Il CARNEVALE dalla nascita ai giorni nostri...


Il carnevale è una festa che si celebra nei paesi di tradizione cattolica I festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi; in particolare, l'elemento distintivo e caratterizzante del carnevale è l'uso del mascheramento.

La parola carnevale deriva dal latino carnem levare ("eliminare la carne") poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della quaresima. I festeggiamenti maggiori avvengono il Giovedì grasso e il Martedì grasso, ossia l'ultimo giovedì e l'ultimo martedì prima dell'inizio della Quaresima. In particolare il Martedì grasso è il giorno di chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi, dato che Quaresima inizia con il Mercoledì delle ceneri.

Benché presente nella tradizione cattolica, i caratteri della celebrazione del carnevale hanno origini in festività ben più antiche, come per esempio le dionisiache greche (le antesterie) o i saturnali romani. Durante le feste dionisiache e saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza. Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente.Il ciclo preso in considerazione è, in pratica, quello dell'anno solare.

Nel mondo antico, romano, la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell'impero Romano, comporta la presenza di gruppi mascherati, come attesta lo scrittore Lucio Apuleio nelle Metamorfosi.

Durante queste cerimonie si svolgeva una processione nella quale erano allegoricamente rappresentate le forze del caos che contrastavano la ri-creazione dell'universo, cioè il mito della morte e risurrezione di Marduk, il salvatore. Nel corteo c'era anche una nave a ruote su cui il dio Luna e il dio Sole percorrevano la grande via della festa - simbolo della parte superiore dello Zodiaco - verso il santuario di Babilonia, simbolo della terra. Questo periodo, che si sarebbe concluso con il rinnovamento del cosmo, veniva vissuto con una libertà sfrenata e un capovolgimento dell'ordine sociale e morale.

Il carnevale si inquadra quindi in un ciclico dinamismo di significato mitico: è la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Il Carnevale riconduce a una dimensione metafisica che riguarda l’uomo e il suo destino. In primavera, quando la terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi (anche Arlecchino ha una chiara origine infera). Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: essi sono le maschere che hanno quindi spesso un significato apotropaico, in quanto chi le indossa assume le caratteristiche dell'essere " soprannaturale " rappresentato. Oinochoe raffigurante la sfilata di un gufo armato durante la celebrazione delle Antesterie. (410–390 a.C.)

Queste forze soprannaturali creano un nuovo regno della fecondità della Terra e giungono a fraternizzare allegramente tra i viventi. “Le maschere che incarnano gli antenati, le anime dei morti che visitano cerimonialmente i vivi (Giappone, mondo germanico, ecc.), sono anche il segno che le frontiere sono state annientate e sostituite in seguito alla confusione di tutte le modalità.

Per la Chiesa cattolica il Tempo di carnevale è detto anche Tempo di settuagesima. Esso considera il carnevale (settuagesima) come un momento per riflettere e riconciliarsi con Dio.

I carnevali più famosi in Italia:
Il Carnevale di Viareggio, lo Storico Carnevale di Ivrea, il Carnevale di Venezia, il Carnevale di San Giovanni in Persiceto, il Carnevale di Cento, il Carnevale di Manfredonia, il Carnevale di Satriano, Carnevale di Acireale, il Carnevale di Sciacca, il Carnevale di Misterbianco, il Carnevale di Fano, il Carnevale di Massafra, il Carnevale di Offida, il Carnevale di Putignano, il Carnevale di Striano, il Carnevale Storico di Santhià.
Il Carnevale di Viareggio ha origine nel 1873 ed è uno dei più importanti e maggiormente apprezzati carnevali a livello internazionale.


I generali delle forze dell'ordine si confidano... (Barzelletta)


Ad una parata di forze armate, si incontrano un generale dei Carabinieri, uno della Finanza ed un Ufficiale della Polizia.

