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1º maggio festa dei lavoratori.. Ma sapete come e perchè è nata?.. (Leggi tutto)
La Festa del lavoro o Festa dei lavoratori viene celebrata il 1º maggio di ogni anno in molti Paesi del mondo per ricordare l'impegno del movimento sindacale e i traguardi raggiunti dai lavoratori in campo economico e sociale.
Origini internazionali:
La festa ricorda le battaglie operaie, in particolare quelle volte alla conquista di un diritto ben preciso: l'orario di lavoro quotidiano fissato in otto ore (in Italia con il r.d.l. n. 692/1923). Tali battaglie portarono alla promulgazione di una legge che fu approvata nel 1867 nell'Illinois (USA). La Prima Internazionale richiese poi che legislazioni simili fossero introdotte anche in Europa.
La sua origine risale a una manifestazione organizzata a New York il 5 settembre 1882 dai Knights of Labor, un'associazione fondata nel 1869. Due anni dopo, nel 1884, in un'analoga manifestazione i Knights of Labor approvarono una risoluzione affinché l'evento avesse una cadenza annuale. Altre organizzazioni sindacali affiliate all'Internazionale dei lavoratori - vicine ai movimenti socialisti ed anarchici - suggerirono come data della festività il primo maggio.
Ma a far cadere definitivamente la scelta su questa data furono i gravi incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago (USA) e conosciuti come rivolta di Haymarket. Il 3 maggio i lavoratori in sciopero di Chicago si ritrovarono all'ingresso della fabbrica di macchine agricole McCormick. La polizia, chiamata a reprimere l'assembramento, sparò sui manifestanti uccidendone due e ferendone diversi altri. Per protestare contro la brutalità delle forze dell'ordine gli anarchici locali organizzarono una manifestazione da tenersi nell'Haymarket square, la piazza che normalmente ospitava il mercato delle macchine agricole. Questi fatti ebbero il loro culmine il 4 maggio quando la polizia sparò nuovamente sui manifestanti provocando numerose vittime, anche tra i suoi.
L'11 novembre del 1887 a Chicago (USA), quattro operai, quattro organizzatori sindacali e quattro anarchici furono impiccati per aver organizzato il 1º maggio dell'anno precedente lo sciopero e una manifestazione per le otto ore di lavoro.
Il 20 agosto fu emessa la sentenza del tribunale: August Spies, Michael Schwab, Samuel Fielden, Albert R. Parsons, Adolph Fischer, George Engel e Louis Lingg furono condannati a morte; Oscar W. Neebe a reclusione per 15 anni. Otto uomini condannati per essere anarchici, e sette di loro condannati a morte. Le ultime parole pronunciate furono: Spies: "Salute, verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che oggi soffocate con la morte!" Fischer: "Hoch die Anarchie! (Viva l'anarchia!)" Engel: "Urrà per l'anarchia!" Parsons, la cui agonia fu terribile, riuscì appena a parlare, perché il boia strinse immediatamente il laccio e fece cadere la trappola. Le sue ultime parole furono queste: "Lasciate che si senta la voce del popolo!"
L'allora presidente Grover Cleveland ritenne che la festa del primo maggio avrebbe potuto costituire un'opportunità per commemorare questi episodi. Successivamente, temendo che la commemorazione potesse risultare troppo a favore del nascente socialismo, stornò l'oggetto della festività sull'antica organizzazione dei Cavalieri del lavoro. Pochi giorni dopo il sacrificio dei Martiri di Chicago, i lavoratori di Chicago tennero un'imponente manifestazione di lutto, a prova che le idee socialiste non erano affatto morte.
Appena si diffuse la notizia dell'assassinio degli esponenti anarchici di Chicago, nel 1888, il popolo livornese si rivoltò prima contro le navi statunitensi ancorate nel porto, e poi contro la Questura, dove si diceva che si fosse rifugiato il console USA.
La data del primo maggio fu adottata in Canada nel 1894 sebbene il concetto di festa del lavoro sia in questo caso riferito a precedenti marce di lavoratori tenute a Toronto e Ottawa nel 1872 e più tardi in quasi tutti i paesi del mondo.
Attenti ai codici vicino ai citofoni sono dei segnali tracciati dai ladri che...
Facebook VOLA, profitti netti triplicati a 1,51 miliardi... (Clicca e leggi tutto)
Facebook surclassa Apple e Google, profitti netti triplicati a 1,51 miliardi. Vola a Wall Street con una trimestrale sopra ogni aspettativa. Il re dei social network si è scrollato di dosso le difficoltà del settore hi-tech e Internet che hanno tradito le grandi rivali: ha riportato profitti netti triplicati a 1,51 miliardi rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. All’indomani della pubblicazione dei conti il titolo della società cofondata da Mark Zuckerberg segna un balzo di oltre il 9%.
