Incredibile: sono donne o uomini... supermuscolosi/e. (video)

Sindaco di Arezzo emette ordinanza: “Le case popolari prima agli italiani”...


Arezzo, ordinanza: “Le case popolari prima agli italiani”. Il 75% degli alloggi vanno agli aretini.

AREZZO – Dopo aver cacciato la sinistra dal Comune si ripristina l’ordine e il buon senso, soprattutto se mette fine alla discriminazione contro gli italiani. Il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli assegna le case popolari prima agli italiani, se ne avanzano anche agli immigrati. Il contrario di ciò che fanno le giunte rosse.

Che la predominanza di stranieri nelle case popolari sia una pericolosa distorsione del sistema, elemento di ingiustizia sociale e miccia del malcontento, l’ha ammesso di recente persino Fassino. Eppure invertire la tendenza è possibile. Basta la volontà politica e un buon regolamento per rivedere i criteri d’assegnazione. “Prima gli italiani nelle case popolari” non è solo uno slogan. Ad Arezzo ci sono riusciti. Tant’è che ora gli assegnatari degli alloggi per il 75% sono italiani. Prima delle nuove norme studiate dalla Giunta, la percentuale era di poco superiore al 50%. “Anzi dal 2009 in poi ci sono stati anni in cui gli stranieri erano la maggioranza di coloro a cui veniva assegnato un appartamento”, spiega a Ilpopulista.itl’assessore alle Politiche della casa Tiziana Nisini, Lega Nord.

Una rivoluzione? No, semplice buonsenso. Attuato attraverso la definizione diregole chiare a favore dei cittadini italiani, come l’attribuzione di un punteggio maggiore a coloro che risiedono da più tempo in città. “È fondamentale premiare l’anzianità di residenza. Chi risiede ad Arezzo da più di 10 anni ottiene 2 punti aggiuntivi. Inoltre è previsto mezzo punto in più per ogni anno di permanenza nelle graduatorie, fino a un massimo di 10 anni di permanenza per un totale di 5 punti”. Sembrano dettagli, eppure qui c’è tutta la sostanza di un meccanismo che tende a scongiurare le corsie privilegiate per stranieri.

Altro punto interessante: gli extracomunitari sono tenuti a presentare la certificazione del proprio stato immobiliare all’estero: “Chi ha una casa di proprietà all’estero, che è una fonte di reddito, non può ottenere una casa popolare in Italia. Per quanto riguarda gli italiani l’accesso al catasto per le verifiche è immediato, per gli stranieri no. Grazie a queste misure gli italiani in graduatoria sono aumentati del 20%, passando dal 55% al 75%”, spiega ancora l’assessore Nisini, che al nuovo regolamento ha abbinato una politica di controlli a tappeto per stanare i furbetti: “Prima le verifiche erano blande, a campione. Ora sono a tappeto. Stiamo controllando tutti gli assegnatari. Abbiamo chiesto ai cittadini di aiutarci a individuare i furbi. Le segnalazioni sono state numerose: in pochi giorni abbiamo già fatto partire 8 decadenze”. Nisini è visibilmente soddisfatta: “L’avevamo annunciato in campagna elettorale. E siamo riusciti a mantenere la promessa. Il sistema per come era concepito non era più sostenibile. Occorreva intervenire concretamente a favore degli italiani che finiscono in povertà. E ci stiamo riuscendo”.

La notte.. d'amore. (Barzelletta)


Dopo una lunga notte d’amore, lui nota una foto di un altro uomo sul comodino.
Comincia a preoccuparsi.
– Questo è tuo marito? – chiede nervosamente.
– No, sciocchino… – risponde lei, accoccolandosi a lui.
– E’ il tuo fidanzato, allora?
– Niente affatto! – risponde lei, mordicchiandogli l’orecchio.
– E’ tuo padre o tuo fratello? – insiste lui, sperando di rassicurarsi.
– No, no, no! Sei così affascinante quando sei geloso!
– Beh, allora mi vuoi dire chi è questo? Si può sapere?!?
Quello sono io prima dell’operazione.

Pensioni, quattordicesima allargata e bonus ad altri 2 milioni di persone


L’ipotesi del governo è alzare da 10 a 13 mila euro lordi l’anno il reddito massimo per avere diritto al beneficio. Ritocco in arrivo anche per la no tax area, da allineare a quella dei lavoratori dipendenti. Gl interventi saranno inseriti nella prossima Legge di Bilancio.

