15 settembre: Beata Vergine Maria Addolorata. La Madre di Dio rivelò a..


I SETTE DOLORI di MARIA

La Madre di Dio rivelò a Santa Brigida che, chiunque reciti sette "Ave Maria" al giorno meditando sui suoi dolori e sulle sue lacrime e diffonda questa devozione, godrà dei seguenti benefici:

La pace in famiglia.

L’illuminazione circa i misteri divini.

L'accoglimento e la soddisfazione di tutte le richieste purché siano secondo la volontà di Dio e per la salvezza della sua anima.

La gioia eterna in Gesù e in Maria.

PRIMO DOLORE: La rivelazione di Simeone
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima» (Lc 2, 34-35).

SECONDO DOLORE: La fuga in Egitto
Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto. (Mt 2, 13-14)

TERZO DOLORE: Lo smarrimento di Gesù nel Tempio
Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». (Lc 2, 43-44, 46, 48).

QUARTO DOLORE: L'incontro con Gesù sulla via del Calvario
Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore. (Lm 1, 12). «Gesù vide sua Madre lì presente» (Gv 19, 26).

QUINTO DOLORE: La crocifissione e la morte di Gesù.
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero Lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla Croce; vi era scritto "Gesù il Nazareno, il re del Giudei" (Lc 23,33; Gv 19,19). E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: "Tutto è compiuto!" E, chinato il capo, spirò. (Gv 19,30)

SESTO DOLORE: La deposizione di Gesù tra le braccia di Maria
Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto. (Mc 15, 43, 46-47).

SETTIMO DOLORE: La sepoltura di Gesù e la solitudine di Maria
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Magdàla. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. (Gv 19, 25-27).


PREGHIERA A MARIA ADDOLORATA
Regina dei martiri, che sostenesti i più atroci dolori e compisti nel tuo cuore il più eroico dei sacrifici, io voglio unire le mie pene alle tue.
Vorrei essere vicina a te come san Giovanni e le pie donne per consolarti della perdita del tuo Gesù. Purtroppo riconosco che anch'io con i miei peccati sono stato causa della morte del tuo Figlio diletto.
Ti chiedo perdono, o madre addolorata. Accetta in riparazione l'offerta che io ti faccio di me stesso, e il proposito di volerti sempre amare per l' avvenire.
Metto nelle tue mani tutta la mia vita; fa' che io possa farti amare anche da tante anime che vivono lontane del tuo Cuore materno. Amen.

Sono grata ogni giorno perchè... (Bellissima leggetela)



Sono grata per mio marito che si lamenta, quando la sua cena non è pronta, perché è a casa con me.
Per mia figlia, che si sta lamentando, perché deve lavare i piatti, perché questo significa che è a casa e non per strada.
Per le tasse che pago, perché questo significa che ho un impiego.
Per il caos da pulire dopo una festa, perché questo significa che sono stata circondata da amici.
Per i vestiti che sono stretti, perché questo significa che ho abbastanza da mangiare.
Per la mia ombra che mi guarda lavorare, perché questo significa che sono fuori, al sole.
Per il prato che ha bisogno di essere tagliato, le finestre che hanno bisogno di essere pulite e le grondaie che hanno bisogno di essere aggiustate, perché questo significa che ho una casa.
Per tutte le lamentele che sento sul governo, perché questo significa che abbiamo libertà di parola.
Per il parcheggio che trovo lontano da casa, perché questo significa che posso camminare e che sono stata benedetta con un mezzo di trasporto.
Per la cara bolletta del riscaldamento, perché questo significa che sono al caldo.
Per la donna che si è seduta dietro di me in chiesa, che canta stonata, perché questo significa che posso sentire.
Per il mucchio di vestiti da stirare, perché questo significa che ho vestiti da indossare.
Per la stanchezza e i muscoli che mi fanno male alla fine della giornata, perché questo significa che ho potuto lavorare duramente.
Per la sveglia che suona presto di mattina, perché questo significa che sono in vita.
E finalmente, per questa lettera, perché questo significa che ho amici che stavano pensando a me!

