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STORIE DIVERTENTI
Il significato "Mercoledì delle ceneri"... Inizio della Quaresima.
Oggi, per la Chiesa Universale, inizia la Quaresima, un periodo di quaranta giorni (quadragesima) dedicato alla preparazione della Pasqua. Nel IV secolo, la Chiesa cominciò a dare rilievo a un tempo di penitenza e di rinnovamento interiore, con la pratica del digiuno e dell'astinenza, atteggiamenti penitenti per raggiungere la purificazione del cuore. Un momento unico, in cui Gesù passa accanto a ciascuno di noi e attende il rinnovamento profondo.
La Quaresima comincia il Mercoledì delle Ceneri e finisce proprio prima della celebrazione della Messa in “Coena Domini” del Giovedì Santo. Si tratta di giorni di privazione e, in ricordo della morte di Gesù sulla Santa Croce, il cristiano è invitato a seguire l’astinenza dalle carni di venerdì, affinché percorra questo cammino lasciandosi penetrare e trasformare, ed anche perché egli torni ad amare come Gesù ama.
Il Mercoledì delle Ceneri è, quindi, l'inizio della Quaresima, un giorno di penitenza, nel quale i cristiani manifestano il desiderio di conversione a Dio. L'imposizione delle ceneri è un invito ad avvicinarsi maggiormente al mistero pasquale di Gesù, nella sua Morte e Resurrezione. L'origine del Mercoledì delle Ceneri ha una prassi antica e nacque per la celebrazione dell’inizio del cammino pubblico penitenziale di quei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del Giovedì Santo.
Nel X secolo tale prassi divenne obbligatoria per tutta la comunità cristiana.
La benedizione e l’imposizione delle ceneri ha luogo durante la Messa, dopo l'omelia. Le ceneri si ottengono dai rami di ulivo benedetti la Domenica della Passione del Signore dell'anno precedente, secondo una consuetudine del XII secolo. La formula di benedizione riguarda la condizione di peccato in cui è l’uomo. Simboleggia il suo stato debole e caduco, il suo camminare verso la morte; e richiama la Resurrezione, perché l'uomo è destinato a partecipare al trionfo di Cristo.
La teologia biblica rivela un duplice significato dell'uso delle ceneri.
1 - Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell'uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere..."
2 - Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore.
La semplice ma coinvolgente liturgia del mercoledì delle ceneri conserva questo duplice significato che è esplicitato nelle formule di imposizione: "Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai."
Il CARNEVALE dalla nascita ai giorni nostri...
Il carnevale è una festa che si celebra nei paesi di tradizione cattolica I festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi; in particolare, l'elemento distintivo e caratterizzante del carnevale è l'uso del mascheramento.
La parola carnevale deriva dal latino carnem levare ("eliminare la carne") poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della quaresima. I festeggiamenti maggiori avvengono il Giovedì grasso e il Martedì grasso, ossia l'ultimo giovedì e l'ultimo martedì prima dell'inizio della Quaresima. In particolare il Martedì grasso è il giorno di chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi, dato che Quaresima inizia con il Mercoledì delle ceneri.
Benché presente nella tradizione cattolica, i caratteri della celebrazione del carnevale hanno origini in festività ben più antiche, come per esempio le dionisiache greche (le antesterie) o i saturnali romani. Durante le feste dionisiache e saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza. Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente.Il ciclo preso in considerazione è, in pratica, quello dell'anno solare.
Nel mondo antico, romano, la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell'impero Romano, comporta la presenza di gruppi mascherati, come attesta lo scrittore Lucio Apuleio nelle Metamorfosi.
Durante queste cerimonie si svolgeva una processione nella quale erano allegoricamente rappresentate le forze del caos che contrastavano la ri-creazione dell'universo, cioè il mito della morte e risurrezione di Marduk, il salvatore. Nel corteo c'era anche una nave a ruote su cui il dio Luna e il dio Sole percorrevano la grande via della festa - simbolo della parte superiore dello Zodiaco - verso il santuario di Babilonia, simbolo della terra. Questo periodo, che si sarebbe concluso con il rinnovamento del cosmo, veniva vissuto con una libertà sfrenata e un capovolgimento dell'ordine sociale e morale.
Il carnevale si inquadra quindi in un ciclico dinamismo di significato mitico: è la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Il Carnevale riconduce a una dimensione metafisica che riguarda l’uomo e il suo destino. In primavera, quando la terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi (anche Arlecchino ha una chiara origine infera). Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: essi sono le maschere che hanno quindi spesso un significato apotropaico, in quanto chi le indossa assume le caratteristiche dell'essere " soprannaturale " rappresentato. Oinochoe raffigurante la sfilata di un gufo armato durante la celebrazione delle Antesterie. (410–390 a.C.)
Queste forze soprannaturali creano un nuovo regno della fecondità della Terra e giungono a fraternizzare allegramente tra i viventi. “Le maschere che incarnano gli antenati, le anime dei morti che visitano cerimonialmente i vivi (Giappone, mondo germanico, ecc.), sono anche il segno che le frontiere sono state annientate e sostituite in seguito alla confusione di tutte le modalità.
