Le storie più belle
STORIE DIVERTENTI
La donna e la rana... (Barzelletta)
Una donna, tornando a casa, nota di fianco alla strada una profonda buca,all’interno della quale si trova una rana.
La rana cerca invano di uscire dalla buca saltando, ma non vi riesce perche la buca e’ troppo profonda.
Vedendo passare la donna, la rana le parla:
“Ti prego, aiutami ad uscire; in cambio, esaudirò tre tuoi desideri”.
“D’accordo” risponde la donna; e, allungando un braccio, raccoglie la rana e la fa uscire dalla buca.
“Grazie” le replica la rana, “come promesso, sono pronta ad esaudire tre tuoi desideri.
C’e’ un particolare, però: sei sposata?”
“Si” risponde la donna.
“In questo caso” le replica la rana “devo avvertirti che, qualunque cosa tu otterrai da me, tuo marito avrà 100 volte tanto”.
“D’accordo, accetto la condizione”.
“Qual’e’ il tuo primo desiderio?”
“Voglio essere la donna più affascinante della Terra”.
“Ti rendi conto di che cosa mi stai chiedendo? Se tu diventassi la donna piu’ affascinante della Terra, tuo marito diventerebbe talmente bello che le donne si ammazzeranno, si azzufferanno, si uccideranno per stare con lui?”
“Non importa! Io saro la piu bella di tutte, quindi mio marito avra’ occhi solo per me.”
“OK, desiderio esaudito.”E la donna diventa bellissima.
“Qual’e’ il tuo secondo desiderio?” continua la rana.
“Voglio essere ricchissima; diciamo che voglio possedere 100 miliardi di Euro”.
“Ti ricordo che tuo marito possiedera’ 100 volte tanto, cioe’ 10.000 miliardi di Euro”.
“Non importa, tanto abbiamo il conto in banca co-intestato, quindi divideremo tutto”.
“D’accordo, ti esaudisco anche questo.”
E i soldi cominciano a farle gonfiare le tasche e il suo conto in banca cresce a dismisura
“Qual’ e’ il tuo terzo e ultimo desiderio?” chiede ancora la rana.
La donna conclude:
“Voglio avere un piccolo, piccolissimo attacco cardiaco..”
La donna e il bagno pubblico.. (Racconto di Luciana Littizzetto)
Il grande segreto di tutte le donne rispetto ai bagni è che da bambina tua mamma ti portava in bagno, puliva la tavolozza, ne ricopriva il perimetro con la carta igienica e poi ti spiegava: ‘MAI, MAI appoggiarsi sul gabinetto!’, e poi ti mostrava ‘la posizione’, che consiste nel bilanciarsi sulla tazza facendo come per sedersi, ma senza che il corpo venisse a contatto con la tavoletta. ‘La posizione’ è una delle prime lezioni di vita di quando sei ancora una bambina, importantissima e necessaria, dovrà accompagnarti per il resto della vita. Ma ancora oggi, ora che sei diventata adulta, ‘la posizione’ è terribilmente difficile da mantenere quando hai la vescica che sta per esplodere. Quando ‘devi andare’ in un bagno pubblico, ti ritrovi con una coda di donne che ti fa pensare che dentro ci sia Brad Pitt. Allora ti metti buona ad aspettare, sorridendo amabilmente alle altre che aspettano anche loro con le gambe e le braccia incrociate (è la posizione ufficiale da ‘me la sto facendo addosso’). Finalmente tocca a te, ma arriva sempre la mamma con la figlioletta piccola ‘che non può più trattenersi’, e ne approfittano per passarti davanti tutte e due! A quel punto controlli sotto le porte per vedere se ci sono gambe. Sono tutti occupati. Finalmente se ne apre uno e ti butti addosso alla persona che esce. Entri e ti accorgi che non c’è la chiave (non c’è mai!); pensi: ‘Non importa…’. Appendi la borsa a un gancio sulla porta e, se il gancio non c’è (non c’è mai!), ispezioni la zona: il pavimento è pieno di liquidi non ben definiti e non osi poggiarla lì, per cui te la appendi al collo ed è pesantissima, piena com’è di cose che ci hai messo dentro, la maggior parte delle quali non usi ma le tieni perché ‘Non si sa mai’. Tornando alla porta, dato che non c’è la chiave devi tenerla con una mano, mentre con l’altra ti abbassi i pantaloni e assumi ‘la posizione’… Aaaaahhhhhh… finalmente… A questo punto cominciano a tremarti le gambe perché sei sospesa in aria, con le ginocchia piegate, i pantaloni abbassati che ti bloccano la circolazione, il braccio teso che fa forza contro la porta e una borsa di 5 chili appesa al collo. Vorresti sederti, ma non hai avuto il tempo di pulire la tazza né di coprirla con la carta, dentro di te pensi che non succederebbe nulla ma la voce di tua madre ti risuona in testa: ‘Non sederti MAI su un gabinetto pubblico!’