pesi che, ancora oggi, costituiscono un serio problema per il Paese, il debito pubblico. Secondo il professore della Bocconi, un fattore che ha determinato un debito così grande è da attribuire alle baby pensioni. Inizialmente, quest'ultime avevano avuto un impatto minimo sui conti di allora, salvo poi - sempre secondo Boeri - risultare una delle prime cause dell'aumento del nostro debito.

Il problema della disoccupazione giovanile.
Il presidente Boeri ha quindi discusso di lavoro, ponendo all'attenzione dei partecipanti al Future Forum di Udine l'annosa questione della disoccupazione giovanile, che di recente ha nuovamente toccato quota 40 per cento. Per l'economista, è un "fenomeno tutt'altro che inevitabile". Un'accusa neanche tanto implicita alle ultime politiche di lavoro perseguite dai diversi governi succedutisi in questi anni. Boeri ha chiesto un cambio di rotta immediato, chiedendo maggiori investimenti nella formazione e denunciando l'incapacità, da parte delle università italiane, a "creare competenze spendibili" nel mercato del lavoro. Ha inoltre parlato del futuro di migliaia di lavoratori precari, secondo Boeri i soggetti più a rischio per un eventuale licenziamento, poiché - ha spiegato il numero uno dell'Inps - "il datore tenderà sempre a liberarsi del giovane lavoratore con contratto a termine, concentrando - ha infine aggiunto Boeri - su di lui tutto il rischio di mercato". La fotografia che il professore ha dato è quella di un'Italia in ritardo rispetto agli altri Paesi.

Gorizia: maestra urla e picchia i bimbi dell'asilo, i provvedimenti...


Una maestra dell’asilo «Pitteri» di Farra d’Isonzo (Gorizia) è stata sospesa dall’insegnamento per sei mesi dal gip di Gorizia come misura cautelare adottata al termine di indagini dei Carabinieri avviate dopo le confidenze di alcune mamme. Gli investigatori hanno accertato che l’insegnante aveva instaurato in classe un clima «mortificante e insostenibile», con ripetute minacce, offese, ceffoni sulla nuca, urla e umiliazioni come reazione agli errori commessi dai bambini durante l’attività didattica. La misura misura cautelare è stata adottata dal gip su richiesta della Procura di Gorizia alla quale i Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Gradisca d’Isonzo, che hanno condotto le indagini, hanno denunciato la donna in stato di libertà. La condotta della maestra, che insegna alla scuola primaria «Riccardo Pitteri», era stata segnalata ai Carabinieri dalle mamme di alcuni bambini che giudicavano i comportamenti dell’insegnante vessatori nei confronti dei loro figli. Secondo gli investigatori, la difficile situazione creatasi all’interno della classe aveva spinto i bambini a mantenere, durante le ore di lezione, un «timoroso silenzio» per paura delle ritorsioni dell’insegnante. Tale clima – sempre secondo i Carabinieri – ha causato, tra i bambini più sensibili, un crescente stato d’ansia, tale da far loro manifestare la volontà di non partecipare alle lezioni.

Cambiamenti in vista per i lavoratori: con l’entrata in vigore del decreto Madia le visite fiscali...


Cambiamenti in vista con l’entrata in vigore del decreto Madia: reperibilità 24 ore su 24, controlli a domicilio mirati e un polo unico di riferimento.

Attenzione a darsi malati al lavoro, perché per non ricevere spiacevoli sorprese è importante conoscere la disciplina sulla visita fiscale. Con l’entrata in vigore, entro metà febbraio, del decreto Madia sul pubblico impiego, infatti, si cercherà di rafforzare il sistema di accertamento sulle assenze per malattia dei lavoratori sia pubblici che privati, aumentando i controlli e modificando le fasce di reperibilità.

Nuove fasce orarie di reperibilità
“L’idea è di uniformare le fasce orarie del pubblico e del privato, è un’esigenza indifferibile”, ha dichiarato Massimo Piccioni, coordinatore generale dell’area medico-legale dell’Inps. Ad oggi, infatti, i dipendenti privati devono essere reperibili 4 ore al giorno dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, mentre i dipendenti pubblici 7 ore al giorno dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Secondo alcune indiscrezioni sul Testo Unico, quindi, una possibile soluzione potrebbe consistere nel far coincidere le fasce orarie del settore pubblico con quelle del privato, oppure eliminare le fasce orarie, obbligando il lavoratore a garantire una reperibilità costante, salvo casi di “preventiva e comunicata necessità sanitaria o nei casi di documentata urgenza medica”.

“Polo” unico di riferimento per pubblici e privati
I medici potrebbero tornare a visitare a domicilio, effettuando controlli ripetuti e mirati; e con il nuovo decreto si spera di rendere la materia più omogenea, intervenendo anche sulle modalità di fruizione dei permessi, compresi quelli ex legge 104. L’idea è di creare un “polo” unico, in capo all’Inps, in grado di gestire le visite fiscali sia dei dipendenti pubblici che privati, con l’intento di smascherare i fini malati.

Per realizzare questo “polo” unico, però, sarà necessario l’impiego di nuove risorse e a tal proposito Piccioni ha commentato: “Il Mef dovrà trasferire risorse adeguate per potenziare i controlli, per assicurare la continuità ai medici già iscritti nelle liste speciali dell’istituto ed eventualmente ampliare la platea trasferendo le professionalità dei medici delle Asl“.

Controlli a domicilio mirati e ripetuti
Grazie all’utilizzo di appositi sistemi informatici, si cercherà di individuare i possibili furbetti: “Dai nostri sistemi vengono estratti ad esempio tutti coloro che si ammalano il lunedì e allora vengono disposti i controlli domiciliari fiscali“. E secondo Piccioni, una task force dei controlli a domicilio potrebbe motivare ulteriormente i medici, “dal momento che vengono pagati a visita e di recente abbiamo dovuto ridurre la loro attività per tagli imposti da esigenze di bilancio“. Per ogni visita, infatti, ogni medico percepisce tra i 40 e i 50 euro, e in questo periodo di crisi, dei soldi in più, fanno sicuramente comodo.

Incredibile: camionista muore di infarto, ma si risveglia dopo quasi un'ora e racconta...


L’esperienza di questo camionista romano sta facendo molto parlare di sé.

Tornato da Pescara a Roma, dopo aver effettuato una consegna, aveva subito avvertito i soccorsi “Sono Tiziano Sierchio, Vi chiamo da Via XXI Aprile.. Sto morendo per arresto cardiaco”.

Racconta l’infermiera che l’ha soccorso: “Non c’era battito, né pressione sanguigna, né polso”. 45 minuti in arresto cardiaco sono un tempo interminabile: solitamente si procede a rianimazione per venti minuti, poi si può dichiarare il decesso.
Da qui parte però l’esperienza vissuta da Tiziano: Tiziano Sierchio a un certo punto è rinvenuto, sostenendo di esser scivolato in un mondo celeste: “L’unica cosa che mi ricordo è che ho cominciato a vedere la luce e a camminare verso di essa”.

Il suo racconto sulle pagine de Il Giornale.

Era la cosa più bella che avessi mai visto e sembrava così felice mi ha preso il braccio e mi ha detto: «Non è ancora il tuo momento, tu non devi essere qui. Devi tornare indietro, ci sono cose che ancora devi fare»”. Dopo 45 minuti, quindi, il cuore ha ripreso a battere.

