Ue, allarme Italia: dal 2008 maggior declino. È il paese peggiore per chi perde il lavoro.


21 gennaio 2014. L'Italia è il Paese che ha conosciuto dal 2008 il declino più elevato della situazione sociale di chi lavora: oltre il 12% degli occupati non riesce a vivere del suo stipendio. Solo Romania e Grecia fanno peggio (oltre il 14%) ma la loro situazione era grave già nel 2008: lo afferma lo studio della commissione Ue sull'occupazione dal titolo: "Employment and Social Developments in Europe Review".

Andor: in Italia crescono disoccupazione e povertà
Un grido di allarme lanciato dal commissario Ue al lavoro Lazlo Andor, che, presentando il rapporto 2013 su occupazione e sviluppi sociali dove l'Italia spicca per alta disoccupazione e povertà di chi lavora, ha detto: «In Italia non cresce solo la disoccupazione ma anche la povertà».
Italia Paese peggiore per chi perde lavoro
Non solo. L'Italia, secondo il rapporto Ue, è il Paese peggiore d'Europa per chi perde il lavoro: le possibilità di trovarne un altro entro un anno sono tra il 14 e il 15%, cioè le più basse di tutti i 28 Stati membri dell'Ue.

L'Ue: ridurre disoccupazione e povertà
Nel rapporto della commissione Ue si sottolinea come il significativo aumento della povertà tra la popolazione in età lavorativa è una delle più tangibili conseguenze della crisi economica. Per un'inversione di tendenza potrebbe non essere sufficiente una riduzione graduale dei livelli di disoccupazione, se si dovesse confermare la «polarizzazione delle retribuzioni», dovuta in particolare all'aumento del lavoro part-time. Il rapporto evidenzia inoltre come l'accettazione di un posto di lavoro possa aiutare a uscire dalla povertà solo nella metà dei casi: molto dipende dal tipo di lavoro trovato e anche dalla composizione del nucleo familiare e dalla situazione del partner sul mercato del lavoro. «Per una ripresa duratura, che non si limiti soltanto a ridurre la disoccupazione, ma faccia anche diminuire la povertà, dobbiamo preoccuparci non solo della creazione di posti di lavoro, ma anche della loro qualità», ha dichiarato il commissario Andor.

Signora... lei è ricca?

Si rannicchiarono dietro la porta doppia: due bambini con i cappotti a brandelli troppo piccoli per loro.

"Ha giornali vecchi, signora?" Ero indaffarata, volevo rispondere di no...finchè guardai i loro piedi: sandaletti leggeri, inzuppati dal nevischio. "Entrate e vi farò una tazza di cioccolata calda." Non vi fu conversazione. I sandali fradici lasciarono impronte sulla piastra del caminetto. Servii loro cioccolata e pane tostato con marmellata per fortificarli contro il freddo esterno. Quindi tornai in cucina e ripresi il mio bilancio familiare... Il silenzio nel soggiorno mi sorprese. Guardai dentro, la bambina teneva in mano la tazza vuota e la osservava. Il maschietto mi disse con voce incerta: "Signora... lei è ricca?" "Se sono ricca? Misericordia, no!" Guardai le consunte foderine del divano. La bambina rimise la tazza sul suo piattino con cura. "Le sue tazze sono intonate ai piattini." Aveva osservato la bambina, con una voce vecchia, con una fame che non veniva dallo stomaco. Quindi se ne andarono, tenendo i pacchi dei giornali contro il vento, non avevano detto grazie, non ne avevano bisogno. Avevano fatto molto di più. Tazze e piattini di ceramica azzurra di poco valore. Ma erano intonati. Diedi un'occhiata alle patate e mescolai il sugo. Patate e sugo di carne, un tetto sopra alla testa, mio marito con un lavoro sicuro... umile ma sicuro. Anche queste cose erano intonate. Allontanai le sedie dal fuoco e misi in ordine il soggiorno. Le impronte fangose dei sandaletti erano ancora umide sul caminetto. Le lasciai lì: voglio che restino lì caso mai mi dimenticassi di nuovo quanto sono ricca.
(Racconto tratto da "Brodo caldo per l'anima 3" di J.Canfield e M.V.Hansen)

