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Alla mia mamma con tutto il cuore.


Cara mamma,
in questa notte senza stelle il buio sembra aver avvolto la mia stanza e non mi riesce facile alzarmi dal letto, che è duro come il marmo ma che al tempo stesso mi trattiene a sé.

Un tempo mi dicevi che dobbiamo riuscire a stare da soli perché è solo crescendo così, cercando la forza in noi stessi, che possiamo vivere in pace e in armonia con gli altri: mi sforzo ogni giorno di non pensarci, cerco di dimenticare quando sei andata via all'improvviso ma questo buio continua ad avvolgere anche me, a farmi sentire sola e senza rifugio, senza qualcuno da poter abbracciare e che possa consolarmi nei momenti più difficili.

Ci provo a dirmi che prima o poi ti rivedrò, che un giorno o l'altro saremo assieme e potrò abbracciarti in eterno, ci provo a dirmi che questo buio scomparirà e che la tua luce, anche se lontana, è più forte di questa stanza in cui sembra non esserci via d'uscita.

Vedi, mamma, ci provo a dirmi tutto questo ma la mia mente non può nulla dinanzi a questo cuore in frantumi, a questa voglia che ho di stringerti la mano e darti un bacio. So che devo essere forte, so che ci rivedremo, so tutto davvero e me lo ripeto continuamente, ma è tanto difficile e certe volte mi manca il respiro. Tutto mi sembra così inutile, così vuoto e senza senso.

Rivedo le nostre foto, i tuoi splendidi occhi e immagino il tuo sorriso dipinto sul mio viso come se tu mi stessi costringendo a guardare la vita con la serenità di chi un giorno ti ritroverà nel bel mezzo di un grande applauso: è tutto molto bello, così poetico e quasi le lacrime mi rigano il volto, ma non è la realtà questa, è solo un'illusione.

Mi manchi, mamma. Mi manchi ovunque, e se sei lassù in cielo tra le stelle, ti prego, illumina questo cuore, abbraccialo, nutrilo con la tua potente luce, dagli la forza di continuare a combattere e spianagli la strada per ritrovare la sua fonte d'ossigeno. (Marika)

Madre e figlia: un legame indissolubile... (Leggetela è bellissima)


Mamma e figlia possono essere amiche o rivali, vicine o lontane, ma saranno sempre legate in modo speciale.

C’è una donna speciale nella vita di ognuna di noi grazie alla quale siamo venute al mondo, per la quale ci saremo sempre e sulla quale potremo sempre fare affidamento: la mamma. È uno dei pilastri della nostra vita e di lei abbiamo e avremo sempre bisogno; anche oggi che siamo donne e non più bambine, è solo una carezza o una parola di nostra madre a poterci aiutarci. Qualunque sia la nostra età non smetteremo mai di avere bisogno di lei, e crescendo riusciremo ad apprendere meglio il grande dono che abbiamo ricevuto.

Oltre le difficoltà
Non sempre è facile avere un rapporto sereno con la propria madre ed è molto frequente, soprattutto durante l’adolescenza – un’età dove tutto ci va stretto e ogni cosa ci sembra una costrizione – vivere in modo conflittuale questo legame, del quale però non possiamo fare a mano di riconoscere l’importanza. Al di là di ogni divergenza e difficoltà, una mamma è sempre una mamma: ci si può allontanare o sentirsi distanti, ma anche in questi casi non possiamo fare a meno di renderci conto di quanto lei sia fondamentale e come, senza di lei, non saremmo quelle che siamo oggi. E non solo perché ci ha dato la vita.

Un legame senza tempo
Durante gli anni dell’infanzia, il rapporto che ogni bambino instaura con la propria madre è di dipendenza: ogni cosa viene fatta grazie a lei, che si dedica completamente a loro, talvolta sacrificando se stessa ed il suo tempo. Una volta cresciuti, i figli restano la priorità per una madre, che non smetterà mai di prendersi cura di loro, di preoccuparsi ed essere presente, proprio come se fossero ancora in fasce. E anche se con gli anni cambiano i nostri bisogni, anche noi non riusciamo a fare a meno di lei, del suo affetto e della sua presenza, perché avremo sempre bisogno di una guida. Tutti i grandi passi dell’età adulta vedono una madre accanto alla propria figlia, pronta lì a tenerle la mano come quando doveva muovere i suoi primi passi.

Di mamma ce n’è una!
Di certo ci hanno fatto qualche volta arrabbiare, forse sono state mamme severe e con loro abbiamo litigato in modo furioso, ma tutto ciò non conta. Anche quando sarà il tempo di doverci prendere cura noi di loro, non smetteranno mai di sentirsi il nostro angelo custode, come noi non smetteremo mai di sentirci figlie.

I 10 motivi per cui tua sorella minore è la cosa più bella che hai...


La sorella minore, la piccola, la sorellina, tutti i modi in cui possiamo chiamarla.

È davvero una fortuna avere una sorella più piccola, perché ci sono almeno dieci buoni motivi per rendersi conto che in fondo è la cosa più bella che abbiamo.

Dieci motivi da leggere qui sotto, per ricordarceli più spesso.

1. È la tua fan numero uno
Qualsiasi cosa tu faccia hai la certezza di avere sempre una piccola supporter al tuo fianco, pronta a fare il tifo per te in qualsiasi progetto ti lanci.

2. Ti fa diventare una persona migliore
Una sorella piccola ha bisogno di figure di riferimento da rispettare. Questa è una responsabilità che percepisci quasi automaticamente. Per questi motivi cerchi sempre di comportarti nel migliore dei modi per darle un buon esempio.

3. Non esistono distanze
In qualsiasi posto tu vada, quali siano i chilometri che vi separano lei sarà sempre dentro di te, dentro i tuoi pensieri. Quando la rivedrai nulla sarà cambiato nel vostro rapporto.
                                                                                           4. Ti fa rimanere bambino.
Sarai sempre aggiornato sulle novità di chi è più giovane di te, perché è praticamente impossibile impedirle che te le racconti. Inoltre puoi giocare con lei, mantenendo sempre in vita il bambino dentro te.


5. È sempre al tuo fianco
Sono poche le certezze che puoi avere nella vita, ma la sua presenza è una di queste. ........... 6. Sarà sempre la tua migliore amica
Non ci sono concorrenti che tengano. Con lei hai fatto i primi giochi, hai creato una connessione sin dall’infanzia, e hai formato assieme a lei il tuo e il suo senso dell’umorismo. Sarà sempre la tua migliore amica.

