Le storie più belle
STORIE DIVERTENTI
Come arrivare "felici" a 50 anni di matrimonio.. (Barzelletta)
Una coppia di anziani viene intervistata nel corso di una trasmissione televisiva perché, eccezionalmente giunti al cinquantesimo anno di matrimonio, non avevano mai litigato durante la loro vita coniugale.
Il presentatore, con grande curiosità, domanda all’anziana signora:
– “Ma, voi, veramente non avete mai litigato in cinquant’anni di matrimonio?”
– “Già, è così!” – risponde l’anziana.
– “Ma, com’è possibile?! Raccontateci” – insiste il presentatore.
– Deve sapere che quando ci siamo sposati mio marito aveva un cavallo a cui teneva moltissimo; era la creatura a cui lui teneva di più in assoluto. Il giorno delle nostre nozze questo cavallo tirava il nostro calesse; a un certo punto il cavallo inciampò su di un sasso e mio marito gli urlò: UNO!
Dopo qualche metro il cavallo inciampò di nuovo e mio marito gli urlò: DUE!.
Ma la terza volta che il cavallo inciampò, mio marito tirò fuori la pistola e ammazzò la povera creatura; io, impietrita, lo rimproverai con queste parole: ‘Ma perché hai fatto una cosa del genere?!’. Lui mi urlò in faccia: UNO!
IO Penso che le persone non si dimenticano.. (Luciano Ligabue)
“Io penso che le persone non si dimenticano. Non puoi dimenticare chi un giorno ti faceva sorridere, chi ti faceva battere il cuore, chi ti faceva piangere per ore intere. Le persone non si dimenticano. Cambia il modo in cui noi le vediamo, cambia il posto che occupano nel cuore, il posto che occupano nella nostra vita. Ci sono persone che hanno tirato fuori il meglio di me, eppure adesso tra noi, c’è solamente un semplice ‘ciao’. Ci sono persone che hanno preso il mio cuore e lo hanno ridotto in mille pezzi, senza nemmeno pensarci due volte. Ci sono persone che sono entrate nella mia vita in punta di piedi e ne sono uscite esattamente nello stesso modo. Ci sono persone che hanno creato un gran casino, che hanno sconvolto i miei piani, che hanno confuso le mie idee. Ci sono persone che nonostante tutto, sono ancora parte della mia vita. Ci sono persone che sono arrivate e non sono più andate via. Ci sono persone che, anche se io non le ho mai sentite, ci sono sempre state. E poi ci sono persone che non fanno ancora parte della mia vita, ma che tra qualche anno forse, saranno le persone più importanti per me. Ci sono persone che: nonostante mi abbiano fatto versare lacrime, mi abbiano stravolto la vita, mi hanno insegnato a vivere. Mi hanno insegnato a diventare quello che sono. E, anche se oggi tra noi resta solamente un sorriso o un semplice ‘ciao’, faranno per sempre parte della mia vita. Io non dimentico nessuno. Non dimentico chi ha toccato con mano, almeno per una volta, la mia vita. Perché se lo hanno fatto, significa che il destino ha voluto che mi scontrassi anche con loro prima di andare avanti.” (Luciano Ligabue)
In aereo. A bordo di un aereo di una famosa...
A bordo di un aereo ,di una famosa compagnia di volo ,una donna bianca, di circa 50 anni, prende posto di fianco a un nero.
Visibilmente turbata, chiama l’ hostess.
"Che problema c'è signora?" chiede l'hostess.
"Ma non lo vedete?" risponde la signora "mi avete messo a fianco di un nero. Non sopporto di rimanere vicino ad un essere così ripugnante. Assegnatemi un altro posto".
"Per favore si calmi" dice l'hostess " Perché tutti i posti sono occupati. Vado a vedere se ce n'è uno disponibile".
L'hostess si allontana e ritorna qualche minuto più tardi.
"Signora, come pensavo, non c'è nessun posto libero in classe economica. Ho parlato col comandante e mi ha confermato che non c'è nessun posto neanche in classe "executive". D'altro canto, abbiamo ancora un posto in prima classe" e prima che la donna avesse modo di commentare la cosa l'hostess continua: "E' insolito per la nostra compagnia permettere a una persona di classe economica di sedersi in prima classe. Ma, viste le circostanze, il comandante pensa che sarebbe scandaloso obbligare qualcuno a sedersi a fianco di una persona così sgradevole.
