Letter from England. "I Want To Love You But I’m Scared Of Getting..."


"I Want To Love You But I’m Scared Of Getting Hurt"

I hope you understand that even if I know that I have to let you in for you to love me it’s not going to be easy for me.

There was once a time wherein I fell in love with someone. And when I fell in love, I gave that person my heart. In fact, I gave more than just that. I gave him everything I had. I let him have his way with me in all shapes and forms. And what do I have to show for it? A heart that has been bent out of shape and broken in areas that I can’t even count. I gave my heart to someone and he just thrashed it. He dropped it. He let it roll in the mud. He stepped on it. And he set it on fire. And it hurt me. It hurt me greatly. He promised me that he would take care of my heart. He told me that he would always be by my side no matter what. He said that he would never allow me to feel alone or dejected. But he broke every single one of those promises.

All of the sweet words and romantic promises that he made to me are nothing but bitter memories and unfortunate reminders of what can happen when I give my heart to someone. So, I’m sorry that I’m finding it difficult to letting you into my life. I apologize that I’m not going as fast as maybe you want me to be going. I am very sorry if I’m taking things far too slow. I don’t want you to think that I don’t enjoy the time that I spend with you. I don’t want you to think that maybe I don’t consider you to be enough for me. I really can’t imagine myself being with anyone else at this point and it’s very important to me that you know that. I light up whenever I see you smile at me. I feel my heart skip a beat whenever you say my name. I am mesmerized and put into a deep trance every single time you stare into my eyes. The thought of your face is always enough to bring me out of this self-inflicted pain that I put on my soul.

You are the one who is always able to bring me back into the light when I start to roam the darkness. So I don’t want you to think that you’re just another guy to me. I don’t want you to think that you don’t matter much to me; because you do. I don’t want you to assume that I’m not serious about what we have or that I’m taking a casual approach to being with you. That’s far from the truth. The fact of the matter is that I’m really serious about being with you and there is nothing casual with how I feel about you and that’s why I’m so scared.

You might say that I’m over-assuming things at this point but if I’m going to be honest, I think that we’re in a somewhat safe place. I feel like to an extent, I can trust you already. I feel like to a certain degree, I can be okay with opening myself up to you considering everything that you and I have been through together. But still, despite all of that, I still can’t shake the insecurities. I still can’t shake the second-guesses and the self-doubts. Despite how good you are to me, I still can’t shake the idea of you just breaking my heart the way that it has been broken before.

Because as far as I can recall, he was nice to me to. He was good to me. He treated me well until he didn’t. And I don’t want us to get to a place where you no longer treat me well anymore because that would break me. And I can’t help but think if you’re really as serious about this as I am. I want to be able to give you my heart with the utmost confidence that you won’t break it, but my confidence seems to be escaping me. And I don’t know if I’m being reasonable or not, but that’s genuinely how I feel right now.

But I know that if I’m ever going to have the happy future that I want with you, I’m going to have to learn to let go of the past. I can’t let the fears of my past and present keep me from a happy future with you. I can’t let the pains of memories that have long gone cripple me into doing nothing; paralyze me into not pursuing what I think I am right for. I’m tired of being scared. I’m tired of just being caught up in the things that used to be.

I’m tired of using my broken heart as an excuse for me to not be vulnerable again. I know that I have to be vulnerable if I want to be loved. (Jamie B.)

Ad una certa età appare tutto un po' più chiaro: non abbiamo...


Ad una certa età appare tutto un po' più chiaro: non abbiamo bisogno di drammi e legami inutili nella nostra vita. L'unica cosa che vogliamo è essere sereni ed in pace con noi stessi. Sono passati gli anni dei grandi dilemmi. Non abbiamo più la forza né il tempo di correre dietro a chi non ci apprezza. Non sopportiamo più laddove in passato mettevamo una pietra sopra. I macigni sul cuore pesano e fanno sprofondare sempre più in basso, quando invece noi vogliamo volare... Volare liberi e leggeri da ogni turbamento. Ad una certa età maturi la consapevolezza che anche se non piaci a tutti va bene, anche se le cose non vanno sempre come vorresti va bene lo stesso. Non piacere a tutti non significa essere sbagliato, semmai significa non essere "addomesticabile" ai rigidi schemi di una società che esigendo la perfezione, ci rende tristi e spenti. Quando qualche progetto non va secondo i nostri piani non è più un dramma. Abbiamo capito che ogni sconfitta è semplicemente un trampolino di lancio verso splendidi nuovi orizzonti. Il mondo è ricco di sfumature che nemmeno immaginiamo. È ricco di occasioni ed opportunità che aspettano solo di essere colte. E non sarà sicuramente restando negli 'schemi' che faremo cose grandi ed inimmaginabili. Bisogna essere diversi. Unici, anche se questo dovesse significare non piacere alla gente. Ad una certa età, l'unica cosa che conta è piacere a se stessi. Con i propri lividi, le proprie botte ed i propri errori. Quelli che ti hanno portato a maturare questa consapevolezza. Quelli che oggi ti fanno rendere conto di che persona magnifica e speciale tu sia e di quanto adesso, per essere felice, tu non abbia bisogno di nulla se non di ciò che hai già raggiunto con così grandi sacrifici nella vita. (Posted by Beppe Tardito on 25/01/2019)

