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Il Veneto dice sì all'indipendenza e si stacca dall'Italia: Al referendum oltre due milioni di voti on line a favore del sì. Gianluca Busato: "E' decaduta la sovranità italiana sul territorio veneto,


non pagheremo più tasse a questo governo corrotto" Il Veneto dice "sì" all'indipendenza. Il referendum on line ha visto 2 milioni 360mila 235 voti. I sì sono stati 2 milioni 102mila 969, pari all'89%, i no 257.276 (10,9%). la consultazione è promossa dal movimento venetista "Plebiscito.eu", il cui leader Gianluca Busato ha proclamato la nascita della "Repubblica veneta", decretando come "decaduta la sovranità italiana sul popolo e sul territorio veneto".

I "Serenissimi" ci avevano provato assaltando Piazza San Marco. Ora i venetisti di 'Plebiscito.eu' ritentano con il web e un click di mouse: oltre due milioni di sì per il Veneto indipendente dall'Italia, restaurando in sostanza la Repubblica dei Dogi strappata illegalmente da Napoleone.

Ci credono sul serio alla separazione di Venezia da Roma gli indipendentisti guidati da Gianluca Busato, un ex leghista che ha attraversato negli anni tutti i movimenti venetisti, ottenendo sempre scarsi risultati elettorali quando si e' candidato. La proclamazione "dell'indipendenza" è arrivata a Treviso, dove i promotori di 'Plebisicito.eu' hanno riepilogato i dati del referendum partito domenica 16 marzo e conclusosi venerdì. I voti conteggiati sono stati due milioni 360.235, pari al 73,2% degli aventi diritto al voto in veneto; i si' all'indipendenza due milioni 102.969, pari all'89% dei votanti, i no 257.276 (10,9%). L'organizzazione ha fornito anche il dato dei voti ritenuti non validi, 6.615 (0,29%).

Un plebiscito, appunto, com'era immaginabile seguendo giorno dopo giorno la crescita esponenziale di 'votanti' comunicata dal gruppo venetista. "E' la primavera veneta", ha affermato Busato, sostenendo che quella per l'autodeterminazione del popolo veneto "è' una battaglia di civiltà".

Festa in piazza a Treviso - Numeri accolti con urla di giubilo e cori di 'liberta', liberta'!' in Piazza dei Signori, dove si sono radunate 4-500 persone con bandiere di San Marco, tanto entusiasmo secessionista e qualche 'reduce', come il fondatore della prima Liga Veneta, Franco Rocchetta. Dal palco interventi in dialetto veneto, nessuna presenza di politici di spicco.

E' stata una consultazione virtuale in tutti in sensi perché fatta soprattutto attraverso la rete, oltre che con schede raccolte nei gazebo, e 'voti' telefonici, e perché, Costituzione alla mano, non ha alcun valore formale, men che meno istituzionale. L'art. 5 della Carta, infatti, sancisce che la Repubblica italiana "è una e indivisibile".

Costituzione: "Italia indivisibile" - Una proposta di referendum per il Veneto indipendente esiste in realtà anche in Consiglio regionale Veneto, ferma in prima commissione, dopo che già un comitato di giuristi aveva spiegato che la 'via legale' alla separazione dall'Italia non esiste. La spinta politica di questa nuova iniziativa venetista potrebbe farla arrivare fino in aula. Lo 'strappo', pero', sarebbe pericoloso: lo Stato non potrebbe che impugnare davanti alla Consulta un referendum formale di indipendenza; lo stesso Consiglio regionale veneto potrebbe essere commissariato.

Tuttavia la provocazione degli esponenti di 'Plebiscito.eu' - molti dei quali provenienti da esperienze precedenti come 'Veneto Stato' o il 'Partito nasional Veneto' - è ormai in campo, ed è legittima, dato che la Costituzione garantisce la "libera manifestazione di pensiero". Ha suggestionato perfino i media internazionali, dalla Bbc alle Tv di stato russe, che hanno lanciato un improbabile parallelo con il referendum svoltosi in Crimea per l'annessione a Mosca.

La partita della richiesta di autonomia dell'area cerniera del Nordest - che come ricorda il governatore Luca Zaia lascia a Roma ogni anno 21 miliardi di tasse che non 'rientrano' - torna quindi nell'agenda della politica. In Italia, perché in Europa, dove si è tentato invano di agganciare il referendum Veneto a quello dei popoli di Scozia e Catalogna, agli indipendentisti hanno già detto un chiaro no alla richiesta di 'tutelare il diritto all'autodeterminazione' dei veneti. La palla passa nelle mani del governatore leghista Luca Zaia, per il quale il motore dell'indipendentismo non sono le segreterie di partito, ma "il popolo, che va rispettato".
(Fonte: TGCOM24)

Farmaci ad alto rischio: Voltaren, Moment, Buscofen e altri 24 medicinali noti. Pericolo infarto per chi li usa abitualmente. Ecco quali...


