Le storie più belle
STORIE DIVERTENTI
Marito e moglie si scrivono.. (Barzelletta)
Alla mia carissima moglie:
durante lo scorso anno ho tentato di fare l'amore con te 365 volte.
Ci sono riuscito 36 volte, che significa una media di una volta ogni dieci giorni.
La seguente è una lista del perchè non ci sono riuscito più spesso:
- 54 volte le lenzuola erano pulite
- 17 volte era troppo tardi
- 49 volte eri troppo stanca
- 20 volte faceva troppo caldo
- 15 volte hai fatto finta di essere addormentata
- 22 volte avevi mal di testa
- 17 volte avevi paura di svegliare i bambini
- 12 volte era il periodo sbagliato del mese
- 19 volte dovevi alzarti presto
- 9 volte non eri nell'umore giusto
- 7 volte avevi preso una scottatura solare
- 6 volte stavi guardando il Costanzo Show
- 5 volte non volevi rovinare la pettinatura appena fatta
- 3 volte avevi paura che ci sentissero i vicini
- 9 volte avevi paura che ci sentisse tua madre
Delle 36 volte che sono riuscito, l'attività non è stata soddisfacente perché:
- 6 volte eri sdraiata e non hai partecipato
- 8 volte mi hai ricordato che avevo una grata in un occhio
- 4 volte mi hai detto di fare alla svelta
- 7 volte ho dovuto svegliarti per dirti che avevo finito
- 1 volta ho avuto paura di averti fatto male perché mi è parso che tu ti spostassi.
Al mio caro marito:
credo che tu sia un po' confuso. Queste sono le ragioni per le quali non hai ottenuto niente di più:
- 5 volte sei tornato a casa ubriaco e hai cercato di scoparti il gatto
- 36 volte non sei proprio tornato
- 21 volte non sei venuto
- 31 volte sei venuto troppo presto
- 19 volte ti si è ammosciato prima che tu potessi infilarlo 10 volte avevi i crampi alle dita dei piedi
- 38 volte ci hai provato troppo tardi
- 29 volte dovevi alzarti presto per andare a giocare a golf
- 2 volte eri stato coinvolto in una rissa e qualcuno ti aveva colpito nelle palle
- 6 volte sei venuto nel pigiama mentre ti leggevi un porno
- 98 volte eri troppo occupato a guardare il calcio in TV
Per le volte che ci siamo riusciti, la ragione per cui io stavo semplicemente sdraiata era che avevi mancato la mira e ti stavi scopando le lenzuola.
Non ho mai parlato di grata nell'occhio, ma ti avevo chiesto se mi preferivi girata o in ginocchio.
La volta che ti pareva che mi stessi spostando era perché avevi scoreggiato e stavo semplicemente cercando di respirare
Metastasi ai polmoni e al fegato, ecco come sono guarita...
Questa è la storia di Veronica.
Veronica due anni fa ha scoperto un tumore già esteso. E, dopo poco, recidive ad altri tre organi. Nonostante ben 11 cicli di chemio c’erano ancora 4 metastasi ai polmoni e al fegato.
"Non potevo più continuare con la chemioterapia, ero piegata dai dolori e soggetta a crisi convulsive.."
Racconta lei che ora ha 54 anni e sta bene.
L’oncologia ufficiale non ha dato alternative a Veronica, il protocollo è quello. E lei, che ha due fratelli medici, uno in Messico (ematologo) e uno in Francia (immunologo), ha scelto da sola la sua terapia salvavita, un mix di sana alimentazione e integratori. “Ma prima di ingerire qualcosa, chiedevo puntualmente il loro parere”. E l’ok è sempre arrivato.
Veronica è violinista. Non ha mai abbandonato il suo lavoro di orchestrale, neppure nei momenti peggiori. “La musica è la mia vita – dice – Ho scelto di non rinunciare ai concerti, anche quando avrei rischiato di ammalarmi stando in mezzo alla gente perchè avevo le difese immunitarie azzerate dalla chemio”.