Il fatturato è contemporaneamente aumentato del 52% a 5,38 miliardi di dollari rispetto ai 5,26 anticipati. La raccolta pubblicitaria ha rappresentato quasi gli interi ricavi, 5,2 miliardi con un incremento del 57 per cento. Il mobile ha contribuito l'82% del totale delle entrate da inserzioni, in crescita dal 73% di un anno fa. Facebook quest'anno dovrebbe aggiudicarsi il 12% della pubblicità digitale globale.
La società di Mark Zuckerberg, con i conti, ha letteralmente polverizzato le stime degli analisti: gli utili sono stati del 10% superiori alla più ottimistica previsione. In crescita migliore delle attese anche il numero degli utenti mensili attivi: alla fine del primo trimestre hanno raggiunto gli 1,65 miliardi contro gli 1,63 miliardi ipotizzati alla vigilia, in aumento del 15 per cento. Dal mobile sono aumentati del 21% a 1,51 miliardi. Gli utenti quotidiani medi sono cresciuti in tutto del 16% a 1,09 miliardi e sul mobile sono aumentati del 24% a 989 milioni.
“Abbiamo avuto un ottimo inizio d'anno”, ha detto Zuckerberg. Wall Street ha concordato: il titolo nel dopo mercato ha risposto con un rialzo del 9 per cento. Facebook ha anche proposto la creazione di una nuova classe “C” di azioni per effettuare di fatto uno stock split in tagione di 3 titoli a uno. Se approvata, i soci riceveranno due titoli C per ciascun titolo di classe A o B in loro possesso. I nuovi titoli non avranno diritto di voto preservando il controllo della società nelle mani di Zuckerberg. (Fonte: IlSole 24ORE)
Alimentazione vegana, ci aiuterà a vivere più a lungo?..
Uno studio inglese sulla dieta vegana aprirebbe le porte a nuove strade e modi applicativi di quella che è diventata la moda alimentare del momento. La dieta vegana aiuterebbe, infatti, a salvare vite umane.
Negli ultimi tempi sono in molti a parlare di dieta vegana e molto spesso, sui social network e sui giornali, ci sono dei veri e propri dibattiti tra chi sostiene che la dieta vegana sia un vero toccasana e chi, d’altro canto, ritiene sia una forzatura del nostro apparato digerente e che l’uomo, in quanto onnivoro, dovrebbe mangiare un po’ di tutto.
Le diete vegane sono dei modelli dietetici vegetariani che escludono dall’alimentazione la carne di qualsiasi animale e tutti i prodotti di origine animale. I ricercatori dell’università di Oxford hanno pubblicato sulla rivista Pnas uno studio che lascerà a bocca aperta i contestatori di questa tipologia di dieta.
Con la dieta vegana si ridurrebbero le morti in tutto il mondo
Sembra un’assurdità, ma è quello che è emerso dall’articolo dei ricercatori inglesi. Questi studiosi hanno elaborato diversi scenari alimentari, precisamente 4. Uno prende il nome di “business as usual” in cui si mantengono gli usi dell’attuale dieta, un altro prevede la riduzione della carne a 300 grammi a settimana aumentando l’apporto di frutta e verdura; un altro ancora strettamente vegetariano e, infine, uno prettamente vegano.
Dall’osservazione di queste 4 tipologie alimentari hanno stabilito che il maggior guadagno per quanto riguarda le vite salvate, soprattutto in termini di malattie cardiovascolari e per le patologie legate all’obesità, sarebbe per l’appunto quella che prevede un regime di dieta vegana.
Inoltre è emerso che i due regimi alimentari a base di frutta e verdura permetterebbero maggiori vantaggi anche in termini di emissione di gas serra, oltre ad un sostanziale beneficio per l’economia individuale: costa meno un chilogrammo di verdura che uno di carne, questo è certo.
Questo articolo trova, come sempre quando si tratta di diete e tipologie alimentari estreme come la dieta vegana, sostenitori e persone che sono totalmente contrarie a questo regime alimentare. Nonostante i ‘convertiti vegani‘ siano in netto aumento anche in Italia, sono sempre in molti a non vedere di buon occhio questi regimi alimentari.
Forse serviranno ulteriori dimostrazioni dell’utilità della dieta vegana contro il cancro e contro agenti tossici per riuscire a convincere i più scettici. Ad ogni modo, consigliamo sempre di seguire i consigli di persone competenti come i dietologi prima di affrontare, da soli, dei cambi radicali nell’alimentazione.
Ha subito violenza a 8 anni, dopo 6 anni il suo stupratore esce di prigione e...
Bradford (Inghilterra) Ha subito violenza a 8 anni, dopo 6 anni il suo stupratore esce di prigione, e lei lo ammazza, ma il Giudice la assolve.
Ha subito una violenza inaccettabile quando era solo una bambina. Uno stupro che le ha rovinato per sempre la vita. Ma il suo carnefice, dopo solo sei anni di carcere, è tornato libero. E lei non l’ha sopportato, quindi l’ha ucciso. Ecco la strabiliante decisione del giudice nei confronti della ragazza.