E rivolgendosi al nero, l'hostess dice:
"Quindi, signore, se lo desiderate, prendete il vostro bagaglio a mano che un posto in prima classe l'attende.."
E tutti i passeggeri vicini che, scioccati, avevano assistito alla scena, si alzarono applaudendo.
Il mio maledetto orgoglio..
Ciao a tutti, se me lo avessero detto qualche tempo fa non ci avrei mai creduto, io la persona più cinica e razionale del mondo, almeno a detta degli altri, che scrivo ad una posta del cuore! Eppure è cosi! Mi chiedo perché scrivo ad una.. uno o più sconosciuti invece di parlare con un’amica o con mia sorella, la risposta è semplice perché è molto più facile scrivere ad un estraneo ciò che si prova piuttosto che dover ammettere un proprio fallimento davanti a chi ti conosce da sempre. Precisamente un anno fa il mio fidanzato, stavamo insieme da cinque anni e ci conoscevamo praticamente dai tempi dell’asilo nido, una vita, mi ha lasciata per un’altra dalla quale aspetta già un figlio e sembrano più felici che mai! Mi ha accusata di non essere dolce, di non trasmettergli affetto e di essere fredda e cinica! Per giorni non ne ho parlato con nessuno, mi sono crogiolata nella mia disperazione e appena ho ritenuto di aver perso anche troppo tempo nello stare male mi sono rimessa in piedi, ho sfoggiato il sorriso migliore che potessi avere in quel momento e ho annunciato a tutti il mio “s-fidanzamento”! sono andata avanti, come è giusto che sia, ho fatto nuove amicizie e mi mostro sempre allegra e solare, ma appena resto sola ho lo stesso groppo in gola che avevo un anno fa, la stessa sensazione di abbandono, di smarrimento e di inutilità. Forse ho nascosto tutto in qualche angolo nascosto del mio cuore ma non ho mai realmente affrontato la situazione e adesso credo di aver sbagliato! Forse avrei dovuto disperarmi con le amiche, lasciare che mi vedessero piangere,accettare un abbraccio, concedermi di stare male, guardare in faccia il mio dolore e affrontarlo a denti stretti e invece no, il mio maledetto orgoglio non me lo ha concesso, il mio cinismo ha razionalizzato tutto e mi ha convinto che fosse la cosa migliore che mi potesse capitare! Ammetto di aver mentito a me stessa! Ho fallito! Non voglio una risposta, volevo sfogarmi! Grazie a tutti per aver letto la mia lettera!
Il vecchio violino..
Era logoro e segnato dal tempo, il banditore pensava che non sarebbe valsa la pena perdere troppo tempo per assegnare quel vecchio violino, ma lo alzò ugualmente al di sopra della propria testa e sorridendo lo mostrò ai partecipanti:
"Quanto offrite per questo, gentili signori? Chi offre per primo?"
"Un dollaro!" si udì dalla sala. "Solo un dollaro?" apostrofò il banditore.
"Due dollari!" fu la seconda offerta. "Due dollari. Chi offre di più?"
"Tre dollari!" qualcuno gridò.
Il banditore si apprestò a terminare la vendita: "Tre dollari e uno, tre dollari e due, tre dollari e tre."
Dalla sala, prontamente, un uomo alto e magro con i capelli grigi, si avvicinò al banco e prese in mano il vecchio violino.
Soffiò la polvere dal vecchio strumento, ne tirò accuratamente le corde per l'accordatura e cominciò a suonare una splendida e dolcissima melodia simile al canto di un Angelo.
Poi la musica cessò.
Il banditore con voce calma e un po' commossa da quelle note, ripeté la domanda: "Quanto offrite per questo violino?"
"Mille dollari!", "Duemila dollari!, "Tremila dollari!, "Tremila dollari e uno, tremila dollari e due, tremila dollari e tre."
"Aggiudicato!"
La gente applaudì, ma alcuni gridarono: «Non abbiamo capito bene, cosa ne ha fatto cambiare il valore?»
Pronta giunse la risposta: "Il tocco del Maestro".
Più di un uomo con la vita stonata e rovinata viene messo all'asta ogni giorno davanti alla folla sconsiderata, più o meno come il vecchio violino.
