Elogio alle donne oltre i quarant'anni.. (bellissima da leggere)

Scrive un uomo: Più invecchio, più apprezzo le ultraquarantenni rispetto alle donne più giovani. Ecco alcuni dei motivi: Una quarantenne non ti sveglierà mai nel cuore della notte per chiederti a cosa stai pensando. Non le importa un bel niente di saperlo. Se una quarantenne non vuol guardare la partita, non ti starà intorno a piagnucolare. Farà qualcosa che le piace e, in genere, si tratterà di una cosa più interessante. Una quarantenne si conosce abbastanza da sapere chi è, cosa è, cosa vuole e da chi. A poche quarantenni interessa cosa tu pensi di loro. Le quarantenni hanno dignità. Non ti faranno una scenata all'opera o in un ristorante costoso. Naturalmente, se te lo meriti, non esiteranno a spararti, se pensano di farla franca! Le donne più mature sono generose di complimenti, spesso immeritati. Sanno cosa vuol dire non essere apprezzati. Una quarantenne è abbastanza sicura di sé per presentarti alle amiche. Una donna più giovane in presenza di un uomo ignorerà persino le sue amiche più care, perché non si fida. Alle quarantenni non interessa se tu sei attratto dalle loro amiche, perché sanno che queste non le tradiranno. Le donne diventano telepatiche ad una certa età. Non hai bisogno di confessare loro i tuoi peccati. Li intuiscono puntualmente. Le quarantenni, una volta superate le prime due o tre rughe, sono molto più sexy delle giovani. Le quarantenni sono dirette e oneste. Ti diranno subito se sei un imbecille o se ti stai comportando da tale. Non hai bisogno di chiederti in che rapporti siete. Si, apprezziamo le ultraquarantenni per un sacco di ragioni. Sfortunatamente, la cosa non è reciproca. Per ogni fantastica, intelligente, sexy e ben pettinata quarantenne (e oltre) c'è un ometto calvo e con la pancetta che si rende ridicolo con una cameriera di 22 anni.

La vita è come un viaggio in treno..(Video)

Monete da 50 e 100 Lire possono valere fino a 2000 Euro..(Clicca l'immagine per leggere)


Ecco quali sono le monete che valgono migliaia di Euro e come riconoscerle: I collezionisti, ma anche chi ha conservato le vecchie lire, nello specifico le monete, potrebbero trovarsi tra le mani un vero e proprio gruzzoletto. Dopo aver visto le monetine da un centesimo di euro che valgono ben 2.500 € clicca qua per scoprire quali sono , vediamo ora le monete in lire che avremmo fatto bene a conservare. Monete da 50 e 100 Lire possono valere fino a 2000 Euro. Le monete se sono in ‘fior di conio’, e cioè se sono conservate al meglio senza graffi o segni di usura, hanno raggiunto valutazioni di tutto rispetto. Non bisogna neanche andare troppo indietro negli anni per scoprire che le 100 Lire coniate nel 1955 possono valere fino a 1.200 Euro. Anche le 50 Lire del 1958 non sono da sottovalutare, se ne avete potreste trovarvi tra le mani una monetina che vale dai 20 fino ai 2.000 Euro, tutto dipende dallo stato di conservazione. Se torniamo indietro nel tempo di qualche anno, ci sono le 10 Lire del 1954 che si aggiudicano ben 70 Euro, tenendo sempre ben a mente che devono essere perfette. E ancora le 5 Lire del 1956: queste sono sicuramente più rare. Ne furono messi in circolazione dalla Zecca solamente 400mila esemplari e possono valere da un minimo di 50 Euro ad un massimo di 1.500. Queste sono le valutazioni del catalogo di Bolaffi, cui i collezionisti fanno quasi sempre riferimento. Se avete qualche moneta in casa, datele uno sguardo… potreste ritrovarvi tra le mani un piccolo ma sostanzioso capitale, Non sarebbe male scoprire di aver da qualche parte un centesimo "antonelliano" che vale 2500 euro, anzi ultimamente è stato aggiudicato a 6.600 euro (diritti inclusi) a un collezionista italiano.
(Chi le avesse in casa deve rivolgersi ad un numismatico per la valutazione)

Immagina che un angelo ti sia sempre vicino. (Video)

Attenzione ad acquistare maschere di carnevale "made in china" potrebbero essere tossiche.. (Clicca immagine per Leggere)


Oltre due milioni di abiti, maschere e giochi, non conformi agli standard di sicurezza, stoccati in quattro depositi di via dell'Omo, nella periferia orientale della capitale.
È la scoperta fatta dai finanzieri del Comando provinciale di Roma impegnati nell'operazione «Carnevale sicuro»: l'analisi gascromatografica condotta su alcuni campioni dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale ha evidenziato la presenza, nelle maschere, di quantità elevate di «Cicloesanone», composto infiammabile e nocivo per inalazione, oltre che irritante per le mucose, le vie respiratorie superiori, gli occhi e la pelle.

