L'ultima moda giovanile (peraltro assurda oltrechè pericolosissima) arriva, ovviamente, dagli Usa. La chiamano “roulette russa dei farmaci”. Sostanzialmente i ragazzi rubano medicinali a caso dagli armadietti dei loro genitori e li portano alle feste, dei veri e propri “farma-party”. Qui li mescolano e ne ingeriscono grandi manciate, magari prima bagnati con l'alcol, senza sapere cosa stanno assumendo (e senza poterlo spiegare a chi li soccorrerà, in caso di successivo malessere, peraltro molto, molto probabile). La moda, neanche a dirlo, è pericolosissima e nei casi peggiori può portare anche alla morte. È l'allarme lanciato dalla Food and drug administration (Fda), l'agenzia Usa che regola i farmaci, che sul suo sito ha pubblicato un video in cui spiega come evitare questi incidenti. È così che nel corpo dei ragazzi finiscono antidepressivi mescolati ad antidolorifici, banali farmaci da banco contro il raffreddore e sostanze ben più potenti e, se prese in questo modo, pericolosissime.
Accanto a questi abusi, possono verificarsi altri incidenti con i farmaci in casa con i bambini più piccoli, che ''sono attirati dalle confezioni colorate delle pillole, che scambiano per caramelle - rileva Connie Jung, farmacista Fda - o perché magari i farmaci vengono smaltiti in modo non corretto e li trovano così nella spazzatura''. Ogni anno oltre 60mila bambini finiscono al pronto soccorso per l'assunzione di medicinali, sottolinea l'Fda, fatta mentre un adulto non li guardava. La soluzione ''è chiudere i farmaci a chiave e metterli in posti - conclude Jung - dove non li possono raggiungere, al di fuori della loro portata''. L'unico dubbio che viene è: per evitare che mode folli come queste dilaghino fra i giovani non sarebbe meglio anche evitare di... lanciare l'allarme sulle nuove mode? Il rischio è che gli appelli determinino più un effetto emulazione che un effetto deterrente.
Ritorna l'ora legale, tra sabato 26 marzo e domenica 27 marzo bisognarà spostare le lancette avanti di un'ora: dalle ore 2 alle ore 3, dormiremo così un'ora in meno.
Con l'arrivo della primavera è giunto anche il momento del cambio dell'ora. Infatti, nell'ultima domenica di marzo torna l'ora legale e le giornate si allungheranno ulteriormente. Il cambio dell'ora porterà una serie di vantaggi non solo al nostro organismo ma anche al portafogli, infatti, si risparmierà energia elettrica, ragione primaria per cui è stata istituita l'ora legale, per risparmiare! Vediamo come e quando cambiare l'ora e soprattutto come affrontare questo 'jet-lag'. La storia dell'ora legale:
Fu Benjamin Franklin, il fondatore degli Stati Uniti d'America, a parlare per primo di questo argomento, pubblicando la sua teoria su un articolo sul quotidiano francese Journal de Paris. All'epoca la teoria dell'ora legale non trovò abbastanza riscontro ma dopo quasi 1 secolo, ossia nel 1916, la Camera dei Comuni diede il via libera al 'British Summer Time', che permetteva di spostare le lancette 1 ora avanti per far fronte alle esigenze economiche della 1^ guerra mondiale. All'epoca era molto importante preservare l'energia elettrica, soprattutto per le guerre. In Italia l'ora legale fu abolita e ripristinata parecchie volte e solo nel 1965 si decise di applicarla definitivamente ma all'epoca le durate erano praticamente diverse. Basti pensare che all'inizio durava solo 4 mesi, dal maggio a settembre, poi fu allungata a sei mesi, da aprile all'ultima domenica di settembre. Nel 2010, con l'articolo 22 legge 96, si decise, invece, di dare una data ufficiale a questo cambio d'ora che fu fissato dalle ore 2.00 dell'ultima domenica di marzo fino alle ore 3.00 dell'ultima domenica di ottobre.
Quando cambia l'ora in Italia?
Ma quando cambia l'ora? Quest'anno l'ultima domenica di marzo cade nel giorno di Pasqua, ossia il 27 marzo. Nella notte fra sabato 26 e domenica 27 le lancette andranno spostate un'ora in avanti. Dunque non appena scoccheranno le 2.00 le lancette dell'orologio andranno portate sulle ore 3.00. Si dormirà 1 ora in meno, ma si potrà avere a disposizione più luce solare e di conseguenza migliorerà l'umore grazie alla produzione di serotonina. Inoltre, dati alla mano, con quest'ora si risparmiano circa 90 milioni di euro l'anno e proprio per questo motivo la Codacons vorrebbe proporre l'ora legale in modo permanente. In questo modo non solo si risparmia ma si inquina di meno l'ambiente. Ma non è facile, soprattutto per i soggetti più sensibili, affrontare questo cambio dell'ora. Tuttavia però, ci sono alcuni consigli che permettono di arrivare a quel giorno senza alcun problema. Tre giorni prima del cambio, basta anticipare la sveglia 20 minuti prima, in modo tale da svegliarsi all'ora giusta. Di conseguenza bisognerà andare a dormire presto ed evitare la caffeina. E se nei giorni successivi al cambio il corpo è abituato a svegliarsi prima del solito, basterà sfruttare quell'ora per fare della sana attività fisica all'aperto.