Le sfide più famose. Harry e Meghan hanno...


Harry e Meghan hanno vinto la loro battaglia per l’indipendenza annunciata con una dichiarazione choc l’8 gennaio scorso. La regina Elisabetta ha concesso il via libera alla coppia per fare i royal a metà. Potranno vivere tra Londra e il Canada.

Sardine, Mattia Santori è al bivio: "Se Matteo Salvini vince in Emilia Romagna, diventa tutto più difficile"

Donald Trump: "Dovrebbe lavorare sul suo problema di controllo della rabbia e poi andare a vedere un buon film con un amico! Calma Greta, calma!", ha scritto su Twitter il presidente degli Stati Uniti. Greta Thunberg ha replicato: "Ci sto lavorando", ha risposto, sempre tramite il social, la giovane attivista svedese.

E voi con chi state?

L'uomo delle pulizie?.. Chissà, forse, però...


Un disoccupato sta cercando lavoro come uomo delle pulizie alla Microsoft.
L'addetto del dipartimento del personale per valutarlo gli fa scopare il pavimento, poi lo intervista e alla fine gli dice:

"Sei assunto, dammi il tuo indirizzo di e-mail, così ti mando un modulo da riempire insieme al luogo e alla data in cui ti dovrai presentare per iniziare."

L'uomo, sbigottito, risponde che non ha il computer, né tanto meno la posta elettronica.

Il tipo gli risponde che se non ha un indirizzo e-mail significa che virtualmente non esiste e quindi non gli possono dare il lavoro.

L'uomo esce disperato, senza sapere cosa fare e con solo 10 dollari in tasca.

Decide allora di andare al supermercato e comprare una cassa di dieci chili di pomodori.

Vendendo porta a porta i pomodori in meno di due ore riesce a raddoppiare il capitale e ripetendo l'operazione si ritrova con centosessanta dollari.

A quel punto realizza che può sopravvivere in quella maniera, parte ogni mattina più presto da casa e rientra sempre più tardi la sera e ogni giorno raddoppia o triplica il capitale.

In poco tempo si compra un carretto, poi un camion e in un batter d'occhio si ritrova con una piccola flotta di veicoli per le consegne.

Nel giro di cinque anni il tipo è proprietario di una delle più grandi catene di negozi di alimentari degli Stati Uniti.

Allora pensa al futuro e decide di stipulare una polizza sulla vita per lui e la sua famiglia.

Contatta un assicuratore, sceglie un piano previdenziale e quando alla fine della discussione l'assicuratore gli chiede l'indirizzo e-mail per mandargli la proposta.

Lui risponde che non ha né computer né e-mail.

"Curioso - osserva l'assicuratore - avete costruito un impero e non avete una e-mail, immaginate cosa sareste se aveste avuto un computer!".

L'uomo riflette e risponde:

"Sarei l'uomo delle pulizie della Microsoft".


MORALE:
Se hai letto questa storia vuol dire che hai una e-mail.
Quindi hai più possibilità di diventare uomo delle pulizie che miliardario?...

Donne... in gamba. "Anche se non pratica del...


Anche se non pratica del lago, la moglie di un pescatore decide di uscire in barca. Accende il motore e si spinge ad una piccola distanza; spegne, butta l’ancora e si mette a leggere il suo libro.

Arriva una guardia forestale in barca. Si avvicina e le dice:

– Buongiorno, Signora, che cosa sta facendo?
– Sto leggendo un libro, risponde lei (pensando “non è forse ovvio?!”).
– Lei si trova in una zona di pesca vietata, aggiunge la guardia.
– Mi dispiace, agente, ma non sto pescando. Sto leggendo.
– Sì, ma ha tutta l’attrezzatura. Per quanto ne so, potrebbe cominciare in qualsiasi momento. Devo portarla con me e fare rapporto.
– Se lo fa, agente, dovrò denunciarla per molestia sessuale, dice la donna.
– Ma se non l’ho nemmeno toccata!, ribatte la guardia forestale.
– Questo è vero, ma possiede tutta l’attrezzatura. Per quanto ne so potrebbe cominciare in qualsiasi momento.
– Le auguro buona giornata, Signora, e la guardia se ne va.