Come sono guarita dal tumore?!?
via la farina bianca per eliminare metastasi al fegato
ha eliminato la farina bianca
“Durante la chemio ero ingrassata 15 chili. Per combattere la nausea mangiavo pasta e tanti spuntini con il pane. Ho cominciato a eliminare le farine raffinate e lo zucchero. Non solo: anche carne e latticini.
Sono sempre stata golosa, mettevo due cucchiaini di zucchero nel caffè, ne bevevo tre o quattro, quindi ho tolto gli otto cucchiai di zucchero al dì. Spesso prendevo anche una Coca cola, con la scusa della pressione bassa. Facevo colazione con la brioche. A pranzo mangiavo pasta e la sera, molte volte, una tazza di latte, sempre con brioche. E siccome consumavo poca carne, ero convinta di mangiare bene…”. (Fonte: http://blog.ilgiornale.it)
Dove o da chi ha appreso che questi sono errori alimentari?
“Soprattutto dagli studi sui cinesi di Colin Campbell (The China Study) e dai testi di David Schreiber, lo psichiatra e neuroscienziato francese vissuto 19 anni con un tumore al cervello, autore dei libri Guarire e Anticancro.
Tutti i libri e le ricerche sull’alimentazione concordano su questi punti…
Ho quasi eliminato le proteine animali, ogni tanto il pesce azzurro o pochissima carne usata come condimento. Ho sostituito la pasta bianca con grandi piatti di riso e quinoa. Preparo il pane in casa (uso la macchina che impasta e cuoce) con farine biologiche e integrali al 100%, alterno avena, grano, segale. Vi aggiungo semi, lino, zucca o girasole”.
contro le metastasi ai polmoni il tè verde
Tè verde a colazione.
La colazione?
“Trenta minuti prima di mangiare prendo l’ascorbato di potassio, adatto a contrastare l’acidità del corpo che è il terreno fertile del cancro.
Poi inizio con una tazza di tè verde. Quindi caffè e latte vegetale (avena, farro, miglio, mandorle, riso), sul pane spalmo marmellata biologica senza zucchero o miele di agave che ha il pregio di non alzare la glicemia. Poi tanta frutta secca, noci, nocciole, anacardi.
A metà mattina bevo un litro di centrifugato (sedano, finocchio, carote, frutta, quello che ho, con aggiunta di zenzero, potente anti-infiammatorio), un giorno vi aggiungo una bustina di glutatione in polvere (catena di aminoacidi antiossidanti), un altro l’aloe o le bacche di goji”.
Il pranzo?
la curcuma per curare le metastasi
la curcuma un po’ ovunque
“Cerco di variare il più possibile i cereali, quasi mai la pasta bianca. Condisco i piatti come farei con la pastasciutta, pomodoro, verdure o erbette e spezie. Provo a inserire la curcuma dappertutto. Da messicana cucino volentieri fagioli e tortillas di mais. Tutti i giorni un’insalata di verdure crude e semi”
La cena?
“Zuppe di legumi, minestroni, passati, tortini di verdure o il latte. Ma, quest’ultimo, solo vegetale e con cereali non zuccherati industrialmente: fiocchi d’avena con un po’ di miele d’agave e cannella”.
I risultati
In questo modo le sono scomparse 4 metastasi ai polmoni e al fegato, dopo quanto tempo?
“Le metastasi sono sparite completamente dopo un anno di alimentazione sana. Ma, come dicono i medici, non si può sapere se questo è stato l’effetto ritardato della chemio o un miracolo. Colin Campbell (l’autore di The Cina Study) ha una spiegazione scientifica: per lui sono riuscita ad affamare le cellule del mio cancro e a impedirne la proliferazione”.
Ma cosa le ha detto l’oncologa, quando, dopo un anno, ha visto che ecografie e Tac non mostravano più segni del tumore?
“Prima mi ha chiesto se avessi seguito qualche cura, poi, quando le ho detto che ho stravolto il modo di mangiare e inserito un paio di integratori, mi ha guardato come avrebbe fatto con una bambina che crede alle favole”.