“Siamo di fronte a un caso unico. Studieremo tutto al dettaglio. Domani verranno a Roma i colleghi americani. Questa è resurrezione”, ha esclamato il dottor Sabino Lasala. (Fonte: DIRETTANEWS.IT)

Ragazza racconta: "Sono stata con un prete per 2 anni, era un vero predatore sessuale"


Ai microfoni di Radio Cusano Campus si parla di preti e sesso. Claudia racconta la sua storia di due anni circa con un prete e rivela: " Attenzione: le donne dei preti sono molte. Molte più di quanto si possa pensare"

Lo scandalo sessuale in cui è coivolto Don Andrea Contin, il parrocco della comunità di San Lazzaro (Padova) che faceva orge e festini a luci rosse nella canonica, ha riavviato il dibattito sul sacerdozio, sulla castità e sul celibato.

A Radio Cusano Campus hanno raccolto la testimoniaza di Claudia, una ragazza che accusa un prete con cui è stata per due anni di essere un " vero e proprio predatore sessuale".


Il racconto di Claudia sull'ex fidanzato prete
"La mia relazione con questo sacerdote, durata più o meno un anno e mezzo, inizia perché io ero in crisi profonda a causa della fine del mio matrimonio. Ero sprofondata in una depressione da cui non riuscivo ad uscire. Ho conosciuto questo sacerdote, giovane, che all’inizio mi ha aiutato dal punto di vista spirituale e mi è stato molto vicino, nel senso più puro del termine" spiega ai microfoni della trasmissione radiofonica.

Quella purezza iniziale ha lasciato spazio ad altro: "Presto, però, ha cominciato a rivelare un interesse fisico verso di me. Quando andavo a trovarlo nel suo studio ha iniziato a chiedermi degli abbracci, che all’inizio erano fraterni ma che presto sono diventati più profondi e più intimi che poi sono diventati dei veri e propri rapporti sessuali, prima parziali, poi completi".

Il racconto di Claudia è preciso, dettagliato e lucido: "Questo sacerdote in quel momento era un punto di riferimento nella mia vita. Mi chiamava ogni giorno, voleva sapere come stavo, mi consigliava. Io non sono giustificabile, però lui doveva fare la parte della persona presente a se stessa. Io stavo male, ero depressa, ero in fondo a un tunnel. Attraversavo un momento di estrema difficoltà. Avrei dovuto capire che c’era qualcosa che non quadrava dal fatto che lui a letto fosse molto molto abile".

Dagli abbracci, al sesso..
"A letto era una vera e propria bomba. In quel momento non avevo dato peso alla cosa, lui era l’unica persona che mi stava vicino, avrei dovuto chiedermi come facesse un sacerdote ad essere così bravo a letto. Dopo sono venuta a sapere che lui ha avuto numerose storie, con numerose donne, tutte usando le stesse modalità. Lui prendeva donne fragili, in momenti di estrema crisi. Io sono andata anche da un suo superiore a raccontare la nostra storia: il parroco mi ha intimato però di non dire niente a nessuno, perché altrimenti avrei fatto un danno all’intera comunità", haspiegato la ragazza. Non solo, ha anche ammesso che "essere la donna di un prete comporta una grande sofferenza. E’ come stare con un uomo sposato. Lui spesso mi diceva che era di tutti e di nessuno. Per fare sesso spesso veniva a trovarmi a casa mia, spesso andavo nel suo studio. Ci vedevamo due volte a settimana, in lui c’era una clamorosa abilità sessuale. Questa cosa avrebbe dovuto farmi riflettere e farmi capire che un prete ha fatto voto di celibato, non di castità".

La storia però finisce: "Quando ha trovato un’altra preda - rivela Claudia - mi ha lasciando dicendomi che si stava innamorando di me. Lui approfitta della sua posizione per andare a caccia di ragazze in momenti particolarmente difficili e complicati della loro vita. Sono venuta a sapere che ha fatto la stessa cosa anche con una mia amica. L’abito che indossa regala un fascino che è pericoloso se usato nel modo sbagliato. Io ero già con un piede nella fossa, un comportamento del genere avrebbe potuto distruggermi. Se non fossi stata forte come sono, probabilmente mi sarei suicidata. Io avevo trentadue anni, lui ne aveva ventinove. Ora fa ancora il prete. Sempre nella stessa parrocchia. Attenzione: le donne dei preti sono molte. Molte più di quanto si possa pensare". - Fonte: il Giornale.it -

Pinerolo (To): due suore lasciano il velo per sposarsi, le due (ex) suore si sono conosciute...


Le due donne si sono conosciute mentre erano missionarie. Per sposarsi hanno lasciato il velo. L’unione civile verrà celebrata dal sindaco del Movimento 5 stelle Luca Salvai, poi la benedizione religiosa: «Vogliamo vivere serenamente la nostra unione»

La sposa ha 44 anni, una laurea in Filosofia e la vita intera passata nelle missioni del mondo. Anche l’altra sposa si è sempre dedicata ai poveri ed ai tossicodipendenti, da Roma all’Africa. Si sono conosciute durante un viaggio pastorale, essendo entrambe due suore francescane. Ma domani Isabel e Federica si uniranno in matrimonio a Pinerolo. Perché hanno capito di amarsi.

«Dio vuole le persone felici, che vivano l’amore alla luce del sole», dice Isabel. «Chiediamo alla nostra chiesa di accogliere tutte le persone che si amano», dice Federica. Sono molto timide, molto forti. E chiedono di non dire altro.

L’unione civile verrà celebrata dal sindaco del Movimento 5 Stelle Luca Salvai in municipio, la seconda da quando è entrata in vigore la legge. Ma alla fine ci sarà anche una funzione religiosa, e forse davvero non poteva essere diversamente. Verrà officiata dalla persona che meglio di tutte conosce la storia di Isabel e Federica. Come è nato il loro amore? «Come tutte le storie d’amore del mondo» risponde don Barbero. «Lentamente. Conoscendosi. Capendo, infine, di provare un sentimento profondo. Sarà bello averle qui nella nostra comunità di ascolto e preghiera».

Non è corretto chiamarlo don. Perché Franco Barbero dopo numerosi processi ecclesiastici, nel 2003 ha ricevuto da Papa Giovanni Paolo II la sospensione a divinis, che di fatto lo ha messo fuori dalla Chiesa cattolica. All’origine della scomunica papale ci sono proprio le sue posizioni sui matrimoni omosessuali. «Ma io continuo a sentirmi un prete fino alla punta dei capelli - dice - amo la mia chiesa, faccio il prete tutto il giorno a tempo pieno. Scrivo dei libri, curo un blog, sono in contatto con tantissimi sacerdoti che la pensano come me. Ed è proprio attraverso la rete che ho conosciuto anche Isabel e Federica».

Sono coetanee. Una è italiana, l’altra è sudamericana. Il fatto che Isabel qui in Italia abbia solo un visto turistico ha reso necessario accelerare le pratiche per la cerimonia. «Sono due persone belle, con due lauree importanti. Persone di fede intensissima. Si sono conosciute tre anni fa. La loro è stata una decisione pregata. Hanno riflettuto a lungo, è stato un cammino tormentato. Hanno preso la loro decisione con coraggio, sapendo che non sarebbe stata molto condivisa». Molto? «Posso assicurare che non tutti sono stati contrari. Sono state criticate, ma anche capite da alcune consorelle. Così come ci sono tantissimi preti buoni che non condannano questo genere di scelte. E devo aggiungere, per la cronaca, che non è neppure la prima volta che mi capita di sposare due suore».

Quest’anno Franco Barbero ha celebrato 19 matrimoni omosessuali. Quello di Isabel e Federica sarà il ventesimo. Il rito consiste nella benedizione della coppia. Una messa lunga e partecipata, con liberi interventi e ricordi. Le spose hanno chiesto l’anonimato. Vorrebbero che questo loro sogno coraggioso rimanesse riservato. «Non è pudore, ma paura dei pregiudizi. Non vogliamo diventare delle celebrità, ma vivere serenamente insieme e trovare presto un nuovo lavoro. Usciamo dal convento, ma non lasciamo la Chiesa e non dimentichiamo la fede».

