Se potessi parlare con Dio cosa gli chiederesti?.. (Video)

Una nonna racconta... "Sai, ai miei tempi quando un uomo si innamorava di... (Bellissima)


”Sai, ai miei tempi quando un uomo si innamorava di una donna la amava e la rispettava sempre. Un giorno ero al mercato, io e nonno ci eravamo appena conosciuti e siamo andati a spasso tenendoci la mano. Ad ogni bancarella qualcosa mi meravigliava, bracciali, orecchini, colori, era tutto bellissimo ma a quei tempi i soldi mancavano e non potevo permettermi nulla. Quando mi riaccompagnò a casa mi salutò con un bacio, con la promessa che mi avrebbe chiamato una volta a casa.
E lo ha fatto, lo faceva sempre, lo fa ancora adesso e sono passati 50 anni. Il mattino dopo vicino al mio letto trovai una piccola busta, al suo interno c’erano un paio di orecchini bellissimi, di quelli che avrei voluto comprare ma non mi potevo permettere.
Brillavano erano la cosa più bella che io avessi mai ricevuto, così lessi il bigliettino che diceva ”Questi orecchini non sono segno del mio amore, ma il sorriso che avrai tu quando li indosserai, si, quello sarà il segno del mio amore. Probabilmente adesso una cosa del genere sarebbe considerata troppo dolce da parte di un uomo, quando invece non sanno che per rendere felice una donna basta poco, basta amarla ogni giorno, senza dimenticarsi di chiamarla, senza tradirla, senza mentirle, senza lasciarla sola. Lo so che forse ti sembra impossibile che esista ancora un uomo così adesso ma sono quasi sicura che da qualche parte ancora c’è e non smettere di cercarlo, non smettere mai. Perché l’amore non è mai lacrime, tristezza, paura, insicurezza, solitudine, mai. L’amore è amore, e se c’è non smette mai di brillare. Non accontentarti del non amore, abbi coraggio e cerca quello vero. Quello che nessuno ha più il coraggio di provare.” (Posted by Beppe Tardito on 16/12/2016

Sfatiamo una credenza popolare, Santa Lucia non è il giorno più corto che ci sia...


Il culto della vergine Lucia, uccisa nel 304 perché cristiana.

si festeggia il giorno di Santa Lucia, "il più corto che ci sia" secondo la tradizione. Ma chi era Santa Lucia, qual è la sua storia? E perché il detto vuole che quello dedicato a lei sia il giorno più corto dell'anno, quando in realtà è noto come il giorno più corto sia il 21 dicembre, giorno del solstizio d'inverno?

La storia di Santa Lucia è questa: Lucia, giovane siracusana nata pare nel 283 d.C., un giorno accompagna la madre malata a Catania per la commemorazione del martirio di Sant’Agata (secondo altre versioni, si reca da sola dalla Santa per pregare per la madre). Le due si inginocchiano sulla tomba della martire, ma a un tratto Lucia si assopisce e ha una visione di Sant'Agata, che le dice: "Lucia, sorella mia, perché chiedi a me quello che tu stessa hai ottenuto?" e le poi chiede di dedicare la sua vita a Dio, predicendole persino il martirio. Quando si sveglia, Lucia scopre che la madre è guarita. Così la ragazza torna a casa, rompe il fidanzamento con il promesso sposo e decide di dedicare la propria vita ai poveri e a Dio. Il fidanzato rifiutato però decide di vendicarsi e denunciarla come cristiana. Negli anni dell'imperatore Diocleziano le persecuzioni contro i cristiani sono ancora numerose: Lucia viene catturata e interrogata sulla sua fede, che lei non rinnega e anzi ribadisce nonostante le minacce e le torture. La fanciulla viene quindi condannata a morte: la tradizione vuole che la ragazza diventasse per miracolo così pesante che non fu possibile spostarla né con decine di uomini, né con buoi, né con la pece bollente e così le fu tagliata la gola (secondo altre versioni, venne decapitata) sul posto. E' il 13 dicembre 304. Prima di morire, riceve la Comunione e predice la caduta di Diocleziano. Non ci sono invece notizie del fatto che le siano cavati gli occhi: probabilmente è una tradizione più tarda, legata al fatto che è la protettrice della vista.

