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La leggenda degli occhi neri.. (Affascinante)



OCCHI NERI: Sono dotati di una grande quantità di melanina che li fa apparire di un colore prossimo al nero, avendo delle tonalità marrone molto scuro. Tendono a scolorire traslando il colore verso un marrone meno scuro con l'avanzare dell'età.

Per molti si tratta di persone che hanno uno sguardo sensuale e misterioso e hanno molta personalità. Per quanto riguarda il tipo di carattere invece, le persone con gli occhi neri tendono ad essere molto vivaci, estroverse ed intraprendenti, un carattere molto estroverso che ama essere al centro dell’attenzione anche se in alcuni casi possono apparire duri e freddi verso le altre persone. Un’inclinazione che le porta ad esprimersi molto bene negli sport ed in generale nella vita, in quanto si tratta di persone molto sicure, forti e coraggiose, dei veri leader. Tra i lati negativi, spesso gli individui con gli occhi neri tendono a peccare di superbia e ad essere competitivi per dimostrare che sono migliori.

LA LEGGENDA:
Una leggenda narra che in tempi remoti alcuni Dei dell'Olympo per paura di essere estinti scesero sulla terra in mezzo agli uomini e fecondarono molte donne le quali diedero poi alla luce bambini tutti con gli occhi neri, infatti, secondo questa leggenda, coloro che hanno gli occhi neri discenderebbero dagli Dei.
(Posted by Beppe Tardito on 09/12/2015)

La leggenda degli occhi marroni.. (Bellissima)


Gli occhi sono lo specchio dell’anima: questo detto popolare sembra nascondere la sua veridicità proprio dietro gli stessi occhi, dove si cela il vissuto di una persona. Lo sguardo riflette ciò che realmente si è, e che intenzioni si ha, non mente, a differenza delle parole. Dallo sguardo di una persona si può capire molte cose: da come vive la sua vita, a come percepisce le esperienze esteriori ed interiori. Inoltre diversi studi hanno fornito prove sul fatto che sembra esista una stretta correlazione tra il colore dell’iride, e particolari predisposizioni caratteriali e comportamentali.

Nome: Matifous (viene dal greco, Occhio del terreno, Mati: Occhio, Edafous: Terreno)

LA LEGGENDA:
Gli occhi marroni sono forse il colore degli occhi più diffuso, esprimono calore, avvolgenza e rassicurazione. Per via del loro tipo di fascino si narra la leggenda che le persone nate con gli occhi marroni siano state baciate dal proprio angelo custode appena prima di nascere. Le persone con gli occhi marroni generalmente sono molto dolci, simpatiche e intelligenti… Sono indubbiamente tutte ottime qualità… Tra i loro difetti si nota la tendenza ad essere persone ogni tanto pigre, e spesso possono apparire superficiali. Riuscire a trovare l’equilibrio tra aspetti positivi e negativi è una loro peculiarità, che concorre a creare il loro carattere. I Matifous sono ammaliatrici nati, capaci e consapevoli del fascino che esercitano, soprattutto quando si tratta di relazionarsi con il proprio partner, e sono molto brave a servirsene per fare colpo.

Quindi, ricordate, vi ha baciato un angelo…
(Posted by Beppe Tardito on 05/12/2015)

La leggenda degli occhi azzurri..


Lo sguardo riflette ciò che realmente si è… e che intenzioni si ha, non mente… a differenza delle parole. Dallo sguardo di una persona si può capire molte cose, da come vive la sua vita, a come percepisce le esperienze esteriori ed interiori. Inoltre diversi studi hanno fornito prove sul fatto che sembra esista una stretta correlazione tra il colore dell’iride, e particolari predisposizioni caratteriali e comportamentali.

Nome: Prosble (viene dal greco, persona con occhi azzurri, Prosopo: Persona, Ble: Azzurro)

Le persone con gli occhi azzurri sono probabilmente quelle più invidiate, perché è un colore affascinante, e suggestivo. Hanno anche la consapevolezza di esserlo, e ciò rispecchia il loro carattere. Gli occhi azzurri nella maggior parte dei casi sono visti come un pregio, o un qualcosa in più che la persona possiede rispetto agli altri. I Prosble sono molto gelosi delle loro cose personali, questa è una loro caratteristica. Nella vita di coppia, invece, sono molto meno possessivi, perché nutrono molta fiducia nelle persone: è sicuramente il loro miglior pregio. Però…per via dell’eccessiva fiducia riposta nel prossimo, possono apparire estremamente ingenue. In fine, le persone con gli occhi azzurri tendono ad innamorarsi molto facilmente.

LA LEGGENDA:
Ebbene sì: tra le tante superstizioni dell’area balcanica ne esiste una, radicata soprattutto in Grecia, che riguarda le persone con gli occhi azzurri. Nata probabilmente nell’isola di Santorini, conosciuta un tempo come “l’Isola dei Vampiri”, questa credenza vuole che le persone con gli occhi azzurri siano destinate a diventare vampiri dopo la morte, o che lo diventino già poco dopo la nascita; questa superstizione è probabilmente dovuta al fatto che la maggioranza della popolazione dell’antica Grecia avesse gli occhi scuri, essendo un tempo gli occhi chiari molto più rari di quanto non siano oggigiorno. Si spiega così, dunque, il sospetto che i greci riservavano agli stranieri dagli occhi azzurri che giungevano nelle loro città; non erano però solo loro ad essere trattati con sospetto, ma anche le persone coi capelli rossi, spesso viste come esseri demoniaci, le persone col labbro leporino, considerate anch’esse vampiri, e, ovviamente, i celebri settimi figli di un settimo figlio. Come molto spesso accade nella storia dell’umanità, dunque, si è portati a vedere il “diverso” come un pericolo, cosa che accomuna, come detto in precedenza, varie caratteristiche umane, ma anche vari Paesi: in Irlanda, ad esempio, chi ha gli occhi azzurri o grigi è, secondo una vecchia leggenda, in grado di vedere i fantasmi che si aggirano nel nostro mondo.