Stanno distribuendo i loro curricula. Diplomi, lauree, esperienze fatte in Italia e nel mondo. Della loro speranza di una vita nuova, si è già fatta carico la Cgil di Pinerolo. «Ma qui non si tratta soltanto di trovare un lavoro e uno stipendio, ma di un progetto di inclusione. Le due donne hanno una grande esperienza nell’insegnamento, vedremo... ». Così parla il segretario Fedele Mandarano. Che poi aggiunge: «Grazie alla legge Cirinnà si aprono scenari che non eravamo abituati a vedere. Ben venga questa apertura mentale!».

Per arrivare a questa giornata di festa, Federica e Isabel hanno dovuto fare tutti i passaggi formali in Vaticano per farsi togliere i voti e lasciare il velo. Ma all’ex suora italiana resta ancora il compito forse più difficile. È nata in un piccolo paese del Meridione italiano: «Non solo dovrò dire a mio padre che non sono più suora, ma anche che sono felice di sposarmi con Isabel».

Terremoto: oggi giornata di lutto nazionale per le vittime che...


Terremoto: oggi giornata di lutto nazionale per le vittime che salgono a quasi 300 (290 vittime).

Ed è anche il giorno dei primi funerali, quelli delle vittime di Arquata del Tronto e della sua frazione Pescara del Tronto: le esequie si sono svolte ad Ascoli Piceno, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella (che prima ha visitato Amatrice), e del premier, Matteo Renzi. Nella notte, intanto, sono continuate le scosse.

13:00
Mattarella abbraccia i familiari delle vittime
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha abbracciato e confortato i familiari delle vittime del terremoto al margine dei funerali celebrati ad Ascoli Piceno. "Non vi abbandoneremo" ha sussurrato ai presenti, che in lacrime si sono rivolti a lui chiedendo: "Non lasciateci soli". A breve il Capo dello Stato si recherà a Rieti per visitare i feriti.

12:26
Protezione civile: raccolti più di 6 milioni con sms solidali
Attraverso il numero solidale 45500 sono stati finora raccolti 6.120.296 euro. I fondi raccolti saranno trasferiti dagli operatori, senza alcun ricarico, al Dipartimento della Protezione civile, che provvederà a destinarle alle Regioni colpite dal sisma.

12:00
Vescovo ai funerali: "Le nostre campane torneranno a suonare"
"Le torri campanarie, che hanno dettato i ritmi dei giorni e delle stagioni, sono crollate, non suonano più. Tutto ormai è polvere. Eppure, sotto le macerie, c'è qualcosa che ci dice che le nostre campane torneranno a suonare". Lo ha detto il vescovo Giovanni D'Ercole ai funerali delle vittime del terremoto celebrati ad Ascoli Piceno. "La solidarietà ci consente di affrontare insieme le difficoltà e costruire un mondo migliore", ha aggiunto.

Devastante Terremoto nel Centro Italia: città rase al suolo, ecco le notizie in TEMPO REALE.


tre forti scosse e decine di repliche sismiche.

Le città più colpite sono Amatrice e Accumoli (nel Reatino) e Pescara del Tronto (Ascoli). Attivata la procedura di emergenza massima della protezione civile.

Tre fortissime scosse sismiche avvenute nella notte hanno messo in ginocchio il Centro Italia. La prima e più forte (magnitudo 6) è avvenuta alle 3:36 con epicentro a 2 chilometri da Accumoli (Rieti) e 10 da Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) ed Amatrice (Rieti). Quest'ultima ha avuto gravissimi danni. Forti danni anche nelle Marche. Il bilancio provvisorio: 6 morti ad Amatrice, 6 ad Accumoli, 10 tra Arquata e Pescara del Tronto.
GLI AGGIORNAMENTI

ORE 11:20 Feriti trasferiti anche in ospedale Pescara Allestita area in pronto soccorso
Diversi feriti nel terremoto della scorsa notte fra Lazio e Marche stanno arrivando in queste ore anche presso l'ospedale civile 'Spirito Santo' di Pescara sia con alcune ambulanze, sia, quelli in condizioni più serie, con l'elisoccorso, essendo l'ospedale del capoluogo adriatico dotato di una area di atterraggio. Allestita nei pressi del pronto soccorso del nosocomio pescarese una speciale ala proprio destinata ai feriti del terremoto. Per far fronte alle urgenze, per le prime cure viene data la precedenza proprio ai feriti provenienti dalle zone terremotate, rispetto ai degenti con codici bianchi e verdi presenti in pronto soccorso. I reparti interessati sono Rianimazione e Traumatologia. Altri feriti sono attesi in queste ore.

ORE 11:15 A Renzi la solidarietà dei leader Ue, Putin e Netanyahu
Dichiarazioni di solidarietà e condoglianza sono arrivate a Matteo Renzi da diversi leader europei dopo il terremoto che questa notte ha messo in ginocchio il centro Italia. È quanto si apprende da fonti di palazzo Chigi. Tra queste quelle di Merkel, Hollande, Rutte, Muscat e anche quella del leader socialista spagnolo Pedro Sanchez. Al premier italiano anche la vicinanza di Putin e Netanyahu.

ORE 11:05 Accumoli, recuperati i corpi dei 4 morti
Sono stati ritrovati e recuperati i corpi delle quattro persone morte di Accumoli. I cadaveri sono stati portati via con delle barelle dei soccorritori dopo che la zona era stata isolata e i presenti erano stati fatti allontanare.

ORE 10:53 Miracolo per Irina, donna salva dopo sette ore
Sette ore sotto le macerie, ore di lavoro per liberarla, e alla fine Irina ce l'ha fatta. La donna è stata messa in ambulanza poco fa e ora la corsa verso il più vicino ospedale.

ORE 10:50 Sindaco Accumoli: "2.500 sfollati"
Sono 2.500 gli sfollati ad Accumoli (Rieti) in seguito al sisma della scorsa notte. Lo ha detto il sindaco di Accumoli Stefano Petrucci, precisando che circa 2.000 di essi sono villeggianti per la stagione estiva: "Cercheremo di assisterli tutti ma è meglio se lasceranno il paese". "La ferita dell'Aquila è ancora fresca e temiamo di essere dimenticati...", ha aggiunto il sindaco.

ORE 10:45 Bambina pochi mesi estratta morta ad Arquata
Una bambina di pochi mesi, sembra nove, è stata estratta morta dalle macerie della casa di famiglia crollata nel centro di Arquata del Tronto. Lo si è appreso dai Vigili del fuoco sul posto. La bambina era nell'abitazione con i due genitori e sono stati estratti ancora vivi dalle macerie e portati in ospedale. Salirebbero così a tre le vittime ad Arquata del Tronto.

ORE 10:33 Crolli a Castelluccio
Danni a numerose abitazioni, che sono state evacuate, e ad alcuni beni monumentali tra cui la chiesa di S. Benedetto a Norcia, si segnalano in Umbria a seguito del terremoto, nel corso delle verifiche in atto. Nè morti nè feriti, nella regione. È quanto si apprende alla Sala operativa della protezione civile regionale. Danni anche alle mura benedettine e crolli in alcune abitazioni a Castelluccio di Norcia. Per quanto riguarda la viabilità, al momento è interrotta la strada tra Borgo Cerreto e Norcia per la rottura di una barriera paramassi e l'accesso alla citta' e' possibile solo via Preci, sono state comunque evidenziate altre criticita' nella rete stradale.