Ogni creatura porta dentro di sé la propria bellezza...


In un tempo lontano, in una bella distesa di grano, nacque un nuovo fiore. Era diverso da tutti gli altri, e le spighe, con il loro dolce ondeggiare cullate dal vento lo guardavano con diffidenza “un estraneo tra noi” dicevano “che sciagura, rovinerà lo splendido panorama che solo noi riusciamo a creare!”, a volte lo prendevano in giro, la spiga Gina diceva: “Ma guardati sei proprio strano, sei troppo giallo, sarai malato?”. E il fiore dal lungo stelo, si sentiva sempre più solo, sempre più triste, e mentre cresceva la sua testa si chinava in basso, per la vergogna di essere diverso.

Le spighe, vedendo che il nuovo arrivato non si difendeva neanche, presero ancora a elogiare le loro qualità una volta raccolte, facendo sentire il nostro fiore ancora più inutile. Dicevano in coro: “con il nostri frutti si fa la farina, con la farina si fanno i biscotti le torte e pure la pastasciutta di cui ogni creatura ne va ghiotta!” e la spighe gemelline gli dicevano: “e tu, dicci un po’, a cosa servi? Secondo noi proprio a niente!” E lo strano fiore si chinava sempre più a guardar la terra!

Ma un giorno passò di lì una donna con il suo bambino, e le spighe eccitate dai complimenti che sapevano avrebbero ricevuto, si sussurrarono l’un l’altra a bassa voce: “coprite il buffo fiore, di modo che non lo possano vedere!”. Ma il bambino curioso notò lo strano fiore tra le spighe di grano, fece avvicinare la sua mamma, e le chiese: “Mamma cos’è questa pianta, a che serve, perché è così china?”.

La donna riuscì a vedere attraverso la sua solitudine e si commosse, versò una lacrima che finì proprio al centro del cuore del giovane fiore, che sentì per la prima volta un’emozione d’amore. “E’ un girasole, il più bel fiore”, disse la mamma, “è nato per caso tra le spighe di grano e non sentendosi accettato ha chinato il capo, forse non sa che i suoi tanti fratelli sono talmente belli e talmente fieri da avere il capo eretto per guardare in faccia il sole.

E poi, piccolo mio, immagina che questa distesa di grano sia un bel piatto di pastasciutta condita da un filo d’olio, il frutto del suo girasole”.

Da allora il girasole alzò il capo per guardare il sole da mattina fino a sera, ma senza rancore per le sorelle spighe, che chiesero perdono per il male causato ma soprattutto capirono che un fiore non è peggiore solo perché diverso, che ogni creatura porta dentro di sé la propria bellezza e lo scopo della propria esistenza, e che invece di canzonarlo per tanto tempo avrebbero semplicemente potuto aiutarlo.

La VITA cos'è? A volte me lo.. (Clicca l'immagine per leggere)


La VITA cos'è? A volte me lo chiedo anch'io... forse il maestro più duro...prima ti segna...poi ti insegna...forse un mutuo da pagare senza fine...di rado ti sorride....e quella volta che sarai FELICE..saranno poche le persone che gioiranno alla tua felicità...troppe gelosie...troppo egoismo...troppa la gente falsa...SUPERFICIALE...credo inoltre che in molti dovrebbero capire che le cose più belle della vita non hanno un prezzo....ma hanno un valore immenso...sono quelle che senti con il cuore...con l'anima. I VALORI... che fine hanno fatto...parola pronunciata da tutti ma messa in pratica da pochi...che tristezza.. Ma la vita comunque va avanti...tra una lacrima e un sorriso...cerchiamo di COGLIERE il meglio che ci offre...allontaniamo chi ci fa del male...e teniamo strette a noi quelle persone che sanno regalarci con un semplice gesto o con una piccola parola una carezza al CUORE.

