Le storie più belle
STORIE DIVERTENTI
Il carabiniere.. multato. (Barzelletta)
Un carabiniere pendolare usa il treno tutti i giorni per recarsi al lavoro in caserma.
Al lunedì il controllore gli chiede il biglietto, lui risponde: "Non ce l'ho".
"Mi spiace ma allora devo multarla.."
Il martedì ancora il controllore: " biglietto signore..."
e lui: "Non ce l'ho" e il controllore un po' dispiaciuto per il fatto che è un carabiniere gli dice: "mi spiace molto ma anche oggi devo multarla.."
la storia si ripete per alcuni giorni. Giunge il venerdì e il controllore, stanco di multarlo, gli dice: "mi scusi ma lei che prende il treno tutti i giorni faccia l'abbonamento!"
e il carabiniere risponde:
"ma quello ce l'ho già!".
Aulin (Nimesulide) ritirato in tutto il mondo, ma ANCORA in vendita in Italia...
Negli Usa l'anti-infiammatorio non è mai stato approvato, ritirato dal mercato europeo, ma ancora in vendita nel nostro Paese.
Tagli alla sanità, conti pubblici da far quadrare, farmaci innovativi approvati e già in vendita nel resto del mondo che da noi restano in coda un po’ più che altrove. Spesso per concordarne un prezzo accettabile per le casse esauste di un servizio sanitario che costituzionalmente deve garantire il meglio a tutti. In questo contesto storico ed economico colpisce il caso, tutto italiano, della nimesulide (Aulin): noto farmaco anti-infiammatorio non steroideo (Fans). Per anni, in un Paese dove il dolore non si curava, ai primi posti di vendita per lenire ogni tipo di sofferenza. A tal punto che è divenuto panacea anti-dolore anche se, come farmaco, proprio anti-dolorifico non è. E a tal punto che, a principio attivo equivalente, si è sempre pensato che nella sua espressione griffata sia più efficace dei suoi simili catalogati come generici.
DANNI AL FEGATO - Fatto sta che mentre all’estero la nimesulide è da tempo in via di estinzione, da noi non solo resiste ma diventa anche, a sorpresa, rimborsabile. Cioè a carico di un servizio sanitario che sta risparmiando. E siccome non costa molto, ancor più strana appare la scelta di renderlo rimborsabile dal momento che né è stato vietato l’uso per le malattie croniche. E sì perché qualche problema alla salute del fegato la nimesulide lo crea (è il motivo per cui è stato tolto dal commercio in molti Paesi) soprattutto se assunto tutti i giorni, più volte al giorno. L’Italia ha preso atto delle indicazioni europee e ne ha limitato l’uso a pochi giorni (i cosiddetti casi acuti) e all’obbligo di ricetta. Ma inspiegabilmente l’ha reso rimborsabile, mentre esistono in commercio altri farmaci efficaci e senza gli stessi rischi documentati.
IL RITIRO DAI MERCATI - I fatti. Nel gennaio 2010 la Commissione europea – a seguito dei numerosi episodi di eventi avversi riscontrati da pazienti, in particolare danni al fegato e all'apparato gastroenterico causati dalla nimesulide e del successivo ritiro dal mercato dei principali paesi europei – ha chiesto all’Agenzia europea dei medicinali (Ema) un riesame del rapporto beneficio-rischio della molecola. Il 20 gennaio di quest’anno la Commissione europea ha recepito la raccomandazione Ema di «evitare ogni possibilità d’uso cronico della nimesulide». Già prima di questa raccomandazione, nove Paesi europei (Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Olanda, Spagna e Svezia) avevano ritirato il farmaco dal mercato, Germania e Gran Bretagna non l’hanno mai autorizzato al commercio, la Francia ha ora deciso di eliminarne la rimborsabilità.
27 gennaio 1945: giornata della memoria.. Per non dimenticare.
Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa spalancava i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, liberando gli ultimi sopravvissuti, circa 7mila prigionieri.
