La forma delle feci, insieme al colore e alla consistenza, può rivelare lo stato di salute del nostro corpo. Ecco la guida per...


La forma delle feci, insieme al colore e alla consistenza, può rivelare lo stato di salute del nostro corpo. Ecco la guida per riconoscere le forme "giuste".

Da qualche tempo esiste una classificazione scientifica che risponde ai dubbi dell’uomo comune sul fatto che la sua produzione di feci sia in regola. Si chiama Scala di Bristol ed è stata messa a punto soprattutto per evitare a medici e infermieri di dover interpretare le fantasiose descrizioni dei pazienti.
Il range di “normalità” previsto dalla Scala è piuttosto ampio: solo gli estremi meritano una riflessione, mentre i tipi ideali sono i livelli intermedi. Ma non è solo la forma a fare la differenza. Conta il colore, il fatto che galleggi (eh, non ci avreste mai fatto caso?) e in certi casi anche l'odore.

1 - stipsi severa
La forma è a grumi duri e separati, come quella delle capre.

2 - stipsi lieve
La forma è a grumi uniti a forma di salsiccia.
Fra le anomalie da segnalare al proprio medico c'è l’eventuale presenza di sangue (sintomo di emorroidi o polipi, per esempio).

3 - feci quasi normali
Sono a forma di salame con crepe. Segnalano comunque la necessità di una maggiore idratazione dell’organismo.

4 - feci normali
Anche la forma a salsiccia (o serpente), morbida è da considerarsi normale, anzi la "migliore" possibile. Le feci espulse con facilità lasciano la sensazione di pieno svuotamento intestinale.
                                                                                            5 -  Feci con cibo non digerito.                                       Le feci generalmente non includono elementi non digeriti, anche se è possibile ritrovare fisiologicamente nelle feci alcuni tipi di cibo, come ad esempio il mais ed alcuni legumi: ciò non deve preoccupare. Se il fenomeno tende però a ripetersi frequentemente, è bene informare il vostro medico.

6 - Leggera infiammazione
La forma a fiocchi soffici e pastosi, con bordi frastagliati è di solito causata da pasti abbondanti, ricchi di grassi e da un transito intestinale troppo rapido, con insufficiente riassorbimento di liquidi.

7 - infiammazione
Le feci acquose, completamente liquide e prive di pezzi solidi (diarrea) può essere sintomo di infiammazioni intestinali o malattie del pancreas o dell'intestino.

8 - Feci giallastre di cattivo odore
malassorbimeno di grassi dovuto ad un insufficiente funzionamento del pancreas; questo si verifica nelle pancreatiti, cancro del pancreas, fibrosi cistica e celiachia.

9 - Feci con presenza di muco o pus
possono indicare colite ulcerosa, coliti infettive, tumori villosi.

10 - Feci nere, che presentano tracce di sangue scuro
dette feci picee (nere)
in questo caso le feci assumono un colorito nerastro, appaiono untuose con un aspetto catramoso, sono decisamente fetide con un tipico odore molto acido. Potrebbero essere innocue quando si usano integratori alimentari che contengono ferro, in caso contrario potrebbe trattarsi di feci causate da un sanguinamento solitamente lento ma costante nella parte alta del tubo digerente (il colore è determinato dal sangue che ha avuto tutto il tempo per essere digerito).


In ogni caso se le vostre feci appaiono da un po' di tempo come descritte nei paragrafi 7, 8, 9, e 10 è meglio rivolgersi ad un medico. (Fonte: Focus)

Ragazza racconta: "Sono stata con un prete per 2 anni, era un vero predatore sessuale"


Ai microfoni di Radio Cusano Campus si parla di preti e sesso. Claudia racconta la sua storia di due anni circa con un prete e rivela: " Attenzione: le donne dei preti sono molte. Molte più di quanto si possa pensare"

Lo scandalo sessuale in cui è coivolto Don Andrea Contin, il parrocco della comunità di San Lazzaro (Padova) che faceva orge e festini a luci rosse nella canonica, ha riavviato il dibattito sul sacerdozio, sulla castità e sul celibato.