. Così rimani nella ‘posizione’, ma per un errore di calcolo un piccolo zampillo ti schizza sulle calze!!! Sei fortunata se non ti bagni le scarpe. Mantenere ‘la posizione’ richiede grande concentrazione: per allontanare dalla mente questa disgrazia, cerchi il rotolo di carta igienica maaa, cavolo, non ce n’é!!! (Mai) Allora preghi il cielo che tra quei 5 chili di cianfrusaglie che hai in borsa ci sia un misero kleenex, ma per cercarlo devi lasciare andare la porta: ci pensi su un attimo, ma non hai scelta. E non appena lasci la porta, qualcuno la spinge e devi frenarla con un movimento brusco, altrimenti tutti ti vedranno semiseduta in aria con i pantaloni abbassati… NO!!! Allora urli: ‘O-CCU-PA-TOOO!!!’, continuando a spingere la porta con la mano libera, e a quel punto dai per scontato che tutte quelle che aspettano fuori abbiano sentito e adesso puoi lasciare la porta senza paura, nessuno oserà aprirla di nuovo (in questo noi donne ci rispettiamo molto) e ti rimetti a cercare il kleenex, vorresti usarne un paio ma sai quanto possono tornare utili in casi come questi e ti accontenti di uno, non si sa mai. In quel preciso momento si spegne la luce automatica, ma in un cubicolo così minuscolo non sarà tanto difficile trovare l’interruttore! Riaccendi la luce con la mano del kleenex, perché l’altra sostiene i pantaloni, conti i secondi che ti restano per uscire di lì, sudando perché hai su il cappotto che non sapevi dove appendere e perché in questi posti fa sempre un caldo terribile. Senza contare il bernoccolo causato dal colpo di porta, il dolore al collo per la borsa, il sudore che ti scorre sulla fronte, lo schizzo sulle calze… Il ricordo di tua mamma che sarebbe piena di vergogna se ti vedesse così, perché il suo … non ha mai toccato la tavoletta di un bagno pubblico, perché davvero ‘non sai quante malattie potresti prenderti qui’. Ma la tortura non è finita… Sei esausta, quando ti metti in piedi non senti più le gambe, ti rivesti velocemente e soprattutto tiri lo sciacquone! Se non funziona preferiresti non uscire più da quel bagno, che vergogna! Finalmente vai al lavandino: è tutto pieno di acqua e non puoi appoggiare la borsa, te la appendi alla spalla, non capisci come funziona il rubinetto con i sensori automatici e tocchi tutto finché riesci finalmente a lavarti le mani in una posizione da Gobbo di Notre Dame, per non far cadere la borsa nel lavandino. L’asciugamani è così scarso che finisci per asciugarti le mani nei pantaloni, perché non vuoi sprecare un altro kleenex per questo! Esci passando accanto a tutte le altre donne che ancora aspettano con le gambe incrociate e in quei momenti non riesci a sorridere spontaneamente, cosciente del fatto che hai passato un’eternità là dentro. Sei fortunata se non esci con un pezzo di carta igienica attaccato alla scarpa, o peggio ancora con la cerniera abbassata! A me è capitato una volta, e non sono l’unica a quanto ne so! Esci e vedi il tuo uomo che è gia uscito dal bagno da un pezzo, e gli è rimasto perfino il tempo di leggere ‘Guerra e pace’ mentre ti aspettava. ‘Perché ci hai messo tanto?’, ti chiede irritato. ‘C’era molta coda’, ti limiti a rispondere. E questo è il motivo per cui noi donne andiamo in bagno in gruppo, per solidarietà, perché una ti tiene la borsa e il cappotto, l’altra ti tiene la porta e l’altra ti passa il kleenex da sotto la porta; così è molto più semplice e veloce, perché tu devi concentrarti solo nel mantenere ‘la posizione’ (e la dignità). Questo scritto è dedicato alle donne di tutto il mondo che hanno usato un bagno pubblico e a voi uomini, perché capiate come mai ci stiamo tanto dentro.