ORE 10:32 "Ue pronta ad aiutare"
"Ue pronta ad aiutare". Così il commissario Ue agli aiuti umanitari e alla gestione delle crisi Christos Stylianides su Twitter, in italiano, sottolineando di stare "monitorando attentamente l'impatto del terremoto in Italia". "Le mie condoglianze e vicinanza alle famiglie delle vittime", aggiunge.

ORE 10:30 Sindaco Accumoli: "4 mortti e almeno 8 dispersi"
È di 4 morti accertati e almeno 8 dispersi il bilancio terremoto del terremoto ad Accumoli. Lo ha detto all'ANSA il sindaco Stefano Petrucci. In particolare, tre morti si sono avuti nella frazione di Illica ed uno ad Accumoli. Tre dispersi sempre ad Illica, quattro (una famiglia con due figli) ad Accumoli e uno nella frazione di Grisciano.

ORE 10:27 "Ci siamo buttati dalla finesta per salvarci"
"È stato terribile. Fino a quel momento non c'erano state scosse. Mio marito si è buttato dalla finestra con mia figlia per salvarla", racconta ai cronisti una delle sopravvissute al sisma che ha distrutto Pescara del Tronto, frazione di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), dopo essere riuscita a lasciare il piccolo centro insieme ai famigliari. Intanto arrivano sempre più persone che vorrebbero dare una mano. Secondo le informazioni dei cittadini servirebbero motoseghe.

ORE 10:25 Crollata la punta del campanile della chiesa di San Francesco
La scossa di terremoto 6 gradi richter di stamani ha fatto crollare fra l'altro la punta del campanile della Chiesa di San Francesco, ad Amandola. La chiesa risale al 1313-1352 e sorge su un primo insediamento dei frati francescani del 1215. Nel 1430 venne completata la costruzione della facciata in stile romanico con inserti gotici. Uno dei tanti gioielli del patrimonio artistico e religioso diffuso delle colline marchigiane.

ORE 10:07 Papa: "Preghiamo per le vittime"
"Uniamoci nella preghiera per le vittime" del terremoto che questa notte ha colpito il centro Italia. Così Papa Francesco durante l'udienza generale, la prima dopo le vacanze. Bergoglio, esprimendo commozione e vicinanza, ha annunciato il rinvio della catechesi alla prossima settimana e ha chiesto ai fedeli di recitare il rosario.

ORE 09:54 Accumoli, 65enne estratto vivo dalle macerie
Un uomo di 65 anni è stato estratto vivo dalle macerie di una delle abitazioni crollate ad Accumoli. Si sta cercando ancora una famiglia composta da una giovane coppia e due bambini. L'impiego della ruspa si alterna con le ricerche a mani nude, svolte da squadre dei vigili del fuoco e del soccorso alpino e speleologico della guardia di finanza.

ORE 09:20 Pescara del Tronto, un altro bimbo estratto vivo dalle macerie
Un altro bambino è stato estratto vivo dalle macerie di Pescara del Tronto, la frazione di Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno completamente distrutta dal sisma 6.0 di questa notte. E' il fratellino di 4 anni dell'altro bimbo estratto anch'egli vivo, di 7 anni. La nonna, dove erano ospiti, li ha infilati insieme a lei sotto al letto. La donna risponde da sotto le macerie.

ORE 09:10 Almeno 10 i morti a Pescara del Tronto (Ascoli)
Sarebbero 10 le vittime estratte dalle macerie di Pescara del Tronto, la frazione di Arquata (Ascoli) quasi rasa al suolo dal terremoto. Fra loro forse anche dei bambini. La notizia, non ancora confermata ufficialmente, proviene da una fonte informata. Fra le vittime anche uno o più bambini. Due i feriti gravi, trasportati in ospedale in codice rosso, due le persone estratte vive.

ORE 08:43 Amatrice, si cercano tre suore e 4 anziani a convitto
Sono arrivati ad Amatrice i rinforzi per i soccorritori direttamente dalla Nbc Interforze dell'esercito da Rieti. I militari si sono subito diretti al convitto delle suore dove al momento risultano disperse tre monache e quattro anziani ospiti. Nel resto del centro storico si continuano a tirare fuori feriti dalle macerie mentre amici e parenti aiutano a mani nude i soccorritori a scavare tra le macerie.

ORE 08:27 Appello dellʼAvis di Rieti: urge sangue di tutti i gruppi
"A causa del terremoto avvenuto questa notte urge sangue, di tutti i gruppi sanguigni. Dalle 8 alle 11, all'ospedale 'De Lellis' di Rieti". E' quanto pubblicato sulla pagina Facebook dell'Avis provinciale di Rieti dopo il forte sisma che ha colpito nella notte il centro Italia. "Portate documento di identità e codice fiscale. Grazie a tutti", conclude l'appello dell'associazione.

ORE 08:20 Primi feriti da Amatrice giunti allʼospedale de LʼAquila
I primi feriti provenienti da Amatrice, una delle località più colpite dal forte terremoto che ha scosso il Centro Italia, sono arrivati all'ospedale de L'Aquila. Si tratta di persone trasportate anche in elicottero con traumi e fratture agli arti. Medici e infermieri sono in allerta ormai da ore in attesa di prestare le cure.

ORE 07:52 Fonti ospedaliere: "Tre vittime ad Arquata del Tronto"
Secondo fonti ospedaliere, per il terremoto che ha colpito nella notte il Centro Italia si contano anche tre vittime ad Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. Il direttore della Protezione Civile delle Marche, Ferretti, non ha confermato ufficialmente la notizia anche se ha ammesso che si sta cercando di fare un bilancio preciso.

ORE 07:46 Sindaco di Accumoli: "Paese semidemolito"
E' un panorama devastante quello che si presenta ad Accumoli, uno dei paesi più colpiti dal sisma. "Il paese è semidemolito: la caserma dei carabinieri, le chiese, la casa parrocchiale, molte abitazioni sono state colpite" racconta il sindaco Stefano Petrucci. "Con 17 frazioni non ho la situazione sotto controllo - prosegue - in molti punti non prende neanche il telefono. Stanno arrivando i soccorsi".

ORE 07:32 Sindaco Accumoli: "Almeno 6 morti,anche bambini"
"Ci saranno almeno sei vittime. Ci sono anche due bambini piccoli". Così il sindaco di Accumoli Stefano Petrucci, in merito al sisma che ha colpito il suo Comune. "Una persona - conteggia il sindaco - è stata estratta morta dalle macerie questa notte. Poi c'è una famiglia di quattro persone sotto una casa crollata, e qui purtroppo ci sono due bambini piccoli. Inoltre c'è un altro disperso. Mi auguro che i fatti mi smentiscano".

ORE 07:20 A Norcia "situazione sotto controllo"
"Tantissima paura, ma situazione sotto controllo a Norcia dove le case hanno retto e non ci sono feriti": è quanto ha spiegato l'assessore comunale Giuseppina Perla, che insieme al sindaco Nicola Alemanno sta seguendo la vicenda. "I cittadini - ha riferito ancora l'assessore Perla - sono tutti fuori dalle case dalla scorsa notte. Ora stiamo cercando di allestire dei campi di accoglienza. Fino a questo momento le persone erano all'aperto, le abbiamo rifocillate e abbiamo distribuito bevande calde".

ORE 07:05 Estratti due morti da macerie ad Amatrice
Due cadaveri sono stati estratti alcuni minuti fa dalle macerie ad Amatrice.

ORE 06:46 Mobilitato l'Esercito, genieri partiti da Roma
È stato mobilitato l'Esercito per far fronte all'emergenza terremoto. Una componente del 6/o reggimento Genio di Roma, con mezzi speciali, e' partita verso le zone colpite dal sisma. Squadre della scuola interforze Nbc di Roma sono già in prefettura, a disposizione delle autorità, insieme ad un ufficiale di collegamento.