11 settembre 2001: L'attentato alle torri gemelle, per non dimenticare...(Video)



Per non dimenticare l'11 settembre 2001: una poesia di Mario Luzi che esorta le “gemelle di dominanza” a cercare la pace e ad accantonare l'alterigia.

L’11 settembre 2001 avveniva il ben noto attacco alle Torri Gemelle di New York: oggi, a distanza di tredici anni da quella data noi vogliamo ricordare quanto avvenuto, nella speranza che non debbano più avvenire tragedie simili e che, soprattutto, la pace regni nel mondo. Appello, questo, più che mai sentito in questi giorni in cui i venti di guerra continuano a soffiare, sempre più forti a quanto pare.

Notizie di situazioni drammatiche giungono dai quattro angoli del mondo e confermano che, purtroppo, gli esseri umani non riescono proprio a capire quanto sia preziosa la pacifica convivenza. È incredibile quanto, anno dopo anno, l’umanità appaia sempre più stupida, una stupidità che non ha colore o connotazione geografica o religiosa.

Mario Luzi (1914-2005) ha dedicato una poesia a quel giorno del settembre 2011 e invita tutti – ripetiamo: tutti – a dimettere la propria alterigia e a conseguire, insieme, la pace. Che è delicata come gli steli dei fiori:
"Dimettete la vostra alterigia sorelle di opulenza gemelle di dominanza, cessate di torreggiare nel lutto e nel compianto dopo il crollo e la voragine, dopo lo scempio. Vi ha una fede sanguinosa in un attimo ridotte a niente. Sia umile e dolente, non sia furibondo lo strazio dell’ecatombe. Si sono mescolati in quella frenesia di morte dell’estremo affronto i sangui, l’arabo, l’ebreo, il cristiano, l’indio. E ora vi richiamerà qualcuno ai vostri fasti. Risorgete, risorgete, non più torri, ma steli, gigli di preghiera. Avvenga per desiderio di pace. Di pace vera."

Canone Rai: Renzi cambia tutto, il prelievo avverrà dalla..


bolletta elettrica. Ecco il piano segreto del premier Renzi. Fonti politiche autorevoli e attendibili non hanno dubbi: il canone Rai verrà abolito e sarà sostituito con un prelievo su tutte le utenze elettriche familiari, per un importo complessivo pari alla metà dell’attuale canone. Se una famiglia non ha la tv può autocertificare la circostanza, venendo automaticamente esentata dal pagamento. Ma, ovviamente, saranno approntati dei controlli che si concentreranno proprio sugli “auto-certificatori”. L’entità delle eventuali sanzioni è ancora al vaglio di Renzi e dei suoi, così come ancora tutto da decidere la modalità di pagamento: in un’unica rata o ogni mese? Se davvero Renzi riuscisse nell’impresa di eliminare quasi completamente l’evasione del canone (che oggi non viene pagato da circa il 50% degli italiani) riuscirebbe in un’autentica impresa, dopo che per decenni governi di diverso colore hanno provato senza successo ad arginare il fenomeno. E allora sì che potrebbe concedersi un gelato come premio. (Di Marco Scotti. Fonte: affaritalia.it)

Il nuovo prete della parrocchia.. (Barzelletta)


Il nuovo prete della parrocchia era molto nervoso per la sua prima messa e quasi non riusciva a parlare. Domandò quindi all'Arcivescovo come poteva fare per rilassarsi e questi gli suggerì di mettere un pochino di Tequila nell'acqua della Messa così da sentirsi più sicuro. Così fece.

Dopo averla bevuta si sentì cosi bene che avrebbe potuto fare la predica in mezzo ad una tempesta, così tutto contento disse la sua prima messa.