Quante volte gridiamo alla malagiustizia, chiedendoci quali siano i criteri che guidano le decisioni di un giudice che spesso da fuori sembrano così ingiuste, illogiche, insensate? Non stavolta: la sentenza di cui stiamo per parlare è con ogni probabilità quella che avrebbe pronunciato anche l’opinione pubblica. Non è successo in Italia, bensì nel Regno Unito, ma di casi come questo – conclusione e sentenza a parte – è pieno, purtroppo, anche il nostro Paese.
Un pedofilo. Una bambina violentata. Un’infanzia devastata, cicatrici inimmaginabili che non se ne vanno e non se ne andranno, che nemmeno si schiariscono né tendono a farsi meno evidenti. Un dolore pulsante che non si placa col passare degli anni. L’interrogativo costante di come sarebbe stata la vita senza le violenze di quel mostro. E una conseguente, insanabile, sete di vendetta. A Bradford, nel 2009, una bambina di soli 8 anni è stata violentata da un uomo di 55, che ha approfittato del suo corpo rovinando la sua mente, gli anni futuri, un bocciolo di vita che era tutta una promessa.
Il pedofilo è stato condannato e rinchiuso in carcere, ma – come spesso accade in questi casi, che ci lasciano attonite e senza parole – ha riguadagnato la libertà già lo scorso anno, dopo aver scontato una pena di soli sei anni. La vittima, sapendo che a lei non sarebbe bastata una vita intera per riprendersi da quanto le aveva fatto quello che definire uomo è davvero impossibile, è rimasta comprensibilmente delusa dalla giustizia, amareggiata e divorata dalla rabbia. “Se la giustizia non funziona – sembra che abbia pensato – allora mi farò giustizia da me”. E ha deciso di vendicarsi, non sopportando la libertà del pedofilo dopo così poco tempo, impotente e impossibilitata ad accettare che il mostro avrebbe potuto colpire di nuovo, lei o qualcun altro, che si sarebbero potuti reincontrare o, comunque, che lui avrebbe potuto vivere una vita serena mentre la sua era tormentata dai fantasmi.
La ragazza, ormai adolescente, si è quindi presentata a casa del pedofilo armata di un coltello; quando l’uomo le ha aperto la porta, gli ha comunicato senza esitazione le sue intenzioni:
"Ho intenzione di ucciderti."
E così ha fatto, accoltellandolo al petto dinanzi allo sguardo dei suoi due figli. Dopo aver commesso l’omicidio non è fuggita, né si è sottratta alla sue responsabilità. Tutt’altro: si è consegnata spontaneamente alle autorità, assumendosi la colpa dell’omicidio. Ma non sconterà una pena in carcere: il giudice responsabile del procedimento non solo si è opposto, rifiutando di comminare alla ragazza una pena detentiva, ma si è offerto di pagarle le spese processuali. Motivo: ha riconosciuto la delusione della vittima, la sua sfiducia nella giustizia, la rabbia, la voglia di vendetta.
Il giudice, Jonathan Durham Hall, ha dichiarato che:
"Sarebbe una vergogna mandare una sopravvissuta come lei in prigione. Ha agito come una persona che ha perso ogni fiducia nel nostro sistema legale."
Per la giovane, quindi, l’autorità giudiziaria si è limitata a disporre un periodo di due anni in un centro di riabilitazione per minori.
E voi che he ne pensate? (Fonte: AllNews24)
Oggi 25 aprile è un giorno fondamentale per la storia d'Italia ricorre l'anniversario della...
L'anniversario della liberazione d'Italia (anche chiamato festa della Liberazione, anniversario della Resistenza o semplicemente 25 aprile) è una festa nazionale della Repubblica Italiana che ricorre il 25 aprile di ogni anno.
È un giorno fondamentale per la storia d'Italia ed assume un particolare significato politico e militare, in quanto simbolo della vittoriosa lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale a partire dall'8 settembre 1943 contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l'occupazione nazista.
L'istituzione della festa nazionale:
Su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il principe Umberto II, allora luogotenente del Regno d'Italia, il 22 aprile 1946 emanò un decreto legislativo luogotenenziale ("Disposizioni in materia di ricorrenze festive") che recitava:
« A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale. »
La ricorrenza venne celebrata anche negli anni successivi, ma solo il 27 maggio 1949, con la legge 260 ("Disposizioni in materia di ricorrenze festive"), essa è stata istituzionalizzata stabilmente quale festa nazionale.
Da allora, annualmente in tutte le città italiane - specialmente in quelle decorate al valor militare per la guerra di liberazione - vengono organizzate manifestazioni pubbliche in memoria dell'evento.
Chi la fa.. l'aspetti. (Barzelletta)
Un uomo sposato è a letto in dolce compagnia della sua giovane e bella amante, che gli confessa:
“Luca a me la barba non fa impazzire, te la tagli per piacere?”
