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Nascono 4 gemelli monozigoti: “miracolo” al Gaslini di Genova..


Genova - Vittoria, Costanza, Geremia e Marcoantonio. Si chiamano così i 4 gemelli nati il 4 dicembre da Maria Antonietta e Andrea. È un caso rarissimo di gravidanza quadrigemina, dove per la prima volta in Italia hanno visto la luce una coppia di maschi identici, ed una coppia di femmine identiche.

|Fotogallery: Gaslini, nascita record: 4 gemelli omozigoti|

Sono tutti in buone condizioni nonostante il basso peso alla nascita e sono ora ricoverati nella Terapia Intensiva Neonatale dell'Ospedale Gaslini. Una storia di medicina d'avanguardia e coraggio: in seguito ad un problema di infertilità al primo tentativo di fecondazione in vitro gli embrioni erano andati incontro a divisione, con la creazione di due set di gemelli identici, monozigoti.

La gravidanza da bigemina è diventata quadrigemina. Alla coppia era stata illustrata la possibilità dell'interruzione selettiva di gravidanza, per evitare i rischi importanti di parto pretermine dovuti alla gravidanza multipla. Nonostante il consiglio di procedere ad interruzione di gravidanza di una coppia di gemelli, la coppia ha deciso di andare avanti.

«Non abbiamo mai pensato di abortire - spiega la mamma - ci siamo aggrappati alla fede. Ho pensato sono dentro di me e li devo far nascere, se non c'è stato nessuno prima di me, devo essere io il primo caso positivo per un'altra donna, oggi sappiamo che è andata così, abbiamo i nostri piccoli e possiamo dare coraggio agli altri, è un grande risultato».

«L'eccezionalità dell'evento è almeno duplice - spiega il prof. Dario Paladini, responsabile del dipartimento di Medicina e Chirurgia fetale dell'ospedale Gaslini - per la prima volta in Italia, a quanto noto, sono nate due coppie di gemelli identici. È infatti noto che le pratiche di Procreazione Medicalmente Assistita sono associate ad un aumento dell'incidenza di divisione embrionale precoce, tuttavia a oggi sono stati pubblicati solo 2 casi precedenti in cui è avvenuto lo stesso processo. Ma, da quanto emerge da una rewiev critica della letteratura scientifica, in entrambi i casi le coppie hanno optato per l'interruzione delle gravidanze». (Fonte: IL SECOLO XIX)

Le regioni: "Niente scuola per i bimbi non vaccinati" (Clicca per leggere)


"Non vietiamo l'accesso alla scuola pubblica ma ci poniamo il tema che la frequenza della scuola sia coerente alle vaccinazioni obbligatorie", ha osservato il coordinatore degli assessori regionali alla Sanità, Sergio Venturi.

Il piano vaccinale andrà il 20 ottobre alla Conferenza delle Regioni e successivamente, teoricamente anche lo stesso giorno, alla Stato-Regioni.

Che all'accesso nella scuola sia presentato il libretto vaccinale è già previsto nel Piano Vaccinale attuale del ministero della Salute. Se c'è un bambino immunodepresso e il compagno di banco prende una malattia infettiva, è giusto che venga tutelato. Secondo il responsabile del coordinamento degli assessori, si trattava di tempi in cui la copertura era totale, mentre al giorno d'oggi esistono realtà molto eterogenee e alcune province presentano tassi molto bassi, che arrivano anche all'85% di soggetti vaccinati. E' un tema sul quale tutti gli assessori hanno concordato che bisogna parlarne ma non vietiamo nulla. "Credo che tra Governo e Regioni se ne debba discutere e assumere una posizione", ha dichiarato l'Assessore Venturi.

Per i più giovani, bambini e ragazzi, la stessa propone di inserire l'antivaricella tra i vaccini raccomandati, insieme a quello contro il meningococco B e l'antirotavirus. "Nel testo definitivo verrà quindi messa in evidenza la necessità di un migliore consenso informato, con l'aiuto di pediatri di libera scelta e medici di base" ha spiegato D'Incecco.

I PEDIATRI - Intanto l'Associazione culturale pediatri (Acp) alza la voce e scrivono direttamente al ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

"Di ben 22 apparati indipendenti che pensano, si organizzano, decidono in modo diverso e a volte contrastante " e continua la lettera rimarcando " Spesso poggiando su interessi diversi da quello della salute (allontanando i cittadini dalle vaccinazioni), vanifica tentativi di verifica e controllo impedendo una attenta politica di prevenzione - continuano nella lettera - produce sprechi enormi con la moltiplicazione di commissioni, gare di appalto, obiettivi differenti, e offende l'epidemiologia".

I dati del 2014 hanno evidenziato come nessun vaccino sia riuscito a raggiungere il 95% della copertura sul territorio italiano. L'allarme arriva direttamente da uno studio condotto dalla Società italiana di igiene e medicina preventiva (siti) e dal ministero della Salute. "Per invertire il trend serve innanzitutto che si vari il nuovo Piano vaccinale, ma anche un maggiore lavoro sulla comunicazione, specie sui social media che sono la fonte principale della disinformazione".

La misura è una conseguenza del fatto che, recentemente, il numero dei bambini vaccinati è calato in maniera vertiginosa: sono molti, infatti, le famiglie che rinunciano a "immunizzare" i propri figli.

Campania, Calabria, Veneto, Emilia Romagna e Provincia di Trento sono le uniche sopra il 50% mentre in fondo alla classifica ci sono provincia di Bolzano e Abruzzo che non arrivano al 40%.

Il canone Rai in bolletta: se non hai tablet o smartphone devi dimostrarlo.. (Clicca per leggere)


La nuova procedura all'insegna del terrorismo fiscale: le compagnie elettriche obbligate a segnalare all'Agenzia delle Entrate gli evasori. Non hai tv o tablet? Devi portare le prove.

La parola chiave dell'articolo 12 della legge di Stabilità sulla tv pubblica è «presunzione». Lo Stato, d'ora in avanti, presume che chi abbia l'elettricità abbia anche «un apparecchio radio-ricevente», vecchia definizione risalente al regio decreto del '38 che il governo non modifica ma integra con questa aggiunta: «La presunzione (di possedere in casa un apparecchio radioricevente, (ndr) sussiste in caso di esistenza di una utenza per la fornitura di energia elettrica ad uso domestico con residenza anagrafica presso il luogo di fornitura». Il canone Rai viene portato da 113,50 a 100 euro (95 nel 2017, promette Renzi), e sarà diviso in rate con scadenza da definire. Si pagherà una volta sola anche se si hanno più case.