7. Ti aiuta a maturare
Avere una sorella più piccola ti obbliga a prenderti delle responsabilità, perché proteggerla è anche compito tuo. Per questo a volte ti è necessario fare le veci del genitore, cosa che ovviamente ti fa immedesimare dall’altra parte della barricata e ti costringe a maturare.

8. È saggia
Nonostante la giovane età e la mancanza di esperienza, spesso è in grado di aiutarti grazie ad un consiglio frutto di un’analisi priva di pregiudizi.

9. È coccolata anche dai tuoi amici
I tuoi amici più stretti ovviamente conoscono anche lei sin dalla tenera età, e spesso lei li considera quasi dei fratelli. Se anche loro le vogliono bene significa che è davvero una sorella speciale.

10. Avrà sempre bisogno di te
Abbiamo tutti bisogno di sentirci speciali per qualcuno, e una sorella più piccola avrà sempre necessità della nostra presenza. Passerai attraverso molte relazioni durante la tua vita ma per la tua sorellina sarai sempre la figura di riferimento e lei avrà sempre bisogno di te.

Il bambino rifiutato da tutti va a vivere dalla nonna. Ciò che fa per ringraziarla è incredibile!..


Questa storia venne pubblicata diverso tempo fa su Facebook, ma di recente ha riacquisito popolarità tra gli utenti. Non è difficile capire il perché: non è solo una storia meravigliosa, ma ci ricorda qualcosa che spesso dimentichiamo. Ossia che dovremmo apprezzare le piccole cose della vita.

Quando abbiamo letto questa bellissima storia, non ce la siamo sentita di non pubblicarla: era troppo bella. Il post parla di un ragazzo rifiutato da entrambi i genitori, ma con un atteggiamento verso la vita che può essere d’insegnamento a tutti noi!

“Per un certo periodo, ogni domenica, una persona mi donava un fiore che io mettevo puntualmente all’occhiello della giacca. Ricevevo il fiore tutte le domeniche, quindi iniziai a darlo per scontato. Era un bel gesto, che apprezzavo, ma faceva anche parte della mia routine. Una domenica, tuttavia, accadde qualcosa di molto speciale.

Stavo uscendo dalla chiesa quando un ragazzino si avvicinò a me e disse: “Signore, che cosa farà col suo fiore?”

All’inizio non capii a cosa si riferisse, ma poi mi ricordai del fiore. “Intendi questo?” risposi indicando il fiore sulla mia giacca.

“Sì” rispose. “Vorrei sapere se intende buttarlo via.” Sorrisi e gli dissi che poteva prenderlo se lo desiderava.

Il ragazzino, che non poteva avere più di 10 anni, disse: “Lo darò a mia nonna. I miei genitori hanno divorziato e sono andato a vivere con mia madre, ma quando si è risposata voleva che andassi da mio padre. Sono stato con mio padre per un po’, ma poi mi ha detto che non potevo restare, quindi mi sono trasferito dalla nonna. Lei è buona con me. Mi prepara del cibo delizioso e si prende cura di me. Vorrei regalarle un fiore perché mi vuole bene.”

Quando il ragazzo finì di raccontare la sua storia, riuscivo a malapena a parlare. I miei occhi si erano riempiti di lacrime e mi resi conto che le sue parole mi avevano colpito. Tolsi il fiore dalla mia giacca e glielo tesi dicendo: “è forse la cosa più bella che io abbia mai sentito, ma questo fiore non è abbastanza. Se guardi verso il pulpito, vedrai dei grandi mazzi di fiori. Alcune famiglie le acquistano per la chiesa ogni settimana. Prendine uno e donalo a tua nonna perché quella donna merita il meglio.”

Come se non fossi già abbastanza emozionato, il ragazzo mi disse un’ultima cosa, che ricorderò per sempre: “Che giornata meravigliosa! Volevo solo un fiore ma ho avuto un mazzo intero!”

Il ragazzo è un’ispirazione per tutti noi. Ci fa capire che è importante ricordare e apprezzare ciò che si ha. La nonna sta facendo davvero un ottimo lavoro con il nipote!

Condividete questa storia con i vostri amici se anche a voi è piaciuta tanto quanto a noi!
Fonte> Worthy To Share

Perchè le persone gridano.. (Leggetela è bellissima)


Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli: "Perchè le persone gridano quando sono arrabbiate?"
"Gridano perchè perdono la calma" rispose uno di loro.
"Ma perchè gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore
"Bene, gridiamo perchè desideriamo che l'altra persona ci ascolti"
replicò un altro discepolo
E il maestro tornò a domandare:
"Allora non è possibile parlargli a voce bassa?"
Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò:
" Voi sapete perchè si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati?
Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto.
Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare.
Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro.

D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate?
Loro non gridano, parlano soavemente. E perchè ?
Perchè i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola.
A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano solamente sussurrano.
E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi.
I loro cuori si intendono. È questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano."
In fine il pensatore concluse dicendo:
"Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino,
non dite parole che li possano distanziare di più, perchè arriverà un giorno in
cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare." - Gandhi -

Un giorno sarai grande (Bellissima da leggere)


Un giorno sarai grande, andrai via da me, non vorrai più che ti faccia il solletico, non vorrai più dormire nel lettone con me. Ti vestirai da solo e non vorrai la mia mano per scendere uno scalino, non correrai più verso di me con le lacrime agli occhi per la paura del buio, non mi cercherai più con lo sguardo in mezzo alla gente. Ti chiederai perché ti chiamo dieci volte al giorno, ti chiederai perché ti cerco con lo sguardo in mezzo alla gente, ti chiederai perché vorrei abbottonarti la camicia, ti chiederai perché vorrei la tua mano per fare uno scalino. E a volte mi odierai, mi chiuderai la porta in faccia, ti chiederai perché hai me come mamma e non un'altra. Io mi sentirò morire dentro e con il cuore gonfio di lacrime busserò di nuovo alla tua porta perché una mamma torna sempre da suo figlio. E sappilo, amore mio, che dietro ad ogni tuo perché c'è solo una certezza ed è il mio amore per te. Sarò la certezza di ogni tuo dubbio, sarò la luce nei tuoi momenti più bui, sarò sempre la tua mamma e tu sempre il mio bambino. (Bela Metolli)

Il nonno mangia da solo perché sporca troppo. La reazione del nipote... (Bellissima leggetela)


Il nonno mangia da solo perché sporca troppo. La reazione del nipote fa cambiare idea alla famiglia.