Luca risponde: “Non posso, mia moglie mi ucciderebbe...”
L'amante gioca tutte le sue carte e alla fine Luca cede e si rade.
Dopo qualche ora, nel bel mezzo della notte torna a casa dalla moglie.
Sua moglie sta dormendo e lui si mette piano piano sotto le coperte quando la moglie si sveglia e gli accarezza al buio il viso ed esclama:
“Tommaso, non dovresti essere qui, mio marito potrebbe tornare da un momento all'altro!”
Chiede a Dio di scambiare il corpo con sua moglie. Ma ben..
Un uomo era stanco e arrabbiato per il fatto di dover lavorare duramente ogni giorno mentre sua moglie stava beatamente a casa.
Un giorno, arrivato al limite della sopportazione, si mise a pregare: “Caro Signore, io mi sacrifico ogni giorno per il mio duro lavoro, mentre mia moglie se ne sta tranquilla a casa. Voglio che lei sappia quello che io sto passando, ti chiedo di scambiare i nostri corpi almeno per un giorno.”
Dio, nella sua infinita saggezza, concesse il desiderio dell’uomo. La mattina successiva, l’uomo si svegliò dentro il corpo della moglie, mentre la donna si svegliò dentro il corpo del marito.
Iniziò così una normale giornata di routine quotidiana ma a ruoli invertiti.
La moglie uscì presto di casa per andare a lavoro, mentre l’uomo iniziò a sbrigare le faccende di casa:
• Preparare la colazione per il compagno,
• Svegliare i bambini, lavarli e prepararli per la scuola.
• Preparare la colazione e la merenda per i bambini.
• Accompagnare i bambini a scuola.
• Portare alcuni vestiti in una lavasecco.
• Passare alle Poste per pagare alcune bollette.
• Fare la spesa.
• Rientrare a casa e sistemare la spesa.
• Sistemare i letti.
• Pulire la lettiera del gatto e fare il bagno al cane.
Tra una cosa e l’altra è quasi ora di pranzo, bisogna affrettarsi nelle varie faccende di casa:
• Fare il bucato.
• Passare l’aspirapolvere, spolverare e lavare il pavimento della cucina.
• Correre a scuola per ritirare i bambini, che nel frattempo litigano come dei pazzi tra di loro.
• Preparare il pranzo.
• Aiutare i bambini con i compiti per casa.
• Preparare la merenda per i bambini.
• Preparare l’asse da stiro e guardare la tv mentre si stira il bucato.
Il pomeriggio è volato, bisogna preparare la cena:
• Pelare le patate, impanare le braciole di maiale, pulire la verdura.
• Dopo cena bisogna pulire la cucina e lavare i piatti.
• Fare il bagno ai bambini e metterli a letto.
Sono le 22 di sera e l’uomo (sempre nel corpo della moglie) è esausto. Prima di dormire bisogna adempiere ad uno dei più importanti doveri coniugali: FARE L’AMORE.
Il mattino seguente l’uomo si sveglia e immediatamente s’inginocchia per pregare:
“Oh mio Signore, non so cosa mi sia passato per la mente. Mi sono sbagliato, non dovevo invidiare mia moglie per il fatto che lei stesse in casa a non far niente. Ti prego, fammi rientrare nel mio corpo! Amen.”
Dio, nella sua infinita saggezza, disse all’uomo:
“Figlio mio, vedo che hai imparato la lezione. Sarò felice di far ritornare le cose com’erano prima, ma dovrai aspettare 9 mesi…Perché ieri sera sei rimasto INCINTA.”
25 aprile, ecco perché si celebra la Liberazione...
(Foto: Un giovane Sandro Pertini che parla alla folla a Milano il 25 aprile del 1945)
Perchè abbiamo scelto la data del 25 aprile per festeggiare la fine della guerra, se continuò anche il 26, il 27 e nei giorni seguenti..
Il 25 aprile è ufficialmente una delle festività civili della Repubblica italiana, scelta per ricordare la fine dell’occupazione tedesca in Italia, del regime fascista e della Seconda guerra mondiale, simbolicamente indicata al 25 aprile 1945. La data del 25 aprile venne stabilita ufficialmente nel 1949, e fu scelta convenzionalmente perché fu il giorno della liberazione da parte dei partigiani delle città di Milano e Torino, ma la guerra continuò per qualche giorno ancora, fino ai primi giorni di maggio.
La fine della guerra
Nei primi mesi del 1945 i partigiani che combattevano contro l’occupazione tedesca e la repubblica di Salò nell’Italia settentrionale erano diverse decine di migliaia di persone, abbastanza bene organizzate dal punto di vista militare. Molti soldati occupanti, nel marzo del 1945, si trovavano a sud della pianura padana per cercare di resistere all’offensiva finale degli americani e degli inglesi, che iniziò il 9 aprile (in una zona a est di Bologna) lungo un fronte più o meno parallelo alla via Emilia. L’offensiva fu subito un successo, sia per la superiorità di uomini e mezzi degli attaccanti che per il generale sentimento di sfiducia e inevitabilità della sconfitta che si era diffuso tra i soldati tedeschi e i repubblichini, nonostante la volontà delle massime autorità tedesche e fasciste di continuare la guerra fino all’ultimo.