„Dal primo novembre del 2005, in seguito alla risoluzione 60/7, ogni 27 gennaio l’ONU ricorda la Shoah, lo sterminio scientifico del popolo ebraico. Ricordare l’orrore senza fine, per non dimenticare. Mai. Guai a dimenticare. Perché quelle immagine sbiadite, in bianco e nero, le parole, gli scritti, le testimonianze, non siano relegate ad un tempo troppo lontano. E quindi, nemico. Il non ripetersi mai più è l’unico comandamento che ci hanno comandato. Never Again. E per conservare quella stessa luce descritta nel Talmud: ‘Chi salva una vita, salva il mondo intero’.“
Le celebrazioni per la Giornata della Memoria che si tengono il 27 gennaio di ogni anno, oltre a rimuovere il ruolo dell'Armata Rossa nella Liberazione del campo di sterminio simbolo della ferocia nazista, si accentrano unicamente sull'antisemitismo nazista riducendo il significato del mostruoso progetto di purificazione della razza ariana a una discriminazione razziale nei confronti degli ebrei.
Gli ebrei nei campi di sterminio erano contraddistinti da una stella a 6 punte gialla. I popoli rom e i sinti avevano invece il triangolo nero… Anche loro furono perseguitati per motivi razziali. Porrajmos, che significa divoramento, è il nome che questi popoli hannno dato alla loro persecuzione, in pochi anni il numero di rom e sinti in Europa passò da quasi un milione a 500.000 persone. Per loro nei campi di concentramento e sterminio sono stati costruiti capannoni appositi: erano segregati persino tra i segregati.
Ma la difesa della razza era anche lo sterminio dei disabili fisici o mentali: Già prima della guerra era stato predisposto il programma Aktion t4.
Il triangolo rosso cucito sugli abiti nei lager segnalava un altro tipo di prigionieri: gli oppositori politici. 4.350.000 tra comunisti, liberali, antifascisti in genere furono deportati con accuse quali resistenza ideologica, sabotaggi, tentata evasione. Per i nazisti erano in odor di marxismo anche i cosiddetti “Bibelforscher“, i testimoni di Geova, l’unica minoranza ad essere perseguitata per motivi religiosi. Il loro triangolo era viola. I testimoni di Geova rifiutavano il servizio militare e il saluto nazista Heil Hitler, in quanto incompatibili con la loro religione: la loro convinzione è che esiste un solo Dio, Geova, e che solo a lui, e a nessun altro potente, nemmeno a Hitler, spetta il saluto. Negli anni del Terzo Reich circa 10.000 testimoni di Geova, per la maggior parte di nazionalità tedesca, vennero imprigionati nei campi di concentramento.
Oggi ricordiamo tutte le vittime del nazismo e respingiamo ogni tipo di darwinismo sociale e di annientamento del diverso, sia che questo avvenga tramite mostruosi piani di eliminazione di massa, sia tramite non meno mostruose politiche di smantellamento della solidarietà sociale e dei servizi per i più deboli.
Il carabiniere e la multa. (barzelletta)
Un uomo sta guidando moderatamente in una stradina di campagna... ad un certo punto un carabiniere lo ferma. "Le devo fare una multa per eccesso di velocità!" dice il carabiniere. Al che l'uomo lo supplica di non farla... allora il carabiniere gli dice: "Senta... a me piacciono molto gli indovinelli. Se lei sa rispondere esattamente a questo indovinello, non le farò la multa!" allora l'uomo si prepara tutto concentrato e esorta il carabiniere a fargli l'indovinello. "In una stradina buia si vedono due fari... che cos'è?" dice il carabiniere e l'uomo risponde: "Come che cos'è... è una macchina!" e il carabiniere ribatte: "Troppo generico... poteva essere una Punto o una BMW... mi dispiace le devo fare la multa!" L'uomo si mette a supplicare il carabiniere per una domanda di riserva così il carabiniere gliela fa. "In una stradina buia si vede un faro... che cos'è?" e l'uomo risponde: "Come che cos'è... è un motorino!" Ma il carabiniere facendo la multa dice: "Mi dispiace... troppo generico.. poteva essere una Vespa o un Ciao. Devo farle la multa!" così l'uomo un po' seccato accetta la multa e poi dice: "Senta signor carabiniere... lei mi ha fatto la multa ma visto che gli piacciono tanto gli indovinelli, posso fargliene uno io?" il carabiniere molto orgoglioso ascolta l'uomo. "In una stradina buia ci sono dei fuocherelli ai margini della strada... cosa sono?" e il carabiniere prontamente: "Come cosa sono... sono prostitute!" e l'uomo: "Eh... mi dispiace... troppo generico... potevano essere tua moglie, tua madre, tua figlia, tua sorella..."
Cicatrici.