Per la Chiesa cattolica il Tempo di carnevale è detto anche Tempo di settuagesima. Esso considera il carnevale (settuagesima) come un momento per riflettere e riconciliarsi con Dio.
I carnevali più famosi in Italia:
Il Carnevale di Viareggio, lo Storico Carnevale di Ivrea, il Carnevale di Venezia, il Carnevale di San Giovanni in Persiceto, il Carnevale di Cento, il Carnevale di Manfredonia, il Carnevale di Satriano, Carnevale di Acireale, il Carnevale di Sciacca, il Carnevale di Misterbianco, il Carnevale di Fano, il Carnevale di Massafra, il Carnevale di Offida, il Carnevale di Putignano, il Carnevale di Striano, il Carnevale Storico di Santhià.
Il Carnevale di Viareggio ha origine nel 1873 ed è uno dei più importanti e maggiormente apprezzati carnevali a livello internazionale.
I generali delle forze dell'ordine si confidano... (Barzelletta)
Ad una parata di forze armate, si incontrano un generale dei Carabinieri, uno della Finanza ed un Ufficiale della Polizia.
IL GENERALE DELLA FINANZA: confida agli Altri due: - "sapete, ho scoperto che mia moglie mi tradisce con un idraulico". -
Gli altri due: - "come fai a saperlo?" -
- "Mentre cercavo le ciabatte, ho trovato sotto il letto, delle chiavi inglesi." -
L'UFFICIALE DI POLIZIA: - "sapete anche mia moglie mi tradice con un panettiere". -
E gli altri: - "anche tu? e come hai fatto a scoprirlo?" -
- "mentre cercavo dei biscotti nella dispensa, ho trovato pane dappertutto, anche sotto il comò! -
Il GENERALE DEI CARABINIERI: - "sapete anche mia moglie mi tradisce, ho scoperto che mi tradisce con un CAVALLO". -
E gli altri due: - "Con un cavallo?!? Allora è proprio una tro*a, ma come hai fatto a scoprirlo?"
- "l'altra sera mi era caduto l'orologio dal letto, mentre mi abbassavo per riprenderlo, ho notato che sotto il letto c'era un fantino..."
La carta di credito. (Barzelletta)
Io non so se questo vale per tutte le donne, ma io...
Io non so se questo vale per tutte le donne, ma io riesco a fare l’amore con un uomo, solo se mi eccita il cervello. Devo prima di tutto aver voglia di sentirlo parlare... Deve incuriosirmi la sua storia, la sua opinione sul mondo, le sue idee, le sue passioni. Devo avere sempre la sensazione di poter imparare qualcosa, che mi inneschi dentro una qualche reazione, sinapsi... Che mi accenda pensieri o Emozioni o... Se non mi parte quello, non mi parte nulla. Se non mi parte quello, puoi essere anche il più figo del mondo che... non ce n’è... Nulla. Mi fa più sesso un cervello che funziona di tutti i muscoli del mondo.
Noi donne del duemila.. (Bellissima da leggere)
“Noi siamo donne che viviamo in equilibrio anche capovolte, piangiamo di nascosto per non ammettere d’esser stanche morte, passiamo i sabati mattina in pigiama a pulire, siamo le donne che non sentirete mai infierire.
Noi siamo quelle che dopo dieci ore di lavoro andiamo a far la spesa per preparar la cena. Studiamo con i figli, alleviamo cani e conigli.
Siamo le donne che dicono di non aver paura per non destar preoccupazione, quelle che rinunciano a tutto per essere a casa ogni sera come una vocazione.
Siamo donne da corse al pronto soccorso in piena notte, che guidano con la nebbia, non chiedono abbuoni o raccomandazioni. Siamo le donne sole alle stazioni.
Quelle che nascondono i soldi nelle scatole di latta per i giorni fragili, che raccontano commosse del loro mondo azzurro perché sempre sperano in un futuro di burro.
Le donne che risparmiano i trenta euro per la tinta dei capelli a fine mese e un compromesso sereno innanzi alle offese.
Siamo le donne del bicchiere mezzo pieno, quelle che chiudono casa quando tutti dormono e stendono i panni ad ogni ora della notte e del giorno.
Siamo le donne che corrono perché perennemente in ritardo, ma sempre presenti ad ogni traguardo. Siamo quelle forti dai mille consigli, le stesse che quando escono con le amiche si sentono in colpa coi figli.
Siamo le donne dai magoni amari digeriti con cura, affinché la vita possa sempre sembrarvi un’avventura.
Quando la sera varcate la soglia di casa, non fateci mancare un bacio d’amore. Un abbraccio rotondo. Un sorriso anche se stanco.
Regalateci una carezza mentre nel buio della notte fingiamo di dormire. Se stiamo sveglie, è per raccogliervi i sogni che troverete nelle scodelle della prima colazione e sentirvi gioire.
E se non sapete come far di ogni donna una regina, a noi piacciono le margherite del giardino, i cioccolatini ripieni e i walzer ballati a piedi nudi in cucina.
Siamo solo donne e madri del duemila, con milioni di desideri ed un presente pirandelliano da uno, nessuno e centomila.”
(Stefania Diedolo)
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