I termini, i criteri e le modalità per il pagamento del canone saranno definiti con decreto legge «sentita l'Autorità per l'Energia» (che è piuttosto scettica e ha detto di essere disponibile solo a «soluzioni praticabili») «da adottare entro 45 giorni dall'entrata in vigore della legge di Stabilità», e dunque non si può prevedere quando perché di mezzo c'è l'iter in Parlamento. «Il gestore del servizio di fornitura di energia elettrica - si legge nella bozza - non opera come responsabile di imposta ed è tenuto ad informare con cadenza bimestrale l'Agenzia delle Entrate al fine dell'attivazione delle procedure di recupero». In sostanza, ai morosi del canone non verrà staccata la corrente, ma saranno segnalati al Fisco. La sanzione amministrativa per chi evade è fissata pari a cinque volte la cifra evasa, spiega il Quotidiano energia che ha pubblicato l'intera bozza. La multa corrisponde a 500 euro, se si è evaso solo un'annualità di canone, altrimenti anche di più (ma Anzaldi del Pd frena: «Non sarebbe accettabile, lo cambieremo», mentre il Codacons prepara i ricorsi e i gestori elettrici restano in fibrillazione). Ma per il premier la norma è «al riparo da impugnative».

Il vero cambiamento è l'inversione dell'onere della prova, col quale il governo punta a recuperare l'evasione del canone, stimata al 27%. Fino ad oggi si riceveva un bollettino che finiva in molti casi direttamente nel cestino, il nuovo meccanismo è completamente diverso. Il canone verrà infilato direttamente nella prima bolletta che riceveremo, e solo dopo potremo chiedere di esserne esentati, se in grado di dimostrare di non possedere alcun apparecchio per la ricezione tv (gli over 75 restano esentati). «Per i titolari di utenza elettrica, il pagamento del canone avviene previo addebito sulle fatture, di cui costituisce distinta voce». Per superare la «presunzione di possesso» bisognerà prendere carta e penna (dunque «uscire allo scoperto», gongolano già in Rai) e scrivere all'Agenzia delle entrate tramite un'autocertificazione («Io sottoscritto dichiaro di non possedere etc...»), «la cui mendacia comporta effetti anche penali» specifica il governo. Significa che chi ha in casa una tv ma non vuole pagare deve rischiare, se vuol farsi togliere le rate dalla bolletta, un controllo con conseguente multa di 500 euro e pure denuncia penale per aver dichiarato il falso. Il governo scommette che chi prima non pagava, pur avendo la tv, ora pagherà. Non è chiaro se chi ha soltanto un computer in casa sia esentato dal canone, anche se il computer permette la visione in streaming dei programmi Rai. A leggere le specifiche Rai sembra di sì. Potrebbe essere questo l'escamotage per gli irriducibili del no al balzello Rai.

È confermato: canone Rai ogni due mesi in bolletta luce... (Clicca e leggi tutto)


Canone Rai a rate ogni due mesi con la bolletta della luce confermata nella legge di Stabilità per il 2016: chi non paga segnalato all’Agenzia delle Entrate.

Questa volta il Governo fa sul serio: la riforma della riscossione del Canone Rai tramite la bolletta della luce è cosa certa, almeno salvo approvazione finale del Parlamento. Il Consiglio dei Ministri ha appena reso note le misure contenute nella legge di Stabilità di fine anno e, come promesso, tra esse c’è la riscrittura delle norme sul Canone della televisione di Stato.

In particolare, il canone Rai andrà a comporre una voce di spesa della bolletta elettrica (che, quindi sarà più cara); l’importo da pagare verrà frazionato in sei rate, da pagare ogni due mesi, e sarà complessivamente ridotto per il primo anno a cento euro (attualmente ammonta ad euro 113,50) e, se la misura funzionerà, a 95 euro nel 2017, con una “curva discendente” negli anni successivi.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, ha così commentato la nuova misura che mira a ridurre la forte evasione: “Se non lo pagavi, non ti va bene. Ma se lo pagavi, paghi meno”.

L’esecutivo, però, non ha ancora chiarito i tanti dubbi che restano collegati a tale forma di pagamento. Primo tra tutti l’ipotesi di chi, pur avendo la luce in casa, non ha un televisore. C’è poi da risolvere il problema di chi possiede più case e, quindi, paga più utenze della luce: attualmente, infatti, il canone rai viene corrisposto una sola volta per nucleo familiare, a prescindere dal numero di abitazioni e dagli apparecchi. Invece, con la nuova modalità, per quante utenze sono intestate al titolare di uno o più immobili, tanti canoni questi dovrà pagare. Il Governo tenta di risolvere l’impasse stabilendo la regola secondo cui a pagare dovranno essere le prime case, e non le seconde, o, meglio, pagheranno e le utenze residenziali domestiche (conosciute dalle compagnie elettriche). Chi non pagherà la quota del canone sulla bolletta dovrà dimostrare di non aver alcun apparecchio per ricevere la tv.

Il Governo minimizza e promette che, per chi non pagherà, non sarà previsto il distacco della luce, ma solo una segnalazione all’Agenzia delle Entrate.

Senza contare poi il costo che peserà sugli italiani per la gestione del servizio di riscossione del canone Rai in capo a un soggetto terzo il quale, per tale attività e gestione di denaro, potrebbe volere la sua parte. Insomma, il prospettato risparmio potrebbe essere neutralizzato dalle maggiorazioni per i costi sostenuti dalla società della luce.