Un giorni un vecchietto fragile ed anziano andò a vivere con suo figlio, la nuora, e il nipotino di quattro anni. Le mani del vecchietto tremavano, la vista non era buona, e le gambe non lo tenevano più con stabilità. La famiglia mangiava insieme al tavolo. Ma le mani dell’anziano nonnino tremavano così forte e ci vedeva così male che gli restava difficile riuscire a mangiare. I piselli gli cadevano dal cucchiaio sul pavimento. Quando afferrava un bicchiere, il latte si rovesciava sulla tovaglia. Il figlio e la nuora si irritavano per tutta la confusione che creava. “Dobbiamo fare qualcosa riguardo a papà,” disse il figlio. “Non ce la faccio più a sopportare il suo modo di mangiare rumoroso, il latte rovesciato e il cibo sparso sul pavimento.” Così il marito e la moglie apparecchiarono un piccolo tavolino in un angolo. Là, il nonno mangiò da solo mentre il resto della famiglia si godeva la cena. Poiché il nonno aveva già rotto uno o due piatti, il cibo gli venne servito un una ciotola di legno. Quando la famiglia lanciava uno sguardo nella direzione del nonno, a volte vedevano che aveva una lacrima all’angolo degli occhi, mentre mangiava da solo. Nonostante ciò, le sole parole che la coppia aveva per lui erano taglienti ammonizioni quando faceva cadere una forchetta o rovesciava del cibo. Il nipotino di quattro anni osservava tutto in silenzio. Una sera prima di cena, il padre notò che suo figlio stava giocando con la pialla sul pavimento. Chiese al figlio dolcemente: “Cosa stai facendo?” Altrettanto dolcemente, il bambino rispose: “Oh, sto costruendo una piccola ciotola per te e mamma in modo che possiate mangiare il vostro cibo quando sarò cresciuto.” Il bimbo di quattro anni sorrise e ritornò al suo lavoro. Le parole del figlio colpirono i genitori così tanto da lasciarli senza parole. Allora lacrime iniziarono a scorrere sulle loro guance. Sebbene non fosse stata pronunciata nemmeno una parola, entrambi sapevano cosa doveva essere fatto. Quella sera il marito prese la mano del nonno e gentilmente lo accompagnò nuovamente al tavolo della famiglia. Per il resto dei suoi giorni egli mangiò ogni pasto con il resto della famiglia. E per ragioni inspiegabili, né il marito né la moglie sembravano prestare più alcuna attenzione quando una forchetta cadeva, o del latte veniva versato, o la tovaglia sporcata. Una nota positiva:

Ho imparato che, non importa cosa succede, quanto brutto possa sembrare l’oggi, la vita va avanti, e domani sarà meglio. Ho imparato che puoi dire molto di una persona dal modo in cui si comporta in quattro situazioni: un giorno di pioggia, gli anziani, lo smarrimento dei bagagli e le luci aggrovigliate dell’albero di Natale. Ho imparato che, qualunque sia la relazione che hai con i tuoi genitori, ti mancheranno quando non ci saranno più nella tua vita. Ho imparato che guadagnarsi “da vivere” non è la stessa cosa che farsi “una vita”. Ho imparato che la vita a volte ti dà una seconda possibilità. Ho imparato che non è necessario passare tutta la vita con un guantone da baseball da ricevitore in entrambe le mani. Devi imparare a restituire qualcosa. Ho imparato che se insegui la felicità, ti eviterà. Ma, se ti concentri sulla tua famiglia, sui tuoi amici, sui bisogni degli altri, sul tuo lavoro e sul fare il meglio che puoi in ogni situazione, la felicità ti troverà. Ho imparato che ogni volta che prendo una decisione a cuore aperto, di solito prendo la decisione giusta. Ho imparato che non devo essere tutto d’un pezzo anche quando sono in pena. Ho imparato che ogni giorno, dovresti andare verso qualcuno e toccarlo. La gente ama il contatto umano, il tenersi per mano, un abbraccio caldo, o solo un’amichevole pacca sulla spalla. Ho imparato… che ho ancora un mucchio di cose da imparare.

Oggi un bimbo mi ha chiesto : “Ma il cuore dove sta, sta sempre...


Oggi un bimbo mi ha chiesto : “Ma il cuore sta sempre nello stesso posto, oppure, ogni tanto, si sposta? Va a destra e a sinistra?”.
Io: “No, il cuore resta sempre nello stesso posto. A sinistra.”

Poi, un giorno, crescerai. Ed allora capirai che il cuore vive in mille posti diversi, senza abitare, davvero, nessun luogo.
Ti sale in gola, quando sei emozionato. O precipita nello stomaco, quando hai paura, o sei ferito.
Ci sono volte in cui accellera i suoi battiti, e sembra volerti uscire dal petto. Altre volte, invece, fa cambio col cervello.

Crescendo, imparerai a prendere il tuo cuore per posarlo in altre mani. E, il più delle volte, ti tornerà indietro un po’ ammaccato. Ma tu non preoccupartene. Sarà bello uguale. O, forse, sarà più bello ancora. Questo, però, lo capirai solo dopo molto, molto tempo.
Ci saranno giorni in cui crederai di non averlo più, un cuore. Di averlo perso. E ti affannerai a cercarlo in un ricordo, in un profumo, nello sguardo di un passante, nelle vecchie tasche di un cappotto malandato.

