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2015: In arrivo la Social Card per i Disoccupati bonus fino a..


400 euro al mese.

La Social Card Disoccupati 2015 è una forma di sussidio economico istituita dal Governo riservata a tutti coloro che sono disoccupati o che hanno perso il posto di lavoro.

Tale contributo economico, viene pagato dall'INPS ogni due mesi ai titolari della Carta Acquisti Sperimentale che in precedenza viene spedita a casa dal Comune, dopo aver verificato i dati e controllato che quanto autodichiarato corrisponda a verità.

Si tratta di un bonus economico che viene ergogato ogni 2 mesi a sostegno delle famiglie in cui un lavoratore risulta disoccupato e che perde il proprio posto di lavoro.

COS’E’ E COME FUNZIONA – La social card per disoccupati non è altro che una carta acquisti sulla quale mensilmente viene accreditato un bonus che va da un minimo di 231 euro ad un massimo di 400 euro al mese, in base al numero del nucleo familiare. Il bonus economico viene eddebbiato in automatico ogni 2 mesi. La social card è dotata di una banda magnetica sul retro e di un micro chip nella parte frontale. E’ presente anche un pin segreto che viene recapitato direttamente a casa, il pin è indispensabile per poter usare la Social Card poichè ogni qualvolta la si usa per effettuare un pagamento viene richiesta la digitazione del codice. La durata del bonus per idisoccupati ha una validità di 12 mesi a partire dal primo accredito bimestrale sulla social card. REQUISITI - Per poter richiedere la social card bisogna:                    
 – essere cittadino italiano o comunitario;
 – essere cittadino extracomunitario con regolare permesso di soggiorno CE residente da almeno 1 anno nel Comune in cui si presenta la domanda;
 – essere residente in una delle seguenti regioni italiane: Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Abruzzo, Molise e Campania. E per i Comuni di: Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia e Verona.                                                       
                                                                                                     Quando si presenta la richiesta per la social card tra i vari documenti è fondamentale il Modello Isee 2015, che deve rispettare i seguenti requisiti: 
- avere un Modello Isee pari o inferiore a 3.000 euro;
-possedere un patrimonio mobiliare inferiore a 8.000 euro;
- se si percepiscono indennità previdenziali o assistenziali non devono superare i 600 € mensili;
- non bisogna possedere autoveicoli immatricolati nell’ultimo anno;
- non bisogna possedere nessun autoveicolo superiore a 1300cc di cilindrata immatricolato negli ultimi 3 anni;
- non bisogna possedere nessun motoveicolo superiore a 250cc immatricolato negli ultimi 3 anni;
 -se si possiede una casa di proprietà come prima abitazione il suo valore IMU deve essere inferiore a 30.000 euro;
                                                                                                CONDIZIONI LAVORATIVE DA RISPETTARE PER PRESENTARE DOMANDA: 
 – i componenti del nucleo familiare in età attiva (15-66 anni) senza lavoro;
 – almeno 1 componente del nucleo familiare deve aver perso l’occupazione negli ultimi 3 anni
In alternativa al punto precedente:
1 o più componenti del nucleo con redditi da lavoro dipendente o da tipologie contrattuali flessibili, il reddito complessivo in questo caso del Nucleo Familiare non deve superare i 4.000 € negli ultimi 6 mesi;
 -nel nucleo familiare deve essere presente almeno un minore di 18 anni fiscalmente a carico.                                        
                                                                                                   

GLI IMPORTI DEL BONUS -
Vengono erogati in maniera Automatica sulla carta acquisti ogni 2 mesi, l’importo varia e va da un minimo di 231 euro ad un massimo di 400 euro al mese, in base al numero che compongono il nucleo familiare. Ecco le soglie dei vari importi:

 – Famiglie composte da 2 membri: l’Importo mensile è di 231 euro;
 – famiglie composte da 3 Membri: l’Importo mensile è di 281 euro;
 – famiglie composte da 4 membri: l’Importo mensile è di 331 euro;
 – famiglie composte da 5 o più membri: l’Importo mensile è di 404 euro.
                                                                                    

COME FARE LA RICHIESTA – 
Per tutti coloro che fossero interessati e ne avessero i requisiti sopra elencati devono utilizzare il modulo scaricabile al seguente link: --MODULO-- in formato -pdf-. e recarsi presso gli uffici di Poste Italiane abilitati e presentare tutta la documentazione.

L’ ufficio postale ha il solo compito di accettare la domanda, la quale viene inoltrata all’INPS che ha il compito di verificare se tutti i requisiti sono rispettati per poter avere il bonus economico. In caso di esito positivo l’INPS manderà a casa una comunicazione in cui si avvisa la persona che la sua domanda è stata accolta e può recarsi in ufficio Postale per ritirare la propria carta acquisiti. Una volta ricevuta la carta acquisti a distanza massimo di una settimana a casa si riceverà il pin per poter utilizzare la social card.
     PER ULTERIORI INFORMAZIONI E/O CHIARIMENTI RECARSI AL PROPRIO UFFICIO INPS DI ZONA. (Fonte: retenews24)

Arriva la nuova indennità di disoccupazione, ecco come funzionerà...


La nuova indennità di disoccupazione entrerà dal 1 maggio 2015 e si chiamerà Naspi. Ecco la guida completa con destinatari, requisiti, durata, modalità di calcolo e cause di decadenza.

E’ ufficiale: con il Jobs Act l’Aspi diventa Naspi, la Nuova prestazione di Assicurazione sociale dell’impiego, l’indennità mensile di disoccupazione, che a decorrere dal 1 maggio 2015 sarà istituita presso la Gestione prestazioni temporanee ai lavoratori dipendenti, a sostegno del reddito dei lavoratori con rapporto di lavoro subordinato, che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione.

Naspi: destinatari e requisiti
I destinatari della Naspi saranno i lavoratori dipendenti, con esclusione dei dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni e gli operai agricoli a tempo determinato o indeterminato.

Chi ha diritto alla Naspi?
I lavoratori che hanno rassegnato le dimissioni per giusta causa, o nei casi di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, e quelli che abbiano perduto involontariamente il proprio lavoro e che presentino, congiuntamente, i seguenti requisiti:

- siano in stato di disoccupazione;
- possano far valere, nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione, almeno tredici settimane di contribuzione;
- possano far valere diciotto giornate di lavoro effettivo o equivalenti, a prescindere dal minimale contributivo, nei dodici mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.

Come si calcola la Naspi?                                                                                  La Naspi è rapportata alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni utili, comprensiva degli elementi continuativi e non continuativi e delle mensilità aggiuntive, divisa per il numero di settimane di contribuzione e moltiplicata per il numero 4,33:

- se nel 2015 la retribuzione mensile sia pari o inferiore a 1.195 euro, importo rivalutato annualmente sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati intercorsa nell’anno precedente, la Naspi è pari al 75% della retribuzione;
- se la retribuzione è superiore a 1.195 euro mensili, la Naspi sarà pari al 75% + il 25% del differenziale tra la retribuzione mensile e il predetto importo.

Ad ogni modo, la Naspi non può superare l’importo massimo di 1.300 euro mensili nel 2015 (importo rivalutato annualmente sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati intercorsa nell’anno precedente).

Quanto dura Naspi?
                                                                                    Naspi viene erogata mensilmente, per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni. Ai fini della durata, non sono considerati i periodi contributivi che hanno già garantito l’erogazione delle prestazioni di disoccupazione.

L’indennità viene ridotta progressivamente nella misura del 3% al mese dal primo giorno del quinto mese di fruizione:

- per gli eventi di disoccupazione verificatisi dal 1 gennaio 2016, questa riduzione si applica dal primo giorno del quarto mese di fruizione;
- per gli eventi di disoccupazione verificatisi dal 1 gennaio 2017, la durata di Naspi è limitata a un massimo di 78 settimane.

Come si presenta la domanda?
Coloro che sono in possesso dei requisiti suddetti possono inviare la domanda all’INPS in via telematica, entro il termine di decadenza pari a 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro.

La Naspi sarà erogata a partire dal giorno successivo alla data di presentazione della domanda e, comunque, non prima dell’ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro.

Quando decade Naspi?                                                                                    A pena di decadenza, la Naspi è condizionata: - alla permanenza dello stato di disoccupazione;
- alla partecipazione costante e regolare alle iniziative di attivazione lavorativa, nonché ai percorsi di riqualificazione professionale proposti dai servizi competenti.