ORE 06:48 Sindaco Amatrice: "Ci sono morti, è un dramma"
"E' un dramma, ci sono dei morti". Così il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, parla del sisma che ha colpito il paese in provincia di Rieti. In stretto contatto con la prefettura, Pirozzi fa sapere che sono arrivati i Vigili del fuoco. "Ci sono persone sotto le macerie, è un macello", ha aggiunto.

ORE 06:37 Amatrice, ospedale inagibile
L'ospedale di Amatrice è inagibile: lo ha confermato Gabriele Antonucci, un medico che con i colleghi si sta adoperando all'esterno del pronto soccorso per prestare assistenza ai feriti. Le ambulanze stanno trasferendo i feriti a Rieti, mentre i pazienti del nosocomio vengono trasferiti in altri ospedali

ORE 06:19 Feriti e barelle in strada davanti all'ospedale di Amatrice, oltre che nel pronto soccorso.
Medici e infermieri si affannano in ogni modo per prestare soccorso, anche in strada. Al momento davanti all'ospedale vi sono sette feriti, mentre stanno arrivando altre ambulanze.

ORE 06:15 Renzi a Palazzo Chigi in contatto con Protezione civile
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi segue da Palazzo Chigi gli sviluppi della situazione del forte sisma registrato questa notte, in stretto contatto con la Protezione civile.

ORE 06:12 Sindaco Accumoli: ci sono diverse vittime
Nel Comune di Accumoli c'è almeno una vittima, e una famiglia di quattro persone - due bambini piccoli e i loro genitori - è sotto le macerie e non da segni di vita. Lo ha detto il sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci.

ORE 06:02 Zingaretti, gravi danni a Accumoli e Amatrice
"I comuni colpiti in maniera più grave sono Amatrice e Accumoli". Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. "Siamo in costante contatto con i soccorritori, sono comuni di montagna anche difficili da raggiungere".

ORE 05:56 Attivi numeri contact center Protezione civile
Palazzo Chigi fa sapere che sono attivi i seguenti numeri: 840840 del contact center della Protezione civile; 803555 della Sala operativa della Protezione civile Lazio.

ORE 05:53 Crolli in almeno 4 comuni provincia Rieti e Ascoli
Crolli e persone coinvolte in almeno quattro comuni, tre in provincia di Rieti e uno in provincia di Ascoli Piceno. Danni si registrano ad Amatrice, Accumuli e Posta, in provincia di Rieti e ad Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. I vigili del fuoco hanno già inviato diverse squadre dai distaccamenti del Lazio e sono pronte a partire colonne da Toscana, Abruzzo e Campania.

ORE 05:52 In corso evacuazione centro storico Amatrice
È in corso l'evacuazione del centro storico di Amatrice (Rieti), dove vi sono stati numerosi crolli e dove è segnalata una importante fuga di gas.(Fonte: "TgCom24")

In arrivo a settembre il bonus di 500 euro per i diciottenni per acquistare...


i libri (non solo quelli per la scuola).

"Bonus cultura" per i diciottenni in arrivo da settembre: 500 euro da spendere per tutto il 2017.

I ragazzi e le ragazze nati nel 1998 avranno a disposizione 500 euro da spendere per acquistare libri (non soltanto quelli per la scuola), per visitare musei, aree archeologiche, andare al cinema, a teatro, seguire fiere, mostre, concerti, e tanto altro, compreso lo shopping online.

Si chiama "bonus cultura", ed è una nuova misura del governo per i ragazzi che nel 2016 sono diventati o diventeranno maggiorenni. Una misura fruibile attraverso un'applicazione, la "18app".

La misura arriverà ufficialmente il 15 settembre: era stata prevista dal governo già nell'ultima legge di Stabilità, ma ha subito delle modifiche.

Inizialmente, i destinatari della somma dovevano essere soltanto gli italiani, lo stanziamento di 290 milioni di euro è stato esteso anche agli stranieri residenti in Italia con regolare permesso di soggiorno.

Saranno 574.593 i giovani che potranno usufruire del bonus cultura, in pratica tutti coloro che compiranno 18 anni entro il 31 dicembre 2016. I 500 euro, tra l'altro, potranno essere spesi entro il 31 dicembre 2017, quindi per tutto l'anno della maggiore età.

I ragazzi dovranno registrarsi in uno dei 5 identity provider (Poste, Aruba, Tim, Infocer e Sielte) per avere il cosiddetto "Spid", ovvero il Sistema pubblico per la gestione dell'identità digitale che permette agli utenti di essere riconosciuti dallo Stato. Attraverso questo, il ragazzo riceverà le credenziali per accedere a tutti i servizi online della Pubblica Amministrazione e anche a molti servizi privati. Il secondo step prevede il download su smartphone, pc o tablet della app chiamata "18app" dal sito dedicato (www.18app.it o www.diciottap.it), oppure da Apple Store e Google Play. Utilizzando lo Spid, l'utente potrà entrare nel sistema, inserire i suoi dati e automaticamente avrà a disposizione 500 euro, che saranno attivi dal giorno del suo compleanno fino alla fine del 2017.

Sulla piattaforma digitale è presente anche un elenco di tutti gli esercizi commerciali, negozi, biblioteche, cinema, teatri ecc., tramite i quali i ragazzi potranno scegliere cosa acquistare. L'acquisto, infine, potrà essere in forma digitale (tramite smartphone) oppure tradizionale, recandosi direttamente in negozio e mostrando all'esercente il "qr code" o il "bar code" riferito all'acquisto effettuato.

Sindaco di Arezzo emette ordinanza: “Le case popolari prima agli italiani”...


Arezzo, ordinanza: “Le case popolari prima agli italiani”. Il 75% degli alloggi vanno agli aretini.

AREZZO – Dopo aver cacciato la sinistra dal Comune si ripristina l’ordine e il buon senso, soprattutto se mette fine alla discriminazione contro gli italiani. Il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli assegna le case popolari prima agli italiani, se ne avanzano anche agli immigrati. Il contrario di ciò che fanno le giunte rosse.

Che la predominanza di stranieri nelle case popolari sia una pericolosa distorsione del sistema, elemento di ingiustizia sociale e miccia del malcontento, l’ha ammesso di recente persino Fassino. Eppure invertire la tendenza è possibile. Basta la volontà politica e un buon regolamento per rivedere i criteri d’assegnazione. “Prima gli italiani nelle case popolari” non è solo uno slogan. Ad Arezzo ci sono riusciti. Tant’è che ora gli assegnatari degli alloggi per il 75% sono italiani. Prima delle nuove norme studiate dalla Giunta, la percentuale era di poco superiore al 50%. “Anzi dal 2009 in poi ci sono stati anni in cui gli stranieri erano la maggioranza di coloro a cui veniva assegnato un appartamento”, spiega a Ilpopulista.itl’assessore alle Politiche della casa Tiziana Nisini, Lega Nord.

Una rivoluzione? No, semplice buonsenso. Attuato attraverso la definizione diregole chiare a favore dei cittadini italiani, come l’attribuzione di un punteggio maggiore a coloro che risiedono da più tempo in città. “È fondamentale premiare l’anzianità di residenza. Chi risiede ad Arezzo da più di 10 anni ottiene 2 punti aggiuntivi. Inoltre è previsto mezzo punto in più per ogni anno di permanenza nelle graduatorie, fino a un massimo di 10 anni di permanenza per un totale di 5 punti”. Sembrano dettagli, eppure qui c’è tutta la sostanza di un meccanismo che tende a scongiurare le corsie privilegiate per stranieri.