Poi, ci sarà un altro giorno. Un giorno un po’ diverso. Un po’ speciale. Un po’ importante. Quel giorno, capirai che non tutti hanno un cuore. (Posted by Beppe Tardito 19/12/2016)

Una nonna racconta... "Sai, ai miei tempi quando un uomo si innamorava di... (Bellissima)


”Sai, ai miei tempi quando un uomo si innamorava di una donna la amava e la rispettava sempre. Un giorno ero al mercato, io e nonno ci eravamo appena conosciuti e siamo andati a spasso tenendoci la mano. Ad ogni bancarella qualcosa mi meravigliava, bracciali, orecchini, colori, era tutto bellissimo ma a quei tempi i soldi mancavano e non potevo permettermi nulla. Quando mi riaccompagnò a casa mi salutò con un bacio, con la promessa che mi avrebbe chiamato una volta a casa.
E lo ha fatto, lo faceva sempre, lo fa ancora adesso e sono passati 50 anni. Il mattino dopo vicino al mio letto trovai una piccola busta, al suo interno c’erano un paio di orecchini bellissimi, di quelli che avrei voluto comprare ma non mi potevo permettere.
Brillavano erano la cosa più bella che io avessi mai ricevuto, così lessi il bigliettino che diceva ”Questi orecchini non sono segno del mio amore, ma il sorriso che avrai tu quando li indosserai, si, quello sarà il segno del mio amore. Probabilmente adesso una cosa del genere sarebbe considerata troppo dolce da parte di un uomo, quando invece non sanno che per rendere felice una donna basta poco, basta amarla ogni giorno, senza dimenticarsi di chiamarla, senza tradirla, senza mentirle, senza lasciarla sola. Lo so che forse ti sembra impossibile che esista ancora un uomo così adesso ma sono quasi sicura che da qualche parte ancora c’è e non smettere di cercarlo, non smettere mai. Perché l’amore non è mai lacrime, tristezza, paura, insicurezza, solitudine, mai. L’amore è amore, e se c’è non smette mai di brillare. Non accontentarti del non amore, abbi coraggio e cerca quello vero. Quello che nessuno ha più il coraggio di provare.” (Posted by Beppe Tardito on 16/12/2016

Una bambina di 8 anni si reca da sola in farmacia. Ciò che chiede, fa scoppiare in lacrime il farmacista...


Questa è la storia vera di una bambina di otto anni che sapeva che l’amore può fare meraviglie. Il suo fratellino era destinato a morire per un tumore al cervello. I suoi genitori erano poveri, ma avevano fatto di tutto per salvarlo, spendendo tutti i loro risparmi.
Una sera, il papà disse alla mamma in lacrime: “Non ce la facciamo più, cara. Credo sia finita. Solo un miracolo potrebbe salvarlo”.

La piccola, con il fiato sospeso, in un angolo della stanza aveva sentito.
Corse nella sua stanza, ruppe il salvadanaio e, senza far rumore, si diresse alla farmacia più vicina. Attese pazientemente il suo turno. Si avvicinò al bancone, si alzò sulla punta dei piedi e, davanti al farmacista meravigliato, posò sul banco tutte le monete.

“Per cos’è? Che cosa vuoi piccola?”.
“È per il mio fratellino, signor farmacista. È molto malato e io sono venuta a comprare un miracolo”.
“Che cosa dici?” borbottò il farmacista.
“Si chiama Andrea, e ha una cosa che gli cresce dentro la testa, e papà ha detto alla mamma che è finita, non c’è più niente da fare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Vede, io voglio tanto bene al mio fratellino, per questo ho preso tutti i miei soldi e sono venuta a comperare un miracolo”.
Il farmacista accennò un sorriso triste.
“Piccola mia, noi qui non vendiamo miracoli”.
“Ma se non bastano questi soldi posso darmi da fare per trovarne ancora. Quanto costa un miracolo?”.
C’era nella farmacia un uomo alto ed elegante, dall’aria molto seria, che sembrava interessato alla strana conversazione.
Il farmacista allargò le braccia mortificato. La bambina, con le lacrime agli occhi, cominciò a recuperare le sue monetine. L’uomo si avvicinò a lei.
“Perché piangi, piccola? Che cosa ti succede?”.
“Il signor farmacista non vuole vendermi un miracolo e neanche dirmi quanto costa…. È per il mio fratellino Andrea che è molto malato. Mamma dice che ci vorrebbe un’operazione, ma papà dice che costa troppo e non possiamo pagare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Per questo ho portato tutto quello che ho”.
“Quanto hai?”.
“Un dollaro e undici centesimi…. Ma, sapete….” Aggiunse con un filo di voce, “posso trovare ancora qualcosa….”.
L’uomo sorrise “Guarda, non credo sia necessario. Un dollaro e undici centesimi è esattamente il prezzo di un miracolo per il tuo fratellino!”. Con una mano raccolse la piccola somma e con l’altra prese dolcemente la manina della bambina.
“Portami a casa tua, piccola. Voglio vedere il tuo fratellino e anche il tuo papà e la tua mamma e vedere con loro se possiamo trovare il piccolo miracolo di cui avete bisogno”.
Il signore alto ed elegante e la bambina uscirono tenendosi per mano.
Quell’uomo era il professor Carlton Armstrong, uno dei più grandi neurochirurghi del mondo. Operò il piccolo Andrea, che poté tornare a casa qualche settimana dopo completamente guarito.
“Questa operazione” mormorò la mamma “è un vero miracolo. Mi chiedo quanto sia costata…”.
La sorellina sorrise senza dire niente. Lei sapeva quanto era costato il miracolo: un dollaro e undici centesimi…. più, naturalmente l’amore e la fede di una bambina.

Fonte


Per Natale fai un regalo ai tuoi genitori...


Il postino suonò due volte. Mancavano dieci giorni a Natale. Aveva fra le braccia un grosso pacco avvolto in carta preziosamente disegnata e legato con nastri dorati.
«Avanti», disse una voce dall'interno.
Il postino entrò. Era una casa malandata: si trovò in una stanza piena d'ombre e di polvere. Seduto in una poltrona c'era un vecchio.
«Guardi che stupendo paccone di Natale!» disse allegramente il postino.
«Grazie. Lo metta pure per terra», disse il vecchio con la voce più triste che mai.
Il postino rimase imbambolato con il grosso pacco in mano. Intuiva benissimo che il pacco era pieno di cose buone e quel vecchio non aveva certo l'aria di passarsela bene. Allora, perché era così triste?
«Ma, signore, non dovrebbe fare un po' di festa a questo magnifico regalo?».
«Non posso... Non ce la faccio proprio», disse il vecchio con le lacrime agli occhi. E raccontò al postino la storia della figlia che si era sposata nella città vicina ed era diventata ricca. Tutti gli anni gli mandava un pacco, per Natale, con un bigliettino: «Da tua figlia Luisa e marito». Mai un augurio personale, una visita, un invito: «Vieni a passare il Natale con noi».
«Venga a vedere», aggiunse il vecchio e si alzò stancamente.
Il postino lo seguì fino ad uno sgabuzzino. Il vecchio aprì la porta.
«Ma...» fece il postino.
Lo sgabuzzino traboccava di pacchetti di regali natalizi. Erano tutti quelli dei Natali precedenti. Intatti, con la loro preziosa carta e i nastri luccicanti.
«Ma non li ha neanche aperti!» esclamò il postino allibito.
«No», disse mestamente il vecchio. «Sono pieni di denaro, ma non c'è amore dentro».

