Nove cose che tua madre ti tiene nascoste. Questo ti farà piangere!


Loro ci mettono al mondo e da questo momento il loro unico pensiero è il nostro benessere. Se abbiamo abbastanza da mangiare, se indossiamo abiti caldi, se siamo puliti e ordinati, se abbiamo messo in ordine la camera, rifatto il letto… Le nostre madri sono sempre lì per noi. Sembra quasi ovvio che non abbiano altro interesse a cuore che la nostra felicità. Molte volte, però, dimentichiamo che anche le mamme sono persone, animate da desideri propri e con una propria vita, e che spesso si mettono al secondo posto perché il loro amore per i figli è più grande e perché si preoccupano più per loro che per se stesse. É arrivato il momento di svelare tutti i segreti che ciascuna mamma porta con sé, ogni giorno, pensando ai propri figli.

1. Tu sei il motivo per cui ha pianto tanto. Ha pianto dalla gioia, appena ha saputo che era incinta. Ha pianto dalla felicità quando finalmente ti ha tenuto tra le mani. Ha pianto di preoccupazione quando le cose non andavano bene e di orgoglio per ogni nuovo passo che hai fatto sul cammino della vita.

2. Anche lei vuole l’ultima fetta. Ma, naturalmente, ti dice che è piena quando si accorge che tu vuoi ancora mangiare. Per amore puro nei tuoi confronti, la cede. E non si limita a darti l’ultima fetta di torta, ma molto di più nella vita in generale.

3. É sempre preoccupata per te. Anche prima che tu nascessi, ha fatto di tutto per preservarti dalle cose brutte. Quando rimanevi fuori fino a tardi, ti ha aspettato. Non per disturbarti, ma per assicurarsi che tu stessi bene. Non importa se sta male o se ha il cuore infranto. Lei sarà sempre al tuo fianco. Sempre.

4. Ha sofferto. Di tanto in tanto. La tua nascita ha rappresentato il dolore fisico più grande che una persona possa percepire. E anche i 9 mesi prima sono stati tutt’altro che facili. In seguito l’hai mordicchiata mentre ti allattava, le hai tirato i capelli, dato calci. Ma è sufficiente un tuo sorriso per farle dimenticare ogni cosa.

5. Lei non è perfetta. Forse le sue attenzioni alle volte ti danno ai nervi. Forse non ha fatto tutto bene come tu ti aspettavi. Ma cerca sempre di fare del suo meglio ed è sicuramente la maggior critica di se stessa.

6. Le piace guardarti. Per lei è incredibilmente difficile volgere lo sguardo altrove. Dopo che finalmente ti sei addormentato in una notte insonne, e poi svegliato di nuovo con un sorriso, in quella notte le si è scaldato tremendamente il cuore.

7. Quando hai pianto, le è crollato il mondo addosso. Ogni tuo singhiozzo è una pugnalata al cuore. Per lei non c’è niente di più importante che confortarti e renderti felice.

8. Lasciarti andare via è una perdita terribile. Lei sa fin dall’inizio che la tua vita sarà fatta di piccoli passi. Ogni passo è difficile per lei; si tratti del tuo primo amore o del primo appartamento in affitto. Quello che a te sembra un breve momento, per lei dura un’eternità. Ecco perché è così difficile.

9. Farebbe tutto di nuovo. Nonostante tutto il dolore e ciò che ha perso, l’amore e la gioia che nutre nei tuoi confronti sono sempre più grandi e importanti. Questo è il motivo per cui farebbe di nuovo tutto da capo. Perché lei ti ama. Quando vedi tua madre, dille quanto la ami. Oppure ringraziala. Questo le farà toccare il cielo con un dito. A volte è bene ricordarsi di tutto ciò che le madri fanno per noi e di quanto ci hanno aiutato nel cammino della vita affinché potessimo crescere e maturare. Condividi questi pensieri sulla persona migliore del mondo. (Fonte: Web)

2017: taglio sulle pensioni da gennaio, ecco quanto si perde...


Pensioni 2017: è in arrivo a gennaio un taglio alle pensioni che, seppur lieve, farà calare l’assegno pensionistico di tutti i pensionati in Italia. Si tratta del conguaglio negativo del 2017 calcolato sullo 0,1% dell’importo riconosciuto di diritto e pertanto i pensionati faranno bene a prender carta e penna e calcolare di quanto diminuirà la loro pensione per il prossimo anno.

