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La visione del filmato non è adatta a tutti. Questa donna va dal medico per rimuovere il cerume: Guardate Cosa Esce Fuori Dall’Orecchio! (Video)

Questa Donna Va Dal Medico Per Rimuovere Il Cerume: Guardate Cosa Esce Fuori Dall’Orecchio!



Una volta che si è recata dall’otorino e aver eseguito un accurata visita, il medico si è accorto che qualcosa non andava.

In pratica un tappo occludeva l’orecchio e per questo la donna soffriva di capogiri e acufene. L’unica cosa da fare era sottoporre la donna ad un operazione per rimuovere quello che il medico credeva si potesse trattare di cerume.

Il cerume è una sostanza cerosa giallastra secreta nel condotto uditivo esterno dell’uomo e serve a mantenere la superficie del condotto stesso umida e morbida, aiutandone la pulizia e la lubrificazione, e, grazie al suo pH acido, svolge attività antibatterica.

La rimozione del tappo però non è stata un operazione di routine come di consueto in questi casi.

Infatti il medico ha dovuto idratare per bene l’orecchio per poi estrarre una massa durissima e densa.

Ragazza racconta: "Sono stata con un prete per 2 anni, era un vero predatore sessuale"


Ai microfoni di Radio Cusano Campus si parla di preti e sesso. Claudia racconta la sua storia di due anni circa con un prete e rivela: " Attenzione: le donne dei preti sono molte. Molte più di quanto si possa pensare"

Lo scandalo sessuale in cui è coivolto Don Andrea Contin, il parrocco della comunità di San Lazzaro (Padova) che faceva orge e festini a luci rosse nella canonica, ha riavviato il dibattito sul sacerdozio, sulla castità e sul celibato.

A Radio Cusano Campus hanno raccolto la testimoniaza di Claudia, una ragazza che accusa un prete con cui è stata per due anni di essere un " vero e proprio predatore sessuale".


Il racconto di Claudia sull'ex fidanzato prete
"La mia relazione con questo sacerdote, durata più o meno un anno e mezzo, inizia perché io ero in crisi profonda a causa della fine del mio matrimonio. Ero sprofondata in una depressione da cui non riuscivo ad uscire. Ho conosciuto questo sacerdote, giovane, che all’inizio mi ha aiutato dal punto di vista spirituale e mi è stato molto vicino, nel senso più puro del termine" spiega ai microfoni della trasmissione radiofonica.

Quella purezza iniziale ha lasciato spazio ad altro: "Presto, però, ha cominciato a rivelare un interesse fisico verso di me. Quando andavo a trovarlo nel suo studio ha iniziato a chiedermi degli abbracci, che all’inizio erano fraterni ma che presto sono diventati più profondi e più intimi che poi sono diventati dei veri e propri rapporti sessuali, prima parziali, poi completi".

Il racconto di Claudia è preciso, dettagliato e lucido: "Questo sacerdote in quel momento era un punto di riferimento nella mia vita. Mi chiamava ogni giorno, voleva sapere come stavo, mi consigliava. Io non sono giustificabile, però lui doveva fare la parte della persona presente a se stessa. Io stavo male, ero depressa, ero in fondo a un tunnel. Attraversavo un momento di estrema difficoltà. Avrei dovuto capire che c’era qualcosa che non quadrava dal fatto che lui a letto fosse molto molto abile".

Dagli abbracci, al sesso..
"A letto era una vera e propria bomba. In quel momento non avevo dato peso alla cosa, lui era l’unica persona che mi stava vicino, avrei dovuto chiedermi come facesse un sacerdote ad essere così bravo a letto. Dopo sono venuta a sapere che lui ha avuto numerose storie, con numerose donne, tutte usando le stesse modalità. Lui prendeva donne fragili, in momenti di estrema crisi. Io sono andata anche da un suo superiore a raccontare la nostra storia: il parroco mi ha intimato però di non dire niente a nessuno, perché altrimenti avrei fatto un danno all’intera comunità", haspiegato la ragazza. Non solo, ha anche ammesso che "essere la donna di un prete comporta una grande sofferenza. E’ come stare con un uomo sposato. Lui spesso mi diceva che era di tutti e di nessuno. Per fare sesso spesso veniva a trovarmi a casa mia, spesso andavo nel suo studio. Ci vedevamo due volte a settimana, in lui c’era una clamorosa abilità sessuale. Questa cosa avrebbe dovuto farmi riflettere e farmi capire che un prete ha fatto voto di celibato, non di castità".