Il valore di una persona non si misura da... (Bellissima, leggetela)


Un commerciante aveva appeso un cartello sulla sua porta, “cuccioli di cane in vendita”.
Questo messaggio attraeva i bambini. Ben presto un ragazzino apparve e gli chiese: “A quanto li vendi i cuccioli?” Il proprietario rispose “tra 30 e 50 euro.” Il ragazzino mise la mano in tasca e tirò fuori qualche moneta. “Ho solo 2,37 €, posso vederli?”
Il proprietario sorrise e fischiò. Dalla cuccia apparve la sua cagna di nome Lady seguita dai suoi cinque piccoli cuccioli. Uno di loro era solo e molto indietro rispetto agli altri.
Immediatamente il ragazzo fu colpito da questo cagnolino che zoppicava vistosamente. Egli chiese all’uomo “cosa ha quel cane?”
L’uomo spiegò che quando nacque il veterinario riscontrò che aveva un’articolazione rotta e che quindi avrebbe zoppicato per il resto della sua vita. Il ragazzino, molto eccitato, replicò, “è lui il cagnolino che voglio comprare!” L’uomo rispose: ” Tu non puoi volerlo comprare… lui non potrà mai nè correre nè saltellare, ma se proprio lo vuoi te lo regalerò!” Di rimando il bambino: “Io non voglio che tu me lo regali perchè lui ha lo stesso valore degli altri ed io voglio pagare per lui lo stesso prezzo. Adesso ti do 2,37 € e poi 50 centesimi al mese finché non te l’ho pagato tutto.”
Il ragazzo si chinò e tirò su la gamba dei pantaloni, scoprendo un arto steccato con una bacchetta di metallo di spessore. Alzò lo sguardo verso l’uomo e disse: “beh, non posso correre così bene neanche io e il cagnolino ha bisogno di qualcuno che lo capisce.” L’uomo si morse il labbro inferiore. I suoi occhi si riempirono di lacrime, sorrise e disse:
“Figlio mio, spero e prego che ognuno di questi piccoli cuccioli avranno un proprietario come te.”
Cari amici, questa meravigliosa storia apre gli occhi sul fatto che molte persone si sentono piccole e senza valore. Non credono di essere abbastanza valide e pensano che non sono brave persone. E nel caso anche tu la pensi così, allora ti prego di prendere a cuore questo: Il valore di una persona non si misura da quanto perfetto tu sei, bensì da quanti cuori riesci a toccare e da quante persone fai sorridere o piangere perché nella vita, non importa quello che sembri, o chi sei, ma il fatto che qualcuno ti apprezzi per quello che sei. Devi liberarti da tali pensieri: tali limiti esistono solo nella tua testa. Sappi che nessuno è perfetto e quindi vai a testa alta!
Tutti noi postiamo cose banali su Facebook senza pensarci. Ma quando si tratta di diffondere contributi per qualcosa di buono, allora molti esitano. Se non condividete questa storia, non succederà nulla, tutto sarà come prima. Se lo fai, forse potrai ridare fiducia a chi oramai da tempo ha perso la fede in se stesso e contribuire a fargli ritrovare un po’ di dignità.

"La leggenda degli occhi verdi." C’è una leggenda dietro a bellissimi occhi verdi che solo...


C’è una leggenda dietro a bellissimi occhi verdi che solo poche persone possono vantare di avere. Diversi studi hanno fornito prove sul fatto che sembra esista una stretta correlazione tra il colore dell’iride, e particolari predisposizioni caratteriali e comportamentali.

Le persone con gli occhi verdi spesso tendono ad avere i bordi di una sfumatura di un azzurro o nocciola molto particolare.

Sono persone generose ed altruiste… sempre disposte a correre in aiuto di chi ne ha bisogno, il loro aiuto è quasi sempre incondizionato. Sono anche persone molto permalose, soprattutto se qualcosa le tocca da vicino: quindi…fate attenzione a ciò che dite, e a come vi ponete con loro.

Le donne con gli occhi verdi, sono spesso gelose del proprio partner e spesso anche molto pignole e puntigliose…però in amore sanno donare tutto se stesse.

L’uomo invece solitamente è vanitoso, gli piace mettersi in mostra: ma non per sentirsi superiore, solo perché gli piace farsi fare graditi complimenti, in compenso sono persone intelligenti e dolci.
In amore sono fortunati perché sono dei provocatori e seduttori nati.

Un giorno un giovane cacciatore giunse alle rive del Lago della Ninfa. Stanco, si sedette per rinfrescarsi il volto con l’acqua, quand’ecco un’apparizione incredibile affascinò la sua vista. Sull’altra riva del lago era apparsa una fanciulla incredibilmente bella, che guardò il cacciatore fissandolo con i suoi occhi stranamente verdi. Il ragazzo ne rimase sconcertato e l’amore divampò in lui immediatamente. La giovane guardò ancora il cacciatore, rise e si allontanò, scomparendo rapidamente. Allora egli la rincorse affannosamente, in vano inseguimento. Ai carbonai che incontrava chiedeva notizie. “E’ la ninfa che si pettina al sole” rispondevano i carbonai, “una creatura malefica. Guai a chi si innamora di lei: è perduto!”. Così dicevano i carbonai, ma il giovane non credette loro. Ritornò il giorno successivo al lago, ed ecco che ancora la creatura meravigliosa gli apparve sull’altra sponda. Così accadde per vari giorni; ma una volta il giovane, non sopportando più quel gioco crudele, le urlò il suo amore. Essa allora lo guardò a lungo con i suoi occhi verdi trasparenti e gettò sul lago per magia un iridescente ponte di cristallo, indirizzando al giovane un canto dolcissimo. Il cacciatore si lanciò incontro alla bella ed era già a metà del ponte, quando questo si dissolse ed il promesso bacio della fanciulla ebbe il sapore delle gelide acque del lago. La morte del giovane riportò il silenzio sugli alti prati dominati da aspre montagne. I carbonai commentarono variamente l’accaduto.

Alcuni dissero che la ninfa, per punizione, era stata tramutata in dura roccia. Altri invece affermarono che la fanciulla si pentì e, disperata, volle affidarsi all’innamorato nello stesso abbraccio di morte: si tuffò, anch’essa nelle acque ghiacciate e morì. Da allora avviene, talvolta, che si possano vedere sulla superficie del lago, fluttuare due nuvolette vicine. [Posted by Beppe Tardito on 26/11/2015]

Ti ricordi del grembiule di tua Nonna?...