Un giorno molto caldo una giovane donna sposata andò in visita a casa di sua madre e, insieme, si sedettero su un sofà a bere tè ghiacciato.
Mentre parlavano della vita, del matrimonio, delle responsabilità e degli obblighi dell’età adulta la madre pensosa fece tintinnare i suoi cubetti di ghiaccio nel bicchiere e lanciò un’occhiata serena e intensa alla figlia.
“Non dimenticare le tue Sorelle!” raccomandò, facendo turbinare le sue foglie di tè sul fondo di vetro.
“Esse saranno sempre più importanti man mano che invecchierai. Non importa quanto amerai tuo marito, né quanto amerai i bambini che potrai avere: avrai sempre bisogno di Sorelle. Ricordati di viaggiare con loro ogni tanto.
Ricordati di fare delle cose con loro. Ricordati che “Sorelle” significa TUTTE le donne. Le tue amiche, le tue figlie, e tutte le altre donne che ti saranno vicine. Tu avrai bisogno di altre donne, le donne ne hanno sempre bisogno”.
“Ma che strano consiglio!” pensò la giovane donna “non mi sono appena sposata? Non sono appena entrata nel mondo del matrimonio? Adesso sono una donna sposata, per fortuna! Sono adulta!
Sicuramente mio marito e la famiglia cui stiamo dando inizio saranno tutto ciò di cui ho bisogno per realizzarmi”!.
Ma la giovane donna ascoltò sua madre e mantenne contatti con altre donne ed il numero delle “sorelle” crebbe ogni anno di più.
Il tempo passa. La vita avviene. Le distanze separano.
I bambini crescono. I lavori vanno e vengono. L’amore scolorisce o svanisce.
Gli uomini non fanno ciò che speriamo. I cuori si spezzano. I colleghi dimenticano i favori. Le carriere finiscono.
Non importa quanto tempo e quante miglia cui sono fra voi. Un’amica non è mai così lontana da non poter essere raggiunta. A volte, infrangeranno le regole e cammineranno al tuo fianco.
Questo messaggio mi è arrivato con la “clausola” di passarlo a tutte le donne che almeno una volta o più mi hanno aiutata a sorridere.
FALLO ANCHE TU.
Alle amiche di ieri e di oggi… Quando ero bambina pensavo che l’amica era una sola: l’amica del cuore!
Crescendo ho capito che si da il meglio di sè in tante amiche….
Di una hai bisogno quando hai problemi sentimentali..
Un’altra quando hai
problemi con tua mamma.
Ad un’altra parlerai dei tuoi figli e delle tue attività.
Un’altra ancora per fare shopping, scherzare, ridere
insieme…
Un’amica ti dirà “piangeremo insieme”
Un’altra “litigheremo insieme”
Un’altra “andiamo tutte insieme”….
Un’amica saprà dei tuoi bisogni spirituali,
un’altra del tuo debole per le
scarpe,
un’altra della tua passione per il cinema,
un’altra sarà con te quando ti sentirai confusa,
un’altra ancora ti aiuterà a chiarirti
le idee.
Forse per qualcuna tutte queste personalità sono concentrate in un’unica donna, per altre sono diverse:
Una della quinta elementare,
Una delle superiori,
Un’altra ancora dell’università,
Un’altra di un lavoro precedente,
altre volte è la tua mamma,
la tua vicina,
o tua sorella,
o forse tua figlia…
Ma non importa se è stata la tua amica per 20 minuti o per 20 anni.
Figlia, madre e nonna sono da sole in casa. A un certo punto la bambina chiede:
– mamma, come sono venuta da te?
la mamma risponde:
– Oh tesoro! ti ha portato una magnifica cicogna!
– …e la mia sorellina? – chiede ancora la bimba. – lei invece l’ha portata un meraviglioso gabbiano!
– e il mio fratellino?
– lo ha portato uno stupendo pappagallo!
La nonna dalla poltrona fissa ridacchiando la madre e le dice:
– Immaginavo che erano 3 diversi uccelli!
Immagina di avere un conto in banca sul quale ogni mattina vengono accreditati 86.400 Euro. Sì, hai capito bene: 86.400 Euro al giorno.