La storia però finisce: "Quando ha trovato un’altra preda - rivela Claudia - mi ha lasciando dicendomi che si stava innamorando di me. Lui approfitta della sua posizione per andare a caccia di ragazze in momenti particolarmente difficili e complicati della loro vita. Sono venuta a sapere che ha fatto la stessa cosa anche con una mia amica. L’abito che indossa regala un fascino che è pericoloso se usato nel modo sbagliato. Io ero già con un piede nella fossa, un comportamento del genere avrebbe potuto distruggermi. Se non fossi stata forte come sono, probabilmente mi sarei suicidata. Io avevo trentadue anni, lui ne aveva ventinove. Ora fa ancora il prete. Sempre nella stessa parrocchia. Attenzione: le donne dei preti sono molte. Molte più di quanto si possa pensare". - Fonte: il Giornale.it -

Incredibile: un uomo affetto da malattia rara cambia aspetto e...



Bangladesh: Abul Bajandar affetto da una malattia rara che lo fa diventare "l'uomo albero": Dopo Un Anno Il Suo Aspetto Cambia..

Avere delle verruche è una cosa abbastanza comune, ma la situazione di Abul Bajandar è drammatica. Per anni l’uomo ha sofferto di verruche su tutto il corpo, le sue mani hanno assunto l’aspetto della corteccia di un albero.
Abul soffre di una malattia rara, la quale prende il nome di Epidermodysplasia Verruciformisa, la quale è causata da un difetto nel sistema immunitario.


L’uomo proviene da un piccolo villaggio del Bangladesh, la sua prima verruca è comparsa quando aveva 10 anni. In seguito non è stato in grado di utilizzare le mani a causa delle verruche che ricoprivano la superficie. Veniva chiamato in tutto il mondo “l’uomo albero”.

Le sue mani ed anche i piedi erano diventate dei veri e propri rami di legno, per fortuna ha conosciuto un medico che lo ha aiutato ad eliminare le verruche. Abul Bajandar, per la sua rara patologia, è rimasto tre ore e mezza sotto ai ferri con un team di nove chirurghi ma, dicono, "è andato tutto bene". A dare notizia dell'intervento compiuto in un ospedale di Dacca è l'ABC News. I medici hanno rimosso parte delle escrescenze del peso di più di 5 chili con cui il 26enne ha convissuto per gli ultimi dieci anni. "Per ora abbiamo tolto quelle delle mani" ha detto il direttore sanitario Samantha Lal Sen. "Dovremo aspettare a vedere come reagisce, poi, decideremo se procedere con quelle dei piedi". Il giovane di Khulna è affetto da da Epidermodysplasia Verruciformisa, una malattia molto rara, caratterizzata da un'infezione cronica, dovuta al papilloma virus, con la formazione disseminata di squame ed escrescenze sugli arti, che sembrano ricoperti della stessa corteccia degli alberi. L'intervento è stato pagato dal governo del Bangladesh. Sottoponendosi a 16 operazioni, l’uomo ha riacquistato l’uso delle mani.

Dopo un solo anno di operazioni, il sogno di vivere la vita come una persona normale è finalmente diventato realtà. Adesso l’uomo può abbracciare nuovamente sua figlia.
Fonte: AKadnkronos.

26 novembre 2016. È un miracolo: Giulia dopo 7 anni si risveglia dal coma grazie alla carezza...


della madre.

Giulia è un miracolo della vita. È uscita dal coma dopo sette anni, mentre la mamma le teneva la mano e lei è salita con la sua per accarezzarla, senza parole.

Sua madre, Maura, ha pensato di sognare. Le ha chiesto di rifare il gesto, perché non ci credeva. E Giulia le ha sfiorato di nuovo il braccio con la sua mano. Maura è corsa fuori, a chiamare i medici: «Mia figlia s’è risvegliata!».
Adesso Giulia è, su una sedia a rotelle
A causa di un aneurisma le si è rotta una vena in testa. Aveva 15 anni quel pomeriggio del 24 marzo 2004, quando è cominciato tutto. Faceva la seconda scientifico all’Einstein, ottimi voti e una vita felice. Giulia era una bella ragazzina, con i capelli ricci e biondi lunghi fino in fondo alla schiena. Era sul pullman con delle amiche che andava a trovare la nonna a San Mauro. A un certo punto s’è come accasciata: «Ho un male terribile». Dietro il capo, sopra il collo. La portano all’ospedale San Giovanni Bosco: ha un aneurisma per una malformazione congenita al cervello, di cui nessuno sapeva niente. La mamma ricorda che quando sono arrivati al Pronto Soccorso, lei e il papà, li hanno fatti sedere e si è sentita male: «Ditemi che cos’è?!». Il primario, dottor Luparello, le ha spiegato che «una malformazione così se ne vede una ogni cento anni. Difficile affrontarla». Però ci ha provato. Ha deciso di operarla, dopo averla salutata sulla soglia della camera: a domani, Giulia. «Ha scommesso su di lei», dice Maura: «Gli dobbiamo molto».