Estendere la quattordicesima                                             — l’assegno extra fino a 500 euro che viene pagato proprio a luglio — ad altri due milioni di pensionati a basso reddito. A livello tecnico gli incontri tra governo e sindacati sono ancora in corso ma sembra questo l’orientamento di Palazzo Chigi per il pacchetto da inserire nella prossima Legge di Bilancio. La quattordicesima esiste già. La incassano poco più di due milioni di persone: quelle con almeno 64 anni d’età e un reddito inferiore ai 10 mila euro lordi l’anno, per la precisione 9.786 euro e 86 centesimi. L’idea del governo è proprio di alzare l’asticella massima del reddito, portandola a 13 mila euro lordi l’anno. In questo modo, dall’anno prossimo, la quattordicesima sarebbe incassata da altri due milioni di pensionati. Il costo dell’operazione viene stimato in circa 800 milioni di euro l’anno. Un impegno considerato sostenibile anche se tutto dipende non solo dal resto delle misure sulle pensioni ma dall’intero mosaico della Legge di Bilancio da presentare dopo l’estate.

Il piano B
Ma c’è anche un piano B, meno costoso: aumentare non il numero delle persone che prendono la quattordicesima ma l’importo dell’assegno. Il calcolo è complesso perché la cifra precisa della quattordicesima dipende anche da quanti anni di contributi si hanno alle spalle. Ma con un aumento del 50%, che porterebbe le quattordicesime più ricche da 500 a 750 euro, sarebbe necessaria una copertura di circa 600 milioni di euro. L’ipotesi più probabile, però, è la prima. Per un motivo di politica economica: perché dare un assegno in più a chi prima non lo prendeva ha, rispetto a un semplice aumento dei trattamenti già in essere, maggiori probabilità di avere un effetto positivo sui consumi. Ma anche per un motivo di politica in senso stretto: ci sarebbero due milioni di beneficiari che si accorgerebbero di avere un’entrata in più e non un semplice ritocco. La controindicazione è che l’intervento sarebbe rivolto sì ai pensionati a basso reddito, ma a quelli un po’ «meno poveri» degli altri.

La no tax area
Anche per questo la quattordicesima allargata dovrebbe essere accompagnata da un altra misura sui pensionati, tagliata sulle fasce più deboli. E cioè l’innalzamento a 8.124 euro lordi l’anno della no tax area, la soglia al di sotto della quale non si pagano le tasse. Oggi il limite è di 7.750 euro per i pensionati al di sotto dei 75 anni e di 8 mila euro per gli over 75. Passando a 8.124 euro, arriverebbe allo stesso livello già previsto adesso per i lavoratori dipendenti. La misura ha il vantaggio di avere un costo abbastanza contenuto, intorno ai 260 milioni di euro l’anno. L’aumento della soglia, inoltre, farebbe salire l’assegno non solo di chi ha un reddito al di sotto degli 8.124 euro ma anche di chi prende di più: secondo le regole attuali l’esenzione totale riguarda la prima «parte» del reddito per tutti i contribuenti che arrivano fino a 55 mila euro lordi l’anno.(Fonte: CORRIERE DELLA SERA)

Le prossime tappe
L’esame dei tecnici non è ancora finito. Ma prima della pausa estiva ci dovrebbe essere un nuovo incontro a livello politico, tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti da una parte e i segretari di Cgil, Cisl e Uil dall’altra.

Accusa dolori forti all'orecchio, e i medici fanno una scoperta incredibile..


Accusa per mesi forti dolori all’orecchio, accompagnati da strani rumori e continui graffi, per questo si convince di essere vittima di spiriti maligni, anche perché a nulla erano valsi antidolorifici e medicine vari. Ma una volta arrivata in ospedale fa una scoperta choc. Succede in Cina, a Xiamen City, e la protagonista di questa vicenda, riportata dal Mirror, si chiama Li Meng. Poco tempo prima, va detto, la donna aveva ingerito delle bacche da un cespuglio spuntato su una tomba nonostante il parere contrario del fidanzato superstizioso, che temeva guai con gli spiriti maligni.

Li Meng, però, non gli ha dato retta e le ha mangiate. ''Sono andata anche al tempio a pregare – ha spiegato la donna - ma niente, i dolori all'orecchio non se ne andavano''. Poi la visita in ospedale e la scoperta dei medici: all'interno della cavità orale di Li Meng non c'erano spiriti maligni, ma un ragno che viveva nel suo canale uditivo e aveva anche tessuto la tela. Non è stato, poi, semplice togliere da lì l’ospite indesiderato: ''È stato molto doloroso, ma alla fine ce l'abbiamo fatta'', ha raccontato il dottor Chen Zhaoyou che ha poi aggiunto di aver avuto a che fare diverse volte con pazienti arrivati in clinica con altri insetti, come scarafaggi, formiche, farfalle e millepiedi.