Ogni sera a mezzanotte però la banca, da quello stesso conto, cancella qualsiasi cifra tu non sia riuscito a spendere durante la giornata.
Riesci a immaginare cosa faresti ogni giorno con 86.400 Euro al giorno?
Non cercheresti forse di spenderli fino all'ultimo centesimo?
In realtà tu già disponi di un deposito simile: si chiama Tempo.
Ogni giorno sul tuo conto vengono accreditati 86.400 secondi, e a mezzanotte in punto puoi considerare perso qualsiasi ammontare tu non abbia investito saggiamente durante la giornata.
Non puoi andare in rosso e non puoi accumulare tempo. Non puoi chiedere anticipi o dilazioni di pagamento. Devi vivere nel presente.
Morale:investi ogni giorno i tuoi 86.400 secondi in salute, felicità e successo. L'orologio non si ferma, va sempre avanti. Non sprecare questa giornata.
La Domenica delle Palme si festeggia una settimana prima della Pasqua e celebra l’ingresso di Cristo a Gerusalemme.
Secondo il calendario liturgico cattolico, è infatti la domenica che segna l’inizio della Settimana Santa – gli ultimi giorni della vita di Gesù Cristo – e precede la domenica di Pasqua. È osservata dai cattolici, dagli ortodossi e dai protestanti, e cade durante la Quaresima, che termina giovedì, primo giorno del cosiddetto “Triduo Pasquale”.
Cos’è il Triduo:
Il Triduo è quel periodo che cade tra la fine della Quaresima – i 44 giorni che iniziano con il mercoledì delle ceneri – e il Tempo pasquale, ossia quel periodo che va dalla domenica di Pasqua al giorno di Pentecoste, cinquanta giorni più tardi, e celebra la discesa dello Spirito Santo e la conseguente nascita della Chiesa con la nuova legge donata da Dio.
Cosa c’entrano le palme?
La Domenica delle Palme ricorda l’ingresso a Gerusalemme di Gesù, acclamato come si faceva solo con i re però a cavalcioni di un’asina, in segno di umiltà e mitezza.. La cavalcatura dei re, solitamente guerrieri, era infatti il cavallo. – Come raccontato nel Vangelo secondo Giovanni – fu accolto da una folla festante, che lo salutò agitando rami di palma.
L’ulivo compare in molti racconti biblici:
è tra il becco della colomba che ritornò da Noè dopo il diluvio; è nell’Orto del Getsemani dove Gesù si recò a pregare la notte del suo arresto e, ramoscelli di ulivo, erano tra le mani della folla festante che osannava Gesù al momento del suo ingresso nella città di Gerusalemme, pochi giorni prima che fosse Crocefisso. Ed è per questo che durante la festa delle Palme, giorno in cui si ricorda l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, si benedicono i rami d’ulivo.
La liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo adatto al di fuori della chiesa; i fedeli si radunano e il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma, che dopo la lettura di un brano evangelico, vengono distribuiti ai fedeli, quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa.
Al termine della Messa, i fedeli portano a casa i rametti di ulivo benedetti, conservati quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. Si usa in molte regioni, che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.
La pianta dell’ulivo quindi assume un ruolo fondamentale durante il periodo Pasquale. Ed è tradizione che, il giorno di Pasqua, la tavola imbandita venga benedetta proprio con questi ramoscelli di ulivo.
La nuova stagione non comincia domani come pensate, ma è iniziata stamattina presto: e capiterà così ogni anno, questo secolo.
Alle cinque e mezzo del mattino di domenica 20 marzo 2016 c’è stato l’equinozio di primavera, l’evento astronomico che corrisponde all’inizio della primavera. Anche quest’anno infatti l’equinozio di primavera è arrivato un giorno prima del 21 marzo, il giorno tradizionalmente considerato data d’inizio della primavera. L’equinozio di primavera dipende dalla rivoluzione terrestre, e non cade ogni anno nello stesso giorno: molte persone però sono abituate a pensare che la primavera cominci, per l’appunto, il 21 marzo, giorno in cui si festeggia San Benedetto da Norcia.
Spesso si ritiene infatti che le stagioni cambino il 21 del mese, ogni tre mesi: e che la primavera inizi il 21 marzo. Ma le stagioni non sono determinate per convenzione, e la dichiarazione del loro avvio è una tradizione culturale che è conseguenza di un evento astronomico ben preciso che capita quattro volte nel corso dell’anno: agli equinozi (due) e ai solstizi (altri due), istanti precisi che la costruzione dei nostri calendari “muove” nell’arco di alcune decine di ore ogni anno. E per tutto questo secolo, l’equinozio sarà il 20 marzo, con qualche eccezione per il 19 (nella tarda serata). La primavera astronomica tornerà a cominciare il 21 marzo solo nel 2102.