IL GENERALE DELLA FINANZA: confida agli Altri due: - "sapete, ho scoperto che mia moglie mi tradisce con un idraulico". -
Gli altri due: - "come fai a saperlo?" -
- "Mentre cercavo le ciabatte, ho trovato sotto il letto, delle chiavi inglesi." -

L'UFFICIALE DI POLIZIA: - "sapete anche mia moglie mi tradice con un panettiere". -
E gli altri: - "anche tu? e come hai fatto a scoprirlo?" -
- "mentre cercavo dei biscotti nella dispensa, ho trovato pane dappertutto, anche sotto il comò! -

Il GENERALE DEI CARABINIERI: - "sapete anche mia moglie mi tradisce, ho scoperto che mi tradisce con un CAVALLO". -
E gli altri due: - "Con un cavallo?!? Allora è proprio una tro*a, ma come hai fatto a scoprirlo?"
- "l'altra sera mi era caduto l'orologio dal letto, mentre mi abbassavo per riprenderlo, ho notato che sotto il letto c'era un fantino..."

La carta di credito. (Barzelletta)


"Mi hanno rubato la carta di credito.."
"Hai redatto la denuncia del furto?"
"No!!"
"E perchè?!?"
"Ho scoperto che il ladro spende meno di mia moglie.."

Io non so se questo vale per tutte le donne, ma io...

Io non so se questo vale per tutte le donne, ma io riesco a fare l’amore con un uomo, solo se mi eccita il cervello. Devo prima di tutto aver voglia di sentirlo parlare... Deve incuriosirmi la sua storia, la sua opinione sul mondo, le sue idee, le sue passioni. Devo avere sempre la sensazione di poter imparare qualcosa, che mi inneschi dentro una qualche reazione, sinapsi... Che mi accenda pensieri o Emozioni o... Se non mi parte quello, non mi parte nulla. Se non mi parte quello, puoi essere anche il più figo del mondo che... non ce n’è... Nulla. Mi fa più sesso un cervello che funziona di tutti i muscoli del mondo.

Noi donne del duemila.. (Bellissima da leggere)


“Noi siamo donne che viviamo in equilibrio anche capovolte, piangiamo di nascosto per non ammettere d’esser stanche morte, passiamo i sabati mattina in pigiama a pulire, siamo le donne che non sentirete mai infierire.

Noi siamo quelle che dopo dieci ore di lavoro andiamo a far la spesa per preparar la cena. Studiamo con i figli, alleviamo cani e conigli.

Siamo le donne che dicono di non aver paura per non destar preoccupazione, quelle che rinunciano a tutto per essere a casa ogni sera come una vocazione.

Siamo donne da corse al pronto soccorso in piena notte, che guidano con la nebbia, non chiedono abbuoni o raccomandazioni. Siamo le donne sole alle stazioni.

Quelle che nascondono i soldi nelle scatole di latta per i giorni fragili, che raccontano commosse del loro mondo azzurro perché sempre sperano in un futuro di burro.
Le donne che risparmiano i trenta euro per la tinta dei capelli a fine mese e un compromesso sereno innanzi alle offese.

Siamo le donne del bicchiere mezzo pieno, quelle che chiudono casa quando tutti dormono e stendono i panni ad ogni ora della notte e del giorno.

Siamo le donne che corrono perché perennemente in ritardo, ma sempre presenti ad ogni traguardo. Siamo quelle forti dai mille consigli, le stesse che quando escono con le amiche si sentono in colpa coi figli.

Siamo le donne dai magoni amari digeriti con cura, affinché la vita possa sempre sembrarvi un’avventura.

Quando la sera varcate la soglia di casa, non fateci mancare un bacio d’amore. Un abbraccio rotondo. Un sorriso anche se stanco.

Regalateci una carezza mentre nel buio della notte fingiamo di dormire. Se stiamo sveglie, è per raccogliervi i sogni che troverete nelle scodelle della prima colazione e sentirvi gioire.

E se non sapete come far di ogni donna una regina, a noi piacciono le margherite del giardino, i cioccolatini ripieni e i walzer ballati a piedi nudi in cucina.

Siamo solo donne e madri del duemila, con milioni di desideri ed un presente pirandelliano da uno, nessuno e centomila.”
(Stefania Diedolo)

INCREDIBILE: risolve il cubo di Rubik in 30 secondi. (Video)


"La saggezza della mamma." (Bellissimo racconto)


Da oggi respirerò l’aroma del caffè assaporandone tutte le sfumature della vita dentro una tazzina!

