Le storie più belle
STORIE DIVERTENTI
Il vecchio saggio Indiano. (Clicca l'immagine per leggere)
Un vecchio saggio indiano dava questo consiglio agli irruenti giovani della sua tribù: “Quando sei veramente adirato con qualcuno che ti ha mortalmente offeso e decidi di ucciderlo per lavare l’onta, prima di partire siediti, carica ben bene di tabacco una pipa e fumala.
Finita la prima pipa, ti accorgerai che la morte, tutto sommato, è una punizione troppo grave per la colpa commessa. Ti verrà in mente, allora, di andare a infliggergli una solenne bastonatura. Prima di impugnare un grosso randello, siediti, carica una seconda pipa e fumala fino in fondo. Alla fine penserai che degli insulti forti e coloriti potrebbero benissimo sostituire le bastonate. Bene! Quando stai per andare a insultare chi ti ha offeso, siediti, carica la terza pipa, fumala, e quando avrai finito, avrai solo voglia di riconciliarti con quella persona”.
Paradiso e inferno sono nelle tue mani. (Clicca l'immagine per leggere)
Dopo una lunga e coraggiosa vita, un valoroso samurai giunse nell’aldilà e fu destinato al paradiso.
Era un tipo pieno di curiosità e chiese di poter dare prima un’occhiata anche all’inferno.
Un angelo lo accontentò.
Si trovò in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola imbandita con piatti colmi di pietanze succulente e di golosità inimmaginabili. Ma i commensali, che sedevano tutt’intorno, erano smunti, pallidi, lividi e scheletriti da far pietà.. «Com’è possibile?» chiese il samurai alla sua guida. «Con tutto quel ben di Dio davanti!». «Ci sono posate per mangiare, solo che sono lunghe più di un metro e devono essere rigorosamente impugnate all’estremità. Solo così possono portarsi il cibo alla bocca». Il coraggioso samurai rabbrividì. Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non riuscivano a mettersi neppure una briciola sotto ai denti.
Non volle vedere altro e chiese di andare subito in paradiso. Qui lo attendeva una sorpresa. Il paradiso era un salone assolutamente identico all’inferno! Dentro l’immenso salone c’era un’infinita tavolata di gente seduta davanti ad un’identica sfilata di piatti deliziosi. Non solo: tutti i commensali erano muniti degli stessi bastoncini lunghi più di un metro, da impugnare all’estremità per portarsi il cibo alla bocca. C’era una sola differenza: qui la gente intorno al tavolo era allegra, ben pasciuta, sprizzante di gioia. «Ma com’è possibile?», chiese stupito il coraggioso samurai. L’angelo sorrise: «All’inferno ognuno si affanna ad afferrare il cibo e portarlo alla propria bocca, perché così si sono sempre comportati nella loro vita. Qui al contrario, ciascuno prende il cibo con i bastoncini e poi si preoccupa di imboccare il proprio vicino».
Paradiso e inferno sono nelle tue mani oggi.
Competenze e Professionalità. (Clicca l'immagine per leggere)
Un Ingegnere viene chiamato da una grande holding per aggiustare un Pc molto complesso del costo di 12 milioni di Euro. Appena arrivato l'ingegnere si siede di fronte allo schermo, preme un paio di tasti, asserisce con la testa, mormora qualcosa a se stesso e spegne il Pc, estrae un piccolo cacciavite dalla tasca e dà un giro e mezzo a una minuscola vite. A questo punto accende il Pc e verifica che funziona perfettamente. Il Presidente dell’azienda, felicissimo, si offre di pagare il conto immediatamente. ’Quanto le devo?’ chiede. ’Sono 1000 euro’ risponde l’Ingegnere. ’1000 euro? 1000 euro per stringere una semplicissima vite? mi rendo conto che il computer vale 12 milioni di €, ma 1000€ mì sembra una cifra esagerata! pagherò solamente se manderà una fattura che giustifichi questa cifra!’ L'Ingegnere acconsente e se ne va. Il mattino dopo il Presidente riceve la fattura, la legge, e la paga senza lamentele. La fattura diceva:
SERVIZI EFFETTUATI:
-avvitamento vite 1€;
-sapere quale vite avviatare 999€ e una vita di studi.
SI GUADAGNA PER QUELLO CHE SI SA NON PER QUELLO CHE SI FA.
Manovre di disostruzione delle vie aeree nel lattante. (Video)
Che cos'è una Mamma?..
Rititì lo vuoi saper tu Che cosa è una mamma? Nessuno, nessuno dei bimbi lo sa. Un bimbo nasce e …va. Lo sanno, ma forse, ma tardi quelli che non l’hanno più. Rititì che pensi e mi guardi, Rititì lo vuoi saper tu?
Una mamma è come un albero grande che tutti i suoi frutti ti da: per quanti gliene domandi sempre uno ne troverà. Ti da il frutto, il fiore, la foglia, per te di tutto si spoglia, anche i rami si taglierà. Una mamma è come un albero grande Una mamma è come una sorgente. Più ne togli acqua e più ne getta. Nel suo fondo non vedi belletta: sempre fresca, sempre lucente, nell’ombra e nel sol è corrente. Non sgorga che per dissetarti, se arrivi ride, piange se parti. Una mamma è come una sorgente. Una mamma è come il mare. Non c’è tesori che non nasconda, continuamente con l’onda ti culla e ti viene a baciare. Con la ferita più profonda non potrai farlo sanguinare, subito ritorna ad azzurreggiare. Una mamma è come il mare. Una mamma è questo mistero: Tutto comprende tutto perdona, Tutto soffre, tutto dona, non coglie fiore per la sua corona. Puoi passare da lei come straniero, puoi farle male in tutta la persona. Ti dirà: «Buon cammino bel cavaliero!» Una mamma è questo mistero.
