Marito e moglie e la maschera.. (Barzelletta)


Marito e moglie sono in vacanza. Il marito dice alla moglie: "c'è una discoteca qua vicino, c'è una festa in maschera, ho comprato una maschera..ci andiamo stasera?" e la moglie stanca gli dice: "no, ho mal di testa, vacci tu". Il marito si mette la maschera che la moglie conosce e se ne va.
La moglie riposa, poi di li a poco le passa il mal di testa e decide di andare anche lei alla festa in maschera mettendosi una maschera che il marito non conosce giusto per vedere come si comporta il marito senza di lei.

Quando arriva in discoteca riconosce la maschera del marito e con disappunto nota che bacia tutte le donne in bocca.

La moglie si arrabbia va da lui e lo convince a fare l'amore, e nota con stupore che suo marito fa l'amore con lei come non l'aveva mai fatto.. Arrabbiatissima se ne ritorna poi di fretta a casa e va a letto, di li a poco rientra anche il marito ma lei fingendo di dormire non gli dice niente.. Alla mattina gli chiede: "com'è andata amore?" e lui: "bene, ma non ci sono andato in discoteca, sono andato ad un bar con alcuni amici... però il tipo a cui ho prestato la maschera mi ha detto che si è divertito!!!"

Bimbo di 4 anni.. Guardate come balla, Incredibile. (Video)




IL significato della forma dei tratti del viso secondo l’antica tradizione cinese..

Facciamo un “salto” in Cina per conoscere una tradizionale interpretazione del significato dei tratti del viso.. STRUTTURA E SIGNIFICATI
PER LA TRADIZIONE CINESE:




IL VOLTO

I cinesi usano una metafora geografica per interpretare i tratti del volto, che dividono simbolicamente in cinque montagne e in quattro fiumi.
Le montagne corrispondono ai punti cardinali,con il mento a nord,la fronte a sud,le guance a est e ovest,e il naso che naturalmente occupa il centro.
I fiumi corrispondono ai canali sensoriali:le orecchie,gli occhi,la bocca e le narici ( e così il naso riunisce entrambi i simboli).
Un viso armonioso (e non necessariamente “bello”) deve avere equilibrio tra le cinque montagne,e nei suoi fiumi deve scorrere acqua chiara e limpida.Simbolicamente significa che l'insieme della “mappa” deve riflettere serenità, tranquillità, saggezza e sensibilità, senza che un elemento prevalga sugli altri, ma compensandosi tutti a vicenda.
La lettura del volto non si riferisce ai tratti che la genesi e la natura ci hanno dato dalla nascita.
Si tratta invece di una lettura “dell'espressione”, ovvero di ciò che si è impresso sul nostro volto nel corso della vita.
Le tensioni muscolari, i tic, le smorfie ecc., ridisegnano il nostro viso corrugandolo qui e spianandolo là,dando luminosità o opacità,rafforzando o indebolendo determinate aree.
Perciò si dice che, entrati nell'età adulta, siamo noi stessi i responsabili del nostro volto..




LA FRONTE

La parte superiore del viso riflette la nostra interiorità in due modi:
– L'aspetto della pelle e la direzione delle rughe.
Una pelle liscia e tersa indica bontà,innocenza e perfino ingenuità.
Una pelle secca indica freddezza,intellettualismo e decisionalità;
una pelle troppo umida può essere indice di nervosismo e squilibrio interiore.
– La fronte è percorsa da linee e solchi,qualunque sia la nostra età.
Due o tre linee parallele indicano equilibrio e armonia, e se i solchi orizzontali sono abbondanti possono segnalare allegria e buon umore.Se le linee sono molto profonde, indicano insicurezza e mancanza di equilibrio.
Le linee verticali che in genere si collocano tra le sopracciglia, possono esprimere una personalità squilibrata, che ha sofferto eventi dolorosi senza riuscire a superarli.




GLI OCCHI

Sono stati chiamati “lo specchio dell'anima” perchè,oltre alla forma,la grandezza e il colore, riflettono in buona misura la nostra personalità (ovviamente,per chi sa leggerla).
Possiamo avere uno sguardo luminoso a qualunque età, e purtroppo ci sono bambini che hanno già uno sguardo opaco e spento.
La chiarezza e la limpidezza dello sguardo sono indici di salute fisica e mentale,di sincerità e di interesse per ciò che si circonda.
Molte malattie del corpo e della mente si riflettono negli occhi mediante vari segni:macchie,opacità,colore giallognolo,pupille velate,e così via.
Tutti questi segni corrispondono anche a sentimenti e azioni prodotte da vibrazioni negative.
La presenza di venette nel bianco dell'occhio coincide in genere con una personalità squilibrata e ambiziosa, mentre gli occhi “arrossati” , se non sono dovuti dal pianto o una situazione pratica, denotano un carattere pessimista e tormentato.