Quasi 13 ore di intervento, dalle 6 di sera alle 7 del mattino, con 12 sacche di sangue perché quando ha tolto l’aneurisma è come se avesse levato un tappo. Le avevano tolto anche una parte di cervello. «Adesso dobbiamo arginare questa diga che si è aperta», le dice il dottor Livigni. La mamma la veglia senza un attimo di sosta, leggendole Harry Potter, che a lei piaceva. È in coma indotto, ma quando provano a risvegliarla, inizia una seconda emorragia cerebrale. Le fanno un’altra craniotomia. Stavolta non è più coma indotto. Passa un anno e mezzo in quell’ospedale. Vogliono metterle una valvola intracranica, ma la valvola si ottura. Altra operazione, per metterle una valvola esterna: ne cambiano almeno cinque. La portano agli Anni Azzurri di Volpiano.
È proprio qui che si risveglia. Altro tempo deve passare però, e altri dolori. Maura la veste tutte le mattine, le infila le scarpe, la fa passeggiare, cerca di inventarle una seppur piccola abilità motoria anche con il coma. Le prende una tv, organizza la festa di compleanno per i suoi 18 anni, con un sacco di gente, i festoni e i palloncini che lei guarda inerte dal suo mondo lontano. Fa venire a sue spese una logopedista, una neuropsicologa e un operatore riflessologo che l’aiutano a mantenere il corpo intatto. «Vende il suo appartamento, perché adesso la sua casa è quella camera lì, con quelle montagne alla finestra che forse saranno finte. Mentre il calvario continua: c’è un batterio che la infetta e bisogna operarla di nuovo. Solo che dopo l’intervento, ritorna. La curano i dottori Ricci e Casarino, e lei li prega: «Per favore, teniamola almeno com’è». Alla fine i medici riescono a levarle il batterio. Poi arriva quella mattina di febbraio. Giulia si risveglia. Ma bisogna operarla di nuovo: ci sono gli ascessi cerebrali da rimuovere. Lo fa il dottor Federico Griva: «Luparello l’ha salvata, e Griva me l’ha ridata alla vita».

Ce n’è voluto di tempo perché l’amore di una mamma avesse ragione. Se c’è un miracolo è questo. Ora Giulia ha seguito il corso di riabilitazione nel Centro Cardinal Ferrari di Fontanellato del gruppo Kos. Lei continua a leggerle i libri, la porta al mare a Marina di Bibbona, e ora vogliono andare a Barcellona in camper e poi a New York. Maura ha solo paura che dopo di lei non ci sia lo stesso amore per farla vivere come adesso.

Il vero volto dei migranti in Italia: testimonianza di V. A. volontaria alla caritas per 6 anni... (Leggetela)

«Sono stata volontaria alla caritas per 6 anni, poi non ce l'ho più fatta perchè la cattiveria, la prepotenza e l'arroganza delle persone che veninavo a chiedere aiuto mi ha sopraffatta. Sono pelandroni e vogliono solo roba bella e firmata, conoscono le marche e le pretendono e se offri una cosa semplice te la tirano addosso con disprezzo. Appena ti volti rubano quello che gli capita, solo per il gusto di impossessarsi di più roba possibile. A me hanno fatto passare la voglia. Un periodo di volontariato alla Caritas farebbe bene a molte persone, imparerebbero a conoscere il vero volto dei "migranti". (V. A.)»

Accusa dolori forti all'orecchio, e i medici fanno una scoperta incredibile..


Accusa per mesi forti dolori all’orecchio, accompagnati da strani rumori e continui graffi, per questo si convince di essere vittima di spiriti maligni, anche perché a nulla erano valsi antidolorifici e medicine vari. Ma una volta arrivata in ospedale fa una scoperta choc. Succede in Cina, a Xiamen City, e la protagonista di questa vicenda, riportata dal Mirror, si chiama Li Meng. Poco tempo prima, va detto, la donna aveva ingerito delle bacche da un cespuglio spuntato su una tomba nonostante il parere contrario del fidanzato superstizioso, che temeva guai con gli spiriti maligni.

Li Meng, però, non gli ha dato retta e le ha mangiate. ''Sono andata anche al tempio a pregare – ha spiegato la donna - ma niente, i dolori all'orecchio non se ne andavano''. Poi la visita in ospedale e la scoperta dei medici: all'interno della cavità orale di Li Meng non c'erano spiriti maligni, ma un ragno che viveva nel suo canale uditivo e aveva anche tessuto la tela. Non è stato, poi, semplice togliere da lì l’ospite indesiderato: ''È stato molto doloroso, ma alla fine ce l'abbiamo fatta'', ha raccontato il dottor Chen Zhaoyou che ha poi aggiunto di aver avuto a che fare diverse volte con pazienti arrivati in clinica con altri insetti, come scarafaggi, formiche, farfalle e millepiedi.

Incredibile: ragazza di 23 anni va in ospedale per mal di stomaco, i medici fanno una scoperta raccapricciante...