In un caldo giorno d'estate nel sud della Florida, un bambino decise di andare a nuotare nella laguna dietro casa sua. Uscì dalla porta posteriore correndo e si gettò in acqua nuotando felice. Sua madre lo guardava dalla casa attraverso la finestra e vide con orrore quello che stava succedendo. Corse subito verso suo figlio gridando più forte che poteva. Sentendola il bambino si allarmò e nuotò verso sua madre, ma era ormai troppo tardi. La mamma afferrò il bambino per le braccia, proprio quando il caimano gli afferrava le gambe. La donna tirava determinata, con tutta la forza del suo cuore. Il coccodrillo era più forte, ma la mamma era molto più determinata e il suo amore non l'abbandonava. Un uomo sentì le grida, si precipitò sul posto con una pistola e uccise il coccodrillo. Il bimbo si salvò e, anche se le sue gambe erano ferite gravemente, poté di nuovo camminare.
Quando uscì dal trauma, un giornalista domandò al bambino se voleva mostrargli le cicatrici sulle sue gambe. Il bimbo sollevò la coperta e gliele fece vedere. Poi, con grande orgoglio si rimboccò le maniche e disse: "Ma quelle che deve vedere sono queste!". Erano i segni delle unghie di sua madre che l'avevano stretto con forza. "Le ho perché la mamma non mi ha lasciato e mi ha salvato la vita".
Anche noi abbiamo cicatrici di un passato doloroso. Alcune sono causate dai nostri peccati, ma alcune sono le impronte di Dio quando ci ha sostenuto con forza per non farci cadere fra gli artigli del male. Ricorda che se qualche volta la tua anima ha sofferto... è perché Dio ti ha afferrato troppo forte affinché non cadessi! (Anonimo)
C'è sempre una via d'uscita.
C'erano una volta un uomo anziano e un vecchio asino. Un giorno, l'asino cadde in un pozzo ormai esaurito, ma profondo. Il povero animale ragliò tutto il giorno e l'uomo cercò di pensare a come tirarlo fuori dal pozzo. Alla fine, però, pensò che l'asino era molto vecchio, debole, senza contare che da tempo aveva deciso di riempire di terra il pozzo che era ormai prosciugato. Decise di seppellire là il vecchio asino. Chiese a diversi vicini di aiutarlo; tutti presero una pala e cominciarono a gettare terra nel pozzo. L'asino si mise a ragliare con tutta la forza che aveva. Dopo un po', però, tra lo stupore generale, dal pozzo non venne più alcun suono.
Il padrone dell'asino guardò nel pozzo, credendo che l'asino fosse morto, ma vide uno spettacolo incredibile: tutte le volte in cui veniva gettata una palata di terra nel pozzo, l'asino la schiacciava con gli zoccoli. Il suo padrone e i vicini continuarono a gettare terra nel pozzo e l'asino continuò a schiacciarla, formando un mucchio sempre più alto, finché riuscì a saltare fuori.
Una scimmia da un albero gettò una noce di cocco in testa ad un saggio. L'uomo la raccolse, ne bevve il latte, mangiò la polpa, e con il guscio si fece una ciotola La vita non smetterà mai di gettarci addosso palate di terra o noci di cocco, ma noi riuscíremo a uscire dal pozzo, se ogni volta reagiremo. Ogni problema ci offre l'opportunità di compiere un passo avanti. Ogni problema ha una soluzione, se non ci diamo per vinti. (Autore: Bruno Ferrero)
Il leone e il moscerino. Sulla riva del...
Sulla riva del ruscello, un moscerino minuscolo si era addormentato. Ma dal profondo della foresta arrivò un ruggito sordo e possente. Il povero moscerino sì spaventò terribilmente. Un grande, grosso, grasso leone alla ricerca della cena, ruggiva a pieni polmoni. Il moscerino gridò indignato: "Ehilà! La volete smettere? Cos'è tutto sto trambusto? Non potete lasciar dormire in pace la brava gente? Che diritto avete di stare qui?".
Il leone sbuffò: "Che diritto? Il mio diritto! Io sono il re della foresta. Faccio quello che mi piace, dico quello che mi piace, mangio chi mi piace, vado dove mi piace, perché io sono il re della foresta!". "Chi ha detto che voi siete il re?" domandò tranquillamente il moscerino. "Chi l'ha detto?..." ruggì il leone. "Io lo dico, perché io sono il più forte e tutti hanno paura di me".
"Ma io, tanto per fare un esempio, non ho paura di voi, quindi voi non siete re".
"Non sono re? Ripetilo se hai coraggio!".