LA BOCCA E LE LABBRA

La bocca è senza dubbio il tratto più espressivo dei sentimenti e del modo di essere pratico.
Allegria,disprezzo,tristezza,dolore e dispiacere,tutte le emozioni si riflettono nell'atteggiamento delle labbra e nella forma della bocca.
L'antico teatro greco rappresentava la tragedia con una maschera dagli angoli della bocca piegati all'ingiù,e la commedia con la stessa maschera ma con gli angoli piegati all'insù.
Perché tutto ciò che abbiamo vissuto,tutto ciò che pensiamo e sentiamo,lascia un'impronta che segna in modo permanente il nostro viso.
Chi ha riso molto e si gode la vita,con un'atteggiamento aperto e allegro,esibirà un perenne sorriso,forse con piccole rughe attorno agli angoli della bocca,e la parte inferiore delle guange liscia e piena.
Al contrario una persona sofferente e amareggiata tenderà a dare alla bocca una curvatura “tragica”,con le labbra serrate e le guance incavate.
Qualunque sia la forma della bocca con cui siamo venuti al mondo,è quasi certo che le labbra delle persone sensuali e ottimiste si ingrandiscono, mentre quelle delle persone molto cerebrali e riflessive si assottigliano.



CONSIDERAZIONE FINALE SUL SENSO DEI TRATTI DEL VISO

Anche se nei testi cinesi abbandonano le interpretazioni di ciascun tratto e di ogni area del volto, e anche se il criminologo italiano Cesare Lombroso riuscì a classificare la propenzione della delinquenza basandosi sulle misure e sulla forma del cranio, non è mia intenzione accogliere questo tipo di pregiudizi basati sulle casualità anatomiche. Voglio dire che non credo si possa giudicare una persona dalla forma delle orecchie, del naso o delle sopracciglia, nonostante i commenti popolari sul naso imporporato dei bevitori, sulla fronte stretta degli ignoranti o il mento sporgente dei volitivi. Concordo in pieno con le considerazioni finali dell'autore del testo… che comunque resta molto interessante…

Ricordatevelo quando incontrate una persona anziana (Leggetela, ne vale la pena.)


Quando un uomo anziano è morto nel reparto geriatrico di una casa di cura in un paese di campagna australiana, si credeva che nulla di valore egli avesse potuto lasciare. Più tardi, le infermiere sistemando i suoi pochi averi, trovarono questa poesia. La qualità ed il contenuto impressionarono lo staff che volle farne tante copie da distribuire agli di tutto infermieri l'ospedale. Un'infermiera di Melbourne volle che una copia della poesia comparisse nelle edizioni di Natale delle riviste di tutto il paese come unico lascito di questo vecchio per i posteri e facendo in modo che figurasse su tutte le riviste per la salute mentale. E' stata anche fatta una raccolta di immagini dedicata a questa semplice ma eloquente poesia. E così questo vecchio, che nulla pareva potesse dare al mondo, ora è l'autore di questa poesia 'anonima' che vola attraverso la rete internet.