MORALE: Mai discutere con una donna che legge: è probabile che sappia anche pensare.

"La leggenda dell'albero di Natale." Quando Gesù nacque, anche gli...

Quando Gesù nacque, anche gli alberi, come gli animali e come gli uomini, vollero offrirgli i loro doni per consolare la sua povertà.
Solo l'abete non aveva fatto la sua offerta: infatti non sapeva che cosa dare.
"Che cosa posso offrire, io, al Bambino?" chiese agli altri.
"Tu! - risposero - tu non hai nulla da offrire. I tuoi aghi aguzzi pungerebbero il bimbo, e le tue lacrime sono appiccicose di resina".
Il povero abete si senti molto infelice e disse con tristezza: "Avete ragione. Non ho proprio niente che sia degno di essere offerto al Bambino".
Un angelo udi quelle parole; ebbe compassione dell'abete cosi umile e decise di aiutarlo.
In alto, nel cielo, le stelle cominciavano a brillare.
L'angelo chiese ad alcune di esse di scendere e di posarsi sui rami dell'abete.
Esse ubbidirono e il grande albero ne fu tutto illuminato.
Il Bambino Gesù lo vide e i suoi occhi brillarono di gioia. L'abete ne fu molto felice.

Molti anni dopo, le persone che conoscevano questa storia presero l'abitudine di far brillare in ogni casa, la vigilia di Natale, un abete carico di candele accese, come quello che aveva brillato davanti al presepe.

La vera storia di Santa Lucia, ecco perché non si mangiano pane e pasta.

Lucia nasce a Siracusa alla fine del III secolo in una famiglia nobile e molto ricca. Da piccola rimane orfana di padre e con la madre sono costrette a professare di nascosto la religione cristiana per sfuggire alle persecuzioni. Ancora ragazzina, Lucia era promessa sposa a un giovane pagano ma lei non aveva alcun interesse per il matrimonio: in lei era forte l’amore per Dio. Sua mamma inizia a stare male e soffre di gravi emorragie. Lucia la convince a recarsi in pellegrinaggio a Catania presso la tomba di Sant’Agata, in occasione dell’anniversario del suo martirio per chiedere la grazia della guarigione. Dopo la messa, Lucia, mentre prega sul sepolcro, si addormenta e in sogno le appare Sant’Agata che le promette la guarigione della madre e le anticipa che diventerà santa. Subito la madre ritornò a stare bene. Supportata da questo miracolo e dalle parole della Santa, Lucia tornata a Siracusa comunica alla madre che non voleva sposarsi e che la sua intenzione era quella di aiutare i poveri della città, donando loro tutto quello che possedeva. La notizia arriva alle orecchie del pretendente di Lucia che preso dall’ira, avendo scoperto la sua fede cristiana, la denuncia all’arconte di Siracusa (Pascasio) che subito la fa arrestare. In quel tempo, infatti, erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall’Imperatore Diocleziano. Durante il processo, Pascasio cerca di convincere Lucia a rinnegare la sua fede e a compiere sacrifici in onore degli dei romani, lei però non cede. Alterato dalle sue risposte, ordina che sia portata in un “luogo infame, dove sarai costretta al disonore” (postribolo), ma quando i soldati tentano di spostarla, Lucia miracolosamente diventa irremovibile. Pascasio pensa che Lucia sia una strega per questo ordina che sia cosparsa di urina e di riprovare a muoverla usando dei buoi. Ma gli animali non riescono a spostarla. L’arconte, infuriato, ordina che venga bruciata. Cosparsa di pece e olio, il corpo di Lucia viene avvolto dalle fiamme, ma non brucia. Alla fine Lucia fu decapitata con un colpo di spada. Si narra anche che le furono strappati gli occhi, per questo lei divenne protettrice della vista, anche se non ci sono fonti ufficiali su questo gesto terribile. L’emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, è da ricollegarsi, semplicemente, con la devozione popolare che l’ha sempre invocata protettrice della vista a motivo del suo nome Lucia, da Lux, che vuol dire “luce”. Il 13 dicembre del 304, Lucia muore da martire e il suo nome e quello di Siracusa diventano famosi in tutto il mondo.