Autunno e Primavera iniziano nel giorno dell’equinozio, ovvero della uguale lunghezza di notte e giorno (che poi non lo è esattamente per una serie di variabili, ed è diversa alle diverse latitudini). Estate e Inverno iniziano invece nel giorno del solstizio, nel quale le ore di luce sono rispettivamente al loro massimo o al loro minimo.
A loro volta, equinozi e solstizi (e durate del giorno e della notte) sono determinati dalla posizione della Terra nel suo moto di rivoluzione intorno al Sole. L’equinozio corrisponde ai momento in cui il piano dell’equatore celeste (la proiezione dell’equatore sulla sfera celeste) e quello dell’eclittica (il percorso apparente del sole nel cielo) si intersecano. Al solstizio invece sono massimamente distanti, e il Sole a mezzogiorno è alla massima o minima altezza rispetto all’orizzonte.
Sia gli equinozi che i solstizi avvengono in un istante preciso, che è quello in cui astronomicamente inizia la stagione successiva (quindi non in un giorno): quell’istante può variare di anno in anno sull’arco di un paio di giorni a causa della diversa durata dell’anno solare e di quello del calendario (la stessa ragione degli anni bisestili). In Italia, tra il 20 e il 21 marzo la primavera, tra il 20 e il 21 giugno l’estate, tra il 22 e il 23 settembre l’autunno, tra il 21 e il 22 dicembre l’inverno.
Oltre alle stagioni astronomiche, ci sono anche le stagioni meteorologiche: iniziano in anticipo di una ventina di giorni rispetto a solstizi ed equinozi, e durano sempre 3 mesi. Indicano i periodi in cui si verificano le variazioni climatiche annuali, specialmente alle medie latitudini con climi temperati.
Poi, se non ve ne importa niente di tutto questo e volevate solo avere informazioni su quando cominciano primavera e autunno, eccovi serviti per qualche anno (orari di Greenwich, aggiungete uno per l’Italia). Il prossimo cambio di stagione, col solstizio e l’arrivo dell’estate, avverrà invece la sera del 20 giugno 2016.
Una recente ricerca americana ha dimostrato che assumere con regolarità aspirina (Acido Acetilsalicilico) riduce di circa il 15% il rischio di avere tumori gastrointestinali, in primis per quanto riguarda il tumore al colon retto.
I pareri relativi ad un’assunzione frequente dell’aspirina (Acido Acetilsalicilico o ASA), l’antinfiammatorio più conosciuto al mondo, sono spesso molto contrastanti.
Ora una ricerca condotta da un gruppo di esperti del Massachusetts General Hospital di Boston e pubblicata sulle riviste “JAMA Oncology” e “The Journal of the American Medical Association“, ha dimostrato che assumere aspirina, almeno due volte alla settimana per un periodo di tempo di sei anni, protegge da alcuni tipi di tumori, tra cui i tumori gastrointestinali, il cui rischio di incidenza si riduce di circa il 15%, arrivando fino al 19% nel caso del tumore del colon-retto. Inoltre, nei pazienti già colpiti dalla neoplasia abbasserebbe la mortalità. Non comporterebbe, invece, una riduzione del rischio di cancro al seno o alla prostata.
Questo effetto benefico è probabilmente legato alla capacità dell’aspirina di agire sulla prostaglandina E2 (o Pge2), la molecola che “nasconde” le cellule potenzialmente pericolose al sistema immunitario che dunque non è più in grado di riconoscerle. Dunque l’aspirina potrebbe essere utile non solo per combattere i dolori legati all’emicrania, al mal di denti e ai sintomi influenzali.
Per arrivare a questa evidenza i ricercatori hanno osservato, per ben 32 anni, un campione costituito da più di 135.000 persone, uomini e donne, malati e sani, di età 40-75 anni, che sono stati arruolati negli studi Nurses’ Health Study e Health Professionals Follow-up Study.
Aspirina, effetti collaterali del farmaco:
Andrew Chan, professore di medicina alla Harvard Medical School e coautore dello studio, ha commentato: “A questo punto potrebbe essere considerato ragionevole parlare col proprio medico dell’ipotesi di assumere l’aspirina per prevenire i tumori gastrointestinali, in particolare se ci sono fattori di rischio in famiglia, ma i pazienti devono anche essere correttamente informati sugli effetti collaterali potenziali di questo farmaco e proseguire comunque i test di screening”.
Quindi attenzione, in ogni caso, a ricorrere a terapie “fai da te”, soprattutto alla luce del fatto che questo farmaco può portare a forme emorragiche, a causa della sua proprietà anticoagulante, ad ulcere e ad orticarie. In attesa di ulteriori ricerche e sperimentazioni sarebbe quindi meglio continuare ad utilizzare questo farmaco per gli scopi tradizionali.