Il 10 aprile il Partito Comunista fece arrivare a tutte le organizzazioni locali con cui era in contatto e che dipendevano da esso la “Direttiva n. 16″, in cui si diceva che era giunta l’ora di «scatenare l’attacco definitivo»; il 16 aprile il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, di cui facevano parte tutti i movimenti antifascisti e di resistenza italiani, dai comunisti ai socialisti ai democristiani e agli azionisti) emanò simili istruzioni di insurrezione generale. I partigiani iniziarono quindi una serie di attacchi verso i centri urbani. Bologna, ad esempio, venne attaccata dai partigiani il 19 aprile e definitivamente liberata con l’aiuto degli alleati il 21.
Il 24 aprile gli alleati superarono il Po, e il 25 aprile 1945 i soldati tedeschi e della repubblica di Salò cominciarono a ritirarsi da Milano e da Torino, dove la popolazione si era ribellata e iniziarono ad arrivare i partigiani, con un coordinamento pianificato. A Milano era stato proclamato, a partire dalla mattina del giorno precedente, uno sciopero generale, annunciato alla radio “Milano Libera” da Sandro Pertini, futuro presidente della Repubblica, allora partigiano e membro del Comitato di Liberazione Nazionale. Le fabbriche vennero occupate e presidiate e la tipografia del Corriere della Sera fu usata per stampare i primi fogli che annunciavano la vittoria. La sera del 25 aprile Benito Mussolini abbandonò Milano per dirigersi verso Como (verrà catturato dai partigiani due giorni dopo e ucciso il 28 aprile). I partigiani continuarono ad arrivare a Milano nei giorni tra il 25 e il 28, sconfiggendo le residue e limitate resistenze. Una grande manifestazione di celebrazione della liberazione si tenne a Milano il 28 aprile. Gli americani arrivarono nella città il 1° maggio.
La guerra continuò anche dopo il 25 aprile 1945: la liberazione di Genova avvenne il 26 aprile, il 28 aprile venne liberata Piacenza e il giorno dopo fu firmato l’atto ufficiale di resa dell’esercito tedesco in Italia. Alcuni reparti continuarono i combattimenti ancora per qualche giorno, fino all’inizio di maggio.
La festa
A guerra conclusa, un decreto legislativo del governo italiano provvisorio, datato 22 aprile 1946, dichiarò “festa nazionale” il 25 aprile, limitatamente all’anno 1946. Fu allora che, per la prima volta, si decise convenzionalmente di fissare la data della Liberazione al 25 aprile, giorno della liberazione di Milano e Torino. La scelta venne fissata in modo definitivo con la legge n. 260 del maggio 1949, presentata da Alcide De Gasperi in Senato nel settembre 1948, che stabilì che il 25 aprile sarebbe stato un giorno festivo, come le domeniche, il primo maggio o il giorno di Natale, in quanto “anniversario della liberazione”.
Il 25 aprile non è la festa della Repubblica italiana, che si celebra invece il 2 giugno (per alcuni anni, dal 1977 al 2001, fu trasformata in una festa mobile, la prima domenica di giugno): con riferimento al 2 giugno 1946, giorno in cui gli italiani votarono al referendum per scegliere tra forma di governo monarchica e repubblicana nel nuovo stato.
Anche altri paesi europei ricordano la fine dall’occupazione straniera durante la Seconda guerra mondiale: Olanda e Danimarca la festeggiano il 5 maggio, la Norvegia l’8 maggio, la Romania il 23 agosto. Anche l’Etiopia festeggia il 5 maggio la festa della Liberazione, anche se in quel caso si tratta della fine dell’occupazione italiana (avvenuta nel 1941).
Perchè abbiamo scelto la data del 25 aprile per festeggiare la fine della guerra, se continuò anche il 26, il 27 e nei giorni seguenti..
Il 25 aprile è ufficialmente una delle festività civili della Repubblica italiana, scelta per ricordare la fine dell’occupazione tedesca in Italia, del regime fascista e della Seconda guerra mondiale, simbolicamente indicata al 25 aprile 1945. La data del 25 aprile venne stabilita ufficialmente nel 1949, e fu scelta convenzionalmente perché fu il giorno della liberazione da parte dei partigiani delle città di Milano e Torino, ma la guerra continuò per qualche giorno ancora, fino ai primi giorni di maggio.