Però le ha detto che la favola non è vera.
“Sì. Prima ha detto che l’alimentazione non c’entra. Poi ha aggiunto che ‘nessuno ha la verità assoluta’”.
"Dipende." Come vedi, tutto dipende dalle mani in cui gli oggetti si...
Un pallone da Basket nelle mie mani vale 20 Euro.
Nelle mani di Michael Jordan vale circa 30 milioni di Euro.
Dipende dalle mani in cui si trova.
Una palla da baseball nelle mie mani vale 4 Euro.
Nelle mani di Mark McGuire vale circa 17 milioni di Euro.
Dipende dalle mani in cui si trova.
Una racchetta da Tennis nelle mie mani è praticamente inutile.
Nelle mani di Venus Williams, è la vittoria in un torneo.
Dipende dalle mani in cui si trova.
Un bastone nelle mie mani tiene lontano un animale selvatico.
Un bastone, nelle mani di Mosè divide il Mar Rosso.
Dipende dalle mani in cui si trova.
Una fionda nelle mie mani è un giocattolo per bambini.
Una fionda nelle mani di Davide è un'arma straordinaria.
Dipende dalle mani in cui si trova.
Due pesci e cinque panini nelle mie mani sono una buona merenda.
Due pesci e cinque panini nelle mani di Dio sfamano le moltitudini.
Dipende dalle mani in cui si trovano.
I chiodi nelle mie mani possono produrre una cuccia per cani.
Nelle mani di Gesù Cristo producono salvezza per il mondo intero.
Dipende dalle mani in cui si trovano.
Come vedi, tutto dipende dalle mani in cui gli oggetti si trovano.
Allora, metti i tuoi ragionamenti, le tue preoccupazioni, le tue paure le tue speranze, i tuoi sogni, la tua famiglia e i tuoi rapporti con gli altri nelle mani di Dio, perché...
..dipende dalle mani in cui si trovano.
"L'angelo".. Sarà vero?!?.. Un racconto bellissimo
Ogni volta che un bambino muore, scende sulla terra un angelo del Signore, prende in braccio il bimbo morto, allarga le grandi ali bianche e vola in tutti i posti che il bambino ha amato; poi coglie una manciata di fiori, che porta a Dio, affinché essi fioriscano ancora più belli che sulla terra. Il buon Dio tiene i fiori sul suo cuore, ma a quello che ha più caro di tutti dà un bacio, e questo riceve la voce e può cantare nel coro dei beati.
Tutto questo veniva raccontato da un angelo del Signore mentre portava un bambino morto in cielo, e il bambino lo sentiva come un sogno; e volavano per la casa, nei luoghi dove il bambino aveva giocato, e poi nei deliziosi giardini pieni di fiori bellissimi.
"Quale dobbiamo prendere da piantare in cielo?" chiese l’angelo.
Nel giardino si trovava un alto roseto, ma un uomo cattivo aveva spezzato il fusto, così tutti i rami pieni di grandi gemme sbocciate a metà, si erano piegati e appassivano.
"Povera pianta", disse il bambino, "prendi quella, così potrà fiorire vicino a Dio".
E l’angelo raccolse quella pianta, e diede un bacio al bambino, così egli aprì un po’ gli occhietti. Colsero quei magnifici fiori, ma presero anche la disprezzata calendula e la selvatica viola del pensiero.
"Adesso abbiamo i fiori", disse il bambino, e l’angelo annuì, ma ancora non volarono verso Dio. Era notte e c’era silenzio; rimasero nella grande città e volarono in una delle strade più strette, dove si trovava un mucchio di paglia, cenere e spazzatura: c’era stato un trasloco, e dappertutto c’erano pezzi di piatti, schegge di gesso, cenci e roba scartata.
E l’angelo indicò, in tutta quella confusione, alcuni cocci di un vaso di fiori; lì vicino c’era una zolla che era caduta fuori dal vaso, ma che era rimasta compatta a causa delle radici di un grande fiore di campo appassito, che non valeva più nulla e per questo era stato gettato via.
