Un mattino, come spesso accadeva, il califfo Harun al-Rashid chiamò un..


Un mattino, come spesso accadeva, il califfo Harun al-Rashid chiamò un indovino e gli raccontò il seguente sogno: ” Ho sognato che i miei denti cadevano l’uno dopo l’altro e alla fine la mia bocca restava senza denti. Cosa ne pensi?” “Oh! Signore, non è un buon segno. Il sogno significa che i tuoi parenti moriranno prima di te e tu rimarrai solo!” gli disse l’indovino. Il califfo si rattristò e si infuriò a tal punto che ordinò all’indovino di non farsi più vedere. Quindi raccontò il sogno ad un altro mago. Questi gli rispose: “Oh! mio signore, è un buon segno. Il sogno prevede che la tua vita sarà lunga e che tu sopravviverai ai tuoi parenti e camperai più di tutti!”. Il califfo tutto contento disse: “Che bel sogno!”, e diede cento denari al mago che lo aveva interpretato così bene. Poi chiamò il visir e gli ordinò di cercare il primo indovino e di chiedergli scusa per come era stato cacciato dal palazzo. In fondo, il primo gli aveva rivelato la medesima cosa, ma aveva sbagliato la maniera di dirla. Anche la verità più bruciante si può dire in modo gentile.
La cortesia è l’intelligenza del cuore.(Tratto da "Solo il vento lo sa" di Bruno Ferrero)

Dice il saggio: C'era una volta un vecchio saggio seduto ai bordi di..


C'era una volta un vecchio saggio seduto ai bordi di un'oasi all'entrata di una città del Medio Oriente. Un giovane si avvicinò e gli domandò: "Non sono mai venuto da queste parti. Come sono gli abitanti di questa città?" L'uomo rispose a sua volta con una domanda: "Come erano gli abitanti della città da cui venivi?" "Egoisti e cattivi. Per questo sono stato contento di partire di là". "Così sono gli abitanti di questa città!", gli rispose il vecchio saggio. Poco dopo, un altro giovane si avvicinò all'uomo e gli pose la stessa domanda: "Sono appena arrivato in questo paese. Come sono gli abitanti di questa città?" L'uomo rispose di nuovo con la stessa domanda: "Com'erano gli abitanti della città da cui vieni?". "Erano buoni, generosi, ospitali, onesti. Avevo tanti amici e ho fatto molta fatica a lasciarli!".
"Anche gli abitanti di questa città sono così!", rispose il vecchio saggio. Un mercante che aveva portato i suoi cammelli all'abbeveraggio aveva udito le conversazioni e quando il secondo giovane si allontanò si rivolse al vecchio in tono di rimprovero:
"Come puoi dare due risposte completamente differenti alla stessa domanda posta da due persone?
"Figlio mio", rispose il saggio, "ciascuno porta nel suo cuore ciò che è.
Chi non ha trovato niente di buono in passato, non troverà niente di buono neanche qui.(Storia Zen)

Il genio e le vacanze. (Barzelletta)


Un rappresentante, un impiegato e un direttore del personale escono dall’ufficio a mezzogiorno e vanno verso un ristorantino quando sopra una panca trovano una bellissima e vecchissima lampada ad olio. La prendono in mano e dopo un attimo appare il genio della lampada. “Generalmente esaudisco tre desideri, ma poiché siete tre, ne avrete uno ciascuno”. L’impiegato spinge gli altri e grida: “tocca a me, a me….Voglio stare su una spiaggia incontaminata delle Bahamas, sempre in vacanza, senza nessun pensiero che potrebbe disturbare la mia quiete”. Detto questo svanisce e si ritrova alle bahamas. Il rappresentante grida: “a me, a me, tocca a me! Voglio gustarmi un cocktail su una spiaggia di Tahiti con la donna dei miei sogni!” E anche lui svanisce e si ritrova in una bellissima spiaggia di Tahiti con una donna stupenda. Tocca a te, dice il genio, guardando il Direttore del personale. Il direttore pensa un attimo e poi dice: “Voglio che dopo pranzo quei due tornino al lavoro!” Detto fatto. Il Genio scompare. Morale:
Lasciate sempre che sia il capo a parlare per primo!

I tre vecchietti. (Barzelletta)


Tre vecchietti, tutti abbondantemente sopra la soglia dei settant’ anni, stanno ad un tavolo d’osteria davanti a un mezzo litro di vino rosso e discutono dei guai provocati dall`avanzare dell’età: Io, esordisce il primo, tutte le mattine mi alzo all’alba, prendo il mio cane e vado a caccia. Ma mentre una volta tornavo sempre col carniere pieno, ora non ci vedo più bene e non piglio neanche una lepre zoppa a me è la vista che mi rovina, è la vista. Io, si lamenta il secondo, avevo uno stomaco di ferro, riuscivo a mangiare di tutto e mi facevo certe scorpacciate di polenta con le costine di maiale…. Ora la sera sono costretto a cenare con una minestrina a me è lo stomaco che mi rovina, è lo stomaco…. Io, conclude il terzo, starei abbastanza bene, pensate che questa mattina ho visto la figlia della mia vicina che lavava i panni al ruscello, senza pensarci due volte, mi sono avvicinato da dietro e me la son fatta, ma lei si è voltata e mi ha detto: - “Ah peppì, è la terza volta che lo facciamo da stamattina!” - A me è la memoria che mi rovina, è la memoria!

L'avvocato e il mendicante. (Barzelletta)


Un avvocato molto famoso, uscendo dallo studio, vede un mendicante seduto sotto i portici che chiede l’elemosina. Provandone compassione, tira fuori una banconota da 5 euro e la da’ al pover’uomo. “Avvocato”, dice il mendicante, “mi tolga una curiosita’ … Sono vent’anni che lei mi fa l’elemosina ogni sera e la ringrazio. Ma perche’ vent’anni fa mi regalava 100.000 lire, poi dieci anni fa mi regalava 50.000 lire, 5 anni fa 20.000 e ora solo 5 euro? Invece di aumentare diminuisce?” “Caro mio … Lei deve sapere che vent’anni fa ero single e avevo cosi’ tanti soldi che non riuscivo neanche a spenderli. Poi dieci anni fa mi sono sposato e ho dovuto limitare le spese; cinque anni fa mi sono nati due gemelli e ho dovuto tirare la cinghia. E ora che i miei genitori sono malati devo proprio stare attento a ogni euro che spendo!” “E … mi dica una cosa, Avvocato”, ribatte il mendicante, ”Ma tutte queste persone proprio con i miei soldi le deve mantenere?”

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