La fine della guerra
Nei primi mesi del 1945 i partigiani che combattevano contro l’occupazione tedesca e la repubblica di Salò nell’Italia settentrionale erano diverse decine di migliaia di persone, abbastanza bene organizzate dal punto di vista militare. Molti soldati occupanti, nel marzo del 1945, si trovavano a sud della pianura padana per cercare di resistere all’offensiva finale degli americani e degli inglesi, che iniziò il 9 aprile (in una zona a est di Bologna) lungo un fronte più o meno parallelo alla via Emilia. L’offensiva fu subito un successo, sia per la superiorità di uomini e mezzi degli attaccanti che per il generale sentimento di sfiducia e inevitabilità della sconfitta che si era diffuso tra i soldati tedeschi e i repubblichini, nonostante la volontà delle massime autorità tedesche e fasciste di continuare la guerra fino all’ultimo.
Il 10 aprile il Partito Comunista fece arrivare a tutte le organizzazioni locali con cui era in contatto e che dipendevano da esso la “Direttiva n. 16″, in cui si diceva che era giunta l’ora di «scatenare l’attacco definitivo»; il 16 aprile il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, di cui facevano parte tutti i movimenti antifascisti e di resistenza italiani, dai comunisti ai socialisti ai democristiani e agli azionisti) emanò simili istruzioni di insurrezione generale. I partigiani iniziarono quindi una serie di attacchi verso i centri urbani. Bologna, ad esempio, venne attaccata dai partigiani il 19 aprile e definitivamente liberata con l’aiuto degli alleati il 21.
Il 24 aprile gli alleati superarono il Po, e il 25 aprile 1945 i soldati tedeschi e della repubblica di Salò cominciarono a ritirarsi da Milano e da Torino, dove la popolazione si era ribellata e iniziarono ad arrivare i partigiani, con un coordinamento pianificato. A Milano era stato proclamato, a partire dalla mattina del giorno precedente, uno sciopero generale, annunciato alla radio “Milano Libera” da Sandro Pertini, futuro presidente della Repubblica, allora partigiano e membro del Comitato di Liberazione Nazionale. Le fabbriche vennero occupate e presidiate e la tipografia del Corriere della Sera fu usata per stampare i primi fogli che annunciavano la vittoria. La sera del 25 aprile Benito Mussolini abbandonò Milano per dirigersi verso Como (verrà catturato dai partigiani due giorni dopo e ucciso il 28 aprile). I partigiani continuarono ad arrivare a Milano nei giorni tra il 25 e il 28, sconfiggendo le residue e limitate resistenze. Una grande manifestazione di celebrazione della liberazione si tenne a Milano il 28 aprile. Gli americani arrivarono nella città il 1° maggio.
La guerra continuò anche dopo il 25 aprile 1945: la liberazione di Genova avvenne il 26 aprile, il 28 aprile venne liberata Piacenza e il giorno dopo fu firmato l’atto ufficiale di resa dell’esercito tedesco in Italia. Alcuni reparti continuarono i combattimenti ancora per qualche giorno, fino all’inizio di maggio.
La festa
A guerra conclusa, un decreto legislativo del governo italiano provvisorio, datato 22 aprile 1946, dichiarò “festa nazionale” il 25 aprile, limitatamente all’anno 1946. Fu allora che, per la prima volta, si decise convenzionalmente di fissare la data della Liberazione al 25 aprile, giorno della liberazione di Milano e Torino. La scelta venne fissata in modo definitivo con la legge n. 260 del maggio 1949, presentata da Alcide De Gasperi in Senato nel settembre 1948, che stabilì che il 25 aprile sarebbe stato un giorno festivo, come le domeniche, il primo maggio o il giorno di Natale, in quanto “anniversario della liberazione”.
Il 25 aprile non è la festa della Repubblica italiana, che si celebra invece il 2 giugno (per alcuni anni, dal 1977 al 2001, fu trasformata in una festa mobile, la prima domenica di giugno): con riferimento al 2 giugno 1946, giorno in cui gli italiani votarono al referendum per scegliere tra forma di governo monarchica e repubblicana nel nuovo stato.
Anche altri paesi europei ricordano la fine dall’occupazione straniera durante la Seconda guerra mondiale: Olanda e Danimarca la festeggiano il 5 maggio, la Norvegia l’8 maggio, la Romania il 23 agosto. Anche l’Etiopia festeggia il 5 maggio la festa della Liberazione, anche se in quel caso si tratta della fine dell’occupazione italiana (avvenuta nel 1941).
I consigli della nonna: come sbiancare i denti in pochi minuti..
Sbiancarsi i denti con la buccia di banana è una delle ultime mode del momento, molto diffusa tra i promotori dell’igiene orale con metodi naturali.
Ecco i passaggi:
1 - Togli una striscia di buccia di banana, lasciandone il resto intatto (puoi usarlo per qualche giorno).
2 - Strofina la parte interna della buccia sui denti. Ricoprili completamente di pasta di banana. Quando sono completamente ricoperti, aspetta circa 10 minuti per far agire le magiche sostanze del frutto.