La Naspi inoltre decade nei casi seguenti:
- perdita dello stato di disoccupazione;
- inizio di un’attività lavorativa subordinata senza provvedere alla comunicazione all’INPS;
- inizio di un’attività lavorativa in forma autonoma senza provvedere alla comunicazione all’INPS;
- raggiungimento dei requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato;
- acquisizione del diritto all’assegno ordinario di invalidità, sempre che il lavoratore non opti per la Naspi.

Compatibilità con lavoro subordinato e/o autonomo.
Cosa succede al lavoratore in corso di fruizione della Naspi che instauri un rapporto di lavoro subordinato o intraprenda un’attività lavorativa autonoma?
- nel caso di lavoro subordinato: se il reddito annuale è superiore al reddito minimo escluso da imposizione la prestazione decade, salvo il caso in cui la durata del rapporto di lavoro non sia superiore a sei mesi, caso in cui la prestazione è sospesa d’ufficio per la durata del rapporto di lavoro e fino a un massimo di sei mesi. Se il reddito è inferiore, la prestazione resta in vigore, a condizione che il lavoratore comunichi all’INPS entro un mese dall’inizio dell’attività il reddito annuo previsto;
- nel caso di lavoro autonomo: se il reddito che ne deriva è inferiore al limite utile ai fini della conservazione dello stato di disoccupazione, deve informare l’INPS entro un mese dall’inizio dell’attività, dichiarando il reddito annuo che prevede di trarne. La Naspi sarà ridotta all’80% del reddito previsto, rapportato al periodo di tempo intercorrente tra la data di inizio dell’attività e la data in cui termina il periodo di godimento dell’indennità o, se antecedente, la fine dell’anno.

Tutte le scadeze fiscali del 2015: quali tasse ci aspettano per l'Anno Nuovo?


Con riferimento soprattutto ai modelli: Unico 2015 (quadri Redditi-Iva-Irap e Ine/Parametri/St. di Settore sui redditi per il 2014): persone fisiche-soc. di persone-soc. di capitali ed enti non commerciali, Imu, 770 (Semplificato e Ordinario per il 2014) e 730 (Assistenza Fiscale, tramite Caf, sui redditi per il 2014), si rammentano, qui di seguito, le principali scadenze per il contribuente nel 2015 (vedi, in calce, *N. B:), in base anche al D. Lgs. 175-2014 sulle semplificazioni fiscali:

- 26 Gennaio 2015, versamento della cd. -Mini Imu- 2014 sui terreni agricoli dei Comuni ex-Montani, tramite il mod. F24 o il bollettino postale;

- 31 Gennaio 2015, termine utile per il pagamento del canone rai di 113,50 euro.

- 16 Febbraio 2015 / 28 Febbraio 2015, versamento del premio annuale Inail, derivante dall'autoliquidazione delle retribuzioni per il 2014/15, tramite il mod. F24 e invio telematico della relativa dichiarazione annuale dei salari;

- 28 Febbraio 2015, invio telematico, per i soli intermediari abilitati, della Comunicazione Annuale Iva per il 2014, all'Agenzia delle Entrate, tramite il servizio Entratel;

- 7 Marzo 2015, consegna al percettore e invio telematico, per i soli intermediari abilitati, della Certificazione Unica sui redditi corrisposti e le ritenute subìte da parte del Sostituto d'Imposta per il 2014, all'Agenza delle Entrate, tramite il servizio Entratel;

- 16 Marzo 2015, versamento saldo Iva per il 2014 e della Tassa di CC. GG. 2015 per la bollatura dei libri sociali, da parte delle società di capitali, tramite il mod. F24;

- 10 e 20 Aprile 2015, invio telematico, per i soli intermediari abilitati, della Comunicazione Iva su Clienti e Fornitori (cd. -Spesometro-) relativa al 2014 (10 Apr., per coloro con liq. ne Iva mensile e 20 Apr., per coloro con liq. ne Iva trim.) per tutte le operazioni con obbligo di fattura (per i titolari di Partita Iva), all'Agernzia delle Entrate, tramite il servizio Entratel;

- 30 Maggio 2015, deposito bilancio per il 2014, in via telematica e in formato .xblr, da parte delle società di capitali, alla Cciaa, tramite il servizio Bilanci On-Line, riservato agli intermediari abilitati;

- 30 Maggio 2015, presentazione, da parte del pensionato con altri redditi, al Caf (Centro di raccolta o al Professionista abilitato), del modello relativo alla comunicazione delle detrazioni d'imposta per il 2015, che trasmetterà poi telematicamente all'Inps o all'ente comunque erogante la pensione;

- 31 Maggio 2015, presentazione, da parte del contribuente, al Caf (Centro di raccolta o al Professionista abilitato) della documentazione relativa al modello 730-2015, sui redditi per il 2014;

- 16 Giugno 2015, versamento saldo 2014 e 1° acconto 2015, imposte dirette: cedolare secca-irpef-ires-irap, oltre all'eventuale saldo Iva 2014, anche rateizzati, confluente nel modello Unico e versamento del Diritto Camerale 2015 e del Contributo Inps, sia per la quota a % eccedente il minimale che per la gestione previdenziale separata, saldo 2014 e 1° acconto 2015, tramite il mod. F24. Stesso termine, anche per versare l'eventuale adeguamento agli St. di Settore, pure rateizzabile;

- 16 Giugno 2015, versamento dell'acconto Imu e Tasi 2015, tramite il mod. F24 o il bollettino postale;

- 30 Giugno 2015, presentazione alla Posta, per le sole persone fisiche non titolari di partita iva, del modello Unico 2015, cd. -cartaceo-, sui redditi per il 2014;

- 7 Luglio 2015, invio telematico, per i soli intermediari abilitati (Caf e Professionisti), del modello 730-2015, sui redditi per il 2014, all'Agenzia delle Entrate, tramite il servizio Entratel;

- 16 Luglio 2015, versamento saldo 2014 e 1° acconto 2015, imposte dirette: cedolare secca-irpef-ires-irap, oltre all'eventuale saldo Iva 2014, anche rateizzati, confluente nel modello Unico, del Diritto Camerale 2015 e del Contributo Inps, sia per la quota a % eccedente il minimale che per la gestione previdenziale separata, saldo 2014 e 1° acconto 2015, con la maggiorazione dello 0,40%*, tramite il mod. F24. Stesso termine, anche per versare l'eventuale adeguamento agli St. di Settore, pure rateizzabile;

- 31 Luglio 2015, invio telematico, per i soli intermediari abilitati, dei modelli 770-2015 Ordinario e Semplificato, relativi al 2014, all'Agenzia delle Entrate, tramite il servizio Entratel;

- 30 Settembre 2015, versamento, per i titolari di partita Iva, dell'eventuale adeguamento ai Parametri Fiscali sul Mod. Unico 2015, redditi 2014;

- 30 Settembre 2015, invio telematico, per i soli intermediari abilitati, del modello Unico 2015, redditi 2014 delle sole persone fisiche non titolari di partiva Iva, all'Agenzia delle Entrate, tramite il servizio Entratel;

- 30 Settembre 2015, invio telematico, per i soli intermediari abilitati, del modello Unico 2015 (quadri Redditi-Iva-Irap e Parametri/St. di Settore): persone fisiche-soc. di persone-soc. di capitali ed enti non commerciali, relativo al 2014, all'Agenzia delle Entrate, tramite il servizio Entratel;

- 30 Ottobre 2015, invio telematico, per i soli intermediari abilitati, della Comunicazione relativa ai beni assegnati ai soci in godimento relativa al 2014, tramite il servizio Entratel;

- 30 Novembre 2015, versamento del 2° acconto 2015, imposte dirette: cedolare secca-irpef-ires-irap e del Contributo Inps, sia per la quota a % eccedente il minimale che per la gestione previdenziale separata, tramite il mod. F24;

- 16 Dicembre 2015, versamento del saldo Imu e Tasi 2015, tramite il mod. F24 o il bollettino postale;

- 27 Dicembre 2015, versamento dell'acconto Iva per il 2015, in aggiunta ai versamenti Iva mensili o trimestrali, scadenti il giorno 16 del mese successivo al mese di riferimento o del secondo mese successivo al trimestre di riferimento;