"Cranky" uomo vecchio Cosa vedi infermiera ? ..Cosa vedete ? Che cosa stai pensando mentre mi guardi ? "Un povero vecchio"....non molto saggio.. con lo sguardo incerto ed occhi lontani.. Che schiva il cibo.. e non da risposte.. ..e che quando provi a dirgli a voce alta : .."almeno assaggia!" sembra nulla gli importi di quello che fai per lui.. Uno che perde sempre il calzino o la scarpa.. ..che ti resiste, non permettendoti di occuparti di lui.. per fargli il bagno, per alimentarlo... e la giornata diviene lunga .. Ma cosa stai pensando?.. E cosa vedi?? .. Apri gli occhi infermiera!!.. perchè tu non sembri davvero interessata a me.. Ora ti dirò chi sono.. mentre me ne sto ancora seduto qui a ricevere le tue attenzioni... lasciandomi imboccare per compiacerti. "Io sono un piccolo bambino di dieci anni con un padre ed una madre, Fratelli e sorelle che si vogliono bene .. Sono un ragazzo di sedici anni con le ali ai piedi.. che sogna presto di incontrare l'amore.. A vent'anni sono già sposo... il mio cuore batte forte.. giurando di mantener fede alle sue promesse .. A venticinque....ho già un figlio mio.. che ha bisogno di me e di un tetto sicuro, di una casa felice in cui crescere. Sono già un uomo di trent'anni e mio figlio è cresciuto velocemente, siamo molto legati uno all'altro da un sentimento che dovrebbe durare nel tempo. Ho poco più di quarant'anni, mio figlio ora è un adulto e se ne va, ma la mia donna mi sta accanto.. per consolarmi affinchè io non pianga. A poco più di cinquant'anni... i bambini mi giocano attorno alle ginocchia , Ancora una volta, abbiamo con noi dei bambini io e la mia amata.. Ma arrivano presto giorni bui.... mia moglie muore.. ..guardando al futuro rabbrividisco con terrore.. Abbiamo allevato i nostri figli e poi loro ne hanno allevati dei propri.. e così penso agli anni vissuti... all'amore che ho conosciuto. Ora sono un uomo vecchio... e la natura è crudele. Si tratta di affrontare la vecchiaia... con lo sguardo di un pazzo. Il corpo lentamente si sbriciola... grazia e vigore mi abbandonano. Ora c'è una pietra... dove una volta ospitavo un cuore. Ma all'interno di questa vecchia carcassa un giovane uomo vive ancora e così di nuovo il mio cuore martoriato si gonfia.. Mi ricordo le gioie... ricordo il dolore. Io vorrei amare, amare e vivere ancora.. ma gli anni che restano son pochissimi.. tutto è scivolato via.. veloce. E devo accettare il fatto che niente può durare.." Quindi aprite gli occhi gente.. apriteli e guardate.. .."Non un uomo vecchio".. avvicinatevi meglio e... vedrete ME!!

Ricordatevi questa poesia quando incontrate una persona anziana per evitare di metterla da parte senza guardare all'anima giovane che le sta all'interno perchè tutti noi un giorno, saremo così.. purtroppo. Posted by Beppe Tardito on 10/09/2015

Marito e moglie si scrivono.. (Barzelletta)


Alla mia carissima moglie:
durante lo scorso anno ho tentato di fare l'amore con te 365 volte.

Ci sono riuscito 36 volte, che significa una media di una volta ogni dieci giorni.
La seguente è una lista del perchè non ci sono riuscito più spesso:

- 54 volte le lenzuola erano pulite
- 17 volte era troppo tardi
- 49 volte eri troppo stanca
- 20 volte faceva troppo caldo
- 15 volte hai fatto finta di essere addormentata
- 22 volte avevi mal di testa
- 17 volte avevi paura di svegliare i bambini
- 12 volte era il periodo sbagliato del mese
- 19 volte dovevi alzarti presto
- 9 volte non eri nell'umore giusto
- 7 volte avevi preso una scottatura solare
- 6 volte stavi guardando il Costanzo Show
- 5 volte non volevi rovinare la pettinatura appena fatta
- 3 volte avevi paura che ci sentissero i vicini
- 9 volte avevi paura che ci sentisse tua madre

Delle 36 volte che sono riuscito, l'attività non è stata soddisfacente perché:

- 6 volte eri sdraiata e non hai partecipato
- 8 volte mi hai ricordato che avevo una grata in un occhio
- 4 volte mi hai detto di fare alla svelta
- 7 volte ho dovuto svegliarti per dirti che avevo finito
- 1 volta ho avuto paura di averti fatto male perché mi è parso che tu ti spostassi.

Al mio caro marito:
credo che tu sia un po' confuso. Queste sono le ragioni per le quali non hai ottenuto niente di più:

- 5 volte sei tornato a casa ubriaco e hai cercato di scoparti il gatto
- 36 volte non sei proprio tornato
- 21 volte non sei venuto
- 31 volte sei venuto troppo presto
- 19 volte ti si è ammosciato prima che tu potessi infilarlo 10 volte avevi i crampi alle dita dei piedi
- 38 volte ci hai provato troppo tardi
- 29 volte dovevi alzarti presto per andare a giocare a golf
- 2 volte eri stato coinvolto in una rissa e qualcuno ti aveva colpito nelle palle
- 6 volte sei venuto nel pigiama mentre ti leggevi un porno
- 98 volte eri troppo occupato a guardare il calcio in TV

Per le volte che ci siamo riusciti, la ragione per cui io stavo semplicemente sdraiata era che avevi mancato la mira e ti stavi scopando le lenzuola.

Non ho mai parlato di grata nell'occhio, ma ti avevo chiesto se mi preferivi girata o in ginocchio.

La volta che ti pareva che mi stessi spostando era perché avevi scoreggiato e stavo semplicemente cercando di respirare

Metastasi ai polmoni e al fegato, ecco come sono guarita...


Questa è la storia di Veronica.