3 - Trascorsi i dieci minuti puoi lavare i denti con questo procedimento: prendi uno spazzolino asciutto e usalo per spazzolare la pasta di banana nei tuoi denti. Usa movimenti circolari delicati per circa 3 minuti. Questo movimento farà penetrare la pasta di banana anche negli angolini e fessure nascoste! Bagna lo spazzolino e usalo per sciacquare la pasta di banana.
4 - Se desideri, a questo punto, puoi lavare i denti con il dentifricio.
Ripeti l'operazione almeno una volta al giorno (preferibilmente la sera prima di coricarti) dopo pochi giorni noterai già la differenza... Provare per credere.
Attenzione alla tachipirina. Sì, quella che date ai Vostri bambini: ecco gli effetti...
Attenzione alla tachipirina. Sì, quella che date ai Vostri bambini: ecco gli effetti collaterali e tossici.
Molti ne abusano e la somministrano anche ai bambini al primo accenno di febbre sotto consiglio dei medici. Ma la tachipirina, il cui principio attivo è il paracetamolo, ha effetti collaterali molto sgradevoli ed effetti tossici ancora peggiori.
Uno sguardo sugli studi che dimostrano gli effetti negativi di paracetamolo e tachipirina.
Come sanno quasi tutti, il principio attivo della tachipirina, come di un altro farmaco similare molto noto, l’efferalgan, è il paracetamolo. Questo farmaco viene usato, indiscriminatamente sia per gli adulti che per i bambini anche molto piccoli, come i neonati.
Ma quello che la gente non sa, grazie anche alla mancanza di informazione da parte del Sistema Sanitario Nazionale, è che la tachipirina è un farmaco molto tossico e che può danneggiare in maniera marcata l’organismo e soprattutto il delicato sistema immunitario dei bambini. Ma cominciamo con un certo ordine.
Gli effetti collaterali della tachipirina
Esiste una letteratura medica che riguarda il paracetamolo che risale già al 1967 ( cfr Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics 156, 285, 1967), che spiega quali sono gli effetti collaterali del principio attivo della tachipirina alle dosi terapeutiche: vertigini, sonnolenza, alterazioni ematologiche, secchezza orale, problemi di accomodazione, nausea, vomito, fenomeni allergici, tipo glossite (lingua gonfia) orticaria, prurito, arrossamenti cutanei, broncospasmo, porpora trombo-citopenica.
Questi effetti collaterali della tachipirina sono stati riportati anche circa vent’anni fa in un libro del dott. Roberto Gava (l’Annuario dei Farmaci), dove aggiunge che il paracetamolopossiede anche un’elevata tossicità acuta dose-dipendente con gravi effetti epatici, ittero ed emorragie, e la possibilità di avere una progressione verso l’encefalopatia, il coma e la morte.
Inoltre la tachiprina può causare insufficienza renale con necrosi tubulare acuta, aritmie cardiache, anemia emolitica, agranulocitosi, e pancitopenia.
Gli effetti tossici della tachipirina
Gli effetti tossici del paracetamolo sono ampiamente noti da decenni, e gli ultimi studi risalgono ad una pubblicazione del 2010 da parte del New Zeland Ashsma and Allergy color Study Group a cura del dott. Wickens e Colleghi sulla rivista “Clinical & Experimental Allergy” . Quello che spiegano, in sintesi, è che il paracetamolo (quindi la tachipirina) è un potente farmaco ossidante e consuma le scorte del nostro più potente antiossidante: il GLUTATIONE. E quando questo scarseggia, il paracetamolo svolge la sua azione epatotossica.
“L’effetto epatotossico è esplicato da un metabolita del paracetamolo ( l’N-acetil-p-benzochinone), che viene neutralizzato da un sistema epatico glutatione-dipendente. Dopo che le scorte intraepatocitarie di glutatione si sono esaurite il metabolita si lega con le proteine del citosol epatocitario ( dopo circa dieci ore dall’assunzione) e svolge al sua azione epatotossica”.( L’Annuario dei Farmaci , dott. Roberto Gava).
I pericoli di vaccini + tachipirina
Il dott. Gava aggiunge che il paracetamolo viene somministrato anche ai neonati, pur sapendo quanto questi scarseggino di sostanze antiossidanti come il glutatione. Tra l’altro sembra che la tachipirina sia somministrata ai bambini piccoli dopo aver fatto i vaccini di routine, con conseguenze a dir poco disastrose e vi spiego perché.
Sappiamo che la cisteina ( un aminoacido essenziale che permette la produzione di glutatione da parte del fegato e del cervello) viene sintetizzata da un enzima, la metionina sintetasi, e che il mercurio contenuto nei vaccini blocca l’attivazione di questo enzima con la conseguenza di una maggiore probabilità di alterare lo sviluppo cerebrale con incremento di autismo e del disturbo da iperattività (ADHD), patologie che sono enormemente aumentate in questi ultimi anni. Tra l’altro i bambini autistici hanno il 20% in meno di cisteina disponibile e il 54% di livelli più bassi di glutatione e questo comporta una maggiore incapacità del loro organismo di espellere metalli tossici come il mercurio (sia alimentare che dei vaccini).