RACCONTO:
Una giovane andò dalla madre per lamentarsi della sua vita e di come le fosse difficile. Si sentiva sfiduciata, quando risolveva un problema se ne presentava subito un altro ed era stanca di lottare, tanto che credeva di darsi per vinta.

La madre la portò in cucina, prese tre pentolini, li riempì d’acqua e li pose sul fuoco. Quando l’acqua incominciò a bollire in uno mise delle carote, nell’altro delle uova e nell’ultimo dei chicchi di caffè. Lasciò bollire l’acqua senza dire una parola, mentre la figlia osservava con impazienza, domandandosi cosa la madre stesse facendo.
Dopo venti minuti la madre spense il fuoco.
Tirò fuori le carote e le mise su un piatto.
Tirò fuori le uova e le mise in una scodella.
Prese un colino, filtrò il caffè e lo mise in una tazza.
Guardando la figlia le disse:
“Cara figlia mia, carote, uova o caffè: cosa scegli?”

La figlia stupita non rispose e la madre la fece avvicinare. Le chiese di toccare le carote, che la ragazza trovò cedevoli, la invitò a rompere un uovo, ormai diventato sodo e le fece annusare e assaporare la tazza di caffè fumante, dall’aroma ricco e profumato. Finalmente la figlia le domandò: “Cosa significa tutto questo, madre?” La madre le spiegò che tutte le cose avevano affrontato la stessa avversità, “l’acqua bollente”, ma avevano reagito in maniera differente.

La carota, forte e superba, aveva lottato contro l’acqua, ma era diventata debole e molle.
L’uovo, così fragile nel suo guscio sottile che proteggeva l’interno liquido e nutriente, si era indurito.
I chicchi del caffè, invece, avevano fatto il miracolo: dopo essere stati nell’acqua, bollendo, l’avevano trasformata. “Cosa scegli di essere, figlia mia? Quando l’avversità suona alla tua porta, come rispondi?
Sei come la carota che sembra forte, ma quando il dolore ti tocca diventi debole e priva di forza?
Sei come un uovo che nella sua fragilità nasconde un cuore tenero e un carattere buono, ma che le prove della vita induriscono? Il guscio sembra sempre lo stesso, ma l’interno è amareggiato e inaridito. Oppure sei come un chicco di caffè, che cambia l’elemento che gli causa dolore e nel punto di ebollizione raggiunge il suo migliore aroma e sapore? Come un chicco di caffè, proprio quando le cose ti vanno male puoi reagire in maniera positiva e diffondere con il tuo atteggiamento “il profumo del caffè” intorno a te.
Le persone più serene e felici non sono quelle a cui tutto va bene, ma quelle che sanno prendersi il meglio della vita, nonostante tutto. Figlia mia, possa tu avere abbastanza gioia da renderti dolce, abbastanza prove da renderti forte e abbastanza speranza da renderti felice.

Quando ti senti male e le difficoltà della vita ti sembrano enormi, cerca di salire ad un altro livello e l’acqua bollente si trasformerà in un caffè fragrante e profumato.

Buonanotte serena a tutti. (Video)


"Il bambino e le stelle".. Il coraggio di cominciare...


Una tempesta terribile si abbattè sul mare. Lame affilate di vento gelido trafiggevano l’acqua e la sollevavano in ondate gigantesche che si abbattevano sulla spiaggia come colpi di maglio, o come vomeri d’acciaio. Aravano il fondo marino scaraventando le piccole bestiole del fondo, i crostacei e i piccoli molluschi, a decine di metri dal bordo del mare.