Veronica due anni fa ha scoperto un tumore già esteso. E, dopo poco, recidive ad altri tre organi. Nonostante ben 11 cicli di chemio c’erano ancora 4 metastasi ai polmoni e al fegato.

"Non potevo più continuare con la chemioterapia, ero piegata dai dolori e soggetta a crisi convulsive.."

Racconta lei che ora ha 54 anni e sta bene.

L’oncologia ufficiale non ha dato alternative a Veronica, il protocollo è quello. E lei, che ha due fratelli medici, uno in Messico (ematologo) e uno in Francia (immunologo), ha scelto da sola la sua terapia salvavita, un mix di sana alimentazione e integratori. “Ma prima di ingerire qualcosa, chiedevo puntualmente il loro parere”. E l’ok è sempre arrivato.

Veronica è violinista. Non ha mai abbandonato il suo lavoro di orchestrale, neppure nei momenti peggiori. “La musica è la mia vita – dice – Ho scelto di non rinunciare ai concerti, anche quando avrei rischiato di ammalarmi stando in mezzo alla gente perchè avevo le difese immunitarie azzerate dalla chemio”.
Come sono guarita dal tumore?!?
via la farina bianca per eliminare metastasi al fegato

ha eliminato la farina bianca

“Durante la chemio ero ingrassata 15 chili. Per combattere la nausea mangiavo pasta e tanti spuntini con il pane. Ho cominciato a eliminare le farine raffinate e lo zucchero. Non solo: anche carne e latticini.

Sono sempre stata golosa, mettevo due cucchiaini di zucchero nel caffè, ne bevevo tre o quattro, quindi ho tolto gli otto cucchiai di zucchero al dì. Spesso prendevo anche una Coca cola, con la scusa della pressione bassa. Facevo colazione con la brioche. A pranzo mangiavo pasta e la sera, molte volte, una tazza di latte, sempre con brioche. E siccome consumavo poca carne, ero convinta di mangiare bene…”. (Fonte: http://blog.ilgiornale.it)

Dove o da chi ha appreso che questi sono errori alimentari?

“Soprattutto dagli studi sui cinesi di Colin Campbell (The China Study) e dai testi di David Schreiber, lo psichiatra e neuroscienziato francese vissuto 19 anni con un tumore al cervello, autore dei libri Guarire e Anticancro.

Tutti i libri e le ricerche sull’alimentazione concordano su questi punti…

Ho quasi eliminato le proteine animali, ogni tanto il pesce azzurro o pochissima carne usata come condimento. Ho sostituito la pasta bianca con grandi piatti di riso e quinoa. Preparo il pane in casa (uso la macchina che impasta e cuoce) con farine biologiche e integrali al 100%, alterno avena, grano, segale. Vi aggiungo semi, lino, zucca o girasole”.

contro le metastasi ai polmoni il tè verde

Tè verde a colazione.

La colazione?
“Trenta minuti prima di mangiare prendo l’ascorbato di potassio, adatto a contrastare l’acidità del corpo che è il terreno fertile del cancro.

Poi inizio con una tazza di tè verde. Quindi caffè e latte vegetale (avena, farro, miglio, mandorle, riso), sul pane spalmo marmellata biologica senza zucchero o miele di agave che ha il pregio di non alzare la glicemia. Poi tanta frutta secca, noci, nocciole, anacardi.

A metà mattina bevo un litro di centrifugato (sedano, finocchio, carote, frutta, quello che ho, con aggiunta di zenzero, potente anti-infiammatorio), un giorno vi aggiungo una bustina di glutatione in polvere (catena di aminoacidi antiossidanti), un altro l’aloe o le bacche di goji”.

Il pranzo?
la curcuma per curare le metastasi
la curcuma un po’ ovunque

“Cerco di variare il più possibile i cereali, quasi mai la pasta bianca. Condisco i piatti come farei con la pastasciutta, pomodoro, verdure o erbette e spezie. Provo a inserire la curcuma dappertutto. Da messicana cucino volentieri fagioli e tortillas di mais. Tutti i giorni un’insalata di verdure crude e semi”

La cena?
“Zuppe di legumi, minestroni, passati, tortini di verdure o il latte. Ma, quest’ultimo, solo vegetale e con cereali non zuccherati industrialmente: fiocchi d’avena con un po’ di miele d’agave e cannella”.

I risultati
In questo modo le sono scomparse 4 metastasi ai polmoni e al fegato, dopo quanto tempo?
“Le metastasi sono sparite completamente dopo un anno di alimentazione sana. Ma, come dicono i medici, non si può sapere se questo è stato l’effetto ritardato della chemio o un miracolo. Colin Campbell (l’autore di The Cina Study) ha una spiegazione scientifica: per lui sono riuscita ad affamare le cellule del mio cancro e a impedirne la proliferazione”.