Però quando tornò in canonica, trovò la seguente lettera dell'Arcivescovo:
"Caro Don Angelo, qualche appunto spicciolo: la prossima volta, metta un po' di Tequila nell'acqua e non viceversa, e non sta bene mettere limone e sale sul bordo del calice.

La manica della tonaca non deve essere usata come tovagliolo. Ci sono 10 comandamenti e non 12.

Ci sono 12 discepoli e non 10. I vizi capitali non sono i peccati degli abitanti di Roma. Non ci si riferisce alla croce come "quella grande T di legno".

Non ci si riferisce a Gesù Cristo e i suoi discepoli come "JC e la sua band".

Non ci si riferisce a Giuda come "quel figlio di *******", e sua madre e suo padre non erano rispettivamente una zoccola e un ricchione. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non sono "Il Vecchio, Junior e il fantasmino".

La toilette dove ha orinato a metà messa in realtà era il confessionale... e non è bello bestemmiare perché non hanno messo lo sciacquone.

L'iniziativa di chiamare il pubblico a battere le mani è stata lodevole, però ballare la macarena e fare il trenino mi pare esagerato. L'acqua santa serve per benedire e non per rinfrescarsi la nuca sudata. Le Ostie vanno distribuite ai fedeli che si comunicano, non devono essere considerate alla stregua delle patatine come antipastini e accompagnate dal vino santo. Quello sulla croce, anche se con la barba assomiglia a Che Guevara, non era lui ma Nostro Signore Gesù Cristo.

Cerchi di indossare le mutande, e quando ha caldo eviti di rinfrescarsi tirando su la tonaca. I peccatori quando muoiono vanno all'inferno, non "a farsi fottere". La messa deve durare 1 ora circa e non due tempi da 45 minuti, e quello che girava vestito di nero è il sagrestano, non "quel cornuto dell'arbitro". Quello che le stava seduto a fianco ero io, il suo Arcivescovo, non "..una checca in gonna rossa".

La formula finale corretta e' "La Messa è finita, andate in pace" e non "Che mal di testa, andate tutti fuori dai coglioni". Per il resto, mi pare andasse tutto bene”.

Il panino con il prosciutto.. (Barzelletta)


Un finanziere, un poliziotto ed un carabiniere hanno da diversi mesi lo stesso turno allo stesso posto e si trovano a mangiare insieme.

Puntualmente aprono i loro portapranzo e trovano dentro un panino al prosciutto.

Un giorno il finanziere distrutto dalla ripetitività del pasto perde le staffe e dice: "ragazzi, mi sono rotto le palle. Ora apro il portapranzo e se dentro ci trovo un panino al prosciutto mi sparo quanto è vero dio!!" Apre il portapranzo e trova il solito panino, estrae la pistola dalla fondina e si spara un colpo alla tempia.

Gli altri due restano attoniti e dopo qualche secondo di commenti di preoccupazione il poliziotto dice: "senti, il collega ha dimostrato di avere le palle quadrate, ha fatto bene. anzi, anche io se trovo il maledetto panino oggi faccio l'uomo e mi sparo!!"
Anche lui apre il portapranzo, trova il panino al prosciutto e con un urlo disumano si spara.

Il carabiniere rimasto solo riflette un attimo e per senso di solidarietà fa la stessa promessa. Apre il portapranzo, trova il panino al prosciutto, prende la pistola e fa il suo dovere.

Al funerale le vedove in lacrime commentano il gesto.

La vedova del finanziere: "caro, lo potevi dire, hai lasciato 2 figli, siamo in una valle di lacrime... non mi costava nulla prepararti qualcos'altro..."

La vedova del poliziotto: "amore mio ci hai lasciati soli, averlo saputo ti avrei preparato i più buoni manicaretti... ma perché ti sei tenuto tutto dentro...."

La vedova del carabiniere: "tesoro mio, io gli altri due potrei anche capirli.... ma te il pranzo te lo preparavi da solo!!!"

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