Le storie più belle
STORIE DIVERTENTI
Tempo fa, un uomo camminò sulla spiaggia in una notte di luna piena...Pensò
che se avesse avuto una macchina nuova, sarebbe stato felice. Se avesse avuto una grande casa, sarebbe stato felice. Se avesse avuto un lavoro eccellente, sarebbe stato felice. Se avesse avuto una donna perfetta, sarebbe stato felice. In quel momento inciampò in una borsa piena di pietre. Cominciò a giocare con esse, gettandole nel mare, una per ogni volta che aveva pensato: SE AVESSI...SAREI FELICE finchè rimase solo con una pietra nella borsa e decise di tenerla. Quando arrivò a casa notò che era un diamante e ripensò a quanti ne aveva gettati per gioco nel mare, senza accorgersi che erano pietre preziose. Così fa la gente.. SOGNA QUELLO CHE NON HA SENZA DAR VALORE A CIÒ CHE HA VICINO Se osservasse meglio, noterebbe quanto è fortunata.. La felicità è molto più vicina di quello che si pensa. Ogni giorno potrebbe essere un diamante prezioso ed insostituibile e ognuno di noi può decidere se apprezzarlo o gettarlo in mare. La morte non è la più grande perdita della vita. La più grande perdita della vita è morire dentro mentre viviamo!
Il Kebab che spesso mangiamo.. ecco come è fatto: denti, occhi e ossa di...
animali “strani”
Intestino, polmoni, cuore, lingua, occhi, scarti di macelleria, ossa, denti, sale e grasso animale. No, non è la ricetta della zuppa di una strega ma gli ingredienti della “carne” di un Doner Kebab. Una moda spopolata in tutta Europa, il kebab è diventato il fast food più diffuso, da Londra a Barcellona, Roma, Berlino, Parigi, milioni di persone lo mangiano ogni giorno, senza sapere che cos’è e quanto pericoloso è per la salute. Mahmut Aygun, emigrato in Germania dalla Turchia negli anni Settanta è stato uno dei primi fautori della diffusione di questo alimento nel nostro continente. Pare che, originariamente, nei paesi arabi dove è nato, il kebab fosse un piatto artigianale e rustico di carne, anche abbastanza fresco e nutriente, servito con verdure e salse speziate. Il Doner Kebab (ovvero la versione “da passeggio”, diffusa dalla Germania in tutta Europa, ndr), invece, non ha niente di nutriente, né di buono, purtroppo. kebab Quel sapore anche “non male” e a volte appetitoso, che chiunque abbia mangiato un kebab conosce, non è nient’altro il risultato della lavorazione della carne con quantità spropositate di grasso animale e spezie: questo è quello che inganna il palato. Chi è abituato a mangiare hamburger da McDonald od altre schifezze del genere, sa bene che il panino sembra buono: questo è solo un sapore indotto dal grasso utilizzato nel processo di lavorazione della carne. Vi propongo i risultati di un’analisi condotta in Inghilterra da un equipe di scienziati e nutrizionisti (il testo integrale della ricerca è pubblicato Qui: --KEBAB-COMPOSITION-- in formato .pdf, ndr) e spero che vi facciano cambiare idea al momento di decidere se entrare in un “ristorante” che offre kebab. più del 50% dei Doner Kebab contiene carne diversa da pollo o vitello, la maggioranza dei kebab sono un miscuglio di carni diverse, tra cui quella di pecora e di maiale; a parte nei kebab realizzati con un’amalgama di carni di vitello, pollo, tacchino, pecora, maiale, in circa il 9% dei casi non si è potuta individuare con chiarezza la natura della carne utilizzata nel processo di triturazione; un kebab contiene tra il 98% (nel migliore dei casi analizzati) ed il 277% della quantità giornaliera di sale accettabile, oltre la quale la salute di un essere umano è a rischio; un singolo kebab contiene tra le 1.000 e le 1.990 calorie (senza considerare le verdure e le salse, ndr); un altro dato scandaloso è che ogni kebab contiene tra il 148% ed il 346% della quantità di grassi saturi assimilabili giornalmente da un essere umano (sempre considerando solo la carne, ndr); in quasi tutti i kebab analizzati si sono riscontrati batteri tipo l’Escherichia Coli (un battere che espelliamo con le feci, ndr) e lo Staphylococcus Aureus Oltre a questi dati, un ulteriore problema del buon Doner Kebab è legato al processo di conservazione. La totalità dei kebab diffusi dalla Germania in tutta Europa, contengono una quantità elevatissima di conservanti ed additivi chimici, sostanze altamente cancerogene, necessari per poter assicurare la conservazione del prodotto per mesi. Inoltre, durante il loro trasporto ed all’interno degli stessi stabilimenti dove sono venduti al pubblico, questi rotoloni di “carne” sono soggetti a gravi interruzioni della catena del freddo, in seguito a continui e ripetuti congelamenti e descongelamenti.