- La Dichiarazione Imu va presentata al Comune entro il 30 Giugno dell'anno successivo a quello relativo alla data in cui il possesso degli immobili ha avuto inizio, ma solo nei casi in cui si determina un diverso importo dell'imposta dovuta per riduzioni d'imposta e nei casi in cui tali variazioni non siano acquisibili dai Comuni. Per gli immobili in cui l'obbligo dichiarativo è sorto dal 1° Gen. 2014, quindi, la Dichiarazione Imu va presentata entro il 30 Giu. 2015 (D. L. 8 Apr. 2013, n. 35, conv. in L. 6 Giu. 2013 n. 64). Le stesse regole (entro il 30 Giugno dell'anno successivo...) valgono anche per la presentazione al Comune della Dichiarazione Tasi;

- Occorre poi considerare per i soggetti interessati, anche i Contributi Previdenziali e le relative Comunicazioni da inviare, da parte dei Professionisti iscritti, alle rispettive Casse Autonome di Previdenza, i Contributi Inps: gestione agricoltori (con scadenze il 16-7, 16-9, 16-11 e il 16-01 di ogni anno), art. ni-comm. ti (con scadenze il 16-05, 20-08, 16-11 e il 16-02 di ogni anno), da pagarsi con il mod. F24 precompilato, utilizzando l'elenco dei codici inviato dall'Inps, gestione lavoratori domestici (con scadenze il 10-04, 10-07, 10-10 e il 10-01 di ogni anno), da pagarsi, attraverso il sito Inps, tramite bollettino Mav, gestione lavoro dipendente e autonomo (da versare, assieme alle Ritenute Fiscali e ai Contributi Inail, entro il 16 del mese successivo a quello di riferimento), le imposte, le tasse e i tributi comunali (la Tari: l'ex Tia-Tarsu-Tares, con scadenze almeno il 16-06 e il 16-12 di ogni anno, la Cosap, l'Imposta Comunale di Pubblicità e il Canone di Concessione Comunale) e il Contributo per il Consorzio di Bonifica, da pagarsi con il bollettino postale inviato dall'Ente Impositore, ove dovuti;

Per ulteriori informazioni rivolgersi sul sito online QuiFinanza.

Scadenze Fiscali gennaio 2015: quali tasse ci aspettano per l'Anno Nuovo?


Come accade spesso in Italia, ogni mese vi sono nuovi aumenti e nuove tasse, inoltre con l'arrivo dell'Anno Nuovo giungeranno altri oneri per tutti gli italiani. Ecco tutte le scadenze fiscali che tutti i cittadini dovranno far fronte per il mese di gennaio 2015.

Scadenze fiscali: gennaio 2015

Giovedì 15 gennaio 2015
Modello 730: Il sostituto d'imposta riferisce ai propri sostituti di fornire assistenza fiscale.

Venerdì 16 gennaio 2015
CASAGIT: Attuare il pagamento dei contributi dei cronisti inerenti al mese antecedente.
CASAGIT-denuncia: Esibire la denuncia contributiva inerente al mese antecedente.
INPGI: Ultimare il pagamento dei contributi assistenziali dei cronisti inerenti al mese antecedente.
INPGI-denuncia: Esibire la denuncia contributiva inerente al mese antecedente.
INPS: Adempiere al pagamento dei contributi INPS inerenti al compenso mensile dei lavoratori pagato nel mese antecedente.
INPS: Effettuare il pagamento alla Gestione Separata dei contributi pagati su corrispettivi assegnati nel mese antecedente ad assistenti coordinati e continuativi.
IRPEF: Realizzare il pagamento delle addizionali comunali e regionali inerenti al mese antecedente.
IRPEF: Attuare il pagamento delle trattenute sugli introiti lavorativi di personale e assimilati, su percentuali e di lavoro indipendente ad esperti.
IVA: Fare il pagamento dell'imposta qualora fosse dovuta.
IVA: Liquidare l'IVA del mese antecedente.

Martedì 20 gennaio 2015
Previndai: Completare il pagamento dei contributi assistenziali integrativi a vantaggio dei direttori di società imprenditoriali, inerenti alle mensilità maturate nel trimestre Ottobre/Dicembre 2014.

Lunedì 26 gennaio 2015
IVA Comunitaria-Elenchi INTRASTAT Mensili: Esibire telematicamente gli elenchi Intrastat del mese di Dicembre 2014.


Per ulteriori informazioni rivolgersi sul sito online QuiFinanza.

Il governo accelera: canone Rai e bolletta elettrica da pagare insieme...


La riforma del canone Rai è pronta per andare in onda. Con l’approvazione di Matteo Renzi. Si pagherà con la bolletta della luce con l’obiettivo dichiarato di garantire all’azienda di viale Mazzini un gettito di 1 miliardo e 800 milioni di euro l’anno. Più o meno quanti la Rai ne incassa ora ma chiedendo agli italiani un importo inferiore agli attuali 113,50 euro, cifra uguale quasi per tutti. Continueranno ad esserci le fasce di esenzione e i bonus per i meno abbienti, anche se a farne richiesta finora è stato solo il 30% delle famiglie disagiate Tutti gli altri pagheranno dai 35 ai 75/80 euro - in media, come aveva già anticipato il Messaggero, circa 60 euro - visto che la cifra varierà in base agli indicatori Isee. Prima di partire rispettivamente per Sidney e per Washington, Renzi e il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli si sono incontrati per una valutazione finale. Il capo del governo ha quindi dato via libera all’opzione numero uno: l’inserimento del canone nella bolletta elettrica, un meccanismo di cui si parlava da tempo che comporta però non poche complicazioni.

TUTTI ABBONATI
La platea degli utenti si allargherà. Per non pagare la tassa bisognerà - sul modello della Bbc - dimostrare di non possedere una tv o anche qualsiasi dispositivo (device) con cui sintonizzarsi sui programmi del servizio pubblico: tablet, ipad, smartphone, pc. In passato la Rai aveva bussato alla porta dei possessori dei computer utilizzati come televisori (digital signage) per riscuotere il canone speciale. Tentativo respinto al mittente con una generale e indignata levata di scudi.

Quando nell’aprile scorso si ipotizzò la possibilità del canone in bolletta il sottosegretario della presidenza del Consiglio Delrio ammise che si andava in quella direzione. Contro si schierò il presidente dell’Autorità per l’energia Guido Bortoni, che parlò di «uso improprio» e sollevò il problema della privacy.

Insomma il via libera c’è stato ma la strada è lastricata di ostacoli (e di possibili ricorsi). Chi pagherà l’agio per l’esazione? I consumatori? Lo Stato? Le società energetiche? Renzi è avvisato. (di Claudio Marincola. Fonte: Il Messaggero.it)

Bankitalia: "Con le norme sul Tfr saranno a rischio le pensioni"


Roma 4 novembre: Legge di Stabilità - Le riserve di Bankitalia sul Tfr in busta: "saranno a rischio le pensioni." Bankitalia, invece, promuove la legge di Stabilità anche se auspica "la temporaneita' del provvedimento" sul Tfr. In un'audizione alle commissioni Bilancio della Camera e del Senato il vice direttore generale Luigi Federico Signorini ieri ha spiegato che "lo smobilizzo del Tfr maturando inciderebbe negativamente sulla capacita' della previdenza complementare di integrare il sistema pensionistico pubblico, che in prospettiva presenta bassi tassi di sostituzione, soprattutto per i giovani, mediamente piu' soggetti a vincoli di liquidita'. L'adesione dei lavoratori a basso reddito all'iniziativa aggrava il rischio che questi abbiano in futuro pensioni non adeguate". Poi le perplessità della Corte dei Conti. In audizione alle commissioni riunite Bilancio alla Camera il presidente Raffaele Squitieri ha detto che ci protrebbero essere dei rischi per la legge di stabilità dalle clausole di salvaguardia. Queste, secondo Squitieri, provocano "l'acuirsi di incertezze sul gettito futuro". Sono state espresse perplessità anche sull'utilizzo delle risorse in arrivo dalla lotta all'evasione fiscale, per "un uso improprio dei proventi (per loro natura incerti) per coprire spese o sgravi fiscali certi". Per il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, "questa Legge di stabilità segna un'importante discontinuità rispetto al passato". La manovra mette "in secondo piano la riduzione del deficit per dare priorità al sostegno all'economia - afferma - rallentando il percorso di rientro e rinviando il raggiungimento dell'obiettivo del pareggio di bilancio dal 2016 al 2017".

Chiarimento - libretto di circolazione e patente - per il 3 novembre..


