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È boom di pensioni anticipate con "Opzione donna"...
Tutti in pensione anticipata con l'"opzione donna." La paura dell'innalzamento dei requisiti per la pensione sta facendo scegliere l'opzione donna: ma conviene rinunciare tanto all'assegno mensile?
Sono stati resi noti i dati delle lavoratrici che hanno preferito andare in pensione anticipata con l'opzione donna, facendo valere i requisiti raggiunti entro il termine del 2015. E sono cifre che rivelano il boom delle adesioni alla forma di anticipo pensionistico, testimonianza del fatto che chi può va in pensione il prima possibile, proprio per evitare gli innalzamenti dei requisiti anagrafici, oltre alle incertezze sui tagli alle pensioni. I dati sono racchiusi nel rapporto per il 2015 dell'Istituto nazionale di previdenza e rilevano che il ricorso all'opzione donna è stata anche più alto rispetto alle attese.
Opzione donna: quante lavoratrici l'hanno scelta?
Il deciso passo in avanti nella scelta dell'opzione donna come forma di pensione anticipata si è avuto negli ultimi due anni: nel 2014 sono state 11.568 le donne del settore privato a sceglierla più altre 3.911 del settore pubblico. Nello scorso anno, invece, ben 19.905 lavoratrici del privato e 8.297 tra le statali hanno preferito l'opzione donna. Nel totale, dal 2008 al 2015, 47.681 donne del privato e 16.973 del pubblico sono andate in pensione usando l'opzione, ma nei primi anni si contavano appena alcune decine o centinaia di adesioni. Fino al termine del 2015 (e in attesa di una proroga per il 2016 e per i prossimi anni), l'opzione donna può essere scelta da chi ha compiuto 57 anni e tre mesi di età (per le donne del settore autonomo occorre un anno in più), ma con lo strumento, secondo quanto riportato nel rapporto, si va in pensione anticipata anche di sette oppure di otto anni.
Opzione donna 2016, qual è il taglio dell'assegno mensile per la pensione anticipata?
A requisiti raggiunti (entro il 31 dicembre 2015 l'ultimo traguardo in vigore) mediamente le donne optano di ritardare l'uscita da lavoro di un anno: è consentito dal cosiddetto meccanismo delle finestre mobili ed infatti si attende una nuova ondata di lavoratrici che potranno far valere il raggiungimento dei requisiti già maturati. Ma occorrerà farsi due calcoli della convenienza dell'uscita anticipata a fronte della perdita di pensione: nel rapporto si legge che il mensile medio delle lavoratrici che hanno scelto l'opzione donna è di 977,00 euro, con un taglio del 35 per cento rispetto a quanto avrebbero percepito se avessero scelto la pensione anticipata liquidata nel 2015. La decurtazione sarebbe stata, conseguentemente, ancora più alta se raffrontata alla media delle pensioni di vecchiaia che implicano, da parte dell'Inps, il versamento di un assegno integrale di pensione.
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