Va in ospedale con forti dolori addominali, ma dopo essere stata visitata i medici fanno una scoperta choc. Sophie Cox, 23 anni, inglese, madre di una bimba di un anno, soffre di tricofagia, un disturbo compulsivo che la spinge a mangiarsi i capelli di notte.

I medici hanno estratto dal suo stomaco una palla di 6 chili, i capelli che Sophie aveva mangiato per una vita senza che il suo stomaco fosse in grado di digerirli. I primi sintomi sono comparsi durante la sua gravidanza: «Avevo lo stomaco sempre gonfio e non riuscivo a mangiare senza vomitare», racconta la donna al Telegraph, «Così ho inziato a perdere peso. Avevo perso più di 30 kg, per un periodo ho pensato anche di avere un cancro. Ero convinta che stessi per morire». Poi il consulto medico e le analisi che hanno portato a individuare la massa: «Quando mi hanno mostrato la scansione sono rimasta senza parole. Sembrava un film dell'orrore. Lo specialista non aveva visto niente di simile in 30 anni. Quella palla di pelo era troppo grande. Mi aveva lasciato malnutrita e disidratata».

Sophie è stata subito operata e liberata dalla massa. La ragazza ha ammesso di non sapere nulla della malattia e di non essersi mai accorta di quello che accadeva visto che il suo disturbo si verificava di notte. La 23enne mangiava i capelli durante il sonno, senza accorgersene

Incredibile ma vero: signora di 86 anni scrive una lettera al direttore della banca.. E che lettera!


Quella che stai per leggere è una lettera realmente scritta da una signora di 86 anni al direttore della sua banca. Una lettera talmente spettacolare da essere stata pubblicata sul New York Times.

"Egregio Signor Direttore,

Le scrivo per ringraziarla di aver bloccato il mio assegno con cui ho tentato di pagare il mio idraulico il mese scorso. Secondo i miei calcoli, dal momento in cui ha controllato se c’erano i fondi necessari fino all’arrivo di essi, erano passati appena 3 nanosecondi. Mi riferisco naturalmente all’accredito automatico mensile della mia pensione… un accredito che, lo ammetto, avviene puntualmente da “soli” 8 anni.
Le faccio inoltre i complimenti per quei 30 dollari scalati dal mio conto a titolo di sanzione per il disagio causato alla sua banca.
Le confesso che questo spiacevole incidente mi è servito per rivedere e cambiare il mio approccio al mondo finanziario. Io rispondo personalmente alle vostre lettere e alle vostre telefonate, al contrario, quando sono io a contattarvi, mi ritrovo sempre a che fare con un’entità impersonale fatta di lunghe attese e voci pre-registrate… questo è quello che ormai è diventata la sua banca!
D’ora in poi anche io, come lei, scelgo di rivolgermi soltanto ad una persona in carne e ossa.

D’ora in poi mutui e prestiti non verranno più pagati automaticamente, ma tramite assegno spedito alla vostra banca e indirizzato personalmente a un vostro dipendente da nominare.
Come lei saprà benissimo, è REATO ai sensi della legge aprire una busta intestata ad un’altra persona. Allego a questa lettera un modulo di contatto che un suo dipendente dovrà compilare per la ricezione dei miei assegni.

Mi dispiace che il modulo sia lungo ben 8 pagine, ma ho bisogno di sapere tanto sul suo dipendente quanto la sua banca vuole sapere di me, non c’è alternativa.
E’ pregato di notare che tutte le copie delle cartelle cliniche del suo dipendente devono essere controfirmate da un notaio, e dei dettagli riguardanti la sua situazione finanziaria (reddito, debiti, attività e passività) devono essere accompagnati da prove documentate.
A tempo debito, a mio piacimento, rilascerò al suo dipendente un codice PIN che lui/lei dovrà utilizzare prima di mettersi in contatto con me. Mi dispiace che il codice sia lungo 28 cifre, esattamente il numero di pressioni sui tasti del telefono che faccio per accedere al mio saldo del conto tramite il vostro servizio telefonico.
Come si suol dire, l’imitazione è la più sincera forma di adulazione!
Vorrei aggiungere qualche altro piccolo appunto. Quando mi chiama è pregato di premere i tasti come segue:

AD INIZIO CHIAMATA PREMA (*) PER SELEZIONARE LA LINGUA INGLESE.
#1 Per fissare un appuntamento.
#2 Per richiedere un mancato pagamento.
#3 Per trasferire la chiamata nel mio soggiorno, nel caso io sia lì.
#4 Per trasferire la chiamata nella mia camera da letto, nel caso stia dormendo.
#5 Per trasferire la chiamata nel mio bagno… nel caso sia impegnata nei miei bisogni fisiologici.
#6 Per trasferire la chiamata al mio cellulare, se non sono a casa.
#7 Per lasciare un messaggio sul mio computer, verrà richiesta una password per poter accedere al mio computer.
#8 Per tornare al menú principale.
#9 Per fare un reclamo.
A volte si troverà di fronte a delle lunghe attese, ma non si preoccupi! Una musica melodica le farà compagnia per tutta la durata.
Le faccio i miei più sinceri auguri per un felice, anche se spero meno prosperoso economicamente, anno nuovo.
Una sua umile Cliente
E si ricordi: mai complicare la vita ad una persona anziana. Innanzitutto non ci piace sentirci vecchi, quindi non ci vuole molto per farci incazzare."