Dal barbiere.. (Barzelletta)
Una mattina un fiorista andò dal barbiere per un taglio di capelli.
Alla fine, chiese il conto, ma il barbiere rispose: “non posso accettare denaro da lei, questa settimana sto facendo servizio alla comunità”. Il fiorista ringraziò della gentilezza e uscì. E il mattino successivo il barbiere trovò un biglietto di ringraziamento e una dozzina di rose alla porta del suo negozio.
Più tardi un poliziotto entrò a farsi tagliare i capelli e quando chiese di pagare, il barbiere disse anche a lui: “non posso accettare denaro da lei, questa settimana sto facendo servizio alla comunità”. Il poliziotto ne fu felice e il mattino successivo il barbiere trovò un biglietto di ringraziamento e una dozzina di ciambelle alla porta del suo negozio.
Venne quindi un Membro del Parlamento per il taglio dei capelli e quando passò alla cassa, anche a lui il barbiere ripeté: “non posso accettare denaro da lei, questa settimana, sto facendo servizio alla comunità”. Molto contento il Membro del Parlamento se ne andò.
La mattina successiva, quando il barbiere andò ad aprire il negozio, trovò una dozzina di Parlamentari in fila per il taglio dei capelli.
Questo, cari lettori, chiarisce la differenza fondamentale tra cittadini e politici.
Il figlio con la candela spenta.. (Bellissimo)
Suo figlio era morto, e per anni non poteva dormire e piangeva tutta la notte finché albeggiava. Un giorno gli apparve un angelo nel sogno e gli disse: “Basta piangere!” “Non posso sopportare di non vederlo più” rispose l’uomo. così l’angelo disse “Lo vorresti rivedere?” L’uomo annui, quindi l’angelo lo prese per mano e lo portò in cielo e disse: “Pazienta un pò, lo vedrai passare.” Al cenno dell’angelo una moltitudine di bambini iniziarono a passare vestiti come angeli con un lume in mano.
Così l’uomo incuriosito domandò: “Chi sono?” e L’angelo rispose: “Sono i bambini che hanno lasciato la vostra terra troppo presto, tutti i giorni fanno questa passeggiata con noi perché hanno il cuore puro.” “Mio figlio è tra di essi?” “Si lo vedrai tra un pò.”
Finalmente tra i tanti bambini passò anche il figlio di quell’uomo, che radiante corse ad abbracciarlo, quando improvvisamente si accorse che aveva il lume spento.
Angosciosamente disse al ragazzo “Figlio mio, perché il tuo lume è spento? perché non infiamma la tua anima come agli altri?” Il bambino lo guardò e disse “Papà, io accendo la mia candela come quella di tutti, ogni giorno, ma le tue lacrime la spengono la notte.”
Non piangere oramai per quell’essere amato che perdesti, sia figlio, marito, madre o padre! Lascialo riposare in Pace, prega per lui, non tormentare la tua vita, perché non ritornerà, ma puoi averlo nel tuo ricordo con amore! È difficile lo so.. ma devi Lascialo Andare..
“Da oggi in poi ogni volta che ti ricorderò [...] cercherò di trattenere le mie lacrime trasformandole in un sorriso.”8Posted by Beppe Tardito on 24/06/2015
Sorprende uomo mentre stupra la figlia di 4 anni e lo ammazza di botte. Il Giudice...
Sorprende uomo che stupra la figlia di 4 anni e lo ammazza di botte. Il Giudice lo assolve.
TEXAS – Ci sono situazioni ed eventi che difficilmente l’animo umano può controllare, ed è in queste situazioni che la linea di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato è più vicina che mai. L’istinto a farsi vendetta da solo, la rabbia e l’incondizionato amore paterno hanno preso il sopravvento su un padre di famiglia, che quando ha sorpreso un 47enne che stava stuprando la sua figlioletta di appena 4 anni, lo ha picchiato a morte.
E’ successo sabato scorso, in Texas, nel corso di una festa: gli adulti erano in giardino a visionare dei cavalli, la bimba era rimasta in casa a giocare. Quando il padre della piccola è rientrato ha colto in flagrante l’uomo, un conoscente, mentre abusava sessualmente di sua figlia, e lo ha colpito con violenza con ripetuti pugni alla testa, fino ad ucciderlo.