Ma cosa le ha detto l’oncologa, quando, dopo un anno, ha visto che ecografie e Tac non mostravano più segni del tumore?

“Prima mi ha chiesto se avessi seguito qualche cura, poi, quando le ho detto che ho stravolto il modo di mangiare e inserito un paio di integratori, mi ha guardato come avrebbe fatto con una bambina che crede alle favole”.

Però le ha detto che la favola non è vera.

“Sì. Prima ha detto che l’alimentazione non c’entra. Poi ha aggiunto che ‘nessuno ha la verità assoluta’”.

"Dipende." Come vedi, tutto dipende dalle mani in cui gli oggetti si...


Un pallone da Basket nelle mie mani vale 20 Euro.
Nelle mani di Michael Jordan vale circa 30 milioni di Euro.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Una palla da baseball nelle mie mani vale 4 Euro.
Nelle mani di Mark McGuire vale circa 17 milioni di Euro.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Una racchetta da Tennis nelle mie mani è praticamente inutile.
Nelle mani di Venus Williams, è la vittoria in un torneo.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Un bastone nelle mie mani tiene lontano un animale selvatico.
Un bastone, nelle mani di Mosè divide il Mar Rosso.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Una fionda nelle mie mani è un giocattolo per bambini.
Una fionda nelle mani di Davide è un'arma straordinaria.
Dipende dalle mani in cui si trova.

Due pesci e cinque panini nelle mie mani sono una buona merenda.
Due pesci e cinque panini nelle mani di Dio sfamano le moltitudini.
Dipende dalle mani in cui si trovano.

I chiodi nelle mie mani possono produrre una cuccia per cani.
Nelle mani di Gesù Cristo producono salvezza per il mondo intero.
Dipende dalle mani in cui si trovano.

Come vedi, tutto dipende dalle mani in cui gli oggetti si trovano.
Allora, metti i tuoi ragionamenti, le tue preoccupazioni, le tue paure le tue speranze, i tuoi sogni, la tua famiglia e i tuoi rapporti con gli altri nelle mani di Dio, perché...
..dipende dalle mani in cui si trovano.

