Il cervo vanitoso. (racconto di riflessione)


Un bellissimo cervo, durante uno splendido pomeriggio estivo se ne stava placidamente accostato alla riva di un limpido laghetto alpino rimirando la propria immagine riflessa nell'acqua trasparente. Analizzava compiaciuto ogni particolare di se stesso.
"Sono veramente bello!" Pensava l'orgoglioso animale "Ho due magnifici occhi a mandorla, delle orecchie ben proporzionate, un corpo snello, colore ambrato... ma, soprattutto, possiedo corna eleganti, riccamente ramificate. capaci di moltiplicarsi ogni anno."
Poi, spostando lo sguardo più in basso, con aria crucciata, continuò: "Peccato per le zampe, sembrano due lunghissimi pezzi di legno. È possibile che Madre Natura non abbia pensato ad attaccare un po' più di ciccia a questi ossetti?"
Era sempre immerso in queste riflessioni quando si accorse, ad un tratto, che dal folto della siepe stava per balzargli addosso un feroce leone. Il cervo, senza indugiare neppure un secondo, spaventatissimo si diede ad una fuga veloce attraverso il bosco, riuscendo in breve tempo a distaccare di parecchie centinaia di metri il predatore finché questi, esausto, decise di rinunciare all'inseguimento.
L'unica cosa negativa era che, correndo tra gli alberi, le corna del cervo si impigliavano continuamente nei rami più bassi e lo frenavano nella corsa. Quando, però, si rese conto di essere ormai salvo si fermò e, guardandosi con amore le sue esili zampe, rivolse loro queste parole di gratitudine: "Grazie cari stecchetti, mi avete salvato; e pensare che vi avevo tanto disprezzato mentre magnificavo le mie belle ma sempre più inutili corna!"
Difficilmente una persona sa riconoscere le vere doti che gli ha dato Madre Natura, mettendone invece in risalto altre che hanno meno valore.

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