Il conguaglio negativo sugli assegni pensionistici riguarda gli importi erogati ai pensionati nel 2015; un conguaglio una tantum che servirà a rimborsare quanto erogato erroneamente nei confronti dei pensionati negli anni passati.

Ma qual è il motivo del taglio alle pensioni nel 2017 e di quanto diminuiranno gli assegni? Causa della novità che non può certo far felici i pensionati è il conguaglio negativo dovuto all’inflazione. Per il prossimo anno dovrà essere recuperato lo 0,1% dell’importo erogato negli scorsi anni nei confronti dei pensionati a seguito della rivalutazione degli assegni pensionistici e più nello specifico, dovranno essere erogati gli importi eccessivi relativi al 2015.

Di quanto saranno tagliate le pensioni del 2017 e quanto perderanno i pensionati? Ecco dettagli, esempi e simulazioni dell’amara novità per i pensionati in arrivo a gennaio 2017.
Pensioni 2017: da gennaio tagli sull’assegno. Ecco perché e quanto si perde

Il conguaglio negativo sulle pensioni nel 2017 comporterà il taglio dell’assegno pensionistico dello 0,1% relativo agli assegni erogati nel 2015. La decisione di tagliare l’assegno pensionistico nei confronti della totalità dei pensionati è stata stabilita dopo il congelamento del recupero stabilito con la Legge di Stabilità 2014 quando, per effetto dell’inflazione, la rivalutazione dell’assegno pensionistico era già stata calcolata in negativo.

Nel 2017 non sono previsti rinvii e, pertanto, per i pensionati non sono in arrivo notizie positive. Il taglio ci sarà ma la consolazione è che l’importo non scenderà di molto.

Il calcolo di quanto si perderà a causa del conguaglio negativo dovrà essere effettuato sulla base del proprio importo di pensione 2017. L’unica certezza è che, oltre alla diminuzione a causa del conguaglio negativo, per il 2017 le pensioni saranno bloccate e non ci saranno rivalutazioni sull’assegno pensionistico.

A causa dell’indice di inflazione a zero, non subiranno modifiche gli importi del trattamento minimo, fissato a 501,89 nel 2017 e tanto meno per l’assegno sociale, che resterà pari a 448,06 euro al mese.

Ma quanto perderanno i pensionati? Ecco cosa comporterà il conguaglio dello 0,1% sulle pensioni e di quanto diminuiranno a gennaio 2017.
Pensioni 2017, da gennaio tagli sull’assegno: ecco quanto si perde

Il taglio della pensione a gennaio 2017 dovrà essere calcolato nella misura dello 0,1% del proprio assegno pensionistico. Gli effetti dell’inflazione e la rivalutazione a zero comporterà l’inevitabile diminuzione dell’assegno pensionistico ma, a consolare i pensionati, è la notizia che si tratterà di un importo esiguo.

Per quel che riguarda la platea di pensionati con pensione lorda di 1.400 euro, ovvero un’ampia fetta della popolazione, la perdita che si registrerà a partire da gennaio 2017 sarà in totale di 18,60 euro all’anno, compresa la tredicesima mensilità erogata nel mese di dicembre.

Discorso diverso per le pensioni di importo maggiore: la perequazione è calcolata al pieno per le pensioni fino a 3 volte l’importo dell’assegno minimo, al 95% per quelle da 3 a quattro volte, al 75% per quelle da quattro a cinque volte, al 50% da cinque a sei volte il minimo e al 45% per quelli superiori a 6 volte il trattamento minimo.

In sostanza, per i pensionati con assegni compresi tra 1.400 euro e fino a 3.000 euro la perdita sarà compresa tra 18 e 20 euro in totale; per le pensioni più alte, ovvero su un assegno medio di 3.000 euro, il taglio sarà dello 0,095% ovvero di 37,05 euro.

L’importo è, in sostanza, proporzionalmente diminuito sulla base dell’ammontare dell’assegno pensionistico, con un taglio inferiore per quel che riguarda le pensioni di importo maggiore.

Discorso diverso, invece, per le pensioni d’oro, ovvero quelle superiori al trattamento minimo di 14, 20 e 30 volte. Non si applicherà il contributo di solidarietà rispettivamente del 6%, del 12% e del 18% e pertanto gli assegni aumenteranno, tornando all’importo pieno.

Oggi è il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno: ecco perché...


Oggi è il Blue Monday, ovvero il giorno più triste dell’anno, che cade ogni terzo lunedì di gennaio.

Nel Regno Unito la “ricorrenza” viene presa molto sul serio, tanto che è stato calcolato che in questa giornata aumenta il numero di assenze dal lavoro.