Altro punto interessante: gli extracomunitari sono tenuti a presentare la certificazione del proprio stato immobiliare all’estero: “Chi ha una casa di proprietà all’estero, che è una fonte di reddito, non può ottenere una casa popolare in Italia. Per quanto riguarda gli italiani l’accesso al catasto per le verifiche è immediato, per gli stranieri no. Grazie a queste misure gli italiani in graduatoria sono aumentati del 20%, passando dal 55% al 75%”, spiega ancora l’assessore Nisini, che al nuovo regolamento ha abbinato una politica di controlli a tappeto per stanare i furbetti: “Prima le verifiche erano blande, a campione. Ora sono a tappeto. Stiamo controllando tutti gli assegnatari. Abbiamo chiesto ai cittadini di aiutarci a individuare i furbi. Le segnalazioni sono state numerose: in pochi giorni abbiamo già fatto partire 8 decadenze”. Nisini è visibilmente soddisfatta: “L’avevamo annunciato in campagna elettorale. E siamo riusciti a mantenere la promessa. Il sistema per come era concepito non era più sostenibile. Occorreva intervenire concretamente a favore degli italiani che finiscono in povertà. E ci stiamo riuscendo”.

27 morti sui treni dei pendolari nel Barese, si fa strada La pista dell’errore umano...


27 morti sui treni dei pendolari nel Barese, si fa strada La pista dell’errore umano.

Il treno Et 1018 partito da Bari alle 10,42 e in arrivo a Barletta alle 11.50 arriva alla stazione di Corato alle 11,35 con circa 8 minuti di ritardo. Il capostazione di Corato invia ad Andria (o almeno così sembra) il fonogramma indicando la partenza con il ritardo, aziona il verde, tira su la paletta e fa partire il treno. Qualche minuto dopo nella stazione di Andria arriva in perfetto orario alle 11,37 l’Et 1023 partito da Barletta alle 11,24 e diretto a Bari alle 12,34. Qui c’è qualcosa che si intoppa. Spiega Giuliano Foschini su Repubblica:
"Forse confuso per i ritardi che avevano funestato la giornata, forse perché c’era stato qualche errore nella comunicazione tra le due stazioni, fatto sta che l’esperto capostazione V.P. fa partire il treno; aziona dunque il verde, avvisa il capotreno e viene fuori con la paletta. Il 1023 parte. Affronta un rettilineo, poi una curva, poi ancora un rettilineo, una curva. Dall’altra parte è in arrivo l’altra vettura. Secondo le prime rilevazioni entrambi i treni viaggiavano a 80-90 chilometri orari, i macchinisti così come previsto li conducevano al pieno della velocità. Nessuno poteva sapere che l’altro stava sopraggiungendo. Su quel tratto di linea, seppur a binario unico, non esiste infatti alcun sistema automatico di controllo. La sicurezza è affidata esclusivamente all’abilità dei macchinisti (ma il tratto dello scontro è subito dopo una curva) e appunto ai due capistazione. Mancava quindi l’Scmt, il Sistema di controllo marcia treno.

La causa dell’incidente ferroviario in Puglia è stata la mancanza di sistemi automatici di supervisione della linea ferroviaria, sostiene l’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione A. Faedo del Consiglio nazionale delle ricerche (Isti-Cnr), per voce della ricercatrice Stefania Gnesi. “Su quella tratta – aggiunge Giorgio Ferrari, ricercatore del medesimo istituto Cnr – non esiste un sistema automatico di segnalazione. Viene usato il cosiddetto ‘blocco telefonico’ che si sostanzia nella comunicazione telefonica del via libera sul binario unico. Questo sistema è attualmente utilizzato in una minima parte della rete ferroviaria nazionale”. Al momento «l’errore umano» resta la pista privilegiata. «È molto difficile che in un caso come questo possa esserci la responsabilità di un guasto» spiega a Repubblica uno dei tecnici chiamati a fare chiarezza sulla vicenda. I magistrati pugliesi lavoreranno con la Polfer e la Polizia di Stato e con gli esperti del Ministero delle Infrastrutture che con la Fema (l’organo delle investigazioni) e l’Ustif hanno aperto altri due fascicoli. «Ho visto il collega piangere — raccontava ieri sera alla stazione di Andria un macchinista a Giuliano Foschini, con gli occhi lucidi — Ma è troppo facile dire che la colpa è sua: l’unica responsabilità è di chi non doveva permettere che uno sbaglio, uno solo, potesse portare a questa tragedia».

La seconda ipotesi e il binario unico.
Antonio Massari sul Fatto però segnala che c’è un’ulteriore pista investigativa seguita dagli inquirenti: «c’è chi sostiene che un falso contatto abbia attivato uno dei due semafori – probabilmente proprio quello di Corato, dove sono in corso lavori di adeguamento della linea ferroviaria –inducendo in errore il capotreno che, in quel momento, avrebbe dato per scontato lo scambio di “ok” tra i due capistazione. A quel punto, il capotreno avrebbe fischiato il via, autorizzando il macchinista a partire mentre, in realtà, non era stato fornito alcun via libera. La differenza tra errore umano e guasto tecnico risulterà essenziale per attribuire le vere responsabilità di questa tragedia». Scrive ancora Carmine Festa sulla Stampa:

Ma tra quale stazione e quale treno sarebbe dovuta avvenire la comunicazione che invece non c’è stata? C’è sicuramente una precedenza nel transito sul binario unico, e chi avrebbe dovuto rispettarla? Se appare ormai verosimile che i treni su quella tratta elettrificata ed eternamente in attesa del raddoppio del binario non sono assistiti da un sistema di controllo elettronico, non è invece altrettanto chiaro chi non ha avvertito del transito contemporaneo dei due convogli. L’inchiesta dovrà accertare tali responsabilità.

L’ampliamento della linea è stato previsto nel 2008, come parte di un “grande progetto” reso possibile dallo stanziamento dei fondi europei. I ritardi accumulati sono però stati tali da dilatare i tempi fino ad oggi. Il “grande progetto” dell’azienda che controlla le Ferrovie del Nord Barese nasce dopo l’approvazione da parte della Giunta regionale pugliese del Programma Operativo FESR 2007-2013 (i fondi europei di sviluppo regionale destinati a sanare i divari economici tra le varie regioni del vecchio continente). Il finanziamento è di 180 milioni ed è destinato all’interramento della ferrovia ad Andria, alla realizzazione di parcheggi di scambio intermodali in prossimità di 11 stazioni/fermate ferroviarie, all’eliminazione di 13 passaggi a livello, all’interconnessione con la Rete Ferroviaria Italiana nelle stazioni di Bari centrale e Barletta, ma soprattutto al raddoppio per 13 km del binario sulla tratta Corato-Barletta. Quella dove i treni si sono scontrati. Sui circa 70 chilometri di linea di Ferrotramviaria il doppio binario esiste infatti oggi solo tra Bari e Ruvo, mentre tra Ruvo e Barletta (quindi anche tra Corato e Andria) e’ rimasto il binario unico. Nonostante il collaudo dell’intero progetto fosse inizialmente previsto entro il 2015, i lavori, realizzati per lotti, sono ancora in corso. Gli ultimi espropri dei terreni intorno alla tratta da raddoppiare sono stati disposti nel 2014 e per i ritardi accumulati, spiegano dalla società, si sono dovuti attendere gli stanziamenti e la distribuzione dei fondi europei dei programmi successivi. Tanto da arrivare proprio a questi ultimi giorni anche per la sola gara di appalto: il 16 giugno scorso, Ferrotramviaria ha infatti comunicato una proroga dal primo al 19 luglio per la scadenza delle domande di partecipazione alla gara proprio per il raddoppio della Corato-Andria.