Nel 1997, Bobbi e Kenny McCaughey sono finiti su tutti i notiziari per aver messo al mondo ben 7 gemelli, tutti sopravvissuti al parto.
I loro nomi sono Kenny, Kelsey, Natalie, Brandon, Alexis, Nathan e Joel McCaughey. Ecco in questa foto accanto alla loro mamma orgogliosa.
Bellissimi!
Eccoli in quest’altra foto quando erano ancora più piccoli. Con tre femmine e quattro maschi, Bobbi può certamente ritenersi soddisfatta della sua prole ed anche di se stessa, che è stata molto brava a portare avanti una gravidanza certamente molto complessa e pericolosa per la sua vita e per quella dei suoi piccoli.
Ecco Bobbi con i suoi 7 gioielli in una foto davvero esilarante.
Avevate mai visto un passeggino così capiente? Beh sicuramente no. Ma quello che stupisce maggiormente è la naturalezza con la quale Bobbi porta in giro i suoi piccoli. E’ riuscita subito ad organizzarsi e a trovare il giusto equilibrio.
Dopo 19 anni sono stati ospitati in un programma televisivo per raccontare la loro storia,
certamente non facile, fatta di alti e bassi ma con una grande certezza di fondo che li ha sempre tenuti uniti: l’amore. Fratelli e sorelle si vogliono molto bene e ne vogliono tanto anche ai loro genitori.
Eccoli oggi, sono una famiglia felice
ed hanno voluto raccontare a tutti la loro storia. Hanno tutti interessi diversi presto prenderanno direzioni differenti ma anche a chilometri di distanza saranno legati da quel filo sottile che solo i gemelli hanno e che li legherà per tutta la vita.
Tante volte, nel ritrovarmi da sola durante il weekend, quando pare che tutto il mondo sia fuori a divertirsi e a vivere chissà quali straordinarie esperienze, mi sono sentita veramente fuori posto.
"Ancora una volta sono qui ad annoiarmi, e invece tutti sono fuori con i loro amici: cosa c'è che non va in me? Ci deve essere qualcosa di sbagliato, non sono come le persone normali. E poi -per carità- spero che nessuno mi chieda cos'ho fatto durante il weekend lunedì"
E' la sensazione di "dovere" avere una vita sociale. Voler passare del tempo con altre persone non perché hai voglia di vederle, ma perché senti di doverle vedere per non essere diversa/strana/fuori dai giochi.
Avevo davvero voglia di uscire con altra gente? Era irrilevante, sapevo solo che bisogna farlo, se no non si è normali. Quella volta che riuscivo ad uscire con un gruppetto di persone, tornavo a casa e più che essere contenta della bella serata, ero sollevata di poter dire: questo sabato ho fatto quello che dovevo.
Detto molto onestamente, mi sono resa conto che non volevo stabilire dei rapporti con le persone, ma sfruttarle per sentirmi a posto con la coscienza e poter dire di non essere sola.
E invece non c'è nessun obbligo. Mi rendo conto di quanta libertà ho in realtà di passare il finesettimana come meglio credo. Sono da sola, e ci sono così tante cose che posso fare, che in compagnia non potrei fare: guardarmi un film, leggere un libro, cucinare qualcosa, tirare fuori qualche vecchio ricordo, scrivere, disegnare...e ringrazio di poter essere così indipendente e così libera: non dipendo dagli altri per stare bene.
Ci sono persone che senza gli altri smettono di esistere, persone per cui l'identità solitudine=noia è un postulato, è indubitabile.
Non voglio essere così: la solitudine è preziosa, ti arricchisce dentro se vissuta con serenità.
Questa sera mi metterò a leggere Dracula, che da tempo è sul comodino e aspetta di essere cominciato, e poi magari guarderò un film. (A proposito, consigli?XD).
Siccome se vedete questa discussione di sabato sera probabilmente anche voi siete da soli (a meno che non vi stiate collegando a fobiasociale da un'affollata discoteca, ma è un'ipotesi che mi sento di scartare), mi piacerebbe che condividessimo il modo cui viviamo questi weekend solitari...
E un'altra cosa: avendo vissuto sia i finesettimana da evitante che quelli passai in discoteca/locali vari posso dire quanto idealizziamo quest'ultimo tipo di serate quando non le conosciamo.
E' tutto costruito ad arte per sembrare l'apice del divertimento, il massimo in cui si può sperare, ma c'è dietro tanta, tanta finzione.
Io mi sono divertita a ballare, è bella la sensazione di lasciare da parte l'imbarazzo e lasciarsi andare; ma ho visto tante ragazze ballare a disagio su tacchi impossibili, nella speranza di catturare qualche attenzione maschile, che poi ovviamente va rifiutata per non sembrare "facile"...tanti ragazzi passare la serata a provarci con una ragazza dopo l'altra, quasi meccanicamente (proprio tipo catena di montaggio)...