"L'angelo".. Sarà vero?!?.. Un racconto bellissimo


Ogni volta che un bambino muore, scende sulla terra un angelo del Signore, prende in braccio il bimbo morto, allarga le grandi ali bianche e vola in tutti i posti che il bambino ha amato; poi coglie una manciata di fiori, che porta a Dio, affinché essi fioriscano ancora più belli che sulla terra. Il buon Dio tiene i fiori sul suo cuore, ma a quello che ha più caro di tutti dà un bacio, e questo riceve la voce e può cantare nel coro dei beati.
Tutto questo veniva raccontato da un angelo del Signore mentre portava un bambino morto in cielo, e il bambino lo sentiva come un sogno; e volavano per la casa, nei luoghi dove il bambino aveva giocato, e poi nei deliziosi giardini pieni di fiori bellissimi.
"Quale dobbiamo prendere da piantare in cielo?" chiese l’angelo.
Nel giardino si trovava un alto roseto, ma un uomo cattivo aveva spezzato il fusto, così tutti i rami pieni di grandi gemme sbocciate a metà, si erano piegati e appassivano.
"Povera pianta", disse il bambino, "prendi quella, così potrà fiorire vicino a Dio".
E l’angelo raccolse quella pianta, e diede un bacio al bambino, così egli aprì un po’ gli occhietti. Colsero quei magnifici fiori, ma presero anche la disprezzata calendula e la selvatica viola del pensiero.
"Adesso abbiamo i fiori", disse il bambino, e l’angelo annuì, ma ancora non volarono verso Dio. Era notte e c’era silenzio; rimasero nella grande città e volarono in una delle strade più strette, dove si trovava un mucchio di paglia, cenere e spazzatura: c’era stato un trasloco, e dappertutto c’erano pezzi di piatti, schegge di gesso, cenci e roba scartata.
E l’angelo indicò, in tutta quella confusione, alcuni cocci di un vaso di fiori; lì vicino c’era una zolla che era caduta fuori dal vaso, ma che era rimasta compatta a causa delle radici di un grande fiore di campo appassito, che non valeva più nulla e per questo era stato gettato via.
"Portiamolo con noi!", disse l’angelo, "poi, mentre voliamo, ti racconto perché".
E così volarono e l’angelo raccontò:
"Laggiù, in quella strada stretta, in un seminterrato, viveva un povero ragazzo ammalato; fin da piccolo era rimasto sempre a letto, quando proprio si sentiva bene poteva camminare per la stanza con le stampelle, ma non poteva fare altro. In certi giorni d’estate i raggi del sole arrivavano per un mezz’ora nella stanzetta del seminterrato, allora il ragazzino si metteva seduto a sentire il caldo sole su di lui e guardava il sangue rosso che scorreva nella sue dita sottili che teneva davanti al viso. In quei giorni si poteva dire: ‘Oggi il piccolo è uscito!’.
Il ragazzo conosceva il verde primaverile del bosco solo perché il figlio del vicino gli portava il primo ramo di faggio con le foglie, e lui se lo alzava sul capo e sognava di trovarsi sotto i raggi del sole che splendeva e gli uccelli che cantavano. Un giorno di primavera il figlio del vicino gli portò anche dei fiori di campo, e tra questi ce n’era per caso uno ancora con le radici: perciò fu piantato in un vaso e messo sulla finestra vicino al letto.
Il fiore, piantato da una mano amorevole, crebbe, mise nuovi germogli e ogni anno fiori. Questo divenne il paradiso meraviglioso del ragazzo, il suo piccolo tesoro sulla terra. Lo bagnava e lo curava e si preoccupava che ricevesse anche l’ultimo raggio di sole che penetrava dalla bassa finestrella; e il fiore cresceva anche nella fantasia del ragazzo perché fioriva per lui, per lui emanava il suo profumo e gli rallegrava la vita. E quando il Signore chiamò il ragazzo, egli si volse, morendo verso quel fiore.
Da un anno ormai è presso Dio, e per un anno intero il fiore è rimasto abbandonato sulla finestra ed è appassito. Per questo è stato gettato tra la spazzatura durante il trasloco. E proprio quel fiore, quel povero fiore appassito noi l’abbiamo messo nel nostro mazzo, perché quel fiore ha portato più gioia che non il più bel fiore del giardino reale".
"Ma come mai sai tutte queste cose?" domandò il bambino che l’angelo portava in cielo.
"Le so perché io stesso ero quel povero ragazzo malato che camminava con le stampelle!" spiegò l’angelo. "E conosco bene il mio fiore!".
Il bambino spalancò gli occhi e guardò il viso bello e felice dell’angelo; in quel momento giunsero in cielo, dove c’era gioia e beatitudine. Dio strinse al cuore il bambino morto e subito gli spuntarono le ali, come all’altro angelo, e insieme volarono via, tenendosi per mano.
Poi Dio strinse al cuore il mazzetto di fiori e baciò quel povero fiore di campo appassito, che subito ebbe voce e cantò con tutti gli angeli che volavano intorno a Dio: alcuni vicinissimi, altri in grandi cerchi intorno a Lui, e altri ancora molto più lontani, nell’infinito, ma tutti ugualmente felici. E tutti cantavano, piccoli e grandi, anche il bambino buono e benedetto, e quel povero fiore di campo che era appassito ed era stato gettato nella via stretta e buia, tra la spazzatura di un trasloco. (Hans Christian Andersen)

Gli sposi in paradiso.. (Barzelletta)


Il signor Alberto muore e sale in Paradiso. Pochi mesi dopo muore quella che era stata sua moglie, Carmela, e anche lei va in Paradiso. Appena arrivata si mette a cercare ovunque il suo Alberto: "Amoreee, amoreee?! Dove seiiii?" ma Alberto si nasconde sempre, fino a quando Carmela lo trova. "Amore! Eccoti finalmente, ti ho cercato tanto sai?! Dove eri finito?"
"Senti Carmela, lasciami stare, il prete era stato chiaro, aveva detto - finché morte non vi separi -"

Ecco i 18 tipi di utenti che puoi trovare su facebook... (Da leggere)


Facebook viene utilizzato in mille maniere: comunicare, condividere pensieri, foto e notizie; fare gruppo, promuovere attività, lanciare eventi, ingannare il tempo in ufficio; raccogliere consensi, alimentare passioni e amicizie, fare proselitismo. Chi vi è iscritto, però, sa bene che la maggior parte degli utenti lo usa per due motivi principali:

1 - farsi i fatti degli altri;

2 - soddisfare l’amor proprio ricevendo un feedback qualsiasi, un commento o un “mi piace” (e, a volte, questo meccanismo può creare anche una certa dipendenza).

Inevitabile, quindi, che su Facebook emerga almeno in parte la personalità di ciascuno di noi o, per lo meno, l’immagine che vogliamo costruirci addosso. Saltano così fuori i "tipi" più disparati: l’elenco che segue è ovviamente incompleto, e non necessariamente un tipo esclude l’altro; anzi, molto spesso in uno stesso utente convivono due o più profili. Chi scrive, ad esempio, si riconosce in molti di questi modelli.