A Radio Cusano Campus hanno raccolto la testimoniaza di Claudia, una ragazza che accusa un prete con cui è stata per due anni di essere un " vero e proprio predatore sessuale".


Il racconto di Claudia sull'ex fidanzato prete
"La mia relazione con questo sacerdote, durata più o meno un anno e mezzo, inizia perché io ero in crisi profonda a causa della fine del mio matrimonio. Ero sprofondata in una depressione da cui non riuscivo ad uscire. Ho conosciuto questo sacerdote, giovane, che all’inizio mi ha aiutato dal punto di vista spirituale e mi è stato molto vicino, nel senso più puro del termine" spiega ai microfoni della trasmissione radiofonica.

Quella purezza iniziale ha lasciato spazio ad altro: "Presto, però, ha cominciato a rivelare un interesse fisico verso di me. Quando andavo a trovarlo nel suo studio ha iniziato a chiedermi degli abbracci, che all’inizio erano fraterni ma che presto sono diventati più profondi e più intimi che poi sono diventati dei veri e propri rapporti sessuali, prima parziali, poi completi".

Il racconto di Claudia è preciso, dettagliato e lucido: "Questo sacerdote in quel momento era un punto di riferimento nella mia vita. Mi chiamava ogni giorno, voleva sapere come stavo, mi consigliava. Io non sono giustificabile, però lui doveva fare la parte della persona presente a se stessa. Io stavo male, ero depressa, ero in fondo a un tunnel. Attraversavo un momento di estrema difficoltà. Avrei dovuto capire che c’era qualcosa che non quadrava dal fatto che lui a letto fosse molto molto abile".

Dagli abbracci, al sesso..
"A letto era una vera e propria bomba. In quel momento non avevo dato peso alla cosa, lui era l’unica persona che mi stava vicino, avrei dovuto chiedermi come facesse un sacerdote ad essere così bravo a letto. Dopo sono venuta a sapere che lui ha avuto numerose storie, con numerose donne, tutte usando le stesse modalità. Lui prendeva donne fragili, in momenti di estrema crisi. Io sono andata anche da un suo superiore a raccontare la nostra storia: il parroco mi ha intimato però di non dire niente a nessuno, perché altrimenti avrei fatto un danno all’intera comunità", haspiegato la ragazza. Non solo, ha anche ammesso che "essere la donna di un prete comporta una grande sofferenza. E’ come stare con un uomo sposato. Lui spesso mi diceva che era di tutti e di nessuno. Per fare sesso spesso veniva a trovarmi a casa mia, spesso andavo nel suo studio. Ci vedevamo due volte a settimana, in lui c’era una clamorosa abilità sessuale. Questa cosa avrebbe dovuto farmi riflettere e farmi capire che un prete ha fatto voto di celibato, non di castità".

La storia però finisce: "Quando ha trovato un’altra preda - rivela Claudia - mi ha lasciando dicendomi che si stava innamorando di me. Lui approfitta della sua posizione per andare a caccia di ragazze in momenti particolarmente difficili e complicati della loro vita. Sono venuta a sapere che ha fatto la stessa cosa anche con una mia amica. L’abito che indossa regala un fascino che è pericoloso se usato nel modo sbagliato. Io ero già con un piede nella fossa, un comportamento del genere avrebbe potuto distruggermi. Se non fossi stata forte come sono, probabilmente mi sarei suicidata. Io avevo trentadue anni, lui ne aveva ventinove. Ora fa ancora il prete. Sempre nella stessa parrocchia. Attenzione: le donne dei preti sono molte. Molte più di quanto si possa pensare". - Fonte: il Giornale.it -

L'Acrilammide sostanza cancerogena, sarebbe presente nelle patate, nel..


L'Acrilammide sostanza cancerogena, sarebbe presente nelle patate, nel caffè e nel pane, rendendo questi alimenti cancerogeni.

Pane, caffè e patatine fritte possono mettere a rischio la nostra salute. In questi tre cibi è presente l’acrilammide è una sostanza presente negli alimenti il cui consumo va tenuto sotto controllo perché è in grado di aumentare il rischio di sviluppare mutazioni genetiche e tumori.