"Portiamolo con noi!", disse l’angelo, "poi, mentre voliamo, ti racconto perché".
E così volarono e l’angelo raccontò:
"Laggiù, in quella strada stretta, in un seminterrato, viveva un povero ragazzo ammalato; fin da piccolo era rimasto sempre a letto, quando proprio si sentiva bene poteva camminare per la stanza con le stampelle, ma non poteva fare altro. In certi giorni d’estate i raggi del sole arrivavano per un mezz’ora nella stanzetta del seminterrato, allora il ragazzino si metteva seduto a sentire il caldo sole su di lui e guardava il sangue rosso che scorreva nella sue dita sottili che teneva davanti al viso. In quei giorni si poteva dire: ‘Oggi il piccolo è uscito!’.
Il ragazzo conosceva il verde primaverile del bosco solo perché il figlio del vicino gli portava il primo ramo di faggio con le foglie, e lui se lo alzava sul capo e sognava di trovarsi sotto i raggi del sole che splendeva e gli uccelli che cantavano. Un giorno di primavera il figlio del vicino gli portò anche dei fiori di campo, e tra questi ce n’era per caso uno ancora con le radici: perciò fu piantato in un vaso e messo sulla finestra vicino al letto.
Il fiore, piantato da una mano amorevole, crebbe, mise nuovi germogli e ogni anno fiori. Questo divenne il paradiso meraviglioso del ragazzo, il suo piccolo tesoro sulla terra. Lo bagnava e lo curava e si preoccupava che ricevesse anche l’ultimo raggio di sole che penetrava dalla bassa finestrella; e il fiore cresceva anche nella fantasia del ragazzo perché fioriva per lui, per lui emanava il suo profumo e gli rallegrava la vita. E quando il Signore chiamò il ragazzo, egli si volse, morendo verso quel fiore.
Da un anno ormai è presso Dio, e per un anno intero il fiore è rimasto abbandonato sulla finestra ed è appassito. Per questo è stato gettato tra la spazzatura durante il trasloco. E proprio quel fiore, quel povero fiore appassito noi l’abbiamo messo nel nostro mazzo, perché quel fiore ha portato più gioia che non il più bel fiore del giardino reale".
"Ma come mai sai tutte queste cose?" domandò il bambino che l’angelo portava in cielo.
"Le so perché io stesso ero quel povero ragazzo malato che camminava con le stampelle!" spiegò l’angelo. "E conosco bene il mio fiore!".
Il bambino spalancò gli occhi e guardò il viso bello e felice dell’angelo; in quel momento giunsero in cielo, dove c’era gioia e beatitudine. Dio strinse al cuore il bambino morto e subito gli spuntarono le ali, come all’altro angelo, e insieme volarono via, tenendosi per mano.
Poi Dio strinse al cuore il mazzetto di fiori e baciò quel povero fiore di campo appassito, che subito ebbe voce e cantò con tutti gli angeli che volavano intorno a Dio: alcuni vicinissimi, altri in grandi cerchi intorno a Lui, e altri ancora molto più lontani, nell’infinito, ma tutti ugualmente felici. E tutti cantavano, piccoli e grandi, anche il bambino buono e benedetto, e quel povero fiore di campo che era appassito ed era stato gettato nella via stretta e buia, tra la spazzatura di un trasloco. (Hans Christian Andersen)
Gli sposi in paradiso.. (Barzelletta)
Il signor Alberto muore e sale in Paradiso. Pochi mesi dopo muore quella che era stata sua moglie, Carmela, e anche lei va in Paradiso. Appena arrivata si mette a cercare ovunque il suo Alberto: "Amoreee, amoreee?! Dove seiiii?" ma Alberto si nasconde sempre, fino a quando Carmela lo trova. "Amore! Eccoti finalmente, ti ho cercato tanto sai?! Dove eri finito?"