Quattro gli imprenditori cinesi denunciati. Dall'inizio dell'anno le Fiamme gialle capitoline hanno già sequestrato complessivamente, in 150 interventi, oltre 3 milioni di articoli, contraffatti o pericolosi, e denunciato 66 persone. I falsi «made in China» coprono tutte le stagioni, dagli occhiali da sole e dagli orologi da spiaggia fino alle luminarie natalizie passando per gli articoli di cancelleria alla ripresa dell'anno scolastico: stavolta l'obiettivo era quello di invadere il Carnevale romano, offrendo prodotti a basso costo alle tante famiglie che, in tempi di crisi, cercano di far divertire i figli facendo quadrare i conti.

Alcuni dei prodotti sequestrati erano privi del marchio «CE», altri presentavano la grafica «CE» difforme da quella prescritta dalla normativa comunitaria, in modo da ingannare il consumatore finale sul possesso dei requisiti prescritti in tema di sicurezza. «Per l'ennesima volta - sottolineano gli investigatori - la domanda è se valga davvero la pena di barattare salute per un risparmio di alcuni euro e, per l'ennesima volta, la risposta è contenuta nelle poche, scarse, chiare righe degli esami di laboratorio».

Nelle stesse ore, in un altro capannone, stavolta a Fiano Romano, sono state scoperte e sequestrate 45mila calzature con i loghi contraffatti «Hogan», «Nike» ed «Adidas», tutte di ottima fattura, esteticamente identiche agli originali. Una volta immesse sul mercato, avrebbe fruttato all'organizzazione oltre un milione di euro. L'operazione è iniziata sull'autostrada Milano-Roma, dove le Fiamme gialle del Gruppo di Fiumicino hanno intercettato un autoarticolato con targa bulgara e un'auto di «staffetta», in viaggio verso sud. I mezzi - seguiti a debita distanza - dopo essere usciti dal casello di Fiano hanno raggiunto un immenso capannone industriale dove alcuni gregari dell'organizzazione hanno immediatamente iniziato lo scarico dei colli.

Entrati in azione, i militari hanno scoperto che, sia nel tir sia nel deposito, erano stipate in perfetto ordine scarpe «taroccate» con i marchi delle più note griffe, in grado di ingannare anche l'occhio più esperto. Dai primi accertamenti è emerso che la partita, spedita dal sud-est Asiatico, aveva raggiunto la capitale passando da Sofia: dopo essere stata consegnata ad un magrebino trapiantato da anni in Italia ed esperto del settore, sarebbe stata distribuita, in poche ore, alla fitta rete di ambulanti, per lo più senegalesi, per essere smerciata sul mercato romano. Sia il nordafricano destinatario della merce sia l'italiano proprietario del capannone sono stati denunciati a piede libero per i reati di importazione e deposito di merce contraffatta e ricettazione.

Le origini e la storia del Carnevale.


Caratterizzato da colori e schiamazzi, il carnevale è considerata la festa dell'allegria per eccellenza.
Certamente non è facile indagare sulle origini di una festa come il carnevale, le cui tracce storiche nessuno ha potuto o voluto realmente conservare. Non è possibile nemmeno fare luce sui diversi aspetti che ne caratterizzano i festeggiamenti, in quanto, nel corso dei secoli e in realtà geografiche diverse, il carnevale si è arricchito di sfumature sempre nuove.
Le origini del carnevale
L'etimologia del termine "carnevale" risale, con ogni probabilità, al latino carnem levare, espressione con cui nel Medioevo si indicava la prescrizione ecclesiastica di astenersi dal mangiare carne a partire dal primo giorno di Quaresima, vale a dire dal giorno successivo alla fine del carnevale, sino al "giovedì santo" prima della Pasqua. Il carnevale infatti, nel calendario liturgico cattolico-romano si colloca necessariamente tra l'Epifania (6 gennaio) e la Quaresima. Le prime testimonianze documentarie del carnevale risalgono ad epoca medievale (sin dall'VIII sec. ca.) e parlano di una festa caratterizzata da uno sregolato godimento di cibi, bevande e piaceri sensuali. Per tutto il periodo si sovvertiva l'ordine sociale vigente e si scambiavano i ruoli soliti, nascondendo la vecchia identità dietro delle maschere.