È boom di pensioni anticipate con "Opzione donna"...


Tutti in pensione anticipata con l'"opzione donna." La paura dell'innalzamento dei requisiti per la pensione sta facendo scegliere l'opzione donna: ma conviene rinunciare tanto all'assegno mensile?

Sono stati resi noti i dati delle lavoratrici che hanno preferito andare in pensione anticipata con l'opzione donna, facendo valere i requisiti raggiunti entro il termine del 2015. E sono cifre che rivelano il boom delle adesioni alla forma di anticipo pensionistico, testimonianza del fatto che chi può va in pensione il prima possibile, proprio per evitare gli innalzamenti dei requisiti anagrafici, oltre alle incertezze sui tagli alle pensioni. I dati sono racchiusi nel rapporto per il 2015 dell'Istituto nazionale di previdenza e rilevano che il ricorso all'opzione donna è stata anche più alto rispetto alle attese.
Opzione donna: quante lavoratrici l'hanno scelta?

Il deciso passo in avanti nella scelta dell'opzione donna come forma di pensione anticipata si è avuto negli ultimi due anni: nel 2014 sono state 11.568 le donne del settore privato a sceglierla più altre 3.911 del settore pubblico. Nello scorso anno, invece, ben 19.905 lavoratrici del privato e 8.297 tra le statali hanno preferito l'opzione donna. Nel totale, dal 2008 al 2015, 47.681 donne del privato e 16.973 del pubblico sono andate in pensione usando l'opzione, ma nei primi anni si contavano appena alcune decine o centinaia di adesioni. Fino al termine del 2015 (e in attesa di una proroga per il 2016 e per i prossimi anni), l'opzione donna può essere scelta da chi ha compiuto 57 anni e tre mesi di età (per le donne del settore autonomo occorre un anno in più), ma con lo strumento, secondo quanto riportato nel rapporto, si va in pensione anticipata anche di sette oppure di otto anni.
Opzione donna 2016, qual è il taglio dell'assegno mensile per la pensione anticipata?

A requisiti raggiunti (entro il 31 dicembre 2015 l'ultimo traguardo in vigore) mediamente le donne optano di ritardare l'uscita da lavoro di un anno: è consentito dal cosiddetto meccanismo delle finestre mobili ed infatti si attende una nuova ondata di lavoratrici che potranno far valere il raggiungimento dei requisiti già maturati. Ma occorrerà farsi due calcoli della convenienza dell'uscita anticipata a fronte della perdita di pensione: nel rapporto si legge che il mensile medio delle lavoratrici che hanno scelto l'opzione donna è di 977,00 euro, con un taglio del 35 per cento rispetto a quanto avrebbero percepito se avessero scelto la pensione anticipata liquidata nel 2015. La decurtazione sarebbe stata, conseguentemente, ancora più alta se raffrontata alla media delle pensioni di vecchiaia che implicano, da parte dell'Inps, il versamento di un assegno integrale di pensione.

Il Papa Francesco: Madre Teresa di Calcutta sarà santa. Ecco la sua storia...


“Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza. Per quel che attiene alla mia fede, sono una suora cattolica. Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo. Ma per quanto riguarda il mio cuore, appartengo interamente al Cuore di Gesù”.

Di conformazione minuta, ma di fede salda quanto la roccia, a Madre Teresa di Calcutta fu affidata la missione di proclamare l’amore assetato di Gesù per l’umanità, specialmente per i più poveri tra i poveri. “Dio ama ancora il mondo e manda me e te affinché siamo il suo amore e la sua compassione verso i poveri”. Era un’anima piena della luce di Cristo, infiammata di amore per Lui e con un solo, ardente desiderio: “saziare la Sua sete di amore e per le anime”.

Questa luminosa messaggera dell’amore di Dio nacque il 26 agosto 1910 a Skopje, città situata al punto d’incrocio della storia dei Balcani. La più piccola dei cinque figli di Nikola e Drane Bojaxhiu, fu battezzata Gonxha Agnes, ricevette la Prima Comunione all’età di cinque anni e mezzo e fu cresimata nel novembre 1916. Dal giorno della Prima Comunione l’amore per le anime entrò nel suo cuore. L’improvvisa morte del padre, avvenuta quando Agnes aveva circa otto anni, lasciò la famiglia in difficoltà finanziarie. Drane allevò i figli con fermezza e amore, influenzando notevolmente il carattere e la vocazione della figlia. La formazione religiosa di Gonxha fu rafforzata ulteriormente dalla vivace parrocchia gesuita del Sacro Cuore, in cui era attivamente impegnata.

All’età di diciotto anni, mossa dal desiderio di diventare missionaria, Gonxha lasciò la sua casa nel settembre 1928, per entrare nell’Istituto della Beata Vergine Maria, conosciuto come “le Suore di Loreto”, in Irlanda. Lì ricevette il nome di suor Mary Teresa, come Santa Teresa di Lisieux. In dicembre partì per l’India, arrivando a Calcutta il 6 gennaio 1929. Dopo la Professione dei voti temporanei nel maggio 1931, Suor Teresa venne mandata presso la comunità di Loreto a Entally e insegnò nella scuola per ragazze, St. Mary. Il 24 maggio 1937 suor Teresa fece la Professione dei voti perpetui, divenendo, come lei stessa disse: “la sposa di Gesù” per “tutta l’eternità”. Da quel giorno fu sempre chiamata Madre Teresa. Continuò a insegnare a St. Mary e nel 1944 divenne la direttrice della scuola. Persona di profonda preghiera e amore intenso per le consorelle e per le sue allieve, Madre Teresa trascorse i venti anni della sua vita a “Loreto” con grande felicità. Conosciuta per la sua carità, per la generosità e il coraggio, per la propensione al duro lavoro e per l’attitudine naturale all’organizzazione, visse la sua consacrazione a Gesù, tra le consorelle, con fedeltà e gioia.

Il 10 settembre 1946, durante il viaggio in treno da Calcutta a Darjeeling per il ritiro annuale, Madre Teresa ricevette l’“ispirazione”, la sua “chiamata nella chiamata”. Quel giorno, in che modo non lo raccontò mai, la sete di Gesù per amore e per le anime si impossessò del suo cuore, e il desiderio ardente di saziare la Sua sete divenne il cardine della sua esistenza. Nel corso delle settimane e dei mesi successivi, per mezzo di locuzioni e visioni interiori, Gesù le rivelò il desiderio del suo Cuore per “vittime d’amore” che avrebbero “irradiato il suo amore sulle anime.” ”Vieni, sii la mia luce”, la pregò. “Non posso andare da solo” Le rivelò la sua sofferenza nel vedere l’incuria verso i poveri, il suo dolore per non essere conosciuto da loro e il suo ardente desiderio per il loro amore. Gesù chiese a Madre Teresa di fondare una comunità religiosa, le Missionarie della Carità, dedite al servizio dei più poveri tra i poveri. Circa due anni di discernimento e verifiche trascorsero prima che Madre Teresa ottenesse il permesso di cominciare la sua nuova missione. Il 17 agosto 1948, indossò per la prima volta il sari bianco bordato d’azzurro e oltrepassò il cancello del suo amato convento di “Loreto” per entrare nel mondo dei poveri.

Dopo un breve corso con le Suore Mediche Missionarie a Patna, Madre Teresa rientrò a Calcutta e trovò un alloggio temporaneo presso le Piccole Sorelle dei Poveri. Il 21 dicembre andò per la prima volta nei sobborghi: visitò famiglie, lavò le ferite di alcuni bambini, si prese cura di un uomo anziano che giaceva ammalato sulla strada e di una donna che stava morendo di fame e di tubercolosi. Iniziava ogni giornata con Gesù nell’Eucaristia e usciva con la corona del Rosario tra le mani, per cercare e servire Lui in coloro che sono “non voluti, non amati, non curati”. Alcuni mesi più tardi si unirono a lei, l’una dopo l’altra, alcune sue ex allieve.