"Senti Carmela, lasciami stare, il prete era stato chiaro, aveva detto - finché morte non vi separi -"
Ecco i 18 tipi di utenti che puoi trovare su facebook... (Da leggere)
Facebook viene utilizzato in mille maniere: comunicare, condividere pensieri, foto e notizie; fare gruppo, promuovere attività, lanciare eventi, ingannare il tempo in ufficio; raccogliere consensi, alimentare passioni e amicizie, fare proselitismo. Chi vi è iscritto, però, sa bene che la maggior parte degli utenti lo usa per due motivi principali:
1 - farsi i fatti degli altri;
2 - soddisfare l’amor proprio ricevendo un feedback qualsiasi, un commento o un “mi piace” (e, a volte, questo meccanismo può creare anche una certa dipendenza).
Inevitabile, quindi, che su Facebook emerga almeno in parte la personalità di ciascuno di noi o, per lo meno, l’immagine che vogliamo costruirci addosso. Saltano così fuori i "tipi" più disparati: l’elenco che segue è ovviamente incompleto, e non necessariamente un tipo esclude l’altro; anzi, molto spesso in uno stesso utente convivono due o più profili. Chi scrive, ad esempio, si riconosce in molti di questi modelli.
1. IL LAMENTOSO - quando apri Facebook il lunedì mattina trovi quasi sempre una sua frase in cima alla timeline. Incurante del fatto che, secondo le ultime statistiche, è più che probabile che 1/3 dei suoi amici sia disoccupato, si lamenta di dover lavorare.
Il lunedì si lamenta perché è lunedì, il martedì e il mercoledì si lamenta perché è solo martedì e mercoledì, da giovedì può iniziare il conto alla rovescia per l’imminente weekend che ha termine tra esultanze e scene di giubilo soltanto il venerdì nel tardo pomeriggio. Il sabato solitamente non si connette, ma riappare puntuale la domenica sera quando si lamenta perché il weekend è volato via troppo presto e il giorno dopo, guarda un po’, è di nuovo lunedì.
2. L'ESIBIZIONISTA - Ci sono esemplari di entrambi i sessi, ma trova le sue espressioni migliori nell’utente di sesso femminile. È la prima a saltare all’occhio quando ti connetti. D’altronde, come non notare le sue provocanti foto in lingerie che campeggiano sulla tua bacheca? Sguardo ammiccante e capelli al vento, a cavallo di un’Harley, o accovacciata sul cofano di una fuoriserie, colleziona “mi piace” e complimenti scontati (oltre che di dubbio gusto).
3. IL MANIACO SESSUALE - Se ne hai qualcuno, forse non lo sai. Io ne ho uno tra i miei contatti, ma l’ho scovato per puro caso.
Di solito agisce nell’ombra e gli audaci link che condivide sulle natiche di Belen, il davanzale della Clerici e l’ultima fatica di Sara Tommasi sono solo specchietti per le allodole e quasi mai prova di colpevolezza. Soltanto l’esibizionista di cui sopra, e di cui è naturale controparte, può aiutarti a smascherarlo: il maniaco l’ha vista mezza svestita tra i tuoi amici e l’ha contattata per proporle un rapporto sessuale. E lei si è vendicata svergognandolo sulla sua bacheca.
4. LA FEMMINISTA FERITA - Nell’eterna lotta tra uomo e donna, quest’ultima ha sempre bisogno di difendersi dal maschio cattivone. Afflitta da storie amorose finite male di cui, guarda caso, è sempre vittima, comunica solo attraverso aforismi.
Le sue frasi non hanno mai come obiettivo il soggetto singolo, quanto piuttosto il genere maschile nella sua universalità.
5. LA ROMANTICA ILLUSA - Condivide esclusivamente fotografie di baci e corpi intrecciati, la cui didascalia sembra copiata pari pari dai bigliettini dei Baci Perugina.
Per lei l’amore è un apostrofo rosa tra le parole Fabio e Volo.
6. L’ANIMALISTA CONVINTO - L'animalista convinto: pubblica foto di cani abbandonati in autostrada o ridotti in brandelli, condivide notizie di torture su animali, invita a prendere parte a blitz per la liberazione delle cavie. Spesso è anche vegetariano e te lo ricorda di continuo, tentando, senza successo, di farti sentire in colpa per la fiorentina che hai ingurgitato con sommo piacere la sera prima.