Lecco: Sindaco compra crocifissi con i propri soldi e li rimette..


al loro posto.. Tolti dalla precedente amministrazione, ripristinati dall’attuale. Nelle aule di Ballabio (Lecco) sono tornati i crocifissi. E a pagarli di tasca propria è stato il sindaco leghista Alessandra Consonni. Due anni fa, dopo i lavori di sistemazione delle scuole, l’amministrazione locale, ai tempi guidata da Luigi Pontiggia (lista civica e Pd), non aveva posto i crocifissi nelle aule scolastiche. Adesso la nuova giunta ha deciso di riportare il crocifisso nelle aule delle scuole dell’obbligo. In tutto si tratta di 7 alla materna e 12 alle elementari. Il sindaco Alessandra Consonni, eletta nel maggio scorso, ha deciso di ripristinare alcuni simboli e li ha acquistati a proprie spese. Secondo il primo cittadino, «vanno mantenuti i valori del nostro Paese».
Pochi giorni fa un precedente. Il consigliere comunale di Padova Nicola Lodi (Forza Italia) ha deciso infatti di regalare 1.500 crocifissi alle scuole e agli uffici comunali. Lodi ha commissionato, a sue spese, la realizzazione dei crocifissi per mantenere quella che era stata una delle promesse fatte dal sindaco Massimo Bitonci all’indomani del suo insediamento. «Milioni di europei, di italiani, di padovani si sono inginocchiati, abbracciati, sposati davanti a questo simbolo che ci accompagna dalla nascita alla morte, che è patrimonio dell’umanità intera, fonte di speranza, segno distintivo della nostra tradizione e fondamento del nostro futuro» ha spiegato. Immediata la reazione della sinistra, che scatena i militanti giovanili- Sulla vicenda è intervenuta infatti la Rete degli Studenti Medi, che ha parlato di «crociata ridicola fatta da chi prima rinnega la carità cristiana chiedendo di mandare via i profughi e poi pensa ai crocifissi». (Fonte: www.secoloditalia.it)

Cellule staminali per curare la Sla: la sperimentazione è di un medico di Romano..


E' ancora troppo presto per poter parlare di una cura definitva contro la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), ma certamente si tratta di un grande passo avanti nella lotta contro questa grave malattia neurodegenerativa: sono infatti positivi i risultati dei primi 18 trapianti di cellule staminali cerebrali su malati di Sla nell'ambito della sperimentazione condotta dal professor Angelo Vescovi, 53enne originario di Romano di Lombardia.

La fase I della sperimentazione (condotta su pazienti italiani), giunta a conclusione, ha cioè dimostrato la sicurezza del trattamento. Ma non solo: è anche emerso un beneficio neurologico rispetto alla malattia in 3 pazienti. Dati preliminari che aprono la strada alla concreta speranza di poter arrivare in futuro ad una terapia risolutiva. La sperimentazione di fase I è mirata a dimostrare la sicurezza del trattamento, basato appunto sul trapianto di cellule staminali cerebrali umane prelevate da feti abortiti spontaneamente. In questo caso, non sono stati rilevati eventi avversi importanti legati al trapianto di cellule e alla metodologia chirurgica: la procedura dunque è sicura e si può andare avanti.

Si tratta di una sperimentazione all'avanguardia nell'ambito delle terapie avanzate con cellule staminali, condotta secondo la normativa internazionale vigente e in accordo con le regole EMA (European Medicine Agency), con cellule prodotte secondo lo stretto regime GMP (Good Manufacturing Practice) certificate dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). I risultati, ha commentato all'ANSA il responsabile della sperimentazione clinica Angelo Vescovi, professore di biologia cellulare all'università Bicocca di Milano e direttore scientifico dell'IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Pio, sono "eccellenti. Tuttavia è ancora presto per poter parlare di una 'cura' contro la Sla e sono necessarie ulteriori conferme".

I risultati positivi ottenuti consentono ora di passare alla fase II della sperimentazione, mirata a dimostrare l'efficacia del metodo per arrestare la malattia: partirà nel 2016, sempre in Italia, e sarà condotta su 70-80 pazienti.
Grande attesa, dunque, per la presentazione ufficiale dei risultati della prima fase del trial clinico, in programma a Roma il 29 settembre a Palazzo San Calisto. Un'attesa densa di speranze per i circa 3500 malati in Italia, mentre sono più di 1.000 le nuove diagnosi in un anno. (ANSA).

Ecco partita la ripresa in Italia: I ricchi sono più ricchi..


e i poveri sempre più poveri.

In Italia c’è la ripresa, eppure i poveri sono sempre più poveri, e serviranno chissà quanti anni per tornare a livelli accettabili di occupazione. Ma allora a chi giova questa ripresa? Va da sé: ai ricchi, che sono sempre più ricchi. È una ripresa, questa, fatta delle tante regalie del governo Renzi alle grandi aziende, dagli sgravi sulle assunzioni, al taglio dell’Irpef, alle liberalizzazioni nei contratti, fino agli stage dei precari pagati quasi interamente con le tasche dei contribuenti – una vergogna nota con il nome di progetto "Garanzia Giovani", che non ha dato lavoro a un singolo giovane in oltre un anno.

È una ripresa fatta per chi evade le tasse e ha portato i capitali all’estero: è di queste ore la notizia (come riporta Il Sole 24 Ore) per cui nell’ultima versione del decreto legislativo sul “rientro dei capitali” è spuntata una sanatoria per cui queste persone non solo non rischiano il carcere, ma non avranno alcuna sanzione monetaria. Non stupiamoci, quindi, se c’è la ripresa per i ricchi.. ma noi  poveri  siamo sempre più poveri.

Questa ripresa è una cosa da ricchi. E no, caro Fondo Monetario Internazionale, flessibilizzare ulteriormente il lavoro non invertirà la rotta sulla disoccupazione. Impoverirci ulteriormente – nelle tutele, nei servizi, negli stipendi – non fermerà questa spirale di divario sociale crescente. Servirà, ancora una volta, a farci diventare più poveri. Mentre i ricchi sono sempre più ricchi.

Il Papa si schiera coi migranti, Salvini lo attacca: "Nessun perdono ...


17 giugno - La Croce Rossa: verifiche su possibili casi di scabbia. L'appello del Pontefice: "Non chiudete le porte". La replica di Salvini: "Quanti rifugiati ci sono in Vaticano?"

12:19 - Un gruppo di migranti che da 5 giorni si trova sugli scogli a Ventimiglia, al confine con la Francia, ha chiesto di poter lasciare la scogliera e recarsi alla stazione della città ligure. La Croce Rossa ha spiegato che 17 di loro devono sottoporsi ad accertamenti per stabilire se i sintomi presentati siano attribuibili alla scabbia. Il Papa: "Chiediamo perdono per chi chiude la porta ai rifugiati". Salvini: "Non ne abbiamo bisogno".
Papa Francesco ha auspicato che "la comunità internazionale agisca in maniera concorde e efficace per prevenire le cause delle migrazioni forzate". Il Pontefice ha voluto ricordare i tanti che cercano "rifugio lontano dalla loro terra" e "una casa dove poter vivere senza timore, perché siano sempre rispettati la loro dignità".