Il primo scopo del grembiule delle Nonna era di proteggere i vestiti sotto,
ma, inoltre:
Serviva da guanto per ritirare la padella bruciante dal forno;
Era meraviglioso per asciugare le lacrime dei bambini ed, in certe occasioni, per pulire le faccine sporche;
Dal pollaio, il grembiule serviva a trasportare le uova e, talvolta, i pulcini!;
Quando i visitatori arrivavano , il grembiule serviva a proteggere i bambini timidi;
Quando faceva freddo, la Nonna se ne imbacuccava le braccia;
Questo buon vecchio grembiule faceva da soffietto, agitato sopra il fuoco a legna;
Era lui che trasportava le patate e la legna secca in cucina;
Dall’ orto , esso serviva da paniere per molti ortaggi dopo che i piselli erano stati raccolti era il turno dei cavoli;
A fine stagione, esso era utilizzato per raccogliere le mele cadute dell’ albero;
Quando dei visitatori arrivavano in modo improvviso era sorprendente vedere la rapidità con cui questo vecchio grembiule poteva dar giù la polvere;
All’ora di servire i pasti la Nonna andava sulla scala ad agitare il suo grembiule
e gli uomini nei campi sapevano all’ istante che dovevano andare a tavola;
La Nonna l’utilizzava anche per posare la torta di mele appena uscita dal forno sul davanzale a raffreddare;
ai nostri giorni sua nipote la mette là per scongelarla.
Occorrerà un bel po’ d’ anni anni prima che qualche invenzione o qualche oggetto possa rimpiazzare questo vecchio buon grembiule.
In ricordo delle nostre Nonne, inviate questa storia a quelli che potranno apprezzare la “Storia del grembiule della Nonna”
(Maurizio Magistri)

Dedicato alle mamme..


Quando sei venuto al mondo, lei ti ha accolto tra le braccia,
tu l'hai ringraziata gridando.
Quando avevi 1 anno, lei ti ha dato da mangiare e ti ha pulito,
tu l'hai ringraziata piangendo per notti intere.
Quando avevi 2 anni, lei ti insegnò a camminare,
tu la ringraziasti scappando quando ti chiamava.
Quando avevi 3 anni, lei ti preparava da mangiare con amore,
tu la ringraziavi facendo cadere i piatti sul pavimento.
Quando avevi 4 anni, lei ti comprò alcuni pennarelli colorati,
tu la ringraziasti scrivendo sui muri della sala da pranzo.
Quando avevi 5 anni, lei ti vestiva bene per le occasioni speciali,
tu la ringraziavi camminando nelle pozzanghere della via.
Quando avevi 6 anni, lei ti accompagnava a scuola,
tu la ringraziavi gridandole: non voglio andare !
Quando avevi 7 anni, lei ti regalò un pallone,
tu la ringraziasti calciandolo nella finestra del vicino.
Quando avevi 8 anni, lei ti comprò un gelato,
tu la ringraziasti rovesciandolo sulla sua gonna.
Quando avevi 9 anni, lei ti pagò le lezioni di piano,
tu la ringraziasti non frequentandole.
Quando avevi 10 anni, lei ti scarrozzava in macchina
da tutte le parti: a scuola, alla partita di calcio,
alle feste di compleanno e ad ogni altra festa,
tu la ringraziavi scendendo sempre dalla macchina senza mai voltarti indietro.
Quando avevi 11 anni, lei accompagnava te e i tuoi amici al cinema,
tu la ringraziavi dicendole di sedersi in un'altra fila.
Quando avevi 12 anni, ti consigliò di non guardare alla tv certi programmi,
tu la ringraziasti sperando che lei se ne stesse a lungo fuori casa.
Quando avevi 13 anni, lei ti regalò un giaccone in pelle,
tu la ringraziasti dicendole che non aveva gusto.
Quando avevi 14 anni, ella ti pagò un mese di vacanze estive in campeggio,
tu la ringraziasti dimenticandoti di mandarle una cartolina.
Quando avevi 15 anni, tornava dal lavoro e avrebbe voluto abbracciarti,
tu la ringraziasti chiudendo a chiave la tua stanza.
Quando avevi 16 anni, ti insegnò a guidare la sua macchina,
tu la ringraziasti usandola ogni volta che potevi.
Quando avevi 17 anni, lei aspettava una telefonata importante,
tu la ringraziasti occupando il telefono tutta notte.
Quando avevi 18 anni, lei pianse alla festa del tuo diploma,
tu la ringraziasti restando alla festa fino all'alba.
Quando avevi 19 anni, lei ti pagò le tasse dell'università,
ti accompagnò al campus trasportando i tuoi bagagli,
tu la ringraziasti salutandola fuori della tua stanza,
per non vergognarti davanti ai tuoi amici.
Quando avevi 20 anni, ti domandò se stavi uscendo con una ragazza,
tu la ringraziasti dicendole: non ti interessa!
Quando avevi 21 anni, lei ti propose alcune strade per il futuro,
tu la ringraziasti dicendole: non voglio essere come te !
Quando avevi 22 anni, ti abbracciò alla festa di laurea,
tu la ringraziasti chiedendole una vacanza premio per l'Europa.
Quando avevi 23 anni, lei ti diede dei mobili per il tuo primo appartamento,
tu la ringraziasti dicendo ai tuoi amici che erano brutti.
Quando avevi 24 anni, conobbe la tua futura sposa,
e le domandò dei progetti per il futuro,
tu la ringraziasti gridandole ferocemente: taci !
Quando avevi 27 anni, ti aiutò a pagar le spese del matrimonio,
e piangendo ti diceva che ti amava moltissimo,
tu la ringraziasti trasferendoti in un altro paese.
Quando avevi 30 anni, lei ti diede alcuni consigli per tuo figlio appena nato,
tu la ringraziasti dicendo che le cose non erano più come una volta.
Quando avevi 40 anni, ti chiamò per ricordarti il compleanno di papà,
tu la ringraziasti dicendo che eri molto occupato.
Quando avevi 50 anni, lei si ammalò e necessitò di cure,
tu la ringraziasti discutendo sugli obblighi dei genitori verso i figli.

Improvvisamente, un giorno, lei morì.
Tutto ciò che non avevi fatto per lei, ti cadde addosso come fulmine e tempesta.