Negli ultimi giorni la notizia del libretto di circolazione che deve riportare lo stesso nominativo della patente che entrerà in vigore il 3 novembre ha avuto un largo seguito e lanciato allarmismi spesso inesistenti (a causa di una circolare poco chiara), con diverse richieste di maggiori informazioni in redazione. In questo articolo faremo quindi chiarezza sulla normativa del Ministero dei Trasporti, vecchia di qualche anno, ma che sarà attuata dal prossimo 3 novembre, come comunicato dalla circolare del 10 luglio 2014.

NESSUN OBBLIGO PER GLI ATTI PRECEDENTI AL 3 NOVEMBRE – L’obbligo di aggiornamento della carta di circolazione scatta per coloro che usufruiscono di un veicolo non proprio per più di 30 giorni, ma soltanto per quegli atti posteriori al 3 novembre 2014, mentre per quelli precedenti non c’è nessun obbligo e l’aggiornamento resta facoltativo. Nessun obbligo per quei veicoli in comodato d’uso all’interno di un nucleo familiare. Nessun obbligo o sanzione, quindi, per i figli che usano la macchina dei genitori o simili, a patto che si tratti di persone residenti sotto lo stesso tetto. Inoltre anche i soggetti che effettuano attività di autotrasporto con licenza e i rimorchi di massa superiore alle 3,5 tonnellate non hanno quest’obbligo (quindi nessun obbligo per coloro che sono iscritti all’Albo autotrasportatori, di chi ha licenza conto proprio o di chi guida autobus, taxi o noleggio con conducente).

A CHI SI RIVOLGE LA NUOVA NORMATIVA – La normativa si applica soprattutto a chi opera nel settore dei trasporti, alle auto in affitto, alle auto aziendali o in comodato. E non sono esclusi i privati, ad esempio nel caso di un veicolo intestato ad una persona che muore ed i cui parenti guidano l’automezzo intestato al de cuius per più di un mese. Le multe oscilleranno tra 705 e 3.526 euro ed il ritiro del libretto. Le nuove procedure fanno riferimento alle ipotesi in cui:

Vi sia una variazione della denominazione dell’ente;

Vi sia una variazione delle generalità della persona fisica intestataria;

Un soggetto abbia la temporanea disponibilità per un periodo superiore a 30 giorni, di un veicolo intestato ad un terzo, a titolo di comodato, in forza di un provvedimento di affidamento in custodia giudiziale o di un contratto di locazione senza conducente; che:

Si debba procedere alla intestazione a norme di soggetti giuridicamente incapaci.

COME AGGIORNARE IL LIBRETTO – La nuova misura è volta ad evitare intestazioni fittizie di veicoli e individuare meglio i responsabili di incidenti e infrazioni. Per aggiornare il libretto di circolazione bisognerà recarsi alla Motorizzazione agli sportelli del Dipartimento dei Trasporti. Nel caso di comodato di veicoli aziendali il nome dell’utilizzatore non va annotato sulla carta di circolazione, ma solo registrato alla Motorizzazione e la ricevuta dell’adempimento non va tenuta a bordo del veicolo.

ATTENZIONE: Dal 3 novembre patente e libretto dovranno portare lo stesso nome..


altrimenti si rischierà una multa fino a 750 euro. In arrivo verbali salatissimi per gli automobilisti indisciplinati. Dal 3 novembre la carta di circolazione e la patente dovranno coincidere: gli automobilisti che usano vetture non intestate a loro nome e che non aggiorneranno la carta di circolazione, potranno incappare in multa da 750 euro. La registrazione dovrà essere fatta alla Motorizzazione e sulla carta di circolazione dovrà essere annotato il nome di chi utilizza in modo costante l’auto di proprietà altrui per oltre 30 giorni. Sono esenti coloro che usano già un mezzo non di loro proprietà o possiedono un’intestazione non aggiornata prima della data dell’entrata in vigore delle nuove norme o coloro che usano auto di familiari conviventi (aventi la residenza nello stesso indirizzo). Le categorie che invece saranno maggiormente colpite sono coloro che utilizzano auto aziendali. L’obbligo è per ogni tipo di veicolo e sarà rivolto sia alle persone fisiche che alle persone giuridiche.

Attenzione:
Esentati coloro che usano già un mezzo non di loro proprietà o possiedono un’intestazione non aggiornata prima della data dell'entrata in vigore delle nuove norme.

Fra sabato 25 e domenica 26 ottobre torna l'ora solare. Sei più..


Gufo o Allodola?

Irritabilità e stanchezza, fatica nella concentrazione, flessione del tono dell'umore. Sono solo alcuni effetti possibili del ritorno all’ora solare che ci aspetta il prossimo week end. Nella notte fra sabato 25 e domenica 26 ottobre dovremo tutti spostare le lancette un'ora indietro. Quindi potremo dormire un'ora in più. Ma non è tutto oro quello che luccica. Si stima che ben 12 milioni di italiani possano soffrire disagi, in questa fase dell'anno, anche per il ritorno all’ora solare.

«L'effetto del cambio di orario sulle persone può essere molto diverso da persona a persona - afferma lo psichiatra Michele Cucchi, direttore scientifico del Centro Medico Sant’Agostino di Milano - soprattutto in funzione del loro essere costituzionalmente più “gufi” o “allodole”: i primi, più simili agli animali notturni, prediligono lavorare e essere attivi alla sera; mentre le allodole, per le quali “il mattino ha l'oro in bocca”, hanno una spiccata propensione a rendere maggiormente nelle prime ore della giornata».

E saranno proprio loro, le persone più mattiniere, «a risentire di più del cambio dell'ora legale», spiega lo psichiatra.

Questione d’età, ma anche di sesso. Un fattore importante che modula l'effetto dei ritmi biologici sulla performance è l'età. «Spesso i giovani hanno un profilo ad alta performance alla sera, mentre i meno giovani prediligono partire con il piede giusto alla mattina presto - aggiunge Cucchi -. I meno giovani sono inoltre più resistenti alla riduzione delle ore di sonno e riescono a rendere meglio anche quando dormono poco».
Ma la cronobiologia è anche una questione di genere: «le donne, a prescindere dall'età, tendono ad essere più mattutine, ossia “allodole”» sostiene lo psichiatra. Invece i serotini soffrono tipicamente dell'inerzia da risveglio, quello stato per cui carburare è davvero difficile alla mattina.

Gufi o allodole: le differenze sono sostanziali, anche sul lavoro Le caratteritiche del bioritmo - e dunque i relativi problemi di desincronizzazione - possono condizionare anche la resa lavorativa. In alcuni casi di più, in altri di meno. «Le attività cognitive principalmente influenzate dal profilo cronobiologico e dalla desincronizzazione dei ritmi - spiega Cucchi - sono quelle che coinvolgono l'attenzione selettiva, i compiti di decisione e distinzione fra stimoli a diversa rilevanza: come ad esempio lavorare con i numeri, studiare, analizzare documenti, verificare la congruenza di contratti».

Invece, risentono meno di questi fattori i compiti cognitivi basati su processi, seppur complessi, ma automatici come gesti ripetitivi, procedure computerizzate in sequenza, utilizzo di conoscenze, categorizzazione di stimoli e catalogazione di documenti. (Fonte: "IlSole24ORE")

E ti pareva: Il bollo auto aumenta del 12%, ma in alcune.. (◀ clicca per leggere)


Il bollo auto aumenta del 12%, ma in alcune regioni non si deve pagare per 3 anni.

Previsti aumenti di circa il 12% per la tassa automobilistica, o come viene più comunemente chiamato Bollo auto, conosciuto da sempre come tassa di circolazione. Si tratta di un tributo locale, che generalmente grava su autoveicoli e motoveicoli immatricolati nella Repubblica Italia, la cui somma dovuta viene attribuita alle Regioni di residenza.

Nonostante sia una tassa di proprietà che quindi dovrebbe essere versata da tutti coloro siano in possesso di un autoveicolo e motoveicolo, esistono dei casi particolari che consentono ad alcuni soggetti di non pagare il bollo auto. Tali esenzioni riguardano sostanzialmente la tipologia del veicolo, la regione di appartenenza e se si rientra o meno in una categoria protetta.