"Vi invito tutti - ha aggiunto il Papa a braccio nel suo appello per la Giornata dei rifugiati - a chiedere perdono per le persone e le istituzioni che chiudono la porta a questa gente che cerca vita, una famiglia, che cerca di essere custodita".

Immediata la replica di Matteo Salvini. "Quanti rifugiati ci sono in Vaticano? Il problema è che i rifugiati sono un quarto di quelli che arrivano, noi non abbiamo bisogno di essere perdonati", ha detto a Radio Padania il segretario del Carroccio. "Sono curioso di vedere se a Torino incontrerà qualche sfrattato torinese", ha aggiunto.

La polizia francese, intanto, ha intensificato i controlli in frontiera alla stazione di Menton-Garlaven e alla barriera autostradale de La Turbie. Alla stazione di Garlaven vengono fermati tutti i treni provenienti dall'Italia ed eseguiti i controlli dei documenti.

Secondo quanto appreso da fonti della polizia francese, sui binari che passano dalla zona di confine di Punte San Ludovico, già in territorio francese, è stato collocato un rilevatore acustico per impedire il passaggio a piedi lungo la strada ferrata. (Fonte: TGCOM 24)

Pensioni: forse a giugno i rimborsi legati al...


recupero dell’inflazione...

L’aumento delle pensioni superiori a 1.500 euro lordi al mese, legato al recupero dell’inflazione, potrebbe arrivare tra giugno e luglio. Per il governo, almeno al momento, sarebbe un obiettivo politico. Su cui incombono ancora alcuni nodi tecnici da sciogliere, a cominciare dai tempi di cui l’Inps avrà bisogno per adeguare i sistemi e disporre il pagamento dei nuovi importi. Ma il governo ormai ha deciso di dare una forte accelerazione alla soluzione del problema aperto dalla sentenza con la quale la Corte Costituzionale ha bocciato il blocco delle pensioni disposto dal governo Monti. Come ha annunciato ieri in un’intervista al Messaggero il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, già questa settimana sul tavolo del consiglio dei ministri arriverà un decreto che introdurrà dei rimborsi «selettivi» in grado di assicurare la «progressività» e la «temporaneità» richieste dalla Consulta. Un’accelerazione imposta anche dalla reazione europea alla decisione dei supremi giudici italiani. Bruxelles, che dopodomani renderà noti i suoi giudizi sulle finanze dei Paesi dell’Unione, metterà l’Italia sotto monitoraggio per gli effetti sui conti della sentenza sulle pensioni. All’impatto sui conti dello Stato sarà legata anche la possibilità per Roma di utilizzare gli spazi di flessibilità. Una questione che preoccupa il governo fino ad un certo punto. «Lavoreremo per rispettare sia la sentenza che gli impegni verso i partner europei», hanno fatto sapere fonti del Tesoro.

I NUMERI Il decreto del governo, come ha spiegato Padoan, sarà sostanzialmente coerente con le indicazioni contenute nel Def e per finanziare il provvedimento verrà utilizzato il tesoretto da 1,6 miliardi già blindato nel documento di finanza. In realtà l’intenzione del governo sarebbe di dedicare alla indicizzazione delle pensioni anche altre risorse da trovare all’interno del bilancio dello Stato facendo salire la cifra. Fino a che punto?

Secondo le simulazioni per dare una risposta adeguata servirebbero almeno 4 miliardi di euro. La soluzione, comunque, potrebbe anche avvenire in due tempi: pagare da subito le pensioni adeguate all’inflazione e rimandare invece alla legge di Stabilità la liquidazione degli arretrati. L’altro elemento di cui ha parlato Padoan è quello della «temporaneità» della misura. La rivalutazione parziale introdotta dal governo Letta, e che prevede una rivalutazione piena fino a 1.500 euro al mese, al 95% tra 1.500 e 2000 euro, al 75% tra 2.500 e 3.000 euro, al 50% tra 3.000 e 3.500 e al 40% oltre, vale per il momento per soli tre anni: il 2014, il 2015 e il 2016.

I nuovi criteri di indicizzazioni «selettivi» e per «fasce» di pensione, potrebbero essere allungati fino al 2018, anno dopo il quale l’indicizzazione sarebbe destinata a tornare piena per tutti. «Apprezziamo che il ministro Padoan, nell'intervista rilasciata oggi al Messaggero, condivida la posizione da noi già tracciata la scorsa settimana sulla gradualità dei rimborsi rispetto alle pensioni di ammontare più elevato», ha spiegato in una nota Scelta Civica, il partito guidato dal sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti. «Per le stesse ragioni di equità», aggiunge la nota, «rilanciamo con forza l'esigenza di tener conto - nei criteri che il Governo riterrà di adottare - anche dei reali anni di contributi versati da ogni pensionato». (di Andrea Bassi. Fonte: Il Messaggero.it)

Il presidente dell'Inps Boeri lancia l'operazione "busta arancione". E annuncia: "Pensioni in anticipo...


Il presidente dell'Inps Boeri lancia l'operazione "busta arancione". E annuncia: "Pensioni in anticipo ma più leggere." Età flessibile per le pensioni: ecco il calcolo di quanto avremo..

"La qualità dei servizi si può migliorare con una forma organizzativa più efficiente". A breve il presidente dell'Inps, Tito Boeri, farà partire l'operazione "busta arancione".

Una definizione in realtà superata perché l'istituto di previdenza manderà la lettera col conto contributivo e la stima della pensione solo a quei lavoratori che ancora non hanno una connessione Internet. "Per gli altri - fa sapere in una intervista al Corriere della Sera - ci sarà un pin col quale accedere attraverso il sito Inps al proprio conto e simulare la pensione futura, secondo diversi scenari di carriera e di crescita dell’economia".

Entro la fine del 2015 l'Inps conta di dare a tutti i lavoratori dipendenti privati la possibilità di sapere con esattezza quanto prenderanno di pensione. Per quelli pubblici ci vuole più tempo perché è più difficile ricostruire i versamenti. Nel 2016 dovrebbe essere possibile anche per i parasubordinati. "Non ci faremo fermare da condizionamenti di natura politica - assicura Boeri - è necessario che i lavoratori siano consapevoli della loro situazione contributiva e di quali saranno presumibilmente le loro pensioni così da poter pianificare il futuro. Le banche dati sono un bene pubblico". L'Inps, insomma, dovrebbe andare incontro a una stagione di cambiamenti. A partire dal taglio delle direzioni centrali che per Boeri sono troppe: "Così la situazione è difficilmente gestibile. Valorizzeremo chi merita, senza guardare alla tessera sindacale". Poi, gomito a gomito col governo e il presidente dell'Inail, verrà riformata la governance.