I festeggiamenti culminavano solitamente con il processo, la condanna, la lettura del testamento, la morte e il funerale di un fantoccio, che rappresentava allo stesso tempo sia il sovrano di un auspicato e mai pago mondo di "cuccagna", sia il capro espiatorio dei mali dell'anno passato. La fine violenta del fantoccio poneva termine al periodo degli sfrenati festeggiamenti e costituiva un augurio per il nuovo anno in corso. Nelle varie manifestazioni carnevalesche è possibile individuare un denominatore comune: la propiziazione e il rinnovamento della fecondità, in particolare della terra, attraverso l'esorcismo della morte. Il periodo carnevalesco coincide più o meno con l'inizio dell'anno agricolo, un chiaro indizio che permette di collegare direttamente il carnevale alle feste greche di impronta dionisiaca (le feste in onore di Dionisio, dio greco del vino, caratterizzate dal raggiungimento di uno stato di ebbrezza ed esaltazione entusiastica, che sfociavano in vere e proprie orge), e a quelle romane dei Saturnali (solenne festa religiosa, che si celebrava in onore del dio Saturno e durante la quale si tenevano cerimonie religiose di carattere sfrenato e orgiastico, che prevedevano tra l'altro la temporanea sospensione del rapporto servo-padrone). Lo stretto rapporto esistente tra queste feste e alcuni costumi del carnevale è evidente, anche se ignorato dai più. In tempi recenti gli storici hanno insistito maggiormente sull'origine agraria e sociale del carnevale. Esso è irrisione dell'ordine stabilito e capovolgimento autorizzato, limitato e controllato nel tempo e nello spazio dall'autorità costituita. In altre parole la festa del carnevale era vista dalle classi sociali più agiate come un'ottima valvola di sfogo concessa ai meno abbienti allo scopo di garantirsi il protrarsi dei propri privilegi. Non meno interessante è l'origine e la valenza demoniaca di alcune tra le maschere carnevalesche più famose e antiche, come quella nera sul volto di Arlecchino o quella bipartita (bianca e nera) di Pulcinella. Studi sul significato psicologico della volontà di indossare una maschera hanno mostrato che l'irresistibile attrazione esercitata dal carnevale sta proprio nella possibilità di smettere di essere se stessi per assumere le sembianze e il comportamento della maschera. Questa scelta, quando non è condizionata da fattori economici, rivela interessanti, e talvolta inaspettati, aspetti psicologici di una persona. Queste brevi note storiche, lungi dall'esaurire l'argomento, vogliono far riflettere il lettore sulla reale origine del carnevale e sull'impossibilità per ogni cristiano, separato dalle usanze del mondo e consacrato a Dio, di lasciarsi coinvolgere sia pure dal minore di questi aspetti.

8 marzo festa della donna..(Ecco la storia e le vere origini della festa, con video)

In molti pensano che la Giornata Internazionale della Donna sia nata in memoria delle operaie morte nel rogo di una fabbrica di New York. In realtà la storia di questa festa è molto più complessa..



Una leggenda molto celebre narra che la Festa della Donna sia stata istituita nel 1908 in memoria delle operaie morte nel rogo di una fabbrica di New York, la Cotton. In realtà, appunto, si tratta solo di una leggenda nata negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale.

La Giornata Internazionale della Donna nacque infatti ufficialmente negli Stati Uniti il 28 febbraio del 1909. A istituirla fu il Partito Socialista americano, che in quella data organizzò una grande manifestazione in favore del diritto delle donne al voto. Il tema era già stato a lungo discusso negli anni precedenti sia negli Usa (celebri sono gli articoli della socialista Corinne Brown) sia dai delegati del VII Congresso dell'Internazionale socialista (tenutosi a Stoccarda nel 1907). Le manifestazioni per il suffragio universale si unirono presto ad altre rivendicazioni dei diritti femminili. Tra il novembre 1908 e il febbraio 1909 migliaia di operaie di New York scioperarono per giorni e giorni per chiedere un aumento del salario e un miglioramento delle condizioni di lavoro. Nel 1910 l'VIII Congresso dell'Internazionale socialista propose per la prima volta di istituire una giornata dedicata alle donne.