A calcolare la data “critica” è stato Cliff Arnall, uno psicologo dell’Università di Cardiff, che tramite una complicata equazione (che considera numerose variabili tra cui il meteo, i sensi di colpa per i soldi spesi per i regali di Natale, il calo di motivazione dopo le Feste) è riuscito a stabilire che questo è proprio il giorno più triste dell’anno. C’è da dire però che l’università ha da tempo preso le distanze da Arnall, e nel corso degli anni è emerso come la formula originale fosse stata elaborata dall’agenzia di pubbliche relazioni londinese Porter Novelli: era l’inizio del 2005 quando la compagnia di viaggi Sky Travel decise di promuovere un’iniziativa per convincere i propri clienti che la loro eventuale tristezza aveva un fondamento scientifico, e che per questo la si poteva combattere con una bella vacanza.

Già gennaio è da molti considerato come il mese più faticoso dell’anno, ma il terzo lunedì del mese la situazione peggiora, spiegava Arnall. A contribuire sarebbero una serie di influssi negativi: il tempo uggioso e il freddo, il fatto che Natale sia ormai solo un ricordo e la consapevolezza che i buoni propositi del nuovo anno sono, come sempre, una chimera. Inoltre stanno arrivando i conti delle ‘spese allegre’ di Natale e l’estate appare ancora lontana. Arnall aveva codificato tutto in una formula e messo tutto insieme: meteo, debiti (la differenza tra debito accumulato e la nostra capacità di pagare), giorni che ci separano dal Natale, giorni in cui già abbiamo ‘saltato’ i buoni propositi di Capodanno, livello di motivazione. Il risultato è un senso di fallimento e di assoluta sfiducia nel superare gli eventi; a ciò si aggiunga il fatto che è pure lunedì, ovvero l’inizio della settimana lavorativa. Come superare tutto ciò? Arnall consigliava per esempio di guardare un film divertente, chiamare gli amici e mangiare insieme, magari contattando persone non frequentate da mesi o anni.
Gli psichiatri in questo particolare giorno invitano a vivere anche la tristezza come un’emozione in qualche modo da rivalutare. ”Si gioca sicuramente sul giorno di questa particolare ‘ricorrenza’, infatti cadendo di lunedì le persone sono evidentemente di umore peggiore. Forse diverso sarebbe l’atteggiamento se il Blue Monday si celebrasse di sabato o domenica,” dichiara il presidente della Società italiana di psichiatria (Sip) Claudio Mencacci. ”Anche la tristezza è un’emozione, dunque viviamola come tale e questa giornata, in un certo senso, la rivaluta”. Cosa ben differente, ”è parlare di depressione, che è una vera patologia per la cui cura si fa ancora troppo poco. Di depressione bisogna parlare di più, mettendo in campo misure mirate”.

Cane che chiede scusa. Che tenero.. (Video)

Incredibile: un uomo affetto da malattia rara cambia aspetto e...



Bangladesh: Abul Bajandar affetto da una malattia rara che lo fa diventare "l'uomo albero": Dopo Un Anno Il Suo Aspetto Cambia..

Avere delle verruche è una cosa abbastanza comune, ma la situazione di Abul Bajandar è drammatica. Per anni l’uomo ha sofferto di verruche su tutto il corpo, le sue mani hanno assunto l’aspetto della corteccia di un albero.
Abul soffre di una malattia rara, la quale prende il nome di Epidermodysplasia Verruciformisa, la quale è causata da un difetto nel sistema immunitario.


L’uomo proviene da un piccolo villaggio del Bangladesh, la sua prima verruca è comparsa quando aveva 10 anni. In seguito non è stato in grado di utilizzare le mani a causa delle verruche che ricoprivano la superficie. Veniva chiamato in tutto il mondo “l’uomo albero”.

Le sue mani ed anche i piedi erano diventate dei veri e propri rami di legno, per fortuna ha conosciuto un medico che lo ha aiutato ad eliminare le verruche. Abul Bajandar, per la sua rara patologia, è rimasto tre ore e mezza sotto ai ferri con un team di nove chirurghi ma, dicono, "è andato tutto bene". A dare notizia dell'intervento compiuto in un ospedale di Dacca è l'ABC News. I medici hanno rimosso parte delle escrescenze del peso di più di 5 chili con cui il 26enne ha convissuto per gli ultimi dieci anni. "Per ora abbiamo tolto quelle delle mani" ha detto il direttore sanitario Samantha Lal Sen. "Dovremo aspettare a vedere come reagisce, poi, decideremo se procedere con quelle dei piedi". Il giovane di Khulna è affetto da da Epidermodysplasia Verruciformisa, una malattia molto rara, caratterizzata da un'infezione cronica, dovuta al papilloma virus, con la formazione disseminata di squame ed escrescenze sugli arti, che sembrano ricoperti della stessa corteccia degli alberi. L'intervento è stato pagato dal governo del Bangladesh. Sottoponendosi a 16 operazioni, l’uomo ha riacquistato l’uso delle mani.