Il bilancio 2015 dell’Inps prevede un deficit di 6,7 miliardi, dovuto ancora all’eredità della gestione Inpdap. Un buco che non spaventa Boeri. "È chiaro che se in passato lo Stato non pagava i contributi dei suoi dipendenti perché si trattava di una partita di giro, questo ancora pesa sul bilancio, ma lo squilibrio verrà gradualmente riassorbito - assicura - il tema vero è quello delle spese assistenziali che devono per forza di cose ricadere sulla fiscalità generale e sulle quali va fatta una riflessione, anche per affrontare l’aumento della povertà che, in questi anni di crisi, ha colpito di più le fasce d’età prima del pensionamento". Cioè anche chi resta senza lavoro in età anziana ma è ancora lontano dalla pensione. "Questo problema - continua il numero uno dell'Inps - può essere affrontato soprattutto dal lato degli ammortizzatori sociali". Finora il tema degli esodati è stato affrontato con sei decreti di salvaguardia che prevedono una spesa di 12 miliardi. "Bisognerebbe insomma spendere meglio le risorse pubbliche - continua - prevedendo per esempio un reddito minimo per contrastare le situazioni di povertà, finanziato dalla fiscalità generale. Poi, dal lato della previdenza, è chiaro che, usando il calcolo contributivo, si potrebbero introdurre forme di flessibilità". Il ché si traduce in un'uscita anticipata dal lavoro, ma con pensioni più leggere. Per farlo, però, il governo avrà bisogno del via libera della Commissione europea.

Contributo Inps: arriva il Bonus da 1.200 € al mese per chi Assiste un familiare non autosufficiente...


Chiunque stia assistendo un familiare anziano non autosufficiente o un parente diversamente abile, ha diritto ad un bonus fino a 1200 euro al mese. Il progetto, denominato Home care premium, è un premio che spetta a chi si prende cura, assiste e supporta a domicilio familiari con handicap gravi, è promosso dall'Inps e rivolto a tutti i dipendenti e pensionati pubblici, utenti dell'INPS che gestisce i Dipendenti Pubblici per effetto del Decreto Ministeriale numero 45/078, e qualora i soggetti in questione siano ancora in vita, i coniugi che convivono e congiunti di primo grado. Del progetto possono beneficiare anche i minori disabili figli di dipendenti pubblici o pensionati deceduti.

Bonus Inps da 1200 euro
Chi volesse richiedere il bonus ma anche i servizi socioassistenziali, potrà fare la domanda nel mese di maggio del 2015, presentando gli appositi modelli a mano oppure online. Per presentare le domande per via telematica sul sito dell'Inps è necessario essere provvisti di un codice Pin e mettersi anche in contatto con quegli enti che aderiscono a questo progetto.

Quando si invierà la domanda per il contributo bisognerà presentare anche il modello ISEE, indispensabile affinché la richiesta venga accolta. La persona non autosufficiente (disabile o anziano) deve fare richiesta di iscrizione quale componente familiare all’interno della banca dati del dipendente pubblico o del pensionato INPDAP.

Non esiste, al contrario di altre procedure, nessun vincolo di reddito. L’unica discriminante su tale parametro riguarderà l’ammontare del bonus, che varierà da un minimo di 400 euro a un massimo di 1200. Al momento il progetto è stato avviato in via sperimentale, in quanto del tutto innovativo. Può essere di fatto definito come un contributo premio per quelle persone che si prendono cura, recandosi presso il domicilio del disabile non autosufficiente. Il bonus sarà erogabile fino a novembre 2015.

Per informazioni su come iscrivere la persona disabile nella Banca Dati, bisognerà prendere come riferimento il sito Inps, stampare e compilare un modulo in formato pdf che sarà a disposizione nella sezione riguardante Bandi e Concorsi Welfare dove si potrà consultare anche l'elenco di tutti gli enti che hanno aderito al programma. Il sito Inps viene regolarmente aggiornato con le novità riguardanti le famiglie italiane e tutte le persone che soggiornano nel nostro paese e si consiglia di consultarlo periodicamente.

Per maggiori informazioni, consultare la pagina dedicata del Progetto: - Regolamento Home Care Premium 2014 - (in formato pdf.)

Se riscontrate ancora qualche problema o non riuscite a ricavare tutte le informazioni necessarie, potete fare riferimento al sito - dell’INPS - che viene aggiornato periodicamente con le novità riguardanti i bonus, i bandi e tutte le novità che riguardano le famiglie che vivono in Italia.

Omicidio Meredith: Amanda e Raffaele assolti. Cassazione: «Non furono...


loro a uccidere Mez»

ROMA - Assolti per non aver commesso il fatto. Non ci sarà un altro processo per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, condannati dalla corte d'Appello di Firenze a 28 anni e sei mesi e 25 anni per l'omicidio di Meredith Kercher. Da ieri sono innocenti. Ad avere ucciso Mez è stato solo Rudy Guede,, l'unico imputato che ha scelto il rito abbreviato e nel 2010 ha chiuso la partita con un verdetto soft: sedici anni di carcere. La Corte di Cassazione, con una sentenza senza precedenti, ieri, ha scritto la parola fine a un'inchiesta cominciata sette anni e mezzo fa. Una sola pena per Amanda, tre anni, già scontati, per calunnia. Era accusata di avere ingiustamente indicato in Patrick Lumumba il responsabile dell'omicidio.