Una mamma racconta... (Leggetela)


Tesoro mio, carne della mia carne, fiato della mia vita; angiolo della tua mamma!

Accarezzo come in un sogno la tua testolina nera e ricciuta, rivedo i tuoi occhi celesti; ricordo la tua vocina cara. Già mi chiamavi "mamma" e mi ridevi con le gengive rosa dove erano le perle dei due dentini nuovi.

Eri la mia gioia, la mia speranza, la mia ambizione. Perché dunque ti uccisero quei cani rabbiosi? Perché non uccisero anche me, con te, quei crudeli?

Seduta sopra una pietra, dinanzi alla casa luminosa, ti cullavo, cantandoti una nenia.

Il sole brillava fra i tuoi riccioli lucidi. Dalle labbruzze fresche usciva il tuo respiro più profumato dell'alito di primavera.

A un tratto udii urlare in fondo alla strada: alzai lo sguardo e vidi una donna fuggire, col proprio figlio stretto al petto. Uno sgherro la inseguiva con la spada sguainata.

Non capii. Non potevo capire. Presa dal terrore mi alzai e corsi in casa. Ti svegliasti piangendo: quel pianto fu la tua, la mia morte. Un soldato entrò dietro di me; ti afferrò per un piede. Urlavo: - lascialo, lascialo; gli fai male!

Alzò la spada... No, non è da dirsi. Fu cosa troppo orribile. La tua gola, la tua gola bianca, delicata... Piangesti: "Mam...". L'ultima sillaba fu un fiotto di sangue che mi bagnò il petto.

Mostri, perché non uccideste anche me? Perché quel sangue non fu il mio?

Amore della mamma, tesoro mio, anima mia! Perché ti uccisero così? Che avevi fatto di male? Tu eri innocente. Erode, il tristo Erode, che aveva saputo della nascita di un bambino divino, fremeva di gelosia e tremava di paura. Temeva, il tiranno, che quel bambino gli togliesse il trono.

Ma attese invano il ritorno dei Magi! Un Angiolo era apparso in sogno a quei sapienti, dicendo: - Partite nascostamente, senza insegnare a Erode dove si trova il Bambino.

Lo stesso Angiolo apparve a Giuseppe: - Alzati - gli disse. - Prendi il Bambino e la madre. Fuggi in Egitto. Erode cerca il Bambino per farlo morire.

E Giuseppe partì. Ma Erode, credendo il Bambino ancora a Betlem, ordinò che fossero uccisi tutti i maschi al di sotto dei due anni.

Oh scellerato! Che m'importa se di lì a pochi mesi i vermi lo ridussero a un mucchio di carne putrefatta? Che m'importa se il suo copro marcì sul trono?

Tu ero morto, sorriso del mondo, e io tenni a lungo il tuo corpicino bianco tra le mie braccia. Volevo cantarti una ninnananna, ma ululavo come una lupa ferita.

Lo so. Ora tu sei in cielo. Gesù ti ha accolto nella sua corte. Hai una veste rossa come il sangue che sgorgò dalla tua gola. Un'aureola d'oro è sopra i tuoi riccioli bruni. Con gli altri bambini uccisi con te, come te, in quello stesso giorno, formi il coro dei Santi innocenti.

Tu sei felice! Ma io piango ancora ricordando la tua orribile morte, tesoro mio, carne della mia carne, fiato della mia vita; angiolo della tua mamma!

Un augurio speciale... (Leggetela)


"Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non
solo per te stesso,ma anche per donarlo agli altri.
ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull'orologio.
Ti auguro tempo per toccare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo,
tempo per la vita".

Il bambino senza scarpe... (Bellissimo racconto)


Era la notte Santa. Un povero calzolaio lavorava ancora nella sua unica stanza, dove viveva insieme alla moglie. Entro la mattina successiva, avrebbe dovuto consegnare un paio di scarpe per il figlio di un ricco signore.

- Hai già pensato a quello che potremo comprarci con il guadagno di questo lavoro? - chiese il calzolaio alla moglie.

- Sono piccole: ci daranno ben poco! - scherzò lei.

- Accontentiamoci! Meglio questo che niente!

Il calzolaio appoggiò le scarpe sul banco e se le guardò soddisfatto.

- Guarda che meraviglia! - esclamò. - E senti come sono calde con questa pelliccetta dentro!

- Un paio di scarpette degne di Gesù Bambino!

- Hai ragione - rispose il calzolaio mettendosi a spazzolarle.

- Allora, che cosa pensi di compare per il pranzo di domani? - riprese l'uomo dopo un attimo.

- Mah... pensavo a un cappone.

- Già, senza un cappone non sarebbe un vero Natale!

- Forse anche mezzo...

- D'accordo, e poi?

- Due fette di prosciutto.

- Sicuro: il prosciutto come antipasto. E poi?

- E poi il dolce.

- E poi la frutta secca...

- Giusto. E da bere?

- Una bottiglia di spumante.

- Sì, una bottiglia basterà, ma che sia buono!

A quel punto si sentì un colpo alla porta.

- Hanno bussato? - chiese l'uomo.

- Ma chi sarà a quest'ora? Forse il cliente...

- No, gliele devo portare io domattina.

- Allora sarà il vento.

Ma il rumore si sentì di nuovo. La donna aprì la porta ed ebbe un moto di sorpresa. Un bambino la guardava, con grandi occhi neri, dalla soglia della porta. I suoi capelli erano tutti spettinati e i suoi vestiti erano laceri e sporchi.

- Entra, piccolo - lo invitò la donna.

Il bambino entrò. Aveva le labbra bluastre dal freddo. Il calzolaio guardò subito i suoi piedini. - Ma tu sei scalzo! - gridò.

Il piccolo non parlò: guardò le scarpe, anzi le accarezzò con gli occhi, ma senza invidia.

L'uomo e la moglie guardarono prima i piedi nudi del bambino e poi le scarpe sul tavolo; quindi la donna fece un cenno al marito. Il calzolaio prese in mano le scarpe, le osservò contento e disse: - Prendile, te le regalo. Sono morbide e calde.

La moglie aiutò il bambino a infilarsele.

- Grazie - rispose sorridendo. - Sono le prime che porto. Ora però devo andare. Buona notte.