Notizia del 21 marzo 2014 - Voltaren, Moment, Buscofen = Infarto, un connubio che non avremo mai voluto sentire. Eppure i famosi medicinali che vengono usati, di solito, per curare qualsiasi tipo di dolore, dal mal di testa al mal di schiena aumenterebbero il rischio di infarto fino al 55% in più. Lo studio condotto da due ricercatrici dell’università di Nottingham è stato diffuso dal noto quotidiano britannico "The Guardian" e ha rilevato una percentuale maggiore del rischio di infarto nei soggetti che assumono farmaci contenenti come principio attivo ibuprofene e diclofenac, rispettivamente contenuti nel Moment nel Voltaren nel Buscofen. Ebbene, sarà forse il caso di affidarsi con un po’ più di moderazione a queste compresse “miracolose” che calmano dolori di varia natura in poco tempo. Gli studiosi hanno messo sotto accusa tutte le famiglie di medicinali a base di ibuprofene, il principio attivo dalle proprietà analgesiche, antinfiammatorie e antipiretiche, contenuto appunto nel Moment, e le famiglie di farmaci, come Voltaren, che contengono il diclofenac, altro farmaco antinfiammatorio non steroideo. La ricerca in questione, portata avanti dall’Università di Nottingham e pubblicata sul British Medical Journal, ha visto le ricercatrici Julia Hippisley-Cox e Carol Coupland impegnate nell’osservazione di 9.218 pazienti che avevano già avuto un primo episodio di infarto, prendendo in considerazione vari fattori di rischio quali età, malattie cardiovascolari diagnosticate, fumo. Nel corso dello studio è stato riscontrato che il rischio di incorrere in un attacco cardiaco era maggiore nei soggetti che avevano assunto i farmaci presi in esame nei tre mesi precedenti al loro episodio di infarto. I risultati hanno evidenziato che l’assunzione di ibuprofene aumenta del 24% il rischio di infarto, addirittura ancora maggiore, fino al 55%, per chi assume il diclofenac. Queste cifre hanno spinto le ricercatrici, che hanno sottolineato come “circa 1 persona sopra i 65 anni di età su 1000 avrà un infarto dovuto al consumo di ibuprofene (una cifra allarmante se si pensa che i consumatori abituali sono diversi milioni, circa 9 solo in Gran Bretagna)”, a portare l’attenzione sulla necessità di un’indagine approfondita sugli effetti anche gravi che questa tipologia di farmaci può avere sul cuore, mentre ricercatori dell’Università di Berna ritengono che tali risultati potrebbero essere spiegati anche da altri fattori.

Ecco la lista dei farmaci che contengono i principi attivi incriminati:

Subitene
Momentdoll
Arfen
Brufen
Antalfort
Spidifen
Sinifev
Nurofen (febbre e dolore bambini)
Antalfebal (bambini)
Actavis
Ginenorm
Cibalgina due fast
Momentact
Moment
Algofen
Antalgil
Calmine
Buscofen
Vicks flu-action
Nurofast
Fenadol
Dealgic
Deflamat
Voltfast
Algosenac
Ribex flu
Articolo di Maria Romano (fonte: the guardian)
Naturalmente chi li usa non deve abusarne, ed è consigliabile sospenderli dopo 3 giorni di assunzione. Se l'Industria Farmaceutica guadagna sempre di più è anche a causa della nostra ignoranza. Le conoscenze le abbiamo, ma non possiamo più attendere che siano lo Stato o la Medicina Ufficiale a comunicarcele: oggi ognuno deve darsi da fare e cercare di proteggere la salute propria e quella dei suoi cari. "La salute è un prezioso patrimonio, nostro e dei nostri figli: non possiamo metterla nelle mani dell'Industria Farmaceutica o degli attuali Enti Governativi, molto probabilmente, chi lo farà la perderà!".