Dopo un solo anno di operazioni, il sogno di vivere la vita come una persona normale è finalmente diventato realtà. Adesso l’uomo può abbracciare nuovamente sua figlia.
Fonte: AKadnkronos.

Il bambino rifiutato da tutti va a vivere dalla nonna. Ciò che fa per ringraziarla è incredibile!..


Questa storia venne pubblicata diverso tempo fa su Facebook, ma di recente ha riacquisito popolarità tra gli utenti. Non è difficile capire il perché: non è solo una storia meravigliosa, ma ci ricorda qualcosa che spesso dimentichiamo. Ossia che dovremmo apprezzare le piccole cose della vita.

Quando abbiamo letto questa bellissima storia, non ce la siamo sentita di non pubblicarla: era troppo bella. Il post parla di un ragazzo rifiutato da entrambi i genitori, ma con un atteggiamento verso la vita che può essere d’insegnamento a tutti noi!

“Per un certo periodo, ogni domenica, una persona mi donava un fiore che io mettevo puntualmente all’occhiello della giacca. Ricevevo il fiore tutte le domeniche, quindi iniziai a darlo per scontato. Era un bel gesto, che apprezzavo, ma faceva anche parte della mia routine. Una domenica, tuttavia, accadde qualcosa di molto speciale.

Stavo uscendo dalla chiesa quando un ragazzino si avvicinò a me e disse: “Signore, che cosa farà col suo fiore?”

All’inizio non capii a cosa si riferisse, ma poi mi ricordai del fiore. “Intendi questo?” risposi indicando il fiore sulla mia giacca.

“Sì” rispose. “Vorrei sapere se intende buttarlo via.” Sorrisi e gli dissi che poteva prenderlo se lo desiderava.

Il ragazzino, che non poteva avere più di 10 anni, disse: “Lo darò a mia nonna. I miei genitori hanno divorziato e sono andato a vivere con mia madre, ma quando si è risposata voleva che andassi da mio padre. Sono stato con mio padre per un po’, ma poi mi ha detto che non potevo restare, quindi mi sono trasferito dalla nonna. Lei è buona con me. Mi prepara del cibo delizioso e si prende cura di me. Vorrei regalarle un fiore perché mi vuole bene.”

Quando il ragazzo finì di raccontare la sua storia, riuscivo a malapena a parlare. I miei occhi si erano riempiti di lacrime e mi resi conto che le sue parole mi avevano colpito. Tolsi il fiore dalla mia giacca e glielo tesi dicendo: “è forse la cosa più bella che io abbia mai sentito, ma questo fiore non è abbastanza. Se guardi verso il pulpito, vedrai dei grandi mazzi di fiori. Alcune famiglie le acquistano per la chiesa ogni settimana. Prendine uno e donalo a tua nonna perché quella donna merita il meglio.”

Come se non fossi già abbastanza emozionato, il ragazzo mi disse un’ultima cosa, che ricorderò per sempre: “Che giornata meravigliosa! Volevo solo un fiore ma ho avuto un mazzo intero!”

Il ragazzo è un’ispirazione per tutti noi. Ci fa capire che è importante ricordare e apprezzare ciò che si ha. La nonna sta facendo davvero un ottimo lavoro con il nipote!

Condividete questa storia con i vostri amici se anche a voi è piaciuta tanto quanto a noi!
Fonte> Worthy To Share

Le 4 candele .. (Un messaggio per tutti)


Le quattro candele, bruciando, si consumavano lentamente.
Il luogo era talmente silenzioso,
che si poteva ascoltare la loro conversazione.

La prima diceva:
"IO SONO LA PACE,
ma gli uomini non mi vogliono:
penso proprio che non mi resti altro da fare
che spegnermi!"
Così fu e, a poco a poco, la candela si lasciò spegnere completamente.

La seconda disse:
"IO SONO LA FEDE
purtroppo non servo a nulla.
Gli uomini non ne vogliono sapere di me,
non ha senso che io resti accesa".
Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la spense.