Il calzolaio e la moglie non ebbero neanche il tempo di salutarlo che il bambino era già sparito.

- E' fatta - esclamò l'uomo. - Ora niente più prosciutto, né cappone, né frutta, nè dolce.

- E neanche lo spumante! In fondo a me lo spumante non piace nemmeno.

- E io non digerisco il cappone! Anche del prosciutto posso farne a meno. E il dolce poi... C'è rimasta qualche noce e un po' di pane raffermo - disse la donna.

- Va benissimo. Passeremo un bel Natale.

Tutti e due pensavano al bambino. - Penso che gli siano piaciute molto le mie scarpe - aggiunse il calzolaio.

- Sì, mi sembrava molto contento.

In quel momento suonò la Messa di mezzanotte e la stanza si illuminò all'improvviso. Il calzolaio e la moglie furono abbagliati da quella luce; poi, quando riaprirono gli occhi, nel punto in cui il bambino aveva calzato le scarpe, videro spuntare miracolosamente un abete con una stella in cima. Dai rami penzolavano capponi, prosciutti, dolci, frutta secca e bottiglie di spumante.

Soltanto allora capirono chi fosse quel bambino e si inginocchiarono a ringraziare Dio.

“Tutto passa” Tutto passa nella vita... (Bellissima da leggere)


“Tutto passa nella vita” diceva quella tizia.
Passano i pantaloni a zampa di elefante.
Passa la febbre.
Passano i treni, anche due volte, chi ha detto di no?
Passano le amiche, gli amici, i fidanzati.
Anche i mariti; le mogli poi!
Passa la voglia.
Passa il temporale e torna il sereno.
Passa la notte.
Passa il dolore, dopo cent’anni.
Passa il Natale, la Pasqua, …..
Passa la sabbia nella clessidra.
Passa il sangue dentro le vene.
Tutto passa, caro ragazzo.
Ciò che non passerà mai è tuo padre e tua madre.
Quando li amerai e quando li odierai, non passeranno.
Quando li loderai e quando li maledirai, saranno lì.
Due scogli viventi, due salvagenti.
Sbagliati, assurdi, con tanti difetti.
Forse divisi fra loro, lontani, in qualche modo legati da un filo d’acciaio.
Pronti, scattanti, soldati in guardia.
Persiane socchiuse, porte sempre aperte.
Testimoni della tua felicità e della tua infinita tristezza.
Medaglieri nelle tue vittorie e fazzoletti nelle tue sconfitte.
Spesso impotenti, ma mai arresi.
Non c’è moda che detti regole
Non c’è usura che li logori
Non c’è mezzo che li porti via.
Non passeranno, cara ragazza mia.
E se anche fossero dall’altra parte della terra o del cielo
ne sentiresti il profumo:
Profumo d’Amore. (Di: Clara Lorenzini) Posted by Beppe Tardito on 08/11/2016

"Vent'anni fa lavoravo come tassista per mantenermi..." (Bellissima leggetela)


Vent’anni fa, lavoravo come tassista per mantenermi. Una notte, dopo una chiamata, intorno alle 2.30 del mattino, sono arrivato davanti ad un edificio buio, tranne che per una piccolissima luce che si intravedeva in una finestra del piano terra.

In queste circostanze, molti avrebbe suonato il clacson e atteso qualche minuto, e dopo sarebbero andati via. Ma ho visto troppe persone che dipendevano dal taxi perché non avevano un mezzo proprio.

Se non vedevo un pericolo imminente, andavo a citofonare. Così sono andato a bussare alla porta. Rispose una voce fragile che sembrava una voce di anziana: “un momento!”. Poi ho sentito trascinare qualcosa per il pavimento. Dopo una lunga pausa la porta si aprì. Davanti a me si presentò una vecchietta che probabilmente aveva più o meno 80 anni. Indossava un abito molto colorato ed un grande cappello, come una donna dei film degli anni ’40. Accanto a lei aveva una piccola valigia di plastica.

L’appartamento sembrava come se non ci avesse mai vissuto nessuno. Tutti i mobili erano coperti. Non c’era nè un orologio nè un soprammobile. In un angolo c’era un quadro di cartone pieno di foto.
– “Può portare il mio bagaglio in macchina?”, mi chiese la donna.
Ho messo la valigia in macchina e successivamente sono tornato per accompagnare la donna, che mi prese sotto braccio e si incammino con me lentamente verso la macchina. Per tutto il tempo continuò a ringraziarmi con gentilezza.
– “Niente di che”, risposi io. “Cerco di trattare i miei clienti nel migliore dei modi, come vorrei fosse trattata mia madre”
– “Oh, sei un ragazzo così buono!”, disse lei.
Quando sono entrato in macchina, mi ha dato un indirizzo e mi ha chiesto:
– “Potrebbe guidare in centro per favore?”
– “Non è la via più breve” , risposi.
– “Non si preoccupi!”, disse lei. “Non ho fretta, sto andando in un centro per anziani”
La guardai attraverso lo specchietto ed i suoi occhi brillavano.
– “Non ho più nessuno della mia famiglia”, continuo l’anziana. “Il medico mi ha detto che non ho molto tempo”, in silenzio, ho cercato il tassametro e l’ho staccato.
– “Quale tragitto vuole fare?”, ho chiesto.
Per le ore successive guidai per tutta la città e lei mi mostrò l’edificio dove aveva lavorato come operatrice dell’ascensore. Guidai attraverso il quartiere dove lei e suo marito avevano vissuto subito dopo essersi sposati. Sono passato difronte ad un deposito di mobili che un tempo era una sala da balla , che frequentava quando era ragazza. Qualche volta mi chiedeva di fermarmi di fronte ad alcuni edifici e di stare li con lei a contemplarli in silenzio. Con le prime luci dell’alba mi disse:
Con le prime luci dell’alba, improvvisamente mi disse:
– “Sono stanca… Andiamo.”
Ho guidato fino all’indirizzo che mi aveva chiesto. Era un edificio basso, una piccola casetta con un vialetto che passava sotto ad un cancello. Due persone sono uscite ad accoglierci. Erano molto attenti alla donna. Ho aperto il portabagagli ed ho portato la valigia alla porta. La donna era già seduta su una sedia a rotelle.
– “Quanto ti devo?”, mi chiese uscendo il portafoglio.
– “Niente”, risposi
– “Anche tu devi mantenerti!”
– “Non preoccupatevi, ci sono altri passeggeri”, risposi io senza pensarci, mi chinai e le diedi un abbraccio fortissimo.
– “Hai dato ad una vecchia un momento di gioia. Grazie!”, disse lei sorridendomi.
Le strinsi la mano lasciandola nella luce del mattino.
Dietro di me, la porta si chiuse. Un rumore che chiudeva una vita. In quel turno non ho preso nessun altro passeggero. Ho guidato perso tra i miei pensieri e per il resto della giornata, potevo a mala pena parlare.
Che cosa sarebbe successo se quella donna avesse trovato un autista impaziente di finire il suo turno? Cosa sarebbe stato se avessi rifiutato di prendere la chiamata o suonare al citofono?
Guardando indietro penso di non aver fatto niente di più importante in tutta la mia vita. Pensiamo che la nostra vita ruoti attorno ad alcuni grandi momenti, ma spesso questi momenti ci colgono di sorpresa, avvolti in ciò che molti considerano banale.