Quando la tempesta passò, rapida come era arrivata, l’acqua si placò e si ritirò. Ora la spiaggia era una distesa di fango in cui si contorcevano nell’agonia migliaia e migliaia di stelle marine. Erano tante che la spiaggia sembrava colorata di rosa. Il fenomeno richiamò molta gente da tutte le parti della costa. Arrivarono anche troupe televisive per filmare lo strano fenomeno. Le stelle marine erano quasi immobili. Stavano morendo. Tra la gente, tenuto per mano dal papà, c’era anche un bambino che fissava con gli occhi pieni di tristezza le piccole stelle di mare. Tutti stavano a guardare e nessuno faceva niente. All’improvviso il bambino lasciò la mano del papà, si tolse le scarpe e le calze e corse sulla spiaggia. Si chinò, raccolse con le piccole mani tre piccole stelle del mare e, sempre correndo, le portò nell’acqua. Poi tornò indietro e ripetè l’operazione. Dalla balaustra di cemento, un uomo lo chiamò: “Ma che fai ragazzino?” “Ributto in mare le stelle marine. Altrimenti muoiono tutte sulla spiaggia” – rispose il bambino senza smettere di correre. “Ma ci sono migliaia di stelle marine su questa spiaggia: non puoi certo salvarle tutte. Sono troppe!” – gridò l’uomo. “E questo succede su centinaia di altre spiagge lungo la costa! Non puoi cambiare le cose!” Il bambino sorrise, si chinò a raccogliere un’altra stella di mare e gettandola in acqua rispose: “Ho cambiato le cose per questa qui”. L’uomo rimase un attimo in silenzio, poi si chinò, si tolse scarpe e calze e scese in spiaggia. Cominciò a raccogliere stelle marine e a buttarle in acqua. Un istante dopo scesero due ragazze ed erano in quattro a buttare stelle marine nell’acqua. Qualche minuto dopo erano in cinquanta, poi cento, duecento, migliaia di persone che buttavano stelle di mare nell’acqua

Per cambiare il mondo basterebbe che qualcuno, anche piccolo, avesse il coraggio di incominciare.

La Madre Speciale.


Vi è mai capitato di pensare come vengano scelte le madri dei figli handicappati?
In qualche maniera riesco a raffigurarmi Dio che da istruzioni agli angeli, che prendono nota in un registro gigantesco!
A questa le diamo un maschio..santo patrono.. Matteo!
A lei, una bambina, santa patrona, Cecilia!
E cosi la lunga lista scorre, finchè appare un nome.. e Dio dice al suo angelo, a questa le diamo un figlio handicapatto.
L’angelo è curioso e chiede “ Perché a questa qui, Dio, è cosi felice!” “Esattamente, risponde Dio sorridendo, “ Potrei mai dare un figlio handicappato a una donna che non conosce l’allegria? Sarebbe una cosa crudele”
“Ma ha pazienza?” chiede l’angelo.
“Non voglio che abbia molta pazienza, altrimenti sprofonderà in un mare di autocommiserazione e pena. Una volta superato lo shock e il risentimento, di sicuro ce la farà!”
“ Ma signore, penso che quella donna non creda nemmeno a Te.”
Dio sorride, ”Non importa. Posso provvedere. Quella donna è perfetta. È dotata del giusto egoismo.”
L’angelo resta senza fiato.”Egoismo? è una virtù?”
Dio annuisce, “Se non sarà capace di separarsi ogni tanto dal figlio, non sopravvivrà mai. Si, ecco la donna cui darò la benedizione di un figlio meno perfetto. Ancora non se ne rende conto ma sarà da invidiare. Non darà mai per certa una parola. Non considererà mai che un passo sia un fatto comune. Quando il bambino dirà “mamma” per la prima volta, lei sarà testimone di un miracolo e ne sarà consapevole. Quando descriverà un albero o un tramonto al suo bambino cieco, lo vedrà come poche persone sanno vedere la mia creazione.
Le consentirò di vedere chiaramente le cose come le vedo io - ignoranza - crudeltà - pregiudizio -, e le concederò di levarsi al di sopra di esse. Non sarà mai sola.
Io sarò al suo fianco ogni minuto di ogni giorno della sua vita, poichè starà facendo il mio lavoro infallibilmente come se fosse al mio fianco”. E per il suo santo patrono?” chiede l’angelo, tenendo la penna sollevata a mezz’aria.
Dio sorride, “ Basterà uno specchio.” (Erma Bombeck)

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