La cosa assurda è che a volte gente che hai visto passare la serata a muovere le braccia in modo perplesso, guardandosi intorno a disagio, ti viene a dire: "serata fantastica ieri!!! siamo stati a ballare fino alle 4!!", e poi ti accorgi che certe persone non mirano a divertirsi, si accontentano dell'illusione di essersi divertiti.
Vidi una ragazzina seduta tutta sola nel parco. Tutti le passavano vicino e non si fermavano per scoprire perché sembrasse così triste. Indossava un vestito rosa logoro, scalza e sporca, sedeva e guardava la gente passare.
Non provava mai a parlare. Non diceva una parola. Molti le passavano vicino, ma nessuno si fermava. Il giorno dopo decisi di tornare al parco per curiosità, per vedere se la ragazzina stava ancora lì. Sì, era lì, proprio nello stesso posto dov'era il giorno prima, e ancora con lo stesso sguardo triste negli occhi. Quel giorno ero decisa a fare qualcosa ed avvicinarmi alla ragazzina. Che, come tutti sappiamo, un parco pieno di gente strana non è il posto giusto dove dei bambini possano giocare soli. Nell'avvicinarmi notai la parte posteriore del vestito della ragazzina. Aveva una forma grottesca. M'immaginai che fosse quella la ragione per cui la gente passava e non faceva lo sforzo di parlare con lei.
Le deformità sono un colpo basso nella nostra società , e il cielo vieta di fare un passo verso di esse e assistere qualcuno che è diverso. Avvicinandomi ancora, la ragazza abbassò appena gli occhi per evitare il mio sguardo.
Da vicino potei vedere più chiaramente la forma della sua schiena. Aveva la forma orribile di una gobba esagerata.
Sorrisi per farle capire che era tutto ok; ero lì per aiutarla, per parlare.
Mi sedetti accanto a lei e esordii con un semplice "ciao".
La ragazzina sembrò colpita, e balbettò un "salve" dopo avermi a lungo fissato negli occhi. Sorrisi e anche lei sorrise timidamente. Parlammo finché venne sera, e il parco fu completamente vuoto. Chiesi alla ragazza perché fosse così triste.
Lei mi guardò e con tristezza disse "perché sono diversa". Immediatamente risposi "lo sei!"; e sorrisi.
La ragazzina sembrò ancora più triste e disse "lo so". "cara," dissi, "mi sembri un angelo, dolce ed innocente".
Mi guardò e sorrise, poi si alzò in piedi lentamente e disse "davvero?"
"sì, sei come un piccolo angelo custode mandato a prenderti cura della gente che passa". Annuì con la testa, e sorrise.
Così facendo aprì la parte posteriore del suo vestito rosa e lasciò uscire le sue ali. Poi disse "lo sono". "sono il tuo angelo custode" con un luccichio negli occhi.
Rimasi senza parole - di certo stavo avendo un'allucinazione.
Disse "per una volta hai pensato a qualcuno oltre a te stessa. Il mio lavoro qui è finito."
Mi alzai in piedi e dissi "aspetta, perché nessuno si è fermato per aiutare un angelo?"
Mi guardò, sorrise, e disse "sei l'unica che possa vedermi" e poi se ne andò.
Perchè si usa la mimosa, come simbolo della festa della donna?
Ecco le due versioni storiche:
La prima più antica risale al 1908.
Siamo in America, a Chicago, ed è l'8 marzo.
Al passaggio dei funerali delle lavoratrici morte nell'incendio della fabbrica occupata per difendere i propri diritti, la folla commossa recise dagli alberi rametti di fiori gialli lanciandoli sul corteo.
La seconda invece risale al 1946.
Siamo in Italia a Roma e l'UDI (Unione Donne Italiane) doveva scegliere un simbolo floreale per festeggiare il primo 8 marzo postbellico così come il garofano rosso lo era per la festa del lavoro.
Le donne, essendo i giardini pieni di mimose e dunque facilmente reperibili in marzo… oltre ad essere durevoli e profumate… optarono per le mimose. Ma non fu una scelta semplice, bensì complessa, che a raccontarla oggi appare come una bella leggenda.
Infatti le donne preferivano l'orchidea ma Teresa Mattei, che l'anno dopo avrebbe fatto parte dell'Assemblea Costituente, per evitar la scelta di un fiore costoso come quello, s'inventò una leggenda cinese… raccontando che la mimosa per quel popolo rappresentava il calore della famiglia ed era il simbolo la gentilezza femminile.
In tal modo convinse tutte le donne e la mimosa, vinse.
La pianta, Mimosa - Acacia Dealbata:
Pianta originaria della Tasmania, fa parte del genere Acacia e della famiglia delle Leguminose, ed in particolare alla sottosspecie delle Mimosacee. E' un albero da fiori gialli e a grappolo, con un profumo dolce e fragrante che fu Introdotto in Europa nel 1800.