7. IL TENERO GATTOFILO - È la versione annacquata dell’animalista di cui sopra. È forse l’amico visibilmente più riconoscibile perché infesta la tua homepage di animaletti di ogni tipo, ma soprattutto di gattini. Arrampicati, dormienti, in volo, seduti, accoccolati, questi cari amici felini vengono condivisi in ogni loro tenero atteggiamento. Ma i link peggiori sono le vignette in cui i gatti vengono antropomorfizzati: un fumetto ti informa dei loro pensieri, delle loro massime e delle lezioni di vita che hanno da darti.
8. IL GIUSTIZIALISTA - Condivide quasi sempre notizie di cronaca nera (omicidi, suicidi e violenze di ogni tipo) al solo scopo di insultarne il protagonista e invocarne la pena di morte o, nei più brutali casi di stupro, la castrazione. Vorrebbe reincarnarsi in Marco Travaglio.
9. IL GRILLINO - È una categoria di amici in forte ascesa negli ultimi anni. La Rete per lui è un campo di battaglia. Si nutre di populismo e demagogia, pubblica continui insulti alla casta, vuole convincerti dell'inesistenza dell'Aids o informarti sul fenomeno delle scie chimiche, diffonde i prezzi del menù della mensa di Montecitorio, o la foto di D’Alema in barca. Ma si ha quasi sempre l’impressione che, se fosse al posto dei politici che tanto depreca, si comporterebbe esattamente come loro.
10. L’OPINIONISTA - Condivide soltanto articoli scientifici o giornalistici (per lo più economici), snocciola cifre e si interessa di Pil e di finanza. Non ama perdere tempo in futili discussioni, prende il social network molto seriamente per informarsi, scambiare opinioni e imparare sempre qualcosa di nuovo.
Se non ami leggere giornali e siti d’informazione, abbi cura di averne almeno uno fra gli amici. Grazie a lui sarai sempre aggiornato e, se è uno serio, ti può dire se e quando finirà davvero la crisi.
11. IL GRAMELLINISTA - Incline all'utilizzo sfrenato di citazioni di Cavour e di Platone grazie alle quali può atteggiarsi a filosofo nazional-popolare, sprona continuamente gli amici a guardare il mondo con gli occhi ingenui di un bambino. Cerchiobottista di professione, crede nell'amore, nei piccoli gesti e nella bellezza. Tutte cose che, a suo dire, salveranno il mondo. E ci faranno uscire dalla crisi.
12. IL KOMPAGNO (o presunto tale) - Scrive e commenta come uno della vecchia guardia, ti lascia intendere di avere un tatuaggio del Che sull’avambraccio e di tenere sul comodino Il Capitale di Marx e il Libretto rosso di Mao. Ti invia continui inviti a conferenze e manifestazioni sindacali, condivide notizie di operai penalizzati dal sistema capitalista, dice di essere intransigente e di lottare a spada tratta contro il padrone. A un certo punto, però, tutto va in fumo perché scopri che ha la tessera del PD.
13. IL TIFOSO - quasi sempre tifa per una squadra a strisce, si collega solo per esultare dell’ennesimo latrocinio della propria squadra del cuore o per lamentarsi di un eventuale arbitraggio che, una volta tanto, è stato imparziale. Spesso inneggia a un presunto campione che per lui è anche modello di vita, salvo poi scaricarlo alla prima occasione. Non di rado sbeffeggia i tifosi delle altre squadre perché non vincono nulla. Ma attenzione, si atteggia a ultrà soltanto quando la sua squadra del cuore è in lotta per lo scudetto. Statene certi: quando non vince, non si connette neanche.
14. LA FOODBLOGGER - Ti connetti al mattino e la prima immagine è quella di una sobria parmigiana, di una leggera peperonata o di dietetiche uova ripiene. In tarda mattinata la maledici perché comincia a farti venire fame, anche se mancano ancora un paio d'ore all'ora di pranzo. Nel primo pomeriggio ti becchi il resoconto del suo pranzo e rischi di rimettere il tuo.