Questa vita può non essere la festa sperata, ma siamo qui e tutti dobbiamo ballare.
Ogni mattina, quando apro gli occhi, mi ripeto: Oggi è un giorno speciale!
Ricordatevelo sempre: non si può tornare indietro.
Trattate le persone come vorresti essere trattato tu.

I nonni non muoiono mai, diventano invisibili.. (bellissima, da leggere)


I nonni non scompaiono mai da questo mondo, essi diventano invisibili, dormono per sempre su quella che è la parte più profonda che appartiene al nostro cuore. Ancora oggi ci mancano, noi daremmo qualunque cosa per riaverli nuovamente vicino a noi, per ascoltare le loro storie, per ricevere carezze da parte loro, per vedere il loro sguardi che tanto ci mancano.

Mente i nonni ci vedono nascere e crescere, noi diventiamo i testimoni del loro invecchiamento e del loro salutare questo mondo. La loro perdita rappresenta un qualcosa che molti hanno dovuto affrontare sin dalla prima infanzia. I nonni partecipi dell’educazione dei loro nipoti, su di loro lasciano una eredità che li accompagnerà per sempre, per il resto dei loro giorni, esattamente come i semi di un amore che si vedrà ancora di più quando i nonni risulteranno invisibili.

Al giorno d’oggi risulta comune osservare i nonno crescere i loro nipoti, rappresentano un punto di sostegno prezioso, e tra nonni e nipoti viene a formarsi un legame segnato dalla complicità profonda. La loro scomparsa può significare tantissimo, sia nei bambini che negli adolescenti.

Gli esperti sottolineano che quando il nonno non c’è più, è sbagliato dire ai bambini cose metaforiche come “il nonno è volato su una stella” oppure “il nonno adesso dorme in cielo”, in quanto ai piccoli va concesso l’ultimo saluto in ospedale e inoltre va spiegato loro proprio il concetto del trapasso, del fatto che su questo mondo si cessa di esistere, così da evitare che i bambini possano farsi idee sbagliate. Se spieghiamo ai piccoli il tutto mediante una visione religiosa, è inoltre importanter spiegare loro anche -in maniera chiara- che il nonno non tornerà mai più. L’informazione dovrà essere breve e semplice.

Non è inoltre necessario nascondere ai piccoli le lacrime di un adulto nel caso di un decesso.

Anche quando non sono più tra noi in modo fisico, i nonni ci sono ancora, la loro presenza è ancora viva, nei nostri ricordi, ogni volta che lo ricordiamo, e nei nostri cuori.

"Non tutto il male viene per nuocere.." Un giorno due viaggiatori... (Leggetela è bellissima)


Un giorno Due Angeli scesero sulla terra e vestiti da viandanti viaggiatori si fermarono per passare la notte nella casa di una famiglia ricca.
Chiesero ospitalità alla famiglia ricca dicendo che venivano da molto lontano ed erano stanchissimi. Era una famiglia di persone molto ricche ma anche molto avare che si rifiutarono di far dormire i due viaggiatori nella camera degli ospiti. Infatti concessero loro solo un piccolo spazio fuori, sul duro e freddo pavimento del pergolato davanti alla casa. Mentre gli angeli si preparavano come potevano un giaciglio per terra, il più vecchio dei due vide un buco nel muro e lo riparò. Quando l'angelo più giovane gliene chiese il motivo lui rispose soltanto: "le cose non sono sempre quelle che sembrano."
La notte dopo la coppia di angeli dopo aver proseguito il viaggio cercò riparo nella casa di una famiglia molto povera ma molto ospitale dove furono accolti da un contadino e da sua moglie. Dopo aver diviso con gli angeli il seppur scarso cibo che avevano, i contadini insistettero per cedere agli angeli i loro letti, dove finalmente gli angeli viaggiatori poterono riposare comodamente. La mattina dopo quando il sole sorse, gli angeli trovarono l'uomo e sua moglie in lacrime. La loro unica mucca, la loro unica fonte di sostentamento, giaceva morta nel campo. Il giovane angelo si infuriò e chiese al più vecchio come avesse potuto lasciar accadere una cosa del genere. "Al primo uomo, che pure aveva tutto, hai fatto un favore", lo accusò; "questa famiglia benchè avesse pochissimo è; stata pronta a dividere tutto con noi, e tu hai lasciato che la loro mucca morisse!" "Le cose non sono sempre quelle che sembrano" replicò l'angelo più anziano. "Quando eravamo nel cortile della villa, ho notato che c'era dell'oro nascosto nel muro e che si sarebbe potuto scoprirlo grazie a quel piccolo buco, in modo tale che avrebbero avuto modo di trovare anche quella ricchezza. La notte scorsa, poi, mentre dormivamo nel letto del contadino, venne l'angelo della morte per portarsi via sua moglie. Ed io invece di lei gli ho dato la mucca."
Le cose non sono sempre quelle che sembrano. Qualche volta questo è; precisamente quello che succede quando le cose sembrano non andare come dovrebbero..

