Visualizzazione post con etichetta Incredibile ma vero. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Incredibile ma vero. Mostra tutti i post

Come risparmiare soldi sulla spesa leggendo l’etichetta..


Da oggi leggere le etichette alimentari non è più solo un modo per controllare il contenuto del prodotto, ma anche un metodo per risparmiare sulla spesa. Far risparmiare alle famiglie italiane fino a 1.400 euro l’anno per la spesa nei supermercati: è questo l’obiettivo di “Io leggo l’etichetta”, l’idea di Raffaele Brogna, un consulente informatico che da più di un anno lavora per formare, in rete e nella vita, una classe di consumatori consapevoli e risparmiatori. In che modo? Leggendo l’etichetta dei prodotti e comprando gli stessi articoli, fabbricati nello stesso stabilimento, ma venduti con un marchio meno prestigioso e conosciuto, e quindi meno cari. Si scopre così, ad esempio, che i pannolini Coop, confezione 3-6 chili, sono prodotti negli stessi stabilimenti della più rinomata azienda Huggies, ma sono venduti a 64 centesimi in meno rispetto ai suoi “fratelli gemelli” più famosi. O che il caffè Esselunga è confezionato dalla Pellini di Bussolengo che quando vende con il suo marchio fa pagare la bevanda nera 1,50-2 euro in più. E ancora, che i tortelli Conad sono prodotti nello stesso stabilimento del tortello di marca Rana, ma costano, a parità di peso e di composizione, un euro e mezzo in più. Stessi ingredienti, stessa composizione, stesso stabilimento di produzione, ma prezzi diversi. Leggere l’etichetta e soffermarsi su di essa può aiutare quindi a scegliere un prodotto di pari qualità senza pagare la “sovrattassa” della marca di prestigio.

Sugar, il gatto che tornò a casa.


La scienza è lontana dall'essere sicura di comprendere esattamente come facciano gli animali a "tornare a casa" anche a distanza di migliaia di chilometri. Una possibilità e che si spostino orientandosi in base alla posizione del sole; un'altra possibilità è che viaggino guidati da campi magnetici. Ma che cosa dire degli animali che trovano la strada per tornare dai loro padroni in un territorio a loro sconosciuto? Il caso di un gatto che tornò a casa, rappresenta uno di questi misteri.

Sugar, un gatto persiano color crema, era l'orgoglio e la gioia dei coniugi Woods, di Anderson, in California. Nel 1951 essi decisero di trasferirsi in un altro stato, ma, poiché Sugar aveva il terrore dei viaggi in macchina, preferirono, sia pure a malincuore, lasciarlo a dei vicini. Il viaggio fino alla loro nuova residenza, una fattoria dell'Oklahoma, sarebbe stato abbastanza faticoso anche senza la presenza di un gatto nevrotico. I signori Woods arrivarono nella città di Gage e probabilmente non ebbero più modo di pensare a Sugar mentre mettevano a posto la loro nuova casa. Ma un giorno, quattordici mesi dopo, la signora Woods si trovava vicino alla stalla quando un gatto saltò attraverso la finestra, balzandole su una spalla. Essa naturalmente trasalì e fece per scacciare l'animale, ma, guardandolo meglio, vide che assomigliava stranamente a Sugar. Lei e suo marito adottarono il felino e spesso accennarono a quella somiglianza.

Nonostante la coincidenza, nessuno dei due credeva davvero che il gatto fosse proprio Sugar. Parecchi giorni dopo, però, il signor Woods stava accarezzando la bestiola quando noto una deformità all'osso della sua anca: era lo stesso difetto di cui soffriva Sugar. Quando alla fine si misero in contatto con i loro precedenti vicini della California, appresero che Sugar era scomparso poche settimane dopo la loro partenza. I vicini non avevano comunicato ai Woods la scomparsa per non preoccuparli.

Il bambino congelato.. Incredibile ma vero. Uno dei casi più straordinari di sopravvivenza degli annali della moderna medicina.

L'inverno del 1984-85 scatenò numerose ondate di freddo memorabili negli Stati Uniti continentali, dal Michigan al Texas, e si verificò anche uno dei casi più straordinari di sopravvivenza degli annali della moderna medicina. La mattina del 19 gennaio 1985, a Milwaukee, nel Wisconsin, la temperatura era scesa al livello polare di 60 gradi sotto zero. Mentre i suoi genitori dormivano, il piccolo Michael Troche, di due anni, uscì di casa con addosso il suo pigiamino leggero e andò a spasso nella neve. Dopo una ricerca affannosa, suo padre lo ritrovò, parecchie ore più tardi, letteralmente congelato. Il bambino aveva cessato di respirare, cristalli di ghiaccio si erano formati sia sulla sua pelle sia al di sotto, e le sue membra erano rigide come bastoncini. Portato in tutta fretta all'ospedale pediatrico di Milwaukee, Michael fu sottoposto alle cure di un’équipe di venti infermieri e diciotto medici, compreso il dottor Kevin Kelly, uno specialista di ipotermia. Quando Michael arrivò all'ospedale il dottor Kelly lo diagnosticò "morto, decisamente morto". I medici potevano sentire il suo povero corpicino congelato emettere sinistri scricchiolii. mentre lo sollevavano sul tavolo operatorio. La temperatura interna di Michael era scesa a 16 gradi centigradi, un precipizio dà cui nessuno era mai tornato in vita. La squadra di medici si mise al lavoro senza indugi, collegando il corpo del bimbo a una macchina cuore-polmoni per riscaldargli il sangue, iniettando farmaci per impedire al cervello di dilatarsi, disgelando il corpo e operando delle incisioni attraverso gli arti perché i tessuti si riempivano d'acqua proveniente da cellule scongelate e minacciavano di scoppiare. Per tre giorni il bambino giacque in uno stato di semincoscienza, sospeso fra la vita e la morte. Poi, miracolosamente, si ristabilì quasi rapidamente come si era congelato. Subì lesioni di lieve entità ai muscoli di una mano e dovette essere sottoposto a trapianti di cute per cancellare le lunghe incisioni che gli erano state praticate lungo le braccia e le gambe, ma a parte ciò uscì incredibilmente illeso da questa spaventosa esperienza. E, secondo l'ultimo bollettino medico, lo stupefacente Michael Troche non rivelò nessun sintomo del paventato danno cerebrale che l'avrebbe potuto trasformare in un vegetale. Strano a dirsi, i medici dichiararono che probabilmente era sopravvissuto proprio perché era così giovane e piccolo ed era rimasto letteralmente congelato all'istante dal vento gelido. Il suo piccolo cervello e il suo ridotto metabolismo non necessitavano di molto ossigeno per funzionare. Se Michael fosse stato un po' più grande d'età e di dimensioni corporee, sarebbe entrato nel novero dei decessi di quell'inverno.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...