L’ACI, prevede dunque delle esenzioni che vediamo descritte qui di seguito:
– Esenzione bollo veicoli elettrici: per tutti i veicoli elettrici non si pagherà il bollo per i primi cinque anni dopo l’immatricolazione del mezzo. Dopo il quinto anno si pagherà soltanto un quarto del bollo auto normale.
– Riduzione bollo per auto GPL E METANO: qualora tali veicoli rispettassero le normative CEE sulle emissioni inquinanti, pagheranno un bollo pari al 25% dell’equivalente a benzina.
– Esenzione bollo per auto ibride: per tali veicoli, per i primi tre anni dopo l’immatricolazione non ci sarà da pagare il bollo, ma soltanto nelle regioni Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Puglia.
– Esenzione bollo per auto storiche: per questo tipo di auto bisogna considerare da quanto tempo l’auto non viene utilizzata, ovvero se sono trascorsi più di 30 anni il bollo non dovrà essere pagato, non bisogna fare domanda ne essere iscritto in qualche registro.Ad ogni modo il bollo per auto storiche è pari a 28,40euro per le moto storiche è invece 11,36 euro. Se,invece, l’auto o la moto non vengono utilizzate da un minimo di 20 ad un massimo di 30 anni, bisogna essere in possesso di un attestato di storicità rilasciato dall’Asi o dalla FMI per non pagare il bollo.
– Esenzione bollo per auto di portatori di handicap: per gli invalidi e disabili non è previsto il pagamento di nessun tipo di bollo, e l’esenzione vale per autovetture, autoveicoli per trasporto promiscuo, autoveicoli per trasporti specifici, motocarrozzette, motoveicoli per trasporto promiscuo, motoveicoli per trasporti specifici, con limitazione di cilindrata fino a 2000 cc per i veicoli a benzina e fino a 2800 cc per i veicoli diesel, purchè siano condotti dal disabile stesso o utilizzati per l’accompagnamento e guidati da altre persone.

Estate di pioggia e soprattutto di tasse.. Ecco le scadenze:


Già alle prese con condizioni atmosferiche poco rilassanti, gli italiani dovranno vedersela con un altro intruso: le tasse. Commercialisti e consulenti del lavoro lanciano l’allarme chiedendo al governo di modificare la "scaletta" delle scadenze: tra il 20 agosto e il 19 settembre le norme fiscali prevedono un numero molto elevato di adempimenti, ben 410. Contribuenti di ogni categoria avranno un gran da fare, dunque, e dovranno nuotare in un mare di scadenze.

Questo “appuntamento con lo Stato” interesserà circa venti milioni di italiani. Oltre al modello 770 c’è di tutto: da Irpef a Irap, Ires, Iva e poi addizionali regionali, Inps, Tobin tax, Imposta sostitutiva sui redditi di capitale e sui capital gain. Senza contare il versamento dei contributi previdenziali per lavoratori dipendenti, ma anche per artigiani, commercianti, collaboratori, lavoratori domestici. E pure i diritti dovuti alle Camere di commercio cadono nel medesimo periodo dell’anno. E, da questo punto di vista, gli itliani sono davvero tutti uguali, tutti sulla stessa barca: 171 adempimenti per gli imprenditori individuali, seguiti a stretto giro dai professionisti con 167 adempimenti. Per gli enti non commerciali gli adempimenti sono 72, ma anche imprenditori, commercianti, artigiani, partite Iva, professionisti, co.co.pro sono coinvolti in questo balletto di date incerte che non aiuta né la pianificazione finanziaria aziendale né la razionalizzazione delle attività.

Una proposta per riformare il Fisco - Un ingorgo estivo che però rischia di durare tutto l’anno. Anche per questo la richiesta di semplificazione e riforma fiscale, con un nuovo calendario, è sempre più forte. Il presidente del Coordinamento unitario delle professioni Marina Calderone lancia una proposta: “Introdurre la cosiddetta contrapposizione di interessi. Consiste nel rendere detraibile tutto quello che il contribuente spende, senza alcun limite. Questo avrebbe una serie di vantaggi: pagamento delle imposte sui redditi effettivi, interesse a richiedere la ricevuta o lo scontrino per qualsiasi pagamento, azzeramento degli adempimenti trattandosi di semplici conteggi di detrazione. Sarebbe anche un modo efficace per favorire l’emersione del nero”.

Disoccupati? Arriva la carta sociale straordinaria. 400 euro al mese ed estesa a tutto il Sud. Ecco come ottenerla..


La social card 2014 straordinaria è una carta acquisti da non confondere con la normale social card. Ecco le sue caratteristiche:

La social card straordinaria è in fase di sperimentazione dallo scorso anno, e in questo 2014 è stata estesa a tutto il Sud Italia oltre ad alcune città come Bari, Bologna, Firenze, Roma, Torino, Venezia e Verona, dove è attiva dal 2013.
La carta acquisti sperimentale ha un importo mensile tra 231 euro per i nuclei familiari da due persone fino ad un massimo di 400 euro.
Per la domanda di social card 2014 occorre recarsi presso il proprio Comune di residenza, se è tra quelli dove la sperimentazione è in atto.
I requisiti di reddito per la social card straordinaria 2014 sono:

1) essere cittadino italiano oppure straniero in possesso del permesso di soggiorno;
2) nessun componente del nucleo familiare deve prestare attività lavorativa al momento della richiesta;
3) verrà data precedenza alle famiglie disagiate, a genitori soli con figli minorenni, a genitori con figli disabili e a famiglie con tre o più figli.

La domanda deve essere presentata presso un Ufficio Postale utilizzando i moduli, riportati e disponibili anche sul sito di Poste Italiane.

Nella domanda, l’interessato deve dichiarare, sotto la propria responsabilità, di essere in possesso di tutti i requisiti previsti dalla legge.

L’Ufficio postale trasmetterà in via telematica all’Inps la domanda per le necessarie verifiche. In caso di esito positivo delle verifiche, Poste, con opportuna comunicazione, inviterà il titolare a recarsi presso un Ufficio Postale per ritirare la carta, su cui sarà già stato accreditato l’importo relativo al bimestre di presentazione della domanda.

Scadenze fiscali di luglio 2014: stangata sui risparmi..


Il Fisco non va in vacanza. E anche a luglio milioni di contribuenti sono chiamati in cassa per alcune scadenze importanti, tra cui la cedolare secca, l’Iva e la dichiarazione dei redditi. Da oggi scatta anche il ritocco dal 20% al 26% dell’aliquota applicata a tutti i prodotti finanziari.

Stangata sui risparmi
Nel primo giorno del mese ci sono due novità da segnalare. Dal 1° luglio scatta il ritocco dal 20% al 26% dell’aliquota applicata a tutti i prodotti finanziari (conti correnti, conti deposito, conti postali, azioni, fondi comuni, obbligazioni ed Etf. In pratica si salvano solo i titoli di Stato italiani con un’aliquota invariata al 12,5%, i proventi dei buoni fruttiferi postali al 12,5% e i fondi pensione con tassazione all’11%).

Cedolare secca
Sempre il primo giorno del mese scatta un altro appuntamento tra l’Agenzia delle Entrate e i proprietari di casa alle prese con l’affitto. Tutti coloro che non hanno scelto la cedolare secca sono tenuti a versare la tassa di registro sui contratti nuovi o rinnovati alla data del 1° giugno. Entro il 31 luglio vanno, invece, in cassa i titolari dei contratti nuovi o rinnovati tacitamente dal 1° luglio 2014. Chi fa la registrazione telematica del contratto non è interessato da questo appuntamento, visto che ha già pagato l’imposta. Così come i contribuenti che hanno scelto il regime semplificato della cedolare secca.

Unico
Dopo la proroga di fine giugno, il 7 luglio è il termine ultimo per versare le tasse, senza alcuna maggiorazione, risultanti dalle dichiarazioni Unico e Irap 2014, e il saldo dell’Iva relativa al 2013 risultante dalla dichiarazione annuale, maggiorata dello 0,40% per mese o frazione di mese per il periodo 16/3/2014 – 16/6/2014. La scadenza riguarda le persone fisiche, le società di persone e gli enti equiparati agli studi di settore, ma anche le partite Iva in regime dei minimi. Chi ha la partita Iva può pagare con l’F24. Gli altri anche con F24 cartaceo in banca o alla posta.
Il 31 luglio è, invece, la volta per i contribuenti non titolari di partita Iva tenuti a effettuare i versamenti risultanti dalla dichiarazione annuale delle persone fisiche, che non partecipano a soggetti interessati dagli studi di settore e che hanno scelto il pagamento rateale effettuando il primo versamento entro il 16 giugno: devono versare la terza rata delle imposte risultanti da Unico 2014, con applicazione degli interessi nella misura dello 0,49%. Chi ha effettuato il primo versamento entro il 16 luglio maggiorando l’intero importo da rateizzare dello 0,40%, deve versare la seconda rata, con applicazione degli interessi dello 0,16%. Per coloro che partecipando a soggetti interessati dagli studi di settore hanno potuto effettuare il primo versamento entro il 7 luglio, si tratta di versare la seconda rata, con applicazione degli interessi dello 0,26%.