L’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha stilato un rapporto in cui valuta i livelli di acrilammide e di altre sostanze nocive nel cibo. L'odore di pane appena sfornato, ad esempio è dato dalla reazione di Maillard in cui amminoacidi e zuccheri reagiscono ad alte temperature e uno degli effetti di questa reazione è la produzione di acrilammide. La sostanza si produce naturalmente quindi, soprattutto esponendo alcuni cibi ad alte temperature.

L'Efsa ha dichiarato che la dose accettabile, ovvero non dannosa per l'organismo umano di acrilammide è (0,17 x 60)/10.000 = 1 microgrammo al giorno di acrilammide: si tratta di un valore che possiamo trovare in 1 g di patate chips, 3 g di patate fritte o al forno, 4 g di biscotti e 3 g di Plasmon Primi Mesi. Dopo la scoperta della sostanza cancerogena le industrie alimentari si sono adoperate per ridurne il più possibile le quantità nei cibi, ma restano dei prodotti ancora a rischio ad esempio i i sostituti del caffè (orzo, cicoria…).

Ovviamente il pericolo è anche se si cucinano o lavorano le materie prime in casa, per questo L'Efsa ha rilasciato dei consigli con tutti gli accorgmenti necessari per ridurre al miinmo il livello di acrilammide nei cibi.

Patate
1. Conservarle a temperatura ambiente superiore a 8°C. A temperature inferiori sviluppano più zuccheri riducenti.
2. Prediligerle appena raccolte. Le patate si raccolgono tutto l’anno ma soprattutto durante i mesi estivi. Durante lo stoccaggio, nei mesi successivi alla raccolta si sviluppano più zuccheri riducenti.
3. Scegliere le varietà che contengono poca asparagina e/o zuccheri riducenti come gria, Jelli e Spunta.
4. Tagliarle in modo uniforme scartando eventuali residui e pezzi troppo piccoli che durante la cottura potrebbero scurirsi più facilmente.
5. Sbollentarle per 6-8 minuti in acqua e aceto prima di friggerle o cuocerle al forno (14 g di aceto per ogni litro di acqua di cottura). L’ambiente acido rallenta la formazione di acrilammide.
6. Per friggerle aggiungere 1g di estratto di rosmarino in 1 litro di olio.
7. Per le patate al forno i riferimenti consigliati sono : 150-160°C per 30-40 minuti, meglio se con un 25% di vapore.
– Usare la carta forno per evitare che si brucino a contatto con la teglia.
– Disporle ben stese sulla teglia in modo che cuociano in modo omogeneo.
Seguendo queste indicazioni si riduce la formazione di acrilammide e si ottengono patate dorate e croccanti.
8. Controllare sempre il colore durante la cottura, queste devono risultare dorate e non marroncine.
9. Mettere in ammollo le patate con estratto di tè verde per 1 minuto prima di cuocerle al forno o friggerle (1 g di estratto per litro di acqua): l’acrilammide si riduce del 62%.

Cereali, pane, pizza, dolci
1. La farina di segale e quelle integrali producono maggiori quantità di acrilammide. È preferibile utilizzare farine raffinate addizionate con altre fibre, come ad esempio la fibra di bambù o l’inulina (reperibili in erboristeria o farmacia), in questo modo si riduce la formazione di acrilammide senza rinunciare alla fibra che rappresenta pur sempre un importante nutriente per la salute. Se si preferiscono i prodotti integrali il colore deve essere appena dorato.
2. Prediligere una lievitazione più lunga, i lieviti si nutrono degli zuccheri che si formano in seguito alla scissione dell’amido della farina. In questo modo diminuisce la quantità di zuccheri riducenti responsabili della formazione di acrilammide.
3. Quando si prepara una panatura aggiungere un 3% di foglie di tè verde al pangrattato: l’acrilammide diminuisce del 50% circa.
4. Prediligere cotture più lunghe ma a temperatura più basse. L’acrilammide si forma più velocemente a temperature superiori a 180°C.
5. L’aggiunta alla farina di segale e di grano saraceno di un 2% di noce moscata, finocchio, anice e chiodi di garofano riduce la formazione del 20% circa.
6. Controllare sempre che il colore degli alimenti sia dorato e non marroncino. - Fonte: CorriereAdriatico.it -

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