La giraffa bacia l'ex dipendente dello zoo morente. La storia che ha commosso il web


Il grande cuore degli animali. Dopo aver passato una vita a pulire il suo recinto, la giraffa decide di salutare con un ultimo bacio il suo amico morente. La foto, che sta facendo il giro del web, sta commovendo il mondo. Mario, 54enne malato terminale di cancro, aveva abbandonato il suo lavoro nello zoo di Rotterdam a causa della malattia. Prima di morire l'uomo ha chiesto di vedere per l'ultima volta le sue giraffe. In via del tutto eccezionale i medici hanno concesso l'uscita e inserito l'uomo nel recinto degli animali che lo hanno riconosciuto immediatamente e hanno iniziato a baciarlo, dandogli il loro addio.

Il miracolo - da una storia vera. (Video)

Nonnina novantenne che stupisce tutti ballando la salsa...Fantastica. (Video)


Perchè l'equinozio di primavera quest'anno cade il 20 marzo anzichè il 21?.. (clicca immagine per leggere)

Può essere il 19, il 20 o il 21 marzo e quest’anno, per la settima volta consecutiva sarà il 20 marzo. E non è un errore. L’ equinozio di primavera, infatti, contrariamente da quello che abbiamo imparato da bambini e da quanto stabilito inizialmente dal Concilio di Nicea nel 325 d.C . e poi confermato nel 1582 da Papa Gregorio XIII, non cade necessariamente il 21 marzo. In realtà l’ equinozio di primavera (astronomica) è ogni anno leggermente in anticipo rispetto al precedente, a causa di un fenomeno chiamato precessione dell’asse terrestre o precessione degli equinozi e provocato dalla forma non perfettamente sferica della Terra e delle forze esercitate sul pianeta dal Sole e dalla Luna. Tuttavia, sempre grazie al calendario gregoriano e all’introduzione degli anni bisestili (e delle loro eccezioni) l’equinozio cade sempre nello stesso periodo anche se non esattamente il 21Marzo, giorno scelto come ufficiale da Gregorio per fare in modo che Pasqua arrivi sempre “ la prima domenica che segue il plenilunio successivo all’equinozio di primavera”, come stabilito a Nicea.
L'asse di rotazione terrestre non è perpendicolare al piano di rivoluzione orbitale intorno al Sole, essendo rispetto a questo inclinato mediamente di 23°27' (anche chiamata inclinazione del piano orbitale su quello equatoriale). Ciò comporta che la luce del Sole non incida mai, in ogni istante, con la stessa angolazione, ma che vari costantemente.

Agli equinozi l'asse di rotazione terrestre si trova perpendicolare alla direzione dei raggi solari e quindi in ogni punto del pianeta dove il Sole superi l'orizzonte la durata diurna è uguale a quella notturna (eccezion fatta per le peculiarità terrestri dovute all'atmosfera, come descritto più avanti).

L'equinozio di marzo (quello di primavera nell'emisfero boreale) è anche detto punto vernale (o punto dell'Ariete o punto gamma dal simbolo della lettera greca, che ricorda appunto un ariete), mentre quello dell'equinozio d'autunno, a settembre, viene anche chiamato punto della Bilancia. Tale notazione, di derivazione astrologica, oggi non è più valida, in quanto, a causa della precessione degli equinozi (moto eccentrico dell'asse di rotazione su se stesso), tali punti non si trovano più nella costellazione da cui prendono il nome: attualmente infatti, all'equinozio di marzo il Sole si trova nella costellazione dei Pesci.

Sempre a causa della precessione equinoziale, l'equinozio di settembre risulta sempre tardivo (nel calendario il 22 o 23 settembre) rispetto a quello di marzo. La data astronomica dell'equinozio di marzo sta altresì anticipando sempre di più, tanto da cadere spesso il 20 marzo e, a partire dal 2044 circa, saltuariamente anche il 19 marzo: ciò è dovuto all'organizzazione dei giorni bisestili nel calendario civile, che ha comportato il mantenimento dell'alternanza quadriennale per l'anno 2000 e causato quindi un progressivo spostamento di un giorno di tutti gli avvenimenti celesti fino al prossimo riallineamento previsto nell'anno 2100. (Fonte:Wikipedia)

Avvelenano il figlio down di 17 mesi dandogli da bere il disinfettante: "Non lo accettavano"

Venerdì 14 Marzo 2014: NEW ORLEANS - Non avevano mai accettato la sindrome down del loro bambino e per questo aveano ideato il più mostruoso dei piani: avvelenarlo. Una coppia di genitori della Louisiana è accusata di avere ucciso il loro bimbo di appena 17 mesi somministrandogli liquido disinfettante per le mani, profumo e rum. Sul corpo senza vita del piccolo il coroner ha riscontrato un livello alcolemico di 0,280 che equivale a tre volte il limite consentito a un guidatore nello Stato. L'omicidio risale al 24 gennaio scorso. Ma i due genitori sono stati incriminati solo adesso.