Il 7 ottobre 1950 la nuova Congregazione delle Missionarie della Carità veniva riconosciuta ufficialmente nell’Arcidiocesi di Calcutta. Agli inizi del 1960 Madre Teresa iniziò a inviare le sue sorelle in altre parti dell’India. Il Diritto Pontificio concesso alla Congregazione dal Papa Paolo VI nel febbraio 1965 la incoraggiò ad aprire una casa di missione in Venezuela. Ad essa seguirono subito altre fondazioni a Roma e in Tanzania e, successivamente, in tutti i continenti. A cominciare dal 1980 fino al 1990, Madre Teresa aprì case di missione in quasi tutti i paesi comunisti, inclusa l’ex Unione Sovietica, l’Albania e Cuba.

Per rispondere meglio alle necessità dei poveri, sia fisiche, sia spirituali, Madre Teresa fondò nel 1963 i Fratelli Missionari della Carità; nel 1976 il ramo contemplativo delle sorelle, nel 1979 i Fratelli contemplativi, e nel 1984 i Padri Missionari della Carità. Tuttavia la sua ispirazione non si limitò soltanto alle vocazioni religiose. Formò i Collaboratori di Madre Teresa e i Collaboratori Ammalati e Sofferenti, persone di diverse confessioni di fede e nazionalità con cui condivise il suo spirito di preghiera, semplicità, sacrificio e il suo apostolato di umili opere d’amore. Questo spirito successivamente portò alla fondazione dei Missionari della Carità Laici. In risposta alla richiesta di molti sacerdoti, nel 1991 Madre Teresa dette vita anche al Movimento Corpus Christi per Sacerdoti come una “piccola via per la santità” per coloro che desideravano condividere il suo carisma e spirito.

In questi anni di rapida espansione della sua missione, il mondo cominciò a rivolgere l’attenzione verso Madre Teresa e l’opera che aveva avviato. Numerose onorificenze, a cominciare dal Premio indiano Padmashri nel 1962 e dal rilevante Premio Nobel per la Pace nel 1979, dettero onore alla sua opera, mentre i media cominciarono a seguire le sue attività con interesse sempre più crescente. Tutto ricevette, sia i riconoscimenti sia le attenzioni, “per la gloria di Dio e in nome dei poveri”.

L’intera vita e l’opera di Madre Teresa offrirono testimonianza della gioia di amare, della grandezza e della dignità di ogni essere umano, del valore delle piccole cose fatte fedelmente e con amore, e dell’incomparabile valore dell’amicizia con Dio. Ma vi fu un altro aspetto eroico di questa grande donna di cui si venne a conoscenza solo dopo la sua morte. Nascosta agli occhi di tutti, nascosta persino a coloro che le stettero più vicino, la sua vita interiore fu contrassegnata dall’esperienza di una profonda, dolorosa e permanente sensazione di essere separata da Dio, addirittura rifiutata da Lui, assieme a un crescente desiderio di Lui. Chiamò la sua prova interiore: “l’oscurità”. La “dolorosa notte” della sua anima, che ebbe inizio intorno al periodo in cui aveva cominciato il suo apostolato con i poveri e perdurò tutta la vita, condusse Madre Teresa a un’unione ancora più profonda con Dio. Attraverso l’oscurità partecipò misticamente alla sete di Gesù, al suo desiderio, doloroso e ardente, di amore, e condivise la desolazione interiore dei poveri.

Durante gli ultimi anni della sua vita, nonostante i crescenti seri problemi di salute, Madre Teresa continuò a guidare la sua Congregazione e a rispondere alle necessità dei poveri e della Chiesa. Nel 1997 le suore di Madre Teresa erano circa 4.000, presenti nelle 610 case di missione sparse in 123 paesi del mondo. Nel marzo 1997 benedisse la neo-eletta nuova Superiora Generale delle Missionarie della Carità e fece ancora un viaggio all’estero. Dopo avere incontrato il Papa Giovanni Paolo II per l’ultima volta, rientrò a Calcutta e trascorse le ultime settimane di vita ricevendo visitatori e istruendo le consorelle. Il 5 settembre 1997 la vita terrena di Madre Teresa giunse al termine. Le fu dato l’onore dei funerali di Stato da parte del Governo indiano e il suo corpo fu seppellito nella Casa Madre delle Missionarie della Carità. La sua tomba divenne ben presto luogo di pellegrinaggi e di preghiera per gente di ogni credo, poveri e ricchi, senza distinzione alcuna. Madre Teresa ci lascia un testamento di fede incrollabile, speranza invincibile e straordinaria carità. La sua risposta alla richiesta di Gesù: “Vieni, sii la mia luce”, la rese Missionaria della Carità, “Madre per i poveri”, simbolo di compassione per il mondo e testimone vivente dell’amore assetato di Dio.
Meno di due anni dopo la sua morte, a causa della diffusa fama di santità e delle grazie ottenute per sua intercessione, il Papa Giovanni Paolo II permise l’apertura della Causa di Canonizzazione. Il 20 dicembre 2002 approvò i decreti sulle sue virtù eroiche e sui miracoli.

Città del Vaticano 18 dicembre 2015 Papa Francesco ha approvato un miracolo attribuito a Madre Teresa di Calcutta e ha disposto di promulgarne il decreto. Di conseguenza, la suora scomparsa nel 1997 presto sarà canonizzata. La data sarà resa nota nel prossimo Concistoro.

Secondo il quotidiano cattolico Avvenire, “l’apostola degli ultimi” diventerà santa il 4 settembre. La guarigione Il 15 dicembre un caso di guarigione era stato sottoposto alla valutazione ultima del congresso dei vescovi e cardinali riuniti in Congregazione, che hanno espresso il loro giudizio pienamente positivo.

L’episodio è avvenuto il 9 dicembre del 2008 e riguarda un uomo, oggi quarantaduenne, ridotto in fin di vita da “ascessi multipli cerebrali con idrocefalo ostruttivo” e già “sottoposto a trapianto renale e in terapia con immunosoppressori”. Uscito dal coma e guarito Ingegnere di professione, l'uomo aveva 35 anni e si era da poco sposato quando gli vennero diagnosticati otto ascessi al cervello. Secondo quanto riferito, il paziente entrò in sala operatoria già in coma, ma a causa di problemi tecnici l'intervento venne rinviato di una mezz'ora. Al suo ritorno il chirurgo trovò il paziente seduto, sveglio, asintomatico, che, ritornato perfettamente cosciente, gli chiese: "Cosa ci sto a fare qui?". "Non ho mai visto un caso come questo", ha dichiarato il medico nella sua deposizione.

Per il sito di Avvenire, la sposa del giovane professionista, considerata la gravità della situazione, aveva chiesto ai suoi conoscenti di pregare la beata Teresa di Calcutta della quale era devota e proprio in quella mezz'ora di attesa dell'intervento la donna si trovava con un sacerdote e altri familiari nella cappella dell'ospedale a pregare Madre Teresa per la salvezza del marito. Il parere della Consulta medica Secondo la Consulta medica, che ha votato all’unanimità, la scomparsa della malattia è scientificamente inspiegabile.

Unanime anche il successivo voto dei consultori teologi che, secondo la prassi, sono chiamati a esprimere e a redigere il proprio voto sulla perfetta connessione di causa ed effetto tra l'invocazione univoca alla beata Madre Teresa e l'improvvisa guarigione.

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