Modello 730
Non interessa direttamente i contribuenti, ma entro l’8 luglio i Caf e i professionisti abilitati devono inviare telematicamente all’Agenzia delle Entrate le dichiarazioni predisposte (modelli 730, unitamente alle buste contenenti le schede relative alla scelta dell’8 e del 5 per mille) e i relativi prospetti di liquidazione.

Irpef
Entro il 16 luglio, le persone fisiche titolari di partita Iva possono versare la seconda rata Irpef (saldo per l’anno 2013 e primo acconto per l’anno 2014) con l’applicazione interessi pari allo 0,33%. Chi non possiede invece una partita Iva può farlo in un’unica soluzione o come prima rata sempre entro il 16 luglio, con una maggiorazione dello 0,40%. Entro la stessa data vanno inoltre versate le ritenute Irpef, nonché i contributi previdenziali e assistenziali di dipendenti e collaboratori.

Iva
Sempre mercoledì 16 luglio, i soggetti Iva saranno tenuti a versare entro la liquidazione e il pagamento della tassa inerente al mese antecedente e la quinta quota dell’Iva inerente all’anno 2012 con un’aggiunta d’interessi.

Ravvedimento
Come sempre a metà mese, il Fisco concede una finestra per i contribuenti più sbadati. Entro il 17 luglio, infatti, chi non ha pagato le imposte o i contributi (o l’ha fatto ma in maniera non sufficiente) potrà mettersi in regola godendo di una sanzione ridotta al 3%. Chi ha la partita Iva deve pagare con un F24 telematico, chi ne è sprovvisto può utilizzare il modello cartaceo.

Canone Rai
Il 31 luglio scade il termine per pagare la terza rata trimestrale da 30,16 euro o la seconda rata semestrale da 57,92 euro a seconda del tipo di rateizzazione scelta. L’appuntamento non riguarda gli abbonati che hanno già versato il canone in un’unica tranche a gennaio. Sempre entro il 31 luglio, chi rientra nei requisiti per essere esonerato dal pagamento del canone (75 anni di età, reddito non superiore ai 516,46 euro), deve presentare una dichiarazione sostitutiva allegando fotocopiata della carta d’identità. Il documento può essere consegnato a mano in un ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate oppure inviato in plico raccomandato senza busta, all’indirizzo: Agenzia delle entrate – Ufficio Torino 1 S.A.T. – Sportello Abbonamenti TV – 10121 – Torino.

Primo luglio: Sono entrate in vigore le nuove ricette elettroniche, validità in tutte le..


Regioni. A differenza di quelle cartacee, le prescrizioni elettroniche permettono di acquistare il medicinale in tutto il territorio nazionale. ROMA - Addio alla ricetta rossa, su quei fogliettini che si consegnano al banco del farmacista. Dal primo di luglio entra in funzione la ricetta elettronica, ed entro fine anno la versione elettronica dovrebbe coprire gran parte delle prescrizioni. Fra le novità, c'è il fatto che avrà validità su tutto il territorio nazionale. Sarà possibile, come stabilito dalla legge 221/2012, per un cittadino andare in qualsiasi farmacia del paese per ritirare il farmaco, anche se questo è stato prescritto dal medico di un'altra regione. Lo stabilisce il decreto del presidente del Consiglio in materia, anticipato dal Quotidiano di Sanità. Ora saranno le Regioni a decidere come attuare il provvedimento.

Il Dpcm spiega come deve avvenire proprio la compensazione tra Regioni del rimborso per la ricetta elettronica. La farmacia che avrà consegnato il medicinale prescritto a persone residenti altrove, dovrà chiedere il rimborso alla Asl di appartenenza del paziente.

L'Europa della salute. Oltre alla possibilità di ricevere prestazioni mediche negli altri paesi dell'Unione Europea, infatti, per i cittadini comunitari è previsto anche il mutuo riconoscimento delle ricette mediche. A differenza delle cure transfrontaliere non sarà necessaria autorizzazione, ma così come per le cure, anche per i farmaci, la prassi prevede che il cittadino italiano che si presenta in farmacia con la ricetta emessa in Italia (la validità resta di 60 giorni), paghi di sua tasca e poi ne chieda il rimborso alla propria Asl, una volta tornato a casa, ma non oltre i 60 dall'acquisto. A quel punto l'azienda sanitaria restituirà i soldi entro due mesi.

Sarà possibile per tutti i cittadini Ue ottenere nelle farmacie italiane medicinali prescritti all'estero. Ognuno dei 27 Stati dell'Unione dovrà definire un proprio modello di ricetta "transfrontaliera", valida cioè in tutti gli altri Paesi dell'Ue. Sarà un problema burocratico non da poco. Toccherà alle farmacie dello Stato di arrivo riconoscerne la validità, tra 27 modelli differenti. Federfarma ha già fatto sapere che aprirà presto nel proprio sito web un'area dove saranno raccolti i 'fac-simile' di tutti i modelli autorizzati", una specie di database che possa "permettere alle farmacie un'agevole identificazione delle ricette provenienti da altri Stati". Alla prescrizione "transfrontaliera" si applicheranno comunque le norme nazionali riguardanti la sostituzione di una specialità con il farmaco dal minor prezzo.

ATTENZIONE - dal 1 luglio cambia il Ticket sanità: chi non si mette in regola rischia di pagare di più..(leggi tutto)


Dal 1 Luglio 2014 cambierà il sistema per il pagamento del ticket.
Quello attuale, che prevede un’autocertificazione dell’assistito al momento della prenotazione della visita, proseguirà fino al 30 giugno. Dopo tale data la fascia di reddito di appartenenza comparirà in automatico sulla ricetta grazie ad un sistema di comunicazione online con il Ministero delle finanze, in base alla dichiarazione dei redditi. Finora, è sempre stato il medico che effettua la prescrizione, oppure l'autocertificazione dell'assistito al momento della prenotazione, a stabilire l'attribuzione della fascia di reddito. Dall'inizio di luglio, invece, la fascia di reddito uscirà automaticamente sulla ricetta, in base alla dichiarazione dei redditi in possesso del Ministero delle Finanze. In caso di errore, dunque, il medico o il farmacista non potranno più intervenire per effettuare eventuali modifiche.

Qual è il RISCHIO: che dal sistema possano restare escluse molte persone e quindi che la loro fascia di appartenenza non compaia all’ ASL, la quale assegnerà di default la fascia di reddito PIU’ ALTA.

Quindi, quei cittadini che non avranno dati aggiornati o che non appariranno a sistema (per esempio i lavoratori dipendenti con CUD, o chiunque altro che non abbia l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi), pagheranno l’intero importo del ticket se non provvederanno entro fine giugno a rivolgersi alla Asl di appartenenza.

E’ consigliabile chiamare al più presto richiedendo informazioni sulla propria presenza nell’anagrafe del Sistema TS (Sistema Tessera Sanitaria); nel caso di assenza o di errata attribuzione della fascia di reddito è importante autocertificarsi tempestivamente.

come verificare la fascia economica

La cosa buffa è che se si vuol procedere online per “consultare e stampare il certificato che attesta la fascia di reddito ” finiamo in una “pagina non disponibile”.

Attenzione, inoltre: dobbiamo avere la “Carta Sanitaria Elettronica attivata e provvista di PIN”.
Per fare questo, ci dice il sito della Regione Toscana, “è necessario attivarla recandosi personalmente presso uno degli sportelli allestiti dalle aziende sanitarie toscane, oppure nelle farmacie aderenti con la carta e un documento di identità valido. Nel momento in cui la tessera viene attivata è rilasciato all’utente il codice PIN.”

Ce la faremo di qui al 30 giugno a pagare l’assistenza sanitaria per un importo adeguato al nostro reddito, o finiremo per pagare l’intero importo del ticket perché bloccati da procedure enigmatiche e dagli inconvenienti?