Erika Wigstrom la madre, ha ammesso di aver messo una soluzione di alcol disinfettante per le mani nella soluzione che nutriva il figlio attraverso una flebo il giorno prima della sua morte. «Il Signore ha voluto dare delle ali da angelo a Lucas per farlo tornare nel suo regno per sempre», ha dichiarato la mamma durante l'interrogatorio. Wingstrom ha inoltre confessato di aver dato da bere al piccolo del profumo in passato. Madre e padre hanno detto allo sceriffo della città di Plaquemines Parish che il loro unico desiderio era di «porre fine alle sofferenze del figlio».

Il padre, era già stato arrestato una volta per aver tentato ci uccidere il piccolo in ospedale prima di un'intervento al cuore. Wingstrom è stata arrestata con l'accusa di omicidio di primo grado. Il marito è finito dietro le sbarre per aver commesso atti di crudeltà nei confronti di un minore. (Fonte: Il Messaggero)

Festa del Papà: le origini e le tradizioni del 19 marzo.


La festa del papà è una ricorrenza diffusa in tutto il mondo, che in Italia, come in altri Paesi di tradizione cattolica, cade in concomitanza al il giorno di san Giuseppe (19 marzo) padre putativo di Gesù, protettore dei poveri, degli orfani e delle ragazze nubili, come anche dei falegnami, da sempre i principali promotori della sua festa.

Pare che l’usanza di dedicare un’intera giornata alla celebrazione dell’amore paterno provenga dagli Stati Uniti, dove fu celebrata per la prima volta intorno ai primi del 1900, quando la signora Sonora Smart Dodd, ispirata dal sermone ascoltato in chiesa in occasione della festa della mamma, decise di organizzare una festa in onore di suo padre, veterano della guerra di secessione americana. Era 19 giugno del 1910, data in cui cadeva il compleanno del Signor Smart. Da allora la festa del papà si diffuse in tutto il mondo, anche se il giorno della sua celebrazione può variare da nazione a nazione: molti paesi hanno mantenuto la terza domenica di giugno come giornata dedicata alla festa del papà, mentre nei paesi di tradizione cattolica viene fatta coincidere con il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, archetipo del padre e marito devoto. Fanno eccezione Russia e Danimarca, per le quali la festa assume invece un significato del tutto civile: nel primo caso coincide infatti con il giorno in onore dei difensori della patria, mentre nel secondo con le celebrazioni per la Costituzione. Ma non solo la data varia di nazione in nazione, svariate sono infatti anche le usanze tipiche per dichiarare tutto il nostro amore nei confronti di una figura speciale come quella del papà: abitudine molto suggestiva è quella francese di regalare una rosa rossa ai papà e una rosa bianca a quelli che purtroppo non ci sono più, ma ancora vivono nel cuore dei figli. Dall’Inghilterra invece la tradizione di celebrare il “San Valentino dei padri”, celebrati con fiori, dolci e cioccolatini, mentre nell’America del sud si accendono falò nelle città e si sfidano i papà a superarli con un salto; più fortunati sono i padri tedeschi, trasportati per le vie delle città su uno o più carri trainati da buoi.

Per quanto riguarda l’Italia, la festa del papà inizia ad essere celebrata nel 1968, come festività nazionale. Attualmente non lo è più, è stata abrogata, tramutandosi in un momento di ritrovo familiare, vissuto con grande gioia soprattutto dai bambini, che festeggiano la figura paterna con piccoli regalini, simbolo di riconoscenza. La ricorrenza è inoltre spesso accompagnata da tradizioni e usanze tipiche, che tendono a variare da regione in regione. Secondo la tradizione popolare, San Giuseppe protegge gli orfani, le giovani nubili e i più sfortunati, motivo per cui, in alcune aree, il 19 marzo è tradizione invitare i poveri a pranzo, mentre altrove la festa viene fatta coincidere con la festa di fine inverno. Esiste però un comune denominatore che, da nord a sud, unisce tutte le regioni nel comune intento di deliziare, nel giorno a loro dedicato, tutti i papà d’Italia. Stiamo naturalmente parlando dell’arte culinaria: che si tratti infatti di Bignè di San Giuseppe, zeppole, o raviole, in tutte le loro più svariate declinazioni, certo è che, qui da noi, i papà sappiamo “prenderli per la gola” … e quale regalo più gradito di un dolcetto preparato con amore?!

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