1. IL LAMENTOSO - quando apri Facebook il lunedì mattina trovi quasi sempre una sua frase in cima alla timeline. Incurante del fatto che, secondo le ultime statistiche, è più che probabile che 1/3 dei suoi amici sia disoccupato, si lamenta di dover lavorare.
Il lunedì si lamenta perché è lunedì, il martedì e il mercoledì si lamenta perché è solo martedì e mercoledì, da giovedì può iniziare il conto alla rovescia per l’imminente weekend che ha termine tra esultanze e scene di giubilo soltanto il venerdì nel tardo pomeriggio. Il sabato solitamente non si connette, ma riappare puntuale la domenica sera quando si lamenta perché il weekend è volato via troppo presto e il giorno dopo, guarda un po’, è di nuovo lunedì.

2. L'ESIBIZIONISTA - Ci sono esemplari di entrambi i sessi, ma trova le sue espressioni migliori nell’utente di sesso femminile. È la prima a saltare all’occhio quando ti connetti. D’altronde, come non notare le sue provocanti foto in lingerie che campeggiano sulla tua bacheca? Sguardo ammiccante e capelli al vento, a cavallo di un’Harley, o accovacciata sul cofano di una fuoriserie, colleziona “mi piace” e complimenti scontati (oltre che di dubbio gusto).

3. IL MANIACO SESSUALE - Se ne hai qualcuno, forse non lo sai. Io ne ho uno tra i miei contatti, ma l’ho scovato per puro caso.
Di solito agisce nell’ombra e gli audaci link che condivide sulle natiche di Belen, il davanzale della Clerici e l’ultima fatica di Sara Tommasi sono solo specchietti per le allodole e quasi mai prova di colpevolezza. Soltanto l’esibizionista di cui sopra, e di cui è naturale controparte, può aiutarti a smascherarlo: il maniaco l’ha vista mezza svestita tra i tuoi amici e l’ha contattata per proporle un rapporto sessuale. E lei si è vendicata svergognandolo sulla sua bacheca.

4. LA FEMMINISTA FERITA - Nell’eterna lotta tra uomo e donna, quest’ultima ha sempre bisogno di difendersi dal maschio cattivone. Afflitta da storie amorose finite male di cui, guarda caso, è sempre vittima, comunica solo attraverso aforismi.
Le sue frasi non hanno mai come obiettivo il soggetto singolo, quanto piuttosto il genere maschile nella sua universalità.

5. LA ROMANTICA ILLUSA - Condivide esclusivamente fotografie di baci e corpi intrecciati, la cui didascalia sembra copiata pari pari dai bigliettini dei Baci Perugina.
Per lei l’amore è un apostrofo rosa tra le parole Fabio e Volo.

6. L’ANIMALISTA CONVINTO - L'animalista convinto: pubblica foto di cani abbandonati in autostrada o ridotti in brandelli, condivide notizie di torture su animali, invita a prendere parte a blitz per la liberazione delle cavie. Spesso è anche vegetariano e te lo ricorda di continuo, tentando, senza successo, di farti sentire in colpa per la fiorentina che hai ingurgitato con sommo piacere la sera prima.

7. IL TENERO GATTOFILO - È la versione annacquata dell’animalista di cui sopra. È forse l’amico visibilmente più riconoscibile perché infesta la tua homepage di animaletti di ogni tipo, ma soprattutto di gattini. Arrampicati, dormienti, in volo, seduti, accoccolati, questi cari amici felini vengono condivisi in ogni loro tenero atteggiamento. Ma i link peggiori sono le vignette in cui i gatti vengono antropomorfizzati: un fumetto ti informa dei loro pensieri, delle loro massime e delle lezioni di vita che hanno da darti.

8. IL GIUSTIZIALISTA - Condivide quasi sempre notizie di cronaca nera (omicidi, suicidi e violenze di ogni tipo) al solo scopo di insultarne il protagonista e invocarne la pena di morte o, nei più brutali casi di stupro, la castrazione. Vorrebbe reincarnarsi in Marco Travaglio.

9. IL GRILLINO - È una categoria di amici in forte ascesa negli ultimi anni. La Rete per lui è un campo di battaglia. Si nutre di populismo e demagogia, pubblica continui insulti alla casta, vuole convincerti dell'inesistenza dell'Aids o informarti sul fenomeno delle scie chimiche, diffonde i prezzi del menù della mensa di Montecitorio, o la foto di D’Alema in barca. Ma si ha quasi sempre l’impressione che, se fosse al posto dei politici che tanto depreca, si comporterebbe esattamente come loro.