Usi, medicinali e profumi:
La sua corteccia è stata adoperata, nell'uso medicinale, come astringente e antidiarroica mentre i fiori nella ccreazione di profumi.
Inoltre possiede tannini ed un olio usato per l'aromaterapia e per il trattamento di alcune malattie cutanee.
Che credo ancora nei sogni....e li faccio ad occhi aperti.
Che ho bisogno di un abbraccio vero ma non una pacca sulla spalla.
Che davanti all'amore getto le maschere... e la logica.
Che non riesco a dire ti amo facilmente,ma se lo faccio è verità assoluta.
...A me... che detesto le persone che si piangono addosso
e patisco il compatimento.
Che odio i tradimenti ma so anche perdonare.
Che non riesco ad essere cattiva quel tanto che vorrei.
Che non mi metto sullo stesso piano di chi mi fa del male, ricercando vendette.
Che sono esigente con me stessa e mal sopporto i fallimenti.
Che sono incapace di chiedere aiuto ma solo a darlo.
A me... che sono diffidente ma capace di slanci d'affetto.
Che spesso mi sento in colpa anche per responsabilità non mie.
Che non riesco a scrollarmi di dosso certi... vissuti che andrebbero cancellati.
Che mi chiedo sempre "perchè" di certi atteggiamenti.
Che non ho paura di esternare emozioni o di rimettermi in gioco.
Che sono troppo tollerante, anche con chi non merita.
Che ho una corazza incollata alla pelle, ma vulnerabile dentro.
E a quelli come me.
Che sognano una felicità delirante.....!!!
...E dedicato... forse anche un pò a te...che hai premuto il tasto "play" del cd della vita facendomi credere che qualcosa di bello nella vita nonostante tutto può e accade ancora...!!! Cercherò di farti comprendere che dopo una battaglia persa quella più bella sarà quella che vinceremo...insieme!!!
(Rita)
La donna, dal medioevo fino ad ora, ha avuto una continua emancipazione e a seconda del periodo ruoli differenti ed una diversa considerazione.
Non smetteremo mai di dire che la nostra società è sempre più tinta di rosa, ma quello che abbiamo oggi e che avremo domani lo dobbiamo alle donne che ci hanno preceduto e che hanno fatto la storia d'Italia. Ecco di seguito le date che hanno segnato un importante passo delle donne verso l'eguaglianza.
1903 - Il deputato Salvatore Morelli sostiene: "la tutela lavoratrici, il diritto di voto, la parità coniugi diritti/doveri"
CIVILTA' CATTOLICA: Iddio scampi le fanciulle da quell'educazione che il deputato Morelli desidera di vedere attuata legalmente al fine di preparare numerose sorelle alla Massoneria.
1904 - Ammissione delle donne alla professione di avvocato - Sciopero Sigaraie Manifattura Tabacchi di Venezia.
1906 - Sciopero "rivoluzionario" tessili e cotoniere di Torino - Richiesta giornata lavorativa di 10 ore.
1911 - Aumento iscritte alla scuola media.
1919 - Tutti al mare con braccia e gambe scoperte; no abbronzatura.
1920 - Licenziamento da tutte le fabbriche.
1927 - Nobel a Grazia Deledda - costumi da bagno con cranio Mussolini (antesignano t-shirts)
1928 - Famiglie prolifiche esentate da tasse.
1930 - Moda: si accetta abbronzatura, leggero trucco e gonne un palmo sopra ginocchi.
1933 - Saga matrimoni: i fascisti perfetti si sposano per costruire una famiglia modello.
1937 - Pacchi-dono e sgravi fiscali a famiglie prolifiche.
Ferdinando Loffredo pubblica "La politica della famiglia" in cui la donna è considerata essere inferiore, meno intelligente dell'uomo, per niente adatta a studio o lavoro che mascolinizza, rende sterili e danneggia la stirpe.
1944-45 - Lotta partigiana.
1946 - Prima chiamata al voto.
1952 - La coppia Fausto Coppi/ Giulia Occhini è la prima sfida alla famiglia. Fascino della motorizzazione, gite e vacanze.
1955 - TV, quiz: il ministro dell'interno vieta il due pezzi.
1957 - Pio XII attacca Segni per mancata tutela moralità (Allasio/Bardot).
1958 - Legge Merlin.
1965 - Mutamento costumi: elettrodomestici, turismo massa (Franca Viola).
1968 - Contestazione: rivalutazione ruolo donna.
1971 - Minigonna, hot pant.
1974 - Divorzio - Fenomeno Brigate Rosse.
1975 - Legge aborto - Maggiore età a 18 anni.