L'incidente. (Molto bella da leggere)


Una giovane donna tornava a casa dal lavoro in automobile. Guidava con molta attenzione perché l'auto che stava usando era nuova fiammante, ritirata il giorno prima dal concessionario e comprata con i risparmi soprattutto del marito che aveva fatto parecchie rinunce per poter acquistare quel modello. Ad un incrocio particolarmente affollato, la donna ebbe un attimo di indecisione e con il parafango andò ad urtare il paraurti di un'altra macchina. La giovane donna scoppiò in lacrime. Come avrebbe potuto spiegare il danno al marito? Il conducente dell'altra auto fu comprensivo, ma spiegò che dovevano scambiarsi il numero della patente e i dati del libretto. La donna cercò i documenti in una grande busta di plastica marrone. Cadde fuori un pezzo di carta. In una decisa calligrafia maschile vi erano queste parole: "In caso di incidente..., ricorda, tesoro, io amo te, non la macchina!". "Lo dovremmo ricordare tutti, sempre. Le persone contano, non le cose. Quanto facciamo per le cose, le macchine, le case, l'organizzazione, l'efficienza materiale! Se dedicassimo lo stesso tempo e la stessa attenzione alle persone, il mondo sarebbe diverso. Dovremmo ritrovare il tempo per ascoltare, guardarsi negli occhi, piangere insieme, incoraggiarsi, ridere, passeggiare... Ed è solo questo che porteremo con noi davanti a Dio. Noi e la nostra capacità d'amare. Non le cose, neanche i vestiti, neanche questo corpo..."(Tratto da "A volte basta un raggio di sole" di Bruno Ferrero)

Il fratellino.


Una giovane madre era in attesa del secondo figlio. Quando seppe che era una bambina, insegnò al suo bambino primogenito, che si chiamava Michele, ad appoggiare la testolina sulla sua pancia tonda, e cantare insieme a lei una «ninna nanna» alla sorellina che doveva nascere. La canzoncina, che faceva «Stella stellina, la notte si avvicina...», piaceva tantissimo al bambino, che la cantava più volte. Il parto però fu prematuro e complicato. La neonata fu messa in una incubatrice per cure intensive. I genitori trepidanti furono preparati al peggio: la loro bambina aveva pochissime probabilità di sopravvivere. Il piccolo Michele li supplicava: «Voglio vederla! Devo assolutamente vederla!». Dopo una settimana, la neonata si aggravò ancor di più. La mamma allora decise di portare Michele nel reparto di terapia intensiva della maternità. Un'infermiera cercò di impedirlo, ma la donna era decisa ed accompagnò il bambino vicino al lettino ingombro di fili e tubicini, dove la piccola lottava per la vita. Vicino al lettino della sorellina, Michele istintivamente avvicinò il suo volto a quello della neonata e cominciò a cantare sottovoce: «Stella stellina...». La neonata reagì immediatamente. Cominciò a respirare serenamente, senz'affanno. Con le lacrime agli occhi, la mamma disse: «Continua, Michele, continua!». Il bambino continuò. la bambina cominciò a muovere le braccine. La mamma e il papà piangevano e ridevano nello stesso tempo, mentre l'infermiera incredula fissava la scena a bocca aperta. Qualche giorno dopo, la piccola entrò in casa in braccio alla mamma, mentre Michele manifestava rumorosamente la sua gioia! I medici della clinica, imbarazzati, definirono l'avvenimento con parole difficili. Ma la mamma e il papà sapevano che era stato semplicemente un miracolo dell'amore di un fratellino per una sorellina tanto attesa. (Bruno Ferrero)

Il miracolo. (Bellissima)