All’arrivo delle forze dell’ordine nell’abitazione, è stato dichiarato il decesso del 47enne. La bambina invece, chiaramente sotto choc, è stata portata all’Ospedale di Victoria, ma poi dimessa: «Ora la piccola sta bene, a parte l’ovvio trauma psicologico», ha detto lo sceriffo della contea Lavaca, Micah Harmon. Harmon ha spiegato che il padre della piccola vittima non è stato arrestato, perché «l’unico motivo per l’omicidio sembra essere quello che ci ha detto». Sulla possibilità di una incriminazione futura dell’uomo, lo sceriffo ha detto alla Cnn: «Uno ha il diritto di difendere la propria figlia. Lui ha agito per difenderla. Quando l’indagine sarà conclusa, ne sottoporremo i risultati al procuratore distrettuale, che poi li sottoporrà al Grand Jury che deciderà se incriminarlo».
(Fonte siamonapoletani.net)
Analisi di fertilità.. (Barzelletta)
Un tale si reca dall’andrologo per sottoporsi alle analisi di fertilita’.
Il dottore lo tranquillizza e poi gli da’ una provetta dicendogli di andare a casa e di riempirla di sperma:
“Domani me la riporta cosi facciamo le analisi”.
L’indomani l’uomo torna allo studio del dottore tutto sconvolto.
– Allora fatto tutto?
– Macche’ dottore! Ho fatto come lei mi ha detto sono tornato a casa, sono andato in bagno, ed ho provato con la mano destra.. niente.. allora ho provato con la sinistra.. niente.. allora ho provato con tutte e due le mani.. ancora niente!!
Allora ho chiamato mia moglie, ha provato lei con la destra.. niente.. con la sinistra.. niente.. le ho detto di provare con la bocca.. niente.
Allora abbiamo deciso di chiedere aiuto alla nostra cameriera filippina, e lei ha accettato di aiutarci, ha provato con la destra.. niente.. ha provato con la bocca anche lei.. niente.. ha riprovato con tutte e due le mani.. niente.
Disperati abbiamo deciso di chiedere aiuto al nostro vicino, le lascio immaginare l’imbarazzo, anche lui ha accettato di aiutarci, ha provato con la destra niente.. con la bocca men che meno.. disperati mia moglie il vicino e la filippina ci hanno provato insieme.. niente!
Ma insomma Dotto’ ma come ca**o si apre ‘sta provetta?!?!
Alla nostra amicizia.. (Bellissima lettera sull'amicizia)
Alla nostra Amicizia! Dovresti vederti quando sorridi, il tuo viso si illumina e i tuoi occhi si riempiono di gioia, dovresti vederti quando sorridi, capiresti perchè ti voglio bene!
La tua amicizia è l’insenatura tranquilla dove mi rifugio nei periodi di “tempesta”. Ho trovato in te le cose più belle che che potessi cercare. Sì, perchè là dove il silenzio è l’anima di tutto, dove il cielo entra nel cuore e diventa universo, dove una lacrima sublima l’anima, dove il vento si ferma e il tempo non esiste più, dove l’istante è eternità, là il mio affetto resterà, per sempre…
Siamo due cose unite, due mondi diversi che si abbracciano nelle stesse idee. Siamo due fiumi che si accompagnano sempre, siamo indivisibili… siamo io e te.
TVB, tre le lettere che durano un istante ma se dette con il cuore e ascoltate con lìaffetto sincero durano un eternità!
L’amicizia che ci unisce è un sentimento profondo che cresce dentro di noi ogni singolo giorno. Quante cose abbiamo fatto bene insieme! Un elenco? Non si può, sarebbe troppo lungo e potrebbero invidiarcelo!
Forse non sono la persona più importante della tua vita ma sono certa di averti trasmesso l`importanza che tu hai nella mia… il destino ha voluto che le nostre anime si incontrassero e creassero l’amicizia che ha reso la mia esistenza piena di significato.
Com’è strana la vita! Quando pensi che niente e nessuno potrà mai sconvolgere il tuo animo e far vibrare il tuo cuore, ecco che ti regala persone uniche e sensazioni stupende, costringendoti a rimetterti in gioco!
Grazie per l’Amicizia Profonda che mi regali ogni singolo istante di questa vita!
Due.. amici. (Barzelletta)
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