Prenditi un momento per pensare.
Rendi onore e omaggio, dimostra quanto ami colei che chiami mamma.
Non c'è sostituto alcuno per lei.
E anche se non sempre la si può considerare la migliore amica,
anche se il suo modo di pensare non s'accorda con il tuo,
lei è sempre la mamma.
Domandati:
hai avuto tempo per star con lei,
per ascoltare le sue lamentele, per alleviare le sue stanchezze?
Sii prudente e generoso.
Portale il debito rispetto.
Quando lei avrà lasciato questo mondo,
ti resteranno solo bei ricordi di colei che hai chiamato mamma.

Per la troppa superbia... (Clicca per leggere)


Tanto tempo fa in una foresta viveva uno splendido pavone dal piumaggio smeraldo e dalla coda verde-azzurrina. Si diceva che fosse il più elegante tra tutti gli animali ma anche il più superbo: amava infatti vantarsi della sua meravigliosa ruota e per questo andava in giro mostrandola a tutti, suscitando talvolta lo stupore tra gli altri animali, talvolta l’invidia.
Con il passare del tempo, però, anche coloro che un tempo lo ammiravano per la sua eleganza cominciarono a odiarlo per la sua troppa superbia.
Giunse allora la stagione della caccia e l’intera foresta fu messa in subbuglio: tutti gli animali cercavano un luogo sicuro dove ripararsi e si aiutavano gli uni gli altri quanto più potevano. Si passavano la voce riguardo quella sciagura, gli uccelli indicavano i migliori rifugi ora per gli animali più piccoli come gli scoiattoli, ora per quelli più grandi come i leoni e le pantere.
Anche al pavone giunse la notizia della caccia ma anziché mettersi in salvo come tutti gli altri decise che quella sarebbe stata l’occasione giusta per mostrare anche agli umani la sua eleganza e la sua impareggiabile bellezza. Si incamminò allora nella direzione opposta alla quale venivano la maggior parte degli animali e quando si trovò nella radura davanti ai cacciatori salì sulla roccia dove batteva maggiormente il sole e aprì la sua coda mostrando così la più elegante ruota che si fosse mai vista in tutta la foresta.
Ma non ottenne l’effetto sperato: i cacciatori ,infatti, avendolo notato, non restarono ad ammirarlo bensì caricarono il fucile, presero la mira su di lui e spararono.
Quella sera gli uomini fecero del pavone un sontuoso e ricco banchetto per loro e per la loro famiglia mentre splendide ed eleganti penne della coda dell’uccello finirono per diventare ornamento di cappelli per le donne.
Soltanto una penna, quella centrale ovvero la più lunga e splendente, riuscì a sottrarsi da quell’orribile sorte: fu ritrovata da una volpe davanti alla roccia sulla quale il pavone si era eretto per l’ultima volta, come a simboleggiare che lì un pavone, per la sua troppa superbia e la sua troppa vanità, era diventato ricca cena per i cacciatori.

SUPERBIA: quando la stima di se stessi diventa disprezzo degli altri, perciò per naturale propensione la superbia si nutre di menzogna e di violenza perché la ricerca ad ogni costo della propria superiorità costringe a svilire o a negare la positività delle doti altrui e a combatterle come se fossero pericolosi avversari con tanta più virulenza quanto più si percepisce che l’altro è effettivamente migliore di noi.

Prova a pensare..


Oggi abbiamo edifici molto alti e autostrade molto larghe, ma anche istinti molto corti e punti di vista molto stretti. Spendiamo di piu', ma gustiamo di meno, abbiamo case tanto grandi, per famiglie tanto piccole, tanti interessi, ma per cosi' poco tempo, tante conoscenze, ma molto meno criterio, abbiamo piu' medicine, ma meno salute. Abbiamo moltiplicato il nostro pianeta, ma abbiamo ridotto il nostro valore, parliamo molto, amiamo poco e odiamo troppo.
Abbiamo raggiunto la Luna e ne siamo ritornati, ma abbiamo problemi ad attraversare le strade e a conoscere i nostri vicini, abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non quello interiore. Dimostriamo maggior apertura, ma abbiamo minore moralita', il nostro e' un tempo con maggiore liberta', ma con meno allegria, con piu' cibo, ma con minore nutrimento. Sono tempi in cui arrivano due stipendi nelle case, ma aumentano i divorzi. sono tempi di case piu' belle, ma col focolare distrutto.
PER TUTTO CIO', DA OGGI IN POI:
non vedere in nulla "un'occasione speciale", perche' ogni giorno che vivi e' un giorno speciale, impara a conoscere il Mistero, leggi molto, siediti in terrazza e ammira il panorama senza fissarti a guardare le erbacce, passa piu' tempo con la tua famiglia e coi tuoi amici, assapora i tuoi cibi preferiti, visita i luoghi che ami, la vita e' una successione di momenti da gustare, non e' fatta solo per sopravvivere, usa le tue coppe di cristallo, non nascondere il tuo miglior profumo, usalo ogni volta che ti va di farlo, le frasi "...uno di questi giorni", "...fra qualche tempo", toglile dal tuo vocabolario, scrivi ORA sul foglio della tua esistenza dillo oggi, ai tuoi familiari e ai tuoi amici, quanto li ami percio', non rimandare nulla che possa portare riso ed allegria nella tua e nella loro vita.
Ogni giorno, ogni ora e minuto e' speciale!

Sposati o no dovete leggere questo messaggio.. (Bellissimo)