CIBO OCCASIONALE – Non ci sono studi a dimostrare che i doner kebab in vendita in Italia siano meno terribili, ma secondo Carla Favaro, docente alla scuola di specializzazione in scienze della nutrizione dell'"Università di Milano Bicocca" non bisogna sperarci troppo: «Verosimilmente anche i nostri saranno simili: essendo in genere gestiti da stranieri, immagino che non siano “adattati” al nostro tipo di dieta». Detto questo, sono da bandire senza ripensamenti? «Non esistono alimenti del tutto vietati, anche se di fronte a dati di questo tipo viene da riflettere. L'importante è che il consumo sia davvero occasionale, soprattutto se si è a rischio (ad esempio se già abbiamo elementi di rischio cardiovascolare).
Purtroppo il kebab è un cibo che può essere meno “eccezionale” del previsto: costa poco, molti studenti e lavoratori lo possono considerare il pasto ideale a mezzogiorno». I guai possibili, peraltro, non si limitano all'aumento di peso e al pericolo per arterie e cuore, ma si possono verificare anche nell'immediato: «Un panino del genere richiede tempo per essere digerito: difficile concentrarsi nello studio o lavorare bene dopo un kebab», dice Favaro. «Inoltre, se si sceglie un cibo simile ci si riempie e non si mangia sufficiente verdura e frutta, sommando all'errore di un pasto pesante la mancanza di nutrienti sani. Insomma, è davvero meglio optare per il kebab solo una volta ogni tanto», conclude la nutrizionista. Buon appetito.
Intestino, polmoni, cuore, lingua, occhi, scarti di macelleria, ossa, denti, sale e grasso animale. No, non è la ricetta della zuppa di una strega ma gli ingredienti della “carne” di un Doner Kebab. Una moda spopolata in tutta Europa, il kebab è diventato il fast food più diffuso, da Londra a Barcellona, Roma, Berlino, Parigi, milioni di persone lo mangiano ogni giorno, senza sapere che cos’è e quanto pericoloso è per la salute. Mahmut Aygun, emigrato in Germania dalla Turchia negli anni Settanta è stato uno dei primi fautori della diffusione di questo alimento nel nostro continente. Pare che, originariamente, nei paesi arabi dove è nato, il kebab fosse un piatto artigianale e rustico di carne, anche abbastanza fresco e nutriente, servito con verdure e salse speziate. Il Doner Kebab (ovvero la versione “da passeggio”, diffusa dalla Germania in tutta Europa, ndr), invece, non ha niente di nutriente, né di buono, purtroppo. kebab Quel sapore anche “non male” e a volte appetitoso, che chiunque abbia mangiato un kebab conosce, non è nient’altro il risultato della lavorazione della carne con quantità spropositate di grasso animale e spezie: questo è quello che inganna il palato. Chi è abituato a mangiare hamburger da McDonald od altre schifezze del genere, sa bene che il panino sembra buono: questo è solo un sapore indotto dal grasso utilizzato nel processo di lavorazione della carne. Vi propongo i risultati di un’analisi condotta in Inghilterra da un equipe di scienziati e nutrizionisti (il testo integrale della ricerca è pubblicato Qui: --KEBAB-COMPOSITION-- in formato .pdf, ndr) e spero che vi facciano cambiare idea al momento di decidere se entrare in un “ristorante” che offre kebab. più del 50% dei Doner Kebab contiene carne diversa da pollo o vitello, la maggioranza dei kebab sono un miscuglio di carni diverse, tra cui quella di pecora e di maiale; a parte nei kebab realizzati con un’amalgama di carni di vitello, pollo, tacchino, pecora, maiale, in circa il 9% dei casi non si è potuta individuare con chiarezza la natura della carne utilizzata nel processo di triturazione; un kebab contiene tra il 98% (nel migliore dei casi analizzati) ed il 277% della quantità giornaliera di sale accettabile, oltre la quale la salute di un essere umano è a rischio; un singolo kebab contiene tra le 1.000 e le 1.990 calorie (senza considerare le verdure e le salse, ndr); un altro dato scandaloso è che ogni kebab contiene tra il 148% ed il 346% della quantità di grassi saturi assimilabili giornalmente da un essere umano (sempre considerando solo la carne, ndr); in quasi tutti i kebab analizzati si sono riscontrati batteri tipo l’Escherichia Coli (un battere che espelliamo con le feci, ndr) e lo Staphylococcus Aureus Oltre a questi dati, un ulteriore problema del buon Doner Kebab è legato al processo di conservazione. La totalità dei kebab diffusi dalla Germania in tutta Europa, contengono una quantità elevatissima di conservanti ed additivi chimici, sostanze altamente cancerogene, necessari per poter assicurare la conservazione del prodotto per mesi. Inoltre, durante il loro trasporto ed all’interno degli stessi stabilimenti dove sono venduti al pubblico, questi rotoloni di “carne” sono soggetti a gravi interruzioni della catena del freddo, in seguito a continui e ripetuti congelamenti e descongelamenti.