In serata, se va a cena al ristorante, ti rende partecipe della sua esperienza fotografando ogni singola portata. Ti chiedi sempre quanti pasti contempli la sua giornata.
15. IL TROLL – Quello che usa Facebook solo per sollazzarsi cercando lo scontro con gli altri utenti. Se una cosa è condivisa da molti lui va contro aspramente e se una cosa è osteggiata dal popolo del social lui ne tesse le lodi. E più critiche riceve, più si carica e la difende, spesso e volentieri va in giro a commentare con frasi volgari e insulti gratuiti tanto nel suo profilo non troverete una sua foto in quanto probabilmente il suo account è falso.
16. IL BLASFEMO - È il classico amico che non te le manda a dire. Ce l’ha col mondo intero, o, a volte, solo con i suoi amici di Facebook. Spesso li insulta gratuitamente, molto più spesso una bella bestemmia gli regala qualche attimo di sollievo.
Sempre sboccato e spesso ironico, ha Padre Pio e il Papa tra i suoi bersagli preferiti, ma non disdegna santi e madonne dai nomi più improbabili che evoca per riderne di gusto con gli altri suoi compari.
17. IL POTENZIALE ALCOLISTA - Di solito la domenica, nel tardo pomeriggio, si vanta di essersi appena svegliato, dopo essere tornato a casa sui gomiti alle otto del mattino.
Racconta continuamente di bere alcool a più non posso, condivide motti di spirito e aforismi sulle gioie del bere, ha solo foto che lo ritraggono con in mano cocktails e superalcolici perché crede che bere faccia davvero figo.
Questo genere d’amico, come il lamentoso di cui sopra, vede il weekend come la panacea di tutti i mali.
18. L’INDIFFERENTE (o presunto tale) - Passa parecchio tempo su facebook, ma non commenta mai. È quello che pur aprendo questo link e leggendolo da cima a fondo non mi darà la soddisfazione di scrivere qualcosa o di cliccare sul mi piace. (Giuseppe Sciara)
I soliti carabinieri.. (Barzelletta)
Un camion è rimasto incastrato sotto ad un ponte, la pattuglia dei carabinieri intervenuta non sa come risolvere la situazione, l'appuntato guarda su, il maresciallo guarda il camion e non sanno venirne a capo. Passa un signore e dice: "siete proprio carabinieri, sgonfiate un po le ruote del camion così riuscirete a liberare il camion e far riprendere la circolazione". Il maresciallo a quel punto risponde indispettito: "ecco è arrivato il genio, non lo vede che sotto ci passa benissimo, è in alto che il camion tocca il ponte".
Datemi un iphone... (Da leggere)
Datemi un iPhone, e vi dimostrerò che sono felice. Questa è la felicità oggi, far sapere al mondo che abbiamo giocato dieci minuti con nostro figlio, che siamo andati al museo, che ci siamo fatti una semplice passeggiata, e se per caso vado al ristorante, devo ordinare ostriche e cozze, perché il pesce, va prima fotografato, poi mangiato. Datemi un, iPhone perché ho appena visto un bambino Down. Fammi fare una foto, perché tutti devono sapere che bella persona sono
(ciao bambino grazie)
Come si chiamava quel bambino?
Finalmente al mare.
Ti piace questo mare?
Dai facciamoci un bagno papà, giochiamo, voglio fare dei tuffi insieme a te. Ho un idea migliore figlio mio, vai da solo, ti faccio delle foto, poi vado io, anzi aspetta, metto l’auto scatto e immortaliamo i nostri cinque secondi insieme.
Post. Che bello giocare con tuo figlio.
Amore mi dai un bacio?
Un attimo.
Piccola parentesi (l’amore non può aspettare)
Scusaa, mi faresti una foto insieme a mia moglie?
Post. Io amo mia moglie.
Sei sempre con questo iPhone, non parliamo mai, sembra di essere soli, e vero papà, oggi mi sono annoiato, non giochi mai con me.