Quando un uomo anziano è morto nel reparto geriatrico di una casa di cura in un paese di campagna australiana, si credeva che nulla di valore egli avesse potuto lasciare. Più tardi, le infermiere sistemando i suoi pochi averi, trovarono questa poesia. La qualità ed il contenuto impressionarono lo staff che volle farne tante copie da distribuire agli di tutto infermieri l'ospedale. Un'infermiera di Melbourne volle che una copia della poesia comparisse nelle edizioni di Natale delle riviste di tutto il paese come unico lascito di questo vecchio per i posteri e facendo in modo che figurasse su tutte le riviste per la salute mentale. E' stata anche fatta una raccolta di immagini dedicata a questa semplice ma eloquente poesia. E così questo vecchio, che nulla pareva potesse dare al mondo, ora è l'autore di questa poesia 'anonima' che vola attraverso la rete internet. "Cranky" uomo vecchio Cosa vedi infermiera ? ..Cosa vedete ? Che cosa stai pensando mentre mi guardi ? "Un povero vecchio"....non molto saggio.. con lo sguardo incerto ed occhi lontani.. Che schiva il cibo.. e non da risposte.. ..e che quando provi a dirgli a voce alta : .."almeno assaggia" ! sembra nulla gli importi di quello che fai per lui.. Uno che perde sempre il calzino o la scarpa.. ..che ti resiste, non permettendoti di occuparti di lui.. per fargli il bagno, per alimentarlo... e la giornata diviene lunga .. Ma cosa stai pensando?.. E cosa vedi ?? .. Apri gli occhi infermiera !!.. perchè tu non sembri davvero interessata a me.. Ora ti dirò chi sono.. mentre me ne sto ancora seduto qui a ricevere le tue attenzioni... lasciandomi imboccare per compiacerti. "Io sono un piccolo bambino di dieci anni con un padre ed una madre, Fratelli e sorelle che si vogliono bene .. Sono un ragazzo di sedici anni con le ali ai piedi.. che sogna presto di incontrare l'amore .. A vent'anni sono già sposo... il mio cuore batte forte .. giurando di mantener fede alle sue promesse .. A venticinque....ho già un figlio mio.. che ha bisogno di me e di un tetto sicuro, di una casa felice in cui crescere. Sono già un uomo di trent'anni e mio figlio è cresciuto velocemente, siamo molto legati uno all'altro da un sentimento che dovrebbe durare nel tempo. Ho poco più di quarant'anni, mio figlio ora è un adulto e se ne va, ma la mia donna mi sta accanto.. per consolarmi affinchè io non pianga. A poco più di cinquant'anni... i bambini mi giocano attorno alle ginocchia , Ancora una volta, abbiamo con noi dei bambini io e la mia amata.. Ma arrivano presto giorni bui.... mia moglie muore.. ..guardando al futuro rabbrividisco con terrore.. Abbiamo allevato i nostri figli e poi loro ne hanno allevati dei propri. ..e così penso agli anni vissuti... all'amore che ho conosciuto. Ora sono un uomo vecchio... e la natura è crudele. Si tratta di affrontare la vecchiaia... con lo sguardo di un pazzo. Il corpo lentamente si sbriciola... grazia e vigore mi abbandonano. Ora c'è una pietra... dove una volta ospitavo un cuore. Ma all'interno di questa vecchia carcassa un giovane uomo vive ancora e così di nuovo il mio cuore martoriato si gonfia.. Mi ricordo le gioie... ricordo il dolore. Io vorrei amare, amare e vivere ancora .. ma gli anni che restano son pochissimi.. tutto è scivolato via .. veloce. E devo accettare il fatto che niente può durare.." Quindi aprite gli occhi gente.. apriteli e guardate... "Non un uomo vecchio".. avvicinatevi meglio e... vedrete ME!!

Ricordatevi di questo racconto quando incontrate una persona anziana per evitare di metterla da parte senza guardare all'anima giovane che le sta all'interno perchè tutti noi un giorno, saremo così.. purtroppo.

Una vera amicizia. "Non posso darti soluzioni per tutti i.."


Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita
Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,
però posso ascoltarli e dividerli con te
Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro
Pero’ quando serve staro’ vicino a te
Non posso evitarti di precipitare,
solamente posso offrirti la mia mano
perche’ ti sostenga e non cadi
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei
Pero’ gioisco sinceramente quando ti vedo felice
Non giudico le decisioni che prendi nella vita
Mi limito ad appoggiarti a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi
Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti,
Pero’ posso offrirti lo spazio necessario per crescere
Non posso evitare la tua sofferenza,
quando qualche pena ti tocca il cuore
Pero’ posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere
Solamente posso volerti come sei ed essere tuo Amico.

Cos'è la sensibilità.. Cosa vuol dire essere sensibili? È una..


Cosa vuol dire essere sensibili? È una domanda che mi pongo spesso.
“Io sono una persona sensibile” è una frase molto diffusa e sono in molti ad abusarne.
Credo che una persona veramente sensibile non riesca spesso nemmeno ad esprimere un pensiero che racchiude una complessità di turbamenti, di umori altalenanti, di sofferenza e gioia sovente incomprensibili ai più.
La persona sensibile si nasconde, talvolta si rinchiude in se stessa perché non riesce ad esprimere quel turbinìo di emozioni che travolge la sua anima e teme di essere fraintesa.
Coglie ogni lievissimo particolare: una parola, un gesto assumono per quella persona un significato enorme che sfugge al suo stesso controllo.
Da non confondere con il suscettibile, individuo affetto da grave senso d’inferiorità e spesso manie di persecuzione, la persona sensibile sa apprezzare la vita, a differenza di quello che si possa pensare perchè ne coglie ogni sfumatura, nel bene e nel male.
La fotografia che apre questa raccolta di pensieri è particolarmente forte. Racchiude gli alti e bassi di una permanente tempesta interiore che non si ferma mai alla superficie delle cose. Guardiamo con attenzione questa foto. Un uomo fotografato di spalle che guarda il mare in tempesta. Le sensazioni da lui provate nutriranno incessantemente la propria umanità e, probabilmente, si tramuteranno in un’intuizione creativa. Così come ha fatto il fotografo che ha donato al mondo questo scatto. L’uomo che guarda il mare in tempesta ha davanti a sé uno scenario immenso: nuvole dilaniate e onde rabbiose la cui schiuma si affastella sulle creste dando origine ad una mescolanza di colori di cui lui riuscirà a raccoglierne ogni forma e sfumatura. E i sentimenti provati saranno sicuramente contrastanti: da un lato quello scenario lo affascinerà, dall’altro lo impaurirà e ne coglierà dettagli che lo aiuteranno anche a conoscer meglio se stesso. La persona sensibile non è fragile. Riesce a vedere oltre una persona comune e, se riuscirà a trasmetterla, per mezzo dell’arte o nell’immensa capacità di comprendere gli altri ed esserci sempre senza che le persone che lo circondano glielo domandino apertamente, è un dono incommensurabile di cui il mondo ne ha un disperato bisogno. Oggi forse più di ieri.