Triste triste, la terza candela a sua volta disse:
"IO SONO L'AMORE
non ho la forza per continuare a rimanere accesa.
Gli uomini non mi considerano
E non comprendono la mia importanza.
Troppe volte preferiscono odiare!"
E senza attendere oltre, la candela si lasciò spegnere.

...Un bimbo in quel momento entrò nella stanza
e vide le tre candele spente.
"Ma cosa fate! Voi dovete rimanere accese,
io ho paura del buio!"
E così dicendo scoppiò in lacrime.

Allora la quarta candela, impietositasi disse:
"Non temere, non piangere:
finchè io sarò accesa, potremo sempre
riaccendere le altre tre candele:
IO SONO LA SPERANZA"

Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime,
il bimbo prese la candela della speranza e riaccese tutte le altre.

CHE NON SI SPENGA MAI LA SPERANZA
DENTRO IL NOSTRO CUORE...

...e che ciascuno di noi possa essere
lo strumento, come quel bimbo,
capace in ogni momento di riaccendere
con la sua SPERANZA,
la FEDE, la PACE e l'AMORE.

La leggenda dei tre giorni della merla...


Vi sono due versioni della celebre leggenda sui giorni della merla che secondo tradizione, sono gli ultimi tre giorni di gennaio: 29, 30 e 31 oppure gli ultimi due giorni di gennaio e il primo di febbraio. Sempre secondo la tradizione sarebbero i tre giorni più freddi dell’anno. Ecco di seguito le due leggende (di cui la seconda pare più attendibile)

Prima versione:
Tanto, tanto tempo fa a Milano ci fu un inverno molto rigido.
La neve scendeva dal cielo e copriva tutta la città, le strade, i giardini.
Sotto la grondaia di un palazzo in Porta Nuova c’era il nido di una famigliola di merli, che a quel tempo avevano le piume bianche come la neve. C’era la mamma merla, il papà merlo e tre piccoli uccellini, nati dopo l’estate.
La famigliola soffriva il freddo e stentava a trovare qualche briciola di pane per sfamarsi, perché le poche briciole che cadevano in terra dalle tavole degli uomini venivano subito ricoperte dalla neve che scendeva dal cielo.
Dopo qualche giorno il papà merlo prese una decisione e disse alla moglie: “Qui non si trova nulla da mangiare, se continua così moriremo tutti di fame e di freddo. Ho un’idea, ti aiuterò a spostare il nido sul tetto del palazzo, a fianco a quel camino, così mentre aspettate il mio ritorno non avrete freddo. Io parto e vado a cercare il cibo dove la neve non è ancora arrivata”.
E così fu fatto: il nido fu messo vicino al camino e il papà partì. La mamma e i piccoli uccellini stavano tutto il giorno nel nido, scaldandosi tra loro e anche grazie al fumo che usciva tutto il giorno dal camino.
Dopo tre giorni il papà tornò a casa e quasi non riuscì più a riconoscere la sua famiglia! Il fumo nero che usciva dal camino aveva colorato di nero tutte le piume degli uccellini!
Per fortuna da quel giorno l’inverno divenne meno rigido e i merli riuscirono a trovare cibo sufficiente per arrivare alla primavera.
Da quel giorno però tutti i merli nascono con le piume nere e, per ricordare la famigliola di merli bianchi divenuti neri, gli ultimi tre giorni del mese di gennaio sono detti “I tre giorni della merla”.

Seconda versione:
Una merla dal bellissimo piumaggio bianco, era sempre strapazzata da gennaio, mese freddo e scuro, che non aspettava altro che lei uscisse dal nido in cerca di cibo, per scatenare freddo e gelo.
Stufa delle continue persecuzioni, un anno la merla fece provviste che bastassero per un mese intero e poi si rinchiuse nel suo nido. Rimase lì, al riparo, per tutto il mese di gennaio, che all’epoca durava ventotto giorni.
Giunti all’ultimo giorno del mese, la merla, credendo di aver ingannato il perfido gennaio, sgusciò fuori dal nido e si mise a cantare per prenderlo in giro.
Gennaio, furioso, se ne risentì e chiese tre giorni in prestito a febbraio. Avutoli in dono, scatenò bufere di neve, vento, gelo, pioggia.
La merla si nascose allora in un camino e vi restò ben nascosta aspettando che la bufera passasse.
Trascorsi i tre giorni e finita la bufera, la merla uscì dal camino, ma a causa della fuliggine, il suo bel piumaggio candido si era tutto annerito.
Così essa rimase per sempre con le piume nere e da quel giorno tutti i merli nascono di colore scuro.