Ma non importa quanto la tua vita sia in questo momento dismessa o sfregiata, non importano gli ostacoli che devi superare, le difficoltà con le quali ti devi confrontare, non importa quanto vecchio e deteriorato sia il violino che hai in questo momento in mano, ricorda “Il tocco del Maestro”: non importa il violino che hai in mano, tutto dipende da come lo suoni.
L'avvocato.. e la bionda. (Barzelletta)
Un avvocato e una bionda mozzafiato sono seduti vicini sul treno. L’avvocato si sporge verso la ragazza e le chiede se vuole fare un giochino con lui. Lei in realtà preferirebbe fare un sonnellino, ma lui insiste dicendo che il gioco è facile e molto divertente. Il gioco consisterebbe in questo:
– Io le faccio una domanda e se lei non sa rispondere, mi dà 5 euro, e viceversa…
La ragazza cortesemente risponde che vorrebbe riposare un po’, ma l’avvocato insiste:
– Okay, facciamo così, – Dice l'avvocato.. – se lei non sa la risposta, mi dà 5 euro, ma se sono io a non saper rispondere, gliene do 500! – (Pensando di avere a che fare con una biondona è convinto di poter vincere facilmente il gioco.) A questa proposta la bionda si vede obbligata ad accettare la sfida, se non altro perchè una volta
finito il gioco potrà dormire un po’. E allora l’avvocato inizia con la prima domanda:
– Qual ‘è la distanza tra la terra e la luna? –
Senza dire una parola la bionda tira fuori dalla borsetta una banconota da 5 euro e la porge all’avvocato. Ora tocca a lei, che chiede all’avvocato:
– Qual ‘è quella cosa che sale per una collina con tre gambe e scende con quattro? –
L’avvocato la guarda sbalordito: comincia a cercare sul computer, si collega a Internet per cercare la risposta, ma non la trova. Poi manda delle e-mail a varie persone, ma nessuno gli sa dare la risposta.
Dopo un’ora sveglia la signorina bionda e le dà i 500 euro che le spettano. Lei ringrazia educatamente e si rimette a dormire.
L’avvocato, scocciatissimo, la scuote e le chiede:
– Bè, ma allora qual è la risposta? –
Senza dire una parola, la bionda prende 5 euro dal portafoglio, li porge all’avvocato e si rimette a dormire.
Controllo alla frontiera.. (Barzelletta)
Un uomo, dall'aspetto alquanto losco, arriva in macchina fino alla frontiera dove viene fermato da un anziano maresciallo dei carabinieri. Il militare invita l'uomo ad aprire il bagagliaio per un controllo. Una volta aperto ci trova dentro sei sacchi stracolmi. Pensando di aver fatto il colpaccio, chiede al guidatore: - E questi sacchi cosa contengono? L'uomo seccamente: - Terra. - Cortesemente, me li può aprire? - Certo. L'uomo li apre ed il carabiniere incomincia a rovistarli trovando nient'altro che terra. Non contento prende un bastoncino e li sonda uno per uno, ma al loro interno non scova nessun oggetto solido... solo terra. Ancora non convinto chiama il collega della unità cinofila che fa annusare i sacchi al suo cane, di nuovo senza risultato: i sacchi non contengono né droga né esplosivo, soltanto della volgarissima terra. A quel punto il carabiniere è costretto a lasciare andare l'uomo. Il quale non se lo fa ripetere due volte, sale in macchina e riparte attraversando la frontiera. La stessa cosa avviene un giorno si e l'altro no per un anno intero, con puntuale regolarità: l'uomo arriva con la macchina alla frontiera, il maresciallo gli ispeziona il bagagliaio, trova i soliti sei sacchi che contengono solo terra e perciò è costretto a lasciar andare l'uomo. Trascorsi dodici mesi, l'anziano maresciallo va in pensione ed apre un ristorantino insieme alla moglie, proprio nei pressi della frontiera. Un bel giorno tra i clienti presenti nel suo ristorante riconosce lo stesso uomo che aveva fermato e controllato per un anno intero. Il carabiniere, volendo avere una conferma del suo sesto senso da detective proprio dal diretto interessato, si avvicina all'uomo e gli fa: - "Salve, si ricorda di me?" - "Ma come no!?! Lei è il carabiniere che mi fermava sempre alla frontiera!" - "Esatto! Ora però non lo sono più perché sono in pensione. Quindi lei una curiosità me la deve togliere... che cosa contrabbandava?" - "Io? Macchine rubate.."