Salute news. Il vaccino contro l'Alzheimer sembra funzionare: trial al via quanto...


Il vaccino contro l'Alzheimer sembra funzionare: trial al via quanto prima...

Un nuovo vaccino che prende di mira le proteine patologiche associate con il morbo di Alzheimer si è dimostrato efficace nei trial sugli animali, secondo quanto annunciato dagli scienziati coinvolti. Adesso sarà la volta dei test clinici sugli esseri umani: la speranza è che il vaccino possa prevenire ed invertire il decorso della malattia nei pazienti con Alzheimer precoce.

Il gruppo della Flinders University in Australia ha collaborato con ricercatori dell'Institute of Molecular Medicine (IMM) e della University of California, Irvine per ottenere un vaccino efficace contro l'accumulo di proteine beta amiloidi e tau nel cervello, che causa disfunzioni e conduce alla demenza.

Come descritto in un paper pubblicato su Scientific Reports, nello studio sono stati utilizzati dei topi geneticamente modificati per indagare la sicurezza e l'efficacia di una combinazione di vaccini anti-beta amiloidi e anti tau con una tecnologia di supporto sviluppata da Vaxine Pty Ltd, una società australiana che si occupa di ricerca sui vaccini.

"Abbiamo dimostrato nei topi geneticamente modificati per sviluppare velocemente la demenza che il nostro possibile vaccino produce anticorpi che si connettono alla proteine a-beta e tau", spiega Nikolay Petrovsky, docente della Flinders University, parlando con IBTimes UK. "Inoltre, siamo stati in grado di raccogliere questi anticorpi dai topi vaccinati ed a mostrare che in effetti questi mirano alle proteine anormali nelle sezioni del cervello di pazienti con Alzheimer deceduti, provando quindi che questo vaccino dovrebbe funzionare negli esseri umani e non soltanto sui topi".

Il successo di questi trial sugli animali è stato tale che il gruppo di ricercatori ha ricevuto finanziamenti dallo statunitense National Institute of Health per effettuare i trial clinici. Questi ultimi dovrebbero iniziare nei prossimi due anni, con risultati attesi per tre anni dopo l'avvio dei lavori.

In precedenza, molti tentativi sono stati fatti per generare vaccini terapeutici contro una vasta gamma di malattie non infettive, incluso il morbo di Alzheimer, ma con risultati contrastanti. Per sviluppare questo nuovo vaccino e renderlo adatto agli esseri umani, la ricerca degli errori commessi nei trial precedenti è stata fondamentale.

Nel corso dell'ultimo decennio, le prime generazioni di vaccini per la demenza sono state sottoposte a trial sugli esseri umani. Alcune hanno suggerito la possibilità di benefici, ma sfortunatamente avevano anche problemi di tossicità. Gli altri hanno semplicemente mancato di fare qualche effetto.

"Guardare a tutti questi tentativi falliti è stato d'aiuto per noi, visto che lo studio ci ha permesso di evitare di fare gli stessi sbagli e ci ha consentito di sviluppare il vaccino in modo da rimuovere completamente qualsiasi rischio di tossicità, potenziando al tempo stesso l'efficacia del vaccino di oltre 100 volte. Questo ci offre adesso una possibilità di fare ciò che i 'vecchi' vaccini non sono riusciti a fare, ossia dimostrare sia sicurezza che efficacia nei pazienti umani con demenza precoce".

"Per mostrare che il nostro vaccino funziona su individui sani che non hanno ancora sviluppato l'Alzheimer servirà molto più tempo, in quanto questo potrebbe coinvolgere la necessità di immunizzare centinaia di migliaia di soggetti e poi seguirli nel lungo periodo per verificare se saremo stati in grado di proteggerli dallo sviluppare il morbo di Alzheimer".

I trial iniziali negli esseri umani si focalizzeranno su persone con Alzheimer precoce, che sono quelli con la maggiore necessità e che potrebbero essere caratterizzati da rapidi benefici osservabili. Ma il vaccino è progettato anche per prevenire lo sviluppo della malattia in individui sani e potrebbe in futuro essere dato a persone decenni prima che queste rischino di sviluppare l'Alzheimer.

Ad ogni modo, Petrovsky ritiene che, se il vaccino si dimostrasse in grado di funzionare in modo preventivo, questo potrebbe avere enormi ritorni positivi, sia in termini di risparmi per i sistemi sanitari che per il benessere degli individui, ai quali verrebbe evitato di sviluppare questa devastante malattia.

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