Come in tutte le leggende, esiste un fondo di verità: nel calendario romano il mese di gennaio durava solo ventinove giorni.
Sempre secondo la leggenda, se i giorni della merla sono freddi, la primavera sarà mite; se invece sono caldi, la primavera arriverà in ritardo.

Barzelletta... Discriminante. (Senza offesa per la categoria)


Uno spazzino vede in spiaggia un bambino che costruisce sulla sabbia e gli chiede:
"che cosa stai costruendo?"
e il bambino:
"uno spazzino"
e lui:
"e con cosa lo costruisci?"
e il bambino:
"con acqua, sabbia e cacca!"

lo spazzino sentendosi offeso lo prende per un braccio e lo picchia.

Il giorno dopo vede di nuovo il bambino e gli chiede che cosa stia costruendo e il bambino:
"un pompiere."
e lui:
"e con che cosa lo costruisci?"
e il bambino:
"con acqua e sabbia"
e lo spazzino:
"e la cacca non ce la metti?"
e lui:
"No perché sennò viene fuori uno spazzino."

Riforma pensioni ultime novità: arriva "Rita" ecco a chi spetta..


L'inizio di gennaio porta in dote molte novità sulla riforma pensioni, contenute all'interno della Legge di Stabilità per il 2017. Oggi parliamo di Rita, una misura studiata dal precedente governo Renzi per agevolare l'uscita flessibile dal mondo del lavoro. Che cos'è e qual è il suo significato? Nell'articolo ci soffermeremo, inoltre, ancora sui lavoratori precoci, protagonisti negli ultimi giorni di alcune importanti iniziative di cui vi daremo atto.
Pensioni, alla scoperta di Rita

No, non si tratta di un nuovo ministro né di altre figure femminili legate al nuovo governo Gentiloni. Le ultime notizie sulla riforma pensioni hanno per protagonista Rita, l'acronimo di Rendita Integrativa Anticipata. Siamo di fronte ad una misura, pensata dall'esecutivo Renzi, per rendere più flessibile l'uscita dal mercato del lavoro, che negli ultimi anni era diventato un problema di rilievo all'interno del panorama italiano. Rita aggiusterà le cose oppure, fondamentalmente, l'andamento sarà identico al precedente?

A chi spetta Rita? La Rendita Integrativa Anticipata è pensata ai lavoratori che hanno 63 anni di età e almeno 20 anni di contributi. Il requisito che i lavoratori devono rispettare è il seguente, l'ottenimento degli anni per il pensionamento obbligatorio entro 3 anni e 7 mesi. Non solo, sull'accesso a Rita viene posta un'ulteriore condizione, quella di avere una pensione non inferiore ai 700 euro lordi al mese, vale a dire superiore a 1,4 volte del trattamento minimo dell'Inps.

Chiarendo ancora meglio la questione, in parole povere cos'è Rita? Poniamo il caso di un lavoratore, il quale non ha raggiunto ancora il requisito di accesso al sistema pensionistico obbligatorio ma ha comunque maturato almeno 20 anni di contributi ed ha un'età di 63 anni. Se il rapporto di lavoro è terminato, poiché è stato licenziato o per un'altra ragione, può richiedere la liquidazione totale, o parziale, del montante accumulato fino ad allora, che gli sarà riconosciuto come rendita temporanea, fino a quando non raggiungere il requisito anagrafico per il pensionamento obbligatorio.

Tornando al caso dei lavoratori precoci, vi aggiorniamo sull'iniziativa portata avanti dal gruppo de I Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti, che presto presenterà una pagina personalizzata per ogni comitato, di regione in regione. Un modo per rendere ancora più agevole l'informazione tra gli iscritti riguardo le iniziative di cui si renderà protagonista non solo la pagina ma anche ciascun comitato.

Prosegue nel frattempo il silenzio mediatico sulla categoria. Qualcosa però si muove. Ad esempio, nella prima puntata del nuovo anno di Dimartedì, condotta dal giornalista Giovanni Floris, si è affrontata la tematica previdenziale, con ospiti in studio Cazzola, Sallusti e Giannini. Con la ripresa di tutte le trasmissioni a sfondo politico, appare naturale la ripresa dei collegamenti con protagonisti i precoci stessi e le loro richieste al governo e al mondo della politica più in generale, finalizzate ad un comune obiettivo, quota 41 per tutti.

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