"Certo, lo ripeto. E non sarete re se non vi battete contro di me e non vincete".
"Battermi con te?" sbuffò il leone calmandosi un po'. "Chi ha mai sentito niente di simile? Un leone contro un moscerino? Piccolo atomo insignificante, con un soffio ti mando in capo al mondo". Ma non mandò niente da nessuna parte. Ebbe un bel soffiare e sforzarsi con tutta la forza dei polmoni. Tutto quel che ottenne fu un moscerino che faceva l'altalena sullo stelo d'erba e gridava: "Sono più forte di voi! Sono io il re!".
Allora il leone perse definitivamente il senso delle proporzioni e si buttò avanti a fauci spalancate per inghiottire il moscerino, ma inghìotti solo una zolla d'erba. E l'astuto insettino dov'era?
Proprio in una narice del leone e là cominciò a solleticarlo e punzecchiarlo. Il leone sbatteva la testa contro gli alberi, si graffiava con i suoi unghioni, strepitava, ruggiva... "Oh! Il mio naso! Il mio povero naso! Pietà! Esci di lì! Sei tu il re della foresta, sei tutto quello che vuoi... Ma esci dal mio naso!" piagnucolò infine il leone. Allora il moscerino volò fuori dalla narice del leone, che mortificato e umiliato sparì nel profondo della foresta.
Il moscerino cominciò a danzare di gioia: "Sono il re, re, re, re! Ho battuto un leone! L'ho fatto scappare! Sono il più forte e il più furbo, io!".
A forza di saltellare, esultando, qua e là, il moscerino non si accorse di essersi avvoltolato in qualche cosa di fine, e di leggero e di forte... dei lunghi fili bianchi, quasi invisibili tra i fili d'erba e che si attorcigliavano intorno al corpo dell'insetto, legando le sue zampe e le sue ali. Il ragno arrivò sulle sue otto zampe, borbottando: "Che bello stuzzichino per la cena...".
Grossi o piccoli, i superbi sono sempre stupidi. (Di Bruno Ferrero)
La vera felicità, non è avere di più ma... (Bellissimo racconto)
Un gruppo di laureati, affermati nelle loro carriere, discutevano sulle loro vite durante una riunione. Decisero di fare visita al loro vecchio professore universitario, ora in pensione, che era sempre stato un punto di riferimento per loro. Durante la visita, si lamentarono dello stress che dominava la loro vita, il loro lavoro e le relazioni sociali. Volendo offrire ai suoi ospiti un cioccolato caldo, il professore andò in cucina e ritornò con una grande brocca e un assortimento di tazze. Alcune di porcellana, altre di vetro, di cristallo, alcune semplici, altre costose, altre di squisita fattura. Il professore li invitò a servirsi da soli il cioccolato. Quando tutti ebbero in mano la tazza con il cioccolato caldo il professore espose le sue considerazioni. "Noto che son state prese tutte le tazze più belle e costose, mentre son state lasciate sul tavolino quelle di poco valore. La causa dei vostri problemi e dello stress è che per voi è normale volere sempre il meglio. La tazza da cui state bevendo non aggiunge nulla alla qualità del cioccolato caldo. In alcuni casi la tazza è molto bella mentre alcune altre nascondono anche quello che bevete. Quello che ognuno di voi voleva in realtà era il cioccolato caldo. Voi non volevate la tazza... Ma voi consapevolmente avete scelto le tazze migliori. E subito, avete cominciato a guardare le tazze degli altri. Ora amici vi prego di ascoltarmi... La vita è il cioccolato caldo... il vostro lavoro, il denaro, la posizione nella società sono le tazze. Le tazze sono solo contenitori per accogliere e contenere la vita. La tazza che avete non determina la vita, non cambia la qualità della vita che state vivendo. Qualche volta, concentrandovi solo sulla tazza, voi non riuscite ad apprezzare il cioccolato caldo che Dio vi ha dato. Ricordatevi sempre questo: Dio prepara il cioccolato caldo, Egli non sceglie la tazza. La gente più felice non ha il meglio di ogni cosa, ma apprezza il meglio di ogni cosa che ha! Vivere semplicemente. Amare generosamente. Preoccuparsi profondamente. Parlare gentilmente. Lasciate il resto a Dio. E ricordatevi: La persona più ricca non è quella che ha di più, ma quella che ha bisogno del minimo. Godetevi il vostro caldo cioccolato!!
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