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Olio di palma: un test inchioda Buondì, Tegolino...
e patatine Pai.
L’olio di palma torna a fare paura. Basta una merendina contenente questo grasso tropicale e per un bambino di 5 anni la dose massima di sostanze tossiche per i testicoli e per i reni è già superata.
Va peggio ai neonati, 3 latti per bebè su 3 contengono una quantità eccessiva di pericolosi contaminanti, portati nel biberon dall’olio di palma raffinato. E non mancano biscotti e merendine con residui della lavorazione potenzialmente cancerogeni. Le nuove prove contro l’economico grasso tanto amato dall’industria alimentare emergono dalle analisi di laboratorio condotte da Altroconsumo, la più grande associazione di consumatori italiana, sui prodotti confezionati più amati da bambini e adolescenti.
Il parere dell’Efsa
Poco più di un mese fa, il 3 maggio 2016, l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha pubblicato un parere scientifico, che denuncia il rischio per la salute correlato ai consumi di prodotti alimentari confezionati contenenti alcuni “contaminanti di processo”, vale a dire generati dalla raffinazione a elevata temperatura (200 gradi) degli oli vegetali. Tra tutti i grassi esaminati, quello di palma produce la maggiore quantità di contaminanti, circa 10 volte di più di quella presente negli altri oli.
I rischi per la salute
Secondo gli studi confrontati da Efsa (piuttosto datati), i GE (glicidil esteri degli acidi grassi) sono potenzialmente cancerogeni: nei ratti hanno prodotto cancro. I 3-MCPD sono invece tossici per i testicoli e i reni. Sempre secondo l’Authority che opera su incarico della Commissione europea, i livelli di esposizione sono attualmente troppo elevati per i consumatori più giovani: lattanti e adolescenti mangiano attraverso merendine, biscotti, patatine e latte per bebè quantità eccessive di olio di palma contaminato.
Le analisi di Altroconsumo
Per verificare la portata dell’allarme Efsa, Altroconsumo ha portato in laboratorio 12 prodotti delle categorie più a rischio. L’esito è preoccupante. Le due sostanze pericolose sono presenti – spesso in misura eccessiva – anche nei cibi confezionati che troviamo allo scaffale del supermercato e acquistiamo ogni giorno per i nostri figli.
Mulino Bianco, ma non solo.
I peggiori risultati emersi dall’indagine di Altroconsumo riguardano le merendine Tegolino del Mulino Bianco e i Buondì Motta. Tra le patatine, le PAI vincono la palma nera della vergogna, mentre tra i biscotti i peggiori risultano essere gli Orosaiwa.
Il palma è onnipresente.
Se è vero che il rischio maggiore riguarda i più giovani – avvezzi a consumare merendine e patatine senza misura – e colpisce alle spalle i lattanti, attraverso i prodotti “appositamente formulati”, non va sottostimato il consumo da parte di bambini e adulti di molti altri prodotti non ancora analizzati ma contenenti olio di palma. È il caso dei dadi – sempre a base di olio di palma, come emerge dal test di Consumatrici.it – e di una varietà insospettabile di alimenti. I cornetti (o croissant) e le bevande al ginseng servite al bar, per esempio, ma anche i prodotti serviti da friggitorie e pizzerie, dalle pasticcerie nonché i piatti pronti.
Appello alle autorità
Analisi alla mano, Altroconsumo chiede ora l’intervento del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che per prassi – avuta notizia di un allarme alimentare – dovrebbe ordinare campionamenti e analisi a tappeto per proteggere la popolazione. Un provvedimento atteso dal 3 maggio scorso, ma ancora mai annunciato.
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