Fabrizio Corona scrive una lettera a Silvia Toffanin: “Ringrazio chi mi ha condannato”

Fabrizio Corona scrive una lettera a Silvia Toffanin dal carcere. E’ un uomo diverso il Fabrizio Corona che ha scritto una lettera indirizzata a Silvia Toffanin e al suo programma Verissimo.Pur mantenendo la sua tempra di uomo combattivo e sempre pronto a lottare, ecco che Fabrizio, dopo i tanti mesi di reclusione in carcere, ha voluto condividere con quanti hanno seguito la sua vicenda giudiziaria, i suoi pensieri e le riflessioni a cui è cui è giunto in questo periodo di allontanamento forzato dalla sua vecchia vita. La lettera, questa mattina, è stata pubblicata da Libero ma, pian piano, sta facendo il giro di tutti i siti e i quotidiani on-line. Le parole di Corona stanno colpendo tutti e sembrano provenire da una persona a cui il carcere sta facendo bene, puntando al miglioramento di sè: “Continuo a combattere come ho fatto dal primo giorno che sono entrato in questo nuovo mondo, con questa nuova vita, per dimostrare che nei momenti di difficoltà si deve niente affatto ripiegare le ali” – esordisce l’ex re dei paparazzi prima di dilungarsi in sue riflessioni personali. Fabrizio Corona ringrazia chi l’ha condannato. Fabrizio Corona, pur essendo cresciuto molto grazie a questa nuova esperienza carceraria, tuttavia, ribadisce le condizioni pessime in cui sta vivendo e ci fa sapere: “Penso che dopo la scoperta di una grave malattia, il carcere sia la cosa più brutta che possa accadere ad un uomo. È la realtà dell’inferno in terra, dove colpevoli e innocenti sono costretti a vivere in condizioni vergognose” – continua l’ex marito di Nina Moric che poi ci svela i particolari del suo cambiamento – “Io, però, non provo più rabbia, né rancore per chi mi ha condannato e inflitto questa pena così eccessiva e così assurda, ma anzi lo ringrazio perché mi ha dato la possibilità di capire tante cose, mi ha aiutato a riconoscere i tanti sbagli, ad ammettere gli errori, a guardarmi dentro, nel profondo della mia anima e a capire finalmente, a quasi quarant’anni, chi sono e cosa voglio veramente“. Dunque, la reclusione sta servendo a Fabrizio a fermarsi dal caos in cui era immersa la sua vita e a prendere coscienza e consapevolezza di sè, del suo percorso di vita, del suo presente e si ciò che intende fare nel futuro. Fabrizio Corona si consola con i ricordi. La lettera è davvero lunghissima e racconta la sofferenza di uomo che crede di essere stato condannato ad una pena eccessiva rispetto al reato commesso e che continua a lottare per vedere trionfare i suoi ideali. Ma cos’è che lo aiuta a sopportare meglio la reclusione, oltre al pensiero del figlio Carlos, naturalmente? Anche questo viene raccontato alla Toffanin: “Io continuo a vivere lo stesso, di notte, nei miei sogni, anche attraverso i ricordi di quella che è stata la mia incredibile vita: le tante emozioni provate, il grande amore dato e quello ricevuto, convinto, ancora oggi, che i sogni, se li desideri veramente e fai di tutto per raggiungerli, prima o poi diventano realtà“.

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