Ci sono neuroni e neuroni... Bellissima. (Barzelletta)
In un laboratorio viene condotto un esperimento unico nel suo genere:
un neurone cresciuto in un cervello di una donna viene trapiantato dentro il cervello di un uomo comune.
Il neurone, ripresosi dallo shock del viaggio, arriva nel cervello ospite, si guarda intorno e si rende conto che è in un grande spazio vuoto, dove è tutto buio e c’è un silenzio angosciante.
Preoccupatissimo, chiede timidamente, sottovoce:
Ehi… C’è qualcuno?”
Silenzio!
Sempre più ansioso e spaventato alza il tono:
“Iuuhuu! C’è nessuno qui?”
Nessuna risposta. Nessun segno di vita!
Distrutto e tremante, si accascia al suolo e comincia a piangere (classico femminile).
“Resterò solo, qui, per il resto della mia vita…”
All’improvviso, un rumore.. dei passi.. arriva qualcuno.. ed è un altro neurone!
Emozionatissimo, il poveretto balza in piedi e corre incontro al nuovo arrivo, abbracciandolo commosso.
“Ehi… calmati amico mio, calmati. Che fai qui? E perchè piangi?”
“Io… sono arrivato adesso.. pensavo che non ci fosse nessuno e che sarei rimasto solo per sempre..”
“Ma che sciocchezza! Stai parlando di un cervello maschile, quindi non troverai nessun’altra comunità più affollata di neuroni di questa! Noi siamo moltissimi, estremamente attivi e con legami stretti stretti e fitti fitti tra tutti noi.”
“Oh.. grazie a Dio, che bello! Come sono contento!
Ma.. allora dove siete tutti? Qui il cranio è vuoto.”
“Oh, nulla di strano, è sempre così:
c’è una festa giù nel pisello. Io sono risalito solo per cercare dell’altra birra...”
Il dono degli insulti.. (Un racconto che fa riflettere)
Vicino a Tokyo viveva un grande samurai, ormai anziano, che si dedicava a insegnare il buddismo zen ai giovani. Malgrado la sua età, correva la leggenda che fosse ancora capace di sconfiggere qualunque avversario.
Un pomeriggio, si presentò un guerriero, conosciuto per la sua totale mancanza di scrupoli. Era famoso perché usava la tecnica della provocazione: aspettava che l'avversario facesse la prima mossa e, dotato com'era di una eccezionale intelligenza che gli permetteva di prevedere gli errori che avrebbe commesso l'avversario, contrattaccava con velocità fulminante.
Il giovane e impaziente guerriero non aveva mai perduto uno scontro. Conoscendo la reputazione del samurai, egli era lì per sconfiggerlo e accrescere in questo modo la propria fama.
Tutti gli allievi si dichiararono contrari all'idea, ma il vecchio accettò la sfida.
Si recarono tutti nella piazza della città e il giovane cominciò a insultare il vecchio maestro. Lanciò alcuni sassi nella sua direzione, gli sputò in faccia, gli urlò tutti gli insulti che conosceva, offendendo addirittura i suoi antenati. Per ore fece di tutto per provocarlo, ma il vecchio si mantenne impassibile. Sul finire del pomeriggio, quando ormai si sentiva esausto e umiliato, l'impetuoso guerriero si ritirò.
Delusi dal fatto che il maestro avesse accettato tanti insulti e tante provocazioni, gli allievi gli domandarono:
"Come avete potuto sopportare tante indegnità? Perché non avete usato la vostra spada, pur sapendo che avreste potuto perdere la lotta, invece di mostrarvi codardo di fronte a tutti noi?"
"Se qualcuno vi si avvicina con un dono e voi non lo accettate, a chi appartiene il dono?" domandò il samurai.
"A chi ha tentato di regalarlo," rispose uno dei discepoli.
"Lo stesso vale per l'invidia, la rabbia e gli insulti," disse il maestro. "Quando non sono accettati, continuano ad appartenere a chi li portava con sé." (Paulo Coelho)
Iscriviti a:
Post (Atom)