CIBO OCCASIONALE – Non ci sono studi a dimostrare che i doner kebab in vendita in Italia siano meno terribili, ma secondo Carla Favaro, docente alla scuola di specializzazione in scienze della nutrizione dell'"Università di Milano Bicocca" non bisogna sperarci troppo: «Verosimilmente anche i nostri saranno simili: essendo in genere gestiti da stranieri, immagino che non siano “adattati” al nostro tipo di dieta». Detto questo, sono da bandire senza ripensamenti? «Non esistono alimenti del tutto vietati, anche se di fronte a dati di questo tipo viene da riflettere. L'importante è che il consumo sia davvero occasionale, soprattutto se si è a rischio (ad esempio se già abbiamo elementi di rischio cardiovascolare).
Purtroppo il kebab è un cibo che può essere meno “eccezionale” del previsto: costa poco, molti studenti e lavoratori lo possono considerare il pasto ideale a mezzogiorno». I guai possibili, peraltro, non si limitano all'aumento di peso e al pericolo per arterie e cuore, ma si possono verificare anche nell'immediato: «Un panino del genere richiede tempo per essere digerito: difficile concentrarsi nello studio o lavorare bene dopo un kebab», dice Favaro. «Inoltre, se si sceglie un cibo simile ci si riempie e non si mangia sufficiente verdura e frutta, sommando all'errore di un pasto pesante la mancanza di nutrienti sani. Insomma, è davvero meglio optare per il kebab solo una volta ogni tanto», conclude la nutrizionista. Buon appetito.
Papà quanto guadagni all'ora? (Clicca l'immagine per leggere)
Un bambino, con la voce timida e con occhi d’ammirazione, domanda al padre che ritorna dal lavoro: - Papà! Quanto guadagni per ogni ora di lavoro? Il padre in un gesto severo, risponde: - Ascolta figlio mio! Questo neanche tua madre lo sa. Non preoccuparti! Sono stanco. Ma, il figlio insisteva: - Ma, papà, per favore … mi dici quanto guadagna per un’ora? La reazione del padre fu mena severa e rispose: - trenta euro a ora. - Allora, papà mi può prestare un euro? Il padre pieno di ira e trattando il figlio con brutalità, rispose: - Allora è questa la ragione per cui volevi sapere quanto guadagno? Vai a dormire e non te ne preoccupare più. Sono stanco! Già era notte quando il padre cominciò a pensare in quello che era successo, e si senti in colpa. A volte, chi sa, se suo figlio aveva bisogno di qualcosa. Volendo pulire la sua coscienza, andò fino alla stanza del bambino e a voce bassa, chiese: - Figlio … stai dormendo? - No, papà, rispose il ragazzo assonnato. - Guarda, qui ci sono i soldi che mi hai chiesto. - Grazie mille, papà … disse il figlio, alzandosi e prendendo ventinove euro da una scatolina che stava sotto il letto disse: - Adesso ho completato! Ho trenta euro. - Papà, adesso puoi vendermi un ora del tuo tempo? Ti prego, vieni a casa prima, domani sera, mi piacerebbe tanto cenare con te. - Per il padre fu come un pugno nello stomaco. Abbracciò suo figlio e gli chiese scusa.
Questa storia è solo un promemoria per tutti coloro che, come me, come voi..sono sempre molto impegnati. Non dovremmo permettere al tempo di sfuggirci tra le dita, senza aver trascorso abbastanza tempo con le persone che, per noi, contano veramente, quelli più vicini al nostro cuore. Ricordatevi di spendere 30 euro del vostro tempo con qualcuno che amate veramente. Se dovessimo morire domani, la società per la quale stiamo lavorando ci potrà sostituire in due o tre giorni. Ma le famiglie e gli amici che lasceremo, sentiranno la nostra mancanza per il resto della loro vita. Eppure, se ci pensiamo bene, dedichiamo molto più tempo al lavoro che alla famiglia. Dedicare tempo alle persone care, quanto vale? Ricordati che certe cose sono molto più importanti!
Il bacio della mamma. (Leggetela è bellissima)
C'era una volta un bambino che andando a scuola teneva sempre chiuso il pugno della mano sinistra. Quando era interrogato dalla maestra, si alzava e rispondeva tenendo il suo pugno chiuso; scriveva, con la destra, e conservava il pugno sinistro ben chiuso. Un giorno la maestra, anche per dare soddisfazione a tutti gli alunni, gli chiese il perché di questo atteggiamento. Il bambino non voleva rispondere, ma poi, dietro le insistenze della maestra e soprattutto per accontentare i compagni di scuola, decise di svelare il segreto. “Quando ogni mattina parto da casa per venire a scuola, mia madre, mi stampa sul palmo della mano sinistra un forte bacio e poi chiudendomi la mano, mi dice sorridendo: Bambino mio, tieni sempre ben chiuso qui nella tua mano il bacio di tua madre! Per questo tengo sempre il pugno chiuso: c'è il bacio della mia mamma dentro”.
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