Non hanno bisogno di presentare l’autocertificazione coloro esenti totali per reddito, né chi fa parte di un nucleo familiare con reddito complessivo superiore a 100mila euro poiché tenuto al pagamento del ticket nella quota massima.

Ricordiamo che sono esenti per reddito i seguenti soggetti:

1- E01 Soggetti con meno di 6 anni o più di 65 anni con reddito familiare inferiore a euro 36.151,98;

2- E02 Disoccupati – e loro familiari a carico – con reddito familiare inferiore a euro 8.263,31, incrementato a euro 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516 euro per ogni figlio a carico;

3- E03 Titolari di assegno (ex pensione) sociale e loro familiari a carico;

4- E04 Titolari di pensione al minimo, con più di 60 anni – e loro familiari a carico – con reddito familiare inferiore a euro 8.263,31, incrementato a euro 11.362,05 euro in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516 euro per ogni figlio a carico.

La Tasi slitta a settembre..In 12 grandi città è più cara dell’Imu..(leggi tutto)


In media si pagheranno 240 euro a famiglia: ma a Genova, Milano, Torino e Roma si supera abbondantemente quota 400. Ecco la mappa dei disagi:

 Alla fine la proroga della Tasi è arrivata. Il pagamento della prima rata della Tassa sui servizi indivisibili è stata spostata da giugno a settembre ma solo per quei Comuni che il 23 maggio non hanno ancora deciso quale aliquota applicare, per tutti gli altri si pagherà alla scadenza attuale del 16 giugno.

La decisione è stata presa in serata dal Governo dopo un incontro tecnico con i Comuni. Si spera così anche di raffreddare la polemica politica. Alle scorse Politiche era l’Imu a tenere banco nei comizi, ora rischia di esserlo la Tasi. In aprile il Governo ha varato le modalità di applicazione della nuova imposta, ma ad oggi sono in pochi a sapere quanto dovranno pagare e questo perché solo poco più del 10% dei Comuni ha deliberato su aliquote ed eventuali detrazioni.

La maggioranza dei contribuenti, in particolare i proprietari di seconde case, vive nell’incertezza, e nei giorni scorsi si è avanzata l’ipotesi di prorogare la scadenza dei pagamenti. A giustificare le lentezze dei Comuni sono le elezioni comunali, che riguardano oltre 4.000 Municipi. «Quei Consigli comunali - ha ricordato il presidente dell’Anci Piero Fassino - ad aprile erano già sciolti e quindi impossibilitati a deliberare». Anche per questo la legge ha previsto che, in caso di mancata delibera sulle aliquote, i proprietari di prima casa potranno pagare tutto entro il 31 dicembre 2014.

Il balletto
L’intervento del governo dà un po’ di ossigeno ai contribuenti, nel giorno in cui si scopre che, in molti Comuni, alla fine, la nuova tassa costerà più della vecchia Imu. A fotografare il balletto sulla casa è uno studio del servizio politiche territoriali della Uil: su 32 città capoluogo che hanno deliberato la Tasi, in 12 di queste il conto è più salato che negli anni passati. Le città dove il conto è già salito sono Bergamo, Ferrara, Genova, La Spezia, Macerata, Mantova, Milano, Palermo, Pistoia, Sassari, Savona e Siracusa.

I piccoli centri
Allargando lo sguardo ai piccoli centri, il caos è totale: alla scadenza della pubblicazione delle delibere sul sito del Ministero dell’Economia sono soltanto 832 i municipi che hanno fissato le aliquote . Ma attenzione, di questi 832 solo 514 hanno reso nota la delibera. «Se il buongiorno si vede dal mattino - commenta Guglielmo Loy, segretario confederale Uil - la nuova imposta porterà delle amare sorprese per gli italiani».

Il bonus di 80 euro neutralizzato
Inoltre, tra Tasi, Tari e Addizionali Comunali si rischia di neutralizzare il bonus Irpef, o peggio come nel caso dei pensionati, esclusi dagli «80 euro», il pericolo è di peggiorare ulteriormente la situazione economica, aumentando il carico fiscale complessivo.

Le aliquote
Ad eccezion fatta per Aosta, dove per le case non di lusso l’aliquota è stata fissata al livello base dell’1 per mille, e Pordenone con l’1,25 per mille, tutte le altre Città hanno aumentato le aliquote. 11 Città (Ancona, Bologna, Cagliari, Cremona, Ferrara, Genova, La Spezia, Piacenza, Reggio Emilia, Torino, Vicenza), sulle aliquote della prima casa, hanno adottato l’addizionale dello 0,8 per mille arrivando al 3,3 per mille, soltanto Milano e Roma hanno deciso di ricorrere all’addizionale suppletiva della Tasi sulle seconde case, arrivando in questo caso all’11,4 per mille. Torino ha scelto il 3,3 per mille con detrazione fissa di 110 euro per immobili con rendita catastale fino a 700 euro, più 30 euro per ogni figlio minore di 26 anni; Genova ha scelto il 3,3 per mille con detrazioni decrescenti da 114 euro per immobili con rendita catastale fino a 550 euro per arrivare a 50 euro per immobili con rendita fino ai 900 euro. Ancona ha scelto il 3,3 per mille con detrazioni legate agli immobili con rendita catastale fino a 440 euro e per il 2015 ha intenzione di portare l’aliquota sulla prima casa al 4,1 per mille; Palermo ha scelto il 2,9 per mille con detrazione fissa di 50 euro, più 20 euro per figli minori di 18 anni; Bologna ha scelto il 3,3 per mille con detrazioni decrescenti con il crescere delle rendite; Cagliari e Vicenza hanno scelto aliquote differenziate (2,8 per mille e 3,3 per mille).

La stangata
Tra il totale delle Città oggetto del campione, la media della Tasi è di 240 euro a famiglia, a fronte dei 267 euro pagati nel 2012 con l’Imu. In particolare a Torino mediamente la Tasi costerà 468 euro (475 euro era il costo dell’Imu); a Genova 439 euro (372 euro era il costo dell’Imu); a Milano 430 euro (396 euro era il costo dell’Imu); a Roma 410 euro (537 era il costo dell’Imu); a Ferrara 308 euro (248 euro era il costo dell’Imu); ad Ancona 306 euro (341 euro era il costo dell’Imu); a Bologna 301 euro (321 euro era il costo dell’Imu ); a Cagliari 264 euro (351 euro era il costo dell’Imu); a Palermo 154 euro (152 euro era il costo dell’Imu).

Da fine marzo obbligo di bancomat per pagamenti superiori a 30 euro..

Scatta a fine marzo l'obbligo del bancomat per i professionisti e le imprese. Sarà infatti pubblicato oggi 27 gennaio sulla Gazzetta ufficiale il decreto interministeriale che prevede l'accettazione obbligatoria delle carte di debito come modalità di pagamento per l'acquisto di beni, servizi e prestazioni professionali (previsto dal Dl sviluppo 2.0, il Dl 179/2012, articolo 15, comma 4). Con l'entrata in vigore di questo decreto, tra sessanta giorni, diventerà obbligatoria l'accettazione del bancomat per i pagamenti di importo superiore a 30 euro, sia per le transazioni con le imprese per l'acquisto di beni e servizi, sia per quelle con i professionisti. Fino al 30 giugno 2014 l'obbligo di accettare il bancomat varrà solo per le attività commerciali o professionali di maggiori dimensioni, ossia quelle con un fatturato superiore a 200mila euro nell'anno precedente. Questa soglia dovrebbe comunque escludere dall'obbligo la maggior parte dei professionisti italiani: in base ai dati Adepp, l'imponibile contributivo medio è di 36mila euro. In ogni caso, novanta giorni dopo l'entrata in vigore di questo primo decreto attuativo, le modalità di adeguamento per i soggetti con fatturato inferiore a 200mila euro inizialmente esclusi potranno essere definite attraverso un ulteriore decreto, che potrà fissare nuove soglie minime di importo e nuovi limiti minimi di fatturato. "Con questo provvedimento - ha commentato il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato - si dà ulteriore attuazione ai programmi dell'Agenda Digitale, favorendo i consumatori nei loro acquisti attraverso una più ampia diffusione della moneta elettronica e garantendo maggiore tracciabilità per le transazioni con imprese e professionisti. (fonte: Il Sole 24 Ore - notizie)

