Cambiamenti in vista con l’entrata in vigore del decreto Madia: reperibilità 24 ore su 24, controlli a domicilio mirati e un polo unico di riferimento.
Attenzione a darsi malati al lavoro, perché per non ricevere spiacevoli sorprese è importante conoscere la disciplina sulla visita fiscale. Con l’entrata in vigore, entro metà febbraio, del decreto Madia sul pubblico impiego, infatti, si cercherà di rafforzare il sistema di accertamento sulle assenze per malattia dei lavoratori sia pubblici che privati, aumentando i controlli e modificando le fasce di reperibilità.
Nuove fasce orarie di reperibilità
“L’idea è di uniformare le fasce orarie del pubblico e del privato, è un’esigenza indifferibile”, ha dichiarato Massimo Piccioni, coordinatore generale dell’area medico-legale dell’Inps. Ad oggi, infatti, i dipendenti privati devono essere reperibili 4 ore al giorno dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, mentre i dipendenti pubblici 7 ore al giorno dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Secondo alcune indiscrezioni sul Testo Unico, quindi, una possibile soluzione potrebbe consistere nel far coincidere le fasce orarie del settore pubblico con quelle del privato, oppure eliminare le fasce orarie, obbligando il lavoratore a garantire una reperibilità costante, salvo casi di “preventiva e comunicata necessità sanitaria o nei casi di documentata urgenza medica”.
“Polo” unico di riferimento per pubblici e privati
I medici potrebbero tornare a visitare a domicilio, effettuando controlli ripetuti e mirati; e con il nuovo decreto si spera di rendere la materia più omogenea, intervenendo anche sulle modalità di fruizione dei permessi, compresi quelli ex legge 104. L’idea è di creare un “polo” unico, in capo all’Inps, in grado di gestire le visite fiscali sia dei dipendenti pubblici che privati, con l’intento di smascherare i fini malati.
Per realizzare questo “polo” unico, però, sarà necessario l’impiego di nuove risorse e a tal proposito Piccioni ha commentato: “Il Mef dovrà trasferire risorse adeguate per potenziare i controlli, per assicurare la continuità ai medici già iscritti nelle liste speciali dell’istituto ed eventualmente ampliare la platea trasferendo le professionalità dei medici delle Asl“.
Controlli a domicilio mirati e ripetuti
Grazie all’utilizzo di appositi sistemi informatici, si cercherà di individuare i possibili furbetti: “Dai nostri sistemi vengono estratti ad esempio tutti coloro che si ammalano il lunedì e allora vengono disposti i controlli domiciliari fiscali“. E secondo Piccioni, una task force dei controlli a domicilio potrebbe motivare ulteriormente i medici, “dal momento che vengono pagati a visita e di recente abbiamo dovuto ridurre la loro attività per tagli imposti da esigenze di bilancio“. Per ogni visita, infatti, ogni medico percepisce tra i 40 e i 50 euro, e in questo periodo di crisi, dei soldi in più, fanno sicuramente comodo.