L'eternità pro tempore degli amanti.. (Molto bella da leggere)


Questa volta l’ho fatta grossa. Ho confessato ad un donna di amarla eternamente. Credevo di averle dato la massima prova, almeno verbale, della consistenza del mio sentimento. Ma non è stato così. Lei si è arrabbiata. Anche tanto. Mi ha accusato di prenderla in giro. Mi ha fatto una scenata. E come tutte le scenate, mi ha piantato in asso ed è andata via. Ho cercato di telefonarle più volte. Dapprima non mi ha risposto, poi mi ha mandato un messaggio col quale mi ha formalmente invitato ad andare a quel paese.
Inutile dire che ci sono rimasto male, anche tanto. Dopo qualche giorno ho cercato di riprendere la mia vita normale. Di distrarmi. Ma non ci sono riuscito. Ho ripensato più volte alle mie parole, sì, insomma, al fatto che le avevo detto di amarla e che questo sentimento sarebbe durato in eterno. Comunque la mettessi o la girassi non sono riuscito a comprendere la sua reazione. Eppure mi sembrava una donna tollerante, sensibile, intelligente.
Così mi sono imposto, per qualche tempo, di non pensare più a lei ed a quella sua reazione. Ho conosciuto altre donne, le ho frequentate poi, come spesso capita, ho smesso di farlo. Ma di lei, mi è sempre rimasto il dubbio sulle reali cause della sua reazione.
Giacomo è un mio carissimo amico. Ci conosciamo dall’infanzia, anche se non ci frequentiamo spesso. Lui, a differenza di me, ha studiato molto, veste con gusto e conosce le donne molto bene. Io gli ho raccontato tutto, per filo e per segno. Lu mi ha detto che gli sembrava una storia molto interessante. Ci ha pensato su un attimo e poi si è messo a ridere.
Subito dopo, Giacomo mi ha dato dell’imbecille e mi ha detto di farmene una ragione. Mi ha detto anche che lei avrebbe avuto una reazione identica se le avessi spergiurato di amarla a tempo determinato, che so ? magari per tre mesi. Poi ha soggiunto:
– In questa vita, caro mio, siamo tutti pro tempore!
Non ho avuto il coraggio di rispondere. Stasera uscirò con una signora che ho conosciuto al supermercato, al reparto ortofrutta. Sono sicuro che sarò un perfetto amante. Domani cambierò supermercato e reparto. (© 2015 Gianfranco Brevetto)

Se ci fosse un'altra trama...


Se ci fosse stata un’altra trama, molte cose nella mia vita, adesso, sarebbero diverse.
Con un’altra trama ti avrei ascoltata ancora adesso, ti avrei portata in quelle giornate che hai sempre sognato, con un’altra trama, avrei potuto darti il primo di una serie di baci alla fragola.
Con una trama diversa, avrei avuto la classica vita adolescenziale, senza lacrime, condita da quel caos che si fa in giro con gli amici, a suonare i citofoni, a correre nei prati e seguire, le ragazze più grandi.
Con una trama diversa, avrei ancora qui, le due anime che ho perso, con una avrei girato il mondo, e con l’altra, avrei potuto passare momenti divertenti.
Adesso sarebbe diverso, non avrei incontrato ridicole amicizie, persone con la scadenza, o teste che non credono in quel che faccio!
Avrei superato la soglia di quell’ufficio che mi avrebbe portato alle stelle, calpestato quel tappeto da milioni di euro, suonato quel brano insieme a persone di cui mi fidavo, avrei potuto, girare quelle idee che sembravano impossibili, sarei stato attento, alle persone che sembravano attive, e ricche di idee!
Strappato baci che giravano nell’aria, abbracci che aspettavano il calore giusto, con una trama differente, anche la famiglia sarebbe stata diversa, anche le strade e le case che guardo ora, sarebbero state diverse.
Le trame di ogni uno di noi, avrebbero potuto essere colossal migliori, ma la verità è che noi adesso, viviamo in un best seller, perché senza quelle lacrime buttate in giro per strada e sul pavimento di casa, ora non saremmo come adesso, libri intramontabili, che aspettano un nuovo capolavoro.
Ed ogni trama nuova che andremo a scrivere, avrà molto da raccontare, più di qualsiasi altra trama scialba e noiosa al mondo! (Ejay Ivan Lac)

Ecco arriva l'autunno.. (Racconto di: "R. Schiavo-Campo")


C'era una volta un albero molto giovane che non sapeva che cosa fosse l'autunno. Una mattina vide una cosa molto strana: le rondini si stavano preparando a partire. Perchè se ne vanno? - chiese l'albero a uno scoiattolo.
Non sopportano il freddo - gli spiegò l'animaletto.. - Sai com'è: è in arrivo l'autunno con le piogge e il vento; poi giungerà l'inverno e ci sarà gelo dappertutto.
Ma come faremo noi che non sappiamo volare?
Oh, io me ne starò al calduccio a casa mia e tu cadrai in letargo.
Che cosa vuoI dire?
Penso che sia come dormire - rispose, lo scoiattolo e se ne andò.
«Chiederò spiegazioni a un gatto» disse tra sé l'albero. « I gatti sicuramente lo devono sapere, per- ché non fanno altro che dormire ».
Passava di lì giusto un gatto e l'albero ne approfittò subito:
Ehi, tu, quando dormi vai per caso in letargo?
E come fai?
Semplice - rispose il gatto. - Giro tre volte su me stesso, mi acciambello e chiudo gli occhi.
« Sarà » pensò l'alberello. Tentò di girarsi, di acciambellarsi e di chiudere gli occhi, ma non ci riuscì.
CI Deve esserci un altro sistema pensò. « Lo chiederò al ghiro »
Beh - gli disse il ghiro tra uno sbadiglio e l'altro -prima devi mangiare tantissimo e diventare grasso, poi ne riparleremo:
L'albero cercò di mangiare il più possibile, ma non ingrassava neppure di un etto. Svegliò ancora ilghiro per chiedergli qualche precisazione e questi gli disse:
Cerca di respirare non più di otto volte al minuto. Quando diventerai freddo, il tuo cuore dovrà battere molto lentamente...
Probabilmente questo era un ottimo sistema per il ghiro, ma il povero albero non riusciva a fare cose così difficili.
Intanto le giornate si erano fatte più fredde; la pioggia cadeva e la nebbia avvgeva i rami dell'alberello.
« Morirò dal freddo », pensò l'albero e, mentre cercava una soluzione al suo caso disperato, sentì che gli occhi si chiudevano.
Senza pensarci, chiuse istintivamente i piccoli tubi entro i quali passava il suo sangue e si addormentò.
Le foglie caddero a terra a una a una e l'albero rimase nudo.
(Racconto di R. Schiavo-Campo "Che cosè l'autunno")

Oggi ho letto una lettera scritta da un’insegnante di sostegno. Non potevo non condividerla..