Diede alla luce 7 gemelli, bellissimi.. Eccoli 19 anni dopo..

Nel 1997, Bobbi e Kenny McCaughey sono finiti su tutti i notiziari per aver messo al mondo ben 7 gemelli, tutti sopravvissuti al parto.

I loro nomi sono Kenny, Kelsey, Natalie, Brandon, Alexis, Nathan e Joel McCaughey. Ecco in questa foto accanto alla loro mamma orgogliosa.
Bellissimi!


Eccoli in quest’altra foto quando erano ancora più piccoli.
Con tre femmine e quattro maschi, Bobbi può certamente ritenersi soddisfatta della sua prole ed anche di se stessa, che è stata molto brava a portare avanti una gravidanza certamente molto complessa e pericolosa per la sua vita e per quella dei suoi piccoli.


Ecco Bobbi con i suoi 7 gioielli in una foto davvero esilarante.

Avevate mai visto un passeggino così capiente? Beh sicuramente no. Ma quello che stupisce maggiormente è la naturalezza con la quale Bobbi porta in giro i suoi piccoli. E’ riuscita subito ad organizzarsi e a trovare il giusto equilibrio.


Dopo 19 anni sono stati ospitati in un programma televisivo per raccontare la loro storia,

certamente non facile, fatta di alti e bassi ma con una grande certezza di fondo che li ha sempre tenuti uniti: l’amore. Fratelli e sorelle si vogliono molto bene e ne vogliono tanto anche ai loro genitori.


Eccoli oggi, sono una famiglia felice

ed hanno voluto raccontare a tutti la loro storia. Hanno tutti interessi diversi presto prenderanno direzioni differenti ma anche a chilometri di distanza saranno legati da quel filo sottile che solo i gemelli hanno e che li legherà per tutta la vita.

Testimonianza scioccante di un giornalista presente ad un incidente..


Mamma, sono uscita con amici. Sono andata ad una festa e mi sono ricordata quello che mi avevi detto: di non bere alcolici. Mi hai chiesto di non bere visto che dovevo guidare, cosi ho bevuto una Sprite. Mi son sentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascoltato il modo in cui, dolcemente, mi hai suggerito di non bere se dovevo guidare, al contrario di quello che mi dicono alcuni amici. Ho fatto una scelta sana ed il tuo consiglio è stato giusto. Quando la festa e finita, la gente ha iniziato a guidare senza essere in condizioni di farlo. Io ho preso la mia machina con la certezza che ero sobria. Non potevo immaginare, mamma, ciò che mi aspettava... Qualcosa di inaspettato! Ora sono qui sdraiata sull'asfalto e sento un poliziotto che dice: "Il ragazzo che ha provocato l'incidente era ubriaco". Mamma, la sua voce sembra così lontana... Il mio sangue è sparso dappertutto e sto cercando,con tutte le mie forze, di non piangere. Posso sentire i medici che dicono: "Questa ragazza non ce la farà". Sono certa che il ragazzo alla guida dell'altra macchina non se lo immaginava neanche, mentre andava a tutta velocita. Alla fine lui ha deciso di bere ed io adesso devo morire... Perchè le persone fanno tutto questo, mamma? Sapendo che distruggeranno delle vite? Il dolore è come se mi pugnalasse con un centinaio di coltelli contemporaneamente. Dì a mia sorella di non spaventarsi, mamma, di a papà di essere forte. Qualcuno doveva dire a quel
ragazzo che non si deve bere e guidare... Forse, se i suoi glielo avessero detto, io adesso sarei viva... La mia respirazione si fa sempre piu debole e incomincio ad avere veramente paura... Questi sono i miei ultimi momenti, e mi sento così disperata...Mi piacerebbe poterti abbracciare mamma, mentre sono sdraiata, qui, morente. Mi piacerebbe dirti che ti voglio bene per questo... Ti voglio bene e.... addio.

Queste parole sono state scritte da un giornalista che era presente all'incidente. La ragazza, mentre moriva, sussurrava queste parole ed il giornalista scriveva...scioccato. Questo giornalista ha iniziato una campagna contro la guida in stato di ebbrezza. Se questo messaggio è arrivato fino a te e lo cancelli... Potresti perdere l'opportunita, anche se non bevi, di far capire a molte persone che la tua stessa vita è in pericolo. Questo piccolo gesto può fare la differenza.

Incredibile: Al Caldarelli di Napoli, chirurgo opera mentre è colto da infarto..