Il 13 dicembre dunque è il giorno del martirio di Santa Lucia e quello in cui la Santa è ricordata. Non è però (più) il giorno più corto dell'anno, che è invece il solstizio d'inverno, il 21 dicembre: quest'anno, il Sole resterà sopra l’orizzonte circa 3 minuti in meno rispetto al giorno prima. Da cosa deriva allora questa credenza? Semplicemente, quello di Santa Lucia è effettivamente stato il giorno più corto dell'anno, ma prima del 1582, anno in cui venne adottato il calendario gregoriano. Prima di quella data, la sfasatura fra calendario civile e calendario solare era tanto grande che il solstizio d’inverno cadeva fra il 12 e il 13 dicembre, rendendo quindi il 13 dicembre il giorno più corto dell’anno.

Nel culto popolare, alla Santa sono legati tradizioni e riti al limite del fiabesco: innanzitutto, in alcuni Paesi e anche in qualche città italiana, soprattutto del Veneto e del Trentino, è Santa Lucia, e NON Babbo Natale, a portare i doni ai bambini, che le scrivono una letterina; poi, alcune leggende vogliono che la Santa il 13 dicembre voli sui campi in segno di buon auspicio. In alcune zone del Sud Italia si allestiscono falò o accendono candele in suo onore. C'è persino un "rito propiziatorio" d'amore legato alla martire: secondo una leggenda infatti, chi si pettina con un pettine nuovo nella notte del 13 dicembre e poi lo nasconde sotto il cuscino tutta la notte, vedrà in sogno la propria anima gemella, accompagnata dalla Santa...

Il regalo di Natale.. (barzelletta)


Da giorni, durante il perido natalizio, un bambino uscendo da casa vede in una vetrina una bellissima bici da 200 euro, ma poichè la famiglia era povera decide di inviare una letterina a babbo natale scrivendo: "CARO BABBO NATALE MI PIACE MOLTO UNA BICI PUOI COMPRARMELA? PS: SE TI VIENE PESANTE NON TI PREOCCUPARE INVIAMI PURE 200 EURO E ME LA COMPRERÓ DA SOLO."

La lettera arriva alla posta dove i consulenti curiosi, leggendola, decidono di fare una colletta per raccogliere i soldi, uno mette 10 euro, uno 5, il capo 20... alla fine riescono ad ottenere 190 euro, la rispediscono così al bambino mettendo come mittente Santa Claus da North Pole.
Il bambino che aspettava con ansia la lettera controllando la buca trova la busta di Babbo Natale, apre lentamente e vede dentro 190 euro.
Decide di inviare una risposta a Babbo Natale per ringraziarlo, prima di andare a comprare la bici e scrive: "CARO BABBO NATALE, GRAZIE PER IL TUO PENSIERO, MA LA PROSSIMA VOLTA INVIAMI UN ASSEGNO PERCHE QUELLI STRONZI DELLA POSTA SI SON TENUTI 10 EURO!"

"Jingle Bells" - Auguri di Buon Natale

26 novembre 2016. È un miracolo: Giulia dopo 7 anni si risveglia dal coma grazie alla carezza...


della madre.

Giulia è un miracolo della vita. È uscita dal coma dopo sette anni, mentre la mamma le teneva la mano e lei è salita con la sua per accarezzarla, senza parole.

Sua madre, Maura, ha pensato di sognare. Le ha chiesto di rifare il gesto, perché non ci credeva. E Giulia le ha sfiorato di nuovo il braccio con la sua mano. Maura è corsa fuori, a chiamare i medici: «Mia figlia s’è risvegliata!».
Adesso Giulia è, su una sedia a rotelle
A causa di un aneurisma le si è rotta una vena in testa. Aveva 15 anni quel pomeriggio del 24 marzo 2004, quando è cominciato tutto. Faceva la seconda scientifico all’Einstein, ottimi voti e una vita felice. Giulia era una bella ragazzina, con i capelli ricci e biondi lunghi fino in fondo alla schiena. Era sul pullman con delle amiche che andava a trovare la nonna a San Mauro. A un certo punto s’è come accasciata: «Ho un male terribile». Dietro il capo, sopra il collo. La portano all’ospedale San Giovanni Bosco: ha un aneurisma per una malformazione congenita al cervello, di cui nessuno sapeva niente. La mamma ricorda che quando sono arrivati al Pronto Soccorso, lei e il papà, li hanno fatti sedere e si è sentita male: «Ditemi che cos’è?!». Il primario, dottor Luparello, le ha spiegato che «una malformazione così se ne vede una ogni cento anni. Difficile affrontarla». Però ci ha provato. Ha deciso di operarla, dopo averla salutata sulla soglia della camera: a domani, Giulia. «Ha scommesso su di lei», dice Maura: «Gli dobbiamo molto».