(Francesco Pastonchi)
La storia e le origini della "Festa della Mamma"
Come ogni ricorrenza nel calendario, anche la Festa della mamma ha avuto la sua nascita, ma spesso e volentieri la storia sulla sua origine ha molte versioni, le così dette "leggende metropolitane". Questa festa, diffusa in tutto il mondo, ha un'origine antichissima… ma è stata codificata in tempi molto più recenti. Già gli antichi Greci dedicavano alle loro genitrici un giorno dell’anno, festeggiando la dea Rea, madre degli dei, da loro molto amata.
Feste in onore della nascita e della maternità venivano poi celebrate anche tra gli antichi Romani, che salutavano l’arrivo di maggio e della primavera con un’intera settimana di feste dedicate alle rose e alle donne… anche per festeggiare la rinascita della natura… Come i romani, anche gli antichi Umbri, a maggio, ricordavano la dea dei fiori e regalavano rose alle loro amate.
Una ‘Festa della mamma’, veniva celebrata anche nell’Inghilterra del 1600. Nel XVII secolo infatti, in Gran Bretagna, la quarta domenica della Quaresima, veniva celebrato il ‘Mothering Sunday’, il giorno in cui chi lavorava lontano da casa poteva tornare dai genitori e onorare la propria madre, offrendole il dolce ‘Mothering cake’.
La festa originariamente tutta pagana, con il diffondersi del cristianesimo, venne acquisita anche dalla Chiesa, divenendo il giorno in cui si celebrava la "Madre della Chiesa: forza spirituale della vita e protezione dal male", ma anche la propria madre terrena.
Ma la vera "madre"… della FESTA DELLA MAMMA.... ovvero la creatrice… dell’evento che viene festeggiato in tutto il mondo, fu una donna americana: Ana Jarvis. La scelta della della 2° domenica di maggio era avvenuta in un primo momento per festeggiare la pace... ma poi Ana Jarvis, nel 1907, per ricordare l’anniversario della morte di sua madre (un attivista a favore della pace), persuase la sua parrocchia a Grafton, nel West Virginia, a celebrare l’evento la seconda domenica di maggio.
L’anno successivo tutti gli abitanti di Philadelphia si misero a scrivere a ministri ed a grandi personaggi dell'epoca per proporre quel giorno come festa nazionale, e già dal 1911 l’usanza incominciò a diffondersi in quasi tutti gli Stati americani. Sul finire del 1914, il Presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson ufficializzò la festa come festività nazionale, da tenersi ogni anno nella seconda domenica di maggio.
Pian piano questa festa laica ed amatissima si è diffusa in buona parte del mondo... In questo giorno le mamme di quasi tutto il mondo ricevono doni e fiori dai loro figli, a testimonianza del loro affetto e della loro riconoscenza.
Ma, in questo lieto giorno, in cui le mamme sono circondate da amore, affetto e piccole attenzioni si dovrebbe anche riflettere sulla figura ed il ruolo della “mamma” nella nostra società… che ahimé, esaltata a parole…, viene invece con leggi e comportamenti in realtà sfruttata e maltrattata.
"La cioccolata calda"..Una lezione di vita. (Bellissimo racconto)
Un gruppo di laureati, affermati nelle loro carriere, discutevano sulle loro vite durante una riunione. Decisero di fare visita al loro vecchio professore universitario, ora in pensione, che era sempre stato un punto di riferimento per loro. Durante la visita, si lamentarono dello stress che dominava la loro vita, il loro lavoro e le relazioni sociali.
Volendo offrire ai suoi ospiti un cioccolato caldo, il professore andò in cucina e ritornò con una grande brocca e un assortimento di tazze. Alcune di porcellana, altre di vetro, di cristallo, alcune semplici, altre costose, altre di squisita fattura. Il professore li invitò a servirsi da soli il cioccolato.
Quando tutti ebbero in mano la tazza con il cioccolato caldo il professore espose le sue considerazioni. “Noto che son state prese tutte le tazze più belle e costose, mentre son state lasciate sul tavolino quelle di poco valore. La causa dei vostri problemi e dello stress è che per voi è normale volere sempre il meglio.
La tazza da cui state bevendo non aggiunge nulla alla qualità del cioccolato caldo.
In alcuni casi la tazza è molto bella mentre alcune altre nascondono anche quello che bevete. Quello che ognuno di voi voleva in realtà era il cioccolato caldo. Voi non volevate la tazza….. Ma voi consapevolmente avete scelto le tazze migliori. E subito, avete cominciato a guardare le tazze degli altri. Ora amici vi prego di ascoltarmi...
La vita è il cioccolato caldo……
il vostro lavoro, il denaro, la posizione nella società sono le tazze. Le tazze sono solo contenitori per accogliere e contenere la vita. La tazza che avete non determina la vita, non cambia la qualità della vita che state vivendo. Qualche volta, concentrandovi solo sulla tazza, voi non riuscite ad apprezzare il cioccolato caldo che Dio vi ha dato. Ricordatevi sempre questo:
Dio prepara il cioccolato caldo, Egli non sceglie la tazza.
La gente più felice non ha il meglio di ogni cosa, ma apprezza il meglio di ogni cosa che ha!
Vivere semplicemente.
Amare generosamente.
Preoccuparsi profondamente.
Parlare gentilmente.
Lasciate il resto a Dio.
E ricordatevi:
La persona più ricca non è quella che ha di più, ma quella che ha bisogno del minimo.
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