Napoli: al Cardarelli, chirurgo opera mentre ha l’infarto.. Claudio Vitale, 59 anni, primario nel reparto di Neurochirurgia all’ospedale Cardarelli di Napoli ha portato a termine l´intervento su un ammalato di tumore al cervello nonostante un attacco cardiaco. Finito l’intervento è stato sottoposto ad “angioplastica” ed è stato ricoverato in Terapia intensiva. Ora stanno bene. Entrambi, medico e paziente
«Non potevo abbandonare in un momento delicato. E non sono un eroe, ho solo fatto il mio dovere». Si schermisce e glissa sul fatto che ci poteva rimettere la vita, il neurochirurgo che ha continuato ad operare con un infarto addosso.

Cardarelli, tarda mattina di lunedì scorso. Sul lettino del complesso di Neurochirurgia c´è un anziano paziente, affetto da “glioblastoma”. È un tumore che ha coinvolto una delicata area del cervello. Gli anestesisti gli infilano l´ago in vena, lentamente parte la soluzione che induce il sonno artificiale. Pronto, “lavato” come si dice in gergo tecnico e con la mascherina sul viso, c´è Claudio Vitale, il 59enne primario “incaricato”. Inizia l´intervento.

Tutto sembra filare liscio, ma Vitale a un certo punto accusa un dolore al petto. È molto forte. Una smorfia, il chirurgo continua. Pensa a un reumatismo, si concentra sul campo operatorio. Ma col passare dei minuti, quel pugno al centro del torace si fa sempre più stretto. Lo specialista intuisce la gravità. Può essere un attacco cardiaco. Lo dice ai collaboratori. Lo invitano a smettere, lui si rifiuta. C´è un´emorragia da dominare e Vitale acconsente solo a farsi fare un prelievo di sangue per avere conferma del sospetto. Dieci minuti e l´infermiere agita il referto: “Infarto posteriore”.

Il medico dovrebbe lasciare, ma da lui ancora un no deciso: «Prima finisco, poi mi ricovero». Sopporta il dolore e conclude l´intervento. Con successo. Nell´antisala è pronta la barella e trenta minuti dopo Vitale è sottoposto ad “angioplastica” per disostruire la coronaria. In serata è in Terapia intensiva. Ora stanno bene. Entrambi, medico e paziente.

Aulin ritirato dal mercato europeo ma non in Italia, ecco perchè...


In diversi Paesi i farmaci a base di nimesulide (in Italia il più noto è l’Aulin), sono stati ritirati già da diverso tempo: il loro uso può causare problemi al fegato (Epatite, cirrosi e tumori). In Italia, invece, sono ancora disponibili. Come mai? Secondo l’Agenzia europea del farmaco i benefici sono superiori ai rischi. La nimesulide resta in commercio, ma con condizioni e limitazioni d’uso precise.

I primi Paesi a ritirare dal mercato i medicinali contenenti nimesulide (per l’Italia il farmaco di marca più noto è l’Aulin, ma sono disponibili anche i generici-equivalenti) erano stati, nel 2002, Spagna e Finlandia, seguite nel 2007 dall’Irlanda. La decisione era stata presa dopo diverse segnalazioni di casi di tossicità al fegato. In altri Paesi, come ad esempio il Regno unito, questi medicinali non sono mai stati commercializzati. Allora come mai in Italia continuano a essere venduti? Ce lo chiedono in molti: in rete circolano diverse informazioni, non sempre vere, al riguardo.

I benefici superano i rischi: la nimesulide resta in commercio.

Nel corso di diversi anni, dal 2002 al 2011, l’Agenzia europea del farmaco (Ema), ha più volte avviato una procedura di raccolta e analisi dei dati disponibili sulla nimesulide per decidere se ritirare oppure lasciare in commercio i farmaci nei Paesi europei in cui sono ancora venduti. In seguito ai processi di revisione (l’ultimo voluto dalla Commissione europea nel 2010), l’Agenzia ha concluso che i benefici che i farmaci apportano superano i rischi: la nimesulide perciò resta in commercio, anche se dev’essere considerata un antidolorifico di seconda scelta.
Tempi e modalità d’uso raccomandati.

Gli effetti collaterali sul fegato, però, sono stati confermati. Per questo, per ridurre al minimo il rischio nei pazienti, l’Agenzia europea del farmaco raccomanda tempi e modalità precisi per l’assunzione di nimesulide.

Non deve essere usata da pazienti con problemi al fegato.
È indicata solo per il trattamento del dolore acuto (mentre prima veniva usata anche in casi di dolore cronico) e dei dolori mestruali.
Deve essere utilizzata solo per brevi periodi, al massimo 15 giorni.
La dose massima giornaliera è di 200 mg (pari a due bustine o due compresse).