Ne consegue che questi soggetti non dovrebbero mai assumere tachipirina almeno nei primi anni di vita, sicuramente non prima di aver superato i due anni. Infatti sotto i sei mesi, un bimbo non è in grado di espellere il mercurio vaccinale poiché il fegato è ancora “immaturo”. È dimostrato, tra l’altro, che il mercurio entra molto facilmente e si accumula nei tessuti cerebrali dei bambini (ma non solo, vedere post sui vaccini) dato che la loro barriera encefalica è più recettiva.
In più, il mercurio, a dosi elevate altera la mitosi cellulare in un cervello in accrescimento come è quello di un bambino. Studi scientifici del 2008 e del 2009 hanno dimostrato che l’assunzione di paracetamolo aumenta la probabilità dei bambini piccoli di ammalarsi di autismo. Eppure latachipirina spesso viene data dopo l’assunzione dei vaccini per “spegnere” gli effetti visibili e tranquillizzare quei genitori totalmente ignari di ciò che potrebbe succedere in quei soggetti più predisposti a livello immunitario ai danni dei vaccini. Febbre alta? Tachipirina. Il bambino piange? Tachiprina. Abitudine che spesso non finisce con l’età, perché molti adulti assumono tachipirina ai primi sintomi di mal di testa, mal di schiena o semplicemente per qualche linea di febbre.
Pochi giorni fa è uscita una notizia su Informasalus, che riporta uno studio coordinato dal dott. Julian Crane : “Farmaci con paracetamolo: rischio asma e allergie per i bambini”. Il dott. Crane spiega che secondo le sue ricerche, i bambini che hanno utilizzato il paracetamolo prima di aver compiuto i 15 mesi di età ( il 90%) hanno il triplo di probabilità in più di sviluppare una sensibilità agli allergeni e il doppio di probabilità in più di sviluppare sintomi come l’asma verso i sei anni rispetto ai bambini che non hanno assunto tachipirina e simili farmaci conparacetamolo.
Tutte queste notizie dovrebbero farci riflettere, anche perché si tratta di un farmaco che più che un’azione antinfiammatoria ha un’azione antipiretica e analgesica. Quindi attenti agli abusi, poiché è una sostanza che svolge sempre e comunque un effetto epatotossico.
Il consiglio del dott. Roberto Gava (specializzato in Cardiologia, Farmacologia Clinica, Tossicologia Medica, si è perfezionato in Omeopatia Classica, Agopuntura Cinese, Ipnosi Medica) è quello di
non somministrare paracetamolo ai bimbi piccoli, specie se immaturi o se hanno assunto farmaci per tempi prolungati o se sono stati sottoposti a vaccini da meno di un mese
non vaccinare i bambini sotto i due anni di età
non accettare mai più di uno o massimo due vaccini per volta
far eseguire a bambini esami ematochimici per capire le capacità antiossidanti e quanto sia maturo il loro sistema immunitario e la loro capacità epatica di espellere le tossine
Infine, cercate medici che abbiano una visione più aperta alle conoscenze di Medicina Naturale e di Omeopatia in generale, che sappiano seguire i genitori nel gestire le malattie dei primi anni di vita, aumentando le difese immunitarie del bambino senza imbottirli di farmaci come latachipirina a tutti i costi.
CONSIGLIO PER I GENITORI: approfondite le vostre conoscenze personali sulle possibilità di cure alternative non tossiche, per voi e i vostri figli. Molti problemi si potrebbero risolvere soltanto rivedendo errate convinzioni ormai radicate nell’ inconscio collettivo dalle case farmaceutiche e dagli enti governativi, e adottando uno stile di vita più corretto, evitando l’assunzione continua di farmaci tossici come la tachipirina (ma non solo). Le alternative ci sono, ed alla portata di tutti. Pensateci.
fonte: http:terrarealtime.blogspot.it
Alla mia età, beh alla mia età non ho più tempo.. Non ho..
Alla mia età, beh alla mia età non ho più tempo...
Non ho più la pazienza,
non ho più la voglia di cercare di capire sempre tutto e tutti,
non cerco più di compiacere, ma cerco ciò che mi piace,
non ho più tempo né voglia di fare falsi sorrisi, cortesie svogliate,
cercare chi non ti cerca, fare cose che non voglio fare.
Alla mia età, si ha quella parte di saggezza e spensieratezza che quasi torni ragazzetto/a e, invece di dire ”Ma sì, non importa”, cominci a dirti ”Ma sai che ti dico? fanculo! ”. E non è da signori/e, ma lo dici e sai come ci si sente meglio dopo, una liberazione, perché alla mia età ho troppi fanculo accumulati e non ho più la pazienza…(cit. dal web)
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