Attestato dalla testimonianza scritta di un testimone oculare: (come il miracolo della fine della carestia dell’anno 1646 di domenica 13 maggio) una colomba fu vista volteggiare dentro la Cattedrale di Palermo durante la Messa. A Palermo, in questo giorno in cui si celebra la Vergine siracusana, si ricorda un vetustu avvenimento, che la Santa implorata dai palermitani esaudì facendo arrivare nel porto un bastimento carico di grano. La popolazione tutta vide in quella nave la risposta data da Lucia alle tante preghiere che a lei erano state rivolte. Quando la colomba si posò sul soglio episcopale, una voce annunciò l’arrivo al porto di un bastimento carico di cereali.


I palermitani stretti nella morsa della fame da diversi mesi di carestia, non molirono il grano per farne farina, ma lo bollirono, per sfamarsi in minor tempo, aggiungendogli soltanto un filo d’olio, creando così la “cuccia”. Da quella volta i palermitani specialmente in ambito popolare, ogni anno per devozione ricordano solennemente l’evento, rigorosamente ricorrono all’astensione per l’intera giornata dal consumare farinacei, sia pane che pasta, si preferisce mangiare riso, legumi e verdure, questi ultimi due alimenti ci riferisce il Pitrè anticamente in questo giorno erano le ragazze palermitane che per venerazione se ne cibavano e non doveva mancare la “cuccia”, questa tradizione era dovuta alla preservazione degli occhi incantevoli. Dopo il miracolo, i palermitani decisero di bollire il grano e di condirlo con dell’olio di oliva. Fu così che nacque la cuccìa, il cui nome deriva da “coccio” cioè chicco. Anche se oggi la ricetta è del tutto rivisitata e resa molto più golosa.La festività dovrebbe avere una finalità spirituale: in ricordo del miracolo la Chiesa propone il digiuno e l’astensione dal consumare, per questa giornata, pane e pasta. Un celebre motto palermitano recita: “Santa Lucia, vulissi pani, pani unn’ aiu e accussi mi staiu”. Ma il 13 dicembre, in un tripudio di arancine, panelle, gateaux e cuccìa, si preferisce consolare lo stomaco piuttosto che l’anima.

Messaggio anonimo visto davanti al letto di un paziente di Alzheimer...

"Non chiedermi di ricordare,
non cercare di farmi capire.
Lasciami riposare, fammi capire che sei con me,
baciami sulla guancia e tienimi la mano.

Sono confuso ben oltre la tua concezione,
sono triste e sofferente e perso.
Tutto quello che so è che ho bisogno di te,
stai con me a tutti i costi.

Non perdere la pazienza con me,
non imprecare, rimproverarmi o sgridarmi.
Non riesco a dirti perché mi comporto così,
non posso essere diverso, anche se ci provo.

Ricorda solo che ho bisogno di te,
che la parte migliore di me se n'è andata.
Ti prego di non evitare di starmi vicino,
amami finché la mia vita se ne va."

Messaggio di autore anonimo visto davanti al letto di un paziente di Alzheimer. (Posted By Beppe Tardito 07/12/2019)


Un uomo andò da suo padre e gli disse: "Padre, non sopporto più mia moglie...

Un uomo andò da suo padre e gli disse: "Padre, non sopporto più mia moglie, voglio ucciderla, ma ho paura che venga scoperto.
Mi puoi aiutare?"
Il padre rispose: "Sì, posso, ma c'è un problema ... Devi fare in modo che nessuno sospetti che sia stato tu quando lei morirà.
Dovrai prenderti cura di lei, essere gentile, grato, paziente, amorevole, meno egoista, ascoltare di più...
Vedi questo veleno qui?
Ogni giorno ne metterai un po' nel cibo. Così, lei morirà lentamente."
Dopo qualche giorno, il figlio torna dal padre e dice: "non voglio più che mia moglie muoia!
Mi sono reso conto che la amo. E adesso? Come faccio dato che l'ho avvelenata in questi giorni?"
Il padre gli risponde: "Non ti preoccupare! Quello che ti ho dato era polvere di riso. Non morirà, perché il veleno era dentro di te!"
Quando nutrite rancori morite lentamente. impariamo prima a fare la pace con noi stessi e solo dopo saremo in grado di farla con gli altri. Trattiamo gli altri come vorremmo essere trattati noi.
Prendiamo noi l'iniziativa di amare, di dare, di aiutare... e smettiamola di pretendere di essere serviti, di approfittare e sfruttare gli altri.
Che l'amore di Dio ci raggiunga ogni giorno perché non sappiamo se avremo tempo per purificare noi stessi con questo antidoto chiamato il PERDONO.

Dal web

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...