1979 - Presidente Camera dei deputati: Nilde Jotti.
1985 - Elda Pucci sindaco a Palermo - Anna Maria Migllio questore a Terni - Ilda Boccassini procuratore a Milano - Carmelita Russo giudice a Vibo Valentia - Silvia Barecchia vice-presidente Citybank - Antonella Celletti primo pilota Alitalia …
1987 - Ilona Staller eletta in Parlamento
Anni Novanta - Donne della politica, dello spettacolo, delle professioni, dell'arte, della letteratura, della mafia.
2009 - La Regione Campania vara la legge elettorale bisex: le liste devono contenere almeno un terzo dell'altro genere e si esprimono fino a due preferenze, ove la seconda, se espressa, deve essere, pena l'annullamento, dell'altro genere.
La questione femminile nasce con la Rivoluzione Francese,quando le richieste delle donne per
l'uguaglianza con gli uomini furono bocciate;infatti i principi di libertà e uguaglianza sanciti
per il cittadino erano una prerogativa squisitamente maschile. I movimenti femministi cominciarono
a diffondersi nell'Ottocento nei principali paesi europei e negli Stati Uniti quando le donne borghesi
si unirono a quelle della classe operaia rivendicando la loro emancipazione, la parità di salario e un
minore sfruttamento sul lavoro. L'obiettivo primario delle femministe era però quello di ottenere il
diritto al voto; diritto che è stato concesso dopo varie e dure lotte,rese ancora più difficili dalla
opposizione dei movimenti e partiti socialisti secondo i quali le rivendicazioni femminili,rispetto
a quelle della classe operaia,erano di secondaria importanza.
Negli anni '50,finiti ormai gli orrori della guerra,attorno alla donna si costruì un'atmosfera da
favola americana; la donna cambiò visibilmente anche nei costumi:la moda del tempo vedeva
questi angeli dello "spremilimoni"(simbolo dell'irruzione degli elettrodomestici nelle cucine
italiane) in abiti dalla vita stretta e dalla gonna a ruota,abiti femminili senza alcun dubbio,ma per
niente sexy. Le donne si accorsero presto però che la cucina in cui erano state relegate stava
trasformandosi in una stretta prigione.
L'emancipazione quindi non era stata sufficiente: i diritti conquistati con fatica o
concessi dall'uomo non hanno liberato le donne né le hanno affrancate dai ruoli tradizionalmente loro attribuiti.E' da questa constatazione che riparte il movimento femminista negli anni Sessanta. L'obiettivo da perseguire non è più l'emancipazione,ma il sovvertimento delle regole dettate da una società patriarcale fondata sul dominio di un sesso sull'altro.In questo periodo hanno luogo numerose manifestazioni-…qualcuno potrebbe ricordare i clamorosi gesti che i media esaltarono come sintomi di rinnovato disordine: nel 1968 donne americane inscenarono la "sepoltura della femminilità tradizionale" con una fiaccolata al cimitero nazionale di Arlington, dove incoronarono una pecora MISS AMERICA!
Sappiamo che l'uguaglianza tra uomo e donna è un fattore necessario che però non si può ancora definire una realtà; anche se la collettività femminile è diventata protagonista, non gode ancora di sufficiente riconoscimento.
Raggiunse il sole un giorno la montagna, le chiese dove andasse e lei rispose "resto qui e ci sto da sempre". Il sole allora rise e si sedette in cima dove il ghiaccio lo toccava. "Ascolta" disse lui "se ti sciogli e ti do noia, mi tolgo subito e torno su nel cielo". La montagna gradiva quel calore tanto lontano, un tempo tanto sperato "no resta qui, vicino alla mia vetta, se non vuoi però puoi pure andare, io sto bene con te, son sempre sola". Si misero in silenzio ad ascoltare il canto degli uccelli, il vento e il mare.
Così quel giorno, il sole e la montagna si strinsero la mano e un bacio sciolse il ghiaccio e nacque così un fiume. Nulla poteva dividere i destini, tanto lontani ma ormai cosi vicini. Disse allora il sole: "amore, io devo andare, ma non ti preoccupare viene la luna, ti sarà amica. Poi tornerò io e saremo di nuovo nell'amore". La montagna sorrise e sospirando rispose: "ti aspetterò con gioia, inneverò le cime, così che quando tornerai potrai di nuovo sciogliermi nel fiume, sei mio ormai, nulla mi serve, vorrei soltanto un bacio al giorno e te". Così si salutarono. La sera arrivò la luna, pallida e malinconica, divennero amiche e si raccontarono la vita. Poi di nuovo, prima che arrivasse, la montagna da lontano lo vide e si innevò. L'accolse come fanno le regine, si inchinò, attese il baciamano del suo re. Divenne giorno, un nuovo giorno nell'amore.
(Roberto Ceccacci)