Questa è la storia vera di una bambina di otto anni che sapeva che l'amore può fare meraviglie. Il suo fratellino era destinato a morire per un tumore al cervello. I suoi genitori erano poveri, ma avevano fatto di tutto per salvarlo, spendendo tutti i loro risparmi. Una sera, il papà disse alla mamma in lacrime: "Non ce la facciamo più, cara. Credo sia finita. Solo un miracolo potrebbe salvarlo". La piccola, con il fiato sospeso, in un angolo della stanza aveva sentito. Corse nella sua stanza, ruppe il salvadanaio e, senza far rumore, si diresse alla farmacia più vicina. Attese pazientemente il suo turno. Si avvicinò al bancone, si alzò sulla punta dei piedi e, davanti al farmacista meravigliato, posò sul banco tutte le monete. "Per cos'è? Che cosa vuoi piccola?". "È per il mio fratellino, signor farmacista. È molto malato e io sono venuta a comprare un miracolo". "Che cosa dici?" borbottò il farmacista. "Si chiama Andrea, e ha una cosa che gli cresce dentro la testa, e papà ha detto alla mamma che è finita, non c'è più niente da fare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Vede, io voglio tanto bene al mio fratellino, per questo ho preso tutti i miei soldi e sono venuta a comperare un miracolo". Il farmacista accennò un sorriso triste. "Piccola mia, noi qui non vendiamo miracoli". "Ma se non bastano questi soldi posso darmi da fare per trovarne ancora. Quanto costa un miracolo?". C'era nella farmacia un uomo alto ed elegante, dall'aria molto seria, che sembrava interessato alla strana conversazione. Il farmacista allargò le braccia mortificato. La bambina, con le lacrime agli occhi, cominciò a recuperare le sue monetine. L'uomo si avvicinò a lei. "Perché piangi, piccola? Che cosa ti succede?". "Il signor farmacista non vuole vendermi un miracolo e neanche dirmi quanto costa…. È per il mio fratellino Andrea che è molto malato. Mamma dice che ci vorrebbe un'operazione, ma papà dice che costa troppo e non possiamo pagare e che ci vorrebbe un miracolo per salvarlo. Per questo ho portato tutto quello che ho". "Quanto hai?". "Un dollaro e undici centesimi…. Ma, sapete…." Aggiunse con un filo di voce, "posso trovare ancora qualcosa….". L'uomo sorrise "Guarda, non credo sia necessario. Un dollaro e undici centesimi è esattamente il prezzo di un miracolo per il tuo fratellino!". Con una mano raccolse la piccola somma e con l'altra prese dolcemente la manina della bambina. "Portami a casa tua, piccola. Voglio vedere il tuo pratellino e anche il tuo papà e la tua mamma e vedere con loro se possiamo trovare il piccolo miracolo di cui avete bisogno". Il signore alto ed elegante e la bambina uscirono tenendosi per mano. Quell'uomo era il professor Carlton Armstrong, uno dei più grandi neurochirurghi del mondo. Operò il piccolo Andrea, che potè tornare a casa qualche settimana dopo completamente guarito. "Questa operazione" mormorò la mamma "è un vero miracolo. Mi chiedo quanto sia costata…". La sorellina sorrise senza dire niente. Lei sapeva quanto era costato il miracolo: un dollaro e undici centesimi…. più, naturalmente l'amore e la fede di una bambina.

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Messaggio di speranza: "Le 4 candele." (Video)


Posted by Beppe Tardito on 18/01/2014

La donna più brutta del mondo si prende una rivincita. (Video)

"Un ragazzino e suo padre passeggiavano tra le montagne.. All'improvviso (Bellissimo messaggio di saggezza.)