Imposte e Tasse: Le principali scadenze di gennaio 2014

Si torna a parlare di scadenze dopo le festività natalizie. Tante quelle previste per il mese di gennaio 2014. Dal pagamento dell'IMU al bollo auto, dall'imposta di registro passando per il canone Rai. Si segnala alcune scadenze fiscali e amministrative del mese:

16 GENNAIO IVA
LIQUIDAZIONE PERIODICA - SOGGETTI MENSILI Versamento dell'IVA a debito presso gli istituti o le aziende di credito o gli uffici e le agenzie postali o i concessionari della riscossione con l'utilizzo del mod. F24 - codice tributo: 6012 (versamento Iva mensile - dicembre), da parte dei contribuenti Iva mensili, al netto di quanto già versato a titolo di acconto entro il precedente mese di dicembre.
RITENUTE ALLA FONTE Versamento delle ritenute alla fonte operate nel corso del mese precedente (esempio: compensi per l'esercizio di arti e professioni - provvigioni per intermediazione - retribuzioni di lavoro dipendente) con utilizzo del mod. F24.
INPS - CONTRIBUTI PERSONALE DIPENDENTE Pagamento dei contributi dovuti sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti di competenza del precedente mese, mediante versamento presso gli istituti e le aziende di credito o gli uffici e le agenzie postali o i concessionari della riscossione con l'utilizzo del mod. F24

24 GENNAIO
Scade oggi il termine per pagare la differenza dovuta sull'IMU prima casa,( la cosiddetta mini Imu.) relativa al 2013 in quei comuni dove hanno aumentato l'aliquota standard del 4. Calcolare quanto dovuto per la mini-Imu non è affatto semplice. Riportiamo dal sito dell'agenzia delle Entrate il procedimento da seguire: "Bisogna partire dall’imponibile rivalutando la rendita catastale del 5% e moltiplicando il risultato per 160; sulla cifra si applica l’aliquota municipale e si sottraggono 200 euro per immobile e ulteriori 50 euro per ogni figlio convivente di età inferiore a 26 anni. Si effettua poi lo stesso calcolo utilizzando l’aliquota dello 0,4% e infine si sottrae il risultato ottenuto da quello del computo precedente e si calcola il 40%". Il pagamento può avvenire tramite bollettino postale o F24, da compilare online o direttamente presso uno sportello bancario o postale

31 GENNAIO
SPESOMETRO Ultimo giorno utile per inviare senza sanzioni i dati delle operazioni ai fini del cosiddetto spesometro relativi al 2012.
BENI IN GODIMENTO AI SOCI Scade il termine per inviare senza sanzioni i dati dei beni concessi in godimento ai soci relativi all'anno d'imposta 2012.
UNIEMENS Scade il termine per l'invio telematico della dichiarazione Uni-emens relativi al mese precedente.
BLACK-LIST Comunicazione degli elenchi relativi alle operazioni intrattenute nel mese/trimestre precedente.
RINNOVO CONTRATTI DI LOCAZIONE - IMPOSTA DI REGISTRO Ultimo giorno per il versamento dell'imposta di registro - pari al 2% del canone annuo - relativa ai contratti di locazione decorrenti dal giorno 1 del mese. I codici tributo da utilizzare sono: 115T per la prima annualità e 112T per le annualità successive.
REVISORI CONTABILI Scade il termine per il pagamento del contributo annuo per l'iscrizione al registro dei revisori contabili. INAIL Scade il termine per la richiesta di riduzione del premio.
CANONE RAI Scade il termine per il pagamento del Canone per l'anno 2014; l'importo aggiornato del canone è di € 113,50.
BOLLO AUTO Ultimo giorno per pagare senza sanzioni e interessi il bollo auto scadente a dicembre 2013.
ASSICURAZIONE INFORTUNI DOMESTICI Scade il termine per il pagamento del premio assicurativo contro gli infortuni domestici, obbligatorio per tutte le casalinghe.

TASI - Nuova stangata: ecco quanto si pagherà nel 2014: le cifre nelle grandi città..


Roma - Una pesante stangata attende gli italiani in questo inizio di 2014. Per l'Osservatorio Nazionale Federconsumatori le ricadute a carico delle famiglie per la Tasi, considerando l'ipotesi dell'aliquota minima (2,5 per mille) e massima (3,3 per mille), saranno estremamente pesanti: in assenza di detrazioni vi saranno aggravi che possono variare da 247 euro a 326 euro a famiglia. Nel dettaglio, con aliquota al 2,5 per mille, in assenza di detrazioni e nel caso di una famiglia di tre persone in un appartamento di 100mq in una zona semicentrale la Tasi costera' in media 247 euro che diventano 371 euro a Roma, 307 euro a Firenze, 334 euro a Milano, 386 euro a Torino, 251 euro a Napoli e 132 euro a Palermo. Se si considera invece l'aliquota al 3,3 per mille, l'importo medio nazionale sara' di 326 euro e in particolare: 489 euro a Roma, 405 euro a Firenze, 441 euro a Milano, 509 euro a Torino, 331 euro a Napoli e 174 euro a Palermo. Altra fonte di preoccupazione per le associazioni dei consumatori e' la mini-Imu che dovrà essere pagata entro il 24 gennaio e che dovranno pagare ben 12,6 milioni di famiglie: l'importo medio sara' di 41 euro a famiglia. Nel dettaglio a Roma una famiglia di 3 persone con un appartamento di 100 mq in zona semicentrale paghera' 56 euro, a Bologna 48 euro, a Milano 76 euro, a Torino 81 euro, a Napoli 57 euro e a Palermo 19 euro.

Da oggi 9 gennaio 2014 scattano le nuove norme per il rinnovo della patente.


Novità per i circa 5 milioni di automobilisti che anche quest'anno vedranno scadere la propria patente di guida. A partire dal 9 gennaio 2014 per il rinnovo non sarà più necessario applicare il vecchio bollino adesivo, ma si riceverà direttamente a casa, o a qualsiasi altro indirizzo indicato dal cittadino, una patente tutta nuova. E al massimo in 7 giorni. A stabilire la nuova procedura è stato un decreto del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 10 dicembre, che, trascorsi i canonici 30 giorni, entrerà in vigore il 9 gennaio. Sono previsti però 20 giorni di tolleranza per permettere alle strutture mediche di aggiornarsi alle nuove procedure. ''Su un totale di 37,5 milioni di patenti attive, in Italia sono tra i 4,8 ed i 5 milioni le patenti di guida in scadenza all'anno'', ha detto all'ANSA il Direttore Generale per la Motorizzazione Maurizio Vitelli. E sarà questa quindi la platea interessata nel 2014 alla nuova procedura ''che - ha precisato Vitelli - ci permetterà entro 10 anni di rinnovare tutto il parco delle patenti attive, sostituendole con il nuovo modello plastificato Card disposto dalla normativa europea, che avrà lo stesso formato dell'attuale ma sarà stampato con nuove modalità laser e criteri antifalsificazione''. Ci saranno anche delle modifiche nel retro, ''dove compariranno non più 9 ma 15 categorie di patenti e non compariranno più le due caselle per mettere le fustelle del cambio di residenza e del rinnovo''. Ma ''il fatto epocale'', secondo Vitelli, sarà ''l'utilizzo del web per il trasferimento delle certificazioni necessarie al rinnovo della patente fornite da parte del medico. Che ci permetterà di snellire le procedure e di consegnare il nuovo certificato di guida al massimo entro una settimana''. Figura chiave della nuova procedura è il medico che, una volta accertata l'idoneità al rinnovo, inoltrerà l'estratto del certificato, la foto e la firma del cittadino per via telematica al CED della Motorizzazione che, a sua volta, manderà al medico una ricevuta con la foto dell'utente da usare in attesa dell'arrivo della nuova patente. ''Questa nuova procedura - ha precisato Vitelli - permetterà anche di assegnare delle immagini a tutti i soggetti che hanno la patente. E questo sarà molto utile per le forze dell'ordine e per evitare falsificazioni. E sarà molto più semplice sostituire una patente che si è persa''. Con la nuova procedura i costi di rinnovo della patente rimangono di 25 euro (16 euro per la marca da bollo e 9 euro per i diritti della Motorizzazione), cui vanno aggiunti il costo della visita medica, per cui non esiste una tariffa fissa, e 6,80 euro per la spedizione a domicilio della nuova patente, da saldare al momento della consegna o del ritiro presso l'ufficio postale. Va aggiunta anche la spesa per le nuove foto tessera.

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