Come si acquista in Italia

L’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, si è adeguata alla decisione dell’Ema lasciando la nimesulide in commercio. Ma, nel 2007, ha deciso di modificare il regime di fornitura di farmaci a base di nimesulide. Dalla ricetta ripetibile si è passati a alla ricetta non ripetibile: oggi, per ogni nuova confezione acquistata, dev’essere presentata una nuova ricetta, che viene trattenuta dal farmacista all’atto della consegna del farmaco. Questa decisione è stata presa per limitare gli usi inappropriati dei farmaci a base di nimesulide, che nel nostro Paese, soprattutto in passato, sono stati molto frequenti.

ATTENZIONE: Truffa al distributore - “Un benzinaio su tre "frega" l’automobilista”


Blitz della Finanza: irregolari 230 impianti su 800.

Corsi e ricorsi storici che, ciclicamente, si ripetono tra gli specialisti della truffa. Stavolta su vasta scala. Perché quel 28 per cento di distributori risultati irregolari sul totale dei controlli eseguiti dalla Guardia di Finanza, assume per dimensioni i contorni dell’emergenza sociale. Oltre a doppiare il 14 per cento di casi analoghi registrati solo un anno fa. Le cifre del blitz eseguito in tutta Italia dagli uomini delle Fiamme Gialle parlano, del resto, da sole. Su 800 impianti controllati, nell’ambito del piano estivo di tutela dei consumatori, 230 sono risultati irregolari. Quasi uno su tre. Un bollettino di guerra che annovera 33 persone denunciate, 93 colonnine, 449 pistole erogatrici ed oltre 780mila litri di prodotti petroliferi sequestrati. E dalla lunga lista delle violazioni non manca neppure un centinaio di infrazioni alla disciplina dei prezzi di vendita applicati agli automobilisti.

Gli impianti controllati sono stati selezionati dalla Guardia di Finanza sulla base di una mirata analisi di rischio che ha tenuto conto sia delle informazioni raccolte dai militari sia delle segnalazioni arrivate direttamente dai cittadini. L’attività di controllo, ancora in corso, rientra in un piano più ampio messo a punto dal Comando generale in vista dell’estate a tutela non solo dei consumatori ma anche dei gestori in regola. I primi vittime predestinate dei raggiri, i secondi di una vera e propria concorrenza sleale. Un’operazione tesa a verificare, in particolare, se il carburante erogato coincidesse con quello effettivamente contabilizzato e regolarmente pagato dagli automobilisti, se fossero state mischiate alla benzina o al gasolio sostanze dannose per le auto (ad esempio l’acqua), se fosse stata rispettata la normativa che obbliga gli esercenti ad esporre i prezzi dei prodotti petroliferi, al fine di offrire ai consumatori una corretta informazione e la possibilità di scegliere dove fare rifornimento.

Tra i casi di frode scoperti e segnalati dalla Guardia di Finanza all’autorità giudiziaria, molti dei quali rilevati in Campania, le Fiamme Gialle hanno riscontrato la presenza di schede elettroniche modificate inserite nelle colonnine dove sono indicati i litri di benzina erogati, oltre all’alterazione delle stesse colonnine e delle pistole erogatrici e la contraffazione dei piombi, vale a dire i sigilli messi agli impianti per evitare che vengano manomessi. Espedienti che sarebbero sfuggiti anche all’occhio dei consumatori più attenti. Nella zona di Latina, in particolare, i finanzieri hanno scoperto una serie di gestori che praticava pubblicità ingannevole sui prezzi del carburante.

Scene già viste nel remake estivo di quasi due anni fa, quando nell’agosto 2013, analoghe operazioni della Guardia di Finanza portarono a risultati più o meno simili a quelli odierni: 11 gestori denunciati per frode, 68 sanzionati in via amministrativa e 59 tra colonnine e pistole erogatrici sequestrate. Simile anche la tipologia delle violazioni, dal gasolio annacquato all’erogazione effettiva di carburante inferiore dell’8-10 per cento rispetto a quanto indicato sul display delle colonnine. Con un’unica sostanziale differenza: nel 2013 le irregolarità riscontrate furono 174 su 1.216. Circa il 14 per cento del totale. A distanza di un anno la percentuale è raddoppiata. (Antonio Pitoni - Fonte: LA STAMPA)

Inghilterra: Cavallo in ospedale per dare l'addio alla padrona malata terminale..


Cavallo in ospedale per dare l'addio alla padrona malata terminale di cancro.

«Prima di morire voglio rivedere il mio Bronwen»,
aveva detto la 77enne Sheila Marsh, malata terminale di cancro ricoverata al Royal Infirmary di Wigan, nel nord dell’Inghilterra.