Dai la giornata è quasi finita, domani giochiamo, prendiamoci un aperitivo qui, in riva al mare.
Foto. Post. Rilassamento, finalmente.
Quelli che documentano ogni cosa, sono quelli che non fanno mai niente, se si fanno una foto con loro figlio mentre giocano, la maggior parte delle volte non ci hanno mai giocato, se baciano, amano e sentono già il bisogno di farlo sapere, sono già con la testa altrove.
Datemi una macchina fotografica
è importante, devo dimostrare di essere stato felice, che di esserlo veramente stato.
Domani vi prometto che non accendo l’iphone, e giochiamo tutto il giorno.
Andiamo a casa.
Guarda papà una signora e caduta, aiutiamola, prendi il telefono, fammi il video.
Papà e scarico.
E allora vaffanculo, si alzerà da sola.
Post. Oggi è stata una giornata meravigliosa… (Davide Bianco)
Le bugie in famiglia non si dicono... (Barzelletta)
Teresa aveva perso la speranza di riuscire a far perdere il vizio al marito Paolo di tornare a casa con gli acquisti più strani.
Un giorno tornò a casa con l’ennesimo strano acquisto, un robot con la capacità di individuare le bugie.
Erano circa le 15.30 quando Tommaso, il figlioletto di 14, anni tornò a casa da scuola con 2 ore di ritardo.
- Dove sei stato? - gli chiese Paolo.
- Perché sei arrivato a casa 2 ore dopo?
Siamo stati in libreria a lavorare ad un progetto scolastico disse Tommaso.
Il robot girò intorno al tavolo e con uno sberlone scaraventò Tommaso giù dalla sedia.
- Questa è una macchina della verità caro figlio - disse Paolo,
- Adesso dicci dove sei stato veramente dopo la scuola. - Siamo stati a casa di Roberto a guardare un film.
- Cosa avete guardato? - chiese Teresa.
- I dieci Comandamenti - rispose Tommaso.
Il robot girò intorno al tavolo e con uno sberlone riscaraventò Tommaso giù dalla sedia.
Con la voce tremante Tommaso si alzò e disse:
- Mi spiace, ho mentito, in realtà abbiamo visto un film intitolato 'la regina del sesso'.
- Mi vergogno di te! - disse Paolo - alla tua età io non ho mai mentito ai miei genitori!
Il robot girò intorno al tavolo e con uno sberlone quasi scaraventò Paolo giù dalla sedia.
Teresa, piegata in due dalle risate, disse:
- Questa te la sei proprio cercata, non puoi neanche arrabbiarti troppo con lui, dopotutto è tuo figlio. -
Il robot girò intorno al tavolo si avvicinò a Teresa e con uno sberlone la scaraventò giù dalla sedia...
Luna di miele in Cina.. (Barzelletta)
Una coppietta in viaggio di nozze va in luna di miele in Cina. Mentre passeggiano in un mercatino locale, notano un venditore di sandali che pare uscito dalle mille e una notte. "Venga signoLe, venga in mia umile bancaLella, poteL compLale qualcosa di veLamente favoloso!" La giovane coppia si avvicina incuriosita e il venditore mostra loro un paio di sandali consunti. "SignoLe, guesti sandali sono magici! Se li indossa potLà faLe l`amoLe selvaggiamente, e faL felice la sua donna!" La ragazza è tentata, ma il consorte - molto atletico e virile - è dubbioso. "PLovali, pLovali e vedLai!" insiste il venditore. Alla fine, grazie anche all`insistenza della consorte, decide di acquistarli, li indossa e... improvvisamente gli occhi gli si arrossano, un`ansia incontrollata lo assale, una furia che la sua donna non aveva mai visto in lui. Veloce come un`aquila, il giovane afferra il venditore cinese, gli strappa i pantaloni e comincia a cavalcarselo alla grande. "FeLmati! FeLmati!!" Grida disperato il venditore con le lacrime agli occhi... "Te li sei messi a Lovescio, stLonzo, te li sei messi a Lovescio!"
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