Quasi 13 ore di intervento, dalle 6 di sera alle 7 del mattino, con 12 sacche di sangue perché quando ha tolto l’aneurisma è come se avesse levato un tappo. Le avevano tolto anche una parte di cervello. «Adesso dobbiamo arginare questa diga che si è aperta», le dice il dottor Livigni. La mamma la veglia senza un attimo di sosta, leggendole Harry Potter, che a lei piaceva. È in coma indotto, ma quando provano a risvegliarla, inizia una seconda emorragia cerebrale. Le fanno un’altra craniotomia. Stavolta non è più coma indotto. Passa un anno e mezzo in quell’ospedale. Vogliono metterle una valvola intracranica, ma la valvola si ottura. Altra operazione, per metterle una valvola esterna: ne cambiano almeno cinque. La portano agli Anni Azzurri di Volpiano.
È proprio qui che si risveglia. Altro tempo deve passare però, e altri dolori. Maura la veste tutte le mattine, le infila le scarpe, la fa passeggiare, cerca di inventarle una seppur piccola abilità motoria anche con il coma. Le prende una tv, organizza la festa di compleanno per i suoi 18 anni, con un sacco di gente, i festoni e i palloncini che lei guarda inerte dal suo mondo lontano. Fa venire a sue spese una logopedista, una neuropsicologa e un operatore riflessologo che l’aiutano a mantenere il corpo intatto. «Vende il suo appartamento, perché adesso la sua casa è quella camera lì, con quelle montagne alla finestra che forse saranno finte. Mentre il calvario continua: c’è un batterio che la infetta e bisogna operarla di nuovo. Solo che dopo l’intervento, ritorna. La curano i dottori Ricci e Casarino, e lei li prega: «Per favore, teniamola almeno com’è». Alla fine i medici riescono a levarle il batterio. Poi arriva quella mattina di febbraio. Giulia si risveglia. Ma bisogna operarla di nuovo: ci sono gli ascessi cerebrali da rimuovere. Lo fa il dottor Federico Griva: «Luparello l’ha salvata, e Griva me l’ha ridata alla vita».

Ce n’è voluto di tempo perché l’amore di una mamma avesse ragione. Se c’è un miracolo è questo. Ora Giulia ha seguito il corso di riabilitazione nel Centro Cardinal Ferrari di Fontanellato del gruppo Kos. Lei continua a leggerle i libri, la porta al mare a Marina di Bibbona, e ora vogliono andare a Barcellona in camper e poi a New York. Maura ha solo paura che dopo di lei non ci sia lo stesso amore per farla vivere come adesso.

Corsa ai vaccini per l'arrivo dell'influenza che quest'anno si...


Corsa ai vaccini per l'arrivo dell'influenza che quest'anno si prevede sia particolarmente aggressiva.

Ora è corsa ai vaccini. Da una parte quello anti influenzale richiesto proprio per il fatto che quest’anno il virus si preannunciava più agressivo del solito. E dall’altra l’anti meningococco, in seguito agli ultimi casi toscani di meningite. «I pazienti sono tornati in massa a vaccinarsi - spiega il dottor Dario Grisillo segretario provinciale dei medici di medicina generale - per la paura dell’influenza di stagione che quest’anno sembra più cattiva del solito e per i nuovi casi toscani di meningite. Questo ha portato nei primi giorni della campagna vaccinale anti influenzale a qualche problema di approvvigionamento, adesso superato.

Le dosi infatti ci sono ed è possibile fare la profilassi. Anzi invito chi ancora non l’ha fatto a venire a vaccinarsi dai medici di famiglia. Per quanto riguarda l’influenza il momento migliore per vaccinarsi è adesso ed entro i prossimi 15 giorni. Questo perchè i primi casi si stanno iniziando a manifestare e il picco è atteso per le vacanze di Natale e visto che ci vogliono due settimane perchè la profilassi faccia effetto, è meglio affrettarsi adesso e non arrivare a quel momento impreparati. Vaccineremo comunque fino alla fine di dicembre».

Il consiglio vale soprattutto per le categorie a rischio come bambini, anziani e malati cronici, ma ricordano i medici, anche per tutti i loro familiarl. La campagna vaccinale contro l’influenza è partita ufficialmente il 9 novembre negli ambulatori di pediatri e medici di famiglia. Il nuovo virus metterà a letto 6 milioni di italiani e circa la metà degli aretini. Il ceppo è l’A/H3, che quest’anno colpirà molti in piena età lavorativa, tra i 50 e 60 anni. I sintomi sono più o meno i soliti: infezioni alla vie respiratorie, con tosse e mal di gola, febbre anche alta, mal di testa e dolori alle articolazioni.

Fonte


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...