Il problema, come riporta il Telegraph, è che il Bronwen prediletto dalla nonna, a sua volta amatissima da quattro nipoti, avrebbe avuto più di una difficoltà a raggiungere l’ospedale e non solo perché anche lui avanti negli anni. Sì, i 25 anni dello stallone marrone con il muso bianco equivalgono ai 77 della sua padrona che l’aveva tenuto nella su fattoria fin da quando era un puledrino, ma come far incontrare per l’ultima volta i due visto che la nonna non poteva assolutamente essere trasportata? Ci ha pensato la responsabile dell’accoglienza dell’ospedale, Gail Taylor ad organizzare il meeting che ha commosso l’Inghilterra. La famiglia della malata ha pensato a portare Bronwen nel parcheggio dell’ospedale e gli infermieri hanno attrezzato il letto di Sheila Marsh perché potesse uscire dall’edificio anche solo per pochi minuti. Quando la donna ha chiamato con un filo di voce l’amico di una vita, il cavallo si è avvicinato adagio al letto e ha avvicinato le labbra alla guancia di Sheila. Sì, l’ha baciata per dirle addio. Lacrime e occhi lucidi e silenzio in quel parcheggio diventato il maneggio dell’Haydock Park Racecourse in cui la donna aveva lavorato. Poche ore dopo Sheila è morta.. Con un sorriso. (Fonte: Il Mattino.it)

Vergognoso: L'hanno preso in giro per il suo PESO..


VERGOGNA. L'hanno preso in giro per il suo PESO. Chiattò, palla di m..., gli hanno detto, e le eco delle loro voci risuonano nella mia mente come in un cortometraggio dell'orrore. Gli hanno abbassato i pantaloni, l'hanno bloccato, girato, steso per terra, e gli hanno infilato NEL RETTO, facendolo arrivare fino all' INTESTINO, un tubo di aria compressa, forse di quelli che si usano per gonfiare in pochi attimi le gomme delle auto. Hanno azionato l'aria compressa, che in pochi istanti gli ha perforato milza e parte del colon.

In un età in cui sperimenti i primi amori, le delusioni amicali, le prime uscite in motorino, i baci con la lingua e qualche filone, loro hanno sperimentato il MALE, il RISCHIO, la MORTE. Hanno 14 anni, e non mi basta la scusa del "quartiere difficile". E non mi basterà, questa volta, scaricare la colpa sulla città. Qui il fallimento è della SOCIETA', napoletana, campana, emiliana, milanese, nazionale. Ha vinto l'ABBANDONO, ha vinto la pigrizia e l'ignoranza delle Famiglie, che hanno detto troppe volte sì, che hanno preferito lasciar passare, farli uscire, senza controllo, pecché so' guagliun, anna' pazzià. Pazziare, giocare in napoletano. Giocare con la pazzia, arrivare ad intravedere, toccare ed infine OLTREPASSARE la linea del lecito. Non bastava prenderlo in giro nel modo più meschino possibile. Non bastava prenderlo in giro nell'unico modo che non riesce a scatenare, nel 90 % dei casi, una risposta a tono. NO. DOVEVANO punirlo, dovevano pazziare, ovvero giocare con follia. Stamane, dal parrucchiere, una signora mi ha chiesto perché giro per le scuole, perché mi sgolo senza che me ne torni nulla. Lo faccio, e continuerò a farlo finché sarò capace di parlare e camminare, per evitare che altri scarti della società, altri FALLIMENTI italiani come questi, altri futuri adulti inceppati, difettosi, male educati o non educati, agiscano così. A quattordici anni, a 20, a 40...mai più. GRASSO. L'insulto più schifoso che ci possa essere. (Fabiana Sera)

Incredibile ma vero: Donna cammina con un uomo al guinzaglio per le strade di Londra.


Un’insolita coppia, questa mattina (11 Aprile), ha catturato l’attenzione di diversi londinesi: lei aveva tra le mani un guinzaglio, ma non portava a spasso nessun cane. C’era un uomo ben vestito che la seguiva a quattro zampe. Un uomo e una donna che, una mattina come tante altre, camminano per le strade di Londra. E che facendolo catturano l’attenzione dei passanti. Il motivo di tanto interesse? Le foto apparse su Twitter sono chiare: l’uomo, infatti, seguiva la donna per la città camminando a quattro zampe e legato a un guinzaglio. È questa l’insolita scena apparsa stamane nel centro della capitale inglese. Lei, lunghi capelli e con un caffè in mano, aveva un guinzaglio rosa tra le mani ma nessun cane da portare a spasso. A terra infatti c’era lui, ben vestito con un pantalone e una camicia bianca. La seguiva camminando come un cane.

Trovata pubblicitaria o scommessa persa? - Della strana coppia non si sa nient’altro. Sui social network, dove in tanti hanno pubblicato le foto dell’uomo al guinzaglio, qualcuno ha parlato di una eventuale trovata pubblicitaria ma, come scrive anche il britannico Daily Mail, nessuno dei due ha distribuito nulla. Anzi, i due sembravano disinteressati dagli sguardi dei passanti. Una scommessa persa, dunque? Una penitenza che l’uomo aveva da scontare? Solo ipotesi, ma al momento nessuna certezza.

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