Non aspettare a dire a qualcuno quello che senti.. (Leggetela è bellissima)


Un ragazzo nato con una grave malattia… Una malattia di cui non si conosceva la cura… Aveva 17 anni, ma poteva morire in qualsiasi momento… Visse sempre in casa sua, con l'assistenza di sua madre.. Stanco di stare in casa, decise di uscire almeno una volta.. Chiese il permesso a sua madre, lei accettò. Camminando nel suo quartiere vide diversi negozi. Passando per un negozio di musica, guardando dalla vetrina, notò la presenza di una tenera ragazza della sua età. Fu amore a prima vista, aprì la porta ed entrò guardando nient'altro che la ragazza avvicinandosi poco a poco arrivò al bancone, lei lo guardò e gli disse sorridente: “Posso aiutarti?" Nel frattempo egli pensava che era il sorriso più bello che avesse mai visto nella sua vita, nello stesso istante sentì il desiderio di baciarla. Balbettando le disse: "Si, eeehhhmmm… mi piacerebbe comprare un CD”. Senza pensarci prese il primo che vide e le diede i soldi. “Vuoi che te lo impacchetti?” chiese la ragazza sorridendo di nuovo.., egli rispose di si annuendo; lei andò nel magazzino, tornò con il pacchetto e glielo consegnò, lui lo prese ed uscì dal negozio. Tornò a casa e da quel momento in poi tornò ogni giorno nel negozio per comprare un CD. Faceva fare il pacchetto sempre alla ragazza e poi tornava a casa per riporlo nell'armadio. Egli era molto timido per invitarla ad uscire nonostante provasse non ci riusciva.Sua madre si interessò alla situazione e lo spronò a tentare,così egli il giorno seguente si armò di coraggio e si diresse al negozio…. come tutti gli altri giorni comprò un CD e come sempre gli fece uan confezione, lui prese il CD ed in un momento che la ragazza era distratta, posò rapidamente un fogliettocon il suo numero di telefono sul bancone; dopodichè uscì di corsa dal negozio….Drinnn (sua madre rispose al telefono): “ pronto?”, (era la ragazza che chiedeva di suo figlio); la madre afflitta cominciò a piangere mentre diceva.. “Non lo sai ?.. è morto ieri (ci fu un silenzio prolungato interrotto dai lamenti della madre) Più tardi la madre entrò nella stanza del figlio per ricordarlo.. Decise di iniziare guardando tra la sua roba. Aprì l'armadio con sorpresa si trovò di fronte ad una montagna di CD impacchettati, nemmeno uno era aperto. Le procurò curiosità, vederne tanti che non resistette: ne prese uno e si sedette sul letto per guardarlo;facendo ciò, un biglietto uscì dal pacchettino di plastica la madre lo raccolse per leggerlo, diceva: "Ciao! sei bellissimo! Ti andrebbe di uscire con me? Sofia "La madre emozionata ne aprì altri e trovò altri bigliettini:tutti dicevano la stessa cosa.

Questa è la vita, non aspettare troppo per dire a qualcuno di speciale quello che senti. Dillo oggi stesso, domani potrebbe essere troppo tardi. Bacia coloro che ami e farai delle magie. Con l'Amore tutto è possibile!! Anche che il mondo cambi.

"La 'donna' il capolavoro della creazione." Quando il Signore fece la donna... (Bellissima)


Quando il Signore fece la donna era il suo sesto giorno di lavoro, facendo straordinari. Apparve un angelo e disse: "Perché usi tanto tempo nel fare questo? " ed il Signore rispose "Hai visto il formulario delle specifiche che possiede? Deve essere completamente lavabile ma non di plastica, ha 200 parti mobili tutte sostituibili, funziona a caffè e resti di pranzo, ha un grembo nel quale stanno due bambini allo stesso tempo, possiede un bacio che può curare qualsiasi cosa, da un ginocchio sbucciato ad un cuore rotto, ed ha sei paia di mani". L'angelo era sorpreso da tutti i requisiti che la donna possedeva. "Sei paia di mani! Non è possibile!" "Il problema non sono le mani, sono i 3 paia di occhi che le madri devono avere" rispose il Signore. "Tutto questo nel modello standard? " chiese l'Angelo. Il Signore assentì con il capo. "Sì, un paio di occhi servono affinché possa vedere attraverso una porta chiusa chiedendo ai figli cosa stanno facendo, nonostante lo sappia. Un altro paio sono nella parte posteriore della testa per vedere cose che ha bisogno di conoscere nonostante nessuno pensi che sia necessario. Il terzo paio sono nella parte anteriore della testa. Questi cercano i figli smarriti e dice loro che li capisce e li ama comunque senza bisogno di dire una parola. " L'Angelo cercò di fermare il Signore "Questo è un carico di lavoro troppo grande per la donna!" "Ascolta il resto delle specifiche!", protestò il Signore. "Si cura da sola quando è ammalata, può alimentare una famiglia con qualsiasi cosa e può far sì che un bambino di 9 anni resti sotto la doccia". L'Angelo si avvicinò e toccò la donna "Però l'hai fatta tanto morbida, Signore". "Lei è morbida e dolce, disse il Signore, però allo stesso tempo l'ho fatta forte. Non hai alcuna idea di quanto possa essere resistente e di quanto possa sopportare". "Potrà pensare? " chiese l'Angelo. Il Signore rispose "non solo sarà capace di pensare ma anche di ragionare e di negoziare". L'Angelo notò qualcosa, si stirò e toccò la guancia della donna. "Oh, sembra che questo modello abbia una perdita. Glielo ho detto che stava cercando di metterci troppe cose!" "Questa non è una perdita, obiettò il Signore, questa è una lacrima!" "E a cosa servono le lacrime? " chiese l'Angelo. Il Signore disse "Le lacrime sono la forma nella quale esprime la sua allegria, il suo dolore, il disincanto, la solarità, il suo orgoglio". L'angelo era impressionato. "Sei un genio Signore. Hai davvero pensato a tutto, visto che le donne sono veramente meravigliose!" Ed aggiunse: "Le donne hanno una forza che meraviglia gli uomini. Crescono i figli, sopportano le difficoltà, portano carichi pesanti, tacciono quando vorrebbero gridare. Cantano quando vorrebbero piangere. Piangono quando sono felici e ridono quando sono nervose. Litigano per ciò in cui credono. Si sollevano contro le ingiustizie. Non accettano un NO come risposta quando credono che esista una soluzione migliore. Se sono in ristrettezze comprano le scarpe nuove per i figli e non per sé stesse. Accompagnano dal medico un amico spaventato. Sanno che un abbraccio ed un bacio possono aggiustare un cuore rotto. Le donne sono fatte di tutte le misure, le forme ed i colori. Amministrano, volano, camminano o ti mandano e-mail per dirti quanto ti amano. Le donne fanno più che trasmettere luce, portano allegria e speranza, compassione ed ideali. Si, il cuore delle donne è meraviglioso".

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