LA SENTENZA
Era il verdetto meno atteso: annullamento senza rinvio. La decisione della quinta sezione penale della Cassazione, presieduta da Gennaro Marasca, disconosce, di fatto, un precedente pronunciamento della stessa Suprema Corte che, a marzo 2013, aveva ”bocciato” la sentenza di assoluzione e chiesto un nuovo processo. Il procuratore generale aveva definito la decisione dei giudici di Appello un «raro concentrato di violazioni di legge e di illogicità». Il riferimento era al verdetto del dicembre 2011, quando la corte d'Assise d'Appello di Perugia aveva assolto Amanda e Raffaele «per non avere commesso il fatto», sostenendo che i «mattoni» su cui si era basata la precedente condanna (26 anni per Amanda, 25 per Sollecito) erano «venuti meno», con una «insussistenza materiale» degli indizi, dalle tracce di Dna all'arma del delitto. Adesso bisognerà attendere le motivazioni di questa decisione che ha richiesto ai giudici più di dieci ore di camera di consiglio. Un fatto è certo la Cassazione, alla fine, ha deciso di bocciare le conclusioni di quel processo che aveva richiesto.

LA VICENDA
Sono trascorsi sette anni e mezzo da quel giorno di novembre in cui Meredith venne trovata priva di vita, la gola tagliata, nell'appartamento di via della Pergola a Perugia. Un'inchiesta controversa e difficile che ha visto il pg dela Cassazione, mentre chiedeva la conferma delle pesanti condanne per Amanda e Raffaele, citare addirittura il caso del bandito Salvatore Giuliano e rifarsi alle parole del giornalista Tommaso Besozzi: «una cosa è certa, che è morta». E invece adesso per la morte di Meredith c'è un colpevole solo con la certezza assoluta di una sentenza passata ingiudicato. Resteranno i sospetti e i dubbi di chi l'inchiesta l'ha condotta e negli anni ha ritenuto Amanda e Raffaele colpevoli. Come i giudici dell'appello bis, certi che entrambi impugnassero un'arma quella notte di novembre.

LE REAZIONI
«È finita.. è finita», così Francesco Sollecito, il papà di Raffaele, ha accolto in lacrime la sentenza. «Stiamo piangendo di gioia» è riuscito solo ad aggiungere. E' al fianco di Raffaele che ieri, dopo avere ascoltato l'arringa del suo legale, aveva scelto di tornare in Puglia. Lei, Giulia Bongiorno, che adesso esulta, lo aveva definito come Forrest Gump, chiedendo l'assoluzione ai giudici. «È stata una battaglia durissima - commenta il legale - era pacifico che Sollecito fosse innocente e questa Cassazione ha avuto il coraggio di affermarlo. Ora Raffaele torna a riprendersi la sua vita». Il rammarico è invece della famiglia di Meredith: «Siamo allibiti», dice all'avvocato Francesco Maresca, poco dopo la sentenza, Stephanie, la sorella di Mez. La famiglia ha atteso a Londra il verdetto, «Ci sono state poche parole - racconta il legale - la mamma di Meredith mi ha chiesto se ci sarebbe stato un altro appello e io le ho dovuto rispondere di no. ”Siamo sorpese e scioccate” , ha detto soltanto questo. È una verità difficile da digerire per la famiglia - spiega ancora Maresca - per noi, che l'abbiamo difesa, e per i giudici, che hanno emesso i verdetti di condanna». (Fonte: Il Messaggero.it)

Papa Francesco si dimetterà, già fissata la data..


"Papa Francesco si dimetterà tra cinque anni."

Monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, conferma le indiscrezioni sull'addio di Bergoglio: "Credo che si ritirerà per lasciare spazio ad un Papa più in forze."

Lo aveva detto lui stesso: "Forse il mio sarà un pontificato breve". Da allora, da quell'intervista rilasciata all'emittente messicana Televisa, si rincorrono le voci su un possibile addio di Papa Francesco al soglio di Pietro. Ora l'indiscrezione viene confermata anche da monsignor Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, che spiega a Radio 2: "Credo che Francesco pensi che se tra qualche anno non si sentirà più in forze, come ha fatto Benedetto, si ritirerà per lasciare spazio ad un Papa più in forze".

"Francesco resterà in carica per altri cinque anni", ha spiegato il Monsignore. In passato i Papi non abbandonavano? "Sì, ma come per gli ultimi anni di Giovanni Paolo II, poi erano i segretari a fare tutto. ma oggi queste cose non si ammettono più".

Nell'intervista rilasciata a Televisa, Francesco ha ammesso che gli manca di poter girare liberamente, magari per poter andare in pizzeria senza essere riconosciuto, spiegando poi di avere apprezzato la strada aperta da Benedetto XVI riguardo alla figura del Papa emerito.

2015: In arrivo la Social Card per i Disoccupati bonus fino a..


400 euro al mese.

La Social Card Disoccupati 2015 è una forma di sussidio economico istituita dal Governo riservata a tutti coloro che sono disoccupati o che hanno perso il posto di lavoro.

Tale contributo economico, viene pagato dall'INPS ogni due mesi ai titolari della Carta Acquisti Sperimentale che in precedenza viene spedita a casa dal Comune, dopo aver verificato i dati e controllato che quanto autodichiarato corrisponda a verità.

Si tratta di un bonus economico che viene ergogato ogni 2 mesi a sostegno delle famiglie in cui un lavoratore risulta disoccupato e che perde il proprio posto di lavoro.

COS’E’ E COME FUNZIONA – La social card per disoccupati non è altro che una carta acquisti sulla quale mensilmente viene accreditato un bonus che va da un minimo di 231 euro ad un massimo di 400 euro al mese, in base al numero del nucleo familiare. Il bonus economico viene eddebbiato in automatico ogni 2 mesi. La social card è dotata di una banda magnetica sul retro e di un micro chip nella parte frontale. E’ presente anche un pin segreto che viene recapitato direttamente a casa, il pin è indispensabile per poter usare la Social Card poichè ogni qualvolta la si usa per effettuare un pagamento viene richiesta la digitazione del codice. La durata del bonus per idisoccupati ha una validità di 12 mesi a partire dal primo accredito bimestrale sulla social card. REQUISITI - Per poter richiedere la social card bisogna:                    
 – essere cittadino italiano o comunitario;
 – essere cittadino extracomunitario con regolare permesso di soggiorno CE residente da almeno 1 anno nel Comune in cui si presenta la domanda;
 – essere residente in una delle seguenti regioni italiane: Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Abruzzo, Molise e Campania. E per i Comuni di: Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia e Verona.                                                       
                                                                                                     Quando si presenta la richiesta per la social card tra i vari documenti è fondamentale il Modello Isee 2015, che deve rispettare i seguenti requisiti: 
- avere un Modello Isee pari o inferiore a 3.000 euro;
-possedere un patrimonio mobiliare inferiore a 8.000 euro;
- se si percepiscono indennità previdenziali o assistenziali non devono superare i 600 € mensili;
- non bisogna possedere autoveicoli immatricolati nell’ultimo anno;
- non bisogna possedere nessun autoveicolo superiore a 1300cc di cilindrata immatricolato negli ultimi 3 anni;
- non bisogna possedere nessun motoveicolo superiore a 250cc immatricolato negli ultimi 3 anni;
 -se si possiede una casa di proprietà come prima abitazione il suo valore IMU deve essere inferiore a 30.000 euro;
                                                                                                CONDIZIONI LAVORATIVE DA RISPETTARE PER PRESENTARE DOMANDA: 
 – i componenti del nucleo familiare in età attiva (15-66 anni) senza lavoro;
 – almeno 1 componente del nucleo familiare deve aver perso l’occupazione negli ultimi 3 anni
In alternativa al punto precedente:
1 o più componenti del nucleo con redditi da lavoro dipendente o da tipologie contrattuali flessibili, il reddito complessivo in questo caso del Nucleo Familiare non deve superare i 4.000 € negli ultimi 6 mesi;
 -nel nucleo familiare deve essere presente almeno un minore di 18 anni fiscalmente a carico.                                        
                                                                                                   