“Sono una mamma e una maestra di scuola primaria quest’anno sono stata nominata sul sostegno di una bimba grave, gravissima e …bellissima. Bene: appena arrivo in classe la maestra prevalente mi avverte “Stai attenta alla madre che cercherà in tutti i modi di tirarti dentro alla sua sofferenza e poi è un po’ fissata con il fatto che la figlia può far tutto, capisce tutto ecc.” ed io …sto zitta.

Mi dice che dobbiamo andare a visitare un posto con la classe e che la mamma si è “fissata” col fatto che debba andarci anche la figlia… sto zitta ancora e intanto incrocio gli occhi della bimba che sono quelli della mia e dentro di me le parlo e le dico “stai tranquilla ti ci porto io” …lei sorride è bellissima…nessuna maestra però che ormai è con lei da tre anni mi dice quali siano le sue competenze o no, la diagnosi funzionale è troppo generica. Usciamo e inizia la visita guidata. La bimba con la sedia a rotelle cerca di spingersi avanti per guardare i quadri, le tele, i dipinti ma la maestra di classe mi dice di tirarla indietro perchè leva il posto e la visuale a chi “capisce”…
Resisto e faccio come se non avessi sentito, la porto ovunque e le parlo e le spiego… la maestra mi guarda di sbieco.
Torniamo in classe e mentre tutto il gruppo classe relaziona sull’uscita lei non ha un compito, un libro, niente… e io sono al mio primo giorno e non ho preparato niente. Poco male mi organizzo, la coinvolgo e chiedo alla sua compagna di banco, una bimba carinissima, di farci sbirciare sul libro lei ci prova ma poi dice che non ha tempo deve lavorare con gli altri.
Merenda: da sola e gli altri in gruppo. Cambio pannolino da panico: i bidelli fanno a gara per non venire, ti cambio io amore, è un’ora che sei con la cacca. Parlo con la maestra dell’anno scorso che mi scarica addosso una serie di cattiverie sulla madre sulla famiglia e sul fatto che non si può lavorare con un handicap così grave. Le chiedo se ha mai usato la CAA o la tecnologia e mi dice che loro del sostegno vengono da una laurea in scienze della formazione e che hanno sostenuto solo quattro esami troppo generici per poter sapere tutto…
RESISTO ANCORA. Intanto sono completamente innamorata della mia bimba… in lei c’ è la mia, la sofferenza della madre è la mia … Le risposte le ho da lei. Uno scricciolo accartocciato su se stesso che indica in modo corretto tutti i colori, le forme, le lettere, i numeri che risponde esattamente a tutte le mie domande con gridolini che capisco e interpreto bene.
Le ho dato mille baci e lei mi ha fatto mille carezze. Alla fine della giornata saluto e la maestra di classe mi dice “comunque sei molto portata ne avevamo bisogno”!
Mi giro e sulla porta dico “corro a casa c’è mia figlia completamente disabile che mi aspetta. GELO TOTALE.
Oggi sono arrivata con il mio Ipad e con l’aria di quella incavolata, loro, le maestre hanno cercato di recuperare ma io ho detto: “Sentite, io non sono la maestra di questa bimba, io sono una maestra di classe a supporto della classe, la bimba è di tutti, di tutta la classe quindi o si programma insieme o sono cavoli amari. Se vedeste quello che vedo io in lei, se vedeste dentro questo corpo che non risponde una bimba come le altre desiderosa di scoprire di sapere di giocare di interagire allora questa classe sarebbe migliore, voi sareste delle persone migliori e il mondo sarebbe una favola.”
La mia bimba si è divertita un mondo con le applicazioni app… tutti i bimbi erano dietro di lei a cercare di capire cosa stesse usando… ho fatto un piccolo gruppo ricreativo e fuori dal suo banco ha potuto far merenda con altri bimbi… le ho portato un libro di favole e le ho detto in un orecchio di leggerlo quando non ci sono così non si sente sola. Ha diciotto ore e quando è senza di me… è sola a guardare il nulla.
Ora sono a casa e guardo mia figlia …e spero e prego che lei possa sopravvivere alle cattiverie e all’ignoranza della gente. (Fonte: web)

"Dipende." Come vedi, tutto dipende dalle mani in cui gli oggetti si...


Un pallone da Basket nelle mie mani vale 20 Euro.
Nelle mani di Michael Jordan vale circa 30 milioni di Euro.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Una palla da baseball nelle mie mani vale 4 Euro.
Nelle mani di Mark McGuire vale circa 17 milioni di Euro.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Una racchetta da Tennis nelle mie mani è praticamente inutile.
Nelle mani di Venus Williams, è la vittoria in un torneo.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Un bastone nelle mie mani tiene lontano un animale selvatico.
Un bastone, nelle mani di Mosè divide il Mar Rosso.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Una fionda nelle mie mani è un giocattolo per bambini.
Una fionda nelle mani di Davide è un'arma straordinaria.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Due pesci e cinque panini nelle mie mani sono una buona merenda.
Due pesci e cinque panini nelle mani di Dio sfamano le moltitudini.
Dipende dalle mani in cui si trovano.

I chiodi nelle mie mani possono produrre una cuccia per cani.
Nelle mani di Gesù Cristo producono salvezza per il mondo intero.
Dipende dalle mani in cui si trovano.

Come vedi, tutto dipende dalle mani in cui gli oggetti si trovano.
Allora, metti i tuoi ragionamenti, le tue preoccupazioni, le tue paure le tue speranze, i tuoi sogni, la tua famiglia e i tuoi rapporti con gli altri nelle mani di Dio, perché...
..dipende dalle mani in cui si trovano.