"Un ragazzino e suo padre passeggiavano tra le montagne... All'improvviso il ragazzino inciampò, cadde e, facendosi male, urlò :"AAAhhhhhhhhhhh!!!" Con suo gran stupore il bimbo sentì una voce venire dalle montagne che ripeteva :"AAAhhhhhhhhhhh!!!" Con curiosità, egli chiese: "Chi sei tu?" E ricevette la risposta: "Chi sei tu?" Dopo il ragazzino urlò: "Io ti sento! Chi sei?" E la voce rispose: "Io ti sento! Chi sei?" Infuriato da quella risposta egli urlò: "Codardo" E ricevette la risposta: "Codardo!" Allora il bimbo guardò suo padre e gli chiese: "Papà, che succede?" Il padre gli sorrise e rispose: "Figlio mio, ora stai attento:" E dopo l'uomo gridò: "Tu sei un campione!" La voce rispose: "Tu sei un campione!" Il figlio era sorpreso ma non capiva. Allora il padre gli spiegò: "La gente chiama questo fenomeno ECO ma in realtà è VITA. La Vita, come un'eco, ti restituisce quello che tu dici o fai. La vita non è altro che il riflesso delle nostre azioni. Se tu desideri più amore nel mondo, devi creare più amore nel tuo cuore; Se vuoi che la gente ti rispetti, devi tu rispettare gli altri per primo. Questo principio va applicato in ogni cosa, in ogni aspetto della vita; la Vita ti restituisce ciò che tu hai dato ad essa. La nostra Vita non è un insieme di coincidenze, è lo specchio di noi stessi.

La luna e il Sole.

C'era una volta, ed in verità c’è ancora, una bellissima fanciulla di nome Luna, dai lunghi capelli del colore dell’argento, gli occhi viola, l’incarnato chiaro e le labbra d’un bel rosa pallido. Luna viveva da sola nel cielo e per questo era spesso triste. Questa favola racconta dell’amore impossibile fra Sole e Luna e del loro incontro d’Amore che si chiama Eclissi… Un giorno Luna, triste e sola nel cielo implorava con una preghiera Dio, affinché le facesse incontrare il suo Sole: Mio Dio...concedimi di vederlo solo per un attimo...solo pochi secondi per poterlo abbracciare , solo un istante... per dirgli quanto lo amo...e poter sfiorare le sue labbra con un bacio... Ma i giorni passavano, Luna continuava la sua preghiera... tanto che un giorno Dio decise di lasciarla di arrivare fino a Sole... le disse che le erano concessi solo pochi istanti per stare vicino al suo amore e Luna si mise in viaggio felice. Fu in una notte d'estate che iniziò il suo cammino verso Sole...passarono molti e molti anni, e si levarono molte e molte albe, e Luna, sempre in movimento verso Sole, sapeva che si stava avvicinando sempre di più, che si stava realizzando il suo sogno...poteva sentire dal calore di Sole che ormai le era vicino…quando lo raggiunse, il calore era fortissimo, poteva ormai sentire il suo respiro e vedere il suo Sole più splendente che mai... Dalla terra gli uomini guardavano il cielo e rimanevamo abbagliati da tanta luce, si chiedevano come mai Sole splendesse tanto... Quando Luna arrivò vicina, Sole la strinse a sè... la baciò con passione...e le sussurrò parole tanto dolci da farla piangere di gioia...Lui asciugò le sue lacrime...la strinse più vicina e…per un attimo il cielo si oscurò...tutto sulla terra divenne buio... Per una volta Sole splendeva solo per Luna...Sole perché non possiamo stare insieme per sempre? Perché il nostro destino è quello di stare lontani? Se solo Dio sapesse... quanto ti amo...ma i minuti passavano inesorabili, Luna sapeva di dover andare via... per un' ultima volta lo baciò... e ognuno nel suo cuore pensava:...“Chissà quanto tempo ancora dovrà passare prima di poterci rivedere ancora...dimenticarono tutto...per un ultimo istante in tutto l’universo, c'erano solo loro due... Dio li guardò sorridente nel vedere tanto amore, ma il tempo passava e la terra era sempre al buio… Chiamò Luna e le disse che il tempo a sua disposizione era terminato…Luna guardò per un’ ultima volta Sole poi andò via...con il cuore a pezzi...ma con il più bel sogno d’amore nel suo cuore...e sulle labbra il sapore di quel lunghissimo bacio...

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