10. L’OPINIONISTA - Condivide soltanto articoli scientifici o giornalistici (per lo più economici), snocciola cifre e si interessa di Pil e di finanza. Non ama perdere tempo in futili discussioni, prende il social network molto seriamente per informarsi, scambiare opinioni e imparare sempre qualcosa di nuovo.
Se non ami leggere giornali e siti d’informazione, abbi cura di averne almeno uno fra gli amici. Grazie a lui sarai sempre aggiornato e, se è uno serio, ti può dire se e quando finirà davvero la crisi.

11. IL GRAMELLINISTA - Incline all'utilizzo sfrenato di citazioni di Cavour e di Platone grazie alle quali può atteggiarsi a filosofo nazional-popolare, sprona continuamente gli amici a guardare il mondo con gli occhi ingenui di un bambino. Cerchiobottista di professione, crede nell'amore, nei piccoli gesti e nella bellezza. Tutte cose che, a suo dire, salveranno il mondo. E ci faranno uscire dalla crisi.

12. IL KOMPAGNO (o presunto tale) - Scrive e commenta come uno della vecchia guardia, ti lascia intendere di avere un tatuaggio del Che sull’avambraccio e di tenere sul comodino Il Capitale di Marx e il Libretto rosso di Mao. Ti invia continui inviti a conferenze e manifestazioni sindacali, condivide notizie di operai penalizzati dal sistema capitalista, dice di essere intransigente e di lottare a spada tratta contro il padrone. A un certo punto, però, tutto va in fumo perché scopri che ha la tessera del PD.

13. IL TIFOSO - quasi sempre tifa per una squadra a strisce, si collega solo per esultare dell’ennesimo latrocinio della propria squadra del cuore o per lamentarsi di un eventuale arbitraggio che, una volta tanto, è stato imparziale. Spesso inneggia a un presunto campione che per lui è anche modello di vita, salvo poi scaricarlo alla prima occasione. Non di rado sbeffeggia i tifosi delle altre squadre perché non vincono nulla. Ma attenzione, si atteggia a ultrà soltanto quando la sua squadra del cuore è in lotta per lo scudetto. Statene certi: quando non vince, non si connette neanche.

14. LA FOODBLOGGER - Ti connetti al mattino e la prima immagine è quella di una sobria parmigiana, di una leggera peperonata o di dietetiche uova ripiene. In tarda mattinata la maledici perché comincia a farti venire fame, anche se mancano ancora un paio d'ore all'ora di pranzo. Nel primo pomeriggio ti becchi il resoconto del suo pranzo e rischi di rimettere il tuo.
In serata, se va a cena al ristorante, ti rende partecipe della sua esperienza fotografando ogni singola portata. Ti chiedi sempre quanti pasti contempli la sua giornata.

15. IL TROLL – Quello che usa Facebook solo per sollazzarsi cercando lo scontro con gli altri utenti. Se una cosa è condivisa da molti lui va contro aspramente e se una cosa è osteggiata dal popolo del social lui ne tesse le lodi. E più critiche riceve, più si carica e la difende, spesso e volentieri va in giro a commentare con frasi volgari e insulti gratuiti tanto nel suo profilo non troverete una sua foto in quanto probabilmente il suo account è falso.

16. IL BLASFEMO - È il classico amico che non te le manda a dire. Ce l’ha col mondo intero, o, a volte, solo con i suoi amici di Facebook. Spesso li insulta gratuitamente, molto più spesso una bella bestemmia gli regala qualche attimo di sollievo.
Sempre sboccato e spesso ironico, ha Padre Pio e il Papa tra i suoi bersagli preferiti, ma non disdegna santi e madonne dai nomi più improbabili che evoca per riderne di gusto con gli altri suoi compari.

17. IL POTENZIALE ALCOLISTA - Di solito la domenica, nel tardo pomeriggio, si vanta di essersi appena svegliato, dopo essere tornato a casa sui gomiti alle otto del mattino.
Racconta continuamente di bere alcool a più non posso, condivide motti di spirito e aforismi sulle gioie del bere, ha solo foto che lo ritraggono con in mano cocktails e superalcolici perché crede che bere faccia davvero figo.
Questo genere d’amico, come il lamentoso di cui sopra, vede il weekend come la panacea di tutti i mali.

18. L’INDIFFERENTE (o presunto tale) - Passa parecchio tempo su facebook, ma non commenta mai. È quello che pur aprendo questo link e leggendolo da cima a fondo non mi darà la soddisfazione di scrivere qualcosa o di cliccare sul mi piace. (Giuseppe Sciara)

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