Datemi un iphone... (Da leggere)


Datemi un iPhone, e vi dimostrerò che sono felice. Questa è la felicità oggi, far sapere al mondo che abbiamo giocato dieci minuti con nostro figlio, che siamo andati al museo, che ci siamo fatti una semplice passeggiata, e se per caso vado al ristorante, devo ordinare ostriche e cozze, perché il pesce, va prima fotografato, poi mangiato. Datemi un, iPhone perché ho appena visto un bambino Down. Fammi fare una foto, perché tutti devono sapere che bella persona sono
(ciao bambino grazie)
Come si chiamava quel bambino?
Finalmente al mare.
Ti piace questo mare?
Dai facciamoci un bagno papà, giochiamo, voglio fare dei tuffi insieme a te. Ho un idea migliore figlio mio, vai da solo, ti faccio delle foto, poi vado io, anzi aspetta, metto l’auto scatto e immortaliamo i nostri cinque secondi insieme.
Post. Che bello giocare con tuo figlio.
Amore mi dai un bacio?
Un attimo.
Piccola parentesi (l’amore non può aspettare)
Scusaa, mi faresti una foto insieme a mia moglie?
Post. Io amo mia moglie.
Sei sempre con questo iPhone, non parliamo mai, sembra di essere soli, e vero papà, oggi mi sono annoiato, non giochi mai con me.
Dai la giornata è quasi finita, domani giochiamo, prendiamoci un aperitivo qui, in riva al mare.
Foto. Post. Rilassamento, finalmente.
Quelli che documentano ogni cosa, sono quelli che non fanno mai niente, se si fanno una foto con loro figlio mentre giocano, la maggior parte delle volte non ci hanno mai giocato, se baciano, amano e sentono già il bisogno di farlo sapere, sono già con la testa altrove.
Datemi una macchina fotografica
è importante, devo dimostrare di essere stato felice, che di esserlo veramente stato.
Domani vi prometto che non accendo l’iphone, e giochiamo tutto il giorno.
Andiamo a casa.
Guarda papà una signora e caduta, aiutiamola, prendi il telefono, fammi il video.
Papà e scarico.
E allora vaffanculo, si alzerà da sola.
Post. Oggi è stata una giornata meravigliosa… (Davide Bianco)

Venti cose che solo chi è cresciuto in una famiglia del sud può capire. (Leggetela)


#1. Quando inizi una nuova relazione sentimentale tuo zio viene a saperlo prima di te.

#2. Ci sono sempre dei parenti dall’America da salutare al telefono.

#3. A Pasqua ti siedi a tavola alle 11 e ti alzi alle 23, sempre se il tuo fisico regge.

#4. Non esistono segreti.

#5. Un pranzo in famiglia è più rumoroso del carnevale di Rio.

#6.Quando fai un viaggio in treno di più di cento chilometri ti preparano un fagotto con due parmigiane, sedici arancini e quattro panini.

#7. Ogni anno tra il 24 dicembre e il 7 gennaio ingrassi giusto di quei quindici chili.

#8. Raramente ti è capitato di sentire pronunciare il tuo nome da tua mamma a una potenza inferiore ai 280 decibel.

#9. Se fai un viaggio a Torino tua nonna ti chiede di salutargli il nipote della vicina che vive a Mestre.

#10. Quando c’è un battesimo o una cresima in vista, i due mesi precedenti devi prepararti atleticamente e psicologicamente se vuoi sopravvivere.

#11. I tuoi parenti sono così numerosi che, a volte, sospetti si riproducano per mitosi.

#12. Un matrimonio tra pochi intimi significa un minimo di 170 invitati.

#13. C’è sempre un cane da scendere o una spesa da salire.

#14. Il rito della partita a tressette è più solenne dell’incoronazione di Carlo Magno.

#15. Anche se pesi 120 Kg per i nonni sei sempre sciupato.

#16. Non esistono cugini ma solo altri fratelli.

#17. Ogni membro della tua famiglia ti chiede quando ti sposerai almeno sei volte al giorno.

#18. A capodanno tuo zio ha più fuochi d’artificio in macchina che la Casa Bianca il 4 luglio.

#19. Può esserci anche la crisi del’29 ma durante le festività c’è sempre abbastanza cibo per un paio di reggimenti.

#20. A volte vorresti scappare via da tutto il caos casalingo per poi renderti conto che non potresti fare a meno di quel calore per neanche dieci minuti.
(web)

O mi amano o mi odiano…io sono così. (Bellissimo racconto autobiografico)


Non accetto più compromessi, perché sono arrivata al punto in cui non mi piace trascorrere del tempo con chi sa solo parlare e non fa nulla per comprendere, con chi sa solo criticare perché è più facile distruggere ciò che gli altri creano piuttosto che sforzarsi di collaborare alla costruzione.
Non mi piacciono le persone che usano il cinismo come filosofia di vita, né chi chiede, chiede e chiede e non è disposto a donare nemmeno un minuto del suo tempo. Non vado d’accordo con l’arroganza e la prepotenza, né con le persone presuntuose che si autocelebrano. Non riesco a stare vicino a chi si mette un gradino più su degli altri sentendosi autorizzato a giudicare e a criticare l’operato di chi, umilmente e con tenacia, fa il proprio lavoro. Non sono disposta a passare il mio tempo con il “colto, istruito” che si sente superiore: sapere qualcosa in più degli altri non significa essere migliori. Non riuscirò mai a comprendere chi si pone rigidamente su una posizione e non accetta il punto di vista degli altri o la possibilità di guardare, almeno per un attimo, da una prospettiva diversa a quella cui è abituato. Amo stare con le persone semplici, che umilmente rendono migliore il mondo e non si rendono nemmeno conto di essere persone speciali. Amo le critiche “amorevoli” e costruttive. Amo chi incoraggia e sprona coloro che provano a realizzare imprese che possono apparire impossibili a tutti, ma non a chi ci crede. Adoro le persone allegre, sorridenti e positive anche quando vivono momenti di grande difficoltà. Non riesco a convivere con i portatori di invidie e gelosie: esse oscurano la vista e rendono poco obiettivo chi ne è affetto. Non sopporto i falsi elogi e le ipocrisie: meglio il silenzio che un finto complimento. Non sono disposta a passare nemmeno un minuto con chi non crede nella possibilità che tutti possano migliorare. (Alessia S. Lorenzi)

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