Il 25 marzo del 1911 cadde la goccia che fece traboccare il vaso: nella fabbrica Triangle di New York si sviluppò un incendio e 146 lavoratori (per lo più donne immigrate) persero la vita. Questo è probabilmente l'episodio da cui è nata la leggenda della fabbrica Cotton. Da quel momento in avanti, le manifestazioni delle donne si moltiplicarono. In molti Paesi europei, tra cui Germania, Austria e Svizzera, nacquero delle giornate dedicate alle donne.

La data dell'8 marzo entrò per la prima volta nella storia della Festa della Donna nel 1917, quando in quel giorno le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra, dando così vita alla «rivoluzione russa di febbraio». Fu questo evento a cui si ispirarono le delegate della Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste a Mosca quando scelsero l'8 marzo come data in cui istituire la Giornata Internazionale dell'Operaia.

In Italia la Festa della Donna iniziò a essere celebrata nel 1922 con la stessa connotazione politica e di rivendicazione sociale. L'iniziativa prese forza nel 1945, quando l'Unione Donne in Italia (formata da donne del Pci, Psi, Partito d'Azione, Sinistra Cristiana e Democrazia del Lavoro) celebrò la Giornata della Donna nelle zone dell'Italia già liberate dal fascismo. L'8 marzo del 1946, per la prima volta, tutta l'Italia ha ricordato la Festa della Donna ed è stata scelta la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, come simbolo della ricorrenza. Negli anni successivi la Giornata è diventata occasione e momento simbolico di rivendicazione dei diritti femminili (dal divorzio alla contraccezione fino alla legalizzazione dell'aborto) e di difesa delle conquiste delle donne.

Il vaso crepato.. (Clicca l'immagine per leggere)

Un'anziana donna cinese aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso all'estremità di un palo che lei portava sulle spalle. Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l'altro era perfetto ed era sempre pieno d'acqua alla fine della lunga camminata dal ruscello a casa, mentre quello crepato arrivava mezzo vuoto. Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d'acqua. Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati. Ma il povero vaso crepato si vergognava del proprio difetto, ed era avvilito di saper fare solo la metà di ciò per cui era stato fatto. Dopo due anni che si rendeva conto del proprio amaro fallimento, un giorno parlò alla donna lungo il cammino: “Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì che l'acqua fuoriesca lungo tutta la strada verso la vostra casa”. La vecchia sorrise: “Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla tua parte del sentiero, ma non dalla parte dell'altro vaso? È perché io ho sempre saputo del tuo difetto, perciò ho piantato semi di fiori dal tuo lato del sentiero ed ogni giorno, mentre tornavamo, tu li innaffiavi. Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare la tavola. Se tu non fossi stato come sei, non avrei avuto quelle bellezze per ingentilire la casa”.
Ognuno di noi ha il proprio specifico difetto. Ma sono la crepa e il difetto che ognuno ha a far sì che la nostra convivenza sia interessante e gratificante. Bisogna prendere ciascuno per quello che è e vedere ciò che c’è di buono in lui.

Il tesoro del giardiniere... (clicca l'immagine per leggere)


C'era una volta un uomo che faceva il giardiniere. Non era ricco, ma lavorando sodo era riuscito a comperare una bella vigna. Aveva anche allevato tre figli robusti e sani. Ma proprio qui stava il suo cruccio: i tre ragazzi non mostravano in alcun modo di condividere la passione del padre per il lavoro campestre. Un giorno il giardiniere sentì che stava per giungere la sua ultima ora. Chiamò perciò i suoi ragazzi e disse loro: "Figli miei, debbo rivelarvi un segreto: nella vigna è nascosto tanto oro da bastare per vivere felici e tranquilli. Cercate questo tesoro, e dividetevelo fraternamente tra voi". Detto questo, spirò. Il giorno dopo i tre figli scesero nella vigna con zappe, vanghe e rastrelli, e cominciarono a rimuovere profondamente il terreno. Cercarono per giorni e giorni, poiché la vigna era grande e non si sapeva dove il padre avesse nascosto l'oro di cui aveva parlato. Alla fine si accorsero di aver zappato tutta la terra senza aver trovato alcun tesoro. Rimasero molto delusi. Ma dopo qualche tempo, compresero il significato delle parole del padre: infatti quell'anno la vigna diede una quantità enorme di splendida uva, perché era stata ben curata e zappata. Vendettero l'uva e ne ricavarono molti rubli d'oro, che poi divisero fraternamente secondo la raccomandazione del padre. E da quel giorno compresero che il più grande tesoro per l'uomo è il frutto del suo lavoro.

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