GLI IMPORTI DEL BONUS -
Vengono erogati in maniera Automatica sulla carta acquisti ogni 2 mesi, l’importo varia e va da un minimo di 231 euro ad un massimo di 400 euro al mese, in base al numero che compongono il nucleo familiare. Ecco le soglie dei vari importi:

 – Famiglie composte da 2 membri: l’Importo mensile è di 231 euro;
 – famiglie composte da 3 Membri: l’Importo mensile è di 281 euro;
 – famiglie composte da 4 membri: l’Importo mensile è di 331 euro;
 – famiglie composte da 5 o più membri: l’Importo mensile è di 404 euro.
                                                                                    

COME FARE LA RICHIESTA – 
Per tutti coloro che fossero interessati e ne avessero i requisiti sopra elencati devono utilizzare il modulo scaricabile al seguente link: --MODULO-- in formato -pdf-. e recarsi presso gli uffici di Poste Italiane abilitati e presentare tutta la documentazione.

L’ ufficio postale ha il solo compito di accettare la domanda, la quale viene inoltrata all’INPS che ha il compito di verificare se tutti i requisiti sono rispettati per poter avere il bonus economico. In caso di esito positivo l’INPS manderà a casa una comunicazione in cui si avvisa la persona che la sua domanda è stata accolta e può recarsi in ufficio Postale per ritirare la propria carta acquisiti. Una volta ricevuta la carta acquisti a distanza massimo di una settimana a casa si riceverà il pin per poter utilizzare la social card.
     PER ULTERIORI INFORMAZIONI E/O CHIARIMENTI RECARSI AL PROPRIO UFFICIO INPS DI ZONA. (Fonte: retenews24)

Pensionato dipendente del comune di Perugia guadagna più di Obama.


Un avvocato (ora pensionato) ex dipendente del Comune di Perugia guadagna più del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Il suo reddito annuo raggiunge la cifra record di 651.000 euro all’anno, che l’uomo percepisce come vitalizio dato dalla somma di pensione, compensi extra e percentuali sulle cause vinte. Il caso è stato segnalato sul Corriere della Sera da Gian Antonio Stella.

La situazione non ha nulla di irregolare, ma come ha scritto anche l’Huffington Post, fa un certo effetto che “l’avvocato di un Comune di poco meno di 170mila abitanti guadagni più del presidente degli Stati Uniti d’America“. In Un’intervista allo stesso Gian Antonio Stella, il super pensionato ha affermato candidamente: “Cosa dovrei dire? No grazie. Non ho avuto concessioni spettacolari. Il posto fisso l’ho vinto per concorso e la percentuale sulle cause me l’ha riconosciuta nel 1978 il Consiglio comunale di Perugia all’unanimità“. Proprio in questa percentuale pare stia la fortuna dell’avvocato in pensione: “Ho fatto tantissime cause. E tantissime ne ho vinte”, ha precisato. Quindi l’ex avvocato del Comune di Perugia ha detto di non essere affatto imbarazzato dal vitalizio che percepisce: “Perché mai? Prendo quel che l’ordinamento mi dà. Cosa dovrei fare? Rinunciare ai soldi?“. Il super pensionato ha poi ricordato anche l’ammontare delle tasse che ogni anno versa allo Stato: “Non mi lamento. Ma che io ridia allo Stato 378 mila euro l’anno non è da tutti”.

Intanto, sul caso l’Inps ha aperto un’inchiesta.

Il bimbo autistico rifiutato dalla scuola.. una sconfitta per tutti... (leggi l'articolo)


La storia di Matteo, il bambino autistico di otto anni che ha dovuto cambiare scuola, raccontata ieri da Alessandro Ponte sul Secolo XIX , riporta d’attualità un tema dimenticato in questo ultimo anno in cui molto si è parlato del sistema scolastico: quello dell’inserimento dei bambini con problemi. Di disabilità si parla spesso a proposito della carriera dei centodiecimila insegnanti di sostegno, se deve essere separata o integrata con quella dei loro colleghi che insegnano le materie del curriculum scolastico; se ne parla perché ad ogni riforma si diminuiscono i fondi e le ore di sostegno per i bambini che ne hanno bisogno, o perché molto spesso i genitori devono ricorrere al Tar per vedersi riconoscere il diritto ad avere quell’insegnante in più dedicato al proprio figlio e alla classe per fare in modo che tutto possa funzionare.

Ma la storia di Matteo (il nome è di fantasia) ci ricorda che per un bambino autistico andare a scuola e trovarsi bene con la sua classe è molto di più che un aspetto organizzativo.

«Questi tre anni sono stati un inferno», racconta il suo papà che è molto arrabbiato e offeso con la scuola e con gli altri genitori. Perché sono stati loro, due di loro — spiega la preside —, a tagliare quell’esile filo che ancora legava Matteo alla sua scuola. «I nostri figli non sono dei badanti», hanno scritto in una lettera alla preside protestando contro questo bambino troppo vivace, alle volte incomprensibile ed eccessivo nelle sue reazioni, e contro il metodo per integrarlo. Non è bastata la risposta della preside: loro si sentivano poco sicuri. E quando i genitori di Matteo l’hanno letta, ennesimo sgarbo al loro bambino malato come quella festa in pizzeria in cui non lo avevano invitato, hanno pensato che «l’inserimento» si poteva dire concluso, male. Probabilmente lo avrebbe pensato qualsiasi genitore.

Ora la preside difende il sistema educativo scelto dalla scuola e le sue collaboratrici. Il papà e la mamma di Matteo dicono che non finisce qui: la scuola non ha fatto abbastanza per il loro bambino fragile. Ma neppure i genitori che hanno scritto la lettera sono i vincitori in questa storia: Matteo ricomincerà altrove, loro non ce l’hanno fatta a sopportare i problemi di un bambino. (Fonte: CORRIERE DELLA SERA)

"Tutti i cellulari intercettabili". Scoperta falla nelle reti mondiali



È possibile intercettare qualsiasi cellulare, anche a migliaia chilometri di distanza, tra Stati diversi, per colpa di una vulnerabilità dei protocolli SS7 (Signaling system). Vecchissimi (risalgono agli anni 80) ma ancora usati per gestire chiamate e messaggi. La scoperta è di un gruppo di ricercatori tedeschi e sarà annunciata durante una conferenza hacker ad Amburgo, il noto Chaos Communication Congress (27-30 dicembre). È stata anticipata al Washington Post da uno dei ricercatori, Tobias Engel, già noto per aver rivelato vulnerabilità di questo tipo. Per l'esattezza (anche se questo il Post non lo scrive), Engel aveva denunciato il problema dell'SS7 già nell'edizione 2008 di quella conferenza, il quale però finora era rimasto solo a livello teorico. Adesso, secondo i ricercatori, chiunque può sfruttare la vulnerabilità, perché il costo degli apparecchi necessari è diventato accessibile (nel 2008 mettere le mani nell'SS7 era alla portata solo degli operatori mobili).

Un'altra novità è che i ricercatori hanno scoperto diversi modi per sfruttare la vulnerabilità. Il primo agisce a distanza: "una spia russa potrebbe collegarsi alla rete del proprio operatore e da lì mandare, attraverso SS7, un comando alla rete di un operatore tedesco, fino al cellulare della vittima", dice Engel. Le reti mondiali sono ovviamente interconnesse, per consentire le telefonate internazionali, che vengono smistate ("routing") appunto via SS7. "Il comando può obbligare la rete tedesca a inoltrare la chiamata avanti e dietro, verso il cellulare dell'attaccante e poi di nuovo a quello della vittima, per intercettarne le conversazioni", dice Engel.

Il secondo metodo è invece di prossimità: l'attaccante deve essere vicino alla vittima, ma può così intercettare le chiamate di più persone contemporaneamente. È vero che i nuovi protocolli di rete mobile usano una crittografia più forte, per impedire alle chiamate di essere intercettate illegalmente; ma questo non è un grosso ostacolo per i malintenzionati, secondo Engel: tramite quella vulnerabilità SS7 possono infatti ordinare alla rete di usare una chiave crittografica temporanea che l'attaccante può decifrare.

Engel sospetta che i problemi dell'SS7 siano già sfruttati per intercettazioni illegali. Non solo da spie e da criminali, ma anche dai Governi. "Dubito di essere il primo a scoprire questa vulnerabilità", aggiunge Engel. La celebre rivista tedesca Der Spiegel ha pubblicato documenti di Snowden secondo cui le ambasciate e i consolati americane, in dozzine di città straniere, usavano potenti antenne per intercettare le conversazioni vicine. Con espedienti tecnici, riuscivano a costringere i cellulari a collegarsi alle loro antenne invece che a quelle normali degli operatori mobili.

La vulnerabilità SS7 è quindi solo una delle armi nelle mani di chi vuole compiere intercettazioni illegali. Come dice Engel, "dopo le rivelazioni di Snowden sulla National security agency, nessuno può credere che sia possibile avere una conversazione davvero privata su rete mobile". (Fonte: A. Longo, "La Repubblica")

La tredicesima riaccende il Natale..


Acquisti in leggero aumento: il 14% disposto a spendere di più dell’anno scorso. Ma si aspetta prezzi al ribasso.

Natale 2014 e consumi: si intravvede uno spiraglio di luce. Certo rimane la stagnazione, soprattutto a causa della doccia fredda arrivata quest’estate dal Pil negativo e c’è ancora una certa diffidenza, ma nonostante il Paese resti diviso in due, il 47% degli italiani è speranzoso nei confronti delle imminenti feste natalizie e la percentuale di chi intende spendere meno per i regali di quest’anno è diminuita passando dal 65% del 2013 al 60% attuale. A rilevarlo è un sondaggio di Swg/Confesercenti. «La prospettiva di un leggero aumento delle spese è legata soprattutto alla speranza dei consumatori che ci siano più promozioni e sconti rispetto all’ anno scorso», spiega Maurizio Pessato, presidente Swg.

Sugli acquisti di questo periodo Marco Venturi, presidente nazionale Confesercenti, commenta poi: «secondo le nostre previsioni, i consumi di questo Natale saranno sostanzialmente in linea con quelli del 2013. Si coglie qualche segnale di lieve miglioramento, ma siamo ancora lontani dai livelli pre-crisi. Colpa di un 2014 ancora segnato dalle difficoltà: negli ultimi 12 mesi il 92% degli italiani ha ridotto la spesa. Ma i nostri connazionali non hanno perso la speranza: un dato significativo e che fa ben sperare per il prossimo futuro. Per sbloccare i consumi, però, la speranza non basta: deve ripartire l’occupazione. Tra le priorità che, se potessero, gli italiani indicherebbero al governo, c’è infatti proprio la lotta alla disoccupazione, intervento desiderato dal 35% dei rispondenti al nostro sondaggio. Segue la richiesta di una riduzione del peso fiscale (30% degli italiani): non a caso quest’anno 1 su 4 indica tasse e tariffe come l’ostacolo principale allo shopping natalizio». Uno degli elementi discriminanti sembra essere appunto la tredicesima. Coloro che la percepiranno acquisteranno il 2,6% in più della media. Il divario diventa particolarmente evidente negli acquisti di giocattoli, segnalati dal 52% dei nostri concittadini con la tredicesima mensilità contro il 48% generale, così come anche nell’abbigliamento (